Kenneth Bruscia nel suo libro Definìng Music Therapy (1998

Kenneth Bruscia nel suo libro Definìng Music Therapy (1998) definisce la musicoterapia
“un processo sistematico di intervento dove il terapeuta aiuta il paziente a raggiungere
uno stato di salute tramite l’uso di esperienze musicali e della relazione che si sviluppa tra
loro come forze dinamiche di cambiamento”.
Ciò che diversifica la musicoterapia da qualsiasi altra forma di terapia è la sua fiducia nella
musica ed il suo affidarsi all’esperienza musicale come agente, contesto o catalizzatore
dell’esperienza terapeutica. Questo significa che al centro di ogni seduta c’è un’esperienza
musicale di un qualche tipo.
Le principali sono: improvvisazione, ri-creazione, composizione (musicoterapia“attiva”) e
ascolto della musica (musicoterapia“ricettiva”). Ciascuna può coinvolgere anche il
procedimento verbale, il disegno, la pittura, il movimento espressivo, la danza ed il gioco.
Nel IX Congresso Mondiale di Musicoterapia, tenutosi a Washington nel 1999, la Guided
Imagery and Music è stata stimata tra i cinque modelli più accreditati a livello internazionale. Si tratta di un metodo di psicoterapia con la musica elaborato da H. Bonny alla
fine degli anni ’60, dopo anni di ricerche sulla musica e sullo stato non ordinario di
coscienza presso il Maryland Psychiatric Hospital.
E’ un processo terapeutico dove l’immaginario è evocato durante l’ascolto di musica
classica. Il paziente fa l’esperienza in uno stato di rilassamento mentre interagisce
verbalmente con il terapeuta che ha un ruolo di sostegno e di “facilitatore”. La musica è
parte integrante del processo terapeutico: non è utilizzata per indurre il rilassamento, ma in
veste di “co-terapeuta” che guida e sostiene il processo di cambiamento.
Si può applicare a tutte le aree d’intervento finalizzate alla promozione della salute
psichica, quindi non soltanto a quelle “patologiche” come disturbi d’ansia, del tono
dell’umore, psichiatrici…, ma è adatta anche a quei soggetti “sani”che si trovino ad
affrontare un momento particolare della loro vita (per es. la maternità) o semplicemente per
chi vuole fare un percorso di crescita interiore.
Una nota a parte merita il suo utilizzo in oncologia come terapia complementare, vale a
dire come terapia che non sostituisce in nessun modo quella “medica”, ma la integra. Non
ha effetto sulla malattia in sé ma sul vissuto di malattia. In particolare, è utilizzata per
aiutare i pazienti a fronteggiare il dolore, per ridurre l’ansia e gli effetti collaterali delle
chemioterapie, migliorare l’umore e la qualità della vita.
Curriculum della Dott.sa Melania Spatola
Laureata in Psicologia, consegue il master di II° livello in Psico-oncologia con 110/110 e
la specializzazione a Roma presso la scuola di Psicoterapia Integrata e Musicoterapia con
50/50 lode.
Da anni lavora presso l’ospedale Molinette di Torino (S.C.D.U. Psicologia Clinica ed
Oncologica, dir. prof. R. Torta) nell’ambito dell’assistenza psicologica ai malati oncologici
e della ricerca nel campo delle terapie complementari in oncologia; collabora, inoltre, con
diverse associazioni Onlus nel campo della formazione dei volontari e nell’assistenza
domiciliare ai malati terminali.
Specializzata in Musicoterapia, utilizza - con provata efficacia - la musica in vari progetti
di promozione della salute: dalle donne in gravidanza alla prevenzione ed al trattamento
dei disagi infantili e adolescenziali, al supporto ai malati oncologici e neurologici.
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