Seconda puntata della gara a squadre. 8 Gennaio 2004 Soluzioni. Quesito 1 Un cubo K di volume 1 contiene un poliedro convesso M. La proiezione perpendicolare di M su ogni faccia di K coincide con la faccia stessa. Qual è il più piccolo volume possibile di M? Soluzione La proprietà, che la proiezione perpendicolare di M coincida con la faccia di V su cui si proietta, è equivalente al fatto che M intersechi ogni spigolo di K. Si scelga un punto appartenente a M su ogni spigolo di K, e sia M′ la chiusura convessa di questi 12 (non necessariamente distinti) punti. M′ è quindi un poliedro convesso contenuto in M e soddisfacente la stessa proprietà. Si osservi che M′ è ottenuto da K asportando, per ogni vertice V di K, la piramide avente vertici in V e in quelli, tra i 12 punti individuati precedentemente, che si trovano sui tre spigoli di K concorrenti in V (si noti che alcune di queste piramidi possono essere degeneri, nel caso che alcuni dei 4 punti così individuati vengano a coincidere). Sia pari a 1 la lunghezza dello spigolo e siano F e G due facce opposte di K. Il volume totale di tutte le piramidi escisse da K e aventi base giacente su F può essere maggiorato nel modo seguente: poichè le piramidi in questione sono disgiunte, la somma delle aree delle loro basi è al più uguale all’area di F, cioè 1, e l’altezza di ogni piramide è al più 1, quindi il volume totale di dette piramidi è al più 13 . La stessa maggiorazione vale ovviamente per le piramidi aventi base su G; poichè ogni piramide escissa da K per ottenere M′ ha base su F o su G, il volume totale di tutte queste piramidi è al più 23 , dunque il volume di M′ è almeno 13 . Infine, un M con volume 13 è dato dalla chiusura convessa di 4 vertici non adiacenti di K: in questo caso M è un tetraedro regolare ed è facile vedere, o mediante un argomento simile a quello dato precedentemente, o calcolando direttamente la lunghezza dello spigolo di M, che il suo volume è infatti 13 , che è anche la risposta al problema. Quesito 2 Determinare la minima area di un pentagono convesso avente i vertici con coordinate intere. Puó essere utile sfruttare la seguente formula, chiamata Teorema di Pick: se un poligono ha i vertici con coordinate intere la sua area coincide con A B/2 − 1 dove A indica il numero di punti interni al poligono con coordinate intere e B il numero di punti che stanno sulla frontiera del poligono e hanno coordinate intere. Soluzione. Riportiamo la soluzione che ci ha inviato la squadra del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Dolo (Venezia). Dimostriamo innanzitutto che un poligono di 5 lati contiene al suo interno almeno un punto del reticolo (chiamiamo reticolo l’insieme dei punti del piano aventi coordinate intere). Chiamiamo x 1 , x 2 , x 3 , x 4 , x 5 le ascisse (intere) dei 5 punti e y 1 , y 2 , y 3 , y 4 , y 5 le rispettive ordinate. Consideriamo ora le congruenze modulo 2 delle ascisse. Per il "principio dei cassetti", possiamo trovare 3 ascisse appartenenti alla stessa classe di resto modulo 2. Ma sempre per lo stesso principio, considerando le rispettive ordinate di questi 3 punti, posso trovare 2 ordinate appartenenti alla stessa classe di congruenza modulo 2. Ciò sta a indicare che possiamo trovare una coppia di punti (diciamo A e B) che hanno le ascisse e le ordinate con la stessa parità e questo significa che il punto medio del segmento che li unisce appartiene al reticolo e appartiene anche al poligono grazie alla convessità. Distinguiamo ora due casi. Il punto medio può appartenere ad un lato del pentagono o può essere interno al pentagono. Se il punto è interno al pentagono, ossia appartiene a una delle diagonali, abbiamo dimostrato ciò che intendevamo dimostrare. Se esso appartiene invece a un lato, consideriamo il pentagono avente vertici MBCDE (M è il punto medio di AB) . Esso è convesso e ha area minore di ABCDE. Possiamo reiterare il procedimento fino ad ottenere un pentagono convesso privo di lati aventi punti appartenenti al reticolo, eccettuati i vertici. A questo punto certamente un punto è interno al pentagono per quanto visto sopra. È ora banale risolvere il problema iniziale. Per il Teorema di Pick, poichè il pentagono ha almeno 5 vertici appartenenti al reticolo e almeno un punto del reticolo ad esso interno, l’area vale almeno 52 1 − 1 52 . Quesito 3 Dimostrare che ogni potenza di 5 ha un multiplo nella cui rappresentazione decimale non compare la cifra 0. Soluzione. Consideriamo una potenza di 5, sia 5 p . Se la sua rappresentazione decimale non contiene zeri siamo a posto, nell’altro caso sia r ≥ 1 il numero di cifre che compaiono a destra dell’ultimo zero di 5 p . Consideriamo ora il numero 5 p 10 r 1 : il numero di cifre che compaiono a destra del suo ultimo zero è per lo meno r 1 dato che termina con le stesse r cifre del precedente e la cifra al posto r 1 è non nulla in quanto è pari a 5. Procediamo nello stesso modo fin quando troveremo un multiplo n5 p le cui ultime p cifre sono tutte non nulle. Sia ora m il resto della divisione di n con 2 p , cioè valga n k2 p m con 0 ≤ m 2 p . Si ha m5 p n5 p − k10 p e quindi m5 p e n5 p hanno le stesse p cifre finali e dato che m5 p ha al massimo di p cifre essendo minore di 2 p 5 p , abbiamo trovato un multiplo di 5 p senza zeri nella sua rappresentazione decimale. Quesito 4 Consideriamo l’insieme A formato da tutti gli interi da 1 a p : A 1 , 2 , … , p . Eseguiamo cancellazioni successive, procedendo ad ogni passo secondo la seguente regola: scegliamo un numero k in A fra quelli non ancora cancellati e cancelliamo tutti i numeri che dividono k p. Determinare tutti i numeri primi p per i quali, seguendo questo procedimento, sia possibile cancellare tutti i numeri di A. Soluzione. Dimostriamo che gli unici primi con la proprietà richiesta sono i numeri 2 e 3. Se p ∈ 2, 3, scegliendo il numero p, vengono cancellati i divisori di 2p, cioè tutti gli elementi di A. Consideriamo ora un primo p ≥ 5 e dimostriamo che in questo caso non è possibile cancellare tutti i numeri di A. Procedendo per assurdo, supponiamo che ciò sia possibile in n passi, scegliendo successivamente i numeri k 1 , k 2 , … , k n . (Ovviamente possiamo supporre che ad ogni passo sia stato cancellato almeno un numero, altrimenti quel passo sarebbe stato inutile.) Necessariamente n 1 perché altrimenti k 1 p dovrebbe essere multiplo di tutti gli elementi di A, in particolare k 1 p sarebbe multiplo di 3p che è, però, maggiore di k 1 p. L’ultima scelta, quella di k n , deve cancellare k n stesso, per cui k n divide k n p. Ma ciò implica che k n |p, da cui k n p (ovviamente k n ≠ 1 perchè l’1 è stato cancellato subito nel primo passo). Di conseguenza, l’ultima scelta può aver cancellato soltanto dei divisori di 2p diversi da 1. In altre parole, dopo la penultima cancellazione è rimasto non cancellato p ed eventualmente il 2. Consideriamo separatamente questi due casi. (a) Se prima dell’ultima scelta fosse rimasto non cancellato soltanto il numero p, anche la scelta di k n−1 avrebbe cancellato k n−1 stesso, da cui (come prima) k n−1 |p. Visto che k n−1 ≠ p k n , si avrebbe k n−1 1. In tal caso sarebbe n 2 (perché l’1 viene cancellato nel primo passo) e tutti i numeri 1, 2, … , p − 1 dividerebbero p 1; ma p1 2 p − 1 non può dividere p 1 perchè il numero p−1 1 p−1 non è intero se p ≥ 5. (b) Dal punto (a) segue che, prima dell’ultima scelta sono rimasti non cancellati i due numeri 2 e p, e la scelta di k n−1 non ha cancellato k n−1 stesso. Necessariamente p2 3 non intero, il numero p − 1 è stato cancellato prima k n−1 2. Essendo p−1 1 p−1 del penultimo passo, cioè con la scelta di un k i con i n − 1. Essendo p ki 2p 1 2 2 3, p−1 p−1 p−1 necessariamente p k i 2p − 1, ma ciò implica che, con la scelta di k i , è stato cancellato anche il 2, una contraddizione. Quesito 5 Dato un quadrato ABCD, sia k la circonferenza costruita sul diametro AB. Sia t 1 la retta tangente a k dal punto C (diversa dalla retta BC); essa interseca AD nel punto P. Sia t 2 la retta tangente comune esterna (diversa dalla retta AD) della circonferenza k e la circonferenza inscritta nel triangolo CDP. Dimostrare che le rette t 1 e t 2 sono perpendicolari. Soluzione La soluzione seguente è quella che ci ha inviato l’Istituto tecnico agrario statale di Limbiate (Milano). Purtroppo questa "dimostrazione" presenta un grosso errore che mi ha segnalato Giovanni Viglietta di Fossano (Cuneo) e che mi aveva completamente ingannato: lascio al lettore il gusto di scoprire dove sta la pecca. Tracciamo la bisettrice dell’angolo DJC, che passa per l’incentro O del triangolo DCJ; tracciamo i raggi OM,OL perpendicolari a t 1 e t 2 nei punti di tangenza e i raggi ON e OK perpendicolari ai lati nei punti di tangenza. I triangoli ONH e OLH sono uguali avendo i tre lati uguali e analogamente i triangoli OKJ e OMJ sono fra loro uguali. Quindi i due triangoli JDH e JXH risultano uguali avendo uguali gli angoli in J e in H e avendo il lato JH in comune. Questo significa che l’angolo JXH è retto come lo è l’angolo in D, cioè le rette t 1 e t 2 sono perpendicolari. Vediamo ora una dimostrazione corretta e il corrispondente disegno. Possiamo supporre che il quadrato sia di lato unitario. Determiniamo prima il raggio della circonferenza k ′ inscritta nel triangolo CDP. Siano Q il punto del segmento BC tale che PQ sia parallelo a AB, e T il punto comune di k e PC . Allora x : PA PT e CT CB 1. Il triangolo PQC è rettangolo, per cui 1 1 − x 2 1 x 2 . Ne segue che x 1/4. È noto che l’area di un triangolo di lati a, b, c è uguale a 12 a b c , dove è il raggio della circonferenza inscritta nel triangolo. Applicando questa formula al triangolo CDP, otteniamo facilmente che il raggio di k ′ vale 1/4. Denotiamo con M e N il punto medio rispettivamente di AD e di BC, e con O e O ′ il centro rispettivamente di k e di k ′ . Essendo il raggio di k ′ uguale a 1/4, la retta MN è tangente a entrambe le circonferenze k e k ′ . Rispetto alla retta OO ′ , la retta t 1 è simmetrica alla MN e la retta t 2 è simmetrica alla AD. Di conseguenza, l’angolo fra t 1 e t 2 ha la stessa ampiezza dell’angolo fra MN e AD, cioè 90 ∘ .