PSICOPATOLOGIA
La psicopatologia rappresenta una indispensabile via di
accesso alla comprensione delle sindromi psichiatriche,
fornendo quella conoscenza basilare delle singole unità
sintomatologiche che, variamente combinate vengono a
costituire quel complesso specifico di elementi soggettivi
ed oggettivi che si realizza nel quadro clinico di ogni
disturbo psichico.
Lo studio della psicopatologia assume, quindi, un
significato fondamentale per acquisire quegli elementi di
base che introducono ai vari temi e prospettive della
psichiatria clinica.
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PSICOPATOLOGIA
Per questa ragione possiamo considerare la psicopatologia
non solo come disciplina che si occupa della patologia
mentale e della classificazione e descrizione dei sintomi
psichiatrici, ma anche, più estensivamente, come branca
delle scienze del comportamento, dotata di una sua
autonomia, che analizza in modo attento e approfondito le
manifestazioni psicopatologiche e si sforza di coglierne il
senso e il valore all'interno dell’esperienza soggettiva.
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PSICOPATOLOGIA
Mentre gli obiettivi della psichiatria sono quindi la
prevenzione, la terapia e la riabilitazione, la psicopatologia
si pone come scopo la comprensione e la conoscenza,
rappresentando in tal modo la premessa insostituibile
dell’intervento psichiatrico, dato che, com’è evidente, non
vi possono essere terapia o profilassi valide se non si è
prima
sviluppato
adeguatamente
il
momento
dell'approfondimento conoscitivo e comprensivo.
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PSICOPATOLOGIA
COSCIENZA E SUOI DISTURBI
La coscienza può essere considerata come un’attività psichica di base, una
condizione generale del funzionamento mentale e, come tale, non è
facilmente separabile dagli altri processi e funzioni mentali.
Aspetto dell’attività psichica che consiste nella consapevolezza che il
soggetto ha di sé e dell’ambiente circostante, nella capacità di rendersi
conto e di essere al corrente di ciò che accade nella dimensione
interiore, nella sfera somatica e nella dimensione esterna.
La coscienza consente quindi di muoversi adeguatamente attraverso le
coordinate spazio- temporali, di orientarsi correttamente attraverso di
esse e di pervenire, infine, ad una integrazione dei contenuti mentali e
delle sensazioni somatiche con i dati provenienti dall’esterno.
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PSICOPATOLOGIA
- Questa funzione risulta modificabile da:
•alcool,
•traumi
cranici,
•Traumi
psichici;
•Processi
organici patologici;
•Ipnosi, tecniche
di rilassamento e meditazione.
Ma qual è la modificazione più fisiologica della coscienza?
E’ quella che avviene ogni notte nello stato di sonno.
L’attività di coscienza permane anche quando dormiamo e sogniamo,
anche se in modo del tutto parziale.
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PSICOPATOLOGIA
Le turbe della coscienza si possono riscontrare in:
- Situazioni patologiche di natura organica che interessano il
SNC, di origine:
-- traumatica
-- metabolica
-- infettiva
-- vascolare
-Durante il decorso o l’esordio acuto di sindromi psichiatriche
quali:
--- Schizofrenia
-- Disturbi dell’umore
-- Disturbi di conversione
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PSICOPATOLOGIA
COSCIENZA E SUOI DISTURBI
Confusione
mentale, grave e vistosa alterazione qualitativa della
coscienza con compromissione della maggior parte delle funzioni
psichiche.
Il corso delle idee risulta frammentato, il paziente è disorientato nel
tempo e nello spazio ed incoerente; il comportamento è marcatamente e
variamente alterato, incongruo, afinalistico, segnato da una notevole
irrequietezza oppure, al contrario, particolarmente rallentato.
L’affettività è labile e mutevole, oscillando dalla disforia all’apatia.
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PSICOPATOLOGIA
COSCIENZA E SUOI DISTURBI
Amenza,
o delirio acuto, confusione mentale con iperpiressia, stato
tossico o infettivo, squilibri idro- elettrolitici e metabolici, turbe
vegetative.Tipica delle psicosi organiche.
Delirium,
confusione mentale con contenuti deliranti spesso
frammentari, sconnessi ed instabili (tipico il delirium tremens degli
alcolisti).
Obnubilamento,
alterazione o stato ipnoide è una turba quantitativa
della coscienza senza uno sconvolgimento del suo schema di
funzionamento, né distorsione dei suoi contenuti. Compromissione
minore dello stato confusionale (torpore, sopore, precoma, coma) che si
accompagnano ad ottundimento del sensorio, rallentamento
psicomotorio, ipobulia, inerzia, apatia, iporeattività, sonnolenza.
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PSICOPATOLOGIA
COSCIENZA E SUOI DISTURBI
Stato
crepuscolare, restringimento della coscienza. In questi casi solo
una parte degli stimoli ambientali riesce a raggiungere la coscienza.
Inizia e termina bruscamente
Crepuscolo orientato: viene mantenuto l’orientamento temporo spaziale
Crepuscolo disorientato: abolito l’orientamento spazio temporale.
Riproduzione automatica degli abituali schemi comportamentali.
Il soggetto appare assorto in un suo vissuto interiore.
Intossicazione acuta, epilessia temporale, alcune condizioni isteriche.
Stato
oniroide, prevalgono produzioni deliranti fantastiche.
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PSICOPATOLOGIA
COSCIENZA E SUOI DISTURBI
Stato oniroide, prevalgono produzioni deliranti fantastiche spesso
accompagnate a dispercezioni visive, senza disorientamento temporo
spaziale. Il soggetto catturato dalle fantasie oniroidi, sembra perdere
transitoriamente la lucidità del contatto con la realtà esterna.

Tipicamente può verificarsi nel delirio acuto, nell’esordio acuto di un
disturbo schizofrenico e nelle psicosi puerperali.
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PSICOPATOLOGIA
ATTENZIONE E SUOI DISTURBI
L’attenzione può essere messa in rapporto con una modalità di
funzionamento selettivo e finalizzato della coscienza che viene a concentrarsi
su specifici contenuti esperenziali provenienti dall’ambiente esterno, dal
distretto somatico o dal mondo intrapsichico (pensieri, ricordi, sensazioni).
Opera attraverso un’attività di selezione, all’interno del campo di coscienza, di
alcuni elementi verso i quali essa si orienta.
E’ la risultante di un processo di intensificazione e di condensazione della
coscienza su alcuni dei suoi contenuti.
Nell’economia generale del funzionamento psichico l’attenzione riveste
un’importanza rilevante nel favorire il processo di apprendimento , nel
migliorare la capacità di acquisizione e di conservazione mnestica e nel
consentire
di conseguenza soddisfacenti livelli di rendimento
psicointellettivo.
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PSICOPATOLOGIA
ATTENZIONE E SUOI DISTURBI
Così come la memoria l’attenzione va considerata una determinante
secondaria dell’intelligenza e, come per le funzioni mnestiche, l’esercizio e
l’abitudine ne potenziano le capacità dinamiche e favoriscono la possibilità
di mantenere efficienti i meccanismi psicofisiologici.
Esiste un’attenzione spontanea suscitata per richiamo in modo
involontario ed automatico da un evento esterno od interno che funziona
da stimolo e che cattura, forzatamente ed inevitabilmente la nostra
attenzione, distogliendoci da ciò che stavamo facendo o pensando un
momento prima
ed una conativa (volontaria) che implica una selezione attiva degli
stimoli verso i quali il soggetto si orienta con un maggiore o minore
impegno in relazione all’attitudine, alla motivazione, all’interesse verso
quegli oggetti stimolo.
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PSICOPATOLOGIA
ATTENZIONE E SUOI DISTURBI
Ne consegue che la componente affettiva rende la tensione attentiva
gradevole e facilitata., oppure difficile e faticosa e ciò fa intendere come i
sentimenti e le emozioni siano importanti nel modulare i processi di
apprendimento e nel contribuire ad organizzare l’attività cognitiva.
L’attenzione volontaria può quindi accompagnarsi ad una sensazione
spiacevole di coercizione (il dover stare attenti) o ad un vissuto positivo
di adesione e di partecipazione (il piacere di stare attenti) e ciò che fa la
differenza tra i due stati d’animo è la molla del desiderio, a sua volta in
rapporto con l’affinità che sentiamo con quel tipo di esperienza che entra
nel campo della nostra attenzione.
L’attenzione ha delle ritmiche oscillazioni fisiologiche che rendono difficile
per un periodo molto lungo una forte acutezza attentiva.
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PSICOPATOLOGIA
ATTENZIONE E SUOI DISTURBI
Alterazioni quantitative:
Iperprosessia (aumento) nei disturbi ansiosi od ossessivi o nei disturbi
deliranti quando l’attenzione è rivolta verso le presunte prove che possono
rinforzare il convincimento abnorme.
Ipoprosessia (diminuizione) nelle sindromi demenziali, nelle insufficienze
mentali, negli stati di torpore o di affaticamento e sonnolenza.
Apoprosessia (assenza completa della capacità di mantenere l’attenzione)
nelle gravi insufficienze mentali, negli stati di confusione mentali e negli stati
avanzati delle demenze.
Distraibilità (incapacità di mantenere l’attenzione concentrata su uno
stimolo). L’attenzione si sposta con facilità da un contenuto all’altro come se
fosse attirata continuamente da ogni nuovo stimolo che entra nel campo di
coscienza.
E’ ciò che avviene nell’eccitamento maniacale. Aumento
dell’attenzione spontanea a discapito dell’attenzione volontaria.
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PSICOPATOLOGIA
MEMORIA E SUOI DISTURBI.
Facoltà psichica che consente l’immagazzinamento dei dati dell’esperienza
e la loro successiva riattualizzazione per mezzo del ricordo.
Tramite la memoria il nostro patrimonio conoscitivo si accresce, la nostra
vita affettiva diventa sempre più ricca e differenziata e la nostra identità
personale si rafforza.
Memoria a breve termine: responsabile della conservazione
transitoria e della rapida utilizzazione dei contenuti (un indirizzo, un
numero di telefono, etc.).
Memoria a lungo termine: richiede un intervallo molto più lungo tra
registrazione e rievocazione.
Il processo di apprendimento stabile può quindi assimilarsi al passaggio
dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine tramite la
ripetizione.
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PSICOPATOLOGIA
MEMORIA E SUOI DISTURBI.
La memoria opera attraverso 5 fasi successive:
1.
Fissazione o registrazione;
2.
Conservazione o ritenzione;
3.
Rievocazione o riproduzione;
4.
riconoscimento:;
5.
Localizzazione temporo- spaziale.
Anche la memoria risente della partecipazione affettiva, ad esempio la
coloritura gradevole di un ricordo fissa stabilmente nella memoria un
evento, mentre quella sgradevole può giustificare l’oblio.
E’ su queste considerazioni che Freud elaborò le sue prime teorie sul trauma
psichico, la rimozione, i lapsus e gli errori della memoria, iniziando ad
indagare sulle correlazioni dinamiche tra memoria, affetti e meccanismi
di difesa.
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PSICOPATOLOGIA
MEMORIA E SUOI DISTURBI.
Disturbi quantitativi:
a)
Ipomnesia (riduzione della capacità di fissazione o rievocazione)
fisiologica nell’invecchiamento, patologica nelle situazioni di patologia
organica cerebrale e nei disturbi psicointellettivi;
b)
Amnesia (assenza della capacità di rievocazione o di fissazione) totale o
parziale, organica o psicogena.
Le amnesie organiche sono collegate a traumi cranici, turbe del circolo
cerebrale, processi atrofici, dismetabolici e degenerativi del S.N.C.
Nei traumi cranici anterograda e retrograda o retro- anterograda.
Le amnesie psicogene in rapporto a vissuti traumatici o a problematiche
affettive di natura conflittuale sono collegate a particolari esperienze e settori
della vita trascorsa e nei disturbi isterici sono di tipo tematico o
sistematizzato.
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PSICOPATOLOGIA
MEMORIA E SUOI DISTURBI.
Amnesie elettive sono collegate alla perdita di particolari ricordi
associati tra di loro da un significato che li accomuna o che rientrano
nella stessa sfera cognitiva.
Amnesie lacunari viene dimenticato un determinato periodo di tempo.
Amnesia di fissazione collegata alla memoria a breve termine non
permette di registrare ciò che avviene facendo perdere la consapevolezza
dello scorrere del tempo come avviene nella sindrome di Korsakoff tipica
sindrome con polineuropatia dell’alcolismo cronico o anche nei traumi
cranici e nmelle disvitaminosi del gruppo B.
3. Ipermnesia (incremento) migliora il rendimento cognitivo se non è
collegata a stati ipomaniacali o crepuscolari o a deficit dell’intelligenza.
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PSICOPATOLOGIA
MEMORIA E SUOI DISTURBI.
Disturbi qualitativi:
a) Illusioni della memoria o falsificazioni retrospettive; si
collocano nell’ambito fisiologico o in quello patologico e sono
collegabili ad un rimaneggiamento affettivo dei ricordi.
b) Pseudologia fantastica esasperazione del fenomeno precedente
tipico degli isterici e degli insufficienti mentali.
c) Déjà-vu e Déjà-vecu (già visto e già vissuto) sentimento di
familiarità, criticato dal soggetto, che accompagna esperienze del
tutto nuove. Talvolta normale si riscontra frequentemente negli
epilettici e negli alcolisti.
d) Jamais-vu e Jamais-vecu (mai visto e mai vissuto) fenomeno
opposto al precedente nell’epilessia temporale, negli attacchi di
panico e nei disturbi schizofrenici.
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PSICOPATOLOGIA
MEMORIA E SUOI DISTURBI.
Disturbi qualitativi:
d) Criptomnesia simile al jamias- vu consiste nella perdita del carattere
mnestico di un ricordo che appare invece come un fatto del tutto
nuovo, come una creazione attuale ed originale.
e) Ecmnesia (ricordi vissuti come attuali) carattere allucinatorio
f) Confabulazioni, contenuti psichici elaborati in modo distorto e che il
soggetto propone all’interlocutore per copritre le proprie lacune
mnestiche. Si possono presentare nelle demenze anche ini.ziali mai
nelle pseudodemenze depressive e ciò permette di porre diagnosi
differenziale.
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PSICOPATOLOGIA
PERCEZIONE E SUOI DISTURBI
La funzione senso percettiva mette in contatto l’uomo con il suo
ambiente oltre che con la sua dimensione interna, consentendo
l’acquisizione di informazioni che tramite i canali sensoriali raggiungono i
centri nervosi e, adeguatamente elaborati, strutturano quegli elementi di
base sui quali si va organizzando la conoscenza che l’uomo ha di sé e del
mondo in cui vive.
E’ la funzione che permette il continuo rapporto tra il mondo esterno ed
il mondo intrapsichico permettendogli di acquisire tutti i dati
indispensabili per interagire con la realtà.
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PSICOPATOLOGIA
PERCEZIONE E SUOI DISTURBI
Il processo percettivo si svolge tramite tre momenti fondamentali:
I.
Sensazione, presa di contatto primaria con un dato sensoriale che si
determina a seguito di una data stimolazione sensoriale che
raggiunge l’apparato psichico attraverso le specifiche vie
neurofisiologiche;
II.
Percezione, riconoscimento attivo, identificazione, discriminazione,
classificazione del dato sensoriale con individuazione della categoria
di appartenenza;
III.
Rappresentazione, riproduzione mentale della percezione che
permette di far rivivere nella nostra mente un oggetto senza che
questo sia presente.
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PSICOPATOLOGIA
PERCEZIONE E SUOI DISTURBI
Disturbi quantitativi
Iperestesia, accentuazione tipica negli stati ansiosi con aumento della
sensibilità sostenuto dallo stato penoso di aspettativa di una
situazione temuta, ma anche nelle sindromi di conversione isterica o
nelle fasi prodromiche di una crisi epliettica,
ipoestesia, anestesia, diminuzione o abolizione della ricezione degli
stimoli percettivi se di natura psicopatologica si riscontrano nelle
depressioni, nella schizofrenia e nelle demenze..
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PSICOPATOLOGIA
PERCEZIONE E SUOI DISTURBI
Disturbi qualitativi
Illusioni, percezioni distorte di un oggetto realmente esistente (quadri
confusionali, o demenziali ma anche nella normalità (ma è presente
critica): Per cause emotiva (aspettativa, attesa) per disattenzione
(astanchezza, sindromi confusionali o demenziali, intossicazione da
alcool o da sostanze psichedeliche
ALLUCINAZIONI
Percezione senza oggetto, caratteristiche:
Assenza di stimolo esterno; Idoneità sensoriale; Proiezione spaziotemporale;Mancanza di critica del disturbo; attivazione di
comportamenti conseguenziali.
Tipiche della patologia psichiatrica
Visive, uditive, olfattive, gustative, tattili, cinestetiche o combinate
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PSICOPATOLOGIA
PERCEZIONE E SUOI DISTURBI
Disturbi qualitativi
Allucinosi, allucinazioni con consapevolezza e critica tipica l’allucinosi
peduncolare per lesioni del peduncolo cerebrale.
Pseudoallucinazioni, esperienze percettive che non interessano i
canali sensoriali, ad esempio il soggetto sente le voci ma non con le
orecchie, le sente dentro il cervello o nell’addome.
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PSICOPATOLOGIA
PENSIERO E SUOI DISTURBI
Permette la formazione di concetti e di giudizi tramite l’analisi, la sintesi,
l’astrazione, l’induzione, la deduzione.
Le unità operative sono le idee che, tramite i legami associativi
permettono di ricavare dai dati reali, altri dati possibili nel rispetto della
coerenza tra premesse e conclusioni. Ne derivano scelte, decisioni,
valutazioni, condizionate dalle capacità di critica, di vagliare cioè le
conseguenze dei propri comportamenti e l’esito finale del processo di
ragionamento, discernendo il vero dal falso, il normale dal patologico.
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PSICOPATOLOGIA
PENSIERO E SUOI DISTURBI
Disturbi formali del pensiero
Tachipsichismo,
bradipsichicsmo,
prolissità, lento sviluppo del tema centrale a causa di dettagli poco significativi
che impediscono di pervenire rapidamente a delle conclusioni.
perseverazione, persistenza di un contenuto del pensiero che si ripete in
maniera monotona e statica,
incoerenza, pensiero frammentario e scarsamente conseguenziale,
discordanza tra le premesse e le conclusioni
blocco del pensiero, interruzione del pensiero
condensazione, concentrazione di idee diverse in un unico concetto strano e
bizzarro,
Iperinclusione, infiltrazione di contenuti incongrui e inappropriati nel normale
decorso delle idee.
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PSICOPATOLOGIA
Disturbi del contenuto del pensiero.
I.
Idea fobica, idea di un evento o situazione temute;
II.
Idea ossessiva, persistenza di un contenuto ideativo
III.
Idea prevalente, persistenza di un contenuto ideativo vissuto come centrale
IV.
Idea delirante, convincimento patologico ed erroneo che non ha alcun riscontro
nella realtà.
CLASSIFICAZIONE DEI DELIRI
In relazione al contenuto:
Persecutori (di nocumento, di veneficio, di influenzamento, di riferimento, di
rivendicazione o di querela),
di grandezza (magalomanico, genealogico, di potenza, inventivo, di riforma,
erotomanico),
depressivi, (di rovina, ipocondriaci, di colpa, di indegnità, di autoaccusa, nichilistico o di
negazione)
di gelosia, mistico- religiosi.
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PSICOPATOLOGIA
In relazione al decorso:
Acuti, cronici, episodici, ricorrente e residui.
In relazione alla comprensibilità:
Deliri primari e secondari (o delirodi).
In relazione alla stabilità:
Sistematizzato e non sistematizzato
In relazione allo stato di coscienza:
Delirio lucido, delirio confuso.
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PSICOPATOLOGIA
DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’
L’affettività potrebbe essere considerata come la capacità di
rispondere in maniera soggettiva, “emozionale”, a eventi della realtà
esterna o interna.
La psicopatologia tradizionale distingue tra i fenomeni affettivi le
seguenti configurazioni sulla base delle modalità di insorgenza e della
durata:
• emozioni, stati affettivi di breve durata, a insorgenza brusca,
reattivi, accompagnati da manifestazioni somatiche (gioia, terrore);
• sentimenti, componenti dell’affettività più duraturi e stabili che
descrivono il modo in cui un individuo vive il proprio corpo, la propria
psiche e la propria socialità;
• umore, lo stato affettivo basale, abituale, che influenza
costantemente la nostra esistenza.
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PSICOPATOLOGIA
AFFETTIVITA’ E SUOI DISTURBI
L’affettività si esprime tramite emozioni, desideri, passioni.
EMOZIONI
SENTIMENTI
PASSIONI
INTENSITA’
++
+
++
DURATA
+
++
++
ANSIA, sentimento di apprensione ed inquietudine.
DEPRESSIONE, stato di tristezza interna che causa una dimunuizione
dell’iniziativa e del livello di partecipazione all’ambiente.
IPERTIMIA, gaiezza ed intenso sentimento di benessere.
DISFORIA, irritabilità dell’umore.
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PSICOPATOLOGIA
Al suo interno sarebbero riconoscibili, secondo Schneider,
il fondo dell’umore, terreno di base, che determina il normale peso
degli avvenimenti e la loro portata soggettiva, e
lo sfondo dell’umore, cioè uno stato unico che, insorto in relazione a
una circostanza, determina delle reazioni affettive a stimoli altrimenti
ben tollerati a distanza di tempo dal momento di origine (per es., una
persona riceve una notizia sgradita la mattina e rimane di cattivo
umore e “sulla corda” per tutta la giornata).
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PSICOPATOLOGIA
1 disturbi dell’affettività sono caratterizzati dalla perdita del normale
controllo che un individuo sente di avere sui propri sentimenti e sulle proprie
emozioni.
Tra le più importanti alterazioni dell’umore ricordiamo le seguenti.
• Umore depresso o depressione. È una diminuzione del tono dell’umore,
caratterizzata dal prevalere di sentimenti di tristezza, dolore e pessimismo.
Può essere reattiva a un avvenimento e quindi comprensibile (depressione
esogena), o al contrario insorgere in assenza di una situazione causale
predisponente, per un’alterazione del fondo dell’umore (depressione
endogena).
L’umore depresso è generalmente accompagnato da rallentamento
psicomotorio, anche se in diversi casi si osserva il fenomeno opposto
dell’agitazione. Si associa costantemente a disturbi neurovegetativi: possono
essere presenti disturbi del ritmo sonno-veglia (insonnia terminale) e
anomalie del comportamento alimentare (generalmente inappetenza, ma a
volte anche iperfagia).
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PSICOPATOLOGIA
I sintomi cognitivi sono rappresentati da rallentamento delie idee,
deficit della memoria, della capacità di apprendimento e
dell’attenzione.
I pensieri tipicamente riguardano temi di perdita, autosvalutazione,
indegnità, colpa, proiettati anche nel futuro, che i pazienti affrontano
con pessimismo e disperazione. L’incapacità di immaginare un
possibile miglioramento della propria condizione rappresenta un
contesto favorevole per lo sviluppo di tematiche suicidarie: il suicidio
rappresenta la conseguenza più grave dello stato depressivo.
I disturbi del pensiero possono manifestarsi anche sotto forma di
deliri, congrui (colpa, rovina, malattia fisica) o incongrui (persecuzione)
con il tono dell’umore.
I fenomeni allucinatori sono rari; possono interessare tutti i sensi e
hanno generalmente un aspetto frammentario e fluttuante.
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PSICOPATOLOGIA
Disforia (umore disforico). È un sentimento spiacevole, a tonalità
negativa, che si associa a irritabilità e a scarsa capacità di controllo.
Accompagnata da iperattività motoria, è la condizione affettiva tipica
dello stato misto, in cui si verifica la contemporanea presenza delle
opposte polarità depressiva e maniacale.
Umore ipertimico. È caratterizzato da un innalzamento del tono
dell’umore, di grado modesto (umore ipomaniacaie) o marcato
(mania).
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PSICOPATOLOGIA
L’umore ipomaniacale, oltre che una condizione di stato nel corso di
un disturbo dell’affettività, può essere presente come tratto di
personalità in molti soggetti sani. Si caratterizza per gaiezza, euforia e
prevalenza di sensazioni piacevoli; i soggetti appaiono brillanti, hanno
facilità a stringere amicizie, si stancano difficilmente nell’espletamento
dei loro compiti. Nella mania franca, invece, l’attività perde ogni
riconoscibile finalismo, degenerando in un affaccendamento che può
ricordare lo stato confusionale; l’umore, inizialmente gioioso, può
diventare irritabile e portare a un comportamento clastico o
aggressivo. Il pensiero diventa spesso incoerente e possono facilmente
comparire spunti deliranti megalomania. L’elevazione del tono
dell’umore è tipica dei disturbi bipolari, ma può essere mimata anche
da alcune sindromi cerebrali organiche (lesioni o tumori frontali,
alcune forme di epilessia).
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PSICOPATOLOGIA
Labilità affettiva: in questa condizione, abbastanza comune nelle forme
demenziali e spesso associata a lesioni del ponte o dei lobi frontali e
temporali bilaterali, l’umore muta continuamente per stimoli non del
tutto adeguati; all’osservazione i pazienti alternano con frequenza molto
ravvicinata momenti di riso a momenti di pianto.
Apatia: è caratterizzata da distacco e indifferenza affettiva. Tipica delle
forme negative di schizofrenia, si associa sempre alla perdita della volontà
di agire (abulia).
Dissociazione affettiva: consiste in un atteggiamento affettivo non
corrispondente allo stimolo oggettivo (per es., un evento luttuoso viene
accolto con indifferenza o ilarità). È comune nei pazienti schizofrenici.
Ambivalenza affettiva: è la contemporanea presenza di sentimenti
opposti verso lo stesso oggetto. Questo sintomo è stato inserito da
Bleuler nei “sintomi primari” della schizofrenia, cioè quelli che
deriverebbero dalla supposta affezione di fondo.
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PSICOPATOLOGIA
Ansia: con il termine ansia si connota uno stato emotivo a contenuto
spiacevole, associato a una condizione di allarme e di paura.
• Ansia normale o fisiologica: è una condizione che permette
all’individuo di affrontare nella situazione migliore un pericolo reale grazie
all’aumento delle capacità operative: rappresenta dunque una reazione
adattiva alle richieste dell’ambiente circostante.
• Ansia patologica: è uno stato emotivo spiacevole, caratterizzato da
inquietudine, senso di allarme, di paura e di pericolo, che insorge in
assenza di uno stimolo adeguato a provocarlo. L’esperienza ansiosa
comprende tipicamente fenomeni cognitivi (attesa apprensiva,
anticipazione di eventi negativi, preoccupazione, sentimenti di incertezza),
somatici (palpitazioni, tachicardia, sudorazione, dispnea, pallore, diarrea,
tremori diffusi) e comportamentali (condotte di evitamento, reazioni di
fuga o di immobilizzazione).
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PSICOPATOLOGIA
Ansia anticipatoria: descrive i sentimenti di allarme e di apprensione
che insorgono quando si avvicina l’eventualità di affrontare un pericolo o
una situazione stressante ben definita.
• Ansia generalizzata: è costituita da uno stato duraturo di attesa
apprensiva, eccessiva e irrealistica, riguardante svariate attività o eventi.
• Attacco di panico: è un episodio a carattere critico di ansia e terrore
a sviluppo improvviso e di durata circoscritta nel tempo con marcati
fenomeni neurovegetativi, associato a un vissuto soggettivo di tipo
catastrofico. Le manifestazioni prevalenti sono soprattutto a livello
cardiorespiratorio: i soggetti lamentano palpitazioni, tachicardia, dispnea.
Altri sintomi presenti nel corso dell’attacco sono vertigini, sudorazione e
tremori diffusi a grandi o piccole scosse. Soggettivamente i pazienti
provano sentimenti di intenso disagio o angoscia, cui si associano
modificazioni cognitive disfunzionali, quali un sentimento di morte
imminente o il timore di perdere la ragione. Gli attacchi di panico
possono essere spontanei o situazionali, quando si verifichino soltanto in
presenza di situazioni o stimoli evocatori.
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PSICOPATOLOGIA
Fobia: è la paura duratura di una situazione o di un oggetto,
immotivata o eccessiva e tale da sfuggire al controllo del soggetto, che
pure la giudica irragionevole; si caratterizza per la presenza
equiparabile di sintomi cognitivi, comportamentali e somatici. La
conseguenza più temuta delle fobie è rappresentata dallo sviluppo di
comportamenti di evitamento dello stimolo fobico, che finiscono con
l’interferire inevitabilmente con la vita sociale e lavorativa dei soggetti
affetti. Il DSM-IV-TR distingue tre tipi di disturbi fobici: la fobia
specifica, in cui la paura e le condotte di evitamento riguardano un
oggetto circoscritto; la fobia sociale (Disturbo da Ansia Sociale), in
cui lo stimolo fobico è costituito dalle situazioni pubbliche;
l’agorafobia, che è il timore di trovarsi in situazioni da cui non è
possibile fuggire e in cui non si può avere alcun aiuto, spesso associata
al disturbo da attacchi di panico.
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PSICOPATOLOGIA
ISTINTUALITÀ
L’istinto può essere definito come un bisogno, un’urgenza diretta al
raggiungimento di un oggetto, di qualcosa che deve essere.
È uno stato attivo dell’Io, acceso in modo reattivo all’oggetto o che
emerge spontaneamente. Kurt Schneider ha classificato le pulsioni
istintive in:
• istintivo-somatiche, al servizio delle esigenze della vita e del suo
proseguimento somatico (per es„ l’istinto della nutrizione e quello del
sesso);
spinte psichiche, o “impulsi del cuore”, cioè la tendenza istintiva
verso potere, valore, onore, ricchezza, successo, bellezza, ma anche
verso il compimento del proprio dovere, umiltà, purezza, santità.
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PSICOPATOLOGIA
Disturbi dell'istintualità
L’istintualità è comunemente aumentata nei pazienti schizofrenici
acuti, nella fase maniacale del disturbo bipolare e nei prodromi della
demenza; diminuisce tipicamente nelle depressioni maggiori, nelle fasi
residue della schizofrenia e negli stadi avanzati delle sindromi
cerebrali organiche.
Le turbe dell’istintualità comprendono i disturbi sessuali, i disturbi
dell’alimentazione e alcune forme di suicidio, in quanto alterazione
dell’istinto di sopravvivenza.
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PSICOPATOLOGIA
I disturbi sessuali includono:
• le parafìlie: questi disturbi si caratterizzano per una ricorrente, intensa
attrazione sessuale verso oggetti non umani, bambini o persone non
consenzienti, spesso associata a piacere nella provocazione di sofferenza
o umiliazione a se stessi o al proprio partner. I più comuni sono la
pedofilia, la zoofilia, il travestitismo, l’esibizionismo, il feticismo, il
voyeurismo e il sadomasochismo; sono condotte anomale, associate a una
forte riprovazione sociale, spesso vissute dai soggetti con sentimenti di
vergogna, colpa, disgusto;
• le disfunzioni sessuali propriamente dette: sono condizioni in cui si
ha l’inibizione delle modificazioni appetitive o psicofisiologiche che
caratterizzano la risposta sessuale; si dividono in disturbi del desiderio e
dell’eccitazione sessuale, disturbi dell’orgasmo e da dolore
sessuale.
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PSICOPATOLOGIA
Nell’uomo i disturbi dell’eccitazione sessuale si manifestano con
l’incapacità parziale o totale di raggiungere l’erezione durante il
rapporto sessuale (disfunzione erettile o impotenza).
I disturbi dell’orgasmo riguardano il suo ritardo o assenza dopo
un’adeguata fase di eccitamento sessuale e l’eiaculazione precoce.
Nelle donne i disturbi dell’eccitazione sessuale si manifestano come
l’incapacità di raggiungere o mantenere un’adeguata lubrificazione
della vagina. L’orgasmo può essere assente o ritardato e il coito può
essere associato a persistente dolore genitale (dispareunia) o a
contrazione della muscolatura vaginale (vaginismo). Questi disturbi
possono causare sentimenti di ansietà e diminuita autostima e sono
spesso secondari a sintomi psicologici, quali l’ansia e la depressione, o
a una condizione di affaticamento.
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PSICOPATOLOGIA
Disturbi dell'alimentazione
1 disturbi dell’alimentazione comprendono:
• l’anoressia nervosa, un disturbo che colpisce soprattutto le
adolescenti ed è caratterizzato da rifiuto del cibo per paura di guadagnare
peso, calo ponderale, distorsione dell’immagine corporea e amenorrea.
Nei casi più gravi può portare alla morte e, in ogni caso, comporta
sempre uno scadimento del funzionamento sociale e lavorativo;
• la bulimia nervosa, una condizione caratterizzata da ricorrenti episodi
di abbuffate con sensazione di mancanza di controllo sul comportamento
alimentare e conseguente vomito autoindotto, o abuso di farmaci e
droghe dall’effetto diuretico o lassativo. Come l’anoressia, è più comune
nelle donne e si associa a una distorsione dell’immagine corporea; fattori
predisponenti sono considerati i rapporti difficili con le figure parentali,
una coppia genitoriale conflittuale e le difficoltà di adattamento nelle
relazioni con i coetanei.
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PSICOPATOLOGIA
Suicidio
Il suicidio rappresenta la decima causa di morte tra la popolazione
adulta. Il rischio di suicidio aumenta significativamente con l’età,
raggiungendo il picco nei maschi dopo i 75 anni; è maggiore nei
soggetti non sposati, separati o divorziati e nei disoccupati.
Tra i fattori predisponenti rivestono particolare importanza i disturbi
psichiatrici: il 65% delle persone che commettono suicidio ha una
depressione, il 25% una diagnosi primaria di alcolismo.
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PSICOPATOLOGIA
VOLONTÀ E PS ICO MOTILITÀ
La volontà è la possibilità di scegliere tra due, o più, diverse tendenze.
La psicomotilità è l’espressione a livello motorio del mondo affèttivopulsionale dell’individuo; i suoi disturbi sembrano essere dovuti, oltre
che a un’alterazione delle tendenze che l’attivano anche a una
riduzione delle capacità di decidere e quindi della volontà.
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PSICOPATOLOGIA
Disturbi della volontà e della psicomotilità
• Abulia: si tratta di un’inibizione della volontà; si trova nelle forme
depressive, nella schizofrenia e nei casi più gravi di disturbo-ossessivo
compulsivo. È un reperto comune anche in corso di lesioni cerebrali
organiche localizzate per lo più in sede frontale e temporale (in
particolare le aree mediali, inferiori e anteriori e l’amigdala).
• Impulsività: consiste nell’incapacità di resistere a un impulso o alla
tentazione di compiere atti nocivi a se stesso o agli altri. È comune nelle
epilessie e in alcune forme di schizofrenia. Può essere diffusa o limitata ad
azioni sistematicamente ripetute come nel caso della piromania, della
cleptomania, della tricotillomania, del disturbo esplosivo intermittente,
dell’impulso patologico al gioco d’azzardo. Una disinibizione degli impulsi
è anche tipica di lesioni del lobo frontale (in particolare il giro frontale
inferiore e la corteccia frontale orbitale e mediale) e di quello temporale
(incluse l’amigdala e altre parti del sistema limbico).
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PSICOPATOLOGIA
• Aumento dell’attività motoria: può essere più o meno intenso,
assumendo i caratteri dell’irrequietezza o dell’eccitamento psicomotorio.
In quest’ultimo caso possiamo distinguere l’eccitamento maniacale,
caratterizzato da tratti di euforia e giocosità, l’eccitamento catatonico,
spesso complicato da crisi aggressive e pantoclastiche e gli eccitamenti
confusionali, propri delle sindromi confusionali organiche, della demenza e
della oligofrenia.
• Rallentamento psicomotorio: coinvolge tutta l’attività motoria ed è
tipico degli stati depressivi e della schizofrenia.
• Arresto psicomotorio: il soggetto non reagisce ad alcuno stimolo,
pur rimanendo lucido. Si distinguono lo stupor catatonico, spesso
interrotto da crisi di agitazione psicomotoria, lo stupor melanconico
delle forme più gravi di depressione endogena e lo stupor emotivo,
caratteristico della reazione a un grave evento stressante.
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PSICOPATOLOGIA
Stereotipie: sono ripetizioni monotone e rigide, afinalistiche, di
atteggiamenti, posizioni, espressioni verbali, scrittura; si possono
riscontrare nella schizofrenia.
Manierismi: sono
comportamenti
motori
artificiosi, goffi,
involontariamente caricaturali, che, pur rappresentando un’esagerazione
di comportamenti naturali, sono adeguati alle circostanze; si osservano
nei pazienti schizofrenici.
Negativismo: è un comportamento tipico della schizofrenia catatonica,
ma presente anche in quadri depressivi e psico-organici, caratterizzato da
resistenza agli stimoli esterni; è passivo quando il soggetto rifiuta di
eseguire un ordine, attivo quando compie l’azione contraria.
Automatismo: consiste nell’esecuzione passiva e acritica degli ordini. Si
può associare a fenomeni come l’ecoprassia (imitazione delle azioni),
l’ecomimia (imitazione della mimica) e l’ecolalia (ripetizione delle
parole udite); fa parte del quadro tipico della schizofrenia di tipo
catatonico.
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