6 gennaio EPIFANIA DEL SIGNORE Is 60,1-6 - La gloria del Signore brilla sopra di te. Dal Salmo 71 - Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Ef 3,2-3a.5-6 - Tutti i popoli sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore. Alleluia. Mt 2,1-12 - Siamo venuti dall’oriente per adorare il re. Universalità È ricorrente sentire che c’è un diffuso «bisogno religioso» da parte dell’uomo contemporaneo. Ma ognuno può comprendere che, qualora esista veramente, occorre dare una interpretazione di tale bisogno religioso. E la questione diventa tutt’altro che facile e, di fatto, è tutt’altro che pacifica. Molti oggi avvertono la pressione insopportabile di una società che manipola, emargina, crea solitudine, incertezza, smarrimento, sfiducia; nasce così il bisogno di sicurezza, di prossimità, di riconoscimenti, di senso che rassicuri e conforti. Il rischio e il pericolo è che si veda nella fede cristiana un «sistema di risposte ai bisogni», nel quale Dio «serve» perché l’uomo è debole e impotente. Si cade nella concezione che è stata chiamata quella di un «Dio tappabuchi». Forse c’è anche oggi tanta gente che, magari sommessamente e non fragorosamente, chiede e cerca una fede non motivata dalla sola pressione della mancanza e della necessità. Essa cerca un Dio che sia per tutti, che sia la dedizione disinteressata e amante, che sia l’assoluto desiderio di prossimità benevola e felice, di promessa e di dono. Soltanto un Dio che è l’assoluta gratuità amante è veramente un Dio per tutti. Viene la tua luce L’invito del profeta è dolce ed energico insieme: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Is 60,1). Dio viene incontro all’uomo come la luce del sole ci viene incontro in un mattino radioso e spazza le tenebre della notte. È l’iniziativa libera di Dio che investe la notte dell’uomo immerso nei guazzabugli tenebrosi della storia. Dall’alto viene l’iniziativa, come sottolinea con insistenza il profeta: «Su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te». Come luce, Dio viene, brilla, risplende e appare anzitutto per essere apprezzato, riconosciuto e visto come dono dall’alto, prima ancora che per essere obbedito e servito. È un Dio che con la tenerezza infinita di una luce infinitamente dolce e amante si propone e si comunica, si diffonde e penetra ogni angolo dell’umana coscienza per aprirla alla scoperta di un senso e di una promessa ultima e non dubbia. Se la comunità del Signore vive con questa sicura certezza e diventa essa stessa luminosa, allora, come dice il profeta, «i suoi figli verranno da lontano, tutti verranno proclamando le glorie del Signore». Il profeta, che guarda al popolo disfatto e scoraggiato dopo l’esilio babilonese, non è uno spregiudicato «manager» del proselitismo religioso. Egli invita il popolo di Israele a dare testimonianza di fronte al mondo intero della luce divina che l’ha investito, della verità e delle promesse divine ch’esso custodisce e vive. Epifania del Signore - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici 1 Con gioiosa e profonda consapevolezza cristiana, l’apostolo Paolo proclama il «mistero di Cristo», ossia il piano di Dio che egli ha conosciuto per rivelazione e ora annunzia apertamente a tutti «che i gentili sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo» (Ef 3,6). Ciò che era patrimonio degli Ebrei diviene offerta per tutti i popoli: Ebrei e pagani, per mezzo di Cristo, hanno accesso all’infinito mistero di Dio. Si noti l’espressione «per mezzo del vangelo»: la mediazione e la condizione necessaria per tutti è il Vangelo. Accettando e vivendo il Vangelo di Gesù, tutti possono entrare a costituire il «corpo di Gesù», la Chiesa. La dedizione incondizionata di Dio all’umanità si è realizzata in Gesù Cristo, suo Figlio, e viene resa accessibile a ogni uomo mediante la predicazione del Vangelo. È Dio che, mediante Gesù Cristo, desidera comunicarsi e donarsi a tutti gli uomini come verità e vita, come amore gratuito e beatificante. La stella promettente Nel racconto evangelico dei Magi c’è rappresentata una ricerca. Quei famosi astrologi orientali domandano: «Dov’è il re dei Giudei?». Essi non pensano a un personaggio religioso, ma a un re, di cui hanno visto sorgere nel cielo la stella. I sacerdoti e gli uomini di scienza di Erode identificano, insieme con il loro re, «re dei Giudei» e Messia, indicando anche il luogo di nascita, Betlemme di Giuda. La Bibbia infatti aveva predetto la nascita del Messia. Ma Gerusalemme intera non crede, non spera in un liberatore e salvatore, e non lo cerca. I Magi, invece, si lasciano guidare dalla stella finché giungono alla casa dove trovano il «bambino», con Maria sua madre, e gli rendono omaggio con l’offerta di doni. Poi tornano al loro paese, senza svelare a Erode e al popolo israelita il luogo dove si trova il bambino. Soltanto i Magi cercano davvero, in modo disinteressato e sincero, perciò trovano molto di più di quel che cercavano, addirittura il re e sua madre (nell’antico Vicino Oriente era questa la famiglia reale; cf per es. 1 Re 2,19; 15,2; 2 Re 10,13; 12,2; 23,31). Erode e la città intera di Gerusalemme sono soltanto curiosi, timorosi e sicuri di sé nello stesso tempo, e non trovano il Messia-re. Perché Dio si manifesta soltanto a chi lo cerca sinceramente, non importa di quale razza, popolo o lingua. Epifania del Signore - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici 2