6 gennaio EPIFANIA DEL SIGNORE Is 60,1-6 - La gloria del Signore brilla sopra di te. Dal Salmo 71 - Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Ef 3,2-3a.5-6 - Tutti i popoli sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore. Alleluia. Mt 2,1-12 - Siamo venuti dall’oriente per adorare il re. La sorpresa viene dagli altri “Epifania” significa manifestazione. Ora il Dio della Bibbia non ha l’abitudine di manifestarsi agli uomini in forma costrittiva. “Tu non puoi vedere il mio volto – dice Jahvè a Mosè – perché l’uomo non può vedermi e sopravvivere” (Es 33,20). Anche l’evangelista Giovanni conferma queste parole apportandovi però un correttivo essenziale: “Nessuno ha mai visto Dio: il Figlio unico di Dio, quello che è sempre vicino al Padre, ce l’ha fatto conoscere” (Gv 1,18). Tale rivelazione però segue delle strade che ci disorientano continuamente. Le due prime letture presentano dell’Epifania divina un aspetto che doveva urtare tremendamente il comune israelita: tutti i popoli della terra cammineranno verso la luce che risplende sopra Gerusalemme, poiché i pagani partecipano alla medesima eredità e al possesso dell’unica promessa. Questa prospettiva universalista ispira anche l’episodio dei Magi raccontato da Matteo. Abbiamo qui dei personaggi che, diversamente dai capi dei sacerdoti e dagli scribi interrogati da Erode, non hanno avuto il beneficio dell’epifania profetica incarnata nel popolo dell’alleanza. Essi hanno abbandonato il loro paese, decisi a cercare Dio pur attraverso un cammino interminabile nel deserto. Il segno della stella, individuata fra le mille costellazioni del cielo, li guida verso il segno paradossale di un bambino, fragile e colmo di speranze come l’aurora di un nuovo giorno. Dio non s’impone mai: a coloro che accettano di sconvolgere le proprie abitudini di vita, soltanto mentre avanzano scopre il suo volto. Gesù non lo si brandisce come una bandiera, meno ancora come un’enciclopedia; lo si scopre, invece, con meraviglia e commozione, nella vita e nel cuore dei poveri. Chi teme di perdere i propri privilegi non ha alcuna probabilità di incontrarlo. Epifania del Signore - “Omelie per un anno 1”, Elledici 1 Oggi, un uomo su quattro o su cinque ha sentito parlare di Gesù di Nazaret e aderisce più o meno coscientemente al suo messaggio. Il continente asiatico, che conosce la più impressionante espansione demografica, è quasi totalmente estraneo alla Chiesa. Invece per i paesi cristiani da lunga data, il sale della parola s’è fatto talmente insipido nello spirito e nella vita, che urge assolutamente un nuovo annuncio del Vangelo. Una tale situazione di “diaspora” ci richiama ancora a Gesù che, pur vivendo una sua vita individuale, ha saputo ugualmente rivolgere una parola di speranza e di perdono a tutti gli uomini, agli “altri” come ai suoi compatrioti. L’epifania di Dio attuatasi in lui chiede certamente più la conversione del cuore che l’estensione geografica. Epifania del Signore - “Omelie per un anno 1”, Elledici 2