STRETCHING: METODI E METODOLOGIE APPLICATIVE Stretching è un termine inglese che significa “allungamento, stiramento” . E’ usato nella pratica sportiva per indicare un insieme di esercizi finalizzati al miglioramento muscolare. Gli esercizi di stretching coinvolgono muscoli, tendini, ossa e articolazioni ed in gran parte consistono in movimenti di allungamento muscolare. Per il buon esito finale vanno tenute in considerazione alcuni fattori come l’età, la fisionomia, le condizioni e le motivazioni del soggetto implicato. Di uguale importanza è naturalmente il momento della giornata o dell’ allenamento in cui viene svolto l’esercizio. A seconda della dinamica utilizzata si possono definire diverse tipologie di stretching: - Stretching balistico - Stretching dinamico - Stretching statico: attivo e passivo - Stretching isometrico: P.N.F. e C.R.A.C. STRETCHING BALISTICO È una tecnica, molto utilizzata negli anni '70 e '80, che consiste nel fare oscillare ripetutamente e in maniera incontrollata gli arti o il busto nel tentativo di forzare l'allungamento muscolare oltre il suo normale raggio di movimento. Questo movimento è del tutto controproducente in quanto può portare a strappi e stiramenti. Un esempio di stretching balistico potrebbe essere quello di far oscillare avanti e indietro le gambe senza però tenere conto del loro raggio di movimento, quindi lasciandole andare troppo avanti o indietro. STRETCHING DINAMICO Il concetto è sempre quello di far oscillare gli arti o il busto, come avviene nello stretching balistico. La differenza consiste nello slanciare in maniera lenta, controllata e in una determinata direzione gli arti e il busto, evitando così ai muscoli movimenti inadatti. Un esempio di stretching dinamico è quello di slanciare dal basso verso l’ alto la gamba cercando di arrivare a toccare la mano opposta con la punta del piede. Un altro esempio, relativo però agli arti superiori e al busto, è quello di portare il braccio disteso dalla parte opposta piegandosi lateralmente tenendo sempre le gambe divaricate. STRETCHING STATICO Si basa sul mantenimento di posizioni statiche in cui la muscolatura viene fatta allungare cercandone il massimo rilassamento. E’ il sistema di stretching più conosciuto ed è stato codificato nel 1975 da Bob Anderson. Si suddivide in attivo e passivo: STRETCHING STATICO ATTIVO Consiste nell' assumere una posizione e mantenerla senza alcun supporto. Ad esempio distendere le braccia verso l’alto e flettere il busto in avanti fino ad arrivare il più vicino possibile al suolo. Poi mantenere questa posizione per 10-15 secondi. STRETCHING STATICO PASSIVO Consiste nell' assumere una posizione e mantenerla aiutandosi con una qualche altra parte del corpo, con l’ aiuto di un partner o con qualche attrezzo. Un esempio di stretching passivo agli arti inferiori è il seguente: rimanendo in posizione eretta, piegare il ginocchio e afferrare il piede con la mano. Il tutto tenendo le gambe simmetriche. Con l’altro braccio possiamo aiutarci appoggiandoci ad un muro, un attrezzo o un compagno. STRETCHING ISOMETRICO Lo Stretching isometrico è un tipo di stretching statico che riguarda la resistenza di gruppi di muscoli attraverso le contrazioni isometriche (tendendo) di muscoli allungati. I modi più comuni per dare la necessaria resistenza in un allungamento isometrico sono applicare resistenza manualmente ai propri arti, far applicare resistenza ad un partner, o usare un attrezzo come una parete (o il pavimento) che dia resistenza. Un esempio dell’uso della parete per dare resistenza è il noto “spingi il muro”: si tenta attivamente di spostare la parete (anche se sai che non puoi farlo). Possiamo distinguerlo in P.N.F. e C.R.A.C. : P.N.F In inglese Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation, in italiano "facilitazione propriocettiva neuromuscolare". Questo sistema è composto da quattro fasi: 1. Massimo allungamento ma non graduale e lento del muscolo Contrazione isometrica per circa 15 - 20 secondi (in posizione di allungamento) 2. 3. Rilassamento di circa 5 secondi Ulteriore allungamento del muscolo contratto precedentemente per almeno 30 secondi. 4. C.R.A.C. In inglese Contract Relax Agonist Contract, cioè "contrazione, rilassamento e contrazione dei muscoli antagonisti". Si differenzia dal P.N.F. nella fase finale dell'allungamento: viene utilizzato il muscolo antagonista, facilitando così il rilassamento del muscolo agonista precedentemente contratto.