XX ciclo di Dottorato di Ricerca in Neuroscienze Indirizzo Neurologia, Psichiatria e Neurogenetica Massimo Acquaviva Relazione III anno Docente tutor: Dott.ssa Emilia Bellone Titolo del progetto - Malattia di Charcot-Marie-Tooth di tipo 2: analisi molecolare di geni responsabili delle forme a trasmissione autosomica dominante e autosomica recessiva. Scopo del progetto: formalizzazione di una analisi genetico-molecolare sistematica dei geni responsabili della malattia di Charcot-Marie-Tooth di tipo 2. Abstract - La forma assonale della malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT2) è geneticamente eterogenea con modalità di trasmissione sia autosomica dominante sia autosomica recessiva. Diversamente dalla CMT1, per la quale sono ben noti i difetti molecolari alla base del fenotipo demielinizzante, i geni associati alla CMT2 sono stati identificati solo recentemente. In questo studio è stato effettuato l’analisisi mutazionale del gene MFN2, le cui mutazioni sono responsabili del 25% circa dei casi di CMT2. Mutazioni in questo gene sono state riportate in associazione a forme autosomiche dominanti di CMT2 ad insorgenza precoce e tardiva; in alcuni casi è presente il coinvolgimento del sistema nervoso centrale. In una coorte di 150 pazienti CMT2 privi di una definizione molecolare sono state, ad oggi, identificate 6 mutazioni in 10 pazienti. Due di queste mutazioni sono già state descritte in letteratura come associate a patologia. Le rimanenti quattro rappresentano nuove varianti non ancora riportate come mutazioni associate a malattia. Viene discusso il possibile ruolo patogenetico di queste varianti. Risultati ottenuti nel III anno L’attività di ricerca del candidato si è focalizzata principalmente sull’analisi molecolare del gene mitofusin 2 (MFN2), le cui mutazioni rappresentano il 13-20% delle neuropatie ereditarie sensitivo motorio di tipo assonale (CMT2) e per il quale non è stato ancora riportato un dato preciso relativo alla frequenza di mutazione nella popolazione italiana. Analisi molecolare gene MFN2 È stato recentemente riportato in diversi studi (K.W.Chung et al., 2006; Zuchner et al., 2006) che mutazioni nel gene MFN2 hanno un ruolo significativo nella patogenesi della CMT2A e della HMSN di tipo VI, in cui la neuropatia assonale è associata ad atrofia ottica. Il gene nucleare MFN2 codifica per la proteina Mitofusina 2, coinvolta nel processo di fusione mitocondriale. Il gene è costituito da 19 esoni, dei quali, i primi due sono trascritti ma non tradotti. La mitofusina è una proteina mitocondriale transmembrana conservata nell’evoluzione che presenta un dominio N-terminale ad attività GTPasica e due domini coiled coil, dei quali uno localizzato al C-terminale. La fusione mitocondriale è strettamente dipendente dall’attività della mitofusina 2 ed è un processo indispensabile per la morfologia, la dinamica e la localizzazione spaziale dei mitocondri nei distretti cellulari a maggiore richiesta energetica. La maggioranza delle mutazioni descritte risiede nei tre domini e nelle regioni fiancheggianti . Era stato precedentemente effettuato dal candidato il disegno dei primers in modo da ottenere amplicons con temperatura di melting omogenea e di lunghezza tale (circa 300 bp) da poter essere utilizzati sia per l’analisi con DHPLC sia per il successivo sequenziamento automatico (vedi tabella 2). Il DHPLC lavora in condizioni di parziale denaturazione e il frammento di DNA in analisi deve essere mantenuto in tali condizioni per tutta la sua lunghezza. Questo ha reso necessario una scelta dei primers mirata a definire la lunghezza degli amplicons in modo da utilizzare il minor numero possibile di temperature di melting per l’analisi. Risultati ottenuti nel III anno 1. Ampliamento del database, già definito nel corso del primo anno, grazie al reclutamento di nuovi pazienti con neuropatia assonale (CMT2). Tale reclutamento è stato effettuato tramite l’Ambulatorio Integrato per lo studio delle Neuropatie periferiche dell’Università di Genova e tramite la collaborazione con l’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Istituto Gaslini di Genova. 2. L’analisi molecolare è stata effettuata in 150 casi indice con una neuropatia assonale, sia isolati sia familiari e privi di una definizione molecolare. 3. L’analisi ha riguardato, ad oggi, gli esoni 1-10 (numerati 3-12, come da nomenclatura ufficiale) 4. L’analisi mutazionale è stata effettuata secondo le seguenti fasi: a. Isolamento della regione codificante di ciascun gene incluse le giunzioni introne-esone, mediante Polymerase Chain Reaction (PCR) b. effettuazione dello screening mediante Denaturing High Performance Liquid Chromatography (DHPLC). c. sequenziamento diretto delle varianti cromatografiche su sequenziatore automatico Varianti dell’esone 4 In quattro pazienti si è osservata un’alterazione nel profilo di eluizione dell’esone 4. L’esone 4 rappresenta un hot spot di mutazione, localizzato nella regione immediatamente adiacente agli esoni che codificano per il dominio GPTasico. Il successivo sequenziamento delle varianti ha evidenziato la stessa mutazione (c.281G→A), già descritta in letteratura (Verhoeven et al., 2006), in due pazienti non correlati. Questa variante nucleotidica porta al cambiamento amminoacidico Arg94Gln. Entrambi i pazienti presentano un esordio precoce di malattia (3 e 7 anni) con disturbi della deambulazione e frequenti cadute. In entrambi i casi la malattia presenta una progressione lenta con iniziale coinvolgimento degli arti superiori. L’analisi molecolare effettuata in entrambi i genitori dei probandi non ha dimostrato la presenza della mutazione Arg94Gln. In entrambi i casi si tratta quindi di una mutazione de novo. In due pazienti appartenenti alla stessa famiglia è stata invece identificata la mutazione c.280 C→T, già descritta in letteratura (Zuchner et al, 2004; Zuchner et al, 2006), che interessa sempre il residuo di Arginina in posizione 94, determinando il cambio amminoacidico Arg94Trp. Questa variante è stata descritta in associazione ad atrofia ottica. Anche in questo caso i pazienti presentano un esordio precoce dei sintomi (5 e 13 anni) con disturbi della deambulazione. Il paziente più giovane, all’età dell’ultima osservazione (28 anni), presentava un quadro clinico più grave del fratello, con coinvolgimento degli arti superiori e necessità di tutori rigidi per la deambulazione. In entrambi i casi non sono stati osservati segni di atrofia ottica, che peraltro esordisce di solito più tardivamente. La trasmissione è presumibilmente di tipo autosomico dominante ma non è stato possibile effettuarne la conferma. Varianti dell’esone 8 Sono state identificate due differenti varianti dell’esone 8 in due pazienti non correlati. L’esone 8 codifica per parte del dominio GTPasico della mitofusina, regione indispensabile per la sua funzione, con sequenza e struttura molto conservata nel corso dell’evoluzione. In un paziente è stata identificata una variante (c.746 C→G ) non ancora descritta in letteratura che porta al cambiamento amminoacidico Ser249Cys. La sostituzione di un residuo piccolo e polare come la Serina con un residuo di Cisteina in grado di formare ponti disolfuro e di conseguenza alterare la conformazione della proteina, è verosimilmente patogenetica. Si tratta di un paziente con esordio a 16 anni con algie agli arti inferiori. Il quadro clinico è caratterizzato da una progressione rapida e da una maggiore compromissione sensitiva rispetto a quella motoria. La trasmissione della patologia all’interno della famiglia è compatibile con una trasmissione autosomica dominante ma non è stato possibile verificare la segregazione della mutazione all’interno del nucleo familiare. In un altro paziente è stata identificata una variante non descritta in letteratura (c.810 G→A) che porta alla sostituzione amminoacidica Met270Ile. Si tratta di un paziente con probabile trasmissione dominante della malattia (viene riferita affetta la madre del probando,deceduta), con esordio della neuropatia a 9 anni con difficoltà della deambulazione e faticabilità muscolare. Il decorso clinico è lentamente progressivo. Entrambe le varianti dell’esone 8 di MFN2 rappresentano mutazioni nuove, non precedentemente riportate in letteratura. Entrambe non sono state identificate in 200 cromosomi normali di controllo. Entrambi i residui interessati risultano estremamente conservati nell’evoluzione, sia nella mitofusina 2 che nella mitofusina 1, essendo presumibilmente indispensabili all’attività GTPasica della proteina. S249C MFN2_HUMAN MFN2_RAT MFN2_MOUSE MFN1_RAT MFN1_MOUSE MFN1_HUMAN M270I FHKVSERLSRPNIFILNNRWDASASEPEYMEEVRRQHMERCTSFLVDELGVVDRSQAGDR FHKVSERLSRPNIFILNNRWDASASEPEYMEEVRRQHMERCTSFLVDELGVVDRAQAGDR FHKVSERLSRPNIFILNNRWDASASEPEYMEEVRRQHMERCTSFLVDELGVVDRAQAGDR FHKVNERLSKPNIFILNNRWDASASEPEYMEDVRRQHMERCLHFLVEELKVVSPLEARNR FHKVNERLSKPNIFILNNRWDASASEPEYMEDVRRQHMERCLHFLVEELKVVSPSEARNR FHKVNERLSKPNIFILNNRWDASASEPEYMEDVRRQHMERCLHFLVEELKVVNALEAQNR Varianti dell’esone 9 In due pazienti appartenenti alla stessa famiglia è stata identificata una variante non ancora descritta in letteratura (c.929 T→C) che porta al cambiamento amminoacidico Leu310Pro. La variante si trova in una zona al di fuori dei domini funzionali noti della proteina ma situata in prossimità del dominio GTPasico. Questa zona è tuttavia molto conservata nell’evoluzione e la Leucina in posizione 310 è tra i residui rimasti invariati persino in specie molto distanti dall’uomo. L310P Homo Sapiens Mouse Gallus Anofeles gambiae IFFVSAKEVLSARVQKAQGMPE IFFVSAKEVLSARVQKAQGMPE IFFVSAKEVLNARIQRAQGMPE VFFVSARETLQARLKEQEGLPA La variante c.929 T→C è stata identificata in due fratelli con una neuropatia assonale ad esordio precoce, associata ad atrofia ottica ed atrofia cerebellare. Si prevede di verificare la segregazione della variante all’interno del rimanente nucleo familiare. Varianti dell’esone 11 In due pazienti non correlati è stata identificata la variante c.1148 C→T, descritta recentemente in letteratura ( Muglia et al.,2007) che comporta la sostituzione Ala383Val. Nel lavoro di Muglia et al., la variante è stata descritta in due famiglie non correlate provenienti dalla stessa regione del sud Italia. L’analisi dell’aplotipo ha dimostrato un possibile effetto fondatore per questa mutazione.. Anche se l’esone 11 non si trova in un dominio funzionale conosciuto, la zona in cui si trova la variante è altamente conservata e situata vicino al primo dominio coiled-coil , nella quale sono state identificate altre varianti associate a CMT2 : Q386P, L379 M381-del, M376I ( Verhoeven et al. 2006). A383V KQIAEAVRLIMDSLHMAAREQQVYCE KQIAEAVRLIMDSLHIAAQEQRVYCL KQIAEAVRLIMDSLHIAAQEQRVYCL KHIAEVLRQIMESVHVAAQLCLVYCL Homo Sapiens Rat Mouse Xenopus Laevis Inoltre, l’alanina in posizione 383 è, insieme all’alanina 382, tra i residui più conservati della regione. Questo suggerisce un ruolo importante del residuo nella stabilità e nella funzionalità della proteina. Entrambi i pazienti con la mutazione c.1148 C→T provengono dall’Italia Meridionale, presentano familiarità per neuropatia ma non è stato possibile, al momento, verificare la segregazione della mutazione nelle rispettive famiglie. I risultati relativi all’analisi molecolare del gene MFN2 sono stati presentati alla XI Riunione del Gruppo di Studio sul Sistema Nervoso Periferico, Siena 12-14 Aprile 2007 (comunicazione orale).