METODOLOGIE DIDATTICHE INNOVATIVE:
La didattica laboratoriale al servizio
della classe
Dott. Riccardo Paduano
«Datemi persone colte, istruite, preparate, sì; ma non troppo,
altrimenti sanno che certe cose non si possono fare»
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
Norbert Wiener nella seconda metà degli anni Quaranta riprese il termine
cibernetica, peraltro già utilizzato nel corso della storia della scienza, cercando un
sostantivo appropriato per descrivere un nuovo campo di indagine:
la scienza del controllo e della comunicazione nell’animale e nelle
macchine
Assieme a studiosi come John Von Neumann, Claude Shannon, Heinz von Foerster e Gregory
Bateson, Wiener studiò i meccanismi che permettevano ad un organismo vivente di autoregolarsi, di
essere un sistema autonomo e di scambiare informazione tra le sue parti attraverso il meccanismo di
feedback o retroazione
La cibernetica propone nozioni e modelli concettuali che aprono nuovi percorsi in molte aree
di ricerca quali l’epistemologia, l’antropologia, l’ingegneria, la teoria dei sistemi, la scienza
dell’educazione, le scienze politiche, la psicologia e la comunicazione
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
Fin dall’inizio nella cibernetica coesistono due orientamenti:
o
il primo centrato sull’ideazione di meccanismi automatici di autoregolazione basati su feedback,
dal quale sono nate applicazioni come i robot industriali, i piloti automatici ed i computer
o
il secondo orientamento ha focalizzato la ricerca sulla conoscenza, a partire dai meccanismi che
regolano tutti gli organismi biologici (Maturana e Varela)
Un sistema biologico è autopoietico, cioè informazionalmente chiuso ed autonomo, e
possiede la capacità di riorganizzarsi
Il suo comportamento è prodotto dalla relazione tra i differenti
componenti del sistema, che reagisce quando è perturbato da stimoli
ambientali (Maturana e Varela, 1987).
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
Heinz Von Foerster fondò in un secondo tempo la cibernetica di secondo ordine:
mentre la cibernetica di primo ordine studiava le modalità di funzionamento dei
sistemi in sè, il passaggio alla cibernetica di 2° ordine provoca un mutamento di
prospettive
In qualsiasi campo di indagine concepito dall’uomo l’osservatore fa parte dell’universo in quanto
costruttore del campo di osservazione, che decide in cosa consiste il sistema e ne traccia il confine
rispetto all’ambiente
L’assunzione di quest’ottica di indagine mostra all’osservatore la relatività del proprio
punto di vista rispetto a tutti quelli possibili e l’impossibilità di eliminare i vincoli che
l’essere un individuo biologico, psicologico e sociale pongono alle possibilità e capacità di
osservazione
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
In primo luogo viene la macchina per insegnare, la temuta e sperata macchina per
insegnare
La strategia e la tattica migliore da seguire nel dare un ordine ai programmi:
c’è
chi propende per una esposizione che tenga conto della crescente complessità delle nozioni
c’è
chi è favorevole ad una partenza che si avvalga semplicemente di ciò che l’allievo già sa
c’è
infine chi propone di seguire l’ordine storico in cui le conoscenze sono state acquisite
OBIEZIONI
Ciò
che viene scambiato fra docente e discente è di natura complessa, in quanto vi è contenuta
anche una parte emotiva, e questo scambio non è facilmente controllabile e regolabile
Inoltre
la macchina è utile se ripete soltanto qualcuna delle operazioni umane, altrimenti perde le sue
caratteristiche di rapidità, sicurezza ed economicità nei confronti dell’uomo
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
Le nozioni di retro-azione, o feed-back, di omeostasi, od equilibrio, e di informazione
l’uomo si propone di raggiungere qualcosa e non lo raggiunge, all’accorgersi dello scarto
può correggersi
Quando
Lo
stesso comportamento si può ottenere da una macchina, quando le differenze fra il suo operato e
quello desiderato siano fatte agire sull’operare stesso, in modo da correggerne le differenze
Un intento, uno sbagliare ed un correggere: tre nozioni fondamentali nell’insegnare, nel
produrre il laureato od il diplomato, il perito, il qualificato, ecc., o il promosso all’una o
all’altra delle tante prove
OBIEZIONI
Questi
procedimenti sono sempre stati adottati
si esce dai comportamenti fissati nel modo più rigoroso c’è il pericolo di illudersi di aver
raggiunto una precisione ed un rigore che non sussistono
Appena
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
Bisogna ricordarsi che l’uomo è soggetto di tre tipi di attività:

quelle che esegue, sa di eseguire e sa come esegue

quelle che esegue, sa di eseguire, ma non sa come esegue

di molte che esegue ma ignora persino di eseguire
Nello scambio fra esseri umani, si dà il caso che né l’una né l’altra parte sappia che
cosa sta facendo
I genitori che insegnano a parlare ed a pensare ai loro
figli: se per questo insegnamento dovessero individuare le
operazioni costitutive del pensiero e del linguaggio,
probabilmente l’uomo non sarebbe mai diventato sapiens
Presupposti teorici
Cibernetica e didattica
Una terza richiesta viene fatta alla cibernetica un po’ da tutte le parti Si tratta però di una
prestazione cibernetica indiretta: il calcolatore
Se i parametri di cui tenere conto sono molti, soprattutto se essi sono interdipendenti, se i dati da
raccogliere e ricordare sono molti, se il tempo stringe, si fa operare il calcolatore al posto nostro.
Dove sta in questo caso l’aspetto didattico, anzi pedagogico della macchina?
Nella precisione, nell’ordine, nella chiarezza che si deve imporre alla propria mente nel compilare i
programmi per la macchina
Ciò che si faceva senza troppa consapevolezza, ciò che si poteva comandare ed eseguire
comunicando fra colleghi, fra uomini, nella macchina deve venire esplicitato sino alla più piccola
operazione
Uno dei meriti della macchina è infatti di insegnare a non lasciare niente all’intuizione od al
caso
Presupposti teorici
Il Costruttivismo operatorio
Nello stesso periodo anche Piaget, partendo da una formazione biologica e da studi sull’adattamento
all’ambiente degli organismi, sposta l’attenzione dal mondo ontologicamente inteso al mondo
percepito
Conoscenza come più alta forma di adattamento di un organismo complesso
Il conoscere è legato all’agire sull’ambiente ed ha lo scopo di costruire strutture concettuali viabili,
così la mente costruendo sé stessa costruisce il mondo

All'inizio il bambino ha a disposizione solo un corredo biologicamente determinato di riflessi, le sue percezioni non sono né
coordinate tra di loro, né coordinate alle azioni

progressivamente si formano le prime coordinazioni tra percezione e azione attraverso processi circolari, in cui il bambino
compie azioni per il solo piacere o interesse che ne deriva, e che quindi conducono a ripetere e perfezionare certi schemi
d'azione

solo in un secondo momento il bambino è in grado di ricostruire l’oggetto sulla base della memoria, anche in assenza dello
stimolo percettivo
Il fatto che i concetti in formazione siano associati ad un’attività è testimoniato dall’uso linguistico (“bicchiere” per significare che
ha sete), dove l’oggetto è per ora indissolubilmente associato all’azione e spesso insieme al contenuto “acqua”
Presupposti teorici
Il Costruttivismo operatorio
La consapevolezza dell’identità individuale, del sé diverso dagli oggetti, e l’abilità
di ricostruirli attraverso la memoria, sviluppa l’idea di permanenza dell’oggetto,
fondamentale per poter riflettere e produrre ipotesi
Tra le attività che svolgono un ruolo prioritario nella costruzione del mondo vi è dunque quella di ri-presentazione, che si
fonda sulla memoria e sulla differenza che si stabilisce tra il ricordato e l’attualmente percepito
Questo tipo di astrazione permette la creazione di categorie attraverso l’ulteriore passaggio di generalizzazione: le
caratteristiche degli oggetti confluiscono in uno schema operazionale in grado di riprodurre un singolo oggetto e di
riconoscerlo come facente parte di una categoria
Il concetto non è quindi un’idea figurativa, ma piuttosto una strategia che permette di ricostruire l’oggetto. Così, se non
sembra possibile pensare una casa se non riferendosi ad un’immagine specifica, è tuttavia possibile riconoscere una
struttura con porte, finestre e tetto come casa
Su questa base l’individuo costruisce l’intelaiatura essenziale della realtà: i concetti di oggetti, spazio, tempo,
cambiamento e moto che presuppongono la capacità di porsi come osservatore del proprio campo esperienziale
Presupposti teorici
Il Costruttivismo operatorio
Per dare ragione della capacità di apprendere, Piaget utilizza due caratteristiche
dell’evoluzione biologica trasponendole al più alto piano dello sviluppo psicologico
individuale:

Assimilazione: consiste nell’incorporare un oggetto, una sua caratteristica o un evento, in una struttura
cognitiva già acquisita. Questo implica che un individuo non possa assimilare ciò che non è compatibile
con le strutture che già possiede

Accomodamento: capacità di modificare la struttura cognitiva e/o il comportamento al fine di sanare un
disequilibrio, una perturbazione (apprendimento di nuovi elementi)
Per comprendere questo passaggio è utile ricordare che, secondo Piaget, lo stimolo percettivo è inserito all’interno di
un’attività dalla quale l’individuo si aspetta un risultato; tuttavia, se il risultato è differente, il disequilibrio che ne deriva
porta l’individuo a riconsiderare gli stimoli di partenza ed a prenderne in considerazione altre caratteristiche, il che può
condurre ad un inserimento in uno schema diverso o alla creazione di un nuovo schema
Presupposti teorici
Il Costruttivismo operatorio
In ogni caso lo sviluppo è sempre collegato al passato, a ciò che già esiste, e qualsiasi comportamento consiste in un
tentativo di adattamento, cioè della ricerca di un equilibrio sul piano logico concettuale
L’isomorfismo tra la struttura che viene percepita e quella che viene ri-presentata,
e che ne permette il riconoscimento, è anche alla base dell’apprendimento
linguistico attraverso il meccanismo di associazione
Quando ascoltiamo una parola le associamo istantaneamente: un significato
figurativo se derivato da un’esperienza sensomotoria, come il camminare
un significato operativo, se associato ad un’operazione mentale o ad una relazione
di qualche tipo, come il calcolare
Il significato linguistico è strettamente legato alla personale esperienza dell’oggetto
Nell’uso del linguaggio, il parlante presuppone che la sua ri-presentazione sia simile a quella degli altri utenti
linguistici. Si tratta effettivamente di una similitudine e non di un’identità, non potendo darsi per nessuno
un’esperienza identica.
Presupposti teorici
La scuola di Psicologia Storico-Sociale
In altro ambito ed in parziale contrapposizione al pensiero di Piaget e dei
cibernetici si sviluppa il pensiero di Vygotskij per il quale pensiero e
linguaggio sembrano svilupparsi in un percorso che va dall’esterno verso
l’interno del soggetto
Il gesto di “indicare”: il bambino tenta inizialmente di afferrare qualcosa, quando l’adulto gli viene in aiuto realizza che il
suo gesto è significativo per altre persone, di conseguenza il significato originario di quel movimento, non riuscito, per
afferrare, è stabilito da altri
Il movimento orientato all’oggetto diventa diretto ad un’altra persona, un mezzo per stabilire rapporti,
si trasforma nell’atto dell’indicare e diventa un vero gesto, semplificato anche dal punto di vista motorio
Successivamente il linguaggio primario sociale diventa uno strumento intellettivo con una funzione intrapersonale: il
bambino inizia ad usare la lingua rivolto a se stesso, per guidare il proprio comportamento nella soluzione di problemi
interni, ad esempio per rappresentare un oggetto o una persona, durante il gioco
Presupposti teorici
La scuola di Psicologia Storico-Sociale
Ogni funzione nello sviluppo del bambino si presenta quindi due volte: prima
a livello sociale e in seguito sul piano individuale, prima tra le persone e
poi interiorizzata, così pensiero e linguaggio si influenzano reciprocamente e
la lingua è insieme prodotto e strumento di pensiero
•
Il linguaggio interiore è individuale e silenzioso e permette lo sviluppo della consapevolezza metacognitiva e la costruzione del
significato semantico sulla base delle azioni che il bambino realizza, accompagnandole con il suo parlottare
•
Il significato resta così connotato dal complesso degli eventi psicologici ed emozionali che hanno costituito il contesto in cui si è
verificata l'azione
•
I significati devono essere negoziati attraverso un continuo e reciproco lavoro di interpretazione
•
"zona di sviluppo prossimale”: consiste in una varietà di processi attivati dal bambino quando, interagendo con i suoi pari o con gli
adulti all’interno del proprio ambiente, apprende l'uso di strategie che ancora non possiede, ma che interiorizza in attesa di farle proprie
Rappresenta la differenza tra l’effettiva capacità di risolvere una problema o una prova senza aiuto, e il livello di "sviluppo
potenziale" determinato dalla stessa capacità di eseguirli sotto la guida di un adulto o in collaborazione con coetanei più abili
Presupposti teorici
La scuola di Psicologia Storico-Sociale
 Nel gioco il bambino inizia ad acquisire, attraverso l’imitazione, motivazioni, abilità, atteggiamenti
necessari alla sua futura partecipazione sociale
 Nel gioco il bambino è sempre al di sopra della sua età media e del suo comportamento quotidiano
Vygotskij stesso sottolinea a questo proposito la distanza da Piaget, per il quale “lo sviluppo è
considerato precondizione dell’apprendimento, mai come il risultato di esso”
Piaget conferisce particolare rilievo a stadi di sviluppo universali, per quanto non legati a precise fasce
di età
L’attenzione di Vygotskji è
focalizzata sulle interazioni tra le
condizioni sociali in trasformazione
e il substrato biologico del
comportamento
Presupposti teorici
Il Costruttivismo della didattica
Imparare non significa apprendere la "vera" natura delle cose, possedere cioè una fotografica ed
oggettiva "rappresentazione" del mondo esterno
☞
Si tratta di operare una soggettiva costruzione di significato, a partire da una complessa rielaborazione interna
di sensazioni, conoscenze, credenze, emozioni che non hanno in sé ordine o struttura, sulle quali si orienta la
nostra attenzione
Secondo l’epistemologia costruttivista il sapere non esiste indipendentemente dal soggetto che
conosce
☞
Questo processo è allo stesso tempo permesso e condizionato dal linguaggio, culturalmente, socialmente e
storicamente contestualizzato
☞
Nell'incontro di un soggetto con il mondo non è possibile una distinzione netta tra osservatore e oggetto
osservato, poiché entrambi si definiscono come tali all’interno del rapporto di osservazione
Ciò significa che non osserviamo “cose”, ma definiamo proprietà e relazioni che sono costruite a
partire dalla nostra azione organizzante
Questa conoscenza serve per adattarsi all'ambiente; ne consegue che le cosiddette leggi di natura non vengono
scoperte bensì inventate e il concetto di verità come termine assoluto perde di significato
Presupposti teorici
Il Costruttivismo della didattica
Il criterio della verità viene sostituito dal criterio di adattamento funzionale e di viabilità secondo il
quale i concetti, costruiti a partire dalle regolarità che si incontrano nell’esperienza, hanno prima di
tutto una funzione predittiva, sono strumentali all’azione e vengono appunto definiti viabili quando
permettono di raggiungere uno scopo pratico
ll costruttivismo assume un approccio di
carattere pragmatico e non ontologico,
focalizzando l’attenzione sul processo di
costruzione dei significati e della loro
comunicazione
Presupposti teorici
Il Costruttivismo della didattica
Ma come è possibile la comunicazione se la conoscenza è costruzione individuale di significato?
In realtà il significato è allo stesso tempo individuale e sociale:

comprendiamo il mondo attraverso la costruzione di concetti e categorie che lo organizzano

in parte li adattiamo per renderli compatibili con quelli degli altri

in questa operazione veniamo guidati e contemporaneamente limitati dagli strumenti culturali che
abbiamo a disposizione
La conoscenza è individuale e situata, in questo senso non è possibile
condividere completamente il significato che si attribuisce ad
un concetto in quanto colorito dall’esperienza personale, ma
attraverso la comunicazione concordiamo con l’interlocutore
quali aree di significato di quel concetto sono compatibili con
l’esperienza comune
Presupposti teorici
Il Costruttivismo della didattica
Sono proprio queste aree di compatibilità che fanno nascere la convinzione che le parole si
riferiscano ad oggetti del mondo reale invece di essere astrazioni culturali
Nel linguaggio quotidiano è difficile rendersene conto,
ma appare evidente quando ci spostiamo sul piano del
pensiero complesso, dove siamo spesso costretti ad
esplicitare e ridefinire il senso dei termini che stiamo
utilizzando
Non conosciamo mai completamente le altre persone: ne costruiamo modelli interpretativi che restano
probabilistiche previsioni di comportamenti
L’approccio bio-psico-sociale e la
scuola come determinante della salute
La crescita deve considerarsi come un fatto di natura:
BIOLOGICA
PSICOLOGICA
SOCIALE
crescita fisica
sviluppo della personalità
rapporto con la società
Una questione epistemologica
storico-filosofica
Visione biomedica meccanica vs visione biopsicosociale sistemica
Storia della Scienza
Storia della Filosofia
Empirismo - Oggetto
Integrazione
Idealismo - Soggetto
Nessi Causa Effetto
Soggetto –
Nessi Soggettivi
Osservatore Indipendente
Oggetto
Osservatore Dipendente
Determinismo
Corpo-Mente
Libertà
Corpo - Materia
Probabilismo
Mente - Spirito
L’approccio bio-psico-sociale e la
scuola come determinante della salute
BIO
PSICO
SOCIALE
Cellule
Emozioni
Nazioni
Organi
Sentimenti
Società
Tessuti
Fantasie
Economia
Geni
Famiglia
Cultura
Dna
Conflitti
Comunità
L’approccio bio-psico-sociale e la
scuola come determinante della salute
Biomedico
BioPsicoSociale
Salute = assenza di malattia
Salute = benessere organico,
psicologico e sociale, qualità di vita
Malattia = alterazioni o
disfunzioni organiche
Malattia = qualità di vità compromessa
per fattori organici, psicologici o sociali
Diagnosi = sintomi manifesti
ed esami di laboratorio
Diagnosi = indagini organiche,
colloquio psicologico, situazione sociale
Trattamento = intervento
farmacologico, chirurgico,
elettromagnetico
Trattamento = intervento
farmacologico, chirurgico,
elettromagnetico, psicologico, sociale
L’approccio bio-psico-sociale e la
scuola come determinante della salute
L’approccio bio-psico-sociale e la
scuola come determinante della salute
Fattori bio-psico-sociali
Bio
Corpo del bambino
Stato di salute
Incidenti
Contagio
Psico
Psiche del bambino
Stato di integrazione
Traumi
Clima di classe
Sociale
Status economico
Grado di istruzione
Cultura di origine
Territorio
La Scuola
Biopsicosociale
4. Stilano un
percorso di
inserimento educativo
1. Rilevano in
entrata i fattori
BioPsicoSociali
del bambino
(colloquio
strutturato)
3. Valutano la
relazione tra
fattori
BioPsicoSociali
2. Evidenziano
punti di forza e
di debolezza tra
i fattori
BioPsicoSociali
L’approccio bio-psico-sociale
Un sistema complesso
Un’implicazione importante del
modello
bio-psico-sociale
è
l’esplicito riferimento al concetto
di sistema, inteso come un’entità
dinamica in cui le componenti
sono in continua e reciproca
interazione, in modo da formare
una unità o un tutto organico.
L’approccio bio-psico-sociale
Un sistema complesso
L’approccio bio-psico-sociale
Un sistema complesso
Vulnerabilità
biologica
Parenting
Fattori
sociali e
culturali
L’approccio bio-psico-sociale
Perché a scuola?
Educatori e insegnanti possiedono un punto di vista privilegiato perché
hanno la possibilità di osservare i bambini durante i momenti più
importanti della loro giornata (il pasto, il gioco, l’esercizio), ma anche la
relazione con i pari e con i genitori.
L’approccio bio-psico-sociale
Perché a scuola?
GENITORI
BAMBINI
EDUCATRICI
INSEGNANTI
L’approccio bio-psico-sociale
L’importanza dell’osservazione
L’osservazione è una forma di rilevazione finalizzata all’esplorazione, alla
conoscenza di un determinato fenomeno.
“OSSERVARE” = OB (verso) SERVARE (custodire, preservare, curare).
L’approccio bio-psico-sociale
L’importanza dell’osservazione
La maestra o l’educatrice, grazie all’osservazione attenta, identifica, giorno
dopo giorno, gli elementi caratteristici delle individualità dei propri alunni.
Spesso rilevano dei segnali particolari nel comportamento del bambino, che
costituiscono una sorta di “campanello d’allarme” che il bambino può
inviare; stati di malattia o forme di disagio possono essere chiaramente lette
in ciò che il bambino realizza ogni giorno a scuola e nei processi di relazione
con gli altri.
L’approccio bio-psico-sociale
Perché a scuola?
L'ambito nel quale gli psicologi della salute operano maggiormente è la scuola,
considerata un contesto privilegiato nel quale l'utenza è composta da soggetti in
età evolutiva su cui è possibile intervenire con maggiore efficacia facendo
prevenzione.
La classe è…
Un gruppo (e non un insieme di individui) che ha obiettivi comuni e si organizza, cooperando,
per raggiungerli; ciò produce interazioni e influenze reciproche sul piano funzionale e
relazionale/affettivo, che creano apprendimenti, appartenenze, regole e valori
Un gruppo sociale in quanto è portatore delle istanze, dei valori, delle finalità, delle
aspettative di un determinato contesto sociale
Un sistema che vive e interagisce con altri sistemi, che evolve nel tempo maturando una
propria storia che è unica
Un luogo dove si sviluppano una serie di processi che interagiscono fra loro in un sistema di
processi
La didattica laboratoriale
Insegnamento/Apprendimento
“L’apprendimento è, tra l’altro, un processo interattivo in cui le persone imparano
l’una dall’altra, e non solo attraverso il narrare e il mostrare; è nella natura delle
culture umane formare comunità in cui l’apprendimento è frutto di uno scambio
reciproco.” Bruner, 1997
Co-costruzione di saperi che avviene anche quando c’è opposizione e divergenza, la contrapposizione
costringe ad argomentare e giustificare il proprio punto di vista (accountability: necessità sociale di
dare conto di ciò che si afferma)
L’attività collaborativa è coerente con il modello che vede l’apprendimento come un processo che
comporta una modificazione relativamente stabile del modo di pensare, agire, e sentire
Di conseguenza l’aspetto affettivo/relazionale/emotivo diventa importante quanto quello cognitivo
Le relazioni fra compagni e con gli insegnanti sono fondamentali per suscitare e mantenere la
motivazione ad apprendere
La didattica laboratoriale
Insegnamento/Apprendimento
Un metodo di insegnamento/apprendimento
a mediazione sociale
si differenzia dai tradizionali metodi a mediazione dell’insegnante
individuale
come risultato di un processo di gruppo
La didattica laboratoriale
Insegnamento/Apprendimento
Alunni che apprendono
per mezzo di altri, dagli altri, con gli altri
Motivazione
Esperienze =
del gruppo
Tecniche di
Cooperazione
Collaborazione
Capacità di
interazione
La didattica laboratoriale
Il gruppo classe
Da tradizionale
Condivisione di:
• obiettivi e percorso
• compiti: chiari e gestibili
• regole e metodi
• ruoli precisi
• valutazione del prodotto e del processo del singolo e del gruppo
Pianificare fasi (prevedere la possibilità di modifica)
Setting
Documentazione e monitoraggio
La didattica laboratoriale
Focus sulla comunicazione
…Cum - munus
ricchezza comune da mettere in circolazione
…Cum - mœnia
costruzione di barriere a difesa del ‘proprio’ patrimonio
…Cum - humus
terreno di coltura/cultura, luogo di generazione e crescita delle idee
I processi comunicativi sono il risultato …
dell’intrecciarsi di attività
(verbali, non verbali, paraverbali, prossemiche)
svolte da due o più soggetti
che costruiscono insieme il senso delle proprie azioni
La didattica laboratoriale
Focus sulla comunicazione
Le conseguenze …
La comunicazione
non più come transfert di informazioni
bensì come
costruzione di significati condivisi
attraverso la
partecipazione congiunta a un processo sociale
La didattica laboratoriale
Il setting
“spazio simbolico dei comportamenti attesi”
Una buona organizzazione spaziale aiuta lo studente a focalizzare l’attenzione, determina la qualità
dell’atmosfera dell’apprendimento,
agevola le relazioni e il funzionamento del gruppo
•
I membri di un gruppo di apprendimento dovrebbero sedere “faccia a
faccia e ginocchio a ginocchio”
•
I gruppi devono essere abbastanza distanziati in maniera da non
interferire tra loro e da consentire all’insegnante di raggiungere e
quindi monitorare agevolmente tutti i gruppi
•
Le aree destinate a ciascuna attività devono essere definite e i
materiali comuni accessibili
•
Devono essere previsti schemi di movimento per spostarsi rapidamente
tra: gruppo/gruppo - gruppo/materiali - insegnante/gruppi
La didattica laboratoriale
Costruire interdipendenza
“nessuno può riuscire se non con il
successo dell’intero gruppo”
Obiettivi
Premi
mete comuni da conseguire
festeggiamento del
successo
Identità
Compito
sequenza di
fasi interconnesse
Ruoli
responsabilità
complementari per svolgere
il compito
Fantasia
immedesimazione in
situazione di pericolo che richiede la
cooperazione per sopravvivere
nome, motto, contrassegno
identificativo del gruppo
Ambiente
identificazione del luogo di
lavoro
Avversario
spostamento
della competitività verso l’esterno
(altri gruppi)
La didattica laboratoriale
Le social skills
•
Saper chiedere e dare informazioni
•
Saper facilitare la comunicazione
•
Saper ascoltare, comprendere e riassumere
•
Saper allentare le tensioni
•
Saper stimolare la discussione aprendo nuove
•
Saper osservare il processo
prospettive e soluzioni
•
Saper risolvere problemi interpersonali
•
Saper incoraggiare e dare aiuto
Per svilupparle
Formalizzare i comportamenti più efficaci, riconoscendoli e approvandoli in itinere
•
Simulare
•
Definire
•
Usare giochi di ruolo
•
Osservare
•
Rinforzare
•
Processare, praticare specifiche competenze sociali
Cooperazione attraverso
strutture premianti
Individuali
Prestazioni
di gruppo
Prestazioni
di classe
Vanno utilizzate e valorizzate di volta in volta, a seconda del compito
La didattica laboratoriale
Il ruolo del docente
Prima della lezione
• progetta in modo puntuale l’articolazione della formazione,
• prepara i materiali e le indicazioni di lavoro,
• predispone griglie di ossservazione e di valutazione delle relazioni e degli
apprendimenti
La didattica laboratoriale
Il ruolo del docente
Durante la lezione
L’insegnante ha la
regia:
Spiega ( ... e discute con la classe)
obiettivi
compito
procedure
motiva, crea aspettativa
verifica che gli studenti abbiano capito
Azione!
consegna il foglio di lavoro ai gruppi
spiega i criteri di valutazione
struttura l’interdipendenza positiva
è consulente: fornisce supporto anziché dare la soluzione
fa il monitoraggio dell’interazione tra i gruppi del percorso
di apprendimento
La didattica laboratoriale
Il ruolo del docente
Dopo la lezione
con uso di procedure cooperative
Raccoglie dati
sui processi attivati dal
gruppo
•imparare a definire e
organizzare i processi di
lavoro
•definire la qualità
sulla preparazione
raggiunta dagli
studenti
•Feedback sui dati raccolti
•riflessione/discussione su lavoro
svolto
•obiettivi di miglioramento
La didattica laboratoriale
Sulla valutazione…
 Deve essere coerente con la metodologia usata, non può essere solo individuale
 Occorre fare attenzione a non svilire le individualità, appiattendo la valutazione sull’esito complessivo del gruppo
 E’ quindi utile prevedere una doppia valutazione, una individuale e una di gruppo, applicandola, possibilmente, in
diverse fasi del lavoro e a diverse competenze
 Un buon equilibrio potrebbe essere 30% collettivo e 70% individuale, dove la parte collettiva potrebbe anche risultare
dalla media dei voti di tutti i membri
 Volendo, si potrebbe inserire un “bonus” per la capacità di relazionarsi positivamente; tale capacità può essere
monitorata con apposite griglie e va posta come elemento di discussione costante nel gruppo
 In ogni caso, l’interdipendenza fra il voto personale con quello del gruppo mantiene la coesione e stimola la
collaborazione reciproca, senza svilire le differenze individuali