Progetto Usciamo dal bozzolo Fin dalla sua istituzione l’Associazione si prefigge alcune importanti finalità destinate all’inclusione sociale delle persone con disabilità, tra cui quella di sostenere e promuovere processi di integrazione, attraverso l’attivazione di percorsi mirati al miglioramento dell’autonomia dell’individuo e delle sue capacità relazionali, di attivare spazi e servizi dove offrire momenti di aggregazione e socializzazione e di promuovere attività specifiche rivolte alla cura del benessere psicofisico, insieme ad iniziative finalizzate a far emergere e a contrastare il fenomeno dell’emarginazione. Tramite i nostri progetti formativi, vogliamo far emergere le potenzialità delle persone con disabilità, poiché il raggiungimento di obiettivi porta ad acquisire consapevolezza della propria persona e influisce positivamente sulla propria autostima, ponendo le basi per far emergere le qualità uniche presenti nel singolo che sono state da troppo tempo sotterrate e quasi dimenticate. La voglia di fare e di imparare è alla base di ogni azione; tutto questo, insieme all'amore che cerchiamo di imprimere in ogni nostro gesto, permette di raggiungere ogni giorno piccoli e grandi obiettivi. La nostra Organizzazione di Volontariato rappresenta un punto di riferimento per tante persone affette da disabilità motoria o intellettiva, nonché per le loro famiglie, offrendo, in un ambiente spesso disumanizzante come quello della periferia, uno spazio “sano”, un luogo in cui, attraverso la valorizzazione delle diversità, ognuno diventa consapevole dei propri talenti, senza dimenticare che, a proprio modo, ognuno di noi è portatore di una qualche “disabilità” e che nessuno di noi può superarla da solo. Lo spunto di riflessione che animerà il dibattito dell’evento è: LA DISABILITÀ NON È LA MIA VITA È una frase semplice, la cui comprensione profonda presuppone però una rivoluzione culturale che, ad oggi, non può dirsi pienamente compiuta. Troppo spesso infatti la società civile e le Istituzioni prediligono un approccio assistenzialistico nei confronti della disabilità, assumendo un atteggiamento che relega il “disabile” nel ruolo dell’anello debole, creando una divisione fittizia tra “normodotati”, che dispensano cure, e “handicappati” che le ricevono, come se le cure mediche e assistenzialistiche possano esaurire le esigenze dei portatori di disabilità. Noi invece vogliamo ribadire con forza il diritto ad una vita indipendente, avendo bene in mente che sono soprattutto le barriere comportamentali ed ambientali a far sentire “handicappata” la persona che nella propria esistenza sperimenta menomazioni fisiche o cognitive. Con la nostra testimonianza vogliamo quindi porre al centro del dibattito la PERSONA e non il deficit da essa sperimentato, fermamente convinti che il diritto all’autodeterminazione sia l’unico mezzo per raggiungere la piena integrazione e partecipazione alla società, come sancito anche dalla “Convenzione Internazionale sui diritti delle persone con disabilità” approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006. Tali diritti possono essere pienamente raggiunti solo attraverso il confronto costante e costruttivo tra le Istituzioni e le Associazioni come la nostra, che ben conoscono le problematiche che la disabilità comporta. È per questo che abbiamo invitato a partecipare al dibattito rappresentanti di vari Organi istituzionali.