Anno Accademico 2010/2011 Laurea Magistrale in CHIMICA Analisi degli alimenti (LMC-2: CARBOIDRATI) Giorgio Bonaga COMPOSIZIONE CHIMICA E ANALISI DEI CARBOIDRATI MONOSACCARIDI: D-aldosi CHO H C OH CH2OH D-gliceraldeide (+)-gliceraldeide CHO CHO H C OH HO C H H C OH CHO H C OH CH2OH D-eritrosio (-)-eritrosio H C OH H C OH H C OH H C OH H C OH CH2OH CHO CHO H C OH HO C H H C OH HO C H H C OH CH2OH CH2OH D-arabinosio D-ribosio (-)-ribosio D-xilosio (+)-xilosio (-)-arabinosio CHO H C OH CHO CHO CHO HO C H H C OH HO C H HO C H H C OH H C OH H C OH HO C H H C OH H C OH H C OH H C OH HO C H H C OH H C OH H C OH H C OH CH2OH D-allosio (+)-allosio CH2OH D-altrosio (+)-altrosio (-)-treosio CHO CHO HO C H CH2OH D-treosio CHO HO C H HO C H H C OH CH2OH D-lixosio (-)-lixosio CHO H C OH H C OH HO C H HO C H H C OH CH2OH CH2OH CH2OH D-glucosio D-mannosio (+)-glucosio (+)-mannosio D-gulosio (-)-gulosio H C OH CH2OH D-idosio (-)-idosio HO C H H C OH CHO H HO C OH HO C OH H HO C OH H H C OH CH2OH CH2OH D-galattosio D-talosio (+)-galattosio (+)-talosio MONOSACCARIDI: D-chetosi CH2OH C O CH2OH diidrossiacetone diidrossiacetone CH2OH C O H C OH CH2OH CH2OH D-eritrulosio (-)-eritrulosio CH2OH C O C O H C OH HO C H H C OH H C OH CH2OH CH2OH D-xilulosio (+)-xilulosio D-ribulosio (+)-ribulosio CH2OH CH2OH CH2OH CH2OH C O C O C O C O H C OH HO C H H C OH H C OH H C OH H C OH H C OH CH2OH CH2OH CH2OH CH2OH D-fruttosio (-)-fruttosio D-sorbosio (+)-sorbosio D-tagaosio (-)-tagatosio D-psicosio (+)-psicosio HO C H HO C H H C OH HO C H H C OH DISACCARIDI maltosio (4-O-a-D-glucopiranosil-b-D-glucopiranosio) lattosio (4-O-a-D-glucopiranosil-b-D-galattopiranosio) cellobiosio (4-O-b-D-glucopiranosil-b-D-glucopiranosio) saccarosio (1-O-a-D-glucopiranosil-b-D-futtofuranosio) POLISACCARIDI AMIDO È il materiale di riserva energetica dei vegetali. È costituito dal polimero lineare amilosio (20%) e dal polimero ramificato amilopectina (80%). L’amilosio è una catena lineare, avvolta ad elica, di molecole di a-glucopiranosio unite con legami glucosidici di tipo a-1,4; le doppie eliche sono stabilizzate da legami a H. Nell’amilopectina la catena lineare ha anche delle ramificazioni di tipo a-1,6 con formazione di una struttura a grappolo. OH O HO O HO O 1a HO OH O 4a HO O OH amilosio O OH O O HO OH O HO O HO O OH HO 1a OH O punto di ramificazione 6a O OH O HO OH O OH HO O O amilopectina CELLULOSA È il componente principale delle fibre alimentari che derivano dal tessuto fibroso delle pareti cellulari dei vegetali. È una catena lineare di molecole di b-glucopiranosio unite con legami b-1,4 (b-cellobiosio). I legami a H si formano all’interno di una catena o tra due catene diverse. L’aggregazione di 50-100 molecole forma una fibrilla elementare (micella), quella di circa 20 fibrille elementari forma una microfibrilla e quella delle microfibrille una macrofibrilla. OH HO O O HO HO O OH 1b 4b OH O O HO OH cellulosa macrofibrilla microfibrilla microfibrilla fibrilla fibrille elementare elementari O OH O STRUTTURA DELLA PARETE CELLULARE DI UN VEGETALE ++ Ca++ Ca ++++ Ca Ca pectinapectina emicellulosa emicellulosa estensina microfibrilla microfibrilla estensina di cellulosa di cellulosa EMICELLULOSA È un altro componente del tessuto fibroso delle pareti cellulari dei vegetali ed è costituita da un polimero misto, di 20-100 molecole, ramificato, costituito da aldoesosi (glucosio, mannosio e galattosio) e aldopentosi (xilosio e arabinosio). Le molecole si legano prevalentemente con legami a-1,4, ma anche a-1,6 e a-1,3. La struttura dell’emicellulosa conferisce alla sostanza una spiccata idratabilità. ESTENSINA È una glicoproteina (glicano) nella cui catena proteica alcuni residui amminoacidici della idrossiprolina si legano a 10-100 molecole di zuccheri (glucosio, galattosio, xilosio, mannosio, fucosio). È questa struttura che determina l’elevata elasticità della estensina. LIGNINA È un altro componente del tessuto fibroso delle pareti cellulari dei vegetali. È costituto da una complessa e variabile polimerizzazione di numerosi derivati del p-idrossifenilpropano. CH2OH CH2 CH2 OH CH3 CH CH OCH3 CH3O O H C CH CH2OH O CH CH CH2OH H C OH O HC CH2OH O OCH3 OH HO C H HC H2C O CH3O OH CH3O HC HC CH2 O O CH2OH CH CH O OCH3 CH2 CH CH Carboidrato CH3O O OCH3 CH3O O CH CH CH2OH O OCH3 O C O CH CH2OH CH2OH CH HO CH CH2OH CH3O CH HC OH OCH3 O OH GLICOGENO È il polisaccaride di riserva delle cellule animali del fegato e dei muscoli scheletrici. È costituito da catene lineari di glucopiranosio unite da legami glucosidici di tipo a-1,4 e da ramificazioni di tipo a-1,6. Il glicogeno ha dunque una struttura simile a quella dell’amilopectina, ma più ramificata. OH O O HO OH OH O O OH O HO OH O OH O O HO O OH OH O HO O OH glicogeno O L’enzima a-1,4-fosforilasi idrolizza i legami a-1,4 delle catene lineari, liberando una molecola di glucosio (in forma di a-D-glucopiranosil-1fosfato) per volta a partire dalle estremità terminali, fino al 4 unità di zucchero dal punto della ramificazione. L’enzima transferasi veicola 3 molecole di zucchero in coda all’altro ramo della ramificazione ed infine l’enzima a-1,6-glucosidasi stacca l’ultima molecola di glucosio con formazione di una catena lineare che, ora, può essere idrolizzata dalla a-1,4fosforilasi. Le molecole di glucosio prodotte dal glicogeno formano, per glicolisi, acido piruvico. In ambiente aerobico l’acido piruvico viene ossidato a CO2+H2O ma, in ambiente povero di ossigeno, viene ridotto d acido lattico. Alcuni lieviti anaerobici lo convertono in etanolo (bioetanolo). O2 H2O + CO2 CH3 H C OH C O OH CH3 C O C O OH lieviti CH3CH2OH REAZIONI ENZIMATICHE DEL GLICOGENO a-1,4-fosforilasi a-1,6-glucosidasi transferasi CELLULA VEGETALE lamella mediana (pectine, gomme) parete primaria (cellulosa, emicellulosa, lignina) membrana citoplasmatica vacuolo nucleo amiloplasto cloroplasto amido parete secondaria (cellulosa, emicellulosa, cutina, suberina, lignina, CaCO3) CELLULA ANIMALE (FEGATO) membrana citoplasmatica glicogeno RUOLO BIOLOGICO DEI CARBOIDRATI HO O HO O OH O OH HO O HO OH O O HO pectina ++ ++ Ca Ca OH O O HO emicellulosa O 1a HO 4a estensina microfibrilla di cellulosa OH O O O OH HO OH O HO OH O OH HO O O CELLULOSA, EMICELLULOSA, ESTENSINA elementi strutturali AMIDO E GLICOGENO riserve energetiche OH O POLIOLI Sono composti poliossidrilici a 5 o 6 atomi di carbonio, diffusi in natura, ad azione edulcorante. H HO H H CH2OH C OH C H C OH C OH CH2OH D-(-)-sorbitolo H HO H H CH2OH C OH C H C OH C OH CH2OH D-(-)-mannitolo CH2OH H C OH H C OH H C OH CH2OH D-xilitolo CH2OH H C OH HO C H H C OH CH2OH D-(-)-ribitolo POLIOLI (SINTETICI) Sono edulcoranti sintetici nei quali una molecola di monosaccaride è legata ad una molecola di un poliolo. Sono zuccheri ipocalorici, non-cariogeni. CH2OH CH2OH CH2OH O HO OH OH CH2OH HO C H H C OH HO O C H O HO C H CH2OH OH OH a-glucopiranosil-1,4-sorbitolo maltitolo C H O HO C H CH2OH a-galattopiranosil-1,4-sorbitolo lattitolo HO CH OH HO O H + H OH HO O OH 2 a-glucopiranosil-1,6-D-sorbitolo (anidro) CH OH H H OH OH CH2 2 CH OH OH H OH OH CH2 2 2 H CH OH HO O H H OH HO O OH HO C H H C OH a-glucopiranosil-1,1-D-mannitolo (diidrato) isomalto CARBOIDRATI NEGLI ALIMENTI L’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) ha suddiviso gli alimenti nelle seguenti categorie: • Cereali e derivati • Legumi • Verdure ed ortaggi • Frutta • Carni fresche • Carni trasformate e conservate • Fast-food a base di carne • Frattaglie • Prodotti della pesca • Latte e yogurt • Formaggi e latticini • Uova • Oli e grassi • Dolci • Prodotti vari • Bevande alcoliche All’indirizzo: http://www.inran.it, cliccando “Banche dati” e poi “Banca Dati di composizione degli alimenti”, si possono consultare le composizioni medie dei nutrienti di tutte le categorie di alimenti elencate. CORNFLAKES (100 g) • • • • acqua proteine lipidi carboidrati 5,00 g 6,60 g 0,80 g 87,30 g • minerali 0,24 g • vitamina A 0,3 mg amido: 70,0 g zuccheri: 13,5 g fibre: 3,8 g Na: K: Ca: Fe: P: 11 mg 99 mg 74 mg 3 mg 58 mg CARBOIDRATI E POLIOLI IN MATERIE PRIME DESTNATE ALL’ALIMENTAZIONE UMANA MONOSACCARIDI • glucosio frutta, verdura, ortaggi, miele, uva • fruttosio frutta, miele, uva • galattosio uva DISACCARIDI • saccarosio frutta, canna da zucchero, barbabietola da zucchero, uva • lattosio latte, prodotti lattiero-caseari (formaggi, burro, yogurt) • maltosio cereali, frutta (datteri), tuberi (patata americana), miele POLISACCARIDI • amido semi di cereali, legumi, tuberi, frutta (noci., castagne) • cellulosa frutta, legumi, verdure, ortaggi, soia POLIOLI • sorbitolo • mannitolo • xilitolo frutta (mele, pere, prugne, ciliegie, sorbo), bacche, alghe alghe, funghi, betulla, frassino da manna frutti di bosco (fragole, lamponi), frutta (prugne), ortaggi ANALISI DEI CARBOIDRATI NEGLI ALIMENTI La determinazione qualitativa e quantitativa dei carboidrati è importante per 5 motivi: 1. 2. 3. 4. 5. controllo della qualità delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti; controllo della genuinità degli alimenti; controllo della conformità degli alimenti rispetto le leggi vigenti; identificazione di dolcificanti, addensanti, surrogati dei grassi negli alimenti; monitoraggio del processo di fermentazione (conversione degli zuccheri in etanolo ad opera dei lieviti) nella produzione di bevande alcoliche. Le maggiori performances della HPLC rispetto quelle ottenute con la GC hanno determinato, specialmente negli ultimi anni, la sostituzione quasi completa della gascromatografia con la cromatografia liquida. HPLC vs GC HPLC GC idonea per carboidrati di peso medio-alto idonea per monosaccaridi tempi di analisi più brevi (circa 50%) separa gli anomeri a e b quali-quntitativa più sensibile non richiede derivatizzazioni richiede derivatizzazioni 1. PREPARAZIONE DEL CAMPIONE I campioni da analizzare possono essere di natura talmente complessa (prodotti lattiero-caseari, succhi di frutta, ecc.) da richiedere 2 steps: estrazione e purificazione a) ESTRAZIONE Viene fatta un’estrazione liquido-liquido evitando l’acqua come unico solvente perché estrarrebbe una grande quantità di composti polari (amminoacidi, proteine, acidi liberi a basso peso molecolare, ecc.). Nel caso dei carboidrati a maggior peso molecolare l’estrazione più comune impiega EtOH/H2O o MeOH/H2O (80/20) ad alta temperatura (a reflusso) o a temperatura ambiente, per un numero di volte (4-5) sufficienti ad estrarre tutti i carboidrati dalla matrice (assenza rivelata con saggio colorimetrico). b) CLEANUP Numerosi fattori condizionano la scelta della procedura di purificazione: • solvente di estrazione • concentrazione di carboidrati presenti in relazione alle sostanze interferenti • complessità della matrice di partenza Le procedure più frequentemente utilizzate nell’analisi dei carboidrati sono: 1. AGENTI CHIARIFICANTI L’obiettivo è di fare precipitare le proteine e/o gli acidi grassi liberi che potrebbero sovrapporsi ai carboidrati. L’eccesso di chiarificante deve essere rimosso perché può interferire nella HPLC. È il caso dell’acetato di piombo, molto utilizzato nell’analisi tradizionale degli zuccheri, il cui eccesso viene eliminato mediante cromatografia di scambio ionico. 2. PRECIPITAZIONE CON SOLVENTI Quando il solvente di estrazione è soltanto acqua, l’estratto contiene anche composti polari (sali, amminoacidi, ecc.) che vengono fatti precipitare, ad esempio, con una miscela di (CH3COO)2Pb/CH3CN. Anche le macromolecole idrosolubili che possono interferire con gli zuccheri vengono rimosse per semplice precipitazione con un solvente organico, per esempio CH3OH, sebbene una parte di carboidrati rimanga adsorbita sul materiale precipitato, con una conseguente perdita di analiti. L’ CH3CN viene impiegato nell’analisi dei mono- e disaccaridi nel latte e nei prodotti lattiero-caseari, ma in generale è il solvente organico più utilizzato nelle determinazioni degli zuccheri negli alimenti. 3. SCAMBIO IONICO Negli alimenti possono essere presenti specie ioniche a basso ed elevato peso molecolare che si trasferiscono nell’estratto idroalcolico. Il rischio di picchi di overlapping è considerevole quando sono presenti sali e amminoacidi, che eluiscono con tempi di ritenzione molto simili a quelli dei carboidrati, mentre le proteine possono legarsi irreversibilmente alla fase stazionaria, con conseguente più rapido deterioramento della colonna cromatografica. In questi casi è sufficiente l’impiego di una resina a scambio ionico che consente la rimozione di tutte le specie interferenti, ma non dei carboidrati. Questa purificazione è adottata nell’analisi dei prodotti a base di frutta (vini e succhi di frutta) perché non rimuove soltanto le proteine e gli amminoacidi, ma anche gli acidi organici (tartarico, malico, succinico, lattico, citrico, ecc.) 4. SPE La silice funzionalizzata C18 (Sep-Pak) è un altro frequente metodo di purificazione dell’estratto. Le cartucce per la “Solid Phase Extraction” vengono utilizzate nella purificazione degli estratti ottenuti da matrici molto complesse (cereali e derivati, latte e derivati, ecc.), anche in considerazione del costo relativamente elevato di una cartridge (~ 5 €). 5. PRECOLONNA (Guard Column) Una precolonna di 4-6 cm., narrow bore (2,0-2,5 mm) impaccata con una fase stazionaria pellicolare, è in grado di trattenere i composti con una selettività che dipende dal maggiore o minore carattere idrofobico della fase stazionaria. La precolonna è utilizzata in alternativa od anche in accoppiamento con la SPE. 6. COLUMN SWITCHING È l’accoppiamento di 2 colonne di tipo diverso: nella prima, basata sulla filtratione su gel, eluisce l’estratto totale, i cui costituenti si separano in funzione della dimensione molecolare; nella seconda, basata sulla cromatografia di partizione, viene introdotta ed eluita soltanto la frazione dei carboidrati a basso peso molecolare. COLUMN SWITCHING gel filtration column DETECTOR impurezze partition column carboidrati 2. TECNICHE HPLC La grande varietà di fasi stazionarie disponibili sul mercato consente di utilizzare diverse tecniche HPLC: a) FILTRAZIONE SU GEL A causa dei tempi eccessivamente lunghi e della scarsa risoluzione, la GFC viene utilizzata quasi esclusivamente nell’analisi dei polisaccaridi. b) CROMATOGRAFIA DI SCAMBIO IONICO Le resine a scambio anionico e cationico sono state molto utilizzate in passato; oggi, causa dei tempi eccessivamente lunghi dell’analisi e della necessità di operare a temperature elevate, si è imposta la cromatografia di partizione a fase legata. c) CROMATOGRAFIA DI PARTIZIONE • NPC con silice funzionalizzata NH2 (3-amminopropiltrietossisilano), e fase mobile CH3CN/H2O. Questa tecnica è molto selettiva per i monoe disaccaridi, ma comporta la formazione di basi di Schiff con i gruppi carbonilici degli zuccheri che rendono instabile la fase stazionaria. • RPC con silice funzionalizzata C18 e fase mobile H2O. Questa tecnica è poco efficace per i mono- e disaccaridi, ma è ideale per la separazione degli anomeri degli oligosaccaridi. 2. RIVELATORI a) A LUCE ULTRAVIOLETTA (UVD) Le lunghezze d’onda a cui i carboidrati mostrano una assorbanza accettabile (190-210 nm) coincidono con le lunghezze d’onda a cui assorbono anche molti altri composti presenti negli alimenti e molti solventi impiegati come fase mobile. Pertanto il rivelatore UV è di scarso impiego nell’analisi dei carboidrati. b) INDICE DI RIFRAZIONE (RID) Nonostante la scarsa sensibilità, l’incompatibilità con l’eluizione a gradiente, le possibili interferenze delle impurezze (se non è stato fatto un buuon clean-up) e la notevole dipendenza della risposta dalla temperatura, pressione e aria disciolta, il RID è ancora utilizzato. c) A LUCE DIFFUSA IN EVAPORAZIONE (ELSD) In considerazione dell’elevata sensibilità, della compatibilità con l’eluzione a gradiente, della risposta lineare molto simile di tutti i carboidrati e della risposta poco influenzata dalla temperatura e dalla velocità di flusso, l’ELSD è attualmente il rivelatore più utilizzato nell’analisi dei carboidrati. PRINCIPALI TECNICHE HPLC PER L’ANALISI DEI CARBOIDRATI FASE MOBILE FASE STAZIONARIA MECCANISMO DETECTOR NaOH & H2O resina a scambio anionico IEC PAD CH3CN/H2O silice-NH2 NPC RID ELSD • selettività per mono- e disaccaridi H2O silice-C18 RPC RID ELSD • selettività per oligosaccaridi • stabilità della colonna H2O resina a scambio cationico SEC DPC RID ELSD • selettività per monosaccaridi IEC = NPC = RPC = SEC = PAD = RID = ELSD = VANTAGGI • selettività per mono- e disaccaridi • sensibilità ion exchange chromatography normal phase chromatography reverse phase chromatography size exclusion chromatography pulsed amperometric detector refractive index detector evaporative light-scattering detector ANALISI DEGLI ZUCCHERI DI SUCCO DI MELA 3 1 1. 2. 3. 4. 2 oligosaccaridi saccarosio glucosio fruttosio 4 0 8 16 24 min COLONNA: 300 mm x 7,8mm, CARBOSep 0,5 mm FASE MOBILE: eluizione isocratica con H2O VELOCITA’ FLUSSO: 0,6 mL/min TEMPERATURA: 90°C DETECTOR: ELSD ANALISI DEGLI ZUCCHERI DI SUCCO DI ARANCIA 2 3 4 1. 2. 3. 4. 1 0 6 12 min COLONNA: 300 mm x 7,8mm, CARBOSep 0,5 mm FASE MOBILE: eluizione isocratica con H2O VELOCITA’ FLUSO: 0,6 mL/min TEMPERATURA: 85°C DETECTOR: ELSD saccarosio glucosio fruttosio sorbitolo ANALISI DEI CARBOIDRATI DI CIPOLLA BIANCA 1. 2. 3. 4. 5. 6. COLONNA: 250 mm x 4,6 mm, HP Carbohydrate 0,4 mm FASE MOBILE: eluizione isocratica con ACN:H2O = 75:25 VELOCITA’ FLUSSO: 1,0 ml/min TEMPERATURA: 40°C DETECTOR: ELSD unknown fruttosio glucosio saccarosio kestosio nistosio ANALISI DI ZUCCHERI E POLIOLI (miscela standard) 12 3 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 5 4 7 6 8 9 0 10 20 raffinosio saccarosio lattosio glucosio galattosio fruttosio ribitolo mannitolo sorbitolo min COLONNA: 300 mm x 7,8 mm, CARBOSep COREGEL-87C 0,5 mm FASE MOBILE: eluizione isocratica con H2O VELOCITA’ FLUSSO: 0,6 mL/min TEMPERATURA: 85°C DETECTOR: ELSD