CAPITOLO 12 Hegel Hegel nacque il 27 agosto del 1770 a Stoccarda. Studiò a Tubinga dove strinse amicizia con Schelling e Holderlin. Da giovane si entusiasmò per la rivoluzione francese e per Napoleone. Terminati gli studi feec da precettore privato a Berna e a Francoforte. Nel frattempo morì suo padre che gli lasciò un piccolo capitale e si trasferì a Jena. Nel 1805 divenne professore a Jena e nel 1808 divenne direttore del ginnasio di Normberga. Nel 1816 divenne professore di filosofia a Heidelberg e nel 18 a Berlino dove cominciò il periodo del suo massimo successo. Morì a Berlino di colera nel 31. Nel periodo giovanile gli scritti seguono un interesse religiosopolitico, mentre nella maturità c’è un maggiore interesse storico-politico. Ricordiamo tra gli altri Fenomenologia dello spirito e Lineamenti di filosofia del diritto. Le tesi di fondo del suo pensiero sono: la risoluzione del finito nell’infinito, l’identità tra ragione e realtà, e la funzione giustificatrice della filosofia. Con la prima tesi Hegel intende che la realtà non è un insieme di sostanze autonome, ma un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione e coincide con l’assoluto e l’infinito, mentre i vari enti del mondo sono il finito. Il finito in quanto è reale non è tale ma è lo stesso infinito. Per questo è detto monismo panteistico cioè il finito è manifestazione e realizzazione di Dio (dell’infinito). Ma a differenza di Spinoza che vede l’Assoluto come sostanza statica che coincide con la natura, Hegel vede l’Assoluto come un soggetto spirituale in divenire di cui tutto ciò che esiste è momento o tappa di realizzazione. La realtà è soggetto poiché è un processo di autoproduzione che soltanto alla fine con l’uomo (lo Spirito) e le sue attività più alte giunge a rivelarsi per quello che è veramente. Il soggetto spirituale infinito viene detto da Hegel idea o ragione intendendo l’identità di pensiero ed essere o meglio di ragione e realtà. Da ciò deriva la frase ciò che è reale è razionale, ciò che è razionale è reale. Hegel intende dire che la razionalità non è pura idealità ma la forma stessa di ciò che esiste e che la realtà non è una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale. Hegel esprime la necessaria, totale e sostanziale identità di realtà e ragione che implica l’identità tra essere e dover essere in quanto ciò che è risulta anche ciò che razionalmente deve essere. Hegel ritiene che la realtà costituisca una totalità processuale necessaria formata da una serie di gradi o momenti che rappresentano il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti. Il compito della filosofia consiste nel prendere atto della realtà e nel comprendere le strutture razionali che la costituiscono. La filosofia non arriva a dire come deve esser il mondo perché arriva prima la ragione. Deve soltanto elaborare in concetti il contenuto reale che l’esperienza le offre dimostrandone con la riflessione l’intrinseca razionalità. Il compito della filosofia è giustificare ciò che realmente esiste. Hegel ritiene che il farsi dinamico del’Assoluto passi attraverso 3 momenti dell’idea: 1. L’idea in sé e per sé (tesi) dove l’idea è considerata se stessa 2. L’idea fuori di sé (antitesi) cioè l’idea nella realtà spazio-tempo ovvero la natura 3. L’idea che ritorna in sé (sintesi) ovvero l’idea che dopo essersi fatta natura torna nell’uomo. Ciò che davvero esiste nella realtà è lo spirito, la sintesi, il quale ha come sua condizione la natura, antitesi, e come presupposto l’idea pura, tesi. A questi tre momenti Hegel fa corrispondere le 3 sezioni in cui si divide il sapere filosofico: la logica, la filosofia della natura e la filosofia dello spirito. © Federico Ferranti www.quintof.com