Martin Heidegger Filosofia e cibernetica, 1988, Edizioni ETS, pp. 31-33 Dalla conferenza “Des Ende des Denkens in der Gestalt del Philosophie” (La fine del pensiero nella forma della filosofia) - Amriswill, 30 ottobre 1965 “La filosofia si dissolve in scienze autonome: la logistica, la semantica, la psicologia, la sociologia, l’antropologia culturale, la politologia, la poetologia, la tecnologia. La filosofia nel suo dissolversi viene rimpiazzata da un nuovo tipo di unificazione fra queste scienze nuove e tutte già esistenti. [...] La nuova scienza che unifica, in un senso nuovo di unità, tutte le varie scienze si chiama cibernetica*. Essa ... è ancora agli inizi. Ma il suo dominio è garantito, dal momento che essa stessa è a sua volta controllata da un potere che imprime il carattere di pianificazione e di controllo non solamente sulle scienze, ma su ogni attività umana. [...] per mezzo delle rappresentazioni che guidano la cibernetica – informazione, controllo**, richiamo – vengono modificati in un modo, oserei dire, inquietante quei concetti chiave – come principio e conseguenza, causa ed effetto – che hanno dominato finora le scienze. La cibernetica, pertanto, non si può definire una scienza fondamentale. L’unità delle sfere tematiche del sapere non è più l’unità del fondamento. Si tratta invece di un’unità rigorosamente tecnica. La cibernetica è predisposta ad approntare e procurare la visuale sui processi comunemente controllabili. [...] La verità scientifica viene posta come equivalente all’efficacia ...Ai [modelli concettuali] viene concessa solamente una funzione tecnico-cibernetica, negando loro ogni contenuto ontologico. La filosofia diventa superflua. [...] il concetto di informazione, è per giunta sufficientemente vasto da poter un giorno assoggettare alle pretese della cibernetica anche le scienze storiche dello spirito [...] [la cibernetica] considera in via preliminare l’uomo come un «fattore di disturbo» [un “rumore” in termini cibernetici] nel calcolo cibernetico. [...] nasce l’idea di determinare la libertà dell’uomo come qualcosa di pianificato, cioè di controllabile. Giacché, anche per la società industriale, solamente la cibernetica sembra concedere all’uomo la possibilità di abitare in quel mondo tecnico che s’impone in modo sempre più deciso” * κυβερνητης (timoniere, regolatore, governare). La radice kyber, sta per timone ed è analoga al latino guber, da cui gubernator. E vedi anche da Wikipedia > Cibernetica ** M. Heidegger, Filosofia e cibernetica, 1988, Edizioni ETS, pp. 31-33. Il curatore del testo sottolinea di aver tradotto con «controllo» il tedesco steuerung che indica originariamente, come il termine «cibernetica», il governo del timone e quindi ha anche il senso dell’attiva guida di determinati processi, un senso da Heidegger più volte messo in luce.