CONSIGLIO D’EUROPA
COMITATO DEI MINISTRI
Raccomandazione Rec(2006)5
del Comitato dei Ministri agli Stati membri
sul Piano d’Azione del Consiglio d’Europa 2006-2015 per la promozione dei diritti e della piena
partecipazione nella società delle persone con disabilità: migliorare la qualità di vita delle persone con
disabilità in Europa
(Adottata dal Comitato dei Ministri il 5 Aprile 2006
nel corso della 961ª riunione )
Il Comitato dei Ministri,
Ricordando la Risoluzione (59) 23 del 16 Novembre 1959, sull’estensione delle attività del Consiglio d’Europa in
campo sociale e culturale;
Tenendo conto della Risoluzione (96) 35 del 2 Ottobre 1996 che emandava l’Accordo Parziale nel campo
sociale e della Sanità Pubblica, in cui riconsiderava le strutture dell’Accordo Parziale e decideva di proseguire,
sulla base delle norme emendate in sostituzione di quelle enunciate nella Risoluzione (59) 23, le attività finora
effettuate e sviluppate in virtù di quella Risoluzione, mirata, inter alia, all’integrazione delle persone con disabilità
nella comunità al fine di definire e contribuire all’attuazione, a livello europeo, di un modello di politica coerente
per le persone con disabilità, basato su principi di piena cittadinanza e vita indipendente, implicando la
rimozione di barriere all’integrazione, qualunque sia la loro natura: se psicologica, di apprendimento, familiare,
culturale, sociale, professionale, finanziaria o architettonica;
Considerando che il fine del Consiglio d’Europa è il raggiungimento di una maggiore unità tra i propri membri e
che questo fine può essere perseguito, inter alia, tramite l’adozione di norme comuni nel campo della politica
sulle disabilità al fine di promuovere la tutela dei diritti politici, civili, sociali, culturali e di apprendimento;
Ricordando la Convenzione per la Tutela dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali (ETS N. 5);
Ricordandoi principi incorporati nell’emendata Carta Sociale Europea (ETS N. 163), ossia il diritto da parte delle
persone con disabilità all’indipendenza, all’integrazione sociale ed alla partecipazione alla vita della comunità;
Ricordando le Regole Standard delle Nazioni Unite sulle Pari Opportunità per le Persone con Disabilità, 1993;
Tenuto contodella Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) da parte
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 2001;
Tenutoconto della Convenzione sulla Riabilitazione Professionale e l’Occupazione (Persone Disabili)
dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) (N. C159), 1983, e della corrispondente Raccomandazione
OIL sulla Riabilitazione Professionale e l’Occupazione (Persone Disabili) (N. R168), 1983;
Tenuto conto della Raccomandazione N. R (92) 6 del Comitato dei Ministri agli Stati membri per una politica
coerente per le persone con disabilità;
Tenuto conto della Dichiarazione Ministeriale sulle Persone con Disabilità “ verso una piena partecipazione
come cittadini”, adottata nel corso della Seconda Conferenza Europea dei Ministri responsabili delle politiche di
integrazione per le persone con disabilità, tenutasi a Malaga (Spagna) il 7 ed 8 Maggio 2003;
Tenendo conto del Piano d’Azione del Terzo Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa
(CM(2005)80 definitivo), adottato a Varsavia il 17 Maggio 2005, che definisce il ruolo e le principali
responsabilità del Consiglio d’Europa per gli anni a venire;
Tenendo conto della Raccomandazione 1592 (2003) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa “Per
un completo inserimento sociale delle persone con disabilità”;
Riaffermando l’universalità, l’indivisibilità e l’interdipendenza di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali,
nonché il bisogno che alle persone con disabilità venga garantito il pieno godimento degli stessi senza alcuna
discriminazione;
Considerando che la percentuale prevista di persone con disabilità, tra la popolazione totale in Europa, è pari al
10-15%, che le cause primarie di disabilità sono malattia, incidenti e malattie invalidanti tra gli anziani e che, a
causa delle maggiori aspettative di vita, si prevede un aumento costante del numero di disabili, inter alia;
Considerando che il non promuovere i diritti dei cittadini con disabilità ed il non garantire pari opportunità
rappresentano una violazione della dignità umana;
Considerando che garantire pari opportunità ai membri di tutti i gruppi sociali contribuisce a rafforzare la
democrazia e la coesione sociale;
Convinti che l’approccio basato sui diritti umani, volto a garantire l’integrazione e la piena partecipazione delle
persone con disabilità nella società, dovrebbe essere inglobato in tutti i settori politici relativi a livello
internazionale, nazionale, regionale e locale
Sottolineando il bisogno di includere le questioni legate alle disabilità in tutti i settori attraverso politiche coerenti
ed un’azione coordinata
Riconoscendo il lavoro svolto dal Comitato del Consiglio d’Europa per la Riabilitazione e sull’Integrazione delle
Persone con disabilità (CD-P-RR) nella formulazione di questo Piano d’Azione sulle Disabilità;
Sottolineando l’importanza di costituire, nell’attuazione del Piano d’Azione sulle Disabilità e nelle attività ad esso
successive, associazioni con organizzazioni non governative che si occupano di persone con disabilità,
Raccomanda che i governi degli stati membri che tengano nella giusta considerazione le proprie strutture
specifiche a livello nazionale, regionale o locale, nonché le relative responsabilità:
a.
integrino come indicato nelle proprie politiche, nella propria legislazione e nelle proprie procedure, i
principi del Piano d’Azione del Consiglio d’Europa e portino a compimento le azioni in esso enunciate, ai fini di
promuovere i diritti e la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società: migliorare la qualità di
vita delle persone con disabilità in Europa per il periodo 2006-2015, come da appendice a questa
raccomandazione;
b.
promuovano l’attuazione e l’applicazione del Piano d’Azione per le Disabilità del Consiglio d’Europa
2006-2015 in settori per i quail la diretta responsabilità non ricada sulle autorità pubblica, ma in cui essi abbiano
nondimeno una certa autorità o potrebbero svolgere un certo ruolo;
c.
assicurare a tale fine la massima diffusione possibile di questa raccomandazione tra tutte le parti
interessate, ad esempio attraverso campagne di sensibilizzazione e cooperazione con il settore privato e la
società civile, coinvolgendo in particolare le organizzazioni non governative che si occupano di persone con
disabilità.
2
Appendice alla Raccomandazione Rec(2006)5
Piano d’Azione del Consiglio d’Europa 2006-2015 per la
promozione dei diritti e della piena partecipazione nella società delle persone con disabilità: migliorare
la qualità di vita delle persone con disabilità in Europa
Indice
1.
Sommario Esecutivo
2.
Introduzione
3.
Linee d’azione chiave
3.1.
3.2.
3.3.
3.4.
3.5.
3.6.
3.7.
3.8.
3.9.
3.10.
3.11.
3.12.
3.13.
3.14.
3.15.
4.
Aspetti trasversali
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.
4.5.
4.6.
5.
Linea d’azione N. 1: Partecipazione alla vita politica e pubblica
Linea d’azione N. 2: Partecipazione alla vita culturale
Linea d’azione N. 3: Informazione e comunicazione
Linea d’azione N. 4: Istruzione
Linea d’azione N. 5: Occupazione, orientamento professionale e formazione;
Linea d’azione N. 6: L’ambiente edificato
Linea d’azione N. 7: Trasporti
Linea d’azione N. 8: Vita in comune 1
Linea d’azione N. 9: Assistenza sanitaria
Linea d’azione N. 10: Riabilitazione
Linea d’azione N. 11: Tutela sociale
Linea d’azione N. 12: Tutela legale
Linea d’azione N. 13: Tutela contro violenza ed abuso
Linea d’azione N. 14: Ricerca e sviluppo
Linea d’azione N. 15: Sensibilizzazione
Introduzione
Donne e ragazze con disabilità
Persone che necessitano di un elevato livello di sostegno
Bambini e giovani con disabilità
Invecchiamento delle persone con disabilità
Persone con disabilità appartenenti a minoranze e migranti
Attuazione e fase successiva
5.1.
5.2.
5.3.
Introduzione
Attuazione
Follow-up
Appendice 1
Dichiarazione Ministeriale di Malaga sulle Persone con Disabilità “Verso una piena
partecipazione come cittadini”, adottata nel corso della Seconda Conferenza Europea dei
Ministri responsabili delle politiche di integrazione per le persone con disabilità, Malaga
(Spagna) 7-8 Maggio 2003
Appendice 2
Testi di riferimento
1
intendesi con tale termine “La propria comunità di appartenenza”
3
1.
Sommario Esecutivo
1.1.
Mission
1.1.1.
Dichiarazione Ministeriale di Malaga sulle Persone con disabilità
Nel 1992, in seguito alla prima Conferenza Europea dei Ministri responsibili per le politiche sulle persone con
disabilità, il Comitato dei Ministri ha adottato la Raccomandazione No. R (92) 6 per una politica coerente per le
persone con disabilità.
Questa pionieristica raccomandazione ha influenzato le politiche sulle disabilità per oltre dieci anni ed ha
generato nuove politiche globali che hanno portato vantaggi positive alle persone con disabilità, sia sul piano
nazionale che internazionale.
Grandi cambiamenti si sono però avuti nella società e sono necessarie strategie nuove per procedere
ulteriormente, nel prossimo decennio, verso un approccio ai temi legati alla disabilità che sia basato sui diritti
sociali ed umani.
Nel Maggio 2003, presso la Seconda Conferenza Ministeriale Europea tenutasi a Malaga, Spagna, i Ministri
responsabili per le politiche sulle persone con disabilità hanno adottato la Dichiarazione Ministeriale di Malaga
sulle Persone con disabilità: “Verso una piena partecipazione come cittadini”.
E’ stata adottata una strategia adeguata per elaborare un Piano d’Azione del Consiglio d’Europa sulle Disabilità,
volto a promuovere i diritti umani e la qualità di vita delle persone con disabilità in Europa.
1.1.2.
Mission
Il Piano d’Azione sulle Disabilità 2006-2015 elaborato dal Consiglio d’Europa cerca di trasferire, per il prossimo
decennio, le finalità del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani, non-discriminazione, pari opportunità,
piena cittadinanza e partecipazione delle persone con disabilità in un quadro politico europeo sulla disabilità.
Questo Piano d’Azione mira a fornire un quadro completo sia flessibile che adattabile in modo da soddisfare le
condizioni specifiche per ciascun paese. Deve fungere da piano d’azione per i responsabili delle politiche, al fine
di permettere loro di progettare, regolare, rimettere a fuoco ed attuare adeguati piani, programmi e strategie
innovativi.
Il Consiglio d’Europa cercherà di implementare il Piano d’Azione sulle Disabilità fornendo assistenza a tutti gli
stati membri sotto forma di raccomandazioni, consigli ed informazioni qualificate
1.2.
Principi fondamentali ed obiettivi strategici
1.2.1.
Principi fondamentali
Gli stati membri continueranno a lavorare in ambiti legati alla non-discriminazione ed ai diritti umani per
promuovere l’indipendenza, la libertà di scelta e la qualità di vita delle persone con disabilità, nonché per
sensibilizzare sulla disabilità come parte della diversità umana.
Verranno tenuti nella dovuta considerazione i relativi strumenti, trattati e piani europei ed internazionali già
esistenti, soprattutto gli sviluppi della bozza di convenzione internazionale delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilità.
La Nuova Strategia per la Coesione Sociale, adottata dal Consiglio d’Europa (2004), sottolinea la necessità di
un impegno particolare al fine di garantire l’accesso ai diritti umani da parte delle persone a rischio di
vulnerabilità, come bambini e giovani, immigrati e minoranze etniche, persone con disabilità ed anziani.
4
Il Piano d’Azione sulle Disabilità riconosce il principio fondamentale secondo cui la società ha il dovere, nei
confronti di tutti i propri cittadini, di assicurarsi che gli effetti delle disabilità siano ridotti al minimo attraverso stili
di vita sani, ambienti più sani, assistenza sanitaria adeguata, riabilitazione e comunità di sostegno.
5
1.2.2.
Obiettivi strategici
L’obiettivo chiave del Piano d’Azione sulle Disabilità è quello di fungere da strumento pratico per sviluppare ed
attuare strategie fattibili per realizzare la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società, ed in
ultimo includere il tema della disabilità in tutte le politiche degli stati membri. Il Piano d’Azione mira a soddisfare
le condizioni specifiche di ciascuno Stato membro, nonché ad adeguarsi ai processi di transizione che hanno
attualmente luogo in diversi stati membri.
Esso comprende delle raccomandazioni volte all’adozione di azioni specifiche a livello nazionale ed inoltre
chiarisce aspetti legati a gruppi vulnerabili di persone con disabilità, che affrontano barriere e problemi specifici
ed i quali necessitano di una risposta di tipo trasversale.
Incoraggia gli Stati membri a rispondere alle necessità delle persone con disabilità fornendo servizi di qualità ed
innovativi e consolidando i provvedimenti già esistenti.
Il Piano d’Azione mira a fornire un’utile fonte di ispirazione per le imprese private, le organizzazioni non
governative ed altre organizzazioni internazionali. Considera le organizzazioni non governative che si occupano
di persone con disabilità partner competenti ed esperti nello sviluppo delle politiche, i quali dovrebbero essere
consultati in quanto partecipanti nei processi decisionali che influenzano le loro vite. L’attuazione del Piano
d’Azione sarà monitorata e valutata regolarmente, al fine di individuare i progressi a livello nazionale, nonché
per condividere le procedure più valide.
1.3.
Linee d’azione chiave
Il Piano d’Azione del Consiglio d’Europa sulle Disabilità ha un campo d’azione ampio, abbracciando tutte le aree
chiave della vita delle persone con disabilità. Queste aree chiave sono ben riflettute in 15 linee d’azione che
enunciano gli obiettivi – chiave e le azioni specifiche che devono essere attuate dagli stati membri.
Le linee d’azione sono il fulcro del Piano d’Azione. Esse coprono le seguenti aree:
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
N. 1: Partecipazione alla vita politica e pubblica;
N. 2: Partecipazione alla vita culturale;
N. 3: Informazione e comunicazione;
N. 4: Istruzione;
N. 5: Occupazione, orientamento professionale e formazione;
N. 6: L’ambiente edificato;
N. 7: Trasporti;
N. 8: Vita in comune
N. 9: Assistenza sanitaria;
N. 10: Riabilitazione;
N. 11: Tutela sociale;
N. 12: Tutela giuridica;
N. 13: Tutela contro violenza ed abuso;
N. 14: Ricerca e sviluppo;
N. 15: Sensibilizzazione.
La partecipazione alla vita politica e pubblica (N.1) ed ai processi democratici è essenziale per lo sviluppo ed il
mantenimento delle società democratiche. Le persone con disabilità dovrebbero avere l’opportunità di
influenzare il destino delle proprie comunità. E’ pertanto importante che le persone con disabilità siano in grado
di esercitare il proprio diritto di voto e di prendere parte alle attività politiche e pubbliche.
Per essere pienamente integrate nella società, le persone con disabilità dovrebbero anche essere in grado di
prendere parte alla vita culturale (N.2) di quella società. Si dovrebbero prendere adeguati provvedimenti per
garantire alle persone con disabilità la partecipazione ad attività ed associazioni culturali e lo sviluppo e l’utilizzo,
da parte loro, del proprio potenziale creativo ed intellettuale a vantaggio proprio e delle relative comunità.
6
A tale riguardo, l’accesso alle informazioni ed alla comunicazione (N.3) è un requisito fondamentale. E’
importante che coloro che forniscono, a livello pubblico e privato, informazioni e comunicazione tengano conto
delle necessità delle persone con disabilità. Si dovrebbero prendere adeguati provvedimenti per consentire alle
persone con disabilità di ricevere e trasmettere informazioni su un piano di parità con gli altri membri della
società.
Un pari accesso all’istruzione (N.4) è un requisito fondamentale per garantire l’inserimento sociale nonché
l’indipendenza alle persone con disabilità. L’istruzione dovrebbe coprire tutte le fasi della vita, dall’istruzione
prescolare all’istruzione professionale, nonché l’apprendimento di tutta la vita. Ove indicato, bisognerebbe
incoraggiare la presenza simultanea di programmi di istruzione tradizionali e specializzati, al fine di sostenere le
persone con disabilità nelle propie comunità. Un approccio tradizionale può anche contribuire a sensibilizzare la
comunità sul tema delle persone non disabili, aiutandola a comprendere la diversità umana.
Occupazione, orientamento professionale e formazione (N.5) sono fattori chiave per l’inserimento sociale e
l’indipendenza economica delle persone con disabilità. Sono necessari un quadro legislativo, provvedimenti e
servizi al fine di assicurare alle persone disabili pari opportunità al momento di trovare e conservare un posto di
lavoro. Le pari opportunità nel campo del lavoro dovrebbero essere potenziate tramite una fusione tra misure
anti-discriminazione e ed inserendo i temi all’occupazione delle persone con disabilità nelle politiche del lavoro.
Un ambiente edificato privo di barriere e libero (N.6) incoraggia le pari opportunità, una vita indipendente, un
attivo coinvolgimento nella comunità e l’accesso al lavoro. Applicando i principali della Progettazione Universale,
si può realizzare un ambiente accessibile alle persone con disabilità e si può evitare la creazione di nuove
barriere.
Lo sviluppo e l’attuazione di trasporti accessibili (N.7) a tutti i livelli dovrebbero portare per tutte le persone con
disabilità ad un sostanziale miglioramento dell’accessibilità dei servizi di trasporto passeggeri. Si tratta di un
requisito fondamentale per ottenere indipendenza, piena partecipazione al mercato del lavoro ed una
partecipazione attiva nella comunità.
Le persone con disabilità dovrebbero essere in grado di vivere quanto più indipendentemente possibile, avendo
tra l’altro la possibilità di scegliere dove e come vivere. Le opportunità per una vita indipendente ed un
inserimento sociale sono in primo luogo create dalla vita nella comunità. Promuovere la vita comunitaria (N.8)
richiede politiche strategiche che sostengano il passaggio da assistenza istituzionale ad ambienti basati sulla
comunità, passando da sistemazioni di vita indipendente ad ambienti protetti, su piccola scala. Implica inoltre un
approccio coordinato nella fornitura di servizi orientati verso i fruitori e basati sulla comunità e di strutture di
sostegno centrate sulla persona.
Così come i non disabili, le persone disabili richiedono un’adeguata assistenza sanitaria (N.9) e dovrebbero
avere pari opportunità di accesso a servizi di assistenza sanitaria di buona qualità che rispettino i diritti dei
clienti. A tale riguardo, è importante che i professionisti nel settore dell’assistenza sanitaria si concentrino
maggiormente sul modello sociale di disabilità e siano addestrati a farlo.
Al fine di evitare il peggioramento della disabilità, alleviare le sue conseguenze e favorire l’indipendenza delle
persone con disabilità, dovrebbero essere attuati programmi completi di riabilitazione (N.10) che includano una
serie di servizi accessibili e – ove indicato – basati sulla comunità.
I servizi forniti dal sistema di tutela sociale (N.11) – inclusi previdenza pubblica, assistenza e sostegno sociale –
possono contribuire alla qualità di vita dei fruitori. Le persone con disabilità dovrebbero essere in grado di
beneficiare in modo adeguato dei sistemi di tutela sociale ed avere parità di accesso a questi servizi. Ove
possibile, si dovrebbero promuovere politiche che incoraggino un passaggio da una dipendenza dai sussidi
verso il lavoro e l’indipendenza.
Le persone con disabilità dovrebbero avere accesso al sistema giuridico su un piano di parità con gli altri
cittadini. La tutela giuridica (N.12) implica l’adozione di provvedimenti adeguati al fine di eliminare le
discriminazione contro le persone con disabilità. E’ necessario un adeguato quadro giuridico ed amministrativo
per prevenire e combattere la discriminazione.
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La società ha anche il dovere di prevenire atti di abuso e violenza (N.13) e proteggere le persone dagli stessi. Le
politiche dovrebbero mirare a salvaguardare le persone con disabilità contro tutte le forme di abuso e violenza
ed assicurare l’adeguato sostegno alle vittime di abuso e violenza.
La ricerca e lo sviluppo (N.14), una raccolta ed analisi dei dati statistici sono fondamentali per l’elaborazione e
l’attuazione di politiche ben informate e basate sulle prove. Informazioni affidabili aiutano ad individuare i
problemi emergenti e contribuiscono alla ricerca di soluzioni. E’ anche importante individuare le procedure
migliori e monitorare il cambiamento nella società.
La sensibilizzazione (N.15) è un aspetto fondamentale alla base dell’intero Piano d’Azione. Si dovrebbe lottare
contro i comportamenti discriminatori e le stigmatizzazioni, sostituendoli con informazioni accessibili ed obiettive
sulle conseguenze delle menomazioni e delle disabilità, al fine di promuovere una migliore comprensione delle
necessità e dei diritti delle persone con disabilità nella società. Le azioni dovrebbero mirare a modificare gli
atteggiamenti negativi nei confronti delle persone con disabilità ed a promuovere l’inserimento degli aspetti legati
alla disabilità in tutte le pubblicazioni governative, nonché nelle pubblicazioni da parte dei mezzi di
comunicazione.
1.4.
Aspetti trasversali
Nell’ambito della popolazione europea disabile, ci sono persone con disabilità che affrontano specifiche barriere
o vivono una duplice discriminazione.
Donne e ragazze con disabilità, persone con disabilità che hanno bisogno di un alto livello di supporto, bambini
e giovani con disabilità, persone anziane con disabilità e persone con disabilità provenienti da minoranze e
comunità di immigrati corrono un più elevato rischio di esclusione ed in genere il loro livello di partecipazione
nella società è più basso rispetto a quello delle altre persone disabili.
Le donne e le ragazze con disabilità affrontano spesso ostacoli multipli alla partecipazione nella società, a causa
di discriminazione per motivi di sesso e disabilità. La situazione specifica delle donne e delle ragazze deve
essere tenuta in considerazione nello sviluppo di politiche e di programmi di di integrazione relativi sia alle
disabilità ed al sesso a tutti i livelli.
Uno dei più vulnerabili gruppi di persone con disabilità è il gruppo di persone che, a causa della gravità e della
complessità della propria disabilità, hanno bisogno di un alto livello di sostegno. La loro qualità di vita è molto
legata alla disponibilità di servizi di qualità appropriati, nonché di sostegno specifico, spesso intensivo. Per
affrontare nel modo adeguato i problemi specifici di questo gruppo di persone sono necessari la pianificazione
ed il coordinamento tra autorità competenti, agenzie governative e fornitori di servizi.
I bambini con disabilità dovrebbero godere degli stessi diritti – così come enunciati dalla Convenzione sui Diritti
del Fanciullo delle Nazioni Unite – ed opportunità goduti dagli altri bambini. Anche i giovani con disabilità
rappresentano un gruppo vulnerabile nella nostra società. Devono ancora affrontare notevoli barriere
nell’accesso a tutti gli aspetti della vita. I problemi specifici affrontati da bambini e giovani con disabilità devono
essere approfonditi, al fine di progettare ed attuare politiche ben informate in un’ampia gamma di settori politici.
L’invecchiamento progressivo delle persone con disabilità, in particolare di coloro che richiedono un sostegno
più intensivo, pone nuove sfide per le società europee. Sono necessari approcci innovativi, al fine di affrontare
tali sfide in un’ampia gamma di settori politici e di servizio.
Le persone disabili appartenenti a minoranze e comunità di immigrati possono sperimentare svantaggi multipli a
causa della discriminazione e della mancanza di famliarità con i servizi pubblici. E’ necessario un approccio
completo, che tenga conto del background culturale, della lingua e delle specifiche necessità, al fine di affrontare
i problemi specifici con cui si devono confrontare questi gruppi.
I gruppi specifici di persone con disabilità di cui sopra richiedono una risposta di tipo trasversale, al fine di
garantire il loro inserimento nella società. I responsabili delle politiche devono riconoscere le barriere e le sfide
affrontate da ciasuno di questi gruppi ed assicurarsi che le politiche includano azioni che attraversino molte linee
di azione chiave per la rimozione di quelle barriere e garantire ai singoli individui il raggiungimento del proprio
8
potenziale. E’ necessario un approccio a binario doppio, che scaturisca da questo Piano d’Azione e della Nuova
Strategia per la Coesione Sociale del Consiglio d’Europa (2004) per promuovere lo sviluppo di politiche
trasvesali ed integrate efficaci.
1.5.
Attuazione e fase successiva
In linea con i principi fondamentali alla base delle linee d’azione e degli aspetti trasversali, i principi dello
Universal Design, qualità, formazione ed integrazione sono componenti fondamentali della strategia di
attuazione del Piano d’Azione sulle Disabilità. L’applicazione dei principi dell’ “Universal Design” è di importanza
primaria per il miglioramento dell’accessibilità dell’ambiente e dell’utilizzabilità dei prodotti. E’ anche essenziale
che tutte le politiche, le azioni ed i servizi si basino su alti standard in termini di qualità. Un approccio integrato
nello sviluppo delle politiche e nella consegna dei servizi gioca un ruolo fondamentale nella promozione di una
società più inclusiva.
Gli stati membri sono i primi responsabili dell’attuazione delle politiche sulle disabilità a livello nazionale e, in
particolare, dell’attuazione delle azioni specifiche ad esse relative secondo ciascuna linea di azione. Gli stati
membri dovrebbero iniziare con una valutazione delle politiche esistenti e dei principi fondamentali sullo sfondo
del Piano d’Azione sulle Disabilità, al fine di individuare in quali settori debbano ancora essere compiuti dei
progressi e quali azioni specifiche debbano essere intraprese.
Sulla base di quella valutazione, gli stati membri dovrebbero avviare strategie volte a portare gradualmente le
proprie politiche in linea con le raccomandazioni e con i principi fondamentali del Piano d’Azione sulle Disabilità,
nell’ambito delle risorse finanziarie nazionali.
Gli Stati membri dovrebbero cercare, nell’attuazione e nella valutazione del Piano d’Azione sulle Disabilità,
approcci comuni e costituire associazioni con i partner competenti, in particolare con le organizzazioni non
governative che si occupano di disabilità.
Tutte le autorità ed i comitati competenti del Consiglio d’Europa sono stati consultati per garantire una maggiore
sensibilizzazione sul Piano d’Azione sulle Disabilità, nonché una sua migliore attuazione.
Il Comitato dei Ministri designerà un idoneo forum per la gestione del processo di follow-up e raccomanda agli
stati membri di analizzare in profondità gli specifici aspetti prioritari. Un efficace follow-up del Piano d’Azione
sulle Disabilità richiede da parte degli Stati membri la presenza, su base regolare, di un forum designato con
informazioni relative alla materia.
Il forum designato si assicurerà che il Comitato dei Ministri sia regolarmente informato dei progressi fatti
nell’attuazione del Piano d’Azione sulle Disabilità.
2.
Introduzione
2.1.
Missione
Il Piano d’Azione cerca, per il prossimo decennio, di trasferire gli obiettivi del Consiglio d’Europa in materia di
diritti umani, non-discriminazione, pari opportunità, piena cittadinanza e partecipazione delle persone con
disabilità in un quadro europeo sulle disabilità.
Questo Piano d’Azione mira a fornire un quadro completo sia flessibile che adattabile in modo da soddisfare le
condizioni specifiche per ciascun paese. Deve fungere da piano d’azione per i responsabili delle politiche, al fine
di permettere loro di progettare, regolare, rimettere a fuoco ed attuare i piani, i programmi e le strategie
innovative adeguate.
Il Consiglio d’Europa cercherà di attuare il Piano d’Azione sulle Disabilità fornendo assistenza a tutti gli Stati
membri sotto forma di raccomandazioni, consigli ed informazioni per gli esperti.
2.2.
Passaggio paradigmatico da paziente a cittadino
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L’ultimo decennio ha visto in Europa importanti cambiamenti politici, economici, sociali e tecnologici. Le
opportunità e le sfide rappresentate dalla globalizzazione, lo sviluppo delle tecnologie informatiche, i diversi
sistemi di lavoro e disoccupazione, salute e demografia, migrazione, nonché il passaggio alle economie di
mercato stanno trasformando la regione. Molti di questi cambiamenti sono stati positivi ed hanno di
conseguenza accresciuto le speranze e le aspettative della gente.
Siamo passati dal considerare il disabile come un paziente in cerca di assistenza, il quale porta alcun contributo
alla società, al vederlo/a come una persona che ha bisogno della rimozione delle barriere attuali, per poter
prendere il posto che gli spetta di diritto come membro della società con piena partecipazione. Tali barriere
includono atteggiamenti e barriere sociali, giuridiche ed ambientali. Abbiamo pertanto bisogno di agevolare il
passaggio paradigmatico dal vecchio modello medico di disabilità al modello basato sui diritti sociali ed umani.
Abbiamo spostato la nostra attenzione dal singolo individuo come elemento centrale ad un approccio coerente,
integrato che rispetta i diritti umani, le libertà fondamentali e la dignità di tutte le persone disabili. Di
conseguenza si è avuto, in molti paesi europei, un passaggio verso la promozione di politiche attive che diano al
singolo disabile la possibilità di controllare la propria vita. Allo stesso tempo, il ruolo delle organizzazioni non
governative in generale – ed in particolare di quelle che si occupano di persone con disabilità – nella società è
cambiato. Esse sono divenute partner per i governi ed anche per i disabili, in quanto patrocinatori, fornitori di
servizi o fonte di conoscenze e competenze specializzate.
Il Piano d’Azione è strutturato in modo tale da essere flessibile, così da tenere conto del cambiamento
tecnologico futuro e di altri sviluppi.
I recenti sviluppi nel campo della biotecnologia ed il suo uso potenziale hanno creato preoccupazioni tra i
disabili, al punto che perfino il diritto alla vita è talvolta in dubbio. Questo piano affronta il completo inserimento
sociale e la partecipazione dei disabili e pertanto non è stato considerato appropriato affrontare temi
strettamente medici come la diagnosi e la discriminazione prenatali nelle leggi sull’aborto sulla base della
disabilità.
Non vi è però alcun dubbio sull’importanza di questi temi ed è considerato vitale assicurare che i disabili, tramite
le proprie organizzazioni rappresentative, prendano parte ai relativi comitati di etica e bioetica, a livello nazionale
ed internazionale, che affrontano tali questioni.
2.3.
La Dichiarazione Ministeriale di Malaga
La Seconda Conferenza Europea dei Ministri responsabili per le politiche di integrazione per le persone con
disabilità, tenutasi a Malaga (Spagna) il 7 ed 8 Maggio 2003, voleva sviluppare la Prima Conferenza Europea
dei Ministri, tenutasi nel 1991 e sfociata nella Raccomandazione N. R (92) 6 del Comitato dei Ministri su una
politica coerente per le persone con disabilità. Questa raccomandazione, adottata il 9 Aprile 1992, ha influenzato
per oltre dieci anni tutte le politiche in materia di disabilità attuate dai membri del Consiglio d’Europa ed ha
generato politiche globali che hanno portato vantaggi positivi ai disabili, a livello sia nazionale che internazionale
I ministri hanno però riconosciuto la necessità di sforzi ulteriori per fare progressi nei temi legati alla disabilità in
un contesto cambiato rispetto a prima.
Nella Dichiarazione Ministeriale di Malaga, intitolata “Passi avanti verso una completa partecipazione come
cittadini”, adottata alla conferenza, i ministri hanno considerato che il proprio obiettivo fondamentale per il
prossimo decennio è quello di migliorare ulteriormente la qualità della vita delle persone con disabilità e delle
loro famiglie. Serve una nuova strategia che rifletta il modello sociale di disabilità e le maggiori aspettative dei
disabili e della società.
I ministri hanno considerato che questa strategia debba essere espressa in un Piano d’Azione volto ad eliminare
tutte le forme di discriminazione contro le persone con disabilità, indipendentemente dalla loro età. Il Piano
d’Azione dovrebbe concentrarsi in particolare sulle donne disabili, sulle persone con disabilità che necessitano
di un alto livello di supporto e sugli anziani con disabilità, e garantire che essi siano in grado di godere dei propri
diritti umani, delle libertà fondamentali e di una piena cittadinanza.
10
2.4.
Quadro di riferimento dei diritti umani
Il Consiglio d’Europa ed i suoi stati membri continueranno a lavorare nelcontesto della non -discriminazione e
dei diritti umani verso la salvaguardia delle persone con disabilità, contro qualsiasi forma di discriminazione o
abuso, e verso l’inclusione in tutti i settori politici delle pari opportunità per le persone con disabilità.
Nella formulazione del Piano d’Azione, gli stati membri vorrebbero riconoscere l’influenza prodotta dai trattati
giuridici, dagli strumenti, dalle norme e dalle politiche che sostengono il pari trattamento e pari diritti umani per le
persone con disabilità. A livello europeo, la Raccomandazione N.R (92) 6 del Comitato dei Ministri ha gettato
basi solide. La legislazione ed i programmi dell’Unione Europea hanno spianato ulteriormente la strada ed il
Piano d’Azione della Commissione Europea delineerà il modo in cui le politiche sulle disabilità saranno d’ora
innanzi progettate ed attuate dalle istituzioni europee. La Nuova Strategia per la Coesione Sociale del Consiglio
d’Europa (2004) prevede un impegno particolare al fine di tradurre in realtà i diritti di quegli individui e gruppi
sociali i quali sono particolarmente a rischio di vulnerabilità ed esclusione a livello sociale.
Oltre agli strumenti europei esistenti, si segnalano le Regole Standard delle Nazioni Unite sulle Pari Opportunità
per le Persone con Disabilità, i principali trattati delle Nazioni Unite in materia di diritti umani e gli sviluppi della
bozza della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
2.5.
Obiettivi strategici
L’obiettivo chiave di questo Piano d’Azione è quello di realizzare la piena partecipazione delle persone con
disabilità nella società, in ultimo inserendo i temi legati alle disabilità in tutti i settori politici.
Il piano fornisce un quadro completo di raccomandazioni specifiche, abbastanza flessibili da essere adattate in
base alle specifiche condizioni di un dato paese. Tiene nella giusta considerazione la diversità geografica,
economica, culturale e sociale degli stati membri e riconosce che processi di transizione sono in corso in vari
stati membri. Deve fungere da strumento pratico, da piano d’azione, per consentire ai responsabili delle
decisioni politiche di sviluppare ed attuare strategie appropriate concentrate sulle priorità chiave.
Aiuterà quei paesi i quali hanno bisogno di realizzare un primo Piano d’Azione nazionale per l’integrazione dei
propri cittadini disabili ed aiuterà anche i paesi che hanno già stabilito tali politiche e piani a farli ulteriormente
progredire.
Aiuterà gli Stati membri a promuovere politiche attive che proibiscano la discriminazione e promuovano il diritto
alle pari opportunità con mezzi efficaci di riparazione giuridica se quei diritti vengono violati.
Incoraggia gli stati membri a rispondere alle necessità delle persone con disabilità, fornendo servizi di qualità ed
innovativi e consolidano i provvedimenti già esistenti.
Fornisce un’utile fonte di ispirazione per l’impresa privata, le organizzazioni non governative e le altre
organizzazioni internazionali.
In ultimo, fattore più importante, il Piano d’Azione promuove il concetto essenziale che le persone disabili ed i
loro rappresentanti debbano essere consultati come partecipanti nei processi decisionali che influiscono sulle
loro vite, dai progetti di politica nazionale a temi più soggettivi.
L’attuazione del Piano d’Azione sarà regolarmente valutata per individuare i progressi e condividere le buone
pratiche. Ciò richiederà meccanismi efficaci e fattibili per il monitoraggio dei progressi e la valutazione dei
risultati a livello nazionale.
2.6.
Struttura e contenuto
Il Piano d’Azione ha un ampio campo d’azione ed abbraccia tutti i settori chiave della vita delle persone con
disabilità: ad esempio alloggi, istruzione, impiego, mobilità e sensibilizzazione. Questi settori chiavi sono ben
riflessi nelle linee d’azione che costituiscono il nucleo del Piano d’Azione.
11
Il Piano include anche aspetti trasversali, come quelli di donne e ragazze con disabilità, bambini e giovani con
disabilità, persone anziane con disabilità, persone con disabilità che richiedono un elevato livello di sostegno e
persone con disabilità appartenenti a minoranze ed immigranti.
Nel Piano d’Azione si tengono nella debita considerazione gli strumenti, i trattati, i piani e gli sviluppi esistenti a
livello europeo ed internazionale, in relazione alla bozza della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilità.
I principi fondamentali che governano questo Piano d’Azione includono non-discriminazione, pari opportunità,
indipendenza e piena partecipazione dei disabili.
Gli elementi chiave del Piano d’Azione sono principi globali e fondamentali, line d’azione chiave, aspetti
trasversali, meccanismi di attuazione e follow-up ed un processo di attuazione per fasi. Il Piano d’Azione è
strutturato di conseguenza.
Il Piano d’Azione non contiene una definizione di disabilità. Il comitato è stato d’accordo nel ritenere che si tratta
di una questione di pertinenza dei singoli Stati membri e delle loro politiche nazionali.
Allo stesso modo, il Piano d’Azione non contiene una specifica linea d’azione in materia di prevenzione. Si tratta
di un tema importante per i disabili, i non disabili ed i governi, visti gli effetti dell’impatto delle disabilità
sull’individuo, sulle famiglie e sulla società in generale. In linea con la Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF)1 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo Piano
d’Azione nel suo complesso affronta il tema della prevenzione dello sviluppo di limitazioni alle attività e di
restrizioni alla partecipazione. Il Piano d’Azione riconosce pertanto ICF ed incoraggerà gli stati membri ad usarla
come ambito di standardizzazione.
Il comitato ha ritenuto che gli attuali progressi nel campo delle cure mediche, i progressi nella diagnosi
preventiva della disabilità ed i progressi delle politiche in materia di sanità pubblica dovrebbero essere affrontati
da comitati competenti nell’ambito del Consiglio d’Europa.
Il Piano d’Azione riconosce il principio secondo cui la società ha il dovere, nei confronti di tutti i propri cittadini, di
assicurare che gli effetti della disabilità siano ridotti al minimo attraverso l’adozione di stili di vita sani, ambienti
più sicuri e comunità collaborative. Questi temi sono affrontati nelle varie linee d’azione, ma soprattutto in quelli
relativi ad assistenza sanitaria e riabilitazione.
2.7.
Principi fondamentali
I principi fondamentali che governano questo Piano d’Azione sono:
–
–
–
–
–
–
–
non-discriminazione;
pari opportunità;
piena partecipazione nella società delle persone con disabilità;
rispetto per la differenza ed accettazione della disabilità come parte della diversità umana;
dignità ed autonomia dell’individuo compresa la libertà di compiere le proprie scelte;
parità tra donne ed uomini;
partecipazione dei disabili in tutte le decisioni che influenzano le loro vite, sia a livello individuale che a
livello della società, tramite le proprie organizzazioni di rappresentanza.
2.8.
Procedura
Il processo di formulazione del Piano d’Azione ha avuto inizio presso la 26ª sessione del Comitato sulla
Riabilitazione e l’Integrazione delle Persone con disabilità (Accordo Parziale) (CD-P-RR) nell’Ottobre 2003. Per
agevolare questo processo, per l’elaborazione del Piano d’Azione è stato istituito un gruppo di lavoro, incaricato
da CD-P-RR ed assistito da un gruppo ad hoc responsabile della formulazione.
12
Il Piano d’Azione sostiene il ruolo delle organizzazioni non governative che si occupano di persone con disabilità
come fonte di conoscenze esperte e le vede come partner competenti nello sviluppo delle politiche. Di
conseguenza, il Forum Europeo sulle Disabilità, che rappresenta le organizzazioni dei disabili, ha svolto un ruolo
importante ed attivo nell’elaborazione del Piano d’Azione del Consiglio d’Europa sulle Disabilità.
Al fine di garantire una maggiore consapevolezza ed attuazione del Piano d’Azione, sono stati consultati tutti gli
organi ed i comitati del Consiglio d’Europa competenti.
3.
Linee d’azione chiave
Il Piano d’Azione delinea azioni specifiche in una vasta gamma di settori politici che, qualora combinati, possono
fornire un quadro completo per lo sviluppo e la promozione delle politiche e delle strategie nazionali per le
persone con disabilità ed anche per l’inserimento di politiche volte a promuovere la piena partecipazione nella
società delle persone con disabilità.
Le linee d’azione nella Dichiarazione Ministeriale di Malaga sulle Persone con disabilità “Verso una piena
partecipazione come cittadini” (adottata nel corso della Seconda Conferenza Europea dei Ministri responsabili
delle politiche di integrazione, Malaga, Spagna, Maggio 2003), si basano sulla Raccomandazione N.R (92) 6 del
Consiglio d’Europa su una politica coerente per le persone con disabilità e, in generale, sugli sviluppi a livello
europeo.
Ciascuna linea d’azione enuncia obiettivi ed azioni specifiche che devono essere attuati dagli Stati membri con i
seguenti titoli:
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
_
N.1: Partecipazione alla vita politica e pubblica;
N. 2: Partecipazione alla vita culturale;
N. 3: Informazione e comunicazione;
N. 4: Istruzione;
N. 5: Occupazione, orientamento professionale e formazione;
N. 6: L’ambiente edificato;
N. 7: Trasporti;
N. 8: Vita in comune ;
N. 9: Assistenza sanitaria;
N. 10: Riabilitazione;
N. 11: Tutela sociale;
N. 12: Tutela giuridica;
N. 13: Tutela contro violenza ed abuso;
–
_
N. 14: Ricerca e sviluppo;
N. 15: Sensibilizzazione.
3.1.
Linea d’azione N.1: Partecipazione alla vita politica e pubblica
3.1.1.
Introduzione
La partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica e pubblica ed al processo democratico è essenziale per lo
sviluppo delle società democratiche. La società deve riflettere la diversità dei propri cittadini e di trarre vantaggi
dalle loro diverse esperienze e conoscenze. È pertanto importante che le persone con disabilità possano
esercitare i propri diritti di voto e prendere parte a tali attività.
Si deve lavorare per la creazione di un ambiente in cui le persone con disabilità siano incoraggiate e siano in
grado di partecipare alla politica a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale. Ciò si può raggiungere
solo se si creano delle condizioni per cui ognuno può godere dei propri diritti politici.
13
Si nota che di solito le donne ed i giovani con disabilità rappresentano una piccola proporzione di coloro che
ricoprono funzioni rappresentative. E’ importante che essi siano incoraggiati a partecipare e vengano inclusi in
gruppi di rappresentanza.
3.1.2.
Obiettivi
i.
Promuovere attivamente un ambiente in cui le persone con disabilità possano prendere parte, su un
piano di parità, ai partiti politici ed alla società civile;
ii.
accrescere la partecipazione delle persone con disabilità alla vita politica e pubblica a tutti i livelli: locale,
regionale, nazionale ed internazionale, al fine di rappresentare appieno la diversa natura della società;
iii.
lavorare al fine di incoraggiare la partecipazione delle donne e dei giovani con disabilità, nonché di
coloro che necessitano di un elevato livello di sostegno, nell’arena politica a tutti i livelli;
iv.
assicurarsi che le persone con disabilità e le loro organizzazioni di rappresentanza siano consultate ed
abbiano un ruolo da svolgere nella determinazione delle politiche destinate alle persone con disabilità.
14
3.1.3.
Azioni specifiche da parte degli Stati membri
i.
Assicurarsi che le procedure e le strutture di voto siano adeguate ed accessibili alle persone con
disabilità, cosicché esse siano in grado di esercitare i propri diritti democratici, e consentire – ove necessario –
una qualche forma di assistenza durante le operazioni di voto;
ii.
tutelare il diritto delle persone con disabilità a votare con ballottaggio segreto e, ove necessario, su loro
richiesta, consentire qualche forma di assistenza nelle operazioni di voto da parte di una persona a loro scelta;
iii.
assicurarsi che nessuna persona disabile sia esclusa dal diritto di voto o di essere eletta a causa della
propria disabilità;
iv.
assicurare la disponibilità e l’accessibilità delle informazioni elettorali in tutti i formati alternativi
necessari, nonché la chiarezza delle stesse;
v.
incoraggiare i partiti politici e le altre organizzazioni della società civile a fornire informazioni ed a
organizzare incontri pubblici in maniera accessibile;
vi.
incoraggiare le persone con disabilità, in particolare donne e giovani, a formare ed unirsi ad
organizzazioni di rappresentanza sulle disabilità a livello locale, regionale e nazionale, al fine di contribuire alla
creazione di una politica a tutti i livelli, nonché ad influire su essa;
vii.
incoraggiare la consultazione con le persone con disabilità e con le loro organizzazioni su base paritaria
con gli altri, nel processo decisionale democratico;
viii.
attuare le relative disposizioni incluse nelle Raccomandazioni Rec(2001)19 del Comitato dei Ministri agli
Stati membri sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica locale, Rec(2003)3 del Comitato dei Ministri agli
Stati membri sulla partecipazione equilibrata di donne ed uomini al processo decisonale politico e pubblico,
Rec(2004)11 sulle norme giuridiche, operative e tecniche del voto via Internet, e (2004)15 sulla governance
elettronica.
3.2. Linea d’azione N.2: Partecipazione alla vita culturale
3.2.1.
Introduzione
Il diritto delle persone con disabilità come singoli individui di essere pienamente integrate nella società è legato
alla loro capacità di prendere parte alla vita culturale di quella società. Se si vuole che le persone con disabilità
rimangano o divengano indipendenti, esse devono avere una vita quanto più possible completa interagendo con
altri membri della società, siano essi disabili o non disabili. Hanno il diritto di prendere parte ad attività culturali,
ricreative, sportive e turistiche.
Il Consiglio d’Europa ed i suoi stati membri si impegnano a tener conto dei diritti delle persone con disabilità
nella formulazione e nell’attuazione delle proprie politiche culturali. E’ necessaria un’azione concertata per
trasformare le opportunità e la qualità di vita per le persone con disabilità tramite il loro accesso e
coinvolgimento nella vita artistica e sociale.
Il percorso per raggiungere questo obiettivo non è facile. Possono essere impiegati vari mezzi, ma infine sarà
necessaria la promulgazione di una legislazione specifica. Ciò dovrebbe riflettere il concetto di “adattamento
ragionevole”, soprattuto nel contesto dell’accesso ad antichi edifici o monumenti storici e locali commerciali
privati più piccoli. La diversità della società dovrà anche riflettersi nei mezzi radiotelevisivi.
3.2.2.
Obiettivi
i.
Prendere i provvedimenti necessari a garantire che le persone con disabilità possano accedere alla vita
culturale locale, regionale e nazionale;
ii.
assicurarsi che le persone con disabilità possano prendere parte alle attività culturali, ricreative, del
tempo libero, sportive, spirituali e sociali, sia come osservatori che come attori;
15
iii.
lavorare per garantire che le persone con disabilità possano sviluppare ed utilizzare il proprio potenziale
creativo, atletico, artistico, spirituale ed intellettuale per il proprio vantaggio e per quello delle proprie comunità.
3.2.3.
Azioni specifiche da parte degli Stati membri
i.
Incoraggiare le istituzioni e gli organi competenti a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale a
rendere accessibile alle persone con disabilità documentazione ed altro materiale informativo culturale, facendo
pieno uso della tecnologia elettronica ove indicato, e formulati in maniera semplice e comprensibile;
ii.
incitare le istituzioni pubbliche ed incoraggiare le istituzioni private, gli organi competenti ed i fornitori ad
impegnare in modo attivo tutte le persone con disabilità nelle loro attività culturali, ricreative, sportive, spirituali
ed intellettuali;
iii.
incoraggiare le proprie industrie radiotelevisive e creative ad esse collegate per far sì che le persone con
disabilità possano avere accesso a trasmissioni, film, opere teatrali ed altre attività legate alle arti in formati
accessibili che possano includere sottotitoli, descrizioni audio e linguaggio dei segni;
iv.
incoraggiare le proprie industrie radiotelevisive e creative ad esse collegate alla pubblicazione di Piani
d’Azione per aumentare il numero di posti di lavoro per le persone con disabilità “di fronte la telecamera/al
microfono e dietro di essi”;
v.
incoraggiare le istituzioni e gli organi competenti che operano nel settore della cultura, degli sport, del
tempo libero e del turismo ad organizzare, nell’ambito delle proprie attività standard, regolari corsi di formazione
sulle disabilità destinati al proprio staff;
vi.
permettere alle persone con disabilità di accedere alle attività culturali, sportive, turistiche e ricreative ad
esempio incoraggiando i fornitori a rendere i propri locali e servizi accessibili attraverso tutti i mezzi necessari;
vii.
prendere appropriati provvedimenti:
–
per garantire che le leggi che tutelano i diritti di proprietà intellettuale non costituiscano barriere
irragionevoli o discriminatorie per l’accesso da parte delle persone con disabilità ai materiali culturali,
rispettando i provvedimenti del diritto internazionale;
per garantire che le persone con disabilità possano acquisire status di artista e beneficiare del
proprio patrimonio artistico;
–
viii.
incoraggiare le persone con disabilità a prendere parte alle attività indipendentemente dal fatto che esse
siano o meno destinate alle persone con o senza disabilità;
ix.
assicurarsi che lo sport e le attività culturali siano parte integrante dei programmi di istruzione per i
bambini con disabilità, riconoscendo il ruolo di tali attività nella valorizzazione delle capacità sociali.
3.3.
Linea d’azione N.3: Informazione e comunicazione
3.3.1.
Introduzione
L’accesso alle informazioni ed alla comunicazione è un aspetto chiave per la partecipazione nella società. Se si
vuole che le persone con la disabilità esercitino i propri diritti in modo attivo, prendano parte e facciano scelte
relative alle proprie vite, è essenziale che esse possano avere accesso alle informazioni tramite sistemi di
comunicazione adeguati. Per molte persone con disabilità, le informazioni e le comunicazioni continuano ad
essere in gran parte inaccessibili.
Gli attuali sviluppi nelle informazioni e nelle comunicazioni stanno cambiando il modo in cui i cittadini
interagiscono tra loro, fanno affari, accedono a servizi ed informazioni e comunicano in generale. I progressi
tecnologici includono Internet, le strutture di comunicazione elettronica, i videotelefoni, ecc. E’ importante che
16
tutti i cittadini beneficino di tali progressi tecnologici e nessun gruppo sia escluso, in particolare le persone con
disabilità.
Gli organi pubblici hanno il dovere particolare di assicurarsi che le proprie informazioni siano accessibili in una
gamma di formati che risponda alle diverse esigenze delle persone con disabilità. Tali organi dovrebbero anche
essere modelli di buone pratiche per il settore privato e tutti coloro che forniscono servizi alle persone con
disabilità, i quali dovrebbero essere anch’essi incoraggiati ad adottare tali pratiche.
I sistemi di comunicazione devono essere accessibili alle persone con disabilità. Vi sono già buoni esempi dei
tipi di sistemi che possono essere utilizzati, come i sistemi di collegamenti telefonici ed i sistemi di
comunicazione testuale e video.
Le persone con disabilità dovrebbero essere consultate in merito allo sviluppo di standard ed alla progettazione
di nuovi sistemi di comunicazione ed informatici.
Se vogliamo essere una società veramente globale, le persone con disabilità devono essere in grado di
utilizzare i sistemi informatici e di comunicazione come tutti gli altri.
3.3.2.
Obiettivi
i.
Prendere i provvedimenti necessari a garantire che le persone con disabilità possano cercare, ricevere
ed impartire informazioni su un piano di parità con gli altri membri della società;
ii.
utilizzare nel miglior modo possibile le nuove tecnologie al fine di accrescere l’indipendenza e le
interazioni delle persone con disabilità in tutti i settori della vita.
3.3.3.
Azioni specifiche da parte degli Stati membri
i.
Cercare di fornire informazioni ufficiali alle persone con disabilità in formati e tecnologie accessibili,
riconoscendo i bisogni scaturiti dalle diverse disabilità (ad esempio Braille, audiocassette o versioni di facile
lettura);
ii.
intraprendere attività di formazione ed altre azioni per incoraggiare l’uso delle tecnologie informatiche e
di comunicazione da parte delle persone con disabilità;
iii.
assicurarsi che tutti i materiali per l’apprendimento elettronico siano accessibili alle persone con
disabilità tramite il rispetto delle norme di accessibilità esistenti;
iv.
riconoscere che le persone con disabilità possono usare linguaggio dei segni, Braille e mezzi e modalità
di comunicazione alternativi (inclusi i servizi di patrocinio), e cercare di includerli per quanto possibile
nell’interazione ufficiale. Su richiesta, a riunioni e conferenze dovrebbe essere disponibile una persona che
riassuma in forma semplice il contenuto;
v.
rendere i sistemi di comunicazione più accessibili alle persone con disabilità attraverso nuove
tecnologie, ad esempio la comunicazione testuale;
vi.
assicurarsi che le autorità pubbliche e gli altri enti pubblici rendano le proprie informazioni e
comunicazioni accessibili alle persone con disabilità, inclusi i siti Internet, che dovranno essere conformi alle
attuali linee-guida internazionali in materia di accessibilità;
vii.
incoraggiare tutti gli organi locali, in particolare quelli che ricevono finanziamenti pubblici, a rendere le
proprie informazioni e comunicazioni accessibili alle persone con disabilità
viii.
incoraggiare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di tecnologie disponibili di supporto
nell’informazione e nella comunicazione;
17
ix.
promuovere il rispetto dei principi della progettazione universale in relazione a tutti i nuovi sviluppi delle
tecnologie informatiche e della comunicazione;
x.
attuare la Risoluzione ResAP(2001)3 “Per la piena cittadinanza delle persone con disabilità tramite
nuove tecnologie inclusive”.
3.4.
Linea d’azione N.4: Istruzione
3.4.1.
Introduzione
L’istruzione rappresenta un fattore fondamentale ai fini dell’inserimento sociale e l’indipendenza per tutte le
persone, incluse quelle con disabilità. L’influenza sociale, ad esempio proveniente da famiglie ed amici,
contribuisce anch’essa, ma ai fini di questa linea d’azione l’istruzione dovrà coprire tutte le fasi della vita, inclusa
l’istruzione prescolare, elementare, media, superiore e la formazione professionale, nonché l’apprendimento che
dura tutta la vita. La creazione di opportunità per i disabili che consentano loro la partecipazione all’istruzione
tradizionale non è solo importante per i disabili, ma ne beneficerà anche la comprensione della diversità umana
da parte dei non disabili. La maggior parte dei sistemi di istruzione forniscono accesso all’istruzione tradizionale
ed a strutture scolastiche specializzate per i disabili, ove indicato. Si dovrebbe incoraggiare la combinazione di
strutture tradizionali e specializzate, al fine di sostenere i disabili nelle comunità locali, ma ciò dovrebbe essere
coerente all’obiettivo del pieno inserimento.
3.4.2.
Obiettivi
i.
Assicurare che tutte le persone, indipendentemente dalla natura e dal grado di disabilità, abbiano pari
accesso all’istruzione e sviluppino la propria personalità, il proprio talento, la propria creatività e le proprie
capacità intellettive e fisiche al meglio;
ii.
assicurare che i disabili abbiano l’opportunità di cercare un posto nell’istruzione tradizionale
incoraggiando le autorità competenti a formulare provvedimenti in materia di istruzione che soddisfino le
necessità della popolazione disabile;
iii.
sostenere e promuovere l’apprendimento che duri tutta la vita per i disabili di tutte le età ed agevolare
passaggi efficaci ed efficienti tra ciascuna fase della loro istruzione e tra l’istruzione ed il lavoro;
iv.
promuovere a tutti i livelli del sistema di istruzione, anche in tutti i bambini dalla prima infanzia, un
atteggiamento di rispetto per i diritti delle persone con disabilità.
3.4.3.
Specifiche azioni da parti degli Stati membri
i.
Promuovere legislazione, politiche e pianificazione volte a prevenire la discriminazione contro bambini,
giovani ed adulti con disabiliità nell’accesso a tutte le fasi della loro istruzione, dalla prima infanzia alla fase
adulta. Nel fare ciò, consultarsi – se ncessario – con i fruitori, i genitori e gli assistenti domiciliari, le
organizzazioni volontarie e le altre autorità competenti;
ii.
incoraggiare e sostenere lo sviluppo di un sistema di istruzione unificato, che includa la fornitura di
istruzione tradizionale e specializzata, che promuova la condivisione di competenze ed un maggiore inserimento
dei bambini, dei giovani e degli adulti disabili nella comunità;
iii.
consentire la preventiva giusta valutazione delle necessità speciali in materia di istruzione dei bambini,
dei giovani e degli adulti disabili, al fine di dare forma alla fornitura ed alla pianificazione nel settore
dell’istruzione;
iv.
monitorare l’attuazione dei singoli piani in materia di istruzione ed agevolare un approccio coordinato
alla fornitura dell’istruzione durante e verso l’impiego;
v.
assicurare che le persone con disabilità, inclusi i bambini, ricevano il sostegno richiesto, nell’ambito del
sistema di istruzione tradizionale, al fine di agevolare la presenza di un’istruzione efficace. In casi eccezionali,
18
ove le loro necessità speciali in materia di istruzione valutate sul piano professionale non siano soddisfatte
nell’ambito del sistema di istruzione tradizionale, gli stati membri assicureranno la presenza di efficaci misure di
supporto alternative coerenti con l’obiettivo del pieno inserimento. La fornitura di istruzione, sia speciale che
tradizionale, dovrebbe incoraggiare il passaggio all’istruzione tradizionale e riflettere gli stessi obiettivi e criteri;
vi.
incoraggiare lo sviluppo di una formazione iniziale e continua per tutti i professionisti ed il personale che
operano in tutte le fasi dell’istruzione, al fine di incorporare la consapevolezza delle disabilità e l’uso delle
tecniche e dei materiali adatti per il sostegno, ove indicato, degli scolari e degli studenti disabili;
vii.
assicurare che tutto il materiale e gli schemi in materia di istruzione forniti attraverso il sistema di
istruzione generale siano accessibili alle persone con disabilità;
viii.
includere, nei programmi scolastici di educazione civica, temi relative alle persone con disabilità
considerate persone con gli stessi diritti degli altri;
ix.
assicurare che la sensibilizzazione sulla disabilità sia un elemento chiave dei programmi didattici nelle
scuole e nelle istituzioni tradizionali;
x.
prendere provvedimenti per rendere i luoghi di istruzione e formazione accessibili alle persone con
disabilità, fornendo sostegno personale ed accorgimenti necessari (incluse attrezzature) per soddisfare le loro
necessità;
xi.
assicurare che i genitori dei bambini disabili siano partner attivi nel processo di sviluppo dei piani
didattici personalizzati dei loro figli;
xii.
garantire l’accesso all’istruzione non formale che consenta ai giovani disabili di sviluppare le capacità
richieste altrimenti non raggiungibili attraverso l’istruzione formale;
xiii.
considerare, ove indicato, la firma e la ratifica della Carta Sociale Europea (emendata) (ETS N. 163), in
particolare l’Articolo 15.
3.5.
Linea d’azione N.5: Occupazione, orientamento professionale e formazione:
3.5.1.
Introduzione
L’occupazione rappresenta un elemento chiave per l’inserimento sociale e l’indipendenza economica di tutti i
cittadini in età lavorativa. Rispetto alle persone non disabili, i tassi di occupazione ed attività dei disabili sono
molto bassi. Le politiche volte ad aumentare il tasso di attività devono essere diversificate – in base al potenziale
lavorativo dei disabili – e complete, al fine di affrontare tutte le barriere alla partecipazione alla forza lavoro.
Migliorare la situazione lavorativa dei disabili non porterebbe vantaggi solo ai disabili, ma anche ai datori di
lavoro ed alla società nel suo complesso.
L’orientamento e l’assistenza professionali svolgono un ruolo importante nell’aiutare le persone ad individuare le
attività per cui esse sono più portate e ad orientare le necessità formative o una futura occupazione. E’ di
importanza vitale che le persone con disabilità abbiano accesso alle valutazioni, all’orientamento professionale
ed alla formazione, al fine di poter raggiungere il proprio potenziale.
Questa linea d’azione cerca di formare la base per una maggiore partecipazione delle persone con disabilità al
mondo del lavoro, di assicurare scelte di carriera e di gettare le basi attraverso strutture e sostegno al fine di
assicurare scelte reali. Tutti i provvedimenti si applicano ai datori di lavoro pubblici e privati.
Le imprese sociali (ad esempio ditte sociali, cooperative sociali) come parte del lavoro aperto o le officine
protette possono contribuire all’occupazione delle persone disabili.
3.5.2.
Obiettivi
19
i.
Promuovere l’occupazione delle persone con disabilità nell’ambito del mercato aperto del lavoro
combinando misure non discriminatorie ed azioni positive, al fine di assicurare che le persone con disabilità
abbiano pari opportunità;
ii.
affrontare la discriminazione e promuovere la partecipazione delle persone con disabillità nella
valutazione, nell’orientamento, nella formazione professionali, nonché nei servizi legati all’occupazione.
3.5.3.
Azioni specifiche da parte degli Stati membri
i.
Inserire i temi relativi all’occupazione delle persone con disabilità nell’ambito di politiche del lavoro
generali;
ii.
che:
–
–
–
–
assicurare che le persone con disabilità abbiano accesso ad una valutazione obiettiva ed individuale
individui le loro opzioni relative alle occupazioni potenziali;
sposti la concentrazione dalla valutazione delle disabilità alla valutazione delle abilità e le colleghi a
specifici requisiti nel campo lavorativo;
fornisca la base per il loro programma di formazione professionale;
le aiuti a trovare un impiego o reimpiego appropriato;
iii.
assicurare che le persone con disabilità abbiano accesso all’orientamento, alla formazione professionali
ed ai servizi connessi all’occupazione al livello di qualifica più alto possibile e prendendo ove necessario dei
ragionevoli provvedimenti;
iv.
assicurare la tutela contro la discriminazione in tutte le fasi lavorative, inclusi selezione ed assunzione,
nonché in tutti i provvedimenti legati all’avanzamento di carriera;
v.
–
–
–
incoraggiare i datori di lavoro ad impiegare persone con disabilità:
applicando procedure di assunzione (ad esempio pubblicità, colloquio, valutazione, selezione) che
assicurino che le opportunità di lavoro siano messe a disposizione delle persone con disabilità;
apportando sul posto di lavoro o alle condizioni di lavoro opportuni cambiamenti, inclusi telelavoro,
lavoro part-time e lavoro a domicilio, al fine di venire incontro alle speciali necessità dei dipendenti con
disabilità;
accrescendo la sensibilizzazione sulla disabilità da parte di dirigenti e personale, tramite apposite attività
di formazione;
vi.
assicuare che gli schemi generali di lavoro autonomo siano accessibili e sostengano le persone con
disabilità;
vii.
assicurare che i provvedimenti di sostegno, come il lavoro protetto o sostenuto, siano disponibili per
quelle persone le cui necessità non possano essere soddisfatte senza il sostegno personale nel mercato aperto
del lavoro;
viii.
sostenere le persone con disabilità ad avanzare dal lavoro protetto e sostenuto al lavoro aperto;
ix.
rimuovere i disincentivi al lavoro nei sistemi di sussidi per le disabilità ed incoraggiare i beneficiari a
lavorare qualora possano;
x.
considerare le necessità delle donne con disabilità al momento di creare programmi e politiche legati alle
pari opportunità per le donne nel lavoro, inclusa l’assistenza per i figli;
xi.
assicurare che i dipendenti disabili godano degli stessi diritti degli altri dipendenti per quanto riguarda la
consultazione sulle condizioni lavorative e l’appartenenza e la partecipazione attiva ai sindacati;
xii.
fonire provvedimenti efficaci per incoraggiare l’impiego di persone con disabilità;
20
xiii.
assicurare che la legislazione e la normativa in material di sanità e sicurezza includano le necessità
delle persone con disabilità e non le discriminino;
xiv.
promuovere misure, inclusa gestione legislativa ed integrativa, che consentano alle persone che
diventano disabili durante il periodo di lavoro di rimanere all’interno del mercato del lavoro;
xv.
assicurare che soprattutto i giovani disabili possano beneficiare degli internati e degli apprendistati
lavorativi al fine di acquisire capacità e trarre informazioni sulle pratiche lavorative;
xvi.
considerare, ove indicato, la firma e la ratifica della Carta Sociale Europea (emendata) , (ETS N. 163), in
particolare l’Articolo 15;
xvii.
attuare la Risoluzione ResAP(95)3 su una carta sulla valutazione professionale delle persone con
disabilità.
3.6.
Linea d’azione N. 6: L’ambiente edificato
3.6.1.
Introduzione
L’obiettivo generale è la creazione di una società per tutti. Un ambiente accessibile ha un ruolo chiave da
svolgere nella creazione di una società più comprensiva in cui le persone con disabilità possano prendere parte
alla vita quotidiana. Le barriere esistenti nell’ambiente edificato ostacolano o impediscono alle persone disabili
tale partecipazione ed il godimento dei diritti fondamentali. Rendere l’ambiente accessibile alle persone con
disabilità, indipendentemente dal tipo di disabilità, creerebbe vantaggi aggiuntivi per tutti i membri della società.
Ciò richiede una comprensione delle barriere esistenti, inclusi atteggiamenti e barriere fisiche, ed un impegno
volto alla loro eliminazione tramite azioni positive ed altri provvedimenti. La Risoluzione ResAP(2001)1 sullo
Universal Design promuove l’introduzione dei principi di progetto universale nei programmi di studi di tutte le
occupazioni che operano sull’ambiente edificato, inclusi architetti, ingegeneri, urbanisti e tutte le altri professioni
ed occupazioni relative che operano su o con l’ambiente edificato. Mira anche a semplificare la vita per tutti
rendendo l’ambiente edificato più accessibile, fruibile e comprensibile.
3.6.2.
Obiettivo
Istituire gradualmente un ambiente accessibile alle persone con disabilità applicando i principi dello Universal
Design, evitando pertanto la creazione di nuove barriere.
3.6.3.
Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Assicurare che tutti i relativi settori politici includano l’obiettivo generale della creazione di un ambiente
edificato privo di barriere;
ii.
elaborare linee-guida e criteri e – se necessario – una legislazione, per promuovere l’accessibilità e la
fruibilità da parte delle persone con disabilità di edifici pubblici, nonché degli ambienti coperti e scoperti,
prendendo in considerazione la natura specifica degli edifici storici;
iii.
assicurare che le università e le istituzioni responsabili della formazione di tutte le occupazioni che
operano nel settore dell’ambiente edificato (come ad esempio architetti ed urbanisti, professionisti del settore
delle costruzioni, conservatori dei beni culturali e specialisti del turismo culturale) promuovano il principio della
progettazione universale tramite piani di studi per la formazione iniziale ed ulteriore, nonché altri mezzi
appropriati;
iv.
promuovere l’uso di dispositivi ed innovazioni tecnologiche di supporto, al fine di migliorare l’accessibilità
dell’ambiente edificato e dare alle persone con disabilità pari opportunità di partecipazione alla vita comunitaria.
Tali pratiche dovrebbero essere applicate alle nuove costruzioni ed essere gradualmente estese agli edifici
esistenti;
21
v.
sostenere la creazione, la candidature ed il mantenimento di centri che promuovano il concetto della
Progettazione Universale;
vi.
assicurarsi che venga prestata la dovuta attenzione alla sicurezza delle persone con disabilità al
momento di elaborare procedure di emergenza ed evacuazione;
vii.
assicurare che l’accesso agli edifici ed alle aree pubbliche non sia impedito agli animali guida che
accompagnano le persone con disabilità;
viii.
attuare la Risoluzione ResAP(2001)1 sull’introduzione dei principi dello “ Universal Design” nei
programmi di studio di tutte le occupazioni che operano nel settore dell’ambiente edificato.
22
3.7.
Linea d’azione N.7: Trasporti
3.7.1.
Introduzione
Lo sviluppo e l’attuazione di politiche dei trasporti accessibili a tutti i livelli possono sfociare in un miglioramento
sostanziale nella qualità della vita di molte persone con disabilità e possono essere un requisito fondamentale ai
fini del raggiungimento delle pari opportunità, della vita indipendente e di una partecipazione attiva nella vita
sociale e culturale della comunità, nonchè al lavoro.
Molti Stati membri saranno già consapevoli degli sviluppi, o parte di essi, tramite la Conferenza Europea dei
Ministri dei Trasporti (ECMT) ed i principi e le azioni promossi attraverso quel forum possono guidare i progressi
degli stati membri verso l’attuazione del Piano d’Azione sulle Disabilità. I risultanti servizi di trasporto accessibili
porteranno benefici ad altri fruitori dei trasporti, inclusi gli anziani ed i genitori con bambini piccoli.
Al fine di assicurare che i disabili beneficino dei trasporti pubblici, l’accessibilità dell’intera catena di trasporti di
importanza vitale.
3.7.2.
Obiettivi
i.
Potenziare la partecipazione delle persone con disabilità nella società tramite l’attuazione di politiche di
trasporti accessibili;
ii.
assicurare che le politiche di trasporti accessibili siano attuate tenendo conto delle necessità delle
persone con diversi tipi di menomazione e disabilità;
iii.
promuovere l’accessibilità dei servizi di trasporto passeggeri esistenti per tutte le persone con disabilità
ed assicurarsi l’accessibilità di tutti i nuovi servizi di trasporto delle relative infrastrutture;
iv.
promuovere l’attuazione del principio dello Universal Design nel settore dei trasporti.
3.7.3.
Azioni specifiche da parte degli Stati membri
i.
Tenere conto delle raccomandazioni, delle relazioni e delle linee-guida elaborate e concordate dagli
organi internazionali, soprattutto in rapporto all’elaborazione di norme, linee-guida, strategie e – se necessario –
legislazione che garantiscano l’accessibilità dei servizi e delle infrastrutture di trasporto, incluso l’ambiente
edificato;
ii.
monitorare e revisionare l’attuazione delle politiche di trasporto accessibili;
iii.
assicurare che gli operatori dei trasporti prevedano l’obbligo di attività di formazione sulle disabilità come
parte dei corsi di formazione standard per le persone impiegate nel campo della fornitura dei servizi di trasporto;
iv.
promuovere l’introduzione e l’adozione di linee-guida nazionali per la fornitura di servizi di trasporto
accessibili, le quali dovranno essere usate dagli operatori dei trasporti sia pubblici che privati;
v.
istituire procedure per la cooperazione e la consultazione con i partecipanti del settore, inclusi in
particolare le agenzie governative, i fornitori dei servizi ed i gruppi di interesse sulle disabilità per informare gli
sviluppi e la pianificazione delle politiche in rapporto alla fornitura di trasporti accessibili;
vi.
promuovere ed incoraggaiare gli operatori dei servizi di trasporto private a fornire servizi accessibili;
vii.
assicurare che le informazioni sui servizi di trasporto pubblico siano resi accessibili per quanto possibile
in diversi formati ed attraverso diversi sistemi di comunicazione che si rivolgano alle persone con disabilità;
viii.
incoraggiare la creazione di programmi innovate che consentano i disabili che abbiano difficoltà
nell’utilizzo dei trasporti pubblici ad utilizzare i propri mezzi di trasporto privati;
23
ix.
assicurare che gli animali (ad esempio i cani guida) che accompagnano le persone con disabilità siano
accolti nei trasporti pubblici;
x.
assicurare la fornitura e la tutela delle strutture di parcheggio per i disabili con ridotta mobilità;
xi.
riconoscere le specifiche necessità delle persone con disabilità al momento di formulare i testi
fondamentali generali sui diritti dei passeggeri;
xii.
tutelare, tramite la legislazione, i disabili da eventuali discriminazioni nell’accesso ai trasporti;
xiii.
assicurare che le procedure di sicurezza ed emergenza in materia di trasporti non creino ulteriori
discriminazioni per le persone con disabilità,
3.8.
Linea d’azione N.8: Vita in comune 2
3.8.1.
Introduzione
Questa linea d’azione mira a concedere alle persone con disabilità la possibilità di vivere quanto più
indipendentemente possibile, consentendo loro di fare la scelta su come e dove vivere. Ciò richiede l’adozione
di politiche strategiche che sostengano il passaggio da assistenza in istituti ad ambienti basati sulla comunità
che varino da sistemazioni per una vita indipendente a piccole case di gruppo. Tali politiche dovrebbero essere
flessibili, coprendo programmi che consentano alle persone con disabilità di vivere con le proprie famiglie e
riconoscendo le specifiche necessità dei singoli individuali con disabilità che richiedano un alto livello di
sostegno.
In generale, la vita quotidiana di una famiglia è molto diversa a seconda se essa abbia o meno un figlio disabile:
guida ed assistenza, ad esempio, occupano moltotempo, visite a terapisti, dottori, ecc., sono necessarie, il
bambino ha bisogno di essere controllato nelle attività ricreative e di essere assistito negli aspetti pratici della
vita quotidiana, ecc. E’ importante che i genitori di figli con disabilità abbiano accesso ad una formazione
adeguata che consenta loro di acquisire le necessarie capacità per condurre una vita quanto più possibile
normale con il proprio figlio disabile.
Una vita completamente indipendente non può essere una possibilità o una scelta per tutti gli individui. In casi
eccezionali, si dovrebbe incoraggiare un’assistenza in strutture piccole di qualità, come alternativa alla vita in
istituto. Il progetto basato su delle sistemazioni per una vita indipendente dovrebbe vedere il coinvolgimento
delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni di rappresentanza.
I disabili che vivono nella comunità hanno esigenze diverse che richiedono diversi livelli di cura, assistenza e
sostegno. Criteri di idoneità trasparenti e le procedure per una valutazione individuale indipendente, che
tengano conto della scelta, dell’autonomia e del benessere delle persone con disabili, promuoveranno pari
opportunità di accesso ai servizi.
Le politiche per una vita indipendente non sono solo confinate alle soluzioni legate alle condizioni di vita, ma
dipendono anche dall’accessibilità di una vasta gamma di servizi, inclusi i trasporti. Il successo di tali politiche
richiede un approccio tradizionale alla pianificazione, allo sviluppo ed alla consegna di servizi tradizionali, al fine
di assicurare che anch’essi rispondano alle necessità dei singoli individui con disabilità con una collaborazione
tra i vari enti per garantire un approccio coordinato.
3.8.2.
Obiettivi
i.
Consentire alle persone con disabilità di pianificare la propria vita e vivere quanto più indipendentemente
possibile nella comunità;
2
intendesi con tale termine “La propria comunità di appartenenza”
24
ii.
fornire una vasta gamma di servizi di sostegno di qualità a livello della comunità, al fine di prevedere una
libertà di scelta;
iii.
prestare un’attenzione speciale alla situazione delle famiglie con un figlio/dei figli con disabilità e
propugnare un approccio che preveda attività di formazione per i genitori interessati, nonché ai genitori disabili,
e la partecipazione ai compiti di assistenza all’infanzia e di istruzione.
25
3.8.3.
Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Assicurare un approccio coordinato nella fornitura di servizi di sostegno di qualità basati sulla comunità,
per consentire alle persone con disabilità di vivere nelle proprie comunità e migliorare la propria qualità di vita;
ii.
elaborare e promuovere politiche abitative che consentano alle persone con disabilità di vivere in alloggi
adeguati nella propria comunità locale;
iii.
sostenere la possibilità di aiuto formale ed informale, rendendo possibile alle persone con disabilità di
vivere in casa;
iv.
riconoscere lo status degli assistenti domiciliari, fornendo loro sostegno e relative attività di formazione;
v.
far valutare in modo approfondito le necessità delle famiglie in quanto fornitori di assistenza informale, in
particolar modo quelle con bambini disabili o che si occupano di persone che necessitano di un elevato livello di
sostegno, al fine di fornire informazioni, formazione ed assistenza, incluso sostegno psicologico, per consentire
la vita nell’ambito familiare, prestando particolare attenzione alla riconciliazione della vita privata e professionale
ed alla parità tra i sessi;
vi.
assicurare la fornitura di servizi di qualità basati sulle comunità e modelli abitativi alternative, che
consentano il passaggio da assistenza basata sugli istituti a vita nella comunità;
vii.
assicurarsi che i singoli individui possano assumere scelte consapevoli con l’aiuto, ove opportuno, di un
servizio di sostegno alle sceltequalificato ;
viii.
promuovere schemi che consentano alle persone con disabilità di impiegare assistenti personali a
propria scelta;
ix.
fornire servizi complementari ed altre strutture, ad esempio centri giornalieri, centri per permanenze a
breve termine o gruppi per la libera espressione della propria personalità, che offrano forme di terapia idonee, al
fine di dare alle persone con disabilità ed alle loro famiglie periodi di sostegno e tregua;
x.
fornire alle persone con disabilità, soprattutto a coloro che hanno bisogno di un alto livello di sostegno, di
servizi di sostegno personalizzati, incluso il patrocinio, al fine di ridurre qualunque rischio di esclusione sociale;
xi.
attuare i relativi provvedimenti inclusi nella Raccomandazione N. R (96) 5 del Comitato dei Ministri agli
Stati membri sul modo per conciliare lavoro e vita familiare.
3.9.
Linea d’azione N.9: Assistenza sanitaria
3.9.1.
Introduzione
Le persone con disabilità hanno lo stesso diritto degli altri membri della società di usufruire di servizi sanitari di
buona qualità e della relativa assistenza e tecnologia, al fine di assicurare un livello sanitario quanto migliore
possibile. In alcuni casi, i disabili richiederannno servizi di assistenza sanitaria speciali ed innovativi ai fini del
miglioramento della propria vita. I disabili ed i loro rappresentanti (ove necessario) dovrebbero essere consultati
e coinvolti pienamente nel processo decisionale relativo al proprio piano di assistenza personale. Questo
approccio pone i disabili al centro del processo di pianificazione e del progetto di fornitura dei servizi e consente
ai singoli individui di prendere decisioni consapevoli sulla propria salute.
Al momento di pianificare e fornire servizi di assistenza sanitaria, si dovrebbero tenere in considerazione gli
sviluppi relativi alla popolazione anziana e le connesse conseguenze in materia sanitaria, in particolare per le
persone con disabilità. E’ pertanto necessario dare la priorità allo sviluppo di nuove politiche e strategie nel
settore sanitario.
26
I professionisti del settore dell’assistenza sanitaria in tutti gli Stati membri devono riconoscere il modello di
disabilità basato sui diritti sociali ed umani, e non concentrarsi esclusivamente sull’aspetto medico della
disabilità.
3.9.2.
Obiettivi
i.
Assicurarsi che tutti i disabili, indipendentemente da sesso, età ed origine, natura e grado della
disabilità:
–
abbiano pari accesso a tutti i servizi di assistenza sanitaria;
–
beneficino dell’accesso ai servizi specializzati disponibili, come appropriato;
–
siano quanto più possibile coinvolti nel processo decisionale del proprio piano di assistenza personale;
ii.
assicuarsi che le necessità delle persone con disabilità siano incluse nelle informazioni in materia di
educazione sanitaria e nelle campagne di sanità pubblica.
3.9.3.
Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Assicurarsi che nessun disabile sia discriminato nell’accesso ai servizi di assistenza sanitaria ed alle
cartelle cliniche;
ii.
assicurarsi che ciascuna persona con disabilità o – ove ciò non sia possibile a causa dell’origine, della
natura o del grado di disabilità – il suo rappresentante, assistente domiciliare o patrocinatore sia consultato nella
valutazione, nella progettazione e nella consegna del piano di assistenza sanitaria, dell’intervento e del
trattamento sanitario;
iii.
lavorare per ottenere strutture ed attrezzature di servizi sanitari pubblici e privati accessibili ed
assicurarsi che i servizi di assistenza sanitaria, compresi quelli relativi alla salute mentale, i servizi di sostegno
psicologico ed i servizi per pazienti interni ed esterni siano preparati e competenti per venire incontro alle
necessità dei disabili;
iv.
assicurarsi che le donne con disabilità abbiano pari accesso ai servizi di assistenza sanitaria, inclusi in
particolare le raccomandazioni ed il trattamento prenatali, ginecologici e di pianificazione familiare;
v.
assicurare il rispetto di specifici aspetti legati al sesso nell’assistenza sanitaria per i disabili;
vi.
assicurarsi che vengano presi provvedimenti ragionevoli per fornire tutte le informazioni relative alle
necessità o ai servizi in materia di assistenza sanitaria in un formato comprensibile al disabile;
vii.
assicurarsi che la disabilità, sia che si verifichi prima o dopo la nascita o dopo una malattia o un
incidente, sia comunicata in condizioni che garantiscano il rispetto per la persona interessata e per la famiglia ed
assicurando una chiarezza di informazioni e sostegno, comprensibili per la persona e per la sua famiglia;
viii.
fornire accesso alle campagne sull’educazione sanitaria e sulla salute pubblica tramite – soprattutto –
informazioni e consultazioni per le persone con disabilità;
ix.
formare i professionisti del settore sanitario in modo tale da sensibilizzarli sul tema delle disabilità, oltre a
fornire loro competenze e metodi volti a soddisfare le specifiche necessità delle persone con disabilità;
x.
riconoscere la necessità di intervenire precocemente e stabilire pertanto provvedimenti efficaci per la
rilevazione, la diagnosi ed il trattamento delle malformazioni in uno stadio iniziale, nonché per lo sviluppo di
linee-guide efficaci per le misure in tema di diagnosi ed intervento preventivi;
xi.
considerare, ove appropriato, la firma e la ratifica della Carta Sociale Europea (emendata), in
particolare l’Articolo 11.
27
3.10.
Linea d’azione N.10: Riabilitazione
3.10.1. Introduzione
La Raccomandazione N. R (92) 6 del Comitato di Ministri su una politica comune per le persone con disabilità
riconosce che la riabilitazione delle persone con disabilità, in virtù dell’integrazione economica e sociale che
essa raggiunge, rappresenta un dovere della comunità, che essa garantisce la dignità umana e mitiga le
difficoltà derivanti dalla società che le persone con disabilità devono affrontare e che dovrebbe essere inclusa
tra gli obiettivi prioritari di qualsiasi società. Con riferimento a questa raccomandazione, una politica comune per
la riabilitazione delle persone con disabilità dovrebbe mirare alla prevenzione del peggioramento della disabilità,
alla riduzione delle sue conseguenze, ad una maggiore autonomia delle persone con disabilità in quanto
individui, nonché ad una loro indipendenza economica ed alla loro piena integrazione nella società. Programmi
di riabilitazione completi dovrebbero includere varie misure complementari, provvedimenti, servizi e strutture che
possano apportare un notevole contributo all’indipendenza fisica e psicologica dei disabili.
3.10.2. Obiettivi
i.
Consentire alle persone con disabilità di raggiungere la propria massima indipendenza e raggiungere le
proprie massime capacità fisiche, mentali, sociali e professionali;
ii.
organizzare, potenziare ed ampliare i servizi di riabilitazione generali;
iii.
consentire l’accesso alla fornitura di servizi tradizionali e specialistici al fine di permettere alle persone
con disabilità di conseguire la piena integrazione sociale nell’ambito delle loro comunità e società;
iv.
assicurare, in particolare, un precoce intervento di alta qualità, un approccio multidisciplinare, sin dalla
nascita, inclusi sostegno e guida per i genitori.
3.10.3. Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Formulare, attuare e revisionare su base regolare politiche nazionali di riabilitazione ed assicurarne il
miglioramento continuo;
ii.
assicurarsi che le persone con disabilità, le loro famiglie e le organizzazioni rappresentative
contribuiscano al progetto di programmi di riabilitazione olistici, alla loro consegna ed alla loro valutazione;
iii.
assicuarsi che i programmi di riabilitazione siano accessibili e personalizzati sulla base delle necessità
individuali della persona con disabilità; essi hanno bisogno del consenso della persona disabile o del suo
rappresentante;
iv.
ove possibile, utilizzare le furniture e le strutture tradizionali ma assicurare anche che i centri di
riabilitazione specializzati siano quanto più possibile preparati per il servizio da essi fornito ed abbiano un team
multidisciplinare specializzato nella riabilitazione;
v.
potenziare i servizi di riabilitazione e sostegno tramite una valutazione multidisciplinare individuale che
utilizzi un approccio olistico;
vi.
promuovere una collaborazione multisettoriale con il coinvolgimento di tutti i settori competenti, in
particolare sanità, istruzione, sociale e del lavoro, e fornire una gestione della riabilitazione integrata, ove ciò sia
necessario per garantire pari opportunità alle persone con disabilità;
vii.
assicurare, durante l’istruzione, che i bambini con disabilità abbiano accesso ai programmi di
riabilitazione pedagogica ed alle altre risorse che consentano loro di raggiungere il completo potenziale;
viii.
coinvolgere sia datori di lavoro che dipendenti e le loro organizzazioni nella riabilitazione professionale,
al fine di sostenere le persone divenute disabili a ritornare al lavoro alla prima opportunità;
28
ix.
lavorare per rendere disponibili programmi personalizzati, basati sulle comunità, di riabiltiazione per
singoli individui con disabilità che lo richiedano;
x.
promuovere la disponibilità dei servizi di assistenza come parte delle misure/dei programmi di
riabilitazione per le persone con disabilità che lo richiedano.
29
3.11.
Linea d’azione N.11: Tutela sociale
3.11.1 Introduzione
La tutela sociale include la previdenza sociale, l’assistenza o il sostegno sociale ed i servizi sociali che sono un
sostegno vitale per coloro che da essi dipendono, poiché essi contribuiscono alla qualità di vita dei loro fruitori.
Vi sono però molte situazioni in cui le persone con disabilità non beneficiano in modo adeguato dei sistemi di
tutela sociale, sia a causa della mancanza di tali provvedimenti o delle difficoltà di accesso. I diritti sociali
custoditi gelosamente nella Carta Sociale Europea emendata (ETS N. 163), includono in particolare il diritto alla
previdenza sociale (Articolo 12), il diritto all’assistenza sociale e medica (Articolo 13) ed il diritto a beneficiare dei
servizi di previdenza sociale (Articolo 14). Il godimento di questi diritti contribuisce alla riduzione del rischio di
esclusione sociale ed emarginazione e contribuisce pertanto a consentire il godimento di un altro diritto custodito
nella Carta, cioè il diritto delle persone con disabilità all’indipendenza, all’integrazione sociale ed alla
partecipazione alla vita della comunità (Articolo 15).
3.11.2 Obiettivi
i.
Fornire pari accessi alla tutela sociale per le persone con disabilità;
ii.
promuovere politiche che anticipino il passaggio dalla dipendenza dai sussidi verso – ove possibile – il
lavoro e l’indipendenza.
3.11.3. Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Assicurare un equilibrio logico tra misure di tutela sociale e politiche volte ad un impiego attivo, al fine di
scoraggiare una dipendenza inattiva dai sussidi;
ii.
assicurare che la distribuzione dei servizi sociali e del relativo sostegno si basi su una valutazione
solida, multidisciplinare delle necessità della persona e sia soggetta a revisione periodica;
iii.
assicurarsi che tutti i sistemi e le procedure di valutazione dei sussidi siano accessibili alle persone con
disabilità ed ai loro rappresentanti;
iv.
assicurarsi che i servizi sociali generali tengano conto delle specifiche necessità delle persone con
disabilità e delle loro famiglie;
v.
assicurare il continuo miglioramento della coordinazione tra uffici amministrativi e fornitori pubblici e
privati di servizi sociali, in modo che la fornitura di servizi di qualità soddisfi le necessità delle persone con
disabilità;
vi.
consultarsi con i partner sociali ed altre figure chiave, incluse le organizzazioni delle persone con
disabilità, in rapporto alla pianificazione ed all’attuazione di politiche di tutela sociale;
vii.
assicurare l’efficace circolazione delle informazioni su tutti i vantaggi in termini di tutela sociale a cui le
persone con disabilità potrebbero avere diritto, con un’attenzione speciale alle persone con disabilità a rischio di
esclusione sociale;
viii.
assicurare che le strategie volte all’inserimento sociale ed alla lotta contro la povertà riconoscano le
necessità specifiche delle persone con disabilità;
ix.
considerare, ove indicato, la firma e la ratifica della Carta Sociale Europea (emendata), del Codice
Europeo di Previdenza Sociale (ETS N. 48), del Codice Europeo di Previdenza Sociale revisionato
(ETS N. 139), e della Convenzione Europea di Previdenza Sociale (ETS N. 78);
x.
attuare i relativi provvedimenti inclusi nella Raccomandazione Rec(2003)19 del Comitato dei Ministri agli
stati membri, relativi all’accesso ai diritti sociali.
30
3.12.
Linea d’azione N.12: Tutela giuridica
3.12.1. Introduzione
Le persone con disabilità hanno il diritto di essere riconosciute in ogni sede persone di fronte alla legge. Qualora
sia necessaria assistenza per esercitare quella capacità giuridica, gli Stati membri devono assicurare che questa
sia adeguatamente salvaguardata dalla legge.
Le persone con disabilità costituiscono un gruppo di popolazione variegato, ma tutti hanno in comune – in
misura maggiore o minore – la necessità di essere salvaguardati ulteriormente al fine di godere dei propri diritti a
pieno e prendere parte alla società sullo stesso piano degli altri membri.
Il bisogno di prestare un’attenzione particolare alla situazione delle persone con disabilità, in termini di esercizio
dei loro diritti sullo stesso piano degli altri, è confermato dalle iniziative intraprese in questo settore a livello
nazionale ed internazionale.
Il principio di non discriminazione dovrebbe essere la base delle politiche governative volte a fornire pari
opportunità alle persone con disabilità.
L’accesso al sistema giuridico è un diritto fondamentale in una società democratica, ma le persone con disabilità
possono spesso affrontare un vasto numero di barriere, incluse le difficoltà di accesso fisico. Ciò richiede una
gamma di misure ed azioni positive, inclusa una generale sensibilizzazione sui temi legati alle disabilità tra le
professioni giuridiche.
3.12.2. Obiettivi
i.
Assicurare un accesso efficace alla giustizia per le persone con disabilità, su un piano di parità con le
altre persone;
ii.
tutelare e promuovere il godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle
persone con disabilità su un piano di parità con le altre persone.
3.12.3. Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Tutelare contro la discriminazione tramite la costituzione di misure legislative specifiche, organi,
procedure di reporting e meccanismi di riparazione giuridica;
ii.
assicurare che i provvedimenti che discriminino le persone disabili siano sradicati dalla legislazione
tradizionale;
iii.
promuovere le attività di formazione nel campo dei diritti umani e della disabilità (a livello sia nazionale
che internazionale) per il personale che opera in polizia, per i funzionari pubblici, per il personale giudiziario e
sanitario;
iv.
incoraggiare la presenza di reti non governative di patrocinio legale che lavorino a tutela dei diritti umani
delle persone con disabilità;
v.
assicurare che le persone con disabilità abbiano pari accesso al sistema giuridico tutelando il loro diritto
alle informazioni ed alle comunicazioni per loro accessibili;
vi.
fornire adeguata assistenza a quelle persone che abbiano difficoltà nell’esercizio della propria capacità
giuridica ed assicurarsi che essa sia proporzionata al livello di sostegno richiesto;
vii.
prendere adeguati provvedimenti per garantire che le persone con disabilità non siano private della
propria libertà, tranne che in conformità con la legge;
31
viii.
prendere provvedimenti efficaci per garantire il pari diritto delle persone con disabilità di possedere o
ereditare beni immobili, fornendo una tutela legale per la gestione dei loro beni sullo stesso piano delle altre
persone;
ix.
assicurarsi che nessuna persona disabile sia soggetta ad esperimenti medici contro la propria volontà;
x.
attuare i relativi provvedimenti inclusi nella Raccomandazione N. R (99) 4 del Comitato dei Ministri agli
Stati membri, relativa ai principi concernenti la tutela giuridica di adulti incapaci.
3.13.
Linea d’azione N.13: Tutela contro violenza ed abuso
3.13.1. Introduzione
Gli abusi o gli atti di violenza contro una persona sonno inaccettabili e la società ha il dovere di assicurare che
gli individui, soprattutto i più vulnerabili, siano tutelati contro tali abusi.
Secondo indicazioni, il tasso di abusi e violenze commessi contro le persone con disabilità è di gran lunga
superiore al tasso relativo alla popolazione generale ed è maggiore nelle donne disabili, soparattutto donne con
disabilità gravi, in cui la percentuale di abusi è di gran lunga superiore a quelle sulle donne non disabili. Tali
abusi possono verificarsi negli istituti o in altri tipi di assistenza e situazioni, incluso l’ambiente familiare. Possono
essere inflitti da estranei o da persone conosciute alla persona e possono assumere molte forme, ad esempio
abusi verbali, azioni violente o rifiuto a soddisfare necessità specifiche.
Sebbene i governi non possano garantire che gli abusi non si verificheranno, essi devono fare il possibile per
istituire le massime condizioni di tutela e salvaguardia. La prevenzione può essere ottenuta in molti modi, in
particolare tramite programmi formativi volti a comprendere i diritti dei singoli individui ad essere tutelati ed a
riconoscere e ridurre il rischio di abuso. Le persone con disabilità che vivano situazioni di abuso o violenza
dovrebbero avere accesso ai sostegni adeguati. Devono avere un sistema in cui possano sentirsi abbastanza
sicure da denunciare l’abuso e prevedere azioni successive, incluso il sostegno individuale. Tali sistemi
richiedono personale competente e qualificato ad identificare situazioni di abuso ed affrontarle.
Sebbene alcune ricerche siano state intraprese negli anni recenti, è chiara la necessità di ulteriori conoscenze
per dare forma a future strategie e buone prassi.
3.13.2. Obiettivi
i.
Lavorare insieme nell’ambito della non discriminazione e dei diritti umani per la salvaguardia delle
persone con disabilità contro tutte le forme di violenza ed abuso;
ii.
assicurare alle persone con disabilità l’accesso ai servizi ed ai sistemi di sostegno per le vittime di
violenze ed abusi.
3.13.3. Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Tutelare le persone con disabilità da violenze ed abusi attraverso l’efficace attuazione di politiche e
legislazione, ove necessario;
ii.
promuovere corsi di formazione e l’accesso agli stessi per le persone con disabilità, al fine di ridurre il
rischio di violenza ed abuso, ad esempio corsi sulla fiducia in se stessi e sulla responsabilizzazione;
iii.
elaborare processi, misure e protocolli adattati alle persone con disabilità, al fine di una migliore
individuazione delle situazioni di violenze ed abusi, e garantire l’adozione delle azioni necessarie contro i
perpetratori, inclusi la riparazione legale e l’aiuto psicologico professionale in caso di problemi emozionali;
iv.
assicurare che le vittime disabili di violenza ed abusi, compresi quelli in ambito domestico, abbiano
accesso ai relativi servizi di sostegno, inclusa la riparazione legale;
32
v.
prevenire e combattere la violenza, il maltrattamento e l’abuso in tutte le situazioni sostenendo le
famiglie, sensibilizzando e tramite campagne di istruzione, promuovendo la discussione e la cooperazione tra le
parti competenti;
vi.
sostenere le persone con disabilità, in particolare le donne, in situazioni di abuso fornendo informazioni
ed accesso ai servizi;
vii.
assicurare la disponibilità di sistemi per la tutela contro l’abuso di persone disabili in strutture
psichiatriche, case di cura ed istituti sociali, orfanotrofi ed altri istituti;
viii.
assicurarsi che sia fornita la relativa formazione a tutto il personale che lavora negli istituti che si
occupano di disabilità e nei servizi di sostegno tradizionali;
ix.
formare la polizia e le autorità giudiziarie, in modo che possano ricevere le testimonianze delle persone
disabili e trattare in modo serio i casi di abuso;
x.
fornire alle persone con disabilità informazioni su come evitare i casi di violenza ed abuso, come
riconoscerli e come denunciarli;
xi.
prendere efficaci provvedimenti legislativi, amministrativi, legali o di altro tipo, che prevedano forti
sanzioni in maniera trasparente e prevedere una revisione indipendente da parte della società civile, al fine di
prevenire tutte le forme di violenza, lesioni o abuso mentale o fisico, abbandono e trattamento negligente,
maltrattamento, sfruttamento o rapimento di persone disabili;
xii.
attuare i relativi provvedimenti inclusi nella Raccomandazione Rec(2002)5 del Comitato dei Ministri agli
Stati membri, relativa alla tutela delle donne contro la violenza;
xiii.
attuare i relativi provvedimenti inclusi nella Raccomandazione N. R (99) 4 del Comitato dei Ministri agli
Stati membri, relativa ai principi concernenti la tutela giuridica di adulti incapaci;
xiv.
attuare la Risoluzione ResAP(2005)1 sulla tutela dagli abusi di adulti e bambini con disabilità, e tenere
conto del relativo rapporto complementare.2
3.14.
Linea d’azione N.14: Ricerca e sviluppo
3.14.1. Introduzione
La ricerca globale, la raccolta e l’analisi di dati statistici danno forma ad un progetto di politica basato sulle
prove. Informazioni affidabili individuano le questioni emergenti, aiutano a progettare le soluzioni e ad ottenere
risultati validi. Individuano anche le prassi migliori e monitorano il cambiamento nella società.
La mancanza di dati relativi alle persone con disabilità è vista come una barriera allo sviluppo di politiche a
livello sia nazionale che internazionale. E’ necessario incoraggiare e favorire una ricerca globale, diversificata e
specializzata su tutti i temi legati alle disabilità e coordinarla a tutti i livelli, al fine di promuovere l’efficace
attuazione degli obiettivi enunciati in questo Piano d’Azione.
3.14.2. Obiettivi
i.
Promuovere lo sviluppo di una politica e di criteri più basati sulle prove per far sì che i risultati di ricerche
orientate al futuro siano incanalati verso una politica;
ii.
armonizzare la metodologia di raccolta di dati statistici, a livello nazionale ed internazionale, al fine di
ottenere informazioni di ricerca valide e comparabili;
2
Tutela dagli abusi di adulti e bambini con disabilità, Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2003,
ISBN 92-871-4919-4.
33
iii.
utilizzare e sostenere tutto il possibile potenziale della ricerca e dello sviluppo in modo multidisciplinare,
al fine di promuovere la partecipazione delle persone con disabilità e migliorare la loro qualità di vita.
3.14.3. Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Elaborare strategie statistiche ed informatiche per le lo sviluppo di politiche e criteri sulle disabilità basati
su un modello di disabilità fondato sui diritti sociali ed umani, e rivedere l’efficacia delle strategie e delle banche
dati esistenti a livello nazionale;
ii.
assicurarsi che le informazioni ottenute attraverso le valutazioni delle necessità, sebbene trattate in
maniera riservata su base individuale, siano sfruttate al massimo per dare forma ad una pianificazione ed una
fornitura di servizi generali a livello nazionale, regionale e locale;
iii.
assicurarsi che la ricerca tradizionale, ove opportuno, fornisca dati sulla partecipazione delle persone
con disabilità, coprendo tutti i settori relativi di questo Piano d’Azione;
iv.
assicurarsi che la ricerca, ove possibile, incorpori un’analisi relativa alla situazione delle donne disabili
che fornisca numeri concreti sulla portata del fenomeno tra il sesso femminile;
v.
lavorare per giungere ad un approccio coordinato alla ricerca concordando classificazioni comuni che
comportino la valutazione e l’analisi tra le banche dati nazionali ed internazionali;
vi.
promuovere studi di ricerca su misure riabilitative con esito positivo volte alla riabilitazione ed al
reintegro nella comunità;
vii.
promuovere studi sugli effetti delle variazioni demografiche e del processo di invecchiamento sulla
qualità della vita delle persone con disabilità;
viii.
coinvolgere i rappresentanti delle persone con disabilità e gli altri partecipanti nello sviluppo di strategie
di ricerca e nella raccolta di dati;
ix.
sostenere ricerche scientifiche applicate nel progetto di nuove tecnologie informatiche e della
comunicazione, sussidi, prodotti e strumenti tecnici che possano contribuire alla vita indipendente ed alla
partecipazione dei disabili nella società;
x.
incoraggiare tutte le ricerche sui prodotti che tengano conto dei principi di progetto universale;
xi.
promuovere lo scambio delle buone prassi, la condivisione delle informazioni e la stretta cooperazione
tra organi competenti, al fine di assicurare la disponibilità di dati globali che diano forma alle politiche;
xii.
commissionare relativi progetti pilota innovativi e di ricerca a sostegno dello sviluppo di politiche che
coprano tutti i relativi settori di questo Piano d’Azione.
3.15.
Linea d’azione N.15: Sensibilizzazione
3.15.1. Introduzione
Le persone con disabilità affrontano molte barriere alla loro partecipazione ed al loro riconoscimento come
membri della società effettivi ed alla pari La maggior parte delle persone disabili considerano l’atteggiamento
della società la maggiore barriera alla loro piena integrazione.
Le persone con disabilità devono ancora fare i conti con atteggiamenti inaccettabili basati sull’esistenza di
pregiudizi, paura, basse aspettative e sfiducia nelle loro capacità. Questi atteggiamenti potrebbero essere
cambiati attraverso efficaci strategie di sensibilizzazione che coinvolgano vari partecipanti.
Negli anni recenti, molti Stati membri hanno promosso una legislazione contro la discriminazione ed hanno
incoraggiato le iniziative di politica sociale. Queste iniziative stanno contribuendo all’integrazione dei disabili
nelle proprie comunità locali, ma ciò da solo non è abbastanza.
34
Al fine di promuovere le loro attività, gli Stati membri dovrebbero garantire una cooperazione sia nel campo dei
media che in altri campi di attività, che potrebbero contribuire a realizzare un cambiamento di atteggiamenti.
I disabili devono essere presenti nelle pubblicità, sullo schermo, alla radio e sulla stampa per realizzare un
passaggio paradigmatico nella percezione della disabilità e delle persone disabili; un vero cambiamento negli
atteggiamenti di tutti i membri della società può quindi tramutarsi in realtà.
La società deve essere resa consapevole del fatto che le persone con disabilità hanno gli stessi diritti umani di
tutte le altre persone e che ci sono molte barriere nella società che ostacolano o impediscono il godimento di
questi diritti da parte delle persone con disabilità. L’eliminazione di queste barriere non porterà benefici per i soli
disabili, ma per la società in generale. E’ inoltre importante mostrare il contributo positivo che tutte le persone
con disabilità, indipendentemente dal grado di disabilità, apportano come membri della società attivi e completi.
3.15.2. Obiettivi
i.
Migliorare gli atteggiamenti nei confronti delle persone con disabilità considerandole membri della
società attivi e completi, attraverso una vasta gamma di azioni;
ii.
adoperarsi per una maggiore sensibilizzazione sulle disabilità e sul diritto alle pari opportunità ed alla
tutela contro la discriminazione da parte delle persone con disabilità;
iii.
combattere qualsiasi atteggiamento negativo contro i disabili che potrebbe nuocere all’immagine ed agli
interessi delle persone con disabilità.
3.15.3. Specifiche azioni da parte degli Stati membri
i.
Inserire immagini di disabilità in tutte le pubblicità statali, al fine di generare un cambiamento degli
atteggiamenti nella società;
ii.
incoraggiare tutti i media e le organizzazioni dei media a potenziare e valorizzare l’immagine delle
persone con disabilità, in quanto cittadini a pieno titolo, nelle proprie trasmissioni e nelle comunicazioni scritte,
ad esempio introducendo linee-guida etiche relative alla dignità delle persone con disabilità;
iii.
incoraggiare i canali televisivi e le stazioni radio a discutere di aspetti relativi a persone con disabilità nei
programmi generali e – ove opportuno – in programmi specializzati;
iv.
intraprendere, ove possibile, campagne nazionali di sensibilizzazione su base regolare, relative ai diritti,
al potenziale ed al contributo delle persone con disabilità;
v.
usare mezzi innovativi ed altri mezzi pratici per mostrare a bambini, giovani ed adulti i problemi affrontati
dalle persone disabili;
vi.
incoraggiare le persone con disabilità e le loro organizzazioni a farsi pubblicità a livello locale e
nazionale, rendendo disponibili delle guide su come trattare con i media;
vii.
sostenere e promuovere la distribuzione di esempi di buona prassi in tutti i settori della vita per effettuare
campagne di sensibilizzazione nelle scuole, nell’ambiente lavorativo e nella comunità.
4.
Aspetti trasversali
4.1
Introduzione
All’interno della popolazione con disabilità europea, ci sono persone disabili che si trovano di fronte specifiche
barriere o una duplice discriminazione.
35
Queste persone corrono un maggior rischio di esclusione e di norma il loro livello di partecipazione nella società
è più basso. Pertanto, i responsabili delle politiche devono assicurarsi che le loro politiche e strategie di
inserimento tengano conto delle necessità di specifici gruppi di persone con disabilità, così da garantire la loro
partecipazione nella società.
La Dichiarazione di Malaga sottolinea la necessità di prendere in considerazione in questo Piano d’Azione due
di questi gruppi: le donne disabili e le persone che necessitano di un elevato livello di sostegno. Le relazioni del
Gruppo di Lavoro sulla Discriminazione contro le Donne con Disabilità e le Persone che necessitano di un
Elevato Livello di Sostegno hanno analizzato i particolari fattori specifici di questi gruppi ed hanno proposto
azioni specifiche trasversali a molte linee d’azione, inclusi vita indipendente, istruzione, lavoro, ecc.3
Altri gruppi che necessitano di una risposta trasversale includono i bambini disabili e gli anziani disabili, le
persone disabili appartenenti a minoranze (ad esempio Rom, immigrati, profughi, rifugiati, o altre minoranze
etniche, culturali o linguistiche). I responsabili delle politiche devono riconoscere le barriere e le sfide affrontate
da ciascuno di questi gruppi ed assicurarsi che le proprie politiche siano attrezzate per l’eliminazione di quelle
barriere, nonché assicurare ai singoli individui il raggiungimento del proprio pieno potenziale, così come per gli
altri cittadini.
4.2
Donne e ragazze con disabilità
Le donne e le ragazze con disabilità4 possono spesso affrontare vari ostacoli alla loro partecipazione nella
società a causa di una duplice discriminazione, ossia a causa del sesso e della disabilità. Sebbene la situazione
generale delle persone con disabilità sia considerevolmente migliorata, i vantaggi derivati da tali cambiamenti
della società non sono sempre distribuiti equamente tra donne disabili ed uomini disabili.
Lo sviluppo e l’attuazione di relative politiche e misure di attuazione dovrebbero essere strutturati così da
assicurare un equilibrio di opportunità tra uomini e donne disabili. La specifica situazione delle donne e delle
ragazze disabili deve essere tenuta in considerazione durante l’elaborazione di politiche e programmi tradizionali
relativi a disabilità e sesso a tutti i livelli: internazionale, nazionale, regionale e locale.
Servono azioni che rimuovano gli ostacoli che impediscono alle donne disabili di godere dei propri diritti su un
piano di parità con gli uomini e con le altre donne. Quest’azione si estende attraverso una vasta gamma di
settori, tra cui rapporti, rapporti genitoriali, vita familiare, sessualità e tutela da violenza ed abuso. Include anche
i provvedimenti volti a garantire pari opportunità per la partecipazione alla vita politica e pubblica, all’istruzione,
alla formazione, al lavoro ed alla vita sociale e culturale. Molti di questi settori politici sono coperti da line
d’azione presenti in questo Piano d’Azione, ma devono essere considerati partendo da come gli Stati membri
possano gestire i fattori che influenzano la partecipazione delle donne e delle ragazze con disabilità.
4.3.
Persone con disabilità che richiedono un elevato livello di sostegno5
Uno dei gruppi di persone disabili più vulnerabili è il gruppo di persone disabili che, per la gravita’ e la complessa
natura della propria disabilità, richiedono un elevato livello di sostegno. La loro qualità di vita è molto
condizionata alla disponibilità di servizi appropriati e di qualità che rispondano alle necessità loro e delle loro
famiglie, al fine di agevolare la loro partecipazione nella società nella massima misura possibile, senza essere
una replica di servizi forniti alle persone disabili in generale.
Questo gruppo tende ad essere il gruppo che più facilmente vive negli istituti o, in alcuni case, con la famiglia,
ma può vivere situazioni di isolamento a causa di contatti scarsi o inesistenti con i servizi e con gli altri membri
della società. Per questi motivi, le persone di questo gruppo richiedono servizi di qualità intensivi e permanenti
mirati secondo le proprie necessità.
La fornitura dei servizi deve essere potenziata, al fine di rispondere alle necessità di questo gruppo senza
abbandonare il modello di servizi basato sulla comunità e sul pari accesso ai servizi tradizionali. Gli Stati membri
3
Discriminazione delle donne con disabilità, Pubbblicazione del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2003, ISBN 92-871-5316-7, Vita nelle
comunità per le persone con disabilità che hanno bisogno di un elevato livello di sostegno, Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2004.
4
Qualsiasi riferimento in questo Piano d’Azione alle donne con disabilità include anche le ragazze con disabilità.
5
Vita nella comunità per le persone con disabilità che richiedono un elevato livello di sostegno, op. cit.
36
devono riconoscere che ciò richiede un’intensa pianificazione e coordinazione tra autorità competenti, agenzie
governative e fornitori di servizi a livello sia nazionale che locale.
4.4.
Bambini e giovani con disabilità
La Convenzione sui Diritti del Fanciullo si basa su quattro principi fondamentali: il diritto del bambino a non
essere discriminato; la considerazione, in tutte le decisioni che lo riguardano del superiore interesse del
bambino; il diritto del bambino alla vita ed allo sviluppo ed il diritto di esprimere la propria opinione. Anche i
ragazzi e le ragazze con disabilità hanno il diritto di accedere agli stessi diritti, gli Stati membri devono
conoscere le loro necessità, al fine di dare forma ad attività di pianificazione, decisione e prassi in un ampio
numero di settori politici.
Le necessità dei bambini disabili e delle loro famiglie devono essere attentamente valutate dalle autorità
responsabili, al fine di fornire misure di sostegno che consentano ai bambini di crescere con le proprie famiglie,
di essere inclusi nella comunità,nella vita e nelle attività destinate ai bambini. I bambini con disabilità devono
ricevere un’istruzione che arricchisca le loro vite e consenta loro di raggiungere il massimo potenziale.
La fornitura di servizi di qualità e le strutture di sostegno per le famiglie possono assicurare un’infanzia ricca e
caratterizzata dallo sviluppo, nonché gettare le basi per una vita adulta indipendente e partecipativa. E’
importante pertanto che i responsabili delle politiche tengano conto delle necessità dei bambini con disabilità al
momento di elaborare politiche sulla disabilità e politiche tradizionali per i bambini e le loro famiglie.
Partecipazione e cittadinanza attiva significano avere il diritto, i mezzi, lo spazio e l’opportunità e – ove
necessario – il sostegno per prendere parte alle decisioni ed influenzare le stesse, nonché impegnarsi in azioni
ed attività così da contribuire alla costruzione di una società migliore. Le organizzazioni che si occupano di
disabilità giovanili dovrebbero essere consultate nella preparazione di politiche e programmi giovanili. Le voci
dei giovani con disabilità dovrebbero essere ascoltate in tutte le questioni che li riguardano.
I giovani con disabilità affrontano ancora barriere notevoli nell’accesso a tutti gli aspetti della vita: istruzione,
lavoro, sport, cultura, intrattenimento e vita in comune. Questi temi possono essere affrontati solo sulla base di
una strategia globale. I modi per garantire la loro piena partecipazione nella società, tenendo conto delle
necessità specifiche, devono essere affrontati nella preparazione di una qualsiasi politica giovanile. In
conformità con la Carta Europea sulla partecipazione dei giovani alla vita locale e ragionale, la partecipazione
attiva dei giovani alle decisioni ed alle azioni a livello locale e regionale è essenziale per la costruzione di società
più democratiche, globali e prospere.
4.5.
Invecchiamento delle persone con disabilità
L’invecchiamento delle persone con disabilità, in particolare quelle che richiedono un sostegno più intensivo a
causa della natura della loro disabilità, pone nuove sfide per le società di tutta Europa, tra cui il sostegno per i
singoli individui e per le loro famiglie, specialmente ove a fornire la principale assistenza siano dei genitori
anziani. Sono necessari approcci innovativi per risolvere tali sfide in una vasta gamma di settori politici e di
servizio. Le relazioni del Consiglio d’Europa individuano temi chiave per questo gruppo e proposte per i passi
avanti da compiere. E’ necessaria un’azione coordinata che possa rispondere alle specifiche necessità, al fine di
consentire agli anziani disabili di rimanere nella propria comunità per quanto possibile. Ciò richiede una
valutazione delle necessità individuali ed una pianificazione anticipata, nonché la disponibilità dei servizi
richiesti. I temi legati alle disabilità dovrebbero essere presi in considerazione anche durante la formulazione di
politiche per gli anziani.
Si ritiene che questi temi e fattori che influenzano la partecipazione delle persone anziane con disabilità alla vita
ed alle attività quotidiane dovrebbero essere tenuti in considerazione al momento di intraprendere azioni
nell’ambito delle linee d’azione enunciate in questo Piano d’Azione.6
6
Quadro per l’analisi qualitativa e quantitativa dei dati sull’invecchiamento delle persone con disabilità. Pubblicazione del Consiglio
d’Europa, Strasburgo, 1998, ISBN 92-871-3327-1.
37
4.6.
Persone con disabilità appartenenti a minoranze e migranti
Le persone con disabilità appartenenti a minoranze, migranti e rifugiati con disabilità affrontano svantaggi
multipli a causa della discriminazione o della mancanza di familiarità con i servizi pubblici.
Ad esempio, nonostante le maggiori attenzioni prestate in Europa alle popolazioni Rom, sono necessarie azioni
ulteriori per il riconoscimento del loro status come membri della società a pieno diritto e su basi di parità.
All’interno della propria comunità, i disabili sono considerati invisibili e costituiscono pertanto un gruppo
particolarmente vulnerabile.
Istruzione, lavoro, servizi sanitari sociali e vita culturale sono settori particolarmente importanti da affrontare per
tutti i gruppi.
Gli Stati membri dovrebbero assicurarsi che il sostegno delle persone disabili tenga conto del background
linguistico e culturale di esse, nonché delle particolari necessità di tali minoranze.
5.
Attuazione e follow-up
5.1.
Introduzione
I governi degli stati membri hanno la responsabilità primaria dell’attuazione delle politiche a livello nazionale ed
in particolare dell’attuazione delle azioni specifiche ad esse relative e che rientrano in ciascuna linea d’azione.
Questo Piano d’Azione riconosce che la politica anti discriminazione, il macchinario amministrativo, le risorse, la
demografia, ecc., differiscono da paese a paese. Consente pertanto agli stati membri di decidere le priorità a
livello nazionale e di seguire un approccio graduale all’attuazione con tutti i mezzi indicati.
E’ inteso che al momento di attuare le specifiche azioni contenute all’interno di questo Piano d’Azione gli stati
membri tengano in considerazione:
–
i principi alla base del Piano d’Azione, inclusi in particolare i diritti dei singoli individui ad essere tutelati
contro la discriminazione, alle pari opportunità ed al rispetto dei propri diritti come cittadini;
–
aspetti trasversali che comprendano le necessità specifiche delle donne e delle ragazze con disabilità,
dei bambini e dei giovani con disabilità, delle persone con disabilità che richiedono un elevato livello di sostegno,
delle persone anziane con disabilità, degli immigrati con disabilità e delle persone con disabilità appartenenti a
minoranze, oltre al ruolo cruciale svolto dai servizi e da una formazione di qualità in rapporto alla fornitura di
servizi alle persone con disabilità;
–
il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza che operano nel settore delle disabilità in tutte
le fasi di attuazione, monitoraggio e valutazione a livello europeo, nazionale, regionale e locale, che è
considerato un elemento chiave.
5.1.1
Univeral Design
La parità di accesso è essenziale per lo sviluppo di una società pienamente accogliente. Il progetto di edifici,
ambiente, prodotti, sistemi di comunicazione ed elettronici è particolarmente importante per agevolare la
partecipazione e l’indipendenza delle persone con disabilità i in tutti gli aspetti della vita.
Lo Unuiversal Designè un modo efficace per migliorare l’accessibilità e la qualità dell’ambiente edificato, dei
servizi e dei prodotti. Si concentra sull’importanza di garantire che il progetto dell’ambiente, degli edifici e dei
prodotti quotidiani sia corretto fin dal principio, piuttosto che modificato in una fase successiva. Sebbene non sia
sempre facile rendere completamente accessibili edifici antichi o storici, ci sono ancora troppi ostacoli che
impediscono ai disabili di prendere parte a tutti gli aspetti della società e di fare uso di tutte le strutture di essa.
Promuovere il principio dello Universal Design, la sua ampia applicazione e la partecipazione dei fruitori a tutte
38
le fasi progettuali è di fondamentale importanza per il miglioramento dell’accessibilità dell’ambiente edificato, dei
sistemi di trasporto e comunicazione, nonché dell’utilizzabilità dei prodotti.
5.1.2.
Qualità dei servizi e formazione del personale
Qualità e formazione sono principi chiave alla base delle linee d’azione di questo Piano. Molti paesi europei
stanno già lavorando sistematicamente per il miglioramento della qualità dei servizi e dell’addestramento del
personale. Si considera essenziale che tutte le politiche, i servizi e le azioni siano fondati su standard di alta
qualità e forniti da personale competente, con il necessario livello di formazione. Le persone con disabilità
dovrebbero rappresentare il punto focale dei servizi forniti. La soddisfazione del cliente dovrebbe essere la
motivazione primaria delle politiche di qualità che siano fattibili. E’ di importanza vitale che le persone disabili, i
fruitori dei servizi, siano partecipanti attivi nell’assicurazione di qualità e nel monitoraggio dei servizi.
Anche la formazione costituisce un elemento essenziale del servizio di qualità. Questa include non solo la
formazione adeguata per il personale che opera nella consegna dei servizi, sia specifici per le disabilità che di
tipo tradizionale, ma anche per coloro che svolgono un ruolo nello svluppo di politiche che influenzano la vita dei
disabili. La formazione dovrebbe includere campagne di sensibilizzazione in materia di diritti umani delle
persone con disabilità.
5.1.3.
Mainstreaming o responsabilità di settore
Un approccio di mainstreaming o responsabilità di settore, nello sviluppo delle politiche e nella fornitura dei
servizi svolge un ruolo importante nella promozione di una società più accogliente ed è un principio chiave alla
base di questo Piano d’Azione. Questo approccio implica l’integrazione tra servizi destinati ai disabili e quelli
destinati agli altri cittadini. L’obiettivo è quello di distaccarsi da politiche che propugnano la segregazione per
procedere, ove possibile, verso un’integrazione. L’integrazione non preclude però l’esistenza di specifiche
politiche sulle disabilità, ove esse siano nell’interesse dei disabili (il cosiddetto approccio a binario doppio).
In pratica, questo approccio significa che le politiche sulle disabilità non sono più viste unicamente come di
pertinenza di uno specifico ministero o ufficio, ma tutti i ministeri hanno la responsabilità di assicurarsi che le
proprie iniziative tengano conto dei diritti delle persone disabili. La coordinazione tra i settori statali e la
creazione di un punto focale per tutti i temi legati alle disabilità dovrebbero essere promosse al fine di favorire e
sviluppare l’approccio integrativo.
5.2.Attuazione
I governi degli stati membri sono i primi responsabili dell’attuazione delle politiche sulle disabilità a livello
nazionale ed in particolare dell’attuazione delle azioni specifiche ad esse relative nell’ambito di ciascuna linea
d’azione.
Gli stati membri dovrebbero partire con una valutazione dei propri programmi di politica sulle disabilità esistenti e
sottolineando i principi fondamentali sullo sfondo del Piano d’Azione del Consiglio d’Europa sulle Disabilità, per
individuare in quali settori debbano ancora essere fatti dei progressi e quali azioni specifiche dovranno essere
intraprese.
Sulla base di quella valutazione, gli stati membri dovrebbero formulare strategie volte ad assicurare che si dia
gradualmente corso ai propri programmi politici, alle strategie ed alle azioni coordinate in materia di disabilità in
linea con il Piano d’Azione del Consiglio d’Europa sulle Disabilità e con le risorse finanziarie nazionali.
L’individuazione delle priorità e la costituzione di una tabella di marcia che verifichi i progressi dei provvedimenti
intrapresi rientrano nelle responsabilità di ciascuno stato membro.
E’ importante che l’attuazione del Piano da parte degli stati membri sia accompagnata da un approccio
coordinato che coinvolga i partecipanti interessati, incluse le organizzazioni non governative delle persone
disabili, ove indicato.
39
Nell’ambito dell’attuazione, gli stati membri dovrebbero affrontare, ove indicato, la questione della definizione di
disabilità.
Gli stati membri tradurranno il Piano d’Azione nelle proprie lingue ufficiali e renderanno tali traduzioni disponibili
in formati alternativi. Gli stati membri promuoveranno il Piano d’Azione coinvolgendo tutti i partecipanti
interessati, al fine di garantire un sostegno a lungo termine.
Su richiesta, il Consiglio d’Europa aiuterà gli stati membri nell’attuazione del Piano d’Azione. Gli stati membri
dovrebbero prendere in considerazione una cooperazione con la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa
(CEB) e presentare progetti volti all’attuazione del Piano d’Azione a livello nazionale.
5.3.
Follow-up
I governi degli stati membri sono i primi responsabili per il follow-up al Piano d’Azione del Consiglio d’Europa a
livello nazionale, ove essi decidano adeguati accordi in materia di revisione e follow-up. A tal fine, gli stati
membri dovrebbero consultarsi con i partecipanti interessati, in particolare con le organizzazioni non governative
che si occupano delle persone con disabilità.
A livello europeo, la fase successiva di questo Piano d’Azione dovrebbe concentrarsi sul potenziamento della
cooperazione nel campo delle disabilità e dovrebbe prevedere un valido scambio di informazioni, esperienza e
buona prassi in modo strutturato.
Un efficace follow-up a questo Piano d’Azione richiede che gli stati membri forniscano al Consiglio d’Europa le
informazioni relative. In quel contesto, i rapporti dal governo nazionale al parlamento, nonché i rapporti e le
indagini forniti dalle organizzazioni non governative sono di particolare interesse e rilevanza.
Il forum designato per il follow-up del Piano d’Azione gestirà quel processo, inclusi le procedure necessarie, la
creazione di una tabella di marcia ed una possibile revisione a medio termine.
Questo forum potrebbe suggerire agli stati membri specifiche questioni prioritarie da approfondire. Assicurerà
che il Comitato dei Ministri sia informato regolarmente dei progressi fatti nell’attuazione di questo Piano
d’Azione.
Le organizzazioni non governative internazionali delle persone con disabilità prenderanno parte a questo
processo nell’ambito delle date regole procedurali. Inoltre, altri partecipanti interessati potrebbero essere invitati
a dare il proprio contributo al processo, in un modo da specificarsi nelle clausole relative al forum designato.
40
Appendix 1 to the Action Plan
( traduzione ufficiale in lingua italiana già disponibile sul sito del Consiglio d’Europa www.coe.int)
Malaga Ministerial Declaration on People with disabilities
“Progressing towards full participation as citizens”
(Adopted at the Second European Conference of Ministers
responsible for integration policies for people with disabilities,
Malaga, Spain, 7-8 May 2003)
1.
We, the Ministers responsible for integration policies for people with disabilities, gathered from 7 to
8 May 2003 in Malaga on invitation of the Spanish Government, at the Second European Conference of
Ministers, organised by the Council of Europe,
1. Aware of:
2.
the Council of Europe’s aim, as enshrined in its Statute, is “to achieve greater unity between its
members for the purpose of safeguarding and realising the ideals and principles which are their common
heritage and facilitating their economic and social progress”;
3.
the outcome of the first Conference of Ministers responsible for policies for people with disabilities, held
in Paris, 7 and 8 November 1991, entitled “Independent Living for people with disabilities”, which led the
Committee of Ministers of the Council of Europe to adopt Recommendation No. R (92) 6 on a coherent policy for
people with disabilities;
4.
the fact that protection and promotion of human rights and fundamental freedoms, and their full
enjoyment are essential for the active participation of people with disabilities in society, and that the principle of
equality of opportunities for people with disabilities represents a basic value shared by all Council of Europe
member states;
5.
the contribution of the European disability movement to the Council of Europe Second Ministerial
Conference on disability “From words to deeds”, adopted at the European NGO Forum on 8 April 2003 in
Madrid;
6.
the existence of substantial variations among Council of Europe member states as regards their political,
economic and social situation and of the fact that a number of countries, particularly those with economies in
transition, may be less well equipped to meet the demands of modern disability policies and need more advice
and further assistance;
7.
the fact that policies for people with disabilities are faced with certain political, economic, social,
demographic, cultural and technological challenges, since, in the last decade, Europe has been undergoing
various changes, which affect the quality of life of the population and raise multiple challenges whilst offering
new opportunities for the development of coherent policies for people with disabilities;
8.
the fact that two aspects are especially relevant in relation to people with disabilities: on the one hand,
the increasing number of the European elderly population, which must be taken into account in any future
strategy for social cohesion, based on prevention of dependency on support services over the life course and
preservation of quality of life in old age; on the other hand, the fact that, as result of scientific advances in the
health field and the improvement of living conditions, persons with physical and mental impairments live longer
and fuller lives, generating new needs in relation to the provision of services, economic support and protection of
their human rights;
9.
the fact that 2003 has been proclaimed European Year of People with Disabilities by the European
Union, and that its main aim is to raise awareness of the rights of people with disabilities to equal opportunities
and promote full and equal enjoyment of these rights;
41
10.
the works of the UN Ad Hoc Committee “to consider proposals for a comprehensive and integral
international convention to promote and protect the rights and dignity of persons with disabilities”;
11.
the work carried out by the Council of Europe Committee on the Rehabilitation and Integration of People
with disabilities, enhancing intergovernmental co-operation in the framework of the Partial Agreement in the
Social and Public Health Field;
12.
the achievements of the Council of Europe and other international organisations, institutions or events as
listed in the Appendix to this Declaration;
2. Reaffirm:
13.
our commitment to securing human rights and fundamental freedoms for everyone under our countries’
jurisdiction, as set out in the European Convention on Human Rights, and that all human beings are born free
and equal in dignity and rights, and with a potential to contribute constructively to the development and wellbeing of society, and that all persons are equal before the law and entitled to equal protection of the law;
14.
that arrangements for the full and effective implementation of all human rights, as enshrined in European
and other international human rights instruments, must be applicable without any discrimination or distinction on
any ground, including disability;
15.
our will expressed in the 1st Conference of Ministers responsible for policies for people with disabilities,
held in Paris in 1991, to promote a coherent and integrated policy for persons with disabilities, and that
Recommendation No. R (92) 6 on “A coherent policy for people with disabilities” has inspired countries to adopt
legislative and policy measures leading to progress on the way to full participation, and that it is a basic
reference document which should serve as a platform for future action;
16.
that enhancing citizenship and full participation of people with disabilities requires empowerment of the
individual so that he/she can take control of his/her own life, which may require specific support measures;
3. Consider:
17.
that our main aim in the next decade is to improve the quality of life of people with disabilities and their
families, putting the emphasis on their integration and full participation in society, since a participative and
accessible society is of benefit to the whole population;
18.
that measures aimed at improving the quality of life of people with disabilities should be based on a
sound assessment of their situation, potential and needs, developing innovative approaches in services, taking
account of their preferences, entitlements and circumstances;
19.
that appropriate strategy to reach this aim should be expressed in a future Action Plan to promote the
elimination of all forms of discrimination against people with disabilities of all ages, with special focus on disabled
women and people with disabilities in need of a high level of support, so that they will all be able to enjoy their
human rights, fundamental freedoms and full citizenship;
20.
that it is necessary to adopt an integrated approach towards the elaboration of national and international
disability policies and legislation, and to duly reflect the needs of people with disabilities in all relevant fields of
policies, particularly in key areas such as access to housing, education, vocational guidance and training,
employment, the built environment, public transport, information, health care, and social protection;
21.
that it is a basic objective to develop economic, social, educative, employment, environmental and health
measures in order to maintain every disabled individual’s maximum capacity over the life course and in order to
help prevent disability;
22.
that education is a basic instrument of social integration and efforts should be made to give the
opportunity to children with disabilities to attend a mainstream school, if it is in the interest of the child, to
42
facilitate the transition from school or higher education to employment, and to develop the concept of life-long
learning;
23.
that equality of access to employment is a key element for social participation; therefore progress should
be made towards the integration of people with disabilities in the labour market, preferably in the open market,
shifting our focus to assessing abilities and implementing active policies, and that having a diverse workforce by
promoting access of people with disabilities in the ordinary labour markets is an added value for society;
24.
it vital to understand the social nature of technology and to make the best use of the potential of new
technologies, with the aim of increasing autonomy and interactions of people with disabilities in all areas of life;
25.
that as a result of scientific advances in the health field and the improvement of living conditions,
persons with physical, psychological and intellectual impairments live longer, generating new needs and
challenges in relation to the provision of care services, which should be met with innovative approaches;
26.
the need to ensure that the benefits of living longer do not result in an increasingly higher number of
persons dependent on support services, by fostering, among the population from an early age, healthy habits
and life conditions which enable a good state of physical and mental health at a later stage in life;
27.
that progress is required to provide for the removal of barriers and the adoption of the Universal Design
principle to ensure that new barriers are not created;
28.
that there is a small but growing number of people with disabilities in need of a high level of support and
we therefore recognise the need to strengthen structures around those individuals and their families without
departing from a model of community-based services;
29.
that the situation of women with disabilities in Europe deserves higher visibility and more specific
attention in order to guarantee their independence, autonomy, participation and social integration and that action
taken should support a gender mainstreaming approach to disability policy development;
4. Undertake:
30.
to work within anti-discriminatory and human rights frameworks towards mainstreaming equality of
opportunity for people with disabilities throughout all policy areas;
31.
not to discriminate on the grounds of the origin of the disability or the identity of the disabled person;
32.
to enhance the possibilities of people with disabilities to carry on an independent life, within the
community, through the progressive adoption of the principles of inclusive technologies and Universal Design
inter alia in the building of environments, public facilities, communication systems and housing;
33.
to work towards strengthening co-ordination across and between government departments; with a
particular commitment to promoting equity in mainstream service provision, health care and the legal system as
well as improving accountability between local, regional and national areas of responsibility;
34.
to promote the provision of quality services, responding to the needs of individuals with disabilities which
are accessed via published eligibility criteria, based on thorough and equitable assessment, shaped by the
disabled person’s own choices, autonomy, welfare and representation, with proper safeguards, regulation and
access to independent adjudication of complaints, and to consolidate and strengthen measures already in place;
35.
to champion the inclusion of people with disabilities in all walks of life through education and by making a
commitment to people with disabilities as citizens with control over their life;
36.
to progress the integration of people with disabilities into the labour market by moving the focus to
assessing abilities, in particular vocational abilities, and by making vocational guidance and training as well as
employment more accessible;
43
37.
to take full account of the needs of children with disabilities and their families as well as of elderly people
with disabilities without detracting from the current commitments to disabled adults of working age, whether or
not they are in employment, noting that employment cannot be allowed to stand as the only measure of
citizenship, arena for participation and route to human dignity;
38.
to continue supporting basic and applied scientific research particularly in the area of new information
and communication technologies, in order to improve aids that enable interactive participation in all areas of life;
39.
to implement the means necessary for an effective balancing of opportunities between men and women
and active participation of persons with disabilities, with special focus on women and girls within the areas of
education and training, employment, social policy, participation and decision-making, sexuality, social
representation, motherhood, home and family life, and on prevention of violence;
40.
to carry out further analyses of the scope of measures and provisions that would effectively improve
community living for people with disabilities in need of a high level of support, and to collect the statistical data
necessary for the definition and evaluation of disability policies;
41.
to have the needs of families of children with disabilities carefully assessed by the responsible
authorities with a view to providing measures of support to enable children to grow up with their families, to be
included in local children’s life, and to receive an education;
42.
to have the needs of families as providers of informal care thoroughly assessed, especially those with
children with disabilities or caring for persons in need of a high level of support, with a view to providing
measures of information, training and assistance, including psychological support, to enable life within the family;
43.
to work on the development of programmes and resources to meet the needs of persons with disabilities
as they age;
44.
to foster among the population from early age health habits and life conditions in order to reach active
ageing in the highest attainable standard of physical and mental health;
45.
to work towards the development of a positive image of people with disabilities in co-operation with
various stakeholders, including the media;
46.
to involve people with disabilities in decisions affecting them personally, and organisations of people with
disabilities in policy making, paying special attention to people with multiple disabilities or complex disorders and
those who are unable to represent themselves;
47.
to promote the involvement and collaboration of the social partners and all other public and private
stakeholders and actors involved in policy-making;
5. Recommend:
48.
that the Committee of Ministers of the Council of Europe continues to promote policies aimed at ensuring
full citizenship and active participation of people with disabilities, with the full participation of all member states,
and to strengthen the role of the Council of Europe as a platform for international co-operation in the field of
disability policy-making by inviting the Committee on the Rehabilitation and Integration of People with disabilities
and other relevant Council of Europe committees to further mainstream disability policies within their areas of
competence;
49.
the elaboration, taking into account the considerations raised at this Ministerial Conference, of a Council
of Europe Action Plan for people with disabilities: a new European policy framework for the next decade, based
on human rights and partnership between different actors, setting up strategic objectives and priority issues in
order to achieve full citizenship and active participation of people with disabilities in the life of the community,
through workable, affordable and sustainable policies;
44
50.
that the Council of Europe plays an active role in the negotiations in the context of the forthcoming
sessions of the United Nations Ad hoc Committee established “to consider proposals for a comprehensive and
integral international convention to promote and protect the rights and dignity of persons with disabilities”, by
making use of the Council’s extensive experience in human rights matters;
6. Invite:
51.
all Council of Europe member and observer states and representatives from European nongovernmental organisations to participate in the activities and work of the Council relating to the enhancing of a
coherent policy for and through full participation of people with disabilities;
7. Wish:
52.
to share the beliefs, values and principles concerning the human rights and fundamental freedoms of
people with disabilities, as well as full citizenship and active participation in the life of the community, set out in
this Declaration of European Ministers, and identified as common European features, with everybody, including
people outside Europe.
***
Finally, we thank the Spanish authorities for the excellent organisation of the Conference and for their generous
hospitality.
45
Appendice 2 al Piano d’Azione
Testi di riferimento
Convenzione per la Tutela dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali (ETS N. 5);
Carta Sociale Europea (ETS N. 35) e Carta Sociale Europea (emendata) (ETS N. 163);
Codice Europeo di Previdenza Sociale (ETS N. 48), Protocollo al Codice Europeo di Previdenza Sociale to (ETS
N. 48A), Codice Europeo di Previdenza Sociale (emendato) (ETS N. 139);
Convenzione per la Tutela dei Diritti Umani e la Dignità dell’Essere Umano relativamente all’Applicazione della
Biologia e della Medicina: Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina (ETS N. 164);
Convenzione Europea sul Patrimonio Architettonico (ETS N. 121);
Convenzione sul Paesaggio (ETS N. 176);
“Strategia per la Coesione Sociale” adottata dal Comitato Europeo per la Coesione Sociale del Consiglio
d’Europa in data 12 Maggio 2000;
Raccomandazione N. R (86) 18 del Comitato dei Ministri sulla Carta Europea su Sport per tutti: persone disabili;
Raccomandazione N. R (92) 6 del Comitato dei Ministri su una politica coerente per le persone con disabilità;
Risoluzione ResAP(95)3 su una carta sulla valutazione professionale delle persone con disabilità;
Raccomandazione N. R (96) 5 del Comitato dei Ministri agli stati membri sul modo di conciliare lavoro e vita
familiare;
Raccomandazione N. R (98) 3 del Comitato dei Ministri agli stati membri sull’accesso all’istruzione superiore;
Raccomandazione N. R (98) 9 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla dipendenza;
Raccomandazione N. R (99) 4 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla tutela giuridica degli adulti
incapaci;
Raccomandazione Rec(2001)12 del Comitato dei Ministri agli stati membri sull’adeguamento dei servizi di
assistenza sanitaria alla richiesta di assistenza sanitaria e di servizi di assistenza sanitaria in situazioni di
emarginazione;
Raccomandazione Rec(2001)19 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla partecipazione dei cittadini alla
vita pubblica locale;
Raccomandazione Rec(2002)5 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla tutela delle donne contro la
violenza;
Raccomandazione Rec(2003)3 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla partecipazione equilibrata di
donne ed uomini al processo decisionale politico e pubblico;
Raccomandazione Rec(2003)19 del Comitato dei Ministri agli stati membri sul miglioramento dell’accesso ai
diritti sociali;
Raccomandazione Rec(2004)10 del Comitato dei Ministri agli stati membri relativamente alla tutela dei diritti
umani e della dignità delle persone con disturbi mentali;
46
Raccomandazione Rec(2004)11 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulle norme giuridiche, operative e
tecniche per la votazione via Internet;
Raccomandazione Rec(2004)15 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla governance elettronica;
Raccomandazione Rec(2005)5 del Comitato dei Ministri agli stati membri sui diritti dei bambini che vivono in
istituti residenziali;
Risoluzione ResAP(2001)1 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sull’introduzione dei principi di
Progettazione Universale nei programmi di studi di tutte le figure professionali che lavorano nel settore
dell’ambiente edificato (“La Risoluzione di Tomar”);
Risoluzione ResAP(2001)3 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa “Per una piena cittadinanza delle
persone con disabilità tramite l’uso di nuove tecnologie globali”;
Risoluzione ResAP(2005)1 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla tutela dagli abusi di adulti e
bambini con disabilità;
Raccomandazione 1185 (1992) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sulle politiche di
riabilitazione per i disabili;
Raccomandazione 1418 (1999) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sulla tutela dei diritti umani
e della dignità dei malati terminali e dei moribondi;
Raccomandazione1560 (2002) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa “Per una concertazione
degli sforzi nel trattamento e nella cura delle lesioni al midllo spinale”;
Raccomandazione 1592 (2003) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa “Per una piena inclusione
delle persone con disabilità”;
Raccomandazione 1598 (2003) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sulla tutela dei linguaggi
dei segni negli stati membri del Consiglio d’Europa;
Raccomandazione 1601 (2003) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sul miglioramento delle
condizioni dei bambini abbandonati negli istituti;
Raccomandazione 1698 (2005) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sui diritti dei bambini negli
istituti;
Risoluzione 216 (1990) della Conferenza Permanente delle Autorità Locali e Regionali d’Europa (attualmente
Congresso delle Autorità Locali e Regionali del Consiglio d’Europa (Congresso)) sulla riabilitazione e
l’integrazione dei disabili: il ruolo delle autorità locali;
Raccomandazione 129 (2003) del Congresso e Risoluzione 153 (2003) sull’occupazione ed i gruppi vulnerabili;
Carta Europea emendata sulla Partecipazione dei Giovani alla Vita Locale e Regionale (Congresso), 21 Maggio
2003;
Dichiarazione Finale adottata dai Capi di Stati e di Governo degli stati membri del Consiglio d’Europa, riunitisi a
Strasburgo per il Secondo Vertice del Consiglio d’Europa (Ottobred 1997), i quali hanno riconosciuto che “la
coesione sociale rappresenta una delle principali necessità dell’Europa allargata e dovrebbe essere perseguita
in quanto complemento essenziale per la promozione dei diritti umani e della dignità”;
Dichiarazione Finale (Dichiarazione di Malta) adottata presso la Conferenza del Consiglio d’Europa sull’Accesso
ai Diritti Sociali, 14-15 Novembre 2002;
Contributi del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa;
47
Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo (1989);
Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966);
Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sui Diritti Civili e Politici (1966);
Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite dei Diritti Umani (1948);
Regole Standard delle Nazioni Unite sulle Pari Opportunità per le Persone con Disabilità (1993);
Dichiarazione di Salamanca dell’UNESCO ed Ambito di Azione per speciali necessità nel settore dell’istruzione
(1994);
Piano d’Azione Internazionale sull’Invecchiamento, adottato dalla Seconda Assemblea Mondiale
sull’Invecchiamento, Madrid, 8-12 Aprile 2002;
Strategia Regionale di Implementazione per il Piano d’Azione Internazionale sull’Invecchiamento di Madrid
2002, adottata dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per la Conferenza Ministeriale d’Europa
sull’Invecchiamento, Berlino, 11-13 Settembre 2002;
Classificazione Internazionale delle Menomazioni, della Disabilità e degli Handicap (ICIDH) (1980)
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS);
Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS);
Convenzione relativa alla Riabilitazione Professionale ed all’Occupazione (Persone Disabili) dell’Organizzazione
Internazionale del Lavoro (OIL) (N.C159), 1983, e la corrispondente Raccomandazione OIL sulla Riabilitazione
Professionale e sull’Occupazione (Disabili) (N. R168), 1983
Risoluzione del Consiglio e dei Ministri per l’Istruzione radunatisi con il Consiglio del 31 Maggio 1990 relativa
all’integrazione di bambini e giovani con disabilità nei sistemi di istruzione ordinari;
Comunicazione della Commissione sulle Pari Opportunità per le Persone con Disabilità: una Nuova Strategia
Comunitaria Europea sulle Disabilità (COM(96) 406 finale);
Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea e dei rappresentanti dei governi degli stati membri radunatisi
nell’ambito del Consiglio del 20 Dicembre1996 sulle pari opportunità per le persone con disabilità;
Raccomandazione del Consiglio del 4 Giugno 1998 su una carta di parcheggio per le persone con disabilità
(98/376/EC);
Risoluzione del Consiglio del 17 Giugno 1999 sulle pari opportunità occupazionali per le persone con disabilità
(1999/C 186/02);
Comunicazione dalla Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al
Comitato delle Regioni: Per un’Europa priva di barriere per le Persone con Disabilità (COM(2000) 284 finale);
Direttiva del Consiglio (2000/78/EC) del 27 Novembre 2000 che fissa un quadro generale per la parità di
trattamento nel lavoro e nell’occupazione;
Decisione del Consiglio (2000/750/EC) del 27 Novembre 2000 che fissa un programma di azione comunitario
nella lotta contro la discriminazione (2001-2006);
Decisione del Consiglio (2001/903/EC) del 3 Dicembre 2001 su un Anno Europeo delle Persone con Disabilità
2003;
48
Risoluzione del Consiglio del 6 Febbrario 2003 “Accessibilità elettronica” – migliorare l’accesso delle persone
con disabilità alla società basata sulla conoscenza, (2003/C 39/03);
Risoluzione del Consiglio del 5 Maggio 2003 sulle pari opportunità per scolari e studenti con disabilità
nell’istruzione e nella formazione (2003/C 134/04);
Risoluzione del Consiglio del 6 Maggio 2003 sull’accessibillità delle infrastrutture culturali e delle attività culturali
per le persone con disabilità (2003/C 134/05);
Risoluzione del Consiglio del 15 Luglio 2003 sulla promozione dell’occupazione e l’integrazione sociale delle
persone con disabilità (2003/C 175/01);
Comunicazione dalla Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al
Comitato delle Regioni: Accessibilità elettronica (COM(2005) 425 finale);
Comunicazione dalla Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al
Comitato delle Regioni: Attuazione, risultati e valutazione complessiva dell’Anno Europeo delle Persone con
Disabilità 2003 (COM(2005) 486 finale);
Comunicazione dalla Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al
Comitato delle Regioni: Situazione dei disabili nell’Unione Europea allargata: il Piano d’Azione Europeo 20062007 (COM(2005) 604 finale);
Comunicazione dalla Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al
Comitato delle Regioni: Pari opportunità per le persone con disabilità: un Piano d’Azione Europeo (COM(2003)
650 finale);
Dichiarazione di Madrid “La non-discriminazione più un’azione positiva portano all’inclusione sociale”, adottata
alla Conferenza di Madrid delle organizzazioni non governative tenutasi a Madrid, Marzo 2002;
Dichiarazione di Barcellona: la Città ed i Disabili (1995);
Dichiarazione dei Partner Sociali Europei sull’occupazione delle persone con disabilità (Colonia, Maggio 1999);
Dichiarazione dei Partner Sociali per l’Anno Europeo delle Persone con Disabilità: Promuovere le pari
opportunità e l’accesso all’occupazione per le persone con disabilità (20 Gennaio 2003);
Contributo del movimento europeo sulle disabilità alla Seconda Conferenza Europea sulla disabillità del
Consiglio d’Europa “Dalle parole ai fatti”, adottato presso il Forum delle NGO Europeee dell’8 Aprile 2003 a
Madrid.
49