UNITÀ DIDATTICA: LE UNIFICAZIONI NELLA FISICA Introduzione

UNITÀ DIDATTICA: LE UNIFICAZIONI NELLA FISICA
1.
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3.
4.
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6.
7.
8.
Introduzione
Obiettivi
Requisiti iniziali
Contenuti
Tempi di realizzazione
Strategie didattiche
Strumenti utilizzati
Valutazione
1. Introduzione e impostazione didattica
Nell'intera storia della Fisica è stato costante il tentativo di ricondurre la molteplicità dei
fenomeni naturali a un insieme il più limitato possibile di principi, semplici e generali. In questa
direzione si muove anche la Fisica moderna, con la G.U.T. (Grand Unification Theory) che
dovrebbe unificare le quattro interazioni oggi conosciute, riducendole ad aspetti diversi di un unico
fenomeno. Nella presente unità didattica propongo una riflessione storica per una classe Quinta di
Liceo Scientifico (tradizionale) che porti a riunire, secondo un unico filo conduttore, le "grandi
unificazioni" già esaminate dagli studenti nel corso del triennio di studi. Molto spesso i testi
trascurano il significato "unificante" di alcuni risultati della Fisica. L'unità didattica è pensata per
l'ultima parte dell'anno, subito dopo lo svolgimento delle equazioni di Maxwell.
Secondo l'impostazione di cui sono convinto, l'unità si limiterà all'elettrodinamica classica,
senza spingersi alla Fisica moderna, per la quale d'altra parte mancano gli strumenti matematici
essenziali; al termine dell'unità pertanto saranno fornite alcune nozioni generali riguardanti l'atomo
e le quattro interazioni, ma non si introdurrà il modello standard indulgendo in una descrizione a
mio parere tanto particolareggiata quanto poco scientifica.
2. Obiettivi
Prescindo dagli obiettivi generali della materia per la classe in esame ed esamino direttamente
gli obiettivi specifici dell'Unità didattica:
- Saper cogliere il significato delle unificazioni come tentativo di descrizione semplice e generale
della Natura
- Riconoscere i principi unificanti esaminati nel corso di studi (principalmente nelle classi quarta
e quinta) e sapere descrivere adeguatamente le unificazioni Meccanica-Termodinamica,
Elettricità-Magnetismo, Elettromagnetismo-Ottica
- Accostarsi a una delle direttrici basilari di sviluppo della Fisica, con qualche nozione semplice
di Fisica moderna
3. Requisiti iniziali
Per poter seguire costruttivamente la presente unità didattica è necessario avere acquisito i
concetti base dell'Elettromagnetismo fino al teorema di Ampère e alla legge di Faraday-Neumann.
Tali argomenti sono richiesti nel curriculum usuale della classe quinta; pertanto la loro acquisizione
deve essere stata verificata in precedenza. Qualora l'insegnante osservi la presenza di lacune vistose,
sarà opportuno rimandare la realizzazione dell'Unità fino a che i concetti base non saranno dominio
diffuso della classe.
Oltre ai requisiti iniziali, allo scopo di introdurre la presente unità sarà opportuno avere
preparato il cammino negli svolgimenti precedenti, con particolare attenzione ai seguenti punti:
- Durante la classe quarta, un accurato svolgimento della teoria cinetica dei gas perfetti, con
commenti e applicazioni
- Nella prima parte dell'elettrostatica saranno stati trattati esercizi sull'atomo: calcolo della
repulsione fra due protoni in un atomo di elio, calcolo dell'attrazione elettrostatica fra protone
ed elettrone nell'atomo di Idrogeno (di Bohr)
-
Il principio di equivalenza di Ampère con esempi e un'accurata analisi delle linee di campo
magnetico (eventualmente anche in laboratorio)
4. Contenuti
Illustro schematicamente i contenuti dell'Unità didattica. Al termine dell'esposizione illustrerò
più in dettaglio la quarta lezione.
Prima lezione: discussione guidata sulle conoscenze dei ragazzi in merito alle unificazioni nella
Fisica. Excursus storico sulla ricerca di principi unificanti e sulla semplificazione nella Fisica e
nella Scienza in generale. Cenno al "rasoio di Occam" e collegamenti filosofici.
Seconda lezione: ripasso (eventualmente proposto da qualcuno degli studenti) sulla teoria
cinetica dei gas perfetti e sul suo significato di riconduzione della Termodinamica a fenomeni
meccanici.
Terza lezione: richiamo al principio di equivalenza di Ampère (in particolare all'equivalenza fra
solenoide e magnete a sbarretta) e all'unificazione fra fenomeni elettrici e magnetici. Interpretazione
microscopica degli atomi come circuiti orientati. Percorso storico dell'unificazione ElettrologiaMagnetismo a partire da Oersted fino ad Ampère.
Quarta lezione: le equazioni di Maxwell. Esposizione e interpretazione. Correzione della quarta
equazione per le correnti di spostamento. Analisi delle equazioni nel vuoto. Propagazione di
un'onda elettromagnetica: densità di energia, velocità di propagazione. Unificazione
Elettromagnetismo-Ottica.
Quinta lezione: interpretazione delle forza macroscopiche. Cenno alle forze nucleari e alla
G.U.T. Durante la lezione saranno letti in classe alcuni passi scelti dal capitolo 10 (intitolato
"L'unificazione della Fisica") del testo "Dal Big Bang ai buchi neri di Stephen Hawking.
5. Tempi di realizzazione
Ciascuna delle prime tre lezioni richiederà un'ora; per la quarta lezione invece si impiegheranno
tre ore, per la quinta nuovamente un'ora, per un totale di sette ore di lezione.
6. Strategie didattiche
La prima lezione sarà svolta come discussione guidata; la seconda sarà proposta come ripasso a
uno o più studenti. Le altre lezioni saranno normali lezioni strutturate.
7. Strumenti utilizzati
L'unità didattica non prevede l'uso di alcuno strumento particolare all'infuori del libro di testo.
8. Valutazione
Per la valutazione si propongono domande che potranno essere poste tanto nelle interrogazioni
quanto nelle esercitazioni di terza prova (eventualmente proponendo un'attività interdisciplinare con
il programma di Filosofia). In quest'ultimo caso dovrà essere fissato un limite per la lunghezza della
risposta.
Esempi di domande:
- Illustrare in generale le unificazioni che hai incontrato durante il corso di Fisica
- Esporre la deduzione delle caratteristiche dell'onda elettromagnetica dalle equazioni di
Maxwell
- Enunciare il principio di equivalenza di Ampère e il suo significato
- Ripercorrere le tappe che hanno condotto all'interpretazione dei fenomeni magnetici come caso
particolare dei fenomeni elettrici
- Illustrare la sintesi maxwelliana a partire dalle quattro equazioni
- Spiegare la correzione della quarta equazione di Maxwell per il caso delle correnti di
spostamento
La valutazione delle risposte, tanto nell'orale quanto nello scritto, sarà svolta secondo la
seguente griglia:
Griglia
Esempio di lezione
Quarta lezione: le equazioni di Maxwell. Esposizione e interpretazione. Correzione della quarta
equazione per le correnti di spostamento. Analisi delle equazioni nel vuoto. Propagazione di
un'onda elettromagnetica:
Elettromagnetismo-Ottica.
densità
di
energia,
velocità
di
propagazione.
Unificazione
Si partirà dall'esposizione delle quattro equazioni di Maxwell, già note agli studenti anche se
non sotto questa denominazione:
  2)   0 3) E  dl   d B 4) B  dl   i
1)  E 
0
B


0
dt
Tali equazioni, già note al tempo del lavoro fondamentale di Maxwell (pubblicato nel 1873)
rivestono un'importanza fondamentale nella descrizione di tutti i fenomeni elettromagnetici. È però
necessaria una correzione all'equazione 4, in un caso particolare. È già noto agli studenti che il
teorema di Ampère afferma che la circuitazione del campo magnetico lungo un qualunque percorso
chiuso nello spazio è pari alla permeabilità magnetica nel vuoto moltiplicata per la somma delle
correnti concatenate col percorso chiuso. Sorge però una difficoltà nel caso di un circuito RC in
carica, che è stata risolta dallo stesso Maxwell supponendo che tra le armature del condensatore sia
presente una corrente detta "di spostamento" in contrapposizione a quella di conduzione che
avviene normalmente lungo un conduttore. In tal modo la quarta equazione diventa:
 
d E
4)  B  dl   0  i   0  0
.
dt
L'intuizione fondamentale di Maxwell fu comprendere che le quattro equazioni oggi note col
suo nome sono sufficienti a descrivere tutti i fenomeni elettrici e magnetici nello spazio vuoto
oppure in un mezzo materiale. In particolare nel vuoto, in assenza di cariche libere e di correnti, le
equazioni si simmetrizzano e divengono:
 
 
d B
d E
1)  E  0
2)  B  0
3)  E  dl  
4)  B  dl   0  0
dt
dt
In particolare la terza equazione indica che, nel vuoto, un campo magnetico variabile (flusso
variabile) genera un campo elettrico (cioè una circuitazione non nulla per il campo elettrico); la
quarta invece spiega che un campo elettrico variabile genera a sua volta un campo magnetico. È
facile rendersi conto, analizzando alcuni fenomeni noti (corrente generata da un magnete in
movimento, campo magnetico generato da un filo percorso da corrente) che il campo elettrico e
magnetico sono sempre perpendicolari fra loro. Con questa premessa esaminiamo il seguente
fenomeno: si abbia un campo elettrico variabile (per esempio un dipolo elettrico che inverte
periodicamente la sua polarità). Nello spazio circostante al dipolo si genera un campo magnetico
variabile, il quale a sua volta genererà un campo elettrico e così via. Si è venuta così a formare un
perturbazione che si propaga nello spazio vuoto. Esaminiamo le caratteristiche di tale perturbazione.
(Disegni e conti)
Dunque la perturbazione generata dal dipolo si propaga con una velocità pari a quella della luce.
Qui sta la rivoluzionaria novità delle equazioni di Maxwell, poi confermata da molti esperimenti (a
partire da quelli di Hertz): cos'è questa perturbazione dello spazio? Evidentemente la luce è un
oggetto di questo tipo, e cioè un'onda elettromagnetica. La luce si propaga nel vuoto con una
velocità pari a c, e non è altro che un susseguirsi di campi elettrici e magnetici fra loro
perpendicolari, e perpendicolari anche alla direzione di propagazione. Molto importante è anche il
risultato E=cB.