Gioachino Rossini Stabat Mater La vita Rossini nacque nel 1792 a Pesaro. Si affermò giovanissimo come autore di melodrammi nei maggiori teatri italiani ed europei. Nel 1822 conobbe il mezzosoprano Isabella Colbran, che diventò sua moglie. Chiuse la carriera musicale a soli 37 anni, trasferendosi definitivamente in Francia. Dopo la morte della moglie si risposò con Olympe Péllissier. Dopo una grave malattia, morì nel1868 a Passy nella sua tenuta di campagna. Nel 1887 le sue spoglie furono collocate nella chiesa di Santa Croce a Firenze. Compose numerose opere teatrali tra cui Il barbiere di Siviglia, la Semiramide, il Guglielmo Tell e Il viaggio a Reims. Nella sua produzione figurano anche numerosi lavori sacri tra i quali lo Stabat Mater. Rossini, che dedicò tutta la sua vita al melodramma, era solito affermare infatti che un compositore non valeva nulla se non era in grado di scrivere una messa. La sequenza La sequenza ebbe origine dal canto gregoriano medievale. Nell’Alleluja l’ultima sillaba prevedeva un lungo vocalizzo, cioè tantissime note che erano difficili da ricordare. Si pensò quindi di inserire un nuovo testo su queste note e nacque così la sequenza. Ma la fioritura delle sequenze fu talmente abbondante che il Conciliò di Trento ne limitò il numero a quattro: Victimae paschali laudes, Veni Sancte Spiritus, Lauda Sion, Dies irae. Nel 1727 venne aggiunto anche lo Stabat Mater di Jacopone da Todi. Stabat Mater Lo Stabat Mater è una sequenza per voci soliste (soprano, mezzosoprano, tenore e basso), coro e orchestra. Il testo, attribuito a Jacopone da Todi (1233-1306), diventò subito popolare perché accompagnava la processione del Venerdì Santo. Maria addolorata, madre di Gesù, è ai piedi della croce (Stabat Mater = “Stava la madre”) e assiste al martirio del figlio. Lo Stabat Mater di Rossini nacque per le insistenze di un vescovo spagnolo, M.F. Varela, che voleva possedere a tutti i costi un manoscritto di Rossini. Rossini iniziò a comporre, ma si interruppe a causa di una malattia o per un periodo di crisi che stava attraversando. Affidò così la stesura al suo amico G. Tadolini e la regalò al vescovo con il divieto di pubblicazione. Alla morte del vescovo, un editore francese ritrovò la sequenza e chiese il consenso di pubblicazione a Rossini. A quel punto il compositore la revisionò di suo pugno e la fece pubblicare. La sequenza di Jacopone, amatissima dai fedeli, venne musicata da molti compositori come Scarlatti, Vivaldi, Pergolesi e Rossini. Lo Stabat Mater di Rossini risente dell’influenza dello stile operistico del compositore, tanto che una delle critiche verso questo lavoro fu appunto quello di eccessiva teatralità. È diviso in dieci movimenti in cui compaiono arie solistiche, parti corali, duetti ecc. Ci sono anche esempi di musica a cappella (movimento n. 9, quartetto di voci soliste) e fugati, che dimostrano l’abilità di Rossini anche nel contrappunto. Rispetto a quella medievale, la sequenza ottocentesca occupava lo spazio di un intero concerto. Inflammatus et accensus aria per soprano, coro e orchestra Inflammatus et accensus Per te, virgo, sim defensus In die judicii. Fac me cruce custodiri Morte Christi praemuniri Confoveri gratia Infiammato e pieno di fervore, sia io difeso da te, o Vergine, nel giorno del giudizio. Fa’ che la Croce mi protegga, che la morte di Cristo mi salvi, che io sia ristorato dalla grazia divina.