Comitato economico e sociale europeo REX/341 Le società civili nella regione euromediterranea Bruxelles, 21 settembre 2011 PARERE del Comitato economico e sociale europeo sul tema Promuovere la rappresentatività delle società civili nella regione euromediterranea (parere d'iniziativa) _____________ Relatore: DIMITRIADIS _____________ REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl Rue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu IT -1Il Comitato economico e sociale europeo, in data 14 giugno 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema: Promuovere la rappresentatività delle società civili nella regione euro mediterranea. La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 8 settembre 2011. Alla sua 474a sessione plenaria, dei giorni 21 e 22 settembre 2011 (seduta del 21 settembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 163 voti favorevoli, 6 voti contrari e 17 astensioni. * * * 1. Conclusioni e raccomandazioni 1.1 Alla fine del 2010 i paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente sono entrati in una fase di trasformazioni politiche senza precedenti e di portata storica, sulla scia di violenti movimenti popolari caratterizzati da un'intensa partecipazione di tutti gli strati sociali e di numerose organizzazioni della società civile. 1.2 A questo proposito il Comitato economico e sociale europeo (CESE) condanna nel modo più assoluto l'uso della forza contro le proteste popolari, rilevato in taluni paesi del Mediterraneo meridionale e orientale (in particolare Libia e Siria), e chiede agli organismi europei e internazionali di adottare tutti i provvedimenti necessari per porre fine alle violazioni dei diritti dell'uomo, tra cui i diritti sindacali. 1.3 Le politiche europee dei periodi precedenti alla rivolta araba si caratterizzavano per la mancanza di immaginazione, di conoscenza delle peculiarità delle società locali e per l'ignoranza dei loro costumi, usanze, tradizioni e abitudini. Inoltre, gli organi dell'UE non si sono avvalsi dell'aiuto dei servizi del CESE e del CdR, che avrebbero potuto offrire all'UE degli importanti canali per esercitare un'influenza sulle organizzazioni locali della società civile o sugli enti territoriali. 1.4 Per consentire l'emergere, nella regione mediterranea, della nuova società potenziale riflessa in nuce nella vivacità della società civile, è necessaria una risposta differenziata, flessibile e intelligente da parte dell'UE. Il CESE accoglie quindi con favore la revisione e l'aggiornamento della politica europea di vicinato (PEV), e in particolare il risalto dato ai REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -2principi di condizionalità e differenziazione nonché alle misure intese a sostenere la società civile1. 1.5 L'Unione europea, primo donatore nella regione, deve insistere non solo sull'inclusione di clausole di tutela delle libertà democratiche e dei diritti individuali negli accordi bilaterali, ma anche - e ciò è di fondamentale importanza - sull'attuazione di tali clausole. Su questo ultimo punto, in passato, la politica UE si è rivelata inadeguata. Inoltre, il CESE chiede che nella valutazione della governance di un paese si tenga conto di criteri comparativi relativi al trattamento della società civile (quadro legislativo, potenziamento delle capacità, dialogo ecc.), ai diritti umani, nonché ai diritti economici, sociali e culturali. 1.6 Il CESE esorta la Commissione europea a sostenere le istituzioni giudiziarie locali e a sviluppare programmi di istruzione e formazione per giudici e avvocati. Un'amministrazione trasparente della giustizia è un presupposto della democrazia. 1.7 Il CESE ritiene essenziali lo sviluppo subregionale e l'intensificazione della cooperazione Sud-Sud con il sostegno dell'UE. Sollecita pertanto la Commissione a dare avvio ai necessari processi e a presentare quanto prima proposte concrete in materia, basandosi sull'esperienza maturata nei paesi europei e in altre regioni del mondo. 1.8 Il CESE è anche favorevole a ridefinire il ruolo e i compiti dell'UpM. Per essere utile, questo organismo regionale dovrà essere dotato, come inizialmente previsto, di programmi concreti e trasparenti rivolti a beneficiari/destinatari ben precisi, anche con la partecipazione delle società civili locali, e dovrà coordinare le diverse politiche e finanziamenti europei regionali in collaborazione con il settore pubblico, quello privato e le istituzioni finanziarie a livello locale. Dovrà inoltre fornire un meccanismo permanente per la partecipazione della società civile alle sue iniziative. Il CESE invita a stabilire immediatamente quali saranno il ruolo, i compiti, l'organizzazione e il sistema di finanziamento di questo organismo. 1.9 Nei processi che hanno condotto agli attuali sconvolgimenti storici, un ruolo di primissimo piano è stato svolto dalle donne e dai giovani, che hanno contribuito efficacemente a stimolare e a mobilitare le società locali con l'aiuto dei più moderni media sociali. È importante mantenere vivo lo slancio di queste due componenti della società, e garantire loro non solo il pieno godimento dei diritti politici, civili, economici e sociali, ma anche una partecipazione attiva alla vita sociale in tutti i suoi aspetti. 1.10 Il CESE raccomanda di rendere più efficaci i progetti finanziati dall'UE e di migliorare l'assistenza prestata, in modo da compiere maggiori progressi in futuro. La complessità delle procedure di finanziamento dell'UE esclude dal circuito molti degli attori non statali dotati di 1 Comunicazione congiunta al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale (COM(2011) 200 definitivo, dell'8 marzo 2011) e Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento (COM(2011) 303 definitivo, del 25 maggio 2011). REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -3maggiori potenzialità, ma anche più bisognosi di sostegno e attualmente privi delle competenze necessarie per richiedere i fondi. Uno degli obiettivi dell'iniziativa dovrebbe essere quello di aiutare tali organizzazioni a ottenere i fondi, ad esempio tramite formazioni impartite dalle delegazioni dell'UE. 1.11 Il CESE concorda, in linea di principio, con le politiche della Commissione in materia di immigrazione, asilo e libera circolazione delle persone. Ritiene tuttavia che si debbano adottare provvedimenti severi per reprimere l'immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani: in tale ambito dovrebbero rientrare anche delle misure intese a promuovere lo sviluppo regionale e la coesione sociale nei paesi partner. 1.12 Il CESE chiede agli Stati membri di dare prova di solidarietà nei confronti degli Stati mediterranei dell'UE che subiscono le maggiori pressioni migratorie. 1.13 Il CESE è dell'avviso che l'ondata di immigrazione che interessa gli Stati membri dell'UE si potrà ridurre soltanto sostenendo concretamente le società dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente con specifici programmi di assistenza economica e sociale volti rafforzare la competitività delle loro economie e a favorire, in modo particolare, l'agricoltura e le piccole e medie imprese (PMI) locali, lo sviluppo regionale, la coesione sociale e l'apertura delle regioni periferiche. 1.14 Il CESE ritiene inoltre che, nelle economie dei paesi partner meridionali, il settore agricolo - e lo sviluppo rurale in generale - svolgano un ruolo essenziale nell'offrire soluzioni per lo sviluppo locale e nel creare occupazione per la giovane forza lavoro di questi paesi. Tale settore è anche essenziale per risolvere la crisi alimentare in atto, e dovrebbe quindi figurare tra le priorità. Nel frattempo, il settore delle energie rinnovabili offre grandi potenzialità ed è in grado di produrre notevoli benefici in termini di occupazione, sviluppo sociale e mitigazione dei cambiamenti climatici su entrambe le sponde del Mediterraneo. 1.15 Il CESE ritiene che il dialogo sociale tra i datori di lavoro e i lavoratori nella regione mediterranea vada rafforzato e che i gruppi Datori di lavoro e Lavoratori, all'interno del CESE stesso, possano contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Inoltre, il CESE chiede che venga promosso il dialogo sociale strutturato tramite un forum sociale. Il CESE continuerà a cooperare strettamente con l'OIL per promuovere il dialogo sociale nella regione. 1.16 Il CESE si rallegra che la Commissione preveda di destinare risorse supplementari, pari a oltre 1 miliardo di euro fino al 2013, per affrontare le esigenze urgenti della regione. Al tempo stesso chiede alla Commissione di collegare tali risorse a un quadro politico e sociale ben definito, che promuova i principi democratici, le libertà politiche e sindacali, lo sviluppo dell'istruzione e dell'apprendimento permanente, la protezione dell'ambiente nonché l'ampliamento e l'approfondimento della cooperazione politica con gli Stati mediterranei dell'UE. 1.17 Sottolinea che in questo processo le parti sociali, le organizzazioni della società civile e i consigli economici e sociali degli Stati membri possono svolgere un ruolo fondamentale in REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -4termini di condivisione delle loro esperienze e conoscenze, diffusione delle informazioni, analisi comparativa e trasferimento di know-how e risorse amministrative. Il CESE è pronto a intraprendere, in collaborazione con la Commissione e l'Alto rappresentante/vicepresidente, progetti specifici di sostegno e rafforzamento della società civile. 1.18 In quanto organo rappresentativo della società civile a livello UE, il CESE può partecipare attivamente al nuovo quadro europeo per la cooperazione con le società del Mediterraneo, in particolare: documentando la situazione della società civile nella regione tramite un dialogo costante, aperto e democratico con una vasta gamma di attori, aiutando questi paesi a definire criteri e processi specifici per riconoscere un'organizzazione in quanto entità autenticamente rappresentativa di un settore della società, sostenendo l'impegno delle organizzazioni indipendenti e rappresentative della società civile per rafforzare la capacità amministrativa tramite la sua esperienza in un'ampia gamma di settori, tra cui il dialogo sociale e i diritti economici e sociali, mettendo al servizio dei consigli economici e sociali locali la sua esperienza e le sue conoscenze in materia di democrazia partecipativa, partecipando ai programmi della Commissione per il rafforzamento delle organizzazioni socioeconomiche. 1.19 Il CESE reputa essenziale collaborare con le altre istituzioni dell'UE per sostenere le organizzazioni della società civile che stanno emergendo nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Il CESE adeguerà la sua rete di consigli economici e sociali (CES) e istituzioni analoghe euromediterranei, e continuerà a promuovere, attraverso di essa, la cooperazione regionale, applicando in questo modo i principi di condizionalità e differenziazione definiti nella PEV riveduta. 2. Gli insegnamenti del passato 2.1 Un'analisi critica delle passate attività dell'Unione europea 2.1.1 La totale assenza, con alcune eccezioni, di un contesto democratico ha obbligato l'UE ad adattare pragmaticamente - non sempre in modo difendibile - le proprie politiche e ad accettare come interlocutori figure che non si possono assolutamente definire rappresentanti democratici dei loro popoli. 2.1.2 Il CESE, vincolato dalle politiche e dalle posizioni ufficiali adottate dagli altri organi dell'UE nei confronti dei governi in carica in Africa settentrionale e in Medio Oriente, nonché dalle politiche e dagli orientamenti economici del processo di Barcellona, e dotato di un bilancio estremamente limitato, ha assunto una posizione pragmatica rispetto a questi paesi, REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -5cooperando con consigli economici e sociali e organizzazioni ufficiali non sempre dotate di sufficiente legittimità democratica e adeguatamente rappresentative della società civile. 2.1.3 Per l'intera durata del processo di Barcellona, l'UE ha comunicato e cooperato assai poco con organizzazioni della società civile che non avessero l'approvazione dei governi, e in questo modo ha perso l'occasione di influenzare gli sviluppi politici e sociali. Ciononostante, l'UE rimane l'unico grande blocco politico al quale le società locali abbiano guardato nella speranza di pervenire a una pace duratura e di instaurare e consolidare le libertà democratiche e il sostegno alle economie locali. 2.1.4 Quanto ai responsabili politici degli Stati membri dell'UE, prima della rivolta araba le loro posizioni nei confronti dei paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, seppur pragmatiche, erano frammentate e divergenti. Per questo motivo essi non sono stati in grado di comprendere le importanti dinamiche in atto a livello politico, economico e sociale, e sono stati colti di sorpresa dall'intensità e dalla portata degli eventi che hanno dato luogo a questi cambiamenti imprevisti. 2.1.5 Alla luce di queste esperienze, è necessario che l'UE dialoghi con le società locali, tragga insegnamento dal passato, impari a conoscere gli usi, i costumi, le tradizioni locali e la cultura delle singole società (ciascun paese è molto diverso dagli altri) e cooperi con esse al fine di sostenere i governi che emergeranno grazie a procedure autenticamente libere e democratiche. 3. Situazione attuale e prospettive 3.1 Il CESE ritiene che si debbano affrontare con urgenza una serie di problemi che affliggono i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. Si tratta di annosi motivi di scontento che si sono andati esasperando nel corso del tempo: lo sfruttamento delle infrastrutture manifatturiere (mezzi di produzione) da parte di taluni gruppi che avevano contatti e interessi in comune con i precedenti regimi, privi di legittimità democratica, la distribuzione ineguale della ricchezza e del benessere, l'esplosione dei prezzi dei generi alimentari di base, che hanno finito per diventare inaccessibili ai comuni cittadini, la protezione dei diritti individuali e dei diritti sociali e sindacali, nonché la domanda di protezione economica e sociale e di istruzione. 3.2 La situazione politica attuale nella maggior parte dei paesi mediterranei del Nord Africa e del Medio Oriente è caratterizzata dai seguenti elementi: i. la speranza di veder nascere regimi democratici, ii. il bisogno di assistenza per rilanciare le economie, iii. le prime indicazioni dell'attività di un certo numero di organizzazioni della società civile e organismi socioeconomici liberi - già esistenti o di nuova creazione, iv. la necessità di un sostegno internazionale coordinato e ben organizzato, sia da parte dell'UE (che con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona dispone dei meccanismi necessari per condurre una politica estera comune) con l'Alto REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -6rappresentante/vicepresidente della Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna, sia di altre organizzazioni internazionali (ONU, OIL, FMI, BEI, ecc.). Sarebbe molto utile sviluppare dei contatti con gli istituti di ricerca specializzati nella regione euromediterranea, ad esempio l'Istituto di prospettiva economica del mondo mediterraneo (Ipemed) e il Forum euromediterraneo degli istituti di scienze economiche (Femise). Il CESE è convinto che l'UE debba parlare con una sola voce. 3.3 Un denominatore comune di tutta la regione del Mediterraneo meridionale è la necessità di instaurare e consolidare la democrazia, di rafforzare il progresso economico e sociale e di formare e dare occupazione alle nuove generazioni. 3.4 Buona parte dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente è posta di fronte alla sfida di una popolazione prevalentemente composta di giovani, il che comporta la necessità urgente di trovare una soluzione per questa componente altamente produttiva delle loro società, incrementando l'occupazione attraverso adeguati programmi di istruzione e formazione e rafforzando nel contempo i diritti civili e la parità tra i sessi. 3.5 L'instaurarsi dei valori e dei processi democratici sarà possibile soltanto adottando i principi di una democrazia rappresentativa basata su elezioni libere e partiti politici indipendenti nonché appoggiando e rafforzando le organizzazioni socioeconomiche e della società civile, che devono poter operare in condizioni di sicurezza, libertà e indipendenza. 3.6 Il CESE chiede agli Stati membri di dare prova di solidarietà nei confronti degli Stati mediterranei dell'UE che subiscono le maggiori pressioni migratorie: a) attraverso la cooperazione nel quadro di Frontex; b) adottando misure economiche specifiche e sostenendole; c) aiutando i paesi partner della regione ad alleviare le sofferenze umane nei paesi e nelle regioni interessate. 3.7 Il CESE accoglie con favore la nomina, da parte del Consiglio dei ministri dell'UE, del diplomatico spagnolo Bernardino León Gross come rappresentante speciale dell'UE per il Mediterraneo meridionale, in risposta agli avvenimenti della rivolta araba. La sua nomina è un chiaro segnale della volontà dell'UE di mantenere l'iniziativa nella regione. Il CESE invita il rappresentante speciale a collaborare strettamente con la società civile, che sta svolgendo un ruolo di primo piano nella regione, e a utilizzare a tal fine tutti i canali a disposizione dell'UE. REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -74. Nuove politiche europee di vicinato 4.1 Il CESE accoglie con favore le due comunicazioni congiunte elaborate dalla Commissione e dal Servizio europeo per l'azione esterna2, nelle quali si valutano i progressi finora realizzati nelle relazioni euromediterranee e si fa un primo esame delle opportunità e delle prospettive venutesi a creare con la rivolta araba. Il Comitato desidera formulare le seguenti osservazioni: 4.1.1 l'UE non deve assolutamente rimanere uno spettatore passivo degli avvenimenti. 4.1.2 Il CESE ha esaminato attentamente le comunicazioni congiunte della Commissione europea e dell'Alto rappresentante. Esso sottoscrive tutte le misure di sviluppo proposte nel testo, osservando al tempo stesso che l'UE ha sprecato molto tempo, dopo l'avvio del processo di Barcellona nel 1995, prima di valutare e riprogrammare le sue azioni. 4.1.3 L'UE deve attuare senza indugio un nuovo "partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa" nel Mediterraneo. 4.1.4 Nel quadro di tale partenariato occorre adottare un approccio diverso per ciascun paese, che rispecchi gli sviluppi politici e sociali. I paesi più avanzati devono avere accesso a finanziamenti più ingenti ed essere in grado di intensificare la cooperazione politica ed economica con l'UE. Le relazioni con tutti i paesi devono fondarsi su una serie di principi espliciti (democrazia, protezione dei diritti individuali, ecc.) e su incentivi specifici connessi a determinati obiettivi politici (lotta alla corruzione, indipendenza del potere giudiziario e dei mezzi di informazione, ecc.). Vanno inoltre introdotte salvaguardie specifiche che consentano di ridurre o di sospendere i finanziamenti qualora gli impegni o le scadenze non siano rispettati. 4.1.5 Lo svolgimento di elezioni libere e regolari è una condizione preliminare irrinunciabile per l'istituzione del partenariato. 4.1.6 Il sostegno dei cittadini e della società civile rappresenta un requisito fondamentale per la stabilità dei nuovi governi democratici, la salvaguardia dei diritti economici e sociali, la protezione dell'ambiente e lo sviluppo sociale ed economico. Grazie all'esperienza maturata nelle attività realizzate in tutto il mondo e alle competenze dei suoi membri, il CESE è pronto a contribuire a questi sforzi attraverso misure specifiche di assistenza da adottare in collaborazione con la Commissione, il Parlamento europeo e il Comitato delle regioni. 4.1.7 La rivolta araba è stata possibile grazie al contributo decisivo apportato dai giovani e dalle donne alle manifestazioni di protesta, e pertanto occorre dare particolare risalto alla garanzia dei loro diritti e al rafforzamento del loro ruolo nei nuovi Stati democratici. A questo fine il 2 Cfr. nota 1. REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -8CESE invita tutti i paesi della regione euromediterranea a ratificare la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna. 4.1.8 Un elemento essenziale per il radicamento della democrazia e la salvaguardia dei diritti sindacali sarà l'esistenza di un dialogo sociale aperto tra datori di lavoro e lavoratori, che costituisce una condizione per mantenere la stabilità economica e sociale. 4.1.9 La lotta alla corruzione, il buon governo e la creazione di una pubblica amministrazione efficiente sono condizioni necessarie e sufficienti per assicurare la prosperità economica e attrarre gli investimenti diretti esteri (IDE), che sono fondamentali per la stabilità dei nuovi governi democratici e la creazione di nuovi posti di lavoro. 4.1.10 La creazione di partenariati per la mobilità e le infrastrutture nei paesi del Mediterraneo in materia di frontiere, migrazioni e asilo rafforzerà la sicurezza nella regione. 4.1.11 La nascita di nuove PMI nei paesi del Mediterraneo è un'importante condizione per la crescita economica e la creazione di occupazione nell'ambito di un quadro normativo sano e di un ambiente finanziario costruttivo. A questo fine, un contributo importante dovrà venire dal Fondo euromediterraneo di investimenti e partenariato (FEMIP) e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI). 4.1.12 Uno dei problemi sociali più pressanti nei paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente è l'analfabetismo, e occorre agire in modo vigoroso per porvi rimedio. L'Unione europea può e deve fornire il suo sostegno. Dovrebbe inoltre promuovere la formazione imprenditoriale e lo sviluppo delle competenze. 4.1.13 Il CESE appoggia l'idea di creare un Fondo europeo per la democrazia. Tale fondo servirebbe a sostenere i processi democratici in atto nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo attraverso misure mirate quali l'appoggio alla creazione di partiti politici e all'emergere di mezzi di comunicazione liberi, e in particolare al rafforzamento della società civile (associazioni di imprese e di lavoratori, ONG, agricoltori, organizzazioni delle donne e altri soggetti sociali). Sulla base della propria esperienza, il CESE ritiene indispensabile un processo specifico per sostenere la società civile, come ad esempio lo strumento per la società civile proposto nel quadro dello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), e invita ad aumentare i finanziamenti ad esso destinati. Il CESE è assolutamente disposto a partecipare a tale strumento al fianco degli altri organi dell'UE e a mettere a disposizione le proprie conoscenze e competenze. Inoltre, invita la Commissione a riconoscere lo speciale ruolo che possono svolgere le organizzazioni socioprofessionali nello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) e particolarmente nel previsto fondo per la società civile. 4.1.14 Il CESE concorda con le istituzioni dell'UE sul fatto che da molto tempo la regione del Mediterraneo vive in uno stato di costante tensione a causa del conflitto israelo-palestinese, che blocca qualsiasi tentativo di dialogo o di azione comune, e invita l'Alto REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... -9rappresentante/vicepresidente a continuare ad adoperarsi per trovare una soluzione accettabile a entrambe le parti. L'UE deve esprimersi con una sola voce su questo tema estremamente sensibile. 4.1.15 Il CESE appoggia la proposta della Commissione di introdurre facilitazioni per l'ottenimento dei visti per determinati partner della regione e, a tempo debito, la liberalizzazione dei visti per i paesi che collaborano più strettamente con l'UE in materie quali la mobilità, l'asilo, le procedure di rimpatrio e la lotta all'immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani. 4.1.16 Il CESE ritiene che il rispetto delle libertà sia civili che religiose sia un diritto umano fondamentale, che deve essere pienamente tutelato in una regione caratterizzata dalla diversità religiosa e politica. Invita i paesi che non hanno ancora ratificato le convenzioni universali e regionali esistenti e gli accordi sulle libertà politiche, civili e culturali e sui diritti economici e sociali, che sono basati sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, a farlo senza indugio. 4.1.17 I media della regione euromediterranea svolgono una funzione essenziale nel trasmettere e diffondere l'esito delle trasformazioni in atto. Il sostegno UE deve essere focalizzato sulle iniziative intese a migliorare la professionalità e l'indipendenza dei media esistenti e a favorire condizioni propizie al pluralismo e alla libertà dei media. 5. Intensificare la cooperazione dell'UE con la società civile della regione mediterranea 5.1 A seguito della rivolta araba tutte le istituzioni europee, colte di sorpresa dagli eventi, e quindi incapaci di trovare rapidamente strategie di risposta diverse dalla mera assistenza umanitaria, hanno convenuto che in futuro l'UE dovrà concentrarsi in particolare sulle organizzazioni della società civile e su altre associazioni sociali e professionali indipendenti. 5.2 Le due comunicazioni della Commissione e dell'Alto rappresentante/vicepresidente già contengono capitoli specifici dedicati alle misure necessarie a sostenere la società civile attraverso la politica europea di vicinato (PEV) e l'Unione per il Mediterraneo (UpM). 6. Il ruolo della Commissione 6.1 È necessario prestare assistenza ai paesi della sponda Sud del Mediterraneo affinché possano creare e consolidare meccanismi per promuovere l'organizzazione e un funzionamento adeguato della società civile e delle organizzazioni socioeconomiche (legislazione, adozione di regole di funzionamento, rafforzamento delle istituzioni, instaurazione di un dialogo democratico aperto e inclusivo, ecc.). REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... - 10 6.2 È fondamentale collaborare con gli Stati membri, nonché ridefinire il ruolo e il compito dell'UpM 3 e organizzare la partecipazione attiva ai suoi programmi da parte delle organizzazioni riconosciute della società civile. 7. Lo specifico ruolo del CESE 7.1 In quanto organo rappresentativo della società civile europea, il CESE può partecipare attivamente al nuovo quadro europeo per la cooperazione con le società del Mediterraneo nei modi seguenti: documentando la situazione della società civile nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo tramite un dialogo costante, aperto e democratico con una vasta gamma di attori, aiutando questi paesi a definire criteri e processi specifici per riconoscere un'organizzazione in quanto entità autenticamente rappresentativa di un settore della società che opera in modo democratico e indipendente cooperando al tempo stesso con altri organismi, sostenendo gli sforzi delle organizzazioni della società civile indipendenti e rappresentative per rafforzare la capacità amministrativa tramite la sua consulenza in settori quali il dialogo sociale, i diritti economici e sociali, la formazione professionale, la buona governance, l'uguaglianza sul mercato del lavoro, lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale, la protezione dei consumatori, le cooperative, le PMI, la capacità di difesa dei diritti della popolazione, le migrazioni, lo sviluppo rurale, i diritti delle donne, mettendo al servizio dei consigli economici e sociali locali la sua esperienza e le sue conoscenze in materia di democrazia partecipativa, partecipando ai programmi della Commissione per il rafforzamento delle organizzazioni socioeconomiche. 7.2 Il CESE ritiene che il dialogo sociale tra i datori di lavoro e i lavoratori nella regione del Mediterraneo vada rafforzato e che i gruppi Datori di lavoro e Lavoratori, all'interno del CESE stesso, potrebbero contribuire al raggiungimento di questo obiettivo creando una rete di comunicazione con i soggetti interessati. Inoltre, il CESE chiede che venga promosso il dialogo sociale strutturato tramite un forum sociale. 7.3 Il CESE reputa essenziale collaborare con le altre istituzioni dell'UE per sostenere le organizzazioni della società civile che stanno emergendo nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo, in particolare quelle direttamente coinvolte nelle sollevazioni all'origine delle rivoluzioni, in modo che ottengano il riconoscimento politico e il sostegno finanziario di cui hanno bisogno per continuare a svolgere il loro ruolo nei processi democratici. 3 Si veda la risoluzione del Comitato delle regioni del 12 maggio 2011 Gestire l'impatto e le conseguenze delle rivoluzioni nel bacino del Mediterraneo (GU C 192 dell'1.7.2011, pag. 1). REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl .../... - 11 7.4 Il CESE ha già avviato una serie di missioni in paesi di questa regione (Tunisia e Marocco). Sta inoltre preparando un simposio con le ONG della regione euromediterranea (settembre 2011) e il suo vertice annuale (che si svolgerà nel novembre 2011 a Istanbul), al quale è prevista un'ampia partecipazione della società civile. Ha inoltre formulato diverse raccomandazioni nei suoi pareri e risoluzioni sulla cooperazione euromediterranea4, nonché nella sua dichiarazione finale al vertice euromediterraneo dei consigli economici e sociali e istituzioni analoghe, svoltosi a Roma nel 2010. Tale dichiarazione contiene una serie di raccomandazioni su recenti questioni che rivestono interesse per la società civile euromediterranea, tra cui la costituzione, nel quadro dell'architettura istituzionale dell'Unione per il Mediterraneo, di un'assemblea dei consigli economici e sociali e istituzioni analoghe. Le altre questioni all'ordine del giorno erano il lavoro dignitoso e lo sviluppo sostenibile nella regione mediterranea, la formazione professionale come motore della competitività e della creazione di posti di lavoro, la creazione di una società più equa nella regione euromediterranea e le politiche agricole dei paesi dell'Unione per il Mediterraneo. Il CESE lavora inoltre in stretta collaborazione con i consigli economici e sociali degli Stati membri dell'UE della regione mediterranea. 7.5 Il CESE adeguerà la sua rete di consigli economici e sociali (CES) e istituzioni analoghe euromediterranei, e continuerà anche a promuovere la cooperazione regionale attraverso tale rete, che può fungere da forum per gli scambi tra partner della società civile del Nord e del Sud. Bruxelles, 21 settembre 2011 Il Presidente del Comitato economico e sociale europeo Staffan NILSSON _____________ 4 Risoluzione del CESE sul tema La situazione nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo (CESE 508/2011; GU C 132 del 3.5.2011, pag. 1); parere sul tema Lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) (CESE 53/2009; GU C 182 del 4.8.2009, pag. 13) e parere sul tema La libertà di associazione nei paesi del partenariato euromediterraneo (CESE 772/2008; GU C 211 del 19.8.2008, pag. 77). REX/341 - CESE 1395/2011 EL/EN-MAR/BUL/Lac/MAR/Lac/LAC/Lac/pp/cl