Il Made in Italy trova nel Nord-Est
la diffusione e l’economia più vasta
Se i campioni del Made in Italy hanno una terra d’origine d’elezione, questa è il Nord-Est.
Un’indagine di Mediobanca e Unioncamere, mostra infatti che in Veneto, Trentino Alto
Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna le medie aziende dei settori tipici
dell’Italian style of life hanno una diffusione più capillare e forniscono un apporto alle
economie locali percentualmente maggiore di quello registrato a livello nazionale. Il 69%
delle 1.482 (contro il 64% della media italiana) sono attive nel Made in Italy. Ad esse si
deve il 71% del fatturato ed il 77% delle esportazioni (contro una media del 64% e del
71%) realizzato dalle aziende di questa dimensione.
Prese nel loro insieme, comunque, le 1.482 medie società hanno coperto nel 2002 (ultimo
dato disponibile dai bilanci) il 19% circa del valore aggiunto dell’industria manifatturiera
dell’Italia Nord Orientale, mentre il volume dei loro acquisti di beni porta a stimare un
indotto pari al 12% del prodotto locale.
Tra il 1996 ed il 2002, la crescita più consistente in termini di valore aggiunto è stata quella
delle 124 medie imprese del Friuli Venezia Giulia (+37,2%) e delle 727 medie società del
Veneto (+37,1%), mentre il primato dell’incremento delle esportazioni va alle 70 aziende
del Trentino Alto Adige (+58,9%), seguite a ruota dalle 561 imprese dell’Emilia Romagna
(+53,5%). Le stime Mediobanca per il biennio 2002-2004 indicano un’ulteriore crescita del
fatturato complessivo del Nord-Est pari all’8%; le esportazioni, che avevano subito una
battuta d’arresto nel 2003, hanno ripreso a salire nel 2004 (+5,8% circa) e nel 2005
(+5,5% sulla base dei consuntivi dei primi 9 mesi).
Tra il 1996 ed il 2002 il fatturato delle medie imprese del Nord-Est è aumentato del 41,7%,
con un contributo delle esportazioni (+50%) di gran lunga superiore a quello delle vendite
all’interno (+37,5%). Il valore aggiunto è aumentato del 35,7%, mentre il valore delle
immobilizzazioni materiali lorde è cresciuto del 60,1%.
Lo sviluppo delle medie imprese del Nord-Est ha superato quello delle grandi società
industriali; le medie imprese registrano tassi di espansione del fatturato, del valore
aggiunto e della forza lavoro molto più elevati. Meno netto, invece, il raffronto con le grandi
imprese operanti nell’area: rispetto a queste ultime, le medie aziende hanno registrato
migliori risultati in termini di valore aggiunto, occupati e fatturato, non, invece, sotto il
profilo delle esportazioni.
Delle 1.482 medie imprese del Nord-Est, 1.031 operano nei settori del Made in Italy. Nei
settori high-tech, invece, la presenza è piuttosto scarsa. E’ ancora netta la prevalenza dei
settori tradizionali, dove i punti di forza non sono fondamentalmente tecnologici, quanto di
natura commerciale (tecniche e reti di vendita, pubblicità, design) e immateriali (marchi e
brevetti). Le attività più avanzate paiono essere quelle degli strumenti e apparecchi di
misurazione e controllo dei processi industriali (7 aziende), le apparecchiature
radiotelevisive e di telecomunicazione (4), le apparecchiature medicali e chirurgiche (7) e
la produzione farmaceutica per medicinali (10). La presenza in Borsa continua ad essere
trascurabile. Le società nord-orientali quotate a fine 2002 erano appena 3 sul totale
nazionale di 18 medie aziende presenti nel listino di Piazza Affari.
Maurizio Scuccato