PSICOPATOLOGIA La psicopatologia rappresenta una indispensabile via di accesso alla comprensione delle sindromi psichiatriche, fornendo quella conoscenza basilare delle singole unità sintomatologiche che, variamente combinate vengono a costituire quel complesso specifico di elementi soggettivi ed oggettivi che si realizza nel quadro clinico di ogni disturbo psichico. Lo studio della psicopatologia assume, quindi, un significato fondamentale per acquisire quegli elementi di base che introducono ai vari temi e prospettive della psichiatria clinica. 1 PSICOPATOLOGIA Per questa ragione possiamo considerare la psicopatologia non solo come disciplina che si occupa della patologia mentale e della classificazione e descrizione dei sintomi psichiatrici, ma anche, più estensivamente, come branca delle scienze del comportamento, dotata di una sua autonomia, che analizza in modo attento e approfondito le manifestazioni psicopatologiche e si sforza di coglierne il senso e il valore all'interno dell’esperienza soggettiva. 2 PSICOPATOLOGIA Mentre gli obiettivi della psichiatria sono quindi la prevenzione, la terapia e la riabilitazione, la psicopatologia si pone come scopo la comprensione e la conoscenza, rappresentando in tal modo la premessa insostituibile dell’intervento psichiatrico, dato che, com’è evidente, non vi possono essere terapia o profilassi valide se non si è prima sviluppato adeguatamente il momento dell'approfondimento conoscitivo e comprensivo. 3 PSICOPATOLOGIA COSCIENZA E SUOI DISTURBI La coscienza può essere considerata come un’attività psichica di base, una condizione generale del funzionamento mentale e, come tale, non è facilmente separabile dagli altri processi e funzioni mentali. Aspetto dell’attività psichica che consiste nella consapevolezza che il soggetto ha di sé e dell’ambiente circostante, nella capacità di rendersi conto e di essere al corrente di ciò che accade nella dimensione interiore, nella sfera somatica e nella dimensione esterna. La coscienza consente quindi di muoversi adeguatamente attraverso le coordinate spazio- temporali, di orientarsi correttamente attraverso di esse e di pervenire, infine, ad una integrazione dei contenuti mentali e delle sensazioni somatiche con i dati provenienti dall’esterno. 4 PSICOPATOLOGIA - Questa funzione risulta modificabile da: •alcool, •traumi cranici, •Traumi psichici; •Processi organici patologici; •Ipnosi, tecniche di rilassamento e meditazione. Ma qual è la modificazione più fisiologica della coscienza? E’ quella che avviene ogni notte nello stato di sonno. L’attività di coscienza permane anche quando dormiamo e sogniamo, anche se in modo del tutto parziale. 5 PSICOPATOLOGIA Le turbe della coscienza si possono riscontrare in: - Situazioni patologiche di natura organica che interessano il SNC, di origine: -- traumatica -- metabolica -- infettiva -- vascolare -Durante il decorso o l’esordio acuto di sindromi psichiatriche quali: --- Schizofrenia -- Disturbi dell’umore -- Disturbi di conversione 6 PSICOPATOLOGIA COSCIENZA E SUOI DISTURBI Confusione mentale, grave e vistosa alterazione qualitativa della coscienza con compromissione della maggior parte delle funzioni psichiche. Il corso delle idee risulta frammentato, il paziente è disorientato nel tempo e nello spazio ed incoerente; il comportamento è marcatamente e variamente alterato, incongruo, afinalistico, segnato da una notevole irrequietezza oppure, al contrario, particolarmente rallentato. L’affettività è labile e mutevole, oscillando dalla disforia all’apatia. 7 PSICOPATOLOGIA COSCIENZA E SUOI DISTURBI Amenza, o delirio acuto, confusione mentale con iperpiressia, stato tossico o infettivo, squilibri idro- elettrolitici e metabolici, turbe vegetative.Tipica delle psicosi organiche. Delirium, confusione mentale con contenuti deliranti spesso frammentari, sconnessi ed instabili (tipico il delirium tremens degli alcolisti). Obnubilamento, alterazione o stato ipnoide è una turba quantitativa della coscienza senza uno sconvolgimento del suo schema di funzionamento, né distorsione dei suoi contenuti. Compromissione minore dello stato confusionale (torpore, sopore, precoma, coma) che si accompagnano ad ottundimento del sensorio, rallentamento psicomotorio, ipobulia, inerzia, apatia, iporeattività, sonnolenza. 8 PSICOPATOLOGIA COSCIENZA E SUOI DISTURBI Stato crepuscolare, restringimento della coscienza. In questi casi solo una parte degli stimoli ambientali riesce a raggiungere la coscienza. Inizia e termina bruscamente Crepuscolo orientato: viene mantenuto l’orientamento temporo spaziale Crepuscolo disorientato: abolito l’orientamento spazio temporale. Riproduzione automatica degli abituali schemi comportamentali. Il soggetto appare assorto in un suo vissuto interiore. Intossicazione acuta, epilessia temporale, alcune condizioni isteriche. Stato oniroide, prevalgono produzioni deliranti fantastiche. 9 PSICOPATOLOGIA COSCIENZA E SUOI DISTURBI Stato oniroide, prevalgono produzioni deliranti fantastiche spesso accompagnate a dispercezioni visive, senza disorientamento temporo spaziale. Il soggetto catturato dalle fantasie oniroidi, sembra perdere transitoriamente la lucidità del contatto con la realtà esterna. Tipicamente può verificarsi nel delirio acuto, nell’esordio acuto di un disturbo schizofrenico e nelle psicosi puerperali. 10 PSICOPATOLOGIA ATTENZIONE E SUOI DISTURBI L’attenzione può essere messa in rapporto con una modalità di funzionamento selettivo e finalizzato della coscienza che viene a concentrarsi su specifici contenuti esperenziali provenienti dall’ambiente esterno, dal distretto somatico o dal mondo intrapsichico (pensieri, ricordi, sensazioni). Opera attraverso un’attività di selezione, all’interno del campo di coscienza, di alcuni elementi verso i quali essa si orienta. E’ la risultante di un processo di intensificazione e di condensazione della coscienza su alcuni dei suoi contenuti. Nell’economia generale del funzionamento psichico l’attenzione riveste un’importanza rilevante nel favorire il processo di apprendimento , nel migliorare la capacità di acquisizione e di conservazione mnestica e nel consentire di conseguenza soddisfacenti livelli di rendimento psicointellettivo. 11 PSICOPATOLOGIA ATTENZIONE E SUOI DISTURBI Così come la memoria l’attenzione va considerata una determinante secondaria dell’intelligenza e, come per le funzioni mnestiche, l’esercizio e l’abitudine ne potenziano le capacità dinamiche e favoriscono la possibilità di mantenere efficienti i meccanismi psicofisiologici. Esiste un’attenzione spontanea suscitata per richiamo in modo involontario ed automatico da un evento esterno od interno che funziona da stimolo e che cattura, forzatamente ed inevitabilmente la nostra attenzione, distogliendoci da ciò che stavamo facendo o pensando un momento prima ed una conativa (volontaria) che implica una selezione attiva degli stimoli verso i quali il soggetto si orienta con un maggiore o minore impegno in relazione all’attitudine, alla motivazione, all’interesse verso quegli oggetti stimolo. 12 PSICOPATOLOGIA ATTENZIONE E SUOI DISTURBI Ne consegue che la componente affettiva rende la tensione attentiva gradevole e facilitata., oppure difficile e faticosa e ciò fa intendere come i sentimenti e le emozioni siano importanti nel modulare i processi di apprendimento e nel contribuire ad organizzare l’attività cognitiva. L’attenzione volontaria può quindi accompagnarsi ad una sensazione spiacevole di coercizione (il dover stare attenti) o ad un vissuto positivo di adesione e di partecipazione (il piacere di stare attenti) e ciò che fa la differenza tra i due stati d’animo è la molla del desiderio, a sua volta in rapporto con l’affinità che sentiamo con quel tipo di esperienza che entra nel campo della nostra attenzione. L’attenzione ha delle ritmiche oscillazioni fisiologiche che rendono difficile per un periodo molto lungo una forte acutezza attentiva. 13 PSICOPATOLOGIA ATTENZIONE E SUOI DISTURBI Alterazioni quantitative: Iperprosessia (aumento) nei disturbi ansiosi od ossessivi o nei disturbi deliranti quando l’attenzione è rivolta verso le presunte prove che possono rinforzare il convincimento abnorme. Ipoprosessia (diminuizione) nelle sindromi demenziali, nelle insufficienze mentali, negli stati di torpore o di affaticamento e sonnolenza. Apoprosessia (assenza completa della capacità di mantenere l’attenzione) nelle gravi insufficienze mentali, negli stati di confusione mentali e negli stati avanzati delle demenze. Distraibilità (incapacità di mantenere l’attenzione concentrata su uno stimolo). L’attenzione si sposta con facilità da un contenuto all’altro come se fosse attirata continuamente da ogni nuovo stimolo che entra nel campo di coscienza. E’ ciò che avviene nell’eccitamento maniacale. Aumento dell’attenzione spontanea a discapito dell’attenzione volontaria. 14 PSICOPATOLOGIA MEMORIA E SUOI DISTURBI. Facoltà psichica che consente l’immagazzinamento dei dati dell’esperienza e la loro successiva riattualizzazione per mezzo del ricordo. Tramite la memoria il nostro patrimonio conoscitivo si accresce, la nostra vita affettiva diventa sempre più ricca e differenziata e la nostra identità personale si rafforza. Memoria a breve termine: responsabile della conservazione transitoria e della rapida utilizzazione dei contenuti (un indirizzo, un numero di telefono, etc.). Memoria a lungo termine: richiede un intervallo molto più lungo tra registrazione e rievocazione. Il processo di apprendimento stabile può quindi assimilarsi al passaggio dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine tramite la ripetizione. 15 PSICOPATOLOGIA MEMORIA E SUOI DISTURBI. La memoria opera attraverso 5 fasi successive: 1. Fissazione o registrazione; 2. Conservazione o ritenzione; 3. Rievocazione o riproduzione; 4. riconoscimento:; 5. Localizzazione temporo- spaziale. Anche la memoria risente della partecipazione affettiva, ad esempio la coloritura gradevole di un ricordo fissa stabilmente nella memoria un evento, mentre quella sgradevole può giustificare l’oblio. E’ su queste considerazioni che Freud elaborò le sue prime teorie sul trauma psichico, la rimozione, i lapsus e gli errori della memoria, iniziando ad indagare sulle correlazioni dinamiche tra memoria, affetti e meccanismi di difesa. 16 PSICOPATOLOGIA MEMORIA E SUOI DISTURBI. Disturbi quantitativi: a) Ipomnesia (riduzione della capacità di fissazione o rievocazione) fisiologica nell’invecchiamento, patologica nelle situazioni di patologia organica cerebrale e nei disturbi psicointellettivi; b) Amnesia (assenza della capacità di rievocazione o di fissazione) totale o parziale, organica o psicogena. Le amnesie organiche sono collegate a traumi cranici, turbe del circolo cerebrale, processi atrofici, dismetabolici e degenerativi del S.N.C. Nei traumi cranici anterograda e retrograda o retro- anterograda. Le amnesie psicogene in rapporto a vissuti traumatici o a problematiche affettive di natura conflittuale sono collegate a particolari esperienze e settori della vita trascorsa e nei disturbi isterici sono di tipo tematico o sistematizzato. 17 PSICOPATOLOGIA MEMORIA E SUOI DISTURBI. Amnesie elettive sono collegate alla perdita di particolari ricordi associati tra di loro da un significato che li accomuna o che rientrano nella stessa sfera cognitiva. Amnesie lacunari viene dimenticato un determinato periodo di tempo. Amnesia di fissazione collegata alla memoria a breve termine non permette di registrare ciò che avviene facendo perdere la consapevolezza dello scorrere del tempo come avviene nella sindrome di Korsakoff tipica sindrome con polineuropatia dell’alcolismo cronico o anche nei traumi cranici e nmelle disvitaminosi del gruppo B. 3. Ipermnesia (incremento) migliora il rendimento cognitivo se non è collegata a stati ipomaniacali o crepuscolari o a deficit dell’intelligenza. 18 PSICOPATOLOGIA MEMORIA E SUOI DISTURBI. Disturbi qualitativi: a) Illusioni della memoria o falsificazioni retrospettive; si collocano nell’ambito fisiologico o in quello patologico e sono collegabili ad un rimaneggiamento affettivo dei ricordi. b) Pseudologia fantastica esasperazione del fenomeno precedente tipico degli isterici e degli insufficienti mentali. c) Déjà-vu e Déjà-vecu (già visto e già vissuto) sentimento di familiarità, criticato dal soggetto, che accompagna esperienze del tutto nuove. Talvolta normale si riscontra frequentemente negli epilettici e negli alcolisti. d) Jamais-vu e Jamais-vecu (mai visto e mai vissuto) fenomeno opposto al precedente nell’epilessia temporale, negli attacchi di panico e nei disturbi schizofrenici. 19 PSICOPATOLOGIA MEMORIA E SUOI DISTURBI. Disturbi qualitativi: d) Criptomnesia simile al jamias- vu consiste nella perdita del carattere mnestico di un ricordo che appare invece come un fatto del tutto nuovo, come una creazione attuale ed originale. e) Ecmnesia (ricordi vissuti come attuali) carattere allucinatorio f) Confabulazioni, contenuti psichici elaborati in modo distorto e che il soggetto propone all’interlocutore per copritre le proprie lacune mnestiche. Si possono presentare nelle demenze anche ini.ziali mai nelle pseudodemenze depressive e ciò permette di porre diagnosi differenziale. 20 PSICOPATOLOGIA PERCEZIONE E SUOI DISTURBI La funzione senso percettiva mette in contatto l’uomo con il suo ambiente oltre che con la sua dimensione interna, consentendo l’acquisizione di informazioni che tramite i canali sensoriali raggiungono i centri nervosi e, adeguatamente elaborati, strutturano quegli elementi di base sui quali si va organizzando la conoscenza che l’uomo ha di sé e del mondo in cui vive. E’ la funzione che permette il continuo rapporto tra il mondo esterno ed il mondo intrapsichico permettendogli di acquisire tutti i dati indispensabili per interagire con la realtà. 21 PSICOPATOLOGIA PERCEZIONE E SUOI DISTURBI Il processo percettivo si svolge tramite tre momenti fondamentali: I. Sensazione, presa di contatto primaria con un dato sensoriale che si determina a seguito di una data stimolazione sensoriale che raggiunge l’apparato psichico attraverso le specifiche vie neurofisiologiche; II. Percezione, riconoscimento attivo, identificazione, discriminazione, classificazione del dato sensoriale con individuazione della categoria di appartenenza; III. Rappresentazione, riproduzione mentale della percezione che permette di far rivivere nella nostra mente un oggetto senza che questo sia presente. 22 PSICOPATOLOGIA PERCEZIONE E SUOI DISTURBI Disturbi quantitativi Iperestesia, accentuazione tipica negli stati ansiosi con aumento della sensibilità sostenuto dallo stato penoso di aspettativa di una situazione temuta, ma anche nelle sindromi di conversione isterica o nelle fasi prodromiche di una crisi epliettica, ipoestesia, anestesia, diminuzione o abolizione della ricezione degli stimoli percettivi se di natura psicopatologica si riscontrano nelle depressioni, nella schizofrenia e nelle demenze.. 23 PSICOPATOLOGIA PERCEZIONE E SUOI DISTURBI Disturbi qualitativi Illusioni, percezioni distorte di un oggetto realmente esistente (quadri confusionali, o demenziali ma anche nella normalità (ma è presente critica): Per cause emotiva (aspettativa, attesa) per disattenzione (astanchezza, sindromi confusionali o demenziali, intossicazione da alcool o da sostanze psichedeliche ALLUCINAZIONI Percezione senza oggetto, caratteristiche: Assenza di stimolo esterno; Idoneità sensoriale; Proiezione spaziotemporale;Mancanza di critica del disturbo; attivazione di comportamenti conseguenziali. Tipiche della patologia psichiatrica Visive, uditive, olfattive, gustative, tattili, cinestetiche o combinate 24 PSICOPATOLOGIA PERCEZIONE E SUOI DISTURBI Disturbi qualitativi Allucinosi, allucinazioni con consapevolezza e critica tipica l’allucinosi peduncolare per lesioni del peduncolo cerebrale. Pseudoallucinazioni, esperienze percettive che non interessano i canali sensoriali, ad esempio il soggetto sente le voci ma non con le orecchie, le sente dentro il cervello o nell’addome. 25 PSICOPATOLOGIA PENSIERO E SUOI DISTURBI Permette la formazione di concetti e di giudizi tramite l’analisi, la sintesi, l’astrazione, l’induzione, la deduzione. Le unità operative sono le idee che, tramite i legami associativi permettono di ricavare dai dati reali, altri dati possibili nel rispetto della coerenza tra premesse e conclusioni. Ne derivano scelte, decisioni, valutazioni, condizionate dalle capacità di critica, di vagliare cioè le conseguenze dei propri comportamenti e l’esito finale del processo di ragionamento, discernendo il vero dal falso, il normale dal patologico. 26 PSICOPATOLOGIA PENSIERO E SUOI DISTURBI Disturbi formali del pensiero Tachipsichismo, bradipsichicsmo, prolissità, lento sviluppo del tema centrale a causa di dettagli poco significativi che impediscono di pervenire rapidamente a delle conclusioni. perseverazione, persistenza di un contenuto del pensiero che si ripete in maniera monotona e statica, incoerenza, pensiero frammentario e scarsamente conseguenziale, discordanza tra le premesse e le conclusioni blocco del pensiero, interruzione del pensiero condensazione, concentrazione di idee diverse in un unico concetto strano e bizzarro, Iperinclusione, infiltrazione di contenuti incongrui e inappropriati nel normale decorso delle idee. 27 PSICOPATOLOGIA Disturbi del contenuto del pensiero. I. Idea fobica, idea di un evento o situazione temute; II. Idea ossessiva, persistenza di un contenuto ideativo III. Idea prevalente, persistenza di un contenuto ideativo vissuto come centrale IV. Idea delirante, convincimento patologico ed erroneo che non ha alcun riscontro nella realtà. CLASSIFICAZIONE DEI DELIRI In relazione al contenuto: Persecutori (di nocumento, di veneficio, di influenzamento, di riferimento, di rivendicazione o di querela), di grandezza (magalomanico, genealogico, di potenza, inventivo, di riforma, erotomanico), depressivi, (di rovina, ipocondriaci, di colpa, di indegnità, di autoaccusa, nichilistico o di negazione) di gelosia, mistico- religiosi. 28 PSICOPATOLOGIA In relazione al decorso: Acuti, cronici, episodici, ricorrente e residui. In relazione alla comprensibilità: Deliri primari e secondari (o delirodi). In relazione alla stabilità: Sistematizzato e non sistematizzato In relazione allo stato di coscienza: Delirio lucido, delirio confuso. 29 PSICOPATOLOGIA DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’ L’affettività potrebbe essere considerata come la capacità di rispondere in maniera soggettiva, “emozionale”, a eventi della realtà esterna o interna. La psicopatologia tradizionale distingue tra i fenomeni affettivi le seguenti configurazioni sulla base delle modalità di insorgenza e della durata: • emozioni, stati affettivi di breve durata, a insorgenza brusca, reattivi, accompagnati da manifestazioni somatiche (gioia, terrore); • sentimenti, componenti dell’affettività più duraturi e stabili che descrivono il modo in cui un individuo vive il proprio corpo, la propria psiche e la propria socialità; • umore, lo stato affettivo basale, abituale, che influenza costantemente la nostra esistenza. 30 PSICOPATOLOGIA AFFETTIVITA’ E SUOI DISTURBI L’affettività si esprime tramite emozioni, desideri, passioni. EMOZIONI SENTIMENTI PASSIONI INTENSITA’ ++ + ++ DURATA + ++ ++ ANSIA, sentimento di apprensione ed inquietudine. DEPRESSIONE, stato di tristezza interna che causa una dimunuizione dell’iniziativa e del livello di partecipazione all’ambiente. IPERTIMIA, gaiezza ed intenso sentimento di benessere. DISFORIA, irritabilità dell’umore. 31 PSICOPATOLOGIA Al suo interno sarebbero riconoscibili, secondo Schneider, il fondo dell’umore, terreno di base, che determina il normale peso degli avvenimenti e la loro portata soggettiva, e lo sfondo dell’umore, cioè uno stato unico che, insorto in relazione a una circostanza, determina delle reazioni affettive a stimoli altrimenti ben tollerati a distanza di tempo dal momento di origine (per es., una persona riceve una notizia sgradita la mattina e rimane di cattivo umore e “sulla corda” per tutta la giornata). 32 PSICOPATOLOGIA 1 disturbi dell’affettività sono caratterizzati dalla perdita del normale controllo che un individuo sente di avere sui propri sentimenti e sulle proprie emozioni. Tra le più importanti alterazioni dell’umore ricordiamo le seguenti. • Umore depresso o depressione. È una diminuzione del tono dell’umore, caratterizzata dal prevalere di sentimenti di tristezza, dolore e pessimismo. Può essere reattiva a un avvenimento e quindi comprensibile (depressione esogena), o al contrario insorgere in assenza di una situazione causale predisponente, per un’alterazione del fondo dell’umore (depressione endogena). L’umore depresso è generalmente accompagnato da rallentamento psicomotorio, anche se in diversi casi si osserva il fenomeno opposto dell’agitazione. Si associa costantemente a disturbi neurovegetativi: possono essere presenti disturbi del ritmo sonno-veglia (insonnia terminale) e anomalie del comportamento alimentare (generalmente inappetenza, ma a volte anche iperfagia). 33 PSICOPATOLOGIA I sintomi cognitivi sono rappresentati da rallentamento delie idee, deficit della memoria, della capacità di apprendimento e dell’attenzione. I pensieri tipicamente riguardano temi di perdita, autosvalutazione, indegnità, colpa, proiettati anche nel futuro, che i pazienti affrontano con pessimismo e disperazione. L’incapacità di immaginare un possibile miglioramento della propria condizione rappresenta un contesto favorevole per lo sviluppo di tematiche suicidarie: il suicidio rappresenta la conseguenza più grave dello stato depressivo. I disturbi del pensiero possono manifestarsi anche sotto forma di deliri, congrui (colpa, rovina, malattia fisica) o incongrui (persecuzione) con il tono dell’umore. I fenomeni allucinatori sono rari; possono interessare tutti i sensi e hanno generalmente un aspetto frammentario e fluttuante. 34 PSICOPATOLOGIA Disforia (umore disforico). È un sentimento spiacevole, a tonalità negativa, che si associa a irritabilità e a scarsa capacità di controllo. Accompagnata da iperattività motoria, è la condizione affettiva tipica dello stato misto, in cui si verifica la contemporanea presenza delle opposte polarità depressiva e maniacale. Umore ipertimico. È caratterizzato da un innalzamento del tono dell’umore, di grado modesto (umore ipomaniacaie) o marcato (mania). 35 PSICOPATOLOGIA L’umore ipomaniacale, oltre che una condizione di stato nel corso di un disturbo dell’affettività, può essere presente come tratto di personalità in molti soggetti sani. Si caratterizza per gaiezza, euforia e prevalenza di sensazioni piacevoli; i soggetti appaiono brillanti, hanno facilità a stringere amicizie, si stancano difficilmente nell’espletamento dei loro compiti. Nella mania franca, invece, l’attività perde ogni riconoscibile finalismo, degenerando in un affaccendamento che può ricordare lo stato confusionale; l’umore, inizialmente gioioso, può diventare irritabile e portare a un comportamento clastico o aggressivo. Il pensiero diventa spesso incoerente e possono facilmente comparire spunti deliranti megalomania. L’elevazione del tono dell’umore è tipica dei disturbi bipolari, ma può essere mimata anche da alcune sindromi cerebrali organiche (lesioni o tumori frontali, alcune forme di epilessia). 36 PSICOPATOLOGIA Labilità affettiva: in questa condizione, abbastanza comune nelle forme demenziali e spesso associata a lesioni del ponte o dei lobi frontali e temporali bilaterali, l’umore muta continuamente per stimoli non del tutto adeguati; all’osservazione i pazienti alternano con frequenza molto ravvicinata momenti di riso a momenti di pianto. Apatia: è caratterizzata da distacco e indifferenza affettiva. Tipica delle forme negative di schizofrenia, si associa sempre alla perdita della volontà di agire (abulia). Dissociazione affettiva: consiste in un atteggiamento affettivo non corrispondente allo stimolo oggettivo (per es., un evento luttuoso viene accolto con indifferenza o ilarità). È comune nei pazienti schizofrenici. Ambivalenza affettiva: è la contemporanea presenza di sentimenti opposti verso lo stesso oggetto. Questo sintomo è stato inserito da Bleuler nei “sintomi primari” della schizofrenia, cioè quelli che deriverebbero dalla supposta affezione di fondo. 37 PSICOPATOLOGIA Ansia: con il termine ansia si connota uno stato emotivo a contenuto spiacevole, associato a una condizione di allarme e di paura. • Ansia normale o fisiologica: è una condizione che permette all’individuo di affrontare nella situazione migliore un pericolo reale grazie all’aumento delle capacità operative: rappresenta dunque una reazione adattiva alle richieste dell’ambiente circostante. • Ansia patologica: è uno stato emotivo spiacevole, caratterizzato da inquietudine, senso di allarme, di paura e di pericolo, che insorge in assenza di uno stimolo adeguato a provocarlo. L’esperienza ansiosa comprende tipicamente fenomeni cognitivi (attesa apprensiva, anticipazione di eventi negativi, preoccupazione, sentimenti di incertezza), somatici (palpitazioni, tachicardia, sudorazione, dispnea, pallore, diarrea, tremori diffusi) e comportamentali (condotte di evitamento, reazioni di fuga o di immobilizzazione). 38 PSICOPATOLOGIA Ansia anticipatoria: descrive i sentimenti di allarme e di apprensione che insorgono quando si avvicina l’eventualità di affrontare un pericolo o una situazione stressante ben definita. • Ansia generalizzata: è costituita da uno stato duraturo di attesa apprensiva, eccessiva e irrealistica, riguardante svariate attività o eventi. • Attacco di panico: è un episodio a carattere critico di ansia e terrore a sviluppo improvviso e di durata circoscritta nel tempo con marcati fenomeni neurovegetativi, associato a un vissuto soggettivo di tipo catastrofico. Le manifestazioni prevalenti sono soprattutto a livello cardiorespiratorio: i soggetti lamentano palpitazioni, tachicardia, dispnea. Altri sintomi presenti nel corso dell’attacco sono vertigini, sudorazione e tremori diffusi a grandi o piccole scosse. Soggettivamente i pazienti provano sentimenti di intenso disagio o angoscia, cui si associano modificazioni cognitive disfunzionali, quali un sentimento di morte imminente o il timore di perdere la ragione. Gli attacchi di panico possono essere spontanei o situazionali, quando si verifichino soltanto in presenza di situazioni o stimoli evocatori. 39 PSICOPATOLOGIA Fobia: è la paura duratura di una situazione o di un oggetto, immotivata o eccessiva e tale da sfuggire al controllo del soggetto, che pure la giudica irragionevole; si caratterizza per la presenza equiparabile di sintomi cognitivi, comportamentali e somatici. La conseguenza più temuta delle fobie è rappresentata dallo sviluppo di comportamenti di evitamento dello stimolo fobico, che finiscono con l’interferire inevitabilmente con la vita sociale e lavorativa dei soggetti affetti. Il DSM-IV-TR distingue tre tipi di disturbi fobici: la fobia specifica, in cui la paura e le condotte di evitamento riguardano un oggetto circoscritto; la fobia sociale (Disturbo da Ansia Sociale), in cui lo stimolo fobico è costituito dalle situazioni pubbliche; l’agorafobia, che è il timore di trovarsi in situazioni da cui non è possibile fuggire e in cui non si può avere alcun aiuto, spesso associata al disturbo da attacchi di panico. 40 PSICOPATOLOGIA ISTINTUALITÀ L’istinto può essere definito come un bisogno, un’urgenza diretta al raggiungimento di un oggetto, di qualcosa che deve essere. È uno stato attivo dell’Io, acceso in modo reattivo all’oggetto o che emerge spontaneamente. Kurt Schneider ha classificato le pulsioni istintive in: • istintivo-somatiche, al servizio delle esigenze della vita e del suo proseguimento somatico (per es„ l’istinto della nutrizione e quello del sesso); spinte psichiche, o “impulsi del cuore”, cioè la tendenza istintiva verso potere, valore, onore, ricchezza, successo, bellezza, ma anche verso il compimento del proprio dovere, umiltà, purezza, santità. 41 PSICOPATOLOGIA Disturbi dell'istintualità L’istintualità è comunemente aumentata nei pazienti schizofrenici acuti, nella fase maniacale del disturbo bipolare e nei prodromi della demenza; diminuisce tipicamente nelle depressioni maggiori, nelle fasi residue della schizofrenia e negli stadi avanzati delle sindromi cerebrali organiche. Le turbe dell’istintualità comprendono i disturbi sessuali, i disturbi dell’alimentazione e alcune forme di suicidio, in quanto alterazione dell’istinto di sopravvivenza. 42 PSICOPATOLOGIA I disturbi sessuali includono: • le parafìlie: questi disturbi si caratterizzano per una ricorrente, intensa attrazione sessuale verso oggetti non umani, bambini o persone non consenzienti, spesso associata a piacere nella provocazione di sofferenza o umiliazione a se stessi o al proprio partner. I più comuni sono la pedofilia, la zoofilia, il travestitismo, l’esibizionismo, il feticismo, il voyeurismo e il sadomasochismo; sono condotte anomale, associate a una forte riprovazione sociale, spesso vissute dai soggetti con sentimenti di vergogna, colpa, disgusto; • le disfunzioni sessuali propriamente dette: sono condizioni in cui si ha l’inibizione delle modificazioni appetitive o psicofisiologiche che caratterizzano la risposta sessuale; si dividono in disturbi del desiderio e dell’eccitazione sessuale, disturbi dell’orgasmo e da dolore sessuale. 43 PSICOPATOLOGIA Nell’uomo i disturbi dell’eccitazione sessuale si manifestano con l’incapacità parziale o totale di raggiungere l’erezione durante il rapporto sessuale (disfunzione erettile o impotenza). I disturbi dell’orgasmo riguardano il suo ritardo o assenza dopo un’adeguata fase di eccitamento sessuale e l’eiaculazione precoce. Nelle donne i disturbi dell’eccitazione sessuale si manifestano come l’incapacità di raggiungere o mantenere un’adeguata lubrificazione della vagina. L’orgasmo può essere assente o ritardato e il coito può essere associato a persistente dolore genitale (dispareunia) o a contrazione della muscolatura vaginale (vaginismo). Questi disturbi possono causare sentimenti di ansietà e diminuita autostima e sono spesso secondari a sintomi psicologici, quali l’ansia e la depressione, o a una condizione di affaticamento. 44 PSICOPATOLOGIA Disturbi dell'alimentazione 1 disturbi dell’alimentazione comprendono: • l’anoressia nervosa, un disturbo che colpisce soprattutto le adolescenti ed è caratterizzato da rifiuto del cibo per paura di guadagnare peso, calo ponderale, distorsione dell’immagine corporea e amenorrea. Nei casi più gravi può portare alla morte e, in ogni caso, comporta sempre uno scadimento del funzionamento sociale e lavorativo; • la bulimia nervosa, una condizione caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate con sensazione di mancanza di controllo sul comportamento alimentare e conseguente vomito autoindotto, o abuso di farmaci e droghe dall’effetto diuretico o lassativo. Come l’anoressia, è più comune nelle donne e si associa a una distorsione dell’immagine corporea; fattori predisponenti sono considerati i rapporti difficili con le figure parentali, una coppia genitoriale conflittuale e le difficoltà di adattamento nelle relazioni con i coetanei. 45 PSICOPATOLOGIA Suicidio Il suicidio rappresenta la decima causa di morte tra la popolazione adulta. Il rischio di suicidio aumenta significativamente con l’età, raggiungendo il picco nei maschi dopo i 75 anni; è maggiore nei soggetti non sposati, separati o divorziati e nei disoccupati. Tra i fattori predisponenti rivestono particolare importanza i disturbi psichiatrici: il 65% delle persone che commettono suicidio ha una depressione, il 25% una diagnosi primaria di alcolismo. 46 PSICOPATOLOGIA VOLONTÀ E PS ICO MOTILITÀ La volontà è la possibilità di scegliere tra due, o più, diverse tendenze. La psicomotilità è l’espressione a livello motorio del mondo affèttivopulsionale dell’individuo; i suoi disturbi sembrano essere dovuti, oltre che a un’alterazione delle tendenze che l’attivano anche a una riduzione delle capacità di decidere e quindi della volontà. 47 PSICOPATOLOGIA Disturbi della volontà e della psicomotilità • Abulia: si tratta di un’inibizione della volontà; si trova nelle forme depressive, nella schizofrenia e nei casi più gravi di disturbo-ossessivo compulsivo. È un reperto comune anche in corso di lesioni cerebrali organiche localizzate per lo più in sede frontale e temporale (in particolare le aree mediali, inferiori e anteriori e l’amigdala). • Impulsività: consiste nell’incapacità di resistere a un impulso o alla tentazione di compiere atti nocivi a se stesso o agli altri. È comune nelle epilessie e in alcune forme di schizofrenia. Può essere diffusa o limitata ad azioni sistematicamente ripetute come nel caso della piromania, della cleptomania, della tricotillomania, del disturbo esplosivo intermittente, dell’impulso patologico al gioco d’azzardo. Una disinibizione degli impulsi è anche tipica di lesioni del lobo frontale (in particolare il giro frontale inferiore e la corteccia frontale orbitale e mediale) e di quello temporale (incluse l’amigdala e altre parti del sistema limbico). 48 PSICOPATOLOGIA • Aumento dell’attività motoria: può essere più o meno intenso, assumendo i caratteri dell’irrequietezza o dell’eccitamento psicomotorio. In quest’ultimo caso possiamo distinguere l’eccitamento maniacale, caratterizzato da tratti di euforia e giocosità, l’eccitamento catatonico, spesso complicato da crisi aggressive e pantoclastiche e gli eccitamenti confusionali, propri delle sindromi confusionali organiche, della demenza e della oligofrenia. • Rallentamento psicomotorio: coinvolge tutta l’attività motoria ed è tipico degli stati depressivi e della schizofrenia. • Arresto psicomotorio: il soggetto non reagisce ad alcuno stimolo, pur rimanendo lucido. Si distinguono lo stupor catatonico, spesso interrotto da crisi di agitazione psicomotoria, lo stupor melanconico delle forme più gravi di depressione endogena e lo stupor emotivo, caratteristico della reazione a un grave evento stressante. 49 PSICOPATOLOGIA Stereotipie: sono ripetizioni monotone e rigide, afinalistiche, di atteggiamenti, posizioni, espressioni verbali, scrittura; si possono riscontrare nella schizofrenia. Manierismi: sono comportamenti motori artificiosi, goffi, involontariamente caricaturali, che, pur rappresentando un’esagerazione di comportamenti naturali, sono adeguati alle circostanze; si osservano nei pazienti schizofrenici. Negativismo: è un comportamento tipico della schizofrenia catatonica, ma presente anche in quadri depressivi e psico-organici, caratterizzato da resistenza agli stimoli esterni; è passivo quando il soggetto rifiuta di eseguire un ordine, attivo quando compie l’azione contraria. Automatismo: consiste nell’esecuzione passiva e acritica degli ordini. Si può associare a fenomeni come l’ecoprassia (imitazione delle azioni), l’ecomimia (imitazione della mimica) e l’ecolalia (ripetizione delle parole udite); fa parte del quadro tipico della schizofrenia di tipo catatonico. 50