FOCUS CLINICI
RUOLO DELL’INFERMIERE NELLO SCREENING DELLA MALNUTRIZIONE
E NELL’ASSISTENZA NUTRIZIONALE DI PAZIENTI MALNUTRITI
Già nel 1859 Florence Nightingale riconobbe l’importanza della malnutrizione nei
malati. Ricordiamo le sue parole: “thousands of patients are starved …Wants of
attention to the ways which make it possible for them to take food…”
L’elevata prevalenza e le implicazioni cliniche della malnutrizione impongono un
intervento attivo per procedere alla sua prevenzione e, quando necessario, a una
tempestiva attuazione di tutte le misure atte a riportare il paziente a uno stato di
nutrizione più soddisfacente.
Fondamentale è sensibilizzare tutti gli operatori sanitari alla rilevazione sistematica
della malnutrizione, sottolineando i vantaggi che la sua identificazione e correzione
comporta:
• riduzione della morbilità e della mortalità;
• riduzione dei tempi di degenza;
• riduzione dei costi sanitari.
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Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè
Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
Lo “screening nutrizionale” dovrebbe pertanto essere contemplato nei carichi di
lavoro dell’infermiere, in modo che esso non sia solo un’osservazione occasionale
ma divenga un’azione sistematica: per esempio, la rilevazione del peso all’ingresso
e il suo monitoraggio durante la degenza dovrebbero essere una prassi consolidata
al pari della rilevazione della pressione arteriosa e/o della temperatura corporea.
In quest’ambito l’infermiere svolge un ruolo cruciale: è la prima figura che il paziente
incontra, trascorre più tempo con il paziente, ha la possibilità di effettuare
un’osservazione continua per rilevare segni di malnutrizione che possono sfuggire
anche al medico e può verificare gli introiti effettivi di cibi e di bevande.
In caso di malnutrizione subclinica o lieve o in pazienti a “rischio”, ma con possibilità
di alimentazione orale, si devono monitorare gli introiti alimentari annotando e
segnalando i rifiuti e gli avanzi di piatto osservati nel corso della giornata. In molti
casi un’attenta osservazione della quantità e del tipo di alimenti consumati e delle
difficoltà incontrate può suggerire l’opportunità di ricorrere a “supplementi”
energetico-proteici sotto forma di preparazioni culinarie palatabili e gradevoli o di
prodotti industriali adattati alle necessità del paziente per contenuto in nutrienti e
consistenza (liquida, gel, addensata).
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Attenzione particolare dev’essere rivolta ai gruppi più a rischio. Tra questi i
pazienti neoplastici, i pazienti lungodegenti per programmi di riabilitazione
motoria, i pazienti in stato confusionale e, più in generale, gli anziani spesso
affetti da turbe cognitive e/o della vigilanza.
Un impegno assistenziale ancora maggiore richiede il paziente con un grado di
malnutrizione più marcata, nel quale oltre all’“integrazione” dell’alimentazione
orale (se possibile) può essere necessario ricorrere alla somministrazione per
vena di soluzioni glucosate al 5-10% e di aminoacidi oppure di “soluzioni
nutrizionali” con formulazione più specifica.
In caso di messa in atto della nutrizione artificiale (NA), per via venosa o
parenterale (NPT, nutrizione parenterale totale) o per via enterale con sondino
nasogastrico (NE, nutrizione enterale), il piano dell’assistenza infermieristica
deve svolgersi secondo modalità specifiche, non trattate in questa sede.
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