DISTURBI DELLA SFERA EMOZIONALE 2011

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DISTURBI DELLA SFERA
EMOZIONALE
SINDROME ANSIOSA DA
SEPARAZIONE
 FOBIA SCOLARE
 FOBIA SOCIALE
 MUTISMO SELETTIVO
 DISTURBI OSSESSIVO-COMPULSIVI
 DISTURBI DELL’UMORE

Maria grazia Strepparava -corso di
psicopatologia dello sviluppo1
Disturbo d’ansia da separazione

Criteri diagnostici per il Disturbo d'Ansia di Separazione secondo il DSM-IV-TR*
sono i seguenti

FONTE:American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text
Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano)

A. Ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo ed eccessiva che riguarda la separazione da
casa o da coloro a cui il soggetto è attaccato, come evidenziato da più) dei seguenti elementi:
◦
◦
◦
◦
◦
◦
◦
◦




1. malessere eccessivo ricorrente quando avviene la separazione da casa o dai principali personaggi di
attaccamento o quando essa è anticipata col pensiero
2. persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita dei principali personaggi di attaccamento,
o alla possibilità che accada loro qualche cosa di dannoso
3. persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento spiacevole e imprevisto
comporti separazione dai principali personaggi di attaccamento essere smarrito o essere rapito)
4. persistente riluttanza o rifiuto di andare a scuola o altrove per la paura della separazione
5. persistente ed eccessiva paura o riluttanza a stare solo o senza i principali personaggi di attaccamento a
casa, oppure senza adulti significativi in altri ambienti
6. persistente riluttanza o rifiuto di andare a dormire senza avere vicino uno dei personaggi principali di
attaccamento o di dormire fuori casa
7. ripetuti incubi sul tema della separazione
8. ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal di testa, dolori di stomaco, nausea o vomito) quando
avviene od è anticipata col pensiero la separazione dai principali personaggi di attaccamento.
B. La durata dell'anomalia è di almeno 4 settimane.
C. L'esordio è prima dei 18 anni.
D. L'anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale,
scolastica (lavorativa), o di altre importanti aree del funzionamento.
E. L'anomalia non si manifesta esclusivamente durante il decorso di un Disturbo Pervasivo dello
Sviluppo, di Schizofrenia, o di un altro Disturbo Psicotico adolescenti e negli adulti, non è meglio
attribuibile ad un Disturbo di Panico Con Agorafobia.
Maria grazia Strepparava -corso di
psicopatologia dello sviluppo1
Ansia da separazione
◦ Disturbo internalizzante
◦ Presenza di ansia eccessiva (inadeguata rispetto all’età e
al livello di sviluppo) e specifica che concerne la
separazione dai familiari cui il bambino è maggiormente
legato e che non è semplicemente parte di un’ansia
generalizzata estesa a più situazioni.
◦ Esordio prima dei 18 anni
◦ Preoccupazioni irrealistiche circa incidenti o eventi
sfavorevoli (smarrimenti, ricoveri) che allontanerebbero
il bambino dai familiari stessi; persistente paura di
rimanere solo, riluttanza o rifiuto ad andare a scuola.
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Disturbo d’ansia da separazione

Manifestazioni principali
◦ Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone
cui il soggetto è legato (FdA)
◦ Paura che esse vadano via e non ritornino
◦ Preoccupazione che q.che evento possa separae il b. dalle
FdA
◦ Riluttanza ad andare a scuola per la paura della separazione
◦ Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino una Fda
◦ Paura a stare solo durante il giorno senza una delle FdA
◦ Incubi ripetuti relativi alla separazione
◦ Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di
separazione
◦ Sofferenza intensa prima, durante e dopo la separazione
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Disturbo d’ansia da separazione
◦ Sintomi somatici più comuni




Nausea
Mal di stomaco
Vomito
Cefalea
◦ Manifestazioni di sofferenza alla separazione






Ansia
Pianto
Collera
Tristezza
Apatia
Ritiro sociale
Maria grazia Strepparava -corso di
psicopatologia dello sviluppo1
ATTENZIONE!
RILUTTANZA AD ANDARE A SCUOLA

Nella sindrome ansiosa da separazione è legata alla
paura della separazione

Nella fobia scolare specifica è legata a ciò che
potrebbe accadere a scuola. L’ansia di livelli anormali
è focalizzata su situazioni o oggetti specifici.
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Disturbo d’ansia da separazione
◦ Fattori biologici
 Non rilevanti
◦ Fattori Ambientali
 Fattori precipitanti






Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale domestico
Malattia del b. o dell’FdA
Divorzio, separazione
Cambiamento di residenza
Ingresso a scuola o cambio di scuola
Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione)
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Disturbo d’ansia da separazione
◦ Fattori predisponenti
 Situazioni familiari conflittuali -> fantasie di perdita
 Minacce di una FdA di lasciare la famiglia
 Espressione di una FdA della paura di ammalarsi o morire
 Separazioni precoci vissute in modo traumatico
 I genitori non sanno aiutare il b. a gestire la separazione
(es. allontanarsi con l’imbroglio
inaffidabilità del
genitore)
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Disturbo d’ansia da separazione - fattori predisponenti
 Quando i genitori descrivono il mondo esterno come
molto pericoloso
percezione di sé come fragile
il bambino costruisce una
 FdA che non riesce a stare da sola e tiene il b. per
rassicurazione vicino a sé
 FdA con disturbo d’ansia da separazione o problemi di
panico
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Disturbo d’ansia da separazione

Bowlby riporta 4 modelli di interazione familiare
alla base dell’ansia da separazione
◦ Modello A
 M (o P, raro) che tengono il b. a casa per avere compagnia
per loro paure di separazione
 Inversione del ruolo: b. “protegge” M
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Disturbo d’ansia da separazione
modelli di interazione familiare secondo Bowlby
◦ Modello B
 B. teme che - quando lui non c’è - possa accadere q.cosa
di male alla madre
 Alla base fatti reali di malattie o morte
 Minacce o preoccupazioni di malattie o morte espresse dalla FdA
 Tentativo di tenere nascosta al b. la verità
 Minacce di malattie o morte connesse all’essere cattivo o
disobbediente
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Disturbo d’ansia da separazione
modelli di interazione familiare secondo Bowlby
◦ Modello C
 B. ha paura che possa accadere q.cosa di male a SE
STESSO quando è lontano da casa
 Possibile minaccia di abbandono fatta in momenti in
cui b. era in difficoltà
◦ Modello D
 Una delle FdA teme che q.cosa possa accadere al b.
quando è lontano
 Spesso presente malattia del b.
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Disturbo d’ansia da separazione
◦ Mantenimento
 Scarsa fermezza dei genitori alla separazione e timore a
lasciare solo il b.
 Fattore che mantiene il disturbo
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Disturbo d’ansia da separazione

Attaccamento C
◦
◦
◦
◦
◦
Genitore alternante
Ricerca di rassicurazione
Aspettativa di indisponibilità della FdA
Scarsa esplorazione
Controllo coercitivo
 Incapacità a prevedere il comportamento della FdA
diventa controllo compulsivo
 Si attiva quando b. sente di NON avere la situazione sotto controllo
 Vincolare la FdA apparendo debole - passivo
 Separazione = perdita di protezione
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Disturbo d’ansia da separazione

Facendo riferimento al modello Crittenden
sull’attaccamento, i quadri clinici di sindrome da
separazione corrispondono a un pattern ansioso-resistente
(prevalenza dell’affettività sulla cognizione) sufficientemente
integrato e coeso (quindi a basso indice).
 Bambini coercitivi passivi, disarmanti (C2) o indifesi (C4): si
costruiscono come incapaci e dipendenti, possono avere momenti di
crisi o scompensi emotivi a fronte di inevitabili situazioni di
separazione o di percepita perdita di protezione.
 Bambini coercitivi attivi (C1-3): intolleranti alla costrizione, possono
andare in crisi con un insegnante molto rigido e vincolante, con cui
gli schemi cognitivi interpersonali affinati nella relazione con la madre
risultano fallimentari. I sintomi della fobia scolare (ad es. vomito,
dolori addominali) consentono di ripristinare l’equilibrio relazionale
minacciato (si viene accuditi e si riprende il controllo della relazione)
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DAL BAMBINO ALL’ADULTO
Nei profili appena tratteggiati si riconoscono “in
embrione” le diverse forme che la patologia fobica
assume nell’adulto:
 Versante costruttivo (claustrofobia)
 Versante della perdita di protezione (agorafobia)
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Disturbo d’ansia da separazione

Cosa fare?
◦ Aiutare b. a identificare l’ansia
◦ Normalizzare la paura
◦ Usare la fiaba di un personaggio eroico e
vedere come lui le ha affrontate
◦ Rinforzare quando ce la fa
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Fobia scolare

Difficoltà ad andare a scuola o a rimanervi per una
intera giornata
◦ Complicata da ansia, eccessivo stato stato di paura,
lamentele di sentirsi male
◦ Depressione
◦ Assenza di caratteristiche antisociali (bravi bambini, ansiosi
e un po’ inibiti)
◦ Stato di angoscia che aumenta se si forza il bambino ad
andare a scuola
◦ Interessa 1-5% dei soggetti in età scolare
◦ Fasi delicate: ingresso scuola elementare & passaggio alla
scuola media
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Fobia scolare

Manifestazioni
 Reazione di ansia associata all’uscita da casa o all’ingresso
a scuola
 Panico al momento di entrare a scuola
 Sintomi somatici (dolori addominali, nausea, vomito,
inappetenza, cefalea, dolori agli arti)
 I sintomi somatici anche la sera prima, insonnia
 Al di fuori della scuola bimbo traquillo
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Fobia scolare

Fattori
◦ Predisponenti
 Mamma iperprotettiva o intrusiva con scarsa
differenziazione dal figlio
 Incoerenza educativa genitoriale
 Antecedenti ansioso-depressivi nelle FdA
◦ Scatenanti
 Eventi di vita stressanti che attivano temi relativi alla
separazione
◦ Mantenimento
 Piacevolezza dello stare a casa
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Fobia scolare

Pensieri disfunzionali del bambino
 Stare a scuola è brutto e fa paura
 Io sono inadeguato ad affrontare una scuola(nuova)
perché è troppo complesso e difficile
 Non riesco a stare in gruppo, ho paura dei
compagni, i compagni mi prendono in giro
 A scuola si fanno cose noiose..
 .. O troppo difficili
 Ho paura a stare senza la mamma
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Fobia scolare
◦ Importante rientro graduale a scuola con
massima flessibilità
◦ Importante pianificare i passaggi con gli insegnanti
Gradualità (stare in biblioteca, fare solo alcune ore)
Durata
Presenza dei genitori (a scalare)
Selezionare le materie/insegnanti preferiti per
riprendere
 Far decidere al b. che giorno iniziare a tornare a scuola
 Contratto educativo (dare rinforzi)
 Dare spazio per parlare delle paure




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Fobia sociale
Disturbo internalizzante
 Paura marcata, persistente e irrazionale
relativa a situazioni sociali o prestazionali in
cui si è esposti al giudizio altrui


Prevalenza 1% della popolazione generale tra
bambini e adolescenti
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Fobia sociale
Le persone hanno paura di apparire impacciate, goffe, ridicole
davanti agli altri. Temono gli incontri e si dimostrano estremamente
sensibili alle critiche e ai giudizi espressi nei loro confronti. Le
situazioni sociali le rendono inquiete, nervose, fragili e insicure e per
non incorrere nella possibilità di fare brutte figure, preferiscono in
taluni casi evitare di inserirsi nelle conversazioni o esprimere giudizi,
preferendo fuggire il confronto, spesso l'ambito ristretto della
famiglia viene sentito come l'unico luogo veramente sicuro.
 Questo tipo di difficoltà si presentano più frequentemente nell'età
adolescenziale, ma è comunque presente anche prima
 Quando il bambino/ragazzo non si considera completamente
integrato nel gruppo dei pari, avverte come se che la sua presenza
sia solo tollerata e mai ricercata dagli altri, e questo ingenera in lui
un vissuto di vergogna.
 Il non sentirsi socialmente accettati è causa di altre preoccupazioni
e timori, perché si teme di essere ingiustamente criticati o guardati
in modo ostile. Le situazioni più temute sono quelle dove non ci si
sente particolarmente "brillanti", Ecco allora la ricerca ossessiva
della perfezione prima di esporsi al giudizio altrui.

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Fobia sociale

Manifestazioni
◦ Vulnerabilità
 Il soggetto si sente minacciato
◦ Inadeguatezza
 Sensazione di non essere competente
◦ Paura del giudizio altrui
 Timore di essere sempre giudicato in modo negativo dagli
altri
◦ Vergogna
 Timore di perdere la propria buona immagine sociale
◦ Meta-vergogna
 Paura di mostrare la propria vergogna
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Fobia sociale

Problema dell’accettabilità sociale
◦ Ipersensibilità ai segnali mandati dalle altre
persone
◦ La sicurezza personale è funzione della
percezine soggettiva della propria
accettazione da parte di un altro ritenuto
importante o da parte del gruppo
◦ Adesione alle aspettative dell’altro
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Fobia sociale

Atteggiamenti tipici
◦ Autostima
 Bassa autostima
 Sentimenti di inferiorità
 Difficoltà ad essere assertivi
◦ Giudizio
 Ipersensibilità alla critica, giudizio negativo, rifiuto
◦ Scarse capacità sociali
◦ Segni di ansia
 Mani fredde/sudate, tremori, voce esitante
◦ Evitamento
◦ Ansia anticipatoria
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Fobia sociale

Condizioni correlate
◦ Mutismo selettivo
 Rifiuto di parlere pur potendolo fare
 Accade in situazioni specifiche
 Esordio precoce (3-7 anni)
◦ Ansia da esame
 Paura di fare brutte figure durante le richieste di prestazioni
◦ Rigidità di temperamento
 Si agitano quando vengono modificate le loro abitudini
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Fobia sociale

Sintomatologia
◦ Comportamenti





Balbettare
Scarso contatto oculare
Tendenza a borbottare
Onicofagia
Voce tremante
◦ Cognitivi
 Pensieri di fuga
 Autocritica
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psicopatologia dello sviluppo1
◦ Emozionali




Fobia sociale - sintomatologia
Senso di fallimento
Umiliazione
Imbarazzo
Senso di inadeguatezza
◦ Fisiologici
 Sopra i 10 anni i bambini riferiscono





Palpitazioni cardiache
Senso di svenimento
Rossore
Tremori e sudore
Mal di testa
 Prima dei 10 anni descrivono i sintomi fisici come




Sfarfallio nello stomaco
Mal di testa
Sernsazione di vomito
Manifestazioni di pianto e/o collera
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Fobia sociale

Cause e fattori di rischio
◦ Biologici e genetici
 I disturbi d’ansia sono ricorrenti nella stessa famiglia, ma è
meglio parlare di vulnerabilità
 Temperamento: inibizione comportamentale
 Timidezza
◦ Ambientali




Episodii traumatici
Famiglia iperprotettiva o svalutante e ipercritica
Esperienze di umiliazione
Rigidità del comportamento per evitare ciò che è nuovo e
non si sa come gestire
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Fobia sociale - cause e fattori di rischio

Aspetti cognitivi
◦ Teoria della mente
 Ridotte capacità di autoriflessività (comprendere le proprie emozioni,
scopi, credenze) perché orientato sull’altro
 Ridotta capacità di decentramento (prendere il punto di vista dell’altro)
 Ridotta capacità di mastery (applicare strategie di problem-solving
funzionali)
◦ Credenze
 Vergogna (farò la figura dello sciocco)
 Inaiutabilità (non potrò farcela)
 Paura di fare (tutti mi guardano e io sbaglierò)
◦ Memoria selettiva dei propri fallimenti
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Fobia sociale

Fattori di mantenimento
◦ Familiari
 Madre timida (o fobica) favorisce l’evitamento dei
compagni o non facilita l’ingresso in nuovi gruppi.
 Padre ambiente educativo restrittivo
 Entrambi scoraggiano l’esplorazione efacilitano
l’evitamento
◦ Sociali
 Una vita riservata non favorisce lo sviluppo di abilità sociali
e di competenze conversazioni che rendonoo difficli i
contatti sociali e innescano il circolo vizioso
dell’evitamento
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Fobia sociale

Intervento
◦ Training di abilità sociali per insegnare le abilità della
comunicazione efficace
◦ Social problem solving
◦ Role-play
◦ Appaiamento tra pari (modeling)
◦ Intervento sulla paura
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Disturbo ossessivo-compulsivo
Fa parte della categoria più generale dei
disturbi d’ansia
 È caratterizzato oltre che dalla presenza di
stati ansiosi anche da …
 Pensieri intrusivi / ossessivi
 Comportamenti ritualistici (compulsioni)
che …
Sono fonte di sofferenza e interferenza con la
normale vita della persona

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Disturbo ossessivo-compulsivo

Pensieri intrusivi / ossessivi
◦ Sono pensieri irrealistici, irragionevoli, persistenti,
inappropriati, intrusivi
 non voluti dal soggetto

Comportamenti ritualistici (compulsioni)
◦ Sono azioni ripetitive o mentali che
 Hanno lo scopo di ridurre l’ansia
 Vengono eseguite come contro la propria volontà (es. lavarsi
le mani, controllare q.cosa, riordinare oggetti)
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Disturbo ossessivo-compulsivo

Intrusività del pensiero -> distubo
internalizzato
◦ Atti compulsivi che comportano
disadattamento per il soggetto ne contesti
familiare, scolastico, sociale -> disturbo
esternalizzato

Rituali più presenti nei bambini
◦ Controllare
◦ Lavarsi le mani
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Disturbo ossessivo-compulsivo

Figure di Attaccamento









Fredde e poco disponibili al contatto fisico
Poco attive a livello motorio e molto a livello verbale
Limitano la libera espressione delle emozioni
Sottolineano l’importanza delle regole e del
conformismo
Genitori controllanti
Ipercritici e perfezionisti
Richiesta di prestazioni troppo elevate rispetto all’età
Severi (poco disposti ad accettare scuse e a perdonare,
colpevolizzanti)
Aspettative elevate (mete non fonte di piacere, ma
doveri)
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psicopatologia dello sviluppo1
Disturbo ossessivo-compulsivo - Etiologia
◦ Il bambino
 sperimenta spesso nel rapporto con i genitori la
sensazione di non essere
 creduto, ascoltato o considerato quando si vuole
discolpare, giustificare o far valere le proprie
ragioni
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Disturbo ossessivo-compulsivo

Epidemiologia
◦ Incidenza 1 soggetto su 200
◦ Esordio: 10/12 anni circa
◦ Nei maschi l’esordio avviene più precocemente che
nelle femmine

Associato spesso a …
◦
◦
◦
◦
◦
Disturbi del comportamento
Disturbi d’ansia (es. fobie)
Disturbi dell’apprendimento
Tic
Sindrome di Gilles de la Tourette
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Sindrome di Gilles de la Tourette

Insieme di tic multipli motori associati a tic vocali
◦ A volte le espressioni verbali sono a carattere osceno

Più frequente nei maschi

Disturbo ereditario

Esordio: a volte intorno a due anni, piu’ spesso
intorno ai 7 anni

I sintomi si attenuano lentamente con l’età
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psicopatologia dello sviluppo1
I tic

Tic
◦ Movimenti improvvisi, rapidi, bruschi
◦ Indipendenti dalla volonta’
◦ Stereotipati
◦ Anticipati da altri movimenti, di solito di
diverse parti del corpo
◦ Si accentuano nei momenti di stress
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I tic

Tic possono essere
◦ Motori
 Semplici
 Ammiccare, sbattere le palpebre, fare le smorfie
 Complessi (atti motori compositi)
◦ Vocali
 Semplici
 Complessi
 Produzione di parole o frasi senza alcuna finalita’ o slegate
dal contesto
 Coprolalia (pronunciare parole oscene) 10% dei casi
 Ecolalia (ripetere parole altrui)
 Palilalia (ripetizione delle proprie parole)
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I tic

Possono essere un…
◦ Disturbo transitorio
 Che compare a tratti, in situazioni di ansia
◦ Disturbo cronico
 Si stabilizza in tutta una gamma di situazioni
soggettivamente vissute come ansiogene
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I tic

Eziopatogenesi
◦ Livello neurologico
 Anomalie congenite
 Deficit dimaturazione della dominanza emisferica
◦ Associati al DOC
◦ Risposte condizionate per ridurre l’ansia
◦ Emessi per imitazione
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I tic

Interventi
◦ Ridurre la risposta
 Dilazionare
 estinguere la risposta
◦ Cognitive
 Ascoltare il bambino
 Lasciare spazio alle sue emozioni
 Insegnare a lasciarsi andare
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Disturbo ossessivo-compulsivo

Manifestazioni piu’ comuni del DOC
◦ Rituali d’addormentamento
◦ Pensieri di morte
◦ Temi ricorrenti dei pensieri ossessivi
 Contaminazione, Aggressivita’ (far male a q.cuno)
 Sessualita’/masturbazione (sporco), Religiosita’
◦ Temi ricorrenti delle azioni
 Lavare
 Controllare, ordinare
 Toccare/ripetere, Contare
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Disturbo ossessivo-compulsivo

Cosa fare?
◦ Stop del pensiero
 Richiede un minimo di autoconapevolezza e capacita’ di
monitoraggio
 Interromprere le catene di pensieri prima che l’ansia sia
troppo forte
◦
◦
◦
◦
Ridurre il perfezionismo
Relativizzare
Divertirsi
Rilassarsi
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I disturbi dell’evacuazione

Sfintere uretrale e anale
◦ controllati sia dalla muscolatura liscia vie nervose
sottocorticali
◦ che dalla muscolatura striata vie nervose
corticali
◦ Il controllo emerge progressivamente prima in
forma di inibizione, poi di evacuazione volontaria
◦ Viene raggiunto per maturazione fisiologica, ma
e’ soggetto alla regolazione da parte degli adulti
◦ E soprattutto diventa un elemento che viene
Maria grazia Strepparava -corso di
giocato nella relazione FdA/Bambino
psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione

I disturbi dell’evacuazione:
◦ Enuresi
 Emissione attiva involontaria incosciente e
incontrollata di urina a un età in cui dovrebbe essere
acquisito il controllo
◦ Encopresi
 Evacuazione delle feci in luoghi inappropriati, di solito
involontaria, a volte intenzionale dopo i 4 anni di età
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I disturbi dell’evacuazione

Enuresi
◦ Differenziare dall’incontinenza




Legata fattori infettivi
Neurologici
Epilessia
diabete
◦ E. Notturna - più frequente
 Di solito prima di una fase di sonno REM
◦ E. Diurna - più rara
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi

Primaria
◦ Continua a presentarsi anche dopo l’eta in cui
si dovrebbe avere il controllo vescicale (5
anni)

Secondaria
◦ Compare dopo almeno un anno in cui il b. ha
il pieno controllo e regolazione della vescica
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi

Più frequente nei maschi
◦ A 5 anni
 7% maschi
 3% femmine
◦ A 10 anni
 3% maschi
 2% femmine
◦ Familiarità del disturbo? SI’
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi

Compare in un momento di crisi
◦
◦
◦
◦
Ansia
Separazione
Gelosia
Depressione
◦ E’ una forma di protesta
◦ Di richiamo dell’attenzione
 soprattutto in una famiglia iperpolarizzata sulla
pulizia e regolazione -> innesca facilmente una
situazione conflittuale
◦ Regressione
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione - Enuresi

E’ possible intervento farmacologico
◦ Imipramina a dosaggio basso

Identificare e modificare le cause
dell’ansia
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione

Encopresi
◦ Meno frequente dell’enuresi
 5 anni di eta’ 1% di bambini (sprattutto maschi)
◦ E. Diurna
◦ E. Notturna
◦ E. primaria (non e’ mai stato acquisito il controllo sfinterico)
◦ E. secondaria - più frequente (il controllo sfinterico
viene perduto)
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione -encopresi

Il bambino
◦ A volte si isola per defecare
◦ A volte non interrompe ciò che sta facendo
◦ A volte mentre va in bagno
◦ Può ostentare indifferenza
◦ Nascondersi o nascondere i suoi indumenti
◦ Ostentare il fatto
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psicopatologia dello sviluppo1
I disturbi dell’evacuazione -encopresi

Sono bambini
◦ In alcuni casi passivi e ansiosi e l’encopresi
è aggressività espressa in modo immaturo
◦ In altri casi sono bambini oppositivi e
aggressivi e l’encopresi e’ un rifiuto a
sottomettersi alle regole
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I disturbi dell’evacuazione -encopresi

Famiglia
◦ Padre di secondo piano rispetto alla
relazione madre-bambino
◦ Madre molto preoccupata della regolarita’
fisiologia e rigida nell’educazione al controllo
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Disturbi dell’umore
Episodio depressivo
 Disturbo depressivo
 Disturbi bipolari

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Cos’è un episodio depressivo?

Situazione psicologica, affettiva e
emotiva caratterizzata da umore
depresso per la maggior parte del
giorno
◦ “mi sento triste”
◦ “vedo tutto in modo negativo”
◦ “non ce la faccio più”
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Che cos’e’ un disturbo depressivo?

La presenza ripetuta e continuata nel
tempo di episodi depressivi

Episodi che durano più di due
settimane
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Il bambino triste
i quadri depressivi

Indicatori di disagio
◦
◦
◦
◦
◦
Scolastici
Cognitivi
Comportamentali
Emozionali
Fisici
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Quadri depressivi: indicatori di disagio

Scolastici
◦ Inspiegabile abbassamento del rendimento
scolastico
◦ Perdita di interesse nelle materie scolastiche
◦ Diminuzione nell’impegno
◦ I compiti appaiono disordinati o hanno un
aspetto che suggerisce che il bambino non si
preoccupa di come possano apparire
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Quadri depressivi: indicatori di disagio scolastici
◦ Il b. rinuncia con facilita’ a portare a termine
i propri compiti o altre attività, anche ludiche
◦ Il b. smette di eseguire regolarmente i
compiti assegnati a casa
◦ Si lamenta di non avere abbastanza energia
per fare quello che gli viene richiesto
(tipicamente i compiti)
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Quadri depressivi: indicatori di disagio

Comportamentali
◦
◦
◦
◦
Agitazione iperattività
Aumentata dipendenza
Regressione (giocare con i b. piu’ piccoli)
Comportamento asociale (menttire,
rubare)
◦ Rimostranze su ogni cosa
◦ Disturba in classe
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Quadri depressivi: indicatori di disagio comportamentali
◦
◦
◦
◦
◦
◦
Fobie
Si addormenta durante la lezione
Appare stanco e si muove stancamentte
Si aliena la simpatia dei compagni
Non e’ amato dagli altri bambini
Rifugge il contatto sociale
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Quadri depressivi: indicatori di disagio

Cognitivi
◦
◦
◦
◦
◦
◦
◦
Indecisione
Difficoltà di concentrazione
Difficoltà a pensare
Fatica a portare a termine un lavoro
Espressione di intenti suicidari
Aspettative ddi errori o fallimenti
Pensieri di morte
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Quadri depressivi: indicatori di disagio

Emozionali
◦
◦
◦
◦
◦
◦
◦
Bassa autostima
Irritabilità
Lamentazioni eccessive
Disforia
Senso di colpa
Autosvalutazione
Anedonia (riduzione di interessi, voglia,
desiderio o piacere per tutte le attività)
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
Fisici
◦
◦
◦
◦
◦
◦
Quadri depressivi: indicatori di disagio
Distubi del sonno
Eccessiva perdita o aumento di peso
Mutamenti di appetito
Senso di pesantezza
Problemi psicomotori
Manifestazioni anche verbali di stanchezza
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Quadri depressivi
◦ Il bambino depresso è un bambino che può essere
 Francamente aggressivo
Oppure
 Troppo adulto, apparentemente dolce e maturo in
realtà sofferente
Oppure
 Abulico, con la testa tra le nuvole, sempre da
un’altra parte
Oppure
 Troppo timido e ritirato
Oppure
 Pieno di dubbi sulle proprie capacità
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Quadri depressivi

Depressione e’..
◦ Mancanza di piacere
◦ Rimedio: Far scoprire di nuovo la gioia/il bello/il
piacere delle cose
◦ Aggressività e rabbia
◦ Rimedio: Far emergere il senso di dolore nascosto
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Quadri depressivi
Depressione e’..
◦ Incapacità/impotenza
◦ Rimedio: “Ce la si può fare e si può ricevere aiuto”
◦ Sentirsi indegni di amore
◦ Rimedio: “Ti voglio bene sempre e comunque”
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STUDI SUI QUADRI DI TIPO DEPRESSIVO

In passato sottostimata l’incidenza della depressione
infantile

Difficoltà della diagnosi differenziale (ci si può
confondere con i disturbi del comportamento o
d’ansia)

Popolazione generale: 15-18% ha avuto almeno UN
episodio depressivo

Infanzia: 0,5%/3%
Pre-pubertà: 10-15%
B. ospedalizzti dal 20 al 40%


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Studi sui quadri di tipo depressivo

Attaccamento evitante è spesso presente: bambini con
questo tipo di attaccamento hanno spesso
◦ sensazioni di scarsa autostima, isolamento e rifiuto rabbioso
(Egeland, Sroufe, 1981;Waters, Noyes et al. , 1985)
◦ livelli di depressione più elevati (5 su 10) rispetto a bambini
insicuri (1 su 16) (es. mostra di sentirsi non meritevole, pensa a
sé come cattivo etc.).

Nell’elaborazione concreta del bambino le tematiche
tacite di carattere depressivo possono più spesso
prendere la forma di disturbi della condotta,
dell’apprendimento e problemi di motivazione e
attenzione o di elaborazioni di tipo psicosomatico.
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RICERCHE EPIDEMIOLOGICHE E CLINICHE
(Rutter, 1991, 1992)

Vere e proprie manifestazioni cliniche
depressive (disturbo affettivo “maggiore” o “specifico”
con tutto il repertorio ideativo, emotivo, comportamentale e
somatico) cominciano a configurarsi con maggior
frequenza nel corso della preadolescenza e
dell’adolescenza

Un cambiamento qualitativo ed un incremento
quantitativo dei disturbi depressivi si ha nel
passaggio da fanciullezza ad adolescenza,
soprattutto tra le ragazze; aumento dei suicidi e dei tentati
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suicidi.
psicopatologia dello sviluppo1
Studi sui quadri di tipo depressivo

Forte incidenza di precoci esperienze di perdita
assoluta (lutti precoci, in particolare della madre) o
relativa (grave e prolungata separazione e mancanza
di cure) nella storia evolutiva di soggetti clinicamente
depressi (Brown, Harris, 1978); Tennant, 1988)

maggiore vulnerabilità alla depressione quando si
trovano confrontati con eventi particolarmente critici
della vita adulta.
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Studi sui quadri di tipo depressivo

In donne che avevano perso la madre
nell’infanzia si sono riscontrate quote di
depressione maggiori (1 su 3) rispetto al gruppo
di controllo di donne che non avevano subito
alcuna perdita (1 su 10) [Harris e Bifulco, 1986, 1987,
1991]

La perdita precoce si connetteva ad una
significativa mancanza di cure, in adolescenza
con una elevata percentuale di gravidanze
precedenti ilo matrimonio e ad una scelta del
partner assolutamente sbagliata, poco supportiva
o assente

Lutto vissuto senza possibilità di aiuto, ribellione
o protesta, senza possibilità di soffrire il lutto
stesso e ricevere conforto.
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psicopatologia dello sviluppo1
Alcune note…

In contesti familiari connotati da forti e
continue minacce d’abbandono - minacce usate
come mezzo di controllo sul bambino - si
determina nel piccolo l’insorgenza di angoscia
acuta o cronica

Da adulta la persona potrà rispondere ad un
lutto con una depressione cronica in cui la
credenza dominante è quella di essere stata
deliberatamente abbandonata, come punizione,
dalla persona morta.
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psicopatologia dello sviluppo1
IMPORTANTE …

Non è tanto la perdita, assoluta o relativa, in
sé a predisporre allo stato depressivo, quanto
la qualità del legame che la precede,
accompagna e segue, cioè il contesto
relazionale in cui si inserisce

Le possibilità di elaborare sentimenti di rabbia
e disperazione connessi alla perdita, nel
rapporto col genitore rimasto o con la figura
sostitutiva supportante sono il fattore
correttivo che aiuta un positivo sviluppo
dell’individuo
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