PSICOLOGIA DELL’APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA Dott.ssa Martina Valente Psicologa master II livello in Psicopatologia dell’Apprendimento s.a Psicoterapia cognitivo comportamentale per l’infanzia e l’adolescenza [email protected] Di cosa parleremo… il complesso sistema che media la comprensione e la produzione dei numeri e del calcolo, cercando di individuare le possibili cause delle difficoltà che uno studente può esibire Partiamo da voi!!! Partiamo da voi: quanto siete d’accordo? •Per riuscire in matematica bisogna essere portati per la materia • Essere bravo in matematica è importante per la riuscita scolastica • E’ difficile motivare alla matematica uno studente che non lo è spontaneamente • Chi è bravo in matematica è una persona intelligente • Quando ero uno studente i compiti di matematica mi creavano ansia • La percezione che uno studente ha di sè in relazione alla matematica influenza il suo profitto Una questione complessa La competenza matematica implica processi cognitivi diversi, si sviluppa e si articola nel corso dello sviluppo risentendo molto più di altre attività scolastiche (lettura e scrittura) dei metodi utilizzati e delle credenze che ogni alunno (insegnante, genitore) ha circa le proprie competenze. INTELLIGENZA & MATEMATICA Cosa significa “essere intelligente?” Generale capacità dell’uomo di far fronte a situazioni ed esigenze nuove, mediante abilità cognitive. Aspetto pratico Capacità di adattarsi all’ambiente Aspetto intellettuale comprensione, capacità di astrazione, capacità di analisi, capacità di sintesi, creatività L’intelligenza è… La capacità di acquisire informazioni, modificando schemi preesistenti e consolidando nuove conoscenze, che vengono organizzate in una struttura. Intelligenza sostantivo misura Intelligere verbo sostantivato processo Intelligenza numerica E’ la capacità di intelligere attraverso la quantità. Si riferisce alla possibilità di capire e pensare al mondo in termini numerici. CE L’ABBIAMO TUTTI?!?! Facciamo un piccolo esperimento COSA VEDETE? … GUARDATE … …ANCORA… COSA VEDETE ADESSO? Quale informazione avete detto per prima? La cognizione numerica è innata Lo studioso Brian Butterworth (1999;2005) professore di neuroscienze cognitive dell'University College di Londra, sostiene la tesi innatista del “cervello matematico”, paragonando questa visione del mondo in termini di numeri a quella in termini di colori. La cognizione dei colori e la cognizione dei numeri sono PROCESSI AUTOMATICI: così come non possiamo evitare di vedere che i fiori nella foto sono uno rosso, uno viola e uno fucsia, non possiamo evitare di vedere che sono tre. Tutti abbiamo l’intelligenza numerica? La risposta è … SI’!!! Numerose ricerche indicano che i neonati e i bambini di pochi mesi sono in grado di percepire la numerosità di un insieme visivo di oggetti senza doverli contare. Questa capacità si chiama SUBITIZING, è innata e universale. … ciò significa che … Il neonato distingue la mamma non dall’odore o da altre caratteristiche (vi sono molte ricerche in merito, ma attualmente ancora nessuna conferma scientifica), la distingue perché il suo cervello la identifica come 1. Il riconoscimento del papà, quando compare accanto alla mamma, avviene per differenza: il cervello del neonato lo identifica come diverso da 1. … e ancora … • La cognizione della quantità secondo lo span 3 è presente anche negli animali. • Il subitizing, cioè la capacità di vedere la quantità senza contare, è mediata dalla parte più antica del nostro cervello… quello che condividiamo con gli animali! Piccolo esperimento PROVATE A CONTARE … … Quante persone c’erano? Il numero 3 è l’organizzatore della cognizione della quantità. Fino a 3 elementi non contiamo ma … vediamo la quantità !!! Modulo numerico innato Lo studioso Brian Butterworth sostiene la tesi secondo cui il genoma umano contiene le istruzioni per costruire circuiti cerebrali specializzati per la matematica. A tali circuiti è stato dato il nome di MODULO NUMERICO. Il modulo numerico ha la funzione di classificare il mondo in termini di quantità numerica o numerosità, cioè del numero di oggetti di un insieme. Matematica … mente La nostra mente ha una struttura numerica, che quantifica in modo innato e composizionale ( unità, decine, centinaia…) e ha un’area cerebrale propria! La capacità di vedere la quantità è localizzata nel solco intraparietale I ricercatori hanno scoperto che… • Questa area cerebrale fornisce una rappresentazione semantica non-verbale delle quantità numeriche, ovvero delle grandezze numeriche e delle relazioni tra i numeri. • Questa area non ha niente a che vedere con le componenti linguistiche che intervengono nell’apprendimento della matematica durante la scolarizzazione Span numerico 1-3 N+1 partendo da 1 N-1 Corrispondenza biunivoca Ordine stabile Accesso semantico preverbale PROCESSI SEMANTICI PROCESSI LESSICALI PROCESSI SINTATTICI CONTEGGIO CALCOLO A MENTE CALCOLO SCRITTO p r e c u r s o r i Imparare a contare è il primo collegamento tra natura e cultura Se questi meccanismi sono innati … come mai molti studenti hanno problemi con l’apprendimento della matematica? • Secondo le indagini statistiche (Cornoldi, Lucangeli, 2007) in Italia il 20% della popolazione scolastica incontra difficoltà nell’apprendimento della matematica. • In classi di 25 alunni, 5 bambini presentano difficoltà di calcolo e 5-7 difficoltà di soluzione dei problemi. Dati contrastanti • L’International Academy for Research in Learning Disabilities (2004) sostiene che solo il 2,5% della popolazione scolastica dovrebbe presentare difficoltà nella cognizione numerica, associate alla presenza di altri disturbi. • Secondo l’indagine, la discalculia evolutiva dovrebbe essere presente solamente in 2 bambini su 1000, quindi … Il 19,9% scolastica della con popolazione problemi in matematica non ha un disturbo (discalculia) ma una difficoltà La differenza tra Disturbo e Difficoltà DISTURBO DIFFICOLTA’ Secondo l’OMS si indica Indica una condizione per con questo termine una la quale l’alunno non disfunzione organica, riesce a seguire il percorso geneticamente di apprendimento previsto determinata e con una per la classe frequentata. specificità cerebrale. Criteri diagnostici secondo la consensus conference Deficit specifico QI nella norma (non < 85) Criterio di discrepanza: differenza tra abilità intellettive generali e successo scolastico Criteri di esclusione: deficit cognitivo, deficit sensoriali, disturbi emotivi, basso livello socio-culturale Compromissione significativa delle abilità di calcolo (- 2ds dalla media rispetto alla classe frequentata o prestazioni < al 5°percentile) La compromissione deve riguardare lo sviluppo della competenza e non la perdita di un’abilità prima posseduta 4 profili di disturbo: • Sottotipo deficit a carico del senso del numero o della rappresentazione della quantità (Wilson e Dehaene, 2007; Butterworth, Varma, Laurillard, 2011); • Sottotipo deficit a carico della formazione e del recupero di fatti numerici e aritmetici (es. Fuchs, et al. 2010); • Sottotipo deficit a carico delle procedure di calcolo (Raghubar et al., 2009; Mammarella, Lucangeli, Cornoldi, , 2010), specificando se su base visuo-spaziale e/o con interessamento delle procedure necessarie allo svolgimento dell’operazione, che potremmo indicare come discalculia procedurale; • Disturbo misto. Perché molti studenti sono in difficoltà? Il sistema cognitivo che media la comprensione dei numeri, la produzione dei numeri e il sistema del calcolo è articolato e implica diversi processi. Segni di operazioni procedure Fatti numerici Sistema del calcolo Sistema di comprensione dei numeri Rappresentazione semantica centrale Codice verbale Codice verbale Codice arabico Sistema di produzione dei numeri Codice arabico Modello di McCloskey Processi dominio-specifici • Se non si propongono attività che stimolino i domini- specifici, tali domini si atrofizzano. Ad esempio allenando il calcolo a mente, non si allena il calcolo scritto. Allenando i fatti numerici (tabelline), non si allenano le procedure di calcolo e così via Come si distingue un disturbo da una difficoltà? Nelle difficoltà di calcolo il profilo degli errori che emerge dai test appare simile a quello del disturbo (discalculia). Come si distingue un disturbo da una difficoltà? •Errori lessicali riguardano la capacità di denominare i numeri, senza modificare la “grandezza del numero” Esempio: scrivi quattrocentosei 409 •Errori sintattici riguardano la “grammatica” dei numeri, cioè le relazioni d’ordine di grandezza nei numeri composti da più cifre (unità, decine…) Esempio: scrivi quattrocentosei 46 •Errori procedurali errori nelle procedure di esecuzione delle operazioni Esempio: 32 x 4= ____ 36 •Errori visuo-spaziali difficoltà di incolonnamento 32 + 6 = La differenza principale è… DISTURBO resiste al trattamento DIFFICOLTA’ e’ trattabile e superabile Secondo voi… da cosa deriva la difficoltà? Cos’è l’impotenza appresa Il fenomeno noto come IMPOTENZA APPRESA è la convinzione di non essere in grado di affrontare un determinato compito, pur disponendo delle abilità necessarie per superarlo Perché si verifica? L’idea che un ragazzo ha di se stesso si fonda su ciò che le persone, che ritiene significative (economia del cervello!), pensano di lui. L’adulto SCEGLIE chi è significativo, mentre in età evolutiva i modelli significativi su cui basare l’immagine di sé non si scelgono (genitori, insegnanti, nonni…) Perché si verifica? Se le figure significative rimandano al bambino un’immagine positiva, la sua autostima sarà positiva. Il bambino si sentirà CAPACE, indipendentemente dall’esito (positivo o negativo) delle cose che sperimenta Perché si verifica? Viceversa se il bambino riceve solamente giudizi negativi o vengono sottolineati solamente i suoi difetti e le sue mancanze, il suo Io evolverà un’immagine di sé negativa. Non potrà sperimentare il senso di autoefficacia, di conseguenza avrà una bassa autostima Perché si verifica? Se l’attacco all’Io è forte il meccanismo di difesa che si innesca è un BLOCCO. Il bambino si rifiuterà di sperimentarsi in situazioni in cui ha ottenuto un insuccesso legato ad atteggiamenti svalutativi da parte dei modelli significativi Il blocco da psicologico diventa neurofisiologico, ovvero realmente si bloccano alcuni meccanismi a livello cerebrale che impediscono al bambino di affrontare il compito ATTACCO + è profondo maggiore è il blocco amigdala REAZIONE DI DIFESA Produce endorfine BLOCCO L’impotenza appresa si può sviluppare per tutte le materie scolastiche (ma anche per altre attività!); L’impotenza appresa è più frequente rispetto a quelle materie in cui è più elevata la possibilità di errore e, quindi, le esperienze di insuccesso; In Italia, numerosi studenti manifestano un’impotenza appresa rispetto alla matematica Cosa fare in caso di difficoltà GENITORI • Non sottovalutare la difficoltà; • Rivolgersi a personale specializzato per la valutazione del profilo e la definizione delle attività da proporre; • Sostenere il bambino in difficoltà proponendo attività adatte al recupero; Cosa fare in caso di difficoltà INSEGNANTI Individuare l’errore ed analizzarlo Proporre attività che stimolino i processi dominiospecifici; Lavorare sulla zona di sviluppo prossimale; Aiutare l’alunno ad esporre le proprie difficoltà; Leggendo…s’impara GRAZIE PER L’ATTENZIONE