Nome scientifico: Aythya nyroca L

Passero solitario
Monticola solitarius Linnaeus, 1758
Codice lista italiana: 110.571.0.002.0
Priorità: 9
RARITÀ GENERALE: valore = 1: Non rientra in alcuna "Lista rossa" e non è incluso
nell'Allegato I alla Direttiva "Uccelli" (CEE/79/409). In Italia la sua distribuzione è
relativamente omogenea e continua nelle regioni meridionali e sulle isole maggiori,
frammentata e localizzata nelle regioni settentrionali, coincidenti con il limite
settentrionale del suo areale di distribuzione. La popolazione nidificante in Italia è stimata
in circa 14.000 coppie. Specie non concentrata in Europa, ma con uno status di
conservazione complessivamente sfavorevole (vulnerabile).
COROLOGIA: valore = 1: Il Passero solitario ha corologia paleartico-orientale, con areale
esteso dai paesi mediterranei e Africa nord-orientale all'Asia minore, il Caucaso, il Tibet, la
Cina, il Giappone ed anche la Malesia.
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 2: Probabilmente soggetto a un lieve
declino tra gli anni ‘70 e ‘90, soprattutto nei paesi europei che ospitano le popolazioni
nidificanti di maggiori dimensioni. Le cause del declino sono presumibilmente imputabili
alla perdita di habitat dovuto all’eccessivo sfruttamento turistico e industriale delle zone
costiere oltre che alla costruzione di bacini artificiali per la raccolta dell'acqua, che si
traduce in una sottrazione di pareti rocciose utilizzate dalla specie. La popolazione europea
è attualmente stimata in circa 48.000 coppie nidificanti. Comune in migrazione in Italia; in
alcune zone si comporta da specie sedentaria, in altre effettua migrazioni su breve distanza.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: Nidifica nella fascia prealpina e
lungo i principali solchi vallivi soprattutto nel lecchese e nel bresciano; la sua distribuzione
interessa poco più del 5% del territorio regionale. La popolazione nidificante è stimata in
circa 50 coppie. In inverno il Passero solitario occupa la fascia prealpina tra il Lario e il
lago di Garda, con una riduzione dell'areale, rispetto a quello riproduttivo, di circa il 30%;
si stima che circa 90 individui svernino nella regione.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: La specie seleziona falesie costiere lungo i laghi,
cave di pietra, pareti rocciose naturali nei pressi dei fondovalle e, localmente, aree
debolmente antropizzate ricche di anfratti e cavità artificiali; in tutti i casi necessita della
presenza di vegetazione eliofila. La sua presenza in inverno è legata alle situazioni
microclimatiche favorevoli che si sviluppano nei pressi dei laghi, luoghi presso i quali
frequenta anche frutteti ed oliveti.
CRITICITÀ: valore = 1: Il territorio regionale, nel contesto della situazione nazionale, non
risulta di primaria importanza per la specie. In Italia infatti il Passero solitario frequenta
con maggiore continuità le regioni meridionali e le isole maggiori. Peraltro, quella
regionale rappresenta un popolazione isolata al limite settentrionale dell’areale.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Trattandosi di una specie abbastanza selettiva, la principale
strategia di conservazione consiste nella applicazione di interventi diretti sugli habitat [B].
Poiché lo status di conservazione di questa specie non è ancora stato accertato si consiglia
l’esecuzione di programmi di monitoraggio [C]. Sono inoltre necessarie misure che
limitino il disturbo antropico diretto [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Le preferenze del Passero solitario per le zone rocciose coperte
in parte da vegetazione aperta suggeriscono il mantenimento e il ringiovanimento degli
ambienti aperti naturali e semi-naturali [Bc10], anche attraverso il pascolo programmato
[Bc12]. La nidificazione in aree rurali o in vecchie cave dimesse può venire favorita dal
mantenimento di cavità ed anfratti artificiali [Bd5]. Per limitare il disturbo antropico diretto
e per evitare ulteriori perdite di habitat idoneo alla specie si raccomanda il controllo delle
attività turistico ricreative montane quali il free-climbing [D6].
COSA NON FARE: Sono da evitare tutte le pratiche selvicolturali indirizzate al
rimboschimento delle zone aperte.
FATTORI CRITICI: Il principale fattore critico è dovuto alla perdita di aree idonee alla
nidificazione.
Appartenente alla famiglia dei Turdidi, lungo 20 cm circa. Piumaggio scuro relativamente
uniforme in tutte le età e le stagioni, blu-grigio intenso nel maschio, più chiaro e screziato
nella femmina, assai simile alla femmina del Merlo. Il canto è deciso, forte e flautato,
ricorda quello del Merlo ma è generalmente più malinconico.
In Europa l’areale distributivo si estende dalla Spagna alla Grecia; la specie è parzialmente
sedentaria nelle regioni più calde e migratrice a corta distanza nelle regioni costiere
mediterranee; sono comuni gli spostamenti altitudinali. Le principali aree di svernamento si
localizzano nel nord Africa e in Arabia. Gli individui migrano da soli o a piccoli gruppi,
generalmente di notte; spesso si accompagnano a Codirossoni. I periodi e le modalità di
migrazione sono ancora poco conosciuti.
In Italia è presente soprattutto nelle province centro-meridionali e nelle isole, in misura
minore nelle zone settentrionali, limitatamente alla fascia prealpina. E’ ritenuto residente
nelle regioni meridionali, mentre al nord frequenta solamente le zone con condizioni
microclimatiche favorevoli. In Lombardia nidifica nelle Prealpi comasche fra Erba e Lecco,
lungo i versanti rocciosi che costeggiano il lago di Como (dove è stato proposta
l'istituzione del Parco delle Grigne), il lago di Garda (nel Parco dell'Alto Garda Bresciano)
e il lago d’Iseo. In inverno frequenta pressappoco le stesse zone, con una leggera
contrazione dell'areale verso le aree lacustri. Si insedia nelle pareti rocciose, ricche di
spaccature e anfratti con vegetazione eliofila; frequenta le falesie, i dirupi delle vallate, ma
trova un ambiente adatto alla nidificazione anche in strutture antropiche, quali mura di
vecchi edifici e cave. In inverno non è infrequente osservarlo anche nei frutteti e negli
oliveti.
Il nido viene costruito nelle cavità della roccia o più raramente nei buchi degli alberi,
solitamente dalla sola femmina. E’ costituito da una buca poco profonda, ricoperta con
erba secca, muschio e alcune radici, rivestita con materiale più fine e soffice,
occasionalmente con piume. Il Passero solitario effettua due covate di 4-5 uova, deposte tra
aprile e luglio, ma le condizioni al limite dell’areale potrebbero determinare la deposizione
di una sola covata. Il periodo di incubazione è di 12-15 giorni mentre l’involo dei giovani
avviene dopo 18 giorni. Si ciba normalmente di invertebrati, ma anche di piccole lucertole
e di frutti, questi ultimi soprattutto nelle stagioni autunnale e invernale.
Elisabetta de Carli e Emanuela Maritan
Bibliografia
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