Istituto MEME associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles Un magico forziere Musicoterapia con un bambino affetto da epilessia Scuola di Specializzazione: Relatore: Contesto di Project Work: Tesista Specializzando: Anno di corso: Musicoterapia Dott.ssa Roberta Frison Scuola dell'infanzia Dott.ssa Barbara Venturi Secondo Modena: 8 settembre 2012 Anno Accademico: 2011 - 2012 Indice dei Contenuti PRIMA PARTE 1. Introduzione .................................................................................................... 4 2. Inquadramento della malattia ............................. ......................................... 7 2.1. L'epilessia ….................................................….………………………. ..7 2.2. Caratteri specifici della malattia ....……………………………………. 15 2.3. Eziologia …........... …………………………………………...…......19 3. Musicoterapia …............................................................................................ 23 3.1 . Il modello psicodinamico di Roland Benenzon ..................................... 26 3.1.1. Il principio dell'ISO ..................................................................... 26 3.1.2. L'oggetto intermediario ................................................................ 28 3.2. La musicoterapia di Gertrude Orff .......................................................... 28 3.2.1. La musicoterapia Orff e il suo riferimento all'Orff Shulwerk ..... 29 3.2.2. I mezzi .......................................................................................... 31 3.2.3. Strumentario Orff …..................................................................... 32 3.2.4. La dinamica terapeutica ............................................................... 34 4. La globalità dei linguaggi …......................................................................... 34 5. La ricerca oggi ............................................................................................... 38 6. Il massaggio sonoro ....................................................................................... 40 7. I sette chakra ................................................................................................. 44 SECONDA PARTE 1. Tecniche d'intervento utilizzate ................................................................... 47 2. Analisi del caso e colloquio con la famiglia ................................................. 48 3. Il progetto ...................................................................................................... 51 4. Obiettivi ......................................................................................................... 52 5. Il setting ......................................................................................................... 53 6. Strumenti, materiali e metodi ...................................................................... 54 7. Come si svolge la seduta ............................................................................... 56 8. Verifica e documentazione ........................................................................... 60 8.1. Protocollo seduta n.1 ….......................................................................... 62 8.2. Protocollo seduta n.5 .............................................................................. 64 8.3. Protocollo seduta n.10 ............................................................................ 66 8.4. Protocollo seduta n.16 ............................................................................ 68 9. Un mese in più ............................................................................................... 70 10. Riflessioni conclusive .................................................................................. 75 11. Bibliografia .................................................................................................. 77 12. Sitografia ..................................................................................................... 78 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 1. INTRODUZIONE Gianni (ho usato un nome diverso per il rispetto della privacy) è un bambino affetto da epilessia non specificata. L'ho conosciuto lo scorso anno scolastico quando, i primi di ottobre, partecipai ad una riunione di programmazione della scuola materna dove stava finendo l'inserimento (periodo di tempo durante il quale l'alunno frequenta la scuola per un tempo limitato in modo da permettergli di conoscere ed accettare la nuova realtà gradualmente e senza traumi). Le insegnanti me ne parlarono come di un bambino con seri problemi comportamentali, grave ritardo mentale e completamente ingestibile in un contesto comunitario. Io divenni la sua educatrice per un totale di 15 ore settimanali pomeridiane. Il nostro primo incontro non fu dei migliori, Gianni correva dappertutto nella sezione, saliva sui banchi e sui mobili, si buttava a terra urlando, rideva a crepapelle senza nessun motivo apparente e improvvisamente si avventava su qualche compagno ignaro per poi pizzicarlo, spingerlo e sputargli in faccia. Gianni è un bambino bellissimo, gli occhi profondi e scuri trasmettono tenerezza, il suo sguardo a volte indifeso a volte sfuggevole mi ha subito catturato e fin dal nostro primo incontro ho provato per lui un interesse particolare. Dopo un anno scolastico tra noi si è instaurato un rapporto di reciproco rispetto __________________________________________________________________ 4 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 nel quale lui conosce le regole da rispettare sulle quali io non transigo e io lascio spazio ad alcuni suoi comportamenti un po' stravaganti ma sicuramente innocui sia per lui che per il resto dei compagni. Siccome Gianni non parla, è molto difficile per lui trasmettere le sue emozioni e i suoi bisogni e di conseguenza ha messo in atto, in questi anni, molti “comportamenti problema” che sono risultati funzionali all' ottenimento di ciò che vuole. Credo fermamente nel potere della musica quale canale privilegiato di comunicazione e condivisione in ambito scolastico ed extrascolastico. Il linguaggio sonoro e l'espressione corporea, mediatori della comunicazione, possono essere considerati come momenti/spazi, fisici e psicologici, significativi, in cui la persona può trovare la collocazione a sé più congegnale, nel rispetto delle, e a partire dalle, proprie e altrui diversità. La musica motiva all'azione, alla partecipazione, può essere motore eccezionale per stimolare l'interesse verso gli apprendimenti1. Per queste ragioni ho progettato per Gianni un laboratorio di musicoterapia che prevede: Attività di ascolto. Massaggio sonoro. Attività di “canto”. Improvvisazione sonoro-musicale. 1 A. M. Russo. Viaggio nel silenzio. Tesi finale di specializzazione in Musicoterapia – Istituto MEME, U.E. Jean Monnet. __________________________________________________________________ 5 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Ho osservato molto accuratamente tutti gli aspetti del comportamento di Gianni, ogni gesto, ogni suono da lui emesso o prodotto, ogni movimento, ho esaminato con attenzione tutti i “comportamenti problema” che metteva in atto e in quali situazioni e dopo un anno scolastico mi sono sentita pronta ad affrontare con lui questo percorso, piena di dubbi ma con l'entusiasmo di chi crede fermamente in quello che fa e sicura di avere di fronte un bambino con enormi potenzialità. La tesi si apre con un inquadramento generale dell'epilessia seguito dai modelli di riferimento alle teorie di R. Benenzon e di G. Orff. Ho dedicato un capitolo alla ricerca e alle recenti scoperte dell'influenza della musica sul sistema nervoso e ai collegamenti tra neuroscienze e musicoterapia. Chiude il lavoro la verifica dei risultati ottenuti. La strada da percorrere per Gianni è ancora lunga e spero mi venga data la possibilità di continuare con lui il percorso di musicoterapia che, seppur con alti e bassi e con notevoli difficoltà, ci ha aiutato a superare le innumerevoli problematiche che si sono presentate nel corso di questo anno scolastico. Attraverso la musica sono riuscita ad entrare in contatto empatico con Gianni e questo mi ha permesso di contenerlo, di aiutarlo a crescere e di iniziare a sviluppare in lui la capacità di chiedere aiuto. __________________________________________________________________ 6 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 2. Inquadramento della malattia 2. 1 L'epilessia 2 L'epilessia è una condizione neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti e improvvise "crisi epilettiche". La crisi epilettica è un evento parossistico causato dalla scarica improvvisa, eccessiva e rapida di una popolazione più o meno estesa di neuroni che fanno parte della sostanza grigia dell'encefalo. L'aggregato di neuroni interessati dalla scarica viene definito "focolaio epilettogeno”. A seconda delle caratteristiche della scarica, le manifestazioni cliniche possono variare da convulsioni drammatiche a semplici fenomeni sensoriali non riconoscibili dall'osservatore esterno. Il termine "crisi epilettica" deve essere differenziato dal termine "epilessia": quest'ultimo indica una condizione caratterizzata dalla ricorrenza di episodi convulsivi dovuti a una patologia cronica sottostante. Un individuo che ha presentato una singola crisi, o anche più crisi dovute a una condizione clinica che può essere trattata o evitata, non è affetto da epilessia. L'incidenza e la prevalenza delle crisi sono influenzate da diversi fattori, ma si stima che tra 5 e il 10% degli individui presentano nel corso della vita un episodio convulsivo (con una frequenza più alta tra i bambini e gli anziani). 2 www.wikipedia.it __________________________________________________________________ 7 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Riferendosi a un fenomeno clinico, il termine epilessia è un termine generico, giacché esistono molte forme e molte cause di epilessia. Tuttavia, nell'ambito delle diverse forme di crisi epilettiche si possono individuare varie sindromi con caratteristiche cliniche e patologiche ben definite. Tipologie di crisi Le crisi epilettiche si diversificano in: crisi parziali; crisi elementari o "semplici" (con segni motori, sensitivi, autonomici, psichici); crisi parziali complesse; crisi parziali complesse secondariamente generalizzate; crisi generalizzate; piccolo male ("assenze"); grande male ("crisi tonico-cloniche"); toniche; atoniche; miocloniche; crisi non classificate; convulsioni neonatali; spasmi infantili; __________________________________________________________________ 8 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Crisi parziali Interessano un'area più o meno circoscritta dell'encefalo. Si definiscono semplici se non c'è alterazione dello stato della coscienza, complesse se c'è compromissione di vario grado dello stato di coscienza, spesso precedute da segni premonitori, detti aura). Le crisi che iniziano come parziali e poi si diffondono all'intero cervello, sono classificate come "crisi parziali a secondaria generalizzazione". Crisi parziali semplici Queste crisi avvengono in un emisfero. Le caratteristiche date dall'elettroencefalogramma sono unilaterali e focali, almeno all'inizio. Questi tipi di crisi sono suddivisi a seconda delle manifestazioni cliniche di accompagnamento: Con segni motori Dura pochi secondi e la sintomatologia dipende dall'area interessata: Crisi focali motori: le uniche ad essere stabilizzate nella loro sede. È data da contrazione tonica → poi "clonie" che esordiscono al livello dell'emivolto o porzione limitata di un arto (mano, piede) → estensione successiva fino → interessamento dell'emisoma controlaterale (marcia Jacksoniana). __________________________________________________________________ 9 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Crisi posturali: manifestazioni toniche fanno si che si assume posture anomale. Interessamento dell'area supplementare motoria. Crisi versive: deviazione testa ed occhi e talvolta il tronco; abduzione - elevazione dell'arto superiore omolaterale. Crisi fonatorie: impossibilità di parlare per coinvolgimento della circonvoluzione frontale inferiore dell'emisfero dominante o dell'area motoria supplementare. Con segni somatosensitivi o sensoriali Crisi sensitive: parestesie formicolanti, dolore, sensazione di “scossa elettrica” a livello dell'intero emisoma o di esso. A volte con marcia Jacksoniana per la progressione della scarica lungo la corteccia postrolandica (in corrispondenza dell'area sensitiva primaria). Crisi visive: allucinazioni (punti luminosi) ad un emicampo → la scarica dei neuroni origina dalla corteccia visiva controlaterale (16 e 17). Allucinazioni complesse → sospetto coinvolgimento della giunzione parieto-occipito-temporale. Crisi uditive: si sentono ronzii, sibili e soffi → probabile focolaio a livello della circonvoluzione temporale superiore (dove si trova l'area uditiva primaria). Crisi olfattive: percezione di odori sgradevoli e sono tipicamente localizzate a livello dell'uncus temporale (crisi uncinate), a volte anche a livello della corteccia frontale inferiore. __________________________________________________________________ 10 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Crisi gustative: sensazione di gusti sgradevoli (acido, amaro...), seguite da ageusia i disgeusia, associate a scariche dalla corteccia frontale inferiore. Crisi vertiginose: rare, sono sensazione di rotazione o spostamento. Localizzazione aspecifica. Con segni o sintomi autonomici Sensazione di peso epigastrico ascendente. Origine temporale interna. Una delle crisi semplici più frequenti. Nausea, vomito, ipersalivazione, tachi o bradicardia, palpitazione, arrossamento o pallore (genesi temporale o frontale). Con segni psichici alterazione elettiva delle funzioni superiori senza perdita di coscienza. Localizzate nelle strutture limbiche del lobo temporale. Crisi dismnesiche: sensazione di familiarità (déjà-vu, déjà-vécu) o di estraneità (jamais-vu, jamais-vécu). Oppure, incapacità di rievocare certi ricordi. Crisi cognitive: Percezione alterata della realtà (sensazione di vivere in un sogno "dreaming state of Jackson" oppure sensazione di depersonalizzazione). Manifestazione del pensiero forzato (idea che s’impone al soggetto). Crisi illusionali: percezione deformata della realtà, localizzazione temporale o parieto-occipitale. __________________________________________________________________ 11 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 1. Macropsie (aumento dimensione oggetti). 2. Micropsie (riduzione dimensione oggetti). 3. Metamorfopsie (alterazione della forma degli oggetti). 4. Polipsie (aumeto numerico). Crisi allucinogene: percezioni senza oggetto, spesso sono complesse ed articolate (scene, paesaggi, personaggi). Localizzazione temporale o parieto-occipitale. Crisi affettive: il focus è temporo-mesiale con sensazioni, per la maggior parte spiacevoli, tipo: 1. Ansia. 2. Paura intensa. 3. Depressione. 4. Rabbia 5. Rare le crisi emotive (pianto o risa) che possono essere manifestazioni di amartroma ipotalamico. Crisi disfasiche: compromissione del linguaggio per l'interessamento di aree frontali e temporo-parietali dell'emisfero dominante. Crisi generalizzate La classificazione delle crisi epilettiche è decisamente modificata negli ultimi anni. Attualmente si considerano: Epilessia generalizzata. Tonico-clonica o grande male. __________________________________________________________________ 12 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Assenza. Tipica o piccolo male. Atipica. Assenza con aspetti particolari. Assenza mioclonica. Mioclonia delle palpebre. Mioclonica. Mioclonico-atonico. Mioclonico-tonico. Clonica. Tonica. Atonica. Spasmi epilettici. Epilessie focali. La più grande modifica riguarda le epilessie focali, che una volta venivano classificate come epilessie parziali. Ancora le epilessie neonatali non sono considerate più un’unità a se stante. Visto che poi nella pratica spesso vengono ricordate ed utilizzate, si riporta anche parte della vecchia classificazione (del 1981) per motivi di chiarezza. __________________________________________________________________ 13 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Le crisi parziali erano suddivise in: crisi parziali semplici in cui non si ha perdita di coscienza ne ricorrenza dell'evento (sebbene possano causare un'alterazione dei sensi, un forte e persistente senso di nausea o altre sensazioni); crisi parziali complesse, in cui si ha perdita di coscienza. Ciò non significa necessariamente che la persona che prova questo tipo di attacco cadrà a terra privo di sensi. Ciò fa riferimento all'effetto dell'attacco sullo stato di coscienza. Schematicamente si classificavano: crisi parziali semplici (senza perdita di coscienza) caratterizzate da: crisi motorie Jacksoniane (per esempio: scossa alla mano di durata compresa tra i 30 ei i 60 secondi). Al termine di una crisi jacksoniana si ha generalmente la Paralisi di Todd (ovvero una paralisi centrale di breve durata). Alcune volte si può avere il fenomeno della marcia Jacksoniane: la crisi epilettica si diffonde attraverso la corteccia motoria quindi si ha una scossa alla mano, poi al braccio, poi alla gamba e infine al volto; crisi versive (deviazione dallo stesso lato di capo ed occhi, elevazione dell'arto superiore omolato); crisi somatosensoriali (solitamente si percepiscono parestesie) o con sintomi sensitivi speciali più complessi (allucinazioni generalmente semplici visive, uditive, olfattive, gustative, vertiginose); __________________________________________________________________ 14 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 crisi vegetative (sensazione epigastrica, piloerezione, dilatazione pupillare, vampate, sudorazione); crisi psichiche (allucinazioni, paura, rabbia, distorsioni del senso del tempo, alterazione della percezione). La crisi parziale semplice può diventare complessa. Quest'ultima oltre alla perdita di coscienza è caratterizzata da: automatismi come continuare a deglutire e masticare. Crisi parziali complesse (con perdita di coscienza): crisi confusionali; crisi psicomotorie; crisi dismnesiche; crisi ideatorie; crisi affettive; crisi psicosensoriali; 2.2 Caratteri specifici della malattia La crisi epilettica può essere estremamente polimorfa ed ha caratteristiche e durata variabile a seconda del tipo di crisi. La più classica, ovvero la crisi convulsiva tipo grande male si manifesta attraverso la convulsione di tutto il corpo. La vittima crolla, nella maggior parte dei casi, al suolo, contorcendosi ripetutamente, come in preda ad una forte scarica elettrica. È caratterizzata da un iniziale spasmo di tutti i muscoli scheletrici __________________________________________________________________ 15 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 (Fase Tonica) seguita dopo poche decine di secondi da contrazioni muscolari rapide, più o meno regolari, con movimenti ampi e veloci (scosse cloniche sincrone → Fase Clonica). Questo tipo di attacco è usualmente ciò che s’intende col termine epilessia nel linguaggio colloquiale. Questo tipo di crisi si conclude con una fase detta di risoluzione (o post-critica) ove la persona appare confusa, rallentata ed indolenzita. Durata della fase tonica e clonica: circa 2-3 minuti. Può avvenire in molti casi la morsicatura della lingua. Si noterà la presenza di saliva e muco attorno alla bocca della vittima. Si ha una rotazione degli occhi all'indietro da parte della vittima. Attacco tipo assenza: è un'interruzione dello stato di coscienza dove la persona che sperimenta l'attacco sembra diventare assente e insensibile, per un breve periodo di tempo (di solito 20 secondi). Possono sopraggiungere leggere contrazioni muscolari in particolare "strizzamento degli occhi". Non c'è perdita del tono posturale. Nelle assenze complesse ci può essere una perdita di coscienza più prolungata e l'esordio e la cessazione può essere meno brusca. Attacchi mioclonici: portano sporadiche contrazioni muscolari e possono risultare in contrazioni di muscoli o gruppi muscolari a scatti. La manifestazione è rapida e della durata di meno di 500 ms. __________________________________________________________________ 16 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Attacchi clonici: scosse muscolari rapide di durata maggiore a 500 ms. Attacchi atonici: portano il rilassamento del tono muscolare causando la caduta a terra della persona sofferente di epilessia. Spesso questi soggetti vanno incontro ad un trauma da caduta. Quindi principalmente distinguiamo tra: Crisi generalizzate nelle quali è coinvolta l'intera corteccia cerebrale fin dal principio della crisi. La scarica neuronale può riverberare, specialmente a livello del talamo (che renderebbe conto delle crisi cosiddette di tipo "assenza"). Solitamente (ma non necessariamente) queste crisi si associano a perdita di coscienza. Crisi focali: sono caratterizzate dal coinvolgimento primitivo di una parte ben localizzata della corteccia cerebrale, focolaio che può rimanere localizzato o espandersi, fino a coinvolgere entrambi gli emisferi (crisi parziali secondariamente generalizzate). Sono fondamentali ancora alcune considerazioni: le crisi epilettiche parziali a secondaria generalizzazione: tutte le crisi parziali possono concludersi con una crisi convulsiva generalizzata, generalmente tipo grande male. Lo "Stato di Male" è una drammatica situazione in cui l'individuo è in preda a una crisi epilettica che si protrae per almeno 10-20-30 minuti, o dura di meno ma si ripete a intervalli talmente ristretti __________________________________________________________________ 17 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 che non consente la ripresa di coscienza. Questo porta a necrosi neuronale. Il male epilettico è da considerarsi una vera e propria emergenza medica, in quanto la probabilità di andare incontro a morte è di circa il 20%, mentre è anche maggiore quella di avere delle sequele neurologiche permanenti. L'unica cura è l'anestesia generale che blocca la crisi. Gli effetti delle crisi focali possono essere diversi in base all'area del cervello in cui essi sono attivi. Per esempio un attacco parziale in aree deputate alla percezione può causare una particolare esperienza sensoriale (per esempio la percezione di un odore, di una musica o di un lampo di luce), Questo tipo di attacco può produrre particolari pensieri o immagini interne o anche esperienze che possono essere distinte ma non facilmente descritte. Gli attacchi centrati nel lobo temporale sono famosi per il provocare esperienze mistiche o di estasi in alcune persone. Queste possono risultare in una diagnosi errata di psicosi o anche schizofrenia, se gli altri sintomi dell'attacco sono trascurati e non sono eseguiti altri test. Quando invece il focus è localizzato nella corteccia motoria, l'attacco parziale può causare un movimento in un particolare gruppo di muscoli. Tipico esempio è la "crisi Jacksoniana" in cui il soggetto ha scosse in una parte del corpo (in particolare mani, viso, lingua). __________________________________________________________________ 18 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Si può parlare anche di crisi non epilettiche, qualora causate da agenti esterni quali terapia elettroconvulsivante (TEC, il comune "elettroshock"), o farmaci convulsivanti. A volte può essere difficile differenziarla dalla sincope, dalla crisi isterica e dalla simulazione. Le crisi epilettiche possono manifestarsi in alcune patologie come la sclerosi tuberosa di Bourneville. Altre sindromi: Sindrome di West: caratterizzata da spasmi infantili in estensione, in flessione e fulminei accompagnati da movimenti del capo. Oltre a questi spasmi c'è ritardo psicomotorio e ipsaritmia (onde lente e punte di grande ampiezza). Colpisce bambini fino a 7 mesi e la prognosi non è buona se la diagnosi è tardiva. Sindrome di Lennox-Gastaut: Colpisce bambini tra 1 e 7 anni caratterizzata da sintomi crisi toniche e atoniche frequenti. La terapia non è efficace e si associa ritardo mentale. Sindrome di Landau-Kleffner: caratterizzata da afasia acquisita, agnosia uditiva oltre a caratteristici attacchi epilettici. 2.3 Eziologia Le cause che portano un encefalo normale ad attivarsi in maniera parossistica fino a provocare una crisi epilettica sono ancora in __________________________________________________________________ 19 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 parte oscure: le ultime ricerche si stanno rivolgendo verso il ruolo dei canali per gli elettroliti transmembrana voltaggio-dipendenti. Questi canali sono proteine (spesso formate da numerose subunità), situate a livello delle membrane cellulari dei neuroni, le quali si aprono al passaggio del potenziale d'azione lungo il neurone stesso, permettendo il passaggio transcellulare selettivo di anioni (Cl) o cationi (Na, Ca, K). Vi sono evidenze che portano a considerare in difetti a carico dei carriers per il Sodio ed il Calcio dei punti di partenza interessanti per capire la fisiopatologia del neurone epilettico. Ciò per due ragioni: la scoperta di mutazioni genetiche a carico di canali voltaggiodipendenti per questi elettroliti come substrato per numerose (circa una dozzina, ma il numero è destinato a crescere) di sindromi epilettiche giovanili; l'evidenza dell'attività anticomiziale (sinonimo per antiepilettico) di numerose molecole che agiscono a questo livello molecolare. Dal punto di vista clinico, invece, si è soliti suddividere le epilessie dal punto di vista eziologico in tre famiglie: genetiche, sintomatiche e criptogenetiche. Le epilessie genetiche sono quelle nelle quali si è trovato una specifica mutazione genetica: come detto, ne sono state trovate circa una dozzina, la più importante sarebbe quella per l'epilessia mioclonica giovanile, il cui gene mutato mapperebbe nel cromosoma 6 e codificherebbe per una sub unità per un canale del __________________________________________________________________ 20 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Sodio voltaggio-dipendente. Le epilessie sintomatiche, sono quelle numericamente più diffuse. Costituiscono quelle epilessie la cui causa è riscontrabile anatomicamente in una lesione parenchimale visibile alle neuroimmagini (principalmente la risonanza magnetica). Le cause sono veramente tante di cui le principali sono costituite da: lesioni pre-peri natali, che possono essere traumi da parto oppure complicanze come l'anossia perinatale; infezioni perinatali (specialmente da Cytomegalovirus - CMV), malformazioni (come la lissencefalia, o l'eterotopia); malattie cerebrovascolari, che modificano l'architettura cellulare a livello della lesione, con alterazioni anche a carico della rete dei neurotrasmettitori (ad esempio per il glutammato). A volte, una crisi epilettica può essere indice premonitore di sofferenza di una determinata regione cerebrale, ed essere un "campanello d'allarme" per l'insorgenza futura di un accidente cerebrovascolare; neoplasie, di cui spesso la crisi epilettica, più frequentemente di tipo parziale, è il sintomo di esordio; traumi cranici specialmente quelli aperti rispetto a quelli chiusi; malattie infiammatorie come encefaliti, meningiti o infezione da virus HIV; patologie degenerative, come il morbo di Alzheimer. L'epilessie criptogenetiche sono epilessie che non hanno una causa organica visibile. Sono un'evenienza statisticamente alta. __________________________________________________________________ 21 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Altro discorso è quello dello stabilire la causa di crisi epilettiche isolate, sporadiche, che avvengono in determinati contesti. Si presume comunque che qualsiasi cervello, se esposto a determinati stimoli, possa reagire con una scarica epilettica, senza che il soggetto debba essere considerato sofferente di epilessia. Questi stimoli sono costituiti da: stimolazioni luminose intermittenti; deprivazione di sonno; abuso, o interruzione brusca, di sostanze alcoliche o sostanze psicotrope; alterazioni metaboliche (specialmente ipoglicemia); iperosmolarità o, al contrario, iposmolarità. La risposta ad uno di questi stimoli con una crisi epilettica (spesso di tipo generalizzato "grande male") non va considerata come espressione di una malattia, quanto come espressione di una "ipersensibilità" del cervello che risponde con una scarica a livelli inferiori rispetto alla media. L'allontanamento dallo stimolo nocivo porta, nella quasi totalità dei casi, a non avere mai più nella vita altre crisi. Alcune donne possono avere delle crisi epilettiche in corrispondenza del ciclo mestruale; tali crisi, dette appunto "catameniali", non sono da considerarsi espressione di una sindrome epilettica definita, quanto risposte abnormi a stimoli (come le alterazioni umorali indotte dal ciclo mestruale nella __________________________________________________________________ 22 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 donna) che di per sé costituiscono uno stress per il cervello. La maggior parte delle epilessie è trattabile con farmaci. 3. Musicoterapia Associazione Professionale dei Musicoterapeuti della Gran Bretagna La musicoterapia è una forma di trattamento in cui s’instaura un mutuo rapporto fra paziente e terapeuta, che permetta il prodursi di cambiamenti nella condizione del paziente e l’attuazione della terapia. Il terapeuta lavora con una varietà di pazienti, sia bambini che adulti, che possono avere handicap emotivi, fisici, mentali o psicologici. Attraverso l’uso della musica in maniera creativa in ambito clinico, il terapeuta cerca di stabilire un’interazione, un’esperienza ed un’attività musicale condivise che portano al perseguimento degli scopi terapeutici determinati dalla patologia del paziente3. Associazione Canadese di Musicoterapia La musicoterapia è “l’uso della musica per favorire l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva dell’individuo e l’uso della musica nella cura di malattie e disabilità. Può essere applicata a tutte le fasce d’età, in una varietà di ambiti di cura. La musica ha una 3 www.roheampton.ac.uk __________________________________________________________________ 23 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 qualità non – verbale, ma offre un’ampia possibilità d’espressione verbale e vocale. Come membro di un’équipe terapeutica, il musicoterapeuta professionista partecipa all’accertamento dei bisogni del cliente, alla formulazione di un approccio e di un programma individuale per il cliente e poi offre specifiche attività musicali per raggiungere gli scopi. Valutazioni regolari accertano ed assicurano l’efficacia del programma. La natura della musicoterapia amplifica l’approccio creativo nel lavoro con gli individui handicappati. La musicoterapia fornisce un approccio umanistico possibile che riconosce e sviluppa le risorse interne del cliente spesso non sfruttate. I musicoterapeuti desiderano aiutare l’individuo per spingerlo verso un migliore concetto di sé, e, nel senso più ampio, per far conoscere ad ogni essere umano le proprie maggiori potenzialità”4. Associazione Nazionale di Musicoterapia U.S.A. La musicoterapia è “l’uso della musica nella realizzazione degli scopi terapeutici: il ristabilimento, il mantenimento e il miglioramento della salute mentale e fisica: è l’applicazione sistematica della musica, diretta dal musicoterapeuta in un ambito terapeutico, per portare i cambiamenti desiderati nel comportamento. Tali cambiamenti permettono all’individuo di affrontare la terapia per arrivare ad una maggiore comprensione di sé e del mondo intorno a lui, e di ottenere quindi un più adeguato 4 www.musictherapy.ca __________________________________________________________________ 24 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 adattamento alla società. Come membro della squadra terapeutica il musicoterapeuta professionista prende parte all’analisi dei problemi dell’individuo e alla formulazione degli obiettivi del piano generale di trattamento, prima di progettare ed elaborare specifiche attività musicali. Valutazioni periodiche vengono fatte per determinare l’efficacia delle procedure impiegate”5. Federazione Mondiale di Musicoterapia La Musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un cliente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La Musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che il paziente o la paziente possano meglio realizzare l’integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possano migliorare la qualità della loro vita grazie ad un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico6. 5 www.musictherapy.org 6 www.psychotherapie.org __________________________________________________________________ 25 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 3.1 Il modello psicodinamico di Rolando Benenzon Benenzon7 afferma che da un punto di vista scientifico la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici ed i metodi terapeutici ad esso inerenti. Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi ed aprire canali di comunicazione che ci mettono in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società. Egli fa grande uso di strutture psicoanalitiche, dà importanza primaria ai meccanismi di regressione e all'analisi dei fenomeni transferali e controtransferali e considera la musica originariamente come un mezzo simbolico. 3.1.1 Il principio dell'ISO 8 ISO vuol dire uguale e sintetizza la nozione di esistenza di un suono o di un insieme di suoni o di fenomeni sonori interni che ci caratterizzano e ci individualizzano. Si tratta di un fenomeno sonoro e di movimento interno che riassume i nostri archetipi sonori, il nostro vissuto sonoro intra-uterino e il nostro vissuto sonoro della nascita, dell'infanzia fino alla nostra età attuale. 7 R. Benenzon, Manuale di Musicoterapia, Borla, Roma, 2005. 8 R. Benenzon, Manuale di Musicoterapia, Roma, Borla, 2005 Pag.47,48,49. __________________________________________________________________ 26 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Possiamo distinguere un ISO gestaltico, un ISO complementare, un ISO gruppale e un ISO universale. L'ISO gestaltico è l'identità sonora che caratterizza l'individuo, che ci consente di scoprire quello che è il canale di comunicazione per eccellenza del soggetto, col quale cerchiamo di instaurare una relazione terapeutica. L'ISO complementare rappresenta la fluttuazione momentanea dell'ISO gestaltico sotto l'effetto di circostanze ambientali specifiche. L'ISO gruppale è intimamente connesso allo schema sociale all'interno del quale l'individuo evolve. Occorre un certo lasso di tempo perché quest'ultimo si instauri e si strutturi e spesso dipende dalla buona composizione del gruppo, è fondamentale al fine di raggiungere un'unità di integrazione in un gruppo terapeutico in un contesto non verbale. L'ISO universale è un’identità sonora che caratterizza tutti gli esseri umani, indipendentemente dal particolare contesto sociale, culturale, storico e psico-fisiologico. Farebbero parte dell'ISO universale le caratteristiche particolari del battito del cuore, dei suoni di inspirazione ed espirazione, nonché della voce della madre al momento della nascita e nei primi giorni di vita. __________________________________________________________________ 27 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 3.1.2 L'Oggetto intermediario 9 Un oggetto intermediario è uno strumento di comunicazione in grado di agire terapeuticamente sul paziente in seno alla relazione, senza dar vita a stati di allarme intensi. E' un oggettocosa che per il fatto di non possedere caratteristiche umane, viene ad essere per il paziente un oggetto inoffensivo e pertanto terapeuticamente utilizzabile. Gli strumenti musicali e il suono, o i suoni che essi emettono, possono essere considerati oggetti intermediari in quanto possiedono tutte le caratteristiche che uno strumento di comunicazione deve avere. La corretta scelta dell'oggetto intermediario nella relazione terapeutica dipende dall'abilità del musicoterapeuta nell'identificazione dell'ISO gestaltico del paziente. 3.2 La musicoterapia di Gertrud Orff 10 La musicoterapia Orff è una terapia multisensoriale. L'impiego dei mezzi musicali, parola in senso ritmico-fonetico, ritmo libero e obbligato, movimento e manipolazione degli strumenti, è strutturato in maniera da corrispondere a tutti i sensi. Tramite tali impulsi multisensoriali è possibile intervenire anche là dove un importante organo di senso manca o è danneggiato. Nella 9 R. Benenzon, Manuale di Musicoterapia, Roma, Borla, 2005. Pag. 56. 10 G. Orff, Musicoterapia-Orff, Assisi, Cittadella Editrice, 2005. Pag. 23 a 32. __________________________________________________________________ 28 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 collaborazione spontanea e creativa il bambino potrà esprimersi liberamente, forgiare la sua espressione e usarla in senso sociale. La musicoterapia Orff può potenziare altre terapie, se con esse sapientemente coordinata. E' applicabile nei deficit psico-mentali, fisici, dei sensi, nei disturbi del comportamento, dello sviluppo, della comunicazione e nei casi di autismo. 3.2.1 La musicoterapia Orff e il suo riferimento all'OrffSchulwerk 11 Le particolarità della metodologia Orff sono: la concretezza dell'esperienza musicale proposta; l'unitarietà che nasce dalla fusione tra gesto, musica e parola; l'utilizzo della musica elementare, intesa come un ritorno alle origini, agli elementi formali costitutivi; la creatività come espansione del pensiero divergente e come motivazione all'alfabetizzazione; l'utilizzo di uno strumentario elementare, comunemente conosciuto come Strumentario Orff. I buoni risultati ottenuti da Orff con i bambini ciechi e sordomuti e l'interesse degli ambienti medici verso la musica attiva, spinsero la moglie Gertrude a continuare e sviluppare, dopo la morte del pedagogo tedesco, la “musicoterapia-Orff”. 11 A. Pace, K. Calvi, I. Popaioannou, T. Mercandel, S. Stefanato, Musicoterapia psicopedagogica,. Trieste. 2010 Luglio ed. __________________________________________________________________ 29 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 L'idea fondamentale dell'Orff-Schulwerk era di procurare al bambino una “dimensione musicale” completa nella quale esprimersi, prendere coscienza di sé, fare musica insieme agli altri. Basandosi su questa idea si è sviluppata la terapia. Due sono i principi base di questa scuola: l'elementarità e la stimolazione multisensoriale. Scrive Gertrude Orff:12 ”movimento, canto, suono, formano un tutto unico: musica elementare, strumentario elementare, forme elementari di linguaggio e di movimento. La musica elementare non è mai soltanto musica, essa è legata al movimento, alla danza, alla parola, è una musica che si deve fare spontaneamente, a misura di bambino nella quale si è coinvolti come collaboratori, non come ascoltatori. Essa è pre-mentale, non conosce le grandi forme, è naturale, fisica, può essere appresa da ognuno, vissuta da ognuno a misura di bambino”. La musica elementare, dunque, nelle sue tre componenti, suono, movimento e linguaggio, investe globalmente la personalità psicofisica del bambino e viene recepita attraverso i canali di comunicazione rimasti intatti nel soggetto disabile. E qui entra in gioco il secondo principio: la stimolazione multisensoriale, che si pone l'obiettivo di sviluppare tutti i sensi e, nel caso di un organo sensoriale deficitario, di “sostituirlo” potenziandone un altro. 12 G. Orff, Musicoterapia-Orff. Un'attiva stimolazione allo sviluppo del bambino, Cittadella, Assisi, 1982, p. 10. __________________________________________________________________ 30 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Per operare secondo il principio della multisensorialità gli input devono essere, come evidenzia l'autrice tedesca, penetranti, stimolanti e affascinanti. 3.2.2 I mezzi I mezzi permettono e suggeriscono alla terapia un intervento multisensoriale. Gli impulsi vanno trasmessi in maniera penetrante, stimolante e affascinante. I mezzi che il terapeuta ha a disposizione sono prima di tutto in lui, intorno a lui e dentro di lui. Il corpo, le mani, le dita, i piedi, i gomiti, le ossa delle mani, il naso, gli occhi sono i mezzi che il terapeuta e il paziente hanno sempre a portata di mano. Tutto questo va sperimentato tastando, battendo, soffiando, ecc. con il sostegno di stimolazioni verbali. I mezzi dentro di noi sono le esperienze vibratorie che vengono provocate dal canto, dalla parola e dal sussurro. Importantissimo è poi lo spazio intorno a noi che può essere esaminato sotto l'aspetto acustico e come contro-oggetto. Ci sono poi gli strumenti musicali veri e propri e il terapeuta deve decidere prima quale materiale impiegare ed esplorare e in quale senso. __________________________________________________________________ 31 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 3.2.3 Strumentario Orff Il materiale strumentale che viene preso dall'Orff-Schulwerk, è il punto chiave della terapia. Esso può venire considerato sotto tre aspetti tattile, ottico e acustico. Tattilmente si possono distinguere le differenti caratteristiche secondo i seguenti riferimenti: calore (piuttosto freddo il metallo, meno freddo il legno, più calda la pelle); struttura della superficie (liscia nel legno e nel metallo, meno liscia nella pelle); durezza (legno e metallo più duri della pelle e delle corde); elasticità (tensioni differenziate negli strumenti a membrana); vibrazione (il metallo vibra più intensamente del legno). Gli strumenti si differenziano poi per la loro rispettiva grandezza e per la loro forma (ci sono strumenti rotondi grandi e piccoli, soprattutto diverse grandezze di tamburi nelle diverse posizioni: verticali od orizzontali). L'impiego ottico può avvenire da solo, ma anche in contrasto con quello acustico. Gli strumenti si distinguono acusticamente per il loro timbro in quanto ogni materiale per le sue caratteristiche ha un timbro suo specifico. Gli strumenti possono venir impiegati in modo omogeneo, usando soltanto un gruppo di strumenti; oppure __________________________________________________________________ 32 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 eterogeneo cioè con vari timbri sonori; possono venir usati singolarmente o in gruppo. Possono venir suonati o usati nello stile premelodico e addirittura in modo preritmico. Per quanto riguarda la maniera di impiegare lo strumentario in terapia esistono alcune regole generali: lo strumentario è un sostegno dei sensi; lo strumentario non deve venir alterato nella sua natura; gli strumenti vanno usati con parsimonia; lo strumentario può assumere funzione di segnale; uso interscambiabile del materiale. Lo strumentario ha una triplice possibilità di impiego: c'è la possibilità di un'attività acustica pratica; può fungere da intermediario tra terapeuta e bambino, distanziando oppure unendo; tramite il materiale il bambino può comunicare; può iniziarsi alla socialità. Anche qui il materiale può avvicinare o distanziare. Utilizzando questo materiale è possibile una triplice comunicazione di tipo non verbale: comunicazione tra bambino e materiale; comunicazione tra bambino e terapeuta tramite il materiale; comunicazione tra bambino e bambino. __________________________________________________________________ 33 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 3.2.4 La dinamica terapeutica Il punto di partenza è il bambino e si deve trovare il modo di arrivare a lui. Compito del terapeuta è penetrare nell'animo del bambino con discrezione. La comunicazione non si può imporre, essa si deve instaurare spontaneamente. Tutto si deve svolgere secondo un tempo individuale e la capacità del bambino e ci si deve guardare bene dal forzare un procedimento troppo affrettato. Nel caso in cui durante gli incontri si sviluppino fattori di turbamento, casualmente o volutamente, questi non vanno bruscamente interrotti, né corretti, ma piuttosto inseriti nel processo, opportunamente e gradualmente trasformati. Nella terapia questi sono momenti decisivi, che richiedono da parte del terapeuta rapidissime reazioni. Tanto il terapeuta che il bambino traggono un indiscusso vantaggio da una tale convivenza basata su di un equilibrio fluttuante. Tutti i partecipanti sentono, anche senza rendersene conto, l'importanza del proprio contributo nel sostenere l'equilibrio della situazione. 4. La globalità dei linguaggi La metodologia della globalità dei linguaggi si prefigge lo scopo dello sviluppo della personalità, in una graduale presa di coscienza di sé e dei propri bisogni e mezzi espressivi. E' incentrata sul sentire, l'immaginare, l'esprimere. I suoi presup__________________________________________________________________ 34 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 posti sono la motivazione e il principio del piacere. Infatti qualunque attività deve contenere implicitamente una promessa di piacere e deve essere presentata inizialmente sotto forma ludica. La globalità dei linguaggi rende capaci di ascoltare e osservare i bambini, mettersi in relazione con loro, leggere ed interpretare i bisogni che essi manifestano, utilizzando corpo, gesto, emozione, voce, suono, spazio, colore, immagine e segno grafico, come mezzi di comunicazione attraverso cui realizzare il rapporto educativo13. Sappiamo che la musica è un tratto comune della personalità dell'uomo e che è riconosciuta come linguaggio universale perché vi si riscontrano competenze comuni a tutti gli uomini, sia per quanto riguarda l'istinto che per quanto riguarda la formazione di sistemi logici di ristrutturazione.14 Se analizziamo gli elementi fondamentali costitutivi della musica (suono, ritmo, melodia ed armonia) e puntualizziamo le loro caratteristiche principali (altezza, metrica, suddivisione, fraseggio, accentuazione, ecc...) non possiamo fare a meno di constatare che le musica si trasmette attraverso due dimensioni. Da una parte è espressione dell'interiorità e dell'inconscio dell'uomo, pertanto fa ricorso agli aspetti pre-relazionali della natura umana e si riferisce a quegli eventi primari precedenti a qualsiasi altra forma di comunicazione come l'ascolto intrauterino, antecedente alla nascita, o alla 13 S. Guerra Lisi, Il metodo della globalità dei Linguaggi, Roma, Borla, 1987. 14 Leonardo De Angelis, Energia e terapia in musica, Franco Angeli, 2000. __________________________________________________________________ 35 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 lallazione, primo tentativo d’intonazione della voce da parte del neonato. D'altra parte lo sviluppo dell'intelligenza musicale è stato contrassegnato dalla misurabilità esatta del suono come fenomeno fisico, quindi dalla costituzione di regole precise fissate con estrema razionalità. Ricomporre queste due dimensioni significa raggiungere il codice d’interpretazione della musica, in cui convergono i processi integrati di tipo percettivo, sensorialemotorio, emotivo-affettivo ed intellettivo. Questo è valido per qualsiasi tipo d’impiego della musica, dall'estetico al terapeutico, e per qualsiasi materiale musicale, semplice o complesso: quindi in generale per ogni esercizio della comunicazione sonora. Il suono è una vibrazione periodica e regolare, prodotta da un corpo elastico e recepita dall'organo dell'udito con una certa immediatezza e facilità. E' fisicamente provato che da un suono fondamentale si dipartono una serie di altri suoni, detti armonici che sono in relazione matematica tra loro, di vibrazione multipla, per cui l'articolazione del suono nella sua percezione è piuttosto composita e si può fissare in una serie d’intervalli determinati all'interno della cosiddetta ottava. Ogni intervallo ha la sua fisionomia che s’imprime oggettivamente nella memoria musicale per il suo carattere peculiare e distintivo, perciò possiamo notare che: l'intervallo di terza è infantile e giocoso e determina il modo maggiore o minore; __________________________________________________________________ 36 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 l'intervallo di quinta è arcaico, come quello di quarta è placido ed entrambi hanno valore cadenziale; l'intervallo di settima è instabile, inquieto e crea tensione, così come quello di ottava è risolutivo, conclusivo e offre una sensazione di sicurezza e decisione. Il nostro linguaggio musicale è dotato di una propria struttura sintattica ben riconoscibile a cui corrisponde sempre un potenziale valore significativo oltreché espressivo. Forse proprio per questa sua semanticità, per questa capacità di svelare la realtà non solo attraverso concetti, ma anche attraverso l'intuizione profonda dell'animo umano e dei suoi sentimenti, la musica apre sentieri e possibilità inaspettati nel campo della comunicazione a tutti i livelli e può assumere la connotazione di terapia tramite la sua energia. In casi di chiusura totale alla comunicazione, come l'autismo, la musica può diventare chiave di accesso ad una fortezza apparentemente inespugnabile. Anche il corpo permette di sperimentare il “suono” in tutte le sue possibili manifestazioni. L'applicazione dei suoni ai passi offre alternative motorie per la sensibilizzazione melodica, facendo coincidere il camminare in avanti con i suoni che procedono in senso ascendente, indietro per quelli che procedono in senso discendente. E' possibile sviluppare le capacità percettive anche attraverso un'approfondita conoscenza del corpo e del rapporto che quest'ultimo riesce a stabilire con lo spazio esterno. I bambini sperimentano __________________________________________________________________ 37 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 quotidianamente le dimensioni e i rapporti del ritmo muovendo le braccia, camminando, correndo, saltando. Il movimento, dunque, è uno strumento immediato e parte integrante di tutti quegli automatismi presenti in ogni essere umano, al punto da costituire un elemento pedagogico essenziale, poiché consente l'acquisizione di alcune abilità facendo scaturire l'apprendimento dall'esperienza diretta. Il suono che passa attraverso il corpo viene assimilato in maniera concreta, visibile e misurabile, evitando così al bambino con ”problemi” la strada dell'astrazione teorica. Il ritmo è utilizzato alla scopo di sollecitare le facoltà mentali e di suscitare le attività di controllo della persona. 5. La ricerca oggi 15 La pubblicazione de “La musica e il cervello: studi sulla neurologia della musica” di Macdonald Critchley e Ronald Alfred Henson (1977) segna il passaggio da un totale disinteresse da parte delle neuroscienze nei confronti della musica ad un'innumerevole quantità di ricerche sulle sue connessioni con le funzioni e disfunzioni del cervello, tanto che attualmente, come evidenzia il neurologo Oliver Sachs16 siamo in presenza di “un corpus di ricerche, vastissimo e in rapida espansione sulle basi neurali della percezione e dell'immaginazione musicale, come pure sui disturbi complessi... ai quali esse sono soggette”. 15 A. Pace, K. Calvi, I. Popaioannou, T. Mercandel, S. Stefanato. Musicoterapia psicopedagogica, educare, curare, integrare con l'arte dei suoni. Trieste, 2010. Luglio ed. 16 O. Sachs, Musicofilia, Adelphi, Milano, 2008, p. 18. __________________________________________________________________ 38 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Il fare musica “allena“ il cervello, e prove sperimentali hanno rilevato mutamenti visibili in soggetti adulti che suonavano uno strumento da molto tempo nelle dimensioni della corteccia motoria primaria, del cervelletto e del corpo calloso. Grazie ai progressi delle neuroscienze e della neuroradiologia, è attualmente possibile visualizzare anche le modificazioni funzionali del cervello dei pazienti affetti da disturbi neurologici mentre ascoltano o praticano la musica. Con queste metodiche si è dimostrato, per esempio, che la terapia sonoro-musicale agisce positivamente su diverse condizioni fisiologiche (la gravidanza) e patologiche (ritardo mentale, l'autismo, la sindrome di Down, l'anoressia mentale, l'ansia e la depressione, il morbo di Parkinson, le lesioni cerebrali da trauma, ischemia e ictus cerebrali, il morbo di Alzheimer, la sindrome di Tourette). Nelle lesioni delle aree del linguaggio, la musicoterapia, sfruttando la tecnica della “terapia dell'intonazione melodica”, è in grado di favorire il recupero della parola. Il canto consente, secondo Gottfried Schlaug (2008), di attivare nell'emisfero destro del paziente aree capaci di sopperire alle funzioni dell'emisfero sinistro danneggiato e le immagini delle risonanze magnetiche effettuate dopo il trattamento musicoterapico su pazienti colpiti da afasia confermano questa plasticità del cervello umano adulto. Analogamente l'improvvisazione strumentale in gruppo, favo- __________________________________________________________________ 39 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 rendo la comunicazione mediante il “dialogo sonoro”, può essere utile nei casi di soggetti che hanno perso la facoltà del linguaggio. Per quanto riguarda gli effetti dell'ascolto, gli studi rilevano una riduzione dell'ansia e dello stress prima di un intervento chirurgico. Allo stesso modo, quest’alleggerimento di tensione è utile nel recupero dei ricordi ritenuti definitivamente perduti in malati di Alzheimer e di demenza. L'ascolto, il canto e l'uso di strumenti a percussione in gruppo, dunque, non sono in grado di risolvere patologie gravi ma, cosa non da poco, permettono di migliorare la qualità della vita e come nel caso del morbo di Alzheimer, di rallentare il decorso della malattia. 6. Il massaggio sonoro 17 Secondo la medicina orientale, il corpo umano, oltre che da organi e visceri è fatto anche di vibrazioni e di onde di energia. Un organismo sano vibra ad una giusta frequenza ed è ben accordato come uno strumento musicale. Chi ha invece qualche disturbo, ha una frequenza distorta, perché l'energia che scorre nel suo organismo non è uniforme, presenta accumuli o blocchi. Il massaggio, attraverso il suono di alcuni strumenti adatti (campane tibetane, ciotole sonore tibetane, barre sonore, tamburi…), 17 www.solaris.it __________________________________________________________________ 40 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 stimola un processo di auto guarigione e di armonizzazione. Quando il corpo ritrova le proprie frequenze armoniose, ritrova la salute ed il benessere. I monasteri sono immersi nel silenzio, la musica è considerata sacra, l'intenzione è di entrare in rapporto con le energie dinamiche presenti in natura e con le armonie celesti. Le ciotole sonore tibetane sono la massima espressione di queste esigenze ed uno dei mezzi più adatti per raggiungere lo scopo. Nei monasteri, le ciotole sono utilizzate per riprodurre il suono dell'OM, il mantra originario, il mantra della Creazione, che secondo l'antichissima tradizione racchiude in sé tutta l'energia dell'universo Le ciotole sono usate nella terapia del suono per la varietà dei suoni armonici, per la durata e la purezza del suono. L'utilizzo delle ciotole tibetane, consente di creare una bolla energetica intorno a sé, all'interno del quale eseguire il rituale. Molto utili allo scopo, in mancanza di queste ultime possono essere tutti quegli strumenti che vibrando entrano in risonanza con il corpo e ne riequilibrano le energie. Occorre quindi portare lo strumento (la ciotola o il tamburo) all'altezza del 4° chakra e suonarlo con il battacchio nella mano destra rigorosamente in senso orario. Questa posizione correla l'energia sonora dello strumento all'energia del cuore. Lo scorrere dell'energia all'interno del corpo fisico è regolato dal buon funzionamento dei sette chakra principali. Questi centri vitali necessitano di essere rigenerati e __________________________________________________________________ 41 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 riequilibrati ogni qualvolta il nostro stato fisico e psicologico si debilita, segno della presenza di impurità energetiche nel flusso dei chakra. Facendole suonare in corrispondenza dei diversi chakra, sono in grado di riequilibrare e di riportare in armonia le eventuali dissintonie dei punti energetici. Lo strumento si può mettere in corrispondenza dei sette chakra, ma si può appoggiare anche in altri punti (piedi, mani, spalle, ecc.). I suoni prodotti agiscono anche a livello mentale, infatti le onde meccaniche prodotte dal suono vengono percepite dalle onde elettromagnetiche cerebrali influenzandone la frequenza e gli stati di coscienza collegati. Questi suoni inducono un rilassamento profondo che interviene in aiuto dello stato di benessere personale dell'individuo riequilibrando ed energizzando il corpo dove necessario. Queste vibrazioni vengono trasmesse sia a chi le suona che a chi le ascolta. Grazie alla “risonanza”, quando si percuote lo strumento, si creano delle forti vibrazioni che si propagano lungo il braccio (se questo viene tenuto sul palmo della mano) o lungo il punto in cui è appoggiato (nel caso ad esempio in cui venga appoggiato sui chakra) massaggiandolo in profondità. La risonanza si viene a creare fra lo strumento e la persona che vi è a "contatto" (anche se indirettamente), producendo di solito uno stato di profonda quiete interiore ed esteriore. Il corpo umano è un insieme di vibrazioni e onde, e se gli organi __________________________________________________________________ 42 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 sono sani, vibrano alla giusta frequenza, mentre quelli ammalati hanno una frequenza disturbata. Secondo la Bioenergetica, bisogna comprendere la persona nella sua corporeità, attraverso l'espressione corporea e i processi energetici connessi. L'attenzione non è rivolta quindi solo al lato psichico ma considera e si concentra anche sul corpo, sulle sue posture, le tensioni, le rigidità, fino a certi blocchi muscolari che spesso causano la malattia. Sappiamo che le emozioni possono paralizzare o attivare; bisogna però considerare anche le situazioni da stress, le nevrosi e tutti i momenti critici, che in un modo o nell'altro disturbano l'equilibrio emotivo. Anche in una sola di queste situazioni, si possono verificare le condizioni che portano ad una serie di blocchi a livello corporeo che impediscono alle emozioni di fluire liberamente. Il massaggio sonoro, potrà donare effetti benefici soprattutto per il sistema nervoso centrale; poiché questi suoni portano il cervello a lavorare prima su onde alfa e poi su onde theta si possono riscontrare benefici per tutti i problemi d’insonnia e irritabilità. Le applicazioni principali che ha questo tipo di massaggio sono: stimolare l'energia vitale, indurre il rilassamento, combattere l'insonnia, migliorare la concentrazione, sincronizzare l'emisfero destro e sinistro del cervello, aumentare la creatività e migliorare la respirazione. __________________________________________________________________ 43 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 7. I sette chakra Posizione e significato dei sette chakra:18 1° chakra: muladhara o “chakra della radice” Posizione: nella parte inferiore del bacino, tra coccige e pube Colore: rosso Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; poiché ha solo un polo, tende ad essere un po' più grande degli altri chakra. È il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l'atto sessuale. 2° chakra: svadhistana o “chakra splenico” Posizione: metà inferiore del ventre 18 www.cure-naturali.it __________________________________________________________________ 44 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Colore: arancio Significato: è il piacere, la gioia di vivere. 3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare” Posizione: metà superiore del ventre Colore: giallo Significato: è la capacità di agire energicamente, la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. In senso spirituale è l'essenza attiva di cui siamo stati dotati. 4° chakra: anahata o “chakra del cuore” Posizione: zona pettorale del corpo Colore: verde Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Occorre ricordare che, nella tradizione yoga, amore e ascolto sono in stretta relazione; spiritualmente parlando, hanno la stessa valenza. 5° chakra: vishuddha o “chakra della gola” Posizione: nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole Colore: azzurro Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti e altri servitori __________________________________________________________________ 45 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 dell’arte sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. In senso spirituale, infatti, rappresenta la connessione con l'altrove, l'essere in comunicazione con dimensioni che superano l'umano. 6° chakra: adjnia o “chakra del terzo occhio” Posizione: grande chakra che si trova al centro della fronte Colore: indaco Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio, come qualità della persona è la fiducia in se stessi. 7° chakra: sahasrara o “chakra della corona” Posizione: sopra il cranio Colore: viola Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente, cioè abbracciare la situazione con il pensiero; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale l'autorealizzazione. __________________________________________________________________ 46 è ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 SECONDA PARTE 1. Tecniche d'intervento utilizzate 19 La musica non si “prescrive”: ci sono troppe variabili perché si possa dire quale tipo di musica agisce nel tal modo o nel tal altro. Bisogna tener conto della personalità del paziente, dell'età, del suo bagaglio culturale, delle sue necessità particolari, del suo umore, del rapporto che ha con la musica e naturalmente anche della musica stessa, con tutte le possibili combinazioni tra i ritmi, le melodie, l'armonia, il tempo e le consistenze sonore. La musicoterapia si serve di metodi recettivi che consistono nell'ascoltare la musica in funzione di necessità particolari e di metodi attivi che consistono nella diretta manipolazione di uno strumentario musicale (o di comuni oggetti quotidiani utilizzati con modalità sonoro/musicale) e/o anche nell'improvvisazione vocale. In alcune sue applicazioni la musicoterapia attiva si definisce come terapia di attivazione. Essa ruota attorno a tre poli e cioè aiuta a scoprire i disturbi del ritmo, responsabili di molti disadattamenti scolastici, aiuta a correggere i disturbi e partecipa al trattamento dell'ansia, dell'inibizione emotiva e a quello delle difficoltà di comunicazione. 19 G. Vaillancourt. Guarire a suon di musica, musicoterapia per bambini e adolescenti, ed. AMRITA, Torino – 2006. __________________________________________________________________ 47 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Al contrario del metodo di musicoterapia recettiva, il programma delle sedute di musicoterapia attiva non viene mai pianificato in anticipo. Esso viene fuori dalla situazione, nasce dall'improvvisazione e dal dialogo tra paziente e terapeuta. Durante ogni seduta di musicoterapia viene accolta la musica del paziente senza mai giudicarla, lo si accetta così com'è; gli si offre uno spazio in cui non deve “conformarsi” a nulla, anzi: se il paziente è potatore di un deficit intellettivo, viene privilegiato l'approccio comportamentale, e la musica è usata per rinforzare i comportamenti “positivi”; in tal caso il terapeuta serve da modello, e il paziente impara in tal modo a sviluppare delle abilità sociali. Vene usato ciò che il paziente porta in terapia: i suoi suoni, le sue immagini, i suoi strumenti preferiti. Gradatamente vi si aggiungono dei motivi ritmici, si introducono nuovi strumenti e/o nuove immagini, sicché il suo repertorio espressivo si allarga, le sue melodie si prolungano. La musica viene adattata al suo livello di sviluppo. 2. Analisi del caso e colloquio con la famiglia Gianni oggi frequenta il secondo anno della scuola dell'infanzia, nella sua sezione è presente un altro bambino con certificazione ai sensi della legge 104/92. __________________________________________________________________ 48 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 G. è affetto da epilessia non specificata accompagnata da assenza del linguaggio parlato associata ad un evidente ritardo dello sviluppo cognitivo. Il linguaggio è allo stadio di lallazione prolungata e all'emissione di monosillabi. Gianni si presenta inquieto e in continuo “sfarfallamento”, incurante del pericolo, del tutto privo del controllo delle emozioni, è aggressivo nei confronti degli altri soprattutto dei pari con i quali non riesce ad avere nessun tipo di rapporto. Ha un fratello maggiore con il quale ha grosse difficoltà di relazione, una nonna materna alla quale è particolarmente legato e una zia materna che sembra adorare e alla quale, mi viene riferito dalla nonna, dà particolarmente ascolto. Dopo un breve colloquio con la neuropsichiatra e l'educatrice dell'ASL che l’hanno in carico, concordiamo che per Gianni potrebbe essere utile intraprendere un percorso di musicoterapia, quindi lo propongo alla famiglia che accetta senza entusiasmo. Gli incontri si terranno nei locali della scuola durante le ore scolastiche in orario mattutino con cadenza settimanale. Anche le insegnanti di sezione accettano senza entusiasmo l'iniziativa e s’impegnano a liberare allo scopo un'area della sezione e a spostarsi per quell'ora nella palestra insieme al resto della classe (visto che per Gianni ho pensato ad una terapia individuale, almeno nella fase iniziale per poi passare ad inserirlo nel piccolo gruppo). __________________________________________________________________ 49 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Decido poi di avere qualche informazione circa i gusti musicali del bambino e/o della famiglia e le loro abitudini sonoro/musicali e per questo contatto la nonna materna che trascorre con lui molte ore tutti i giorni e che sembra la più interessata alle mie proposte. La nonna mi dice che Gianni non ascolta musica, neppure quella dei cartoni animati e che in casa la musica non viene proposta in nessun modo. Mi rendo conto che è molto difficile avere un quadro realistico delle abitudini sonore familiari, spesso il nostro mondo sonoro è molto più ricco di quello che immaginiamo. A tal proposito non dimenticherò mai la figlia di una mia conoscente che si addormentava placidamente al suono dell'aspirapolvere o il bambino della vicina di casa che si calmava con quello dell'asciugacapelli. Dopo ulteriori domande più specifiche la nonna ricorda che quando Gianni era neonato lo teneva tra le braccia e gli cantava una ninna nanna per farlo addormentare (della ninna nanna mi canta il motivetto e mi scrive le parole su di un pezzetto di carta). Ho un punto di partenza, non è molto ma adesso so che un certo tipo di musica probabilmente evocherà in lui uno stato di rilassamento. Informo i genitori che ho programmato per lui 16 incontri individuali e se ce ne sarà la possibilità altri 4 con un piccolo gruppo di compagni. La durata di ciascun incontro sarà calibrata sui bisogni di G. Il progetto sarà adattato al contesto e __________________________________________________________________ 50 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 l'atteggiamento del terapeuta cambierà a seconda di esso. Il terapeuta lavorerà sull'ascolto attivo per capire e comprendere come G. ascolta; lavorerà sulle emozioni, reazioni, risposte fisiche e psichiche all'ascolto e quindi sui processi cognitivi, evocativi, associativi e interpretativi. Anche dopo il primo colloquio la famiglia si mostra poco interessata ma questo non mi scoraggia, anzi la vivo come una vera sfida. 3. Il progetto La scuola italiana in qualche modo ha preso atto dell'efficacia della musicoterapia riconoscendole la caratteristica di “disciplina specialistica”. Nei programmi didattici per la scuola elementare (D.P.R. 12 febbraio 1985, n.104), nella sezione dedicata all'Educazione al suono e alla musica – Indicazioni didattiche, infatti si legge: “Nell'ambito delle attività di educazione al suono e alla musica è da tenere presente il valore che possono assumere eventuali interventi specialistici di musicoterapia rivolti a soggetti in situazione di handicap”. La scuola pubblica italiana non ha mai avuto i mezzi, le strutture e gli strumenti per attivare laboratori “seri” di musicoterapia. Così alle dichiarazioni d'intenti, certamente apprezzabili, non sono mai seguiti i fatti e non vi è stato nelle successive Indicazioni Nazionali (Legge 28 marzo 2003, n. 53) e Indicazioni per il __________________________________________________________________ 51 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 curricolo (2007) l'auspicato approfondimento della materia che, anzi, appare quasi del tutto abbandonata. 4. Obiettivi Migliorare il benessere psico-fisico, ottenere un suo rilassamento e le armonizzazioni delle sue funzioni primarie come il respiro e il battito cardiaco. Fargli provare benessere fisico e mentale cercando di farlo rilassare attraverso la voce, la respirazione e il massaggio corporeo-sonoro. Limitare al minimo i comportamenti problema favorendo l'apertura di canali di comunicazione tra musicoterapista e paziente attraverso l'uso di strumenti intermediari. Usare il suo modo di comunicare sintonizzandosi empaticamente con lui. L'integrazione di G. in uno spazio nuovo e positivo dove la percezione di sé e degli altri si modifica coinvolgendo sia la sfera emotivo-affettiva che quella cognitiva e della motivazione. Lavorare sul “portare a termine una consegna” o un'attività che si sta svolgendo. Fargli rispettare il suo turno e quello della musicoterapeuta con varie regole. __________________________________________________________________ 52 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Abituarlo all' ascolto della sua voce, facendogli imparare ad usarla anche nei toni meno acuti. 5. Il setting Purtroppo, nonostante le varie promesse delle maestre, le sedute di musicoterapia non si sono tenute nell'area concordata precedentemente ma nella palestra, dove temevo che gli attrezzi e le strutture presenti che non potevo assolutamente spostare, fossero per Gianni un fattore di distrazione Siccome la palestra è molto grande e alquanto dispersiva è stato individuato un angolo abbastanza sgombro di materiale ed è stato circoscritto con cuscini e cubi di psicomotricità. Per un bambino come Gianni, disturbato nel comportamento ed eretticamente molto inquieto, questa disposizione rappresentava, come invito non verbale, la delimitazione del suo terreno di corsa. Per distorglierlo dal suo correre stereotipato, sono stati messi dei tamburi e dei bongos che facevano da ostacolo lungo il suo percorso; in questo modo al correre stereotipato di Gianni venivano frapposte interruzioni. I pochi minuti durante i quali inizialmente stava seduto o seguiva un'attività guidata, sono aumentati e nel giro di tre sedute è diminuito vistosamente il tempo dedicato alla corsa per cessare del tutto verso la decima seduta. __________________________________________________________________ 53 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Al centro dell'area delimitata dai cuscini sono stati posizionati due materassini, sono stati sistemati in un angolo un tavolino con il lettore CD e a fianco del tavolino una valigia di cartone contenente gli strumenti e i materiali di vario genere utilizzati nelle sedute. Tutto sommato questi accorgimenti hanno reso il setting piuttosto accogliente e vivace e la sua posizione lontana dalle sezioni si è rivelata quantomai strategica perché isolata da qualsiasi interferenza sonora proveniente dall'esterno. Il tutto veniva preparato accuratamente prima di ogni seduta dalla terapeuta che così poteva apportare gli opportuni cambiamenti nel caso in cui le condizioni o i feedback della seduta precedente lo rendessero necessario. 6. Strumenti, materiali e metodi 20 Benenzon propone la seguente classificazione dello strumentario impiegato in ambito musicoterapico: strumenti corporei: il corpo è il primo strumento musicale di cui dispone l'uomo. L'etnomusicologo Curt Sachs individua differenti strumenti racchiusi nel nostro corpo: idiofoni (ogni parte del corpo può produrre un suono attraverso il battere, il percuotere); membranofoni (ogni parte del corpo è dotata di una membrana capace di vibrare); aerofoni (il 20 A. Pace, K. Calvi, I. Popaioannou, T., Mercandel, S. Stefanato. Musicoterapia psicopedagogica – Educare, integrare e curare con l'arte dei suoni. Trieste, 2010. Luglio ed. __________________________________________________________________ 54 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 suono prodotto dal passaggio dell'aria attraverso la laringe e le corde vocali); strumenti naturali: si tratta delle sonorità prodotte dagli elementi della natura con o senza l'ausilio dell'uomo; strumenti quotidiani: sono gli oggetti di ogni giorno il cui utilizzo può produrre diverse “sonorità”; strumenti creati: si intendono gli strumenti che possono derivare dalla combinazione o dalla modificazione delle categorie sopra descritte; strumenti musicali propriamente detti: sono gli strumenti costruiti dall'uomo con finalità esclusivamente musicali; strumenti elettronici ed informatici: si tratta di apparecchiature che consentono una diretta ed approfondita manipolazione dell'elemento sonoro. Non si deve dimenticare che quando parliamo delle sonorità prodotte dal corpo dobbiamo includere anche lo strumento voce. Così nelle diverse attività proposte è data l'occasione al bambino di vocalizzare in modo libero e spontaneo. Ciò ha permesso, in un continuo dialogo vocale, di allargare il repertorio espressivo tanto nel registro quanto nelle sfumature e negli intervalli melodici. Oltre allo strumento corporeo sono stati usati strumenti quotidiani come fischietti, barattoli di latta e cucchiai di legno e strumenti musicali propriamente detti facenti parte dello strumentario Orff (cimbali, piattini a dita, piatti e piatti sospesi, triangoli di varie __________________________________________________________________ 55 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 grandezze, sonagli, maracas, nacchere, tamburi, tamburelli, bongos, flauto dolce soprano, mettallofoni e xilofoni...) che per le loro caratteristiche possono essere suonati immediatamente e con estrema facilità fin dalla scuola materna, eliminando quindi ogni problema relativo all'acquisizione di tecniche strumentali e fornendo quindi una immediata gratificazione. Per quanto riguarda il “materiale vario”, negli incontri sono stati adoperati stoffe di vario tipo, dimensione e colore, materassi e cerchi di psicomotricità, bolle di sapone, bacinella con acqua e cannucce colorate e riproduttore cd. 7. Come si svolge la seduta La seduta per Gianni è così strutturata: all'inizio vi è un momento di accoglienza, con una “canzone di benvenuto”, solitamente la stessa, (Buongiorno buongiorno) e si conclude con una “canzone di arrivederci” personalizzata in modo da creare un rito di apertura e di chiusura. Il secondo momento è basato sul massaggio sonoro. Inizialmente il massaggio sonoro veniva eseguito attraverso leggeri movimanti tipo cullamenti accompagnati dal canto di una melodia senza parole simile ad una ninna nanna africana solo successivamente (e cioè al 9° incontro) G. ha accettato di lasciarsi andare e farsi appoggiare le barre sonore sul corpo mostrando di apprezzare questa tecnica attraverso il contatto visivo molto intenso e il __________________________________________________________________ 56 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 palpabile rilassamento di tutta la muscolatura. La percezione della vibrazione attraverso il corpo è stata di grande impatto e soddisfazione per Gianni e anche per la terapista. Sempre per favorire il rilassamento e il superamento di tensioni si è rivelato di grande utilità fargli acquisire le modalità per una corretta respirazione. Forme regolari ed ampie di inspirazione ed espirazione favoriscono un'integrale ossigenazione del sangue, contribuiscono a regolare il battito cardiaco, il rilassamento dei muscoli e quindi a promuovere situazioni di quiete, tranquillità e benessere fisico. A questo scopo sono state utilizzate sempre attività diverse per mantenere viva la sua attenzione e raggiungere di volta in volta lo scopo desiderato: Soffiare le bolle di sapone al termine di un motivetto senza parole. Soffiare tentando di pronunciare alcune consonanti. Soffiare su un foglio di carta colorato tenuto con due mani all'altezza della bocca. Soffiare su una candelina accesa al termine della canzone Tanti Auguri a te. Soffiare sui colori (far cadere alcune gocce di tempere di colori diversi su un foglio di carta e poi soffiare con una cannuccia creando effetti policromi di grande efficacia). Fare bolle nell'acqua usando una cannuccia. Soffiare nel fischietto del vigile e nel flauto dolce. __________________________________________________________________ 57 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Sappiamo che la musica offre un inestimabile sostegno per imparare una lingua, perché precede il linguaggio parlato; esiste ben prima delle parole. Il linguaggio musicale, che comprende anche i primi suoni, le intonazioni, le sfumature e i vocalizzi del bambino, si manifesta molto prima del linguaggio verbale, quando il piccolo tenta di comunicare con le persone che gli stanno attorno. I neuropsicologi che conducono ricerche nel campo della musica tendono a sostenere che essa è un linguaggio innato, e che le sue strutture sono già presenti prima ancora della nascita.21 Per facilitare l'apertura di un nuovo canale di comunicazione tra G. e il terapeuta ogni incontro prevedeva un momento dedicato all'uso specifico della voce. Lasciando che la voce si esprima, cominciando ad allungare i suoni delle vocali, ai quali andranno poi ad aggiungersi altri suoni, si dà l'occasione al bambino di vocalizzare in modo libero e spontaneo; questo nel tempo può diventare un divertente dialogo vocale che permetterà di allargare il repertorio espressivo tanto nel registro quanto nelle sfumature e negli intervalli melodici. Permettere al bambino di esprimersi senza condizionamenti ha senz'altro un valore liberatorio, il che ha un valore quantomai positivo. Vengono attenuati o distrutti, nell'ambito di una pedagogia non coercitiva, condizionamenti e repressioni che il più delle volte sono la causa di atteggiamenti 21 G. Vaillancourt. Guarire a suon di musica. Torino, 2006 Ed. Amrita s.r.l. __________________________________________________________________ 58 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 nevrotici, di blocchi incomprensibili, di psichici, ritardi ed di rifiuti anche di apparentemente forti difficoltà nell'apprendimento22. In questi casi un linguaggio alternativo di forte carica liberatoria come è quello musicale può risultare molto valido. Gli esercizi e i giochi di vocalizzazione proposti sono stati: emissione di vocali su note libere; giochi labiali: imitare il suono di un motore che lentamente si avvicina per poi riallontanarsi; giocare con la lingua: fare ballonzolare la lingua dentro e fuori dalla bocca, dapprima arrovesciandola per poi farla uscire dalla bocca; imitare il ronzio delle api cercando di aumentarne e diminuirne l'intensità; gridare, portare il grido fino all'urlo, tenerlo abbastanza prolungato, diminuirlo poi lentamente fino al silenzio. (questo esercizio provoca un forte senso di liberazione e al tempo stesso richiede una notevole capacità di autocontrollo). Una parte piuttosto cospicua è poi dedicata all'improvvisazione strumentale che consiste nell'usare strumenti musicali per esprimersi in modo spontaneo. Lo strumentario Orff, com’è già stato detto in precedenza, presenta una straordinaria gamma di 22 S. Freud, Totem e tabù, Roma, 1969. Avanzini e Torraca. __________________________________________________________________ 59 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 possibilità sonore, grazie a strumenti adatti ai bambini: xilofoni, metallofoni, legnetti, flauti dolci, tamburelli, triangoli e così via. Gli strumenti devono rispettare il sistema uditivo del paziente/bambino ed essere di buona qualità, perché buona parte della loro forza attrattiva risiede proprio nel piacere di servirsene. Il musicoterapeuta non attribuisce un significato alla musica che viene suonata; lascia che sia il bambino a dargliene uno ma resta presente al gioco musicale del bambino, lo sostiene e lo contiene. Per quanto possibile, si è fatto in modo che fosse proprio Gianni a “dirigere” la seduta di musicoterapia, pur mettendo dei limiti. G. si è sentito libero di esprimersi in modo spontaneo così da fare in modo che potesse canalizzare le proprie emozioni in modo costruttivo. Se dal principio c'è stato un categorico rifiuto dello strumento, qualunque esso fosse, piano piano, G. si è avvicinato dapprima al flauto dolce, poi ai sonagli ecc. fino ad arrivare a suonare con tutti gli strumenti che gli venivano offerti provando un evidente piacere. L'effetto catartico che G. ha provato a seguito dell'utilizzo delle percussioni è stato talmente forte che inizialmente ho temuto fosse in prossimità di una crisi epilettica. 8. Verifica e documentazione Al termine di ogni incontro la terapista redige una scheda della seduta annotando gli aspetti emersi quali: strategia ideata per la seduta __________________________________________________________________ 60 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 prima reazione di G. entrando nel setting consegne verbali e non verbali attività proposte e risposte di G. strumenti usati e modalità di utilizzo oggetto intermediario il repertorio (le varie canzoni usate e le musiche registrate) il contatto fisico e visivo comunicazione ed interazione il bambino accetta le proposte e propone? come vive il silenzio? l'ascolto musicale e la motivazione della scelta la modalità d'ascolto del bambino (atteggiamenti, posture, tipi di movimenti scelti, stereotipie...) il rapporto con il terapeuta la conclusione della seduta sensazioni del terapeuta Ad ogni nuovo incontro, la terapista rilegge la scheda per cercare di ricominciare da dove si era rimasti. Spesso è stato necessario modificare drasticamente la struttura della seduta stessa. Cito una frase di G. Orff che mi è stata di fondamentale aiuto nei momenti più difficili. ”Il terapeuta deve decidere, deve anzi decidere prima quale materiale impegnare ed esplorare, e in quale senso. Previa __________________________________________________________________ 61 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 accurata preparazione lo metterà conseguentemente in atto. Nel suo lavoro di preparazione dovrà superare o sbarazzarsi in continuazione dei propri ostacoli e barriere, particolarmente quando, trovandosi di fronte a difficili casi di gruppi o di singoli, avrebbe voglia di dire: “Qui non c'è proprio niente da fare”. Ma proprio in simili casi gli sarà di vantaggio il deciso impegno della sua forza di immaginazione e d'inventiva, con cui si potranno aprire nuove strade, utili a lui e di conseguenza al bambino. Non esiste nessun caso, io credo, in cui non ci sia niente da fare; un sorriso, o anche solo l'accenno di un sorriso ripaga la fatica“. 8.1. Protocollo seduta n.1 Data: 10 gennaio 2012 Durata: 15 minuti Strategia ideata: Non spiego niente ed inizio a cantare, lo lascio libero di esplorare il setting, metto a terra degli strumenti. Strumenti del setting: tamburi e bongos. Un flauto dolce soprano di color arancione (colore molto amato da G.) __________________________________________________________________ 62 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Stato affettivo di G.: Molto irrequieto e diffidente, sembra non capire cosa voglio fare. Primi strumenti usati: Tamburo ed flauto. Modalità di utilizzo: Gianni inizia a battere il tamburo con le mani poi lo lancia lontano. Successivamente vede il flauto, lo porta alla bocca e ridendo me lo butta in faccia poi scappa via urlando. Contatto fisico e visivo: G. non guarda mai negli occhi la terapista ma ad un certo punto le da la mano e la segue passeggiando per la stanza. Repertorio: Canzone di benvenuto, passeggiamo trallallà, la bella lavanderina e Wa Wa. Descrizione dell'aspetto corporeo: G. corre in punta di piedi allargando le braccia, batte sul tamburo molto energicamente e porta delicatamente il flauto alla bocca. Scoppia in una fragorosa risata. Rapporto con la terapista: Si lascia cullare in un delicato massaggio sonoro, poi per mano passeggia evidentemente incuriosito dall'esperienza, per lui del tutto nuova. __________________________________________________________________ 63 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Conclusione della seduta: Dopo circa 15 minuti provo ad accendere il lettore CD ma al primo suono G. si tappa le orecchie , scappa saltando i cuscini ed esce dalla palestra. Riflessioni: Nonostante la diffidenza iniziale e l'evidente imbarazzo nei confronti degli strumenti e del loro suono, G. si affida alla terapista lasciandosi guidare dal suono della sua voce cantata in uno stato di grazia che non gli è abituale. Tutto sommato questoprimo incontro è piuttosto soddisfacente. Il canto è il canale privilegiato per potere entrare in risonanza con G. 8.2 - Protocollo seduta n. 5 Data: 7 febbraio 2012 Durata: 40 minuti Strategia ideata: Dopo il canto di benvenuto e il massaggio sonoro utilizzo un foulard rosso come oggetto intermediario. Non do consegne verbali e limito al minimo ogni indicazione. __________________________________________________________________ 64 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Strumenti del setting: Tamburello basco e flauti Stato affettivo di G.: E' molto ben disposto, sereno e positivamente eccitato. Strumenti usati: non ne vuole proprio sapere del tamburello basco che lancia lontano poi appena mi sente suonare il flauto sulle note di una ninna nanna a lui molto gradita prende il suo flauto e lo lancia. Contatto fisico e visivo: resta in braccio alla terapista appoggiandole una mano sulla gola e l'orecchio sul petto. Qualche sguardo sfuggente durante il canto di “questo è l'occhio bello”. Repertorio: Buongiorno, I Nani, Dondola, Questo è l'occhio bello. Descrizione dell'aspetto corporeo: Privilegia il contatto fisico, sta seduto e sdraiato per la maggior parte della seduta. Rapporto con la terapista: Dimostra di apprezzare molto i momenti di canto durante i quali si rilassa distende il volto e tutta la muscolatura., il rapporto di fiducia sembra aumentato. Conclusione della seduta: Accendo il lettore CD, cambio repertorio ma G. non ne vuole proprio sapere. Non scappa ma con __________________________________________________________________ 65 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 il gesto di basta mi comunica che non intende più continuare la seduta. Riflessioni: Forse il mio accanimento nel proporgli musica registrata è eccessivo e controproducente. Fino ad oggi G. ha accettato quasi tutte le mie proposte ma sembra ancora piuttosto diffidente nei confronti degli strumenti musicali. 8.3. Protocollo seduta n.10 Data: 27 marzo 2012 (dopo due settimane di assenza da scuola) Durata: 40 minuti circa Strategia ideata: Lasciarlo libero di scegliere lo strumento e di decidere cosa fare. Strumenti del Setting: legnetti, xilofoni, nacchere, tamburi, tamburelli, bongo, piatti, triangoli, maracas, guiro; (gli strumenti sono sistemati al centro del setting, dentro ad una valigia di cartone). Stato affettivo di G.: è molto agitato, appena capisce che è l'ora della musicoterapia corre verso la palestra dove si tengono le __________________________________________________________________ 66 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 sedute emettendo dei gridi molto acuti. Non riesce a calmarsi e ride sonoramente per circa 10 minuti. Primi strumenti usati: G. viene subito attirato dal guiro. Dopo qualche minuto lancia in aria il guiro per suonare il tamburo. Modalità di utilizzo: porta il guiro alla bocca e lo suona con i denti, poi lo fa rotolare a terra e lo rincorre. Percuote il tamburo con una tale intensità che sembra volerlo rompere. Contatto fisico e visivo: non c'è nessun contatto visivo lo sguardo vaga lontano, G. non accetta il contatto fisico, utilizzo l'oggetto intermediario (una pallina di spugna rossa e un foulard verde). Repertorio: Dondola, Ballon, In montagna salirò, Sfoglia sfoglina, gira il mulino. Descrizione dell'aspetto corporeo: molto rigido e contratto non riesce proprio a rilassarsi, i movimenti sono bruschi e frenetici. Rapporti con la terapista: fatica ad accettare le proposte, non rispetta il turno, G. è nel suo mondo e non si cura della mia presenza. __________________________________________________________________ 67 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Conclusione della seduta: Senza un motivo apparente G. mette il tamburo dentro la valigia ed esce dalla stanza. Riflessioni: Forse G. desiderava tanto questo momento dopo due settimane di assenza da scuola che la forte emozione lo ha sopraffatto facendolo ripiombare in alcuni dei suoi comportamenti stereotipati (sfarfallamento, urla e risate). Il segno positivo è che il tamburo ha avuto il suo effetto catartico, G. dopo averlo suonato si è calmato, lo ha riposto nella valigia (evento straordinario che non si era mai verificato e non si è più ripetuto nelle sedute successive) ed è uscito dalla stanza camminando tranquillo. 8.4. Protocollo seduta n.16 Data: 15 Maggio 2012 Durata:30 minuti Strategia ideata: gli faccio capire che può guidare lui la seduta e che io lo supporterò in tutto quello che intenderà fare. Strumenti del Setting: tutti gli strumenti di sempre. __________________________________________________________________ 68 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Stato affettivo di G.: sicuro di sé e molto disinvolto, tranquillo e disteso. Primi strumenti usati: flauto e triangolo. Modalità di utilizzo: G. ormai utilizza tutti gli strumenti in modo corretto e prova molto piacere nel sentirli vibrare nelle sue mani. Contatto fisico e visivo: mi guarda spesso per assicurarsi che io lo stia guardando, mi chiede di venire in braccio per essere cullato e cantare insieme a me. Repertorio: Gli indiani, nella vecchia fattoria, ric e rac, dondola, In montagna salirò, la bella lavanderina. Descrizione dell'aspetto corporeo: completamente rilassato e a proprio agio, maneggia gli strumenti con sicurezza e grande proprietà. Rapporti con la terapista: chiede risposte sonore e di attenzione alle sue proposte strumentali e vocali. __________________________________________________________________ 69 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Conclusione della seduta: Un suono proveniente dal corridoio ha improvvisamente catturato la sua attenzione e con grande naturalezza è uscito dalla stanza. Riflessioni: forse questa è la seduta più positiva e coinvolgente per entrambi, ci sono stati vari momenti di silenzio (che sono una rarità per G.) voluti da G., momenti molto intensi durante i quali il dialogo non si è fermato ma ha acquistato ancora maggior valore grazie alla possibilità che G. mi ha dato di ascoltarlo e di accoglierlo non per giudicarlo o tantomeno tollerarlo ma per reagire e interagire con lui. 9. Un mese in più Le sedute di musicoterapia che erano state programmate per G. sono terminate con il 16° incontro e tutto sommato sono stati ottenuti dei risultati abbastanza soddisfacenti. La nonna e la mamma mi hanno più volte riferito che G. chiedeva di essere accompagnato a letto e intonava una ninna nanna che desiderava ascoltare dalla loro voce della prima di addormentarsi. A scuola le insegnanti mi hanno detto che nel momento dedicato alle canzoncine Gianni era molto partecipe e addirittura coinvolto al punto da tentare di compiere i movimenti che queste ultime richiedevano. Cosa ancor più sbalorditiva, finalmente Gianni __________________________________________________________________ 70 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 riusciva ad ascoltare la musica registrata e restare nella stanza senza scappare. Verso la fine del mese di maggio mi è stato comunicato che G. avrebbe frequentato un centro estivo per tutto il mese di luglio e che io sarei stata la sua educatrice per cinque ore mattutine. Sull'onda dei successi ottenuti con lui ho deciso di dedicare un'ora tutte le mattine alla musica per continuare il percorso musicoterapico iniziato a gennaio. Il centro che ci avrebbe ospitato per il mese di luglio era dotato di una stanza di musica con pianoforte, chitarra e piccoli strumenti a percussione. Ottenuto il consenso dalla coordinatrice e effettuato un veloce sopralluogo ho portato la mia valigia degli strumenti e tutto il materiale che avevo utilizzato durante l'anno con Gianni. Nonostante l'ambiente fosse del tutto nuovo, i nuovi compagni e le nuove maestre grazie alla musica Gianni è riuscito a trascorrere quattro settimane di estrema serenità. Ogni mattina, dopo la merenda era proprio lui a condurmi nell'aula di musica. Questo spazio così ben strutturato e la presenza del pianoforte ci ha dato dei nuovi input e una nuova voglia di fare. 23 L'obiettivo che mi sono prefissata allora è stato quello relativo all'ascolto e all'attenzione. Ascoltare è la presa di coscienza del messaggio sonoro che impegna il nostro essere al completo e 23 F. Bianchi, A. D'Arcangelo, Francesco e la chiave del suo mondo, Ed. Paoline, Milano, 2010. __________________________________________________________________ 71 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 presuppone un impegno globale. Ascoltare veramente vuole dire essere tesi verso il fenomeno sonoro e partecipare attivamente per riceverlo, per interpretarlo e interiorizzarlo. Per essere attento Gianni è necessario che sappia ascoltare e che quindi partecipi e si sforzi a ricevere quello che gli viene proposto. Il musicoterapeuta è preparato ad ascoltare e accogliere le voci, i gesti, le emozioni al di là delle parole che vengono e non vengono dette. L'ascolto è fatto di accoglienza incondizionata che riesce a guidare il paziente verso il superamento delle sue convinzioni e delle sue difficoltà di lettura delle posture, di respirazione, di essere sul piano energetico nella relazione con gli altri, con il mondo e con se stessi. Tutto ciò che è ascolto arriva a noi attraverso il fenomeno acustico della risonanza. Il risuonatore primo che l'essere umano conosce è se stesso. Ciascuno di noi è stato concepito ed è cresciuto nella risonanza del grembo materno. Il nostro corpo, infatti, impara a vibrare nel convibrare del corpo materno: una risonanza nella risonanza. Il vibrare dell'ascolto della voce che parla, che canta, che grida o sussurra, è il vibrare stesso delle emozioni. Ascoltare, ossia “l'esserci al mondo”, è legato alla qualità delle emozioni, alle relazioni interpersonali che riguardano la vita di ogni essere umano, prima ancora che egli nasca. __________________________________________________________________ 72 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Ascoltare è un gesto di volontà, di intenzionalità consapevole. L'ascolto di Gianni attraverso il canto di semplici melodie o il suono del pianoforte e la risonanza, ponendolo sulle mie ginocchia e successivamente sulla cassa armonica del pianoforte, mi hanno permesso di stabilire nei suoi confronti un ascolto empatico. Così facendo è sorta in Gianni la curiosità sempre maggiore nei confronti dei suoni e questa è la condizione basilare per creare un cammino nuovo che porta verso nuove direzioni. Gianni ha sempre cercato le vibrazioni degli strumenti e della mia voce ed ora la cassa armonica del pianoforte per lui è stata un'esperienza veramente molto potente; abbiamo iniziato a risuonare insieme, io sui tasti e lui appoggiato alla cassa armonica. Era talmente rapito dall'ascolto del suono e della musica che restava appoggiato al pianoforte per tempi molto lunghi. Riporto qui di seguito una pagina del diario che scrivevo ogni giorno al termine della mattinata passata in compagnia di G. 23/07/2012 Questa mattina Gianni è arrivato molto agitato, non vuole staccarsi dalla mamma e si nasconde il volto per non guardarmi e non farsi guardare. Appena la mamma è uscita dalla scuola G. si è nascosto dietro ad un armadietto e non ne vuole sapere di uscire. __________________________________________________________________ 73 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Piano piano e con molta pazienza l'ho convinto a seguirmi e insieme, mano nella mano, abbiamo raggiunto gli altri bambini che stavano facendo colazione. Il momento della colazione è passato senza particolari problemi, Gianni è sempre rimasto sulle mie ginocchia ma il suo volto è tirato e i suoi muscoli sono estremamente contratti. Appena terminata la colazione Gianni incomincia ad urlare, a correre e spingere tutti i bambini che si trovano sul suo percorso, si toglie le scarpe e le getta fuori dalla finestra poi mi guarda di sfuggita e si mette a piangere. Raccolte le scarpe lo porto nell'aula di musica e mi siedo a terra, non so bene cosa proporgli, non ho le barre sonore che mi erano state gentilmente prestate da una conoscente e quando sto pensando di proporgli un massaggio sonoro con il tamburo, mi accorgo che G. è abbracciato al pianoforte. Mi siedo e inizio a suonare “Per Elisa”, il suo brano preferito. Finito di suonare guardo G., è calmo e rilassato, a questo punto lascio a lui la possibilità di guidare la seduta. Gianni mi fa cenno di uscire dalla stanza, la seduta è finita, lo scopo raggiunto. G. ha trovato la serenità per tornare con i compagni e per oggi questo gli è sufficiente. La mattinata è proseguita in scioltezza. __________________________________________________________________ 74 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 11. Riflessioni conclusive Grazie alla musica si è creato un legame intenso tra me e Gianni e per lui questo è diventato il luogo d’incontro tra il mondo verbale e quello non verbale. Secondo Carl Rogers “l'empatia è sintonia con un altro essere umano, significa provare le sue emozioni come se si fosse l'altro. E' entrare temporaneamente nei suoi panni, senza però identificarsi, cioè senza dimenticare di essere altro da lui. In tal modo ci sarà quella risonanza che consente la reale comprensione ma si eviterà un eccessivo coinvolgimento che precluderebbe ogni intervento terapeutico”24. Per facilitare l'apprendimento e il cambiamento di Gianni, è stata necessaria un'intensa relazione di fiducia, ovvero una relazione empatica. Utilizzando l'osservazione partecipe, ho analizzato G. interagendo con lui sin dal primo momento per ottenere i feedback necessari per calibrare l'intervento, istante per istante, adeguandomi ai suoi tempi di risposta. Sono profondamente convinta che con il tempo anche Gianni riuscirà a sviluppare appieno la sua identità sonora e di conseguenza incomincerà a conoscere sempre meglio sé stesso e l'improvvisazione diventerà il mezzo per “farsi sentire” in un modo diverso e accettato socialmente. 24 M. Scardovelli, Il dialogo sonoro, Cappelli, Bologna 1992. __________________________________________________________________ 75 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 Impariamo a credere che in ogni creatura sfortunata si nasconda un tesoro, che noi “normali” abbiamo il dovere di cercare, decifrandone il codice segreto. Una volta trovata la chiave di lettura, con serenità, con estremo amore e disponibilità, dobbiamo aprire quel “magico forziere” per permettere alle capacità nascoste (cantare, suonare, dipingere, far di conto, scrivere, fare sport o semplicemente amare e socializzare) di manifestarsi25. 25 F. Bianchi, A. D'Arcangelo- Francesco e la chiave del suo mondo- autismo e musicoterapia. Paoline, Milano 2010 __________________________________________________________________ 76 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 11. Bibliografia - A. M. Russo, Viaggio nel silenzio. Tesi finale di specializzazione in Musicoterapia, U. E. Jean Monnet, 2008 – Istituto MEME. - R. Benenzon, Manuale di musicoterapia, Borla, Roma, 2005. - G. Orff, Musicoterapia-Orff, Cittadella Editrice, Assisi, 2005. - A. Pace, K. Calvi, I. Popaioannou, T. Mercandel, S. Stefanato. Musicoterapia psicopedagogica, Luglio ed., Trieste, 2010. - S. Guerra Lisi, Il metodo della globalità dei Linguaggi, Borla ed., Roma, 1987. - Leonardo De Angelis, Energia e terapia in musica, Franco Angeli, 2000. - O. Sachs, Musicofilia, Adelphi, Milano, 2008. - G. Vaillancourt, Guarire a suon di musica, musicoterapia per bambini e adolescenti, ed. AMRITA, Torino – 2006. - S. Freud, Totem e tabù, Roma, Avanzini e Torraca, 1969. - M. Scardovelli, Il dialogo sonoro, Cappelli, Bologna, 1992. - F. Bianchi, A. D'Arcangelo - Francesco e la chiave del suo mondo - autismo e musicoterapia. Ed. Paoline, Milano 2010. __________________________________________________________________ 77 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Barbara Venturi - SST in Musicoterapia (2° anno) A.A. 20011 - 2012 12. Sitografia www.wikipedia.it www.roheampton.ac.uk www.musictherapy.ca www.musictherapy.org www.psychotherapie.org www.solaris.it www.cure-naturali.it __________________________________________________________________ 78