Rapporto fra finito e infinito

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L’infinito
L'infinito, pane quotidiano dei matematici, croce e delizia dei fisici
e degli astronomi, è stato uno dei grandi problemi della storia del
pensiero.
Secondo Kant esso era un problema irrisolvibile, che metteva la
filosofia con le spalle al muro.
Hegel, cambiando l'accezione di infinito, lo porterà sul terreno della
storia e ne farà invece lo strumento stesso del pensiero, l'ambito per
eccellenza dello spirito.
Kant
Filosofo del finito
Lo scopo della
Filosofia kantiana
Stabilire i limiti
della ragione
Coincidenti con i
limiti dell’uomo
Volerli varcare significa
avventurarsi in sogni
fantastici e arbitrari
Fenomeno e noumeno
Kant compie una scissione tra
fenomeno
noumeno
È la realtà quale ci
appare tramite le
forme a priori
È la cosa in sé in
quanto oggetto di
una conoscenza
intellettuale pura
Kant ha stabilito l’esistenza del mondo noumenico ma
non possiamo averne conoscenza in quanto l’uomo non è
dotato di una intuizione intellettuale.
Il territorio che si estende al di là della sfera dei fenomeni
è per noi vuoto.
Hegel
Il finito nell’infinito
Era intento di Hegel elaborare un sistema filosofico
che potesse comprendere in sé le idee dei suoi
predecessori, formando una cornice concettuale al cui
interno potesse essere filosoficamente appreso il
divenire storico.
Un tale approccio mirava a una comprensione unitaria
della
realtà, concepita
nella
totalità
delle
sue
manifestazioni come processo di sviluppo del principio
primo dell’essere, il pensiero puro o Ragione, che
Hegel chiama Spirito assoluto.
Kant (1724-1804)
Criticismo
espressione dell’
Illuminismo (Francia)
Hegel (1770-1831)
Idealismo
espressione del
Romanticismo (Germania)
L’assoluto
La realtà coincide con l’Assoluto e con l’Infinito mentre i vari enti del
mondo, essendo manifestazioni di esso, coincidono con il finito.
Il finito come tale non esiste perché ciò che noi chiamiamo finito non è
altro che un’espressione parziale dell’infinito; il finito esiste unicamente
nell’infinito e in virtù dell’infinito.
Il finito e
l’infinito
coincidono
in quanto il
finito è
Manifestazione
Momento
necessario
Dell’infinito
La realtà
non è sostanza ma Soggetto, Spirito
non è più rappresentata dalla sostanza staticamente
al di sotto delle cose ricoperte dalla loro apparenza
fenomenica
La realtà è soggetto, attività, auto-movimento. Non sono le cose che procedono
dall'Assoluto ma l'Assoluto è questo stesso procedere.
«Secondo il mio modo di vedere, che dovrà giustificarsi
soltanto mercé l'esposizione del sistema stesso, tutto
dipende dall'intendere e dall'esprimere il vero non come
sostanza, ma altrettanto decisamente come soggetto ».
Il Panteismo idealistico di Hegel
L’L’hegelismo
si configura come una forma di monismo panteistico perché il
mondo (finito) diventa la realizzazione di Dio (infinito).
Sembra quasi una forma di spinozismo ma in realtà la concezione di Spinoza era
totalmente diversa da quella di Hegel.
Per Spinoza:
L’assoluto
è una Sostanza
statica
che coincide con
Per Hegel:
L’assoluto
è un Soggetto
spirituale in divenire
la Natura
Dire che la realtà non è Sostanza ma Soggetto significa affermare che non è
qualcosa di immutabile, ma un processo di auto-produzione che solamente
alla fine, cioè con l’uomo (= lo Spirito) e le sue attività, si rivela per ciò che è
veramente e acquista piena coscienza di sé.
La critica a Kant
Hegel, come già i pre-romantici e i
romantici, critica Kant per il suo
dualismo, ovvero per la
contrapposizione fra fenomeno e
noumeno.
In questo modo Kant dimostra di non
avere la concezione dell'Assoluto che
implica il superamento tra finito ed
infinito nell'Assoluto.
Hegel critica l'intento di Kant di volere realizzare una filosofia del finito, vale a
dire la sua missione di rintracciare soltanto l'esistenza delle colonne d'Ercole
della conoscenza umana, cioè della Ragione oltre la quale c'è l'inconoscibilità
razionale della metafisica.
Kant si propone di criticare la Ragione ancor prima di conoscerla:
«proposito di quel tale Scolastico, d’imparare a nuotare prima di
arrischiarsi nell’acqua.»
Secondo Hegel la ragione invece può cogliere l'Assoluto. Egli afferma che
bisogna restituire al popolo tedesco la metafisica.
«Un popolo senza metafisica è come
un tempio senza santuario».
Inoltre occorre una nuova religione in grado di conciliare la vita
politica con quella religiosa, l‘umano col divino.
Ciò può avvenire solo con l'amore, unendo il finito con l‘infinito:
il soggetto fa tutt'uno con l‘ oggetto, l'umano si riconcilia con il
divino, così che noi abbiamo la possibilità di cogliere la totalità,
l‘Assoluto, unione di finito ed infinito.
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