Il PAURE E FOBIE Le paure sono episodi frequenti e comuni nella vita del bambino che accompagnano la sua crescita, iscrivendosi nel suo normale sviluppo. Le paure cambiano in base all’età. Nell’infanzia ci si trova di fronte a paure di tipo più irrazionale quali mostri, fantasmi, animali, con la crescita invece divengono sempre più complesse ed articolate, interessando più da vicino la sfera sociale e relazionale, come ad esempio la paura di apparire inadeguati. I bambini rispetto alle loro paure possono avere atteggiamenti differenti: possono parlarne in modo esplicito, lamentarsi frequentemente e intensamente oppure cercare di mascherarle perché se ne vergognano. di POLIAMBULATORIO COME AVVIENE UNA CONSULENZA DALLO PSICOLOGO INFANTILE Il primo incontro avviene solamente con i genitori senza il coinvolgimento del bambino . Questo primo colloquio ha lo scopo di affrontare il problema del bambino ripercorrendone le fasi ed evidenziandone le caratteristiche. Il primo incontro serve per capire se un intervento psicologico sia davvero necessario. In tal caso si procede con due incontri valutativi, nei quali verrà coinvolto il bambino senza la presenza dei genitori. In questi due incontri, che vengono solitamente vissuti dal bambino con tranquillità, vengono somministrati dei test che sono adatti all’infanzia e non rappresentano motivo di stress o disagio. LA VALUTAZIONE Terminata la fase valutativa, il quarto colloquio sarà nuovamente solo in presenza dei genitori e avrà lo scopo di spiegare i risultati della valutazione e programmare, se necessario, un intervento psicologico. Questo tipo di intervento implicherà sempre un coinvolgimento della famiglia che è attiva nel lavoro con il bambino, monitorandone il procedimento ogni 4 incontri. I colloqui con i genitori sono importanti proprio per favorire lo scambio psicologo genitore. (Autorizzazione all’esercizio n. 2009/102212 del 09 marzo 2009) Direzione Sanitaria: dr. Luciano Scaggiante Essere genitori non è un dovere; non è nemmeno un mestiere: è solo un diritto tra tanti diritti. LO PSICOLOGO INFANTILE Oriana Fallaci, da "Lettera a un bambino mai nato" Un aiuto per crescere GENNAIO - MARZO 2013 Per aderire alla Campagna, chiama subito Bissuola MEDICA e comunica all’atto della prenotazione il seguente Codice: PRCL2013 DOVE TROVARCI La struttura è facilmente raggiungibile con i mezzi propri dall’uscita CASTELLANA della tangenziale di Mestre ed è dotata di un ampio parcheggio riservato ai pazienti, oppure con i numerosi e frequenti mezzi pubblici (Autobus delle linee ACTV 12, 12/, 13, 13/, 31, 32). Orario di apertura: dal Lunedì al Venerdì h. 8.30 - 12.30 h. 14.30 - 20.00 Via Enrico Caviglia n. 1-3 Durante la Campagna Primo Colloquio euro 50,00 (laterale di via Bissuola, di fronte all’Istituto Berna) 30173 Mestre - Venezia Tel. 041.615759 Sito: www.bissuolamedica.it E-mail: [email protected] Tel.: 041.615759 CHI E’ LO PSICOLOGO INFANTILE? PRESENTAZIONE Lo psicologo infantile lavora con le famiglie e per le famiglie. Si occupa dell’infanzia e dell’adolescenza, delle difficoltà incontrate durante le diverse e difficili fasi dello sviluppo cognitivo, psico-affettivo e socio-relazionale. Lo Psicologo Infantile lavora anche con i genitori aiutandoli a capire quali siano le cause e le possibili soluzioni del disagio dei figli. QUANDO PUO’ ESSERE UTILE? Come nel mondo degli adulti anche nel mondo dei bambini e degli adolescenti sono presenti alcuni disturbi per i quali può essere utile consultare uno psicologo: Disturbo da Deficit d’Attenzione/ Iperattività (DDAI) Difficoltà relazionali- lutto e separazioni Disturbi del comportamento Disturbi d’ansia Disturbi dell’Apprendimento Scolastico (DAS) Disturbi dello spettro Autistico Disturbi del linguaggio Anoressia mentale infantile Enuresi notturna /Balbuzie /Tic Paure e Fobie Disturbi dello Sviluppo GENITORI Il mestiere del genitore è il mestiere più difficile e splendido del mondo, dice Stephen Littleword. La genitorialità è infatti il frutto di un processo in cui si articolano dimensioni individuali, relazionali e sociali. Dal punto di vista psicologico ha radici profonde legate alla storia personale dei genitori, a quella della coppia e alle caratteristiche peculiari del bambino. La genitorialità non è riconducibile alla pura funzione biologica del dare alla vita: essa consiste in primo luogo nel costruire e nel mantenere uno “spazio mentale” per il figlio, anzi per quel figlio, con i suoi specifici bisogni e le sue particolari risorse, e nel trasmettere in modo creativo l’eredità trasmessa dalla famiglie di origine. INFANZIA DISTURBI D’ANSIA Nell’infanzia si acquisiscono le fondamentali capacità cognitive, relazionali, comunicative e sociali che saranno di riferimento nell’età adulta. Ad ogni tappa dello sviluppo i bambini affrontano le loro battaglie. Le affrontano con il corpo, con le emozioni, con l’intelligenza. Provano, sbagliano, modificano i loro approcci, ottengono successi e così facendo acquistano indipendenza, sicurezza, fiducia in sé stessi. Può capitare però che in alcuni momenti, come ad esempio la nascita di un fratello/sorella, l’inserimento scolastico, la perdita di una persona cara, l’essere presi di mira dai compagni, le risorse per farvi fronte sembrino insufficienti. Trovare il significato di questi atteggiamenti all’interno del processo evolutivo darà possibilità al bambino di non rinforzare tali comportamenti disadattivi e migliorare le risposte per renderle adeguate e funzionali al superamento della crisi in atto. Si manifestano nel bambino come un senso di irrequietezza e di preoccupazione eccessiva costante per le attività scolastiche, sportive ecc. Il disturbo d’ansia si mostra attraverso sintomi fisici come mal di testa, mal di pancia, dolori agli arti , senso di nausea, difficoltà ad alimentarsi e ad addormentarsi. Può essere accompagnato da un eccesso di perfezionismo e da un’alta aspettativa delle proprie capacità. Se il disturbo si manifesta in adolescenza, i segnali sono diversi e si esprimono maggiormente attraverso il comportamento, presentando eccessi d’irritabilità ed aggressività. ADOLESCENZA L’adolescenza è un periodo d’evoluzione e cambiamento ed insieme un momento critico rispetto alla direzione che prenderà il processo di costruzione della personalità. L’adolescenza è una fase della vita in cui i dubbi su sé stessi, gli interrogativi sulla propria identità, l’insoddisfazione per il proprio corpo, le tensioni con i genitori e con gli amici possono costituire dei momenti di transizione che in alcuni casi, assumendo un peso eccessivo, provocano stati di sofferenza che, se protratti a lungo, possono comprometterne la serenità e la crescita. D I S T U R B O D A D E F I C I T D’ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ (DDAI) I bambini con DDAI manifestano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato. Questi bambini non riescono a seguire le istruzioni fornite, sono disorganizzati e sbadati nello svolgimento delle loro attività, non riescono a mantenere la concentrazione, sono facilmente distraibili e non portano a termine ciò che cominciano. DISTURDI DELL’APPRENDIMENTO SCOLASTICO (DAS) I Disturbi dell’Apprendimento Scolastico sono reali difficoltà nella comprensione e nell'uso del linguaggio, sia parlato sia scritto, che si manifestano in una limitazione delle capacità di ascoltare, parlare, leggere, scrivere, ragionare e/o fare calcoli. I DAS sono estremamente variabili. Alcuni individui possono avere difficoltà solo nell'ambito della lettura e scrittura, altri solo nell'ambito del calcolo e della soluzione di problemi matematici, altri ancora possono fare fatica a comprendere ciò che gli viene detto, altri, infine, possono presentare difficoltà in più ambiti contemporaneamente. DISTURBI DEL LINGUAGGIO I problemi di linguaggio nei bambini vengono solitamente identificati intorno ai tre anni di età, all’entrata nella scuola materna, anche se forme lievi di disturbi linguistici possono non essere riconosciuti fino all’adolescenza, quando il linguaggio diventa più complesso. Tra le varie forme di intervento per la cura di questo disturbo vi sono: il trattamento logopedico, il parent-training (psico-educazione per i familiari), la terapia di sostegno psicologico per il bambino e la terapia di gruppo. L’intervento psicologico è volto soprattutto a potenziare le abilità sociali carenti nel bambino, allo scopo di facilitarlo nella comunicazione. Una particolare attenzione è rivolta al trattamento di eventuali problematiche psicologiche legate alla presenza del disturbo come la bassa autostima o l’isolamento sociale. LUTTO E SEPARAZIONE I bambini non sempre sono in grado di realizzare quanto stia accadendo loro, né tantomeno di riconoscere le conseguenze di un evento traumatico su di loro. Questo può accadere, ad esempio, nel caso di una pesante umiliazione subita di fronte ai compagni di scuola, per la morte di una persona importante per il bambino, per situazioni quotidiane negative ripetute nel tempo, o per separazioni importanti come quella tra i genitori o un trasloco. Le conseguenze di un trauma non adeguatamente elaborato possono evidenziarsi attraverso problemi comportamentali o relazionali, oppure col manifestarsi di problematiche dello sviluppo rispetto alle consuete “tabelle di marcia”.