La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici intervento della prof. Lucilla Zilletti all'incontro sul tema: "La ricerca nella medicina: problematiche, prospettive, limiti" del 25 gennaio 2008 - Palazzo Incontri “Sala Verde”, Cassa di Risparmio di Firenze, via de' Pucci, 1 - Firenze Per definizione (Devoto-Oli) sperimentazione è: “Operazione diretta a sottoporre un prodotto, un’attività, un metodo ad una serie di prove e di verifiche”. Nella ricerca biomedica, prodotto può essere un farmaco, un dispositivo medico-chirurgico, un metodo diagnostico o altro, ad esempio un’ipotesi da verificare. In Medicina clinica, la sperimentazione ha scopi di approfondimentoconoscitivo sulla eziologia e patogenesi delle malattie e scopi preventivi, diagnostici o terapeutici. La rapida progressione delle conoscenze in biomedicina ha portato ad un notevole continuo sviluppo di nuovi farmaci,innovativi rispetto a quelli preesistenti, da valutare nell’uomo prima che possano entrare nell’uso terapeutico generalizzato Farmaco , definizione di OMS: “Sostanza o associazione di sostanze che introdotta nell’organismo possono alterarne una o più funzioni”; definizione della Direttiva 2004/27/CE: “Sostanza o associazione di sostanze presentate come aventi proprietà curative o profilattiche delle malattie umane” oppure “Ogni sostanza o associazione di sostanze che possa essere utilizzata nell’uomo o somministrata nell’uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un’azione farmacologica,immunologica o metabolica”. La ricerca clinica sui farmaci occupa ai nostri giorni buona parte della ricerca clinica. Il fatto che l’uomo sia allo stesso tempo soggetto partecipante alla ricerca e scopo della ricerca medesima, implica numerose problematiche di ordine scientifico, giuridico ed etico. Altre sperimentazioni che si ripercuotono sulla clinica non coinvolgono direttamente l’uomo,ma sono eseguite su materiale biologico umano prelevato da pazienti che sono quindi,in tal caso, soltanto donatori. L’esecuzione della sperimentazione avviene secondo una normativa da seguire sia si tratti di ricerca di approfondimento sia si tratti di farmaci o dispositivi medico chirurgici o di materiale biologico umano (Biobanche). I principi informatori della sperimentazione clinica risalgono al Codice di Norimberga (1946-1947) ed alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, sempre dello stesso periodo. 1/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici Fu per la prima volta sancita l’ ammissibilità della sperimentazione clinica, purché condotta nel rispetto dei diritti dell’uomo. Al 1964 risale il primo documento ufficiale internazionale, la Dichiarazione di Helsinki della Associazione Medica Mondiale. Il documento, aggiornato periodicamente (circa ogni due anni), stabilì i principi etici e scientifici , su cui ancora oggi si basa la sperimentazione clinica. Questi principi sono riportati nella normative vigente negli stati dell’Unione Europea. In realtà, il primo documento è del 1938 negli USA, quando fu emendato il Food and Drug Act del 1906, per il controllo della sicurezza (studi di tossicità) dei farmaci. Ciò dopo un evento drammatico in cui erano deceduti 105 bambini, dopo aver assunto uno sciroppo a base di sulfanilamide, contenente un solvente (dietilenglicol) tossico per l’uomo. Nel 1997 gli stati della Unione Europea hanno sottoscritto,nel Consiglio d’Europa, la Convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo e la Biomedicina. La normativa attuale in Italia è basata su Decreti che recepiscono le direttive dell’Unione Europea, dei quali vi parlerà il Prof. Cioni. Indispensabilità della ricerca sull’uomo Da qui in avanti mi riferirò alla sperimentazione clinica dei farmaci, perché una tra le più diffuse. Occorre, tuttavia, sottolineare che i principi scientifici ed etici sono comuni a tutti i tipi di sperimentazione nell’uomo o sperimentazione clinica. Il progresso della ricerca in genere e di quella biomedica in particolare, ha portato anche nella sperimentazione clinica all’applicazione del metodo scientifico,in accordo anche al concetto ormai diffuso di medicina basata su prove (Evidence Based Medicine). La sperimentazione clinica ha permesso che gli straordinari progressi della ricerca biologica fossero applicati all’uomo. Non è nota ad oggi alcuna metodologia estranea all’uomo (inteso come genotipo e fenotipo, cioè individuo con caratteri genetici o ereditari e influenze ambientali) trasferibile all’uomo. Infatti l’unicità di ogni individuo (con l’eccezione dei gemelli monocoriali) e la complessità del suo organismo per le mirabili interazioni tra infinite molecole e sistemi, rendono impossibile alcuna trasferibilità all’uomo di risultati di sperimentazioni condotte al di fuori dell’uomo. In tal modo la sperimentazione clinica come ricerca sull’uomo è indispensabile ed assume anche un elevato significato sociale. 2/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici Finalità della ricerca La sperimentazione clinica di un dato farmaco è lo stadio finale di tutto il processo di ricerca su quel farmaco. Esso inizia con la progettazione della molecola, prosegue con lo studio della sua chimica e successivamente con le sperimentazioni in vitro ed in vivo negli animali da esperimento per valutarne le azioni farmacologiche (farmacodinamia), la tossicità a breve e a lungo termine, l’eventuale genotossicità, la potenzialità cancerogena e teratogena (fase preclinica della sperimentazione). La sperimentazione clinica verifica nell’uomo la tollerabilità, la farmacodinamia e gli effetti terapeutici del nuovo farmaco. L’intero iter della ricerca è quindi notevolmente complesso e costoso e richiede ricercatori e tecnici specializzati, nonché un’organizzazione ottimale dei laboratori in cui si svolge. Ciò comporta un impiego di notevoli capitali per un lungo periodo,in pratica difficilmente disponibili se non da parte di industrie altamente specializzate. Le finalità della sperimentazione clinica dei farmaci,quindi, sono: a) Ottenimento di farmaci nuovi, capaci di migliorare le procedure terapeutiche esistenti; b) Studio di nuove indicazioni, per farmaci già in uso terapeutico, derivate da osservazioni cliniche. I risultati positivi di una ricerca clinica su un farmaco, sono elementi fondamentali per l’acquisizione dell’ autorizzazione governativa all’immissione in commercio e quindi per l’utilizzazione terapeutica generalizzata. Principi etici Affermata la indispensabilità della sperimentazione clinica,è da considerare se sono etiche le modalità della sua conduzione. La Dichiarazione di Helsinki,base della normativa attuale, afferma che: - E’ dovere dei medici promuovere e salvaguardare la salute delle persone e l’interesse scientifico non deve prevalere su questo principio; - Ogni studio clinico deve avere validità scientifica. Essa è conditio sine qua non dell’eticità dello studio. Uno studio clinico scientificamente non valido , non è etico,perché si fanno correre ai pazienti eventuali rischi senza il controvalore di un 3/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici eventuale beneficio. Oltre alla validità scientifica la stessa dichiarazione di Helsinki esige altre caratteristiche della ricerca. L’Art.11 al punto 6 riporta: “Lo scopo primario della ricerca medica coinvolgente soggetti umani è di migliorare le procedure profilattiche,diagnostiche e terapeutiche e la comprensione dell’eziologia e patogenesi delle malattie”. Quindi non solo scientificità ma anche innovatività: il concetto fondamentale infatti è quello di migliorare l’esistente; in altre parole si deve promuove il progresso terapeutico e non l’aumento del numero dei farmaci. Protocollo di studio Il protocollo di studio è un documento fondamentale per la conduzione di una sperimentazione clinica. In esso sono riportati, in dettaglio, tutti i vari aspetti dello studio e le modalità di esecuzione. Per essere scientificamente valido il protocollo deve rispondere a determinati requisiti e precisamente deve riportare con chiarezza le ipotesi da verificare,i criteri per la selezione dei pazienti in modo che ne risulti,per quanto possibile,un gruppo omogeneo, definire un gruppo di controllo adeguato,stabilire gli end-points (indici) più significativi degli effetti terapeutici del farmaco , trasformare i dati in logiche conclusioni. Tutela dei soggetti partecipanti alla sperimentazione I soggetti che prendono parte ad una sperimentazione non devono correre rischi,almeno prevedibili, per la propria salute,sia si tratti di soggetti sani sia di pazienti. Il protocollo di sperimentazione deve perciò riportare : 1. Un’attenta valutazione del rapporto rischio/benefici,che non deve essere sbilanciato a favore del rischio . Ciò è un’evenienza possibile nei volontari sani che partecipano ad uno studio nella fase iniziale per la determinazione della tollerabilità di un farmaco,in cui l’eventuale rischio non è compensato da vantaggi; 2. Non pregiudizio per l’integrità fisica del paziente (non devono essere condotti test invasivi non indispensabili per lo scopo terapeutico o diagnostico dello studio); 3. Riservatezza sui dati personali e clinici ,nel rispetto della normativa sulla privacy e accettazione e firma da parte dei partecipanti dello specifico modulo di consenso d’informazioni sulla sperimentazione e modulo di consenso,affinché il paziente possa esercitare il diritto all’informazione e il diritto all’autodeterminazione per la partecipazione allo studio; e il corretto 4/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici uso del placebo; ricordare che la normativa europea è più restrittiva di quella vigente negli USA, dove la FDA esige sempre un gruppo di controllo con placebo. D’altra parte la Dichiarazione di Helsinki aggiornata nel 2004 ribadisce che il placebo può essere usato in assenza di una terapia valida o in condizioni di patologie minori se ciò non comporta nocumento per il paziente. Placebo è una preparazione in tutto simile a un medicamento,priva di principio attivo. Esso esercita quindi,in soggetti che lo ritengono un farmaco, solo effetti psico-affettivi. Particolare riguardo è dovuto alle categorie di soggetti vulnerabili (minori,psicopatici etc.) che non sono in grado legalmente o fisicamente di dare il proprio consenso. La tutela dei partecipanti alla sperimentazione clinica è attuata anche attraverso una polizza assicurativa con copertura congrua per la tipologia dello studio. Speciali tests di biologia molecolare o tests genetici Possono essere utilizzati soltanto a scopo di ricerca ben mirata e non in studi con lo scopo di acquisire campioni di materiale umano per ricerche non ancora progettate. Ciò compromette l’eticità dello studio perché si carpisce la disponibilità dei soggetti per finalità estranee allo studio stesso. Ad ogni buon conto l’esecuzione di test genetici pertinenti allo studio richiedono approvazione del paziente con firma di uno specifico modulo di informazione e consenso . Importanza dei metodi statistici Le sperimentazioni cliniche sono studi di popolazioni di individui; da ciò deriva l’importanza dei metodi statistici. Essi infatti sono fondamentali non solo per la corretta elaborazione del progetto di ricerca ma anche per la giusta valutazione dei risultati. E’ importante una corretta valutazione del numero dei soggetti da arruolare o dimensione o numerosità del campione, perché se stimata in meno può non far raggiungere lo scopo dello studio, se stimata in più fa reclutare più individui di quanto sia necessario, configurandosi così una inutile partecipazione di un certo numero di soggetti. Interruzione della sperimentazione 5/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici E’ necessario interrompere la sperimentazione quando si verificano eventi tossici di una certa gravità, ma anche quando si raggiungono risultati positivi prima della fine della durata del trattamento,secondo il protocollo. Ciò richiederebbe sempre una valutazione in itinere dei risultati negli studi in doppio cieco con placebo. Non è infatti etico trattare i soggetti del gruppo di controllo con placeb o, essendo dimostrato attivo il farmaco in studio . Il diritto del paziente alle cure viene leso ogni volta che non le viene somministrato un trattamento efficace. Ripercussioni sanitarie e sociali dei risultati delle sperimentazioni cliniche E’ noto che i risultati delle sperimentazioni cliniche,se pubblicati su riviste con referees internazionali,oltre ad essere per molti medici uno dei più validi e rapidi mezzi di aggiornamento professionale,sono la base per molte prescrizioni terapeutiche. Ciò comporta evidenti implicazioni etiche per gli autori e gli editori. In primo luogo devono essere garantite accuratezza e completezza dei risultati anche quelli negativi,devono essere dichiaratela provenienza delle risorse,l’affiliazione istituzionale e ogni altra informazione relativa ad eventuali conflitti di interesse . Questa la presa di posizione nel 2001 dei direttori dei più accreditati giornali internazionali di ricerca clinica sulla base dei dettami dell’Art.27 della Dichiarazione di Helsinki.Questi editori rivendicano agli autori l’autonomia della ricerca da eventuali condizionamenti dei promotori e la loro responsabilità della conduzione dello studio, dell’elaborazione dei risultati e della pubblicazione. Le pubblicazioni sugli studi clinici diventano riferimento e guida per i medici della medicina pubblica e privata con vaste ripercussioni a livello sociale e sanitario. E’ incontestabile che un farmaco,un metodo diagnostico o un dispositivo medico –chirurgico nuovi,possono rivoluzionare o quantomeno migliorare la terapia o facilitare la diagnosi. In questo contesto il medico svolge un ruolo importante e delicato,quello cioè di valutare nella realtà quotidiana nuovi farmaci( o nuove metodologie diagnostiche). Ciò trova conferma nel fatto che una parte di nuove indicazioni e circa una metà degli eventi avversi dei farmaci, non sono evidenziati durante la sperimentazione clinica ma solo successivamente nella pratica medica. Ancora più critico è quanto avviene per gli eventi avversi rari ma gravi,che si evidenziano soltanto dopo che sono stati trattati molti pazienti .Ne è un esempio l’agranulocitosi irreversibile da fenilbutazone, ritirato dal commercio negli anni ’70. Il problema dell’autonomia della ricerca e del conflitto di interessi E’indubbio che la cooperazione tra industria farmaceutica e istituzioni accademiche o di sanità pubblica, ha dato notevoli frutti per l’innovazione terapeutica ed ha favorito l’accesso dei 6/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici pazienti ai progressi della medicina. Tuttavia i rapporti tra industria farmaceutica e ricercatori istituzionali devono essere improntati alla massima trasparenza, per fare in modo che la ricerca mantenga la propria autonomia e credibilità. Nel mondo anglosassone e in particolare negli Stati Uniti,dove la ricerca progredisce molto rapidamente e la cooperazione tra le due parti è molto frequente, il problema del conflitto di interessi è stato frequentemente dibattuto su importanti giornali di ricerca .Nel 2003 un intero numero del British Medical Journal è stato dedicato a questo argomento. Conflitti di interesse sono considerate le situazioni in cui il giudizio professionale relativo al benessere del paziente o all’integrità della ricerca può essere compromesso da un profitto pecuniario dell’istituzione,dei ricercatori o di alti funzionari etc. In Italia nel 2001 è stato fondato il Coordinamento per l’integrità della Ricerca Biomedica o CIRB. Esso ha svolto due riunioni presso l’Istituto Superiore di Sanità e sono state avviate a vari livelli indagini per capire lo stato di presa di coscienza di ricercatori, di società scientifiche,di giornalisti scientifici ,di responsabili di aziende ospedaliere, etc. I risultati non sono ritenuti del tutto confortanti perché a fronte della tendenza a prendere coscienza del conflitto di interessi,è stata osservata una scarsa sensibilità nei confronti di potenziali condizioni personali di conflitto di interessi. Viene in mente,come riportato da un commentatore sull’argomento,quanto scriveva Le Rochefoucauld :“Le virtù si perdono nell’interesse come i fiumi nel mare.” Marco Bobbio, cardiologo alle Molinette di Torino, ha affrontato il problema complessivo del conflitto di interessi nella sanità, nelle sue numerose sfaccettature, con lucidità e competenza, in un libro dal titolo quanto mai significativo “Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza “ (Einaudi 2004). Un segnale positivo su questo problema è la posizione presa dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri con la diffusione ,insieme al nuovo Codice di Deontologia Medica (16 Dicembre 2006 ) e al testo del giuramento professionale,della Linea Guida inerente l’applicazione dell’Art.30 del Codice medesimo,con norme specifiche riguardanti la ricerca scientifica, l’aggiornamento professionale e la prescrizione dei farmaci. Per la sperimentazione clinica il problema appare molto delicato, perché le situazioni non sono quasi mai palesi ; la ricerca clinica sui farmaci è prevalentemente (circa l’80 %) promossa dall’industria farmaceutica, che come ogni impresa commerciale,ha come obiettivo anche il profitto. Iniziative del Ministero della Salute,positive in tal senso sono l’istituzione dell’“Osservatorio delle sperimentazioni cliniche in corso” e la promozione e finanziamento,sempre da parte dello stesso ministero, di ricerche indipendenti. I Comitati Etici I Comitati Etici sono organismi presenti nelle strutture in cui si svolge la ricerca clinica. Essi 7/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici sono indipendenti dalla struttura medesima ed hanno la funzione di esaminare le proposte di sperimentazioni cliniche, di tutelare i diritti dei pazienti e di darne pubblica garanzia. La loro composizione deve essere tale da poter dare giudizi sui differenti aspetti dei protocolli di ricerca (scientifici, etici e giuridici).La loro funzione comprende anche la valutazione degli eventi avversi che possono verificarsi e delle modifiche al protocollo richieste in corso d’opera. Il loro compito è delicato, difficile e gravoso, spesso non sostenuto, per gli aspetti organizzativi e logistici, dalle Aziende Ospedaliere e/o universitarie in cui operano. Conclusioni Quanto sopra brevemente riportato indica che,al di là del progresso della medicina vantaggioso per l’uomo,molti valori sono in gioco nelle sperimentazioni cliniche: 1. Il rapporto medico-paziente, che non deve essere viziato da atteggiamenti paternalisti-ci atti a forzare la volontà del paziente; 2. Il rispetto dei diritti del paziente sanciti dalla Costituzione e dal Codice Deontologico: diritt o all’informazione,diritto alla salute e alle cure,diritto alla libera autodeterminazione, diritto a uscire dalla sperimentazione in qualsiasi momento e senza motivazione; 3. L’autonomia e l’integrità della ricerca; 4. La pubblicazione integrale dei risultati delle ricerche ; 5. Il ruolo sociale della ricerca clinica. BIBLIOGRAFIA WORLD MEDICAL ASSOCIATION DECLARATION OF HELSINKI (1964) Ethical Principles for Medical Research Involving Human Subjects (Emendamenti 1975, 1983,1989,1996,2000,2002,2004) Convenzione di Oviedo (Consiglio d’Europa 1997). Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano riguardo alle applicazioni della biologia e della Medicina.Oviedo,4 Aprile 1997. Devoto G.,Oli G.C.,Dizionario della Lingua Italiana,(2000),Le Monnier Firenze. “Sponsorship,Authorship and Accountability “- Editorial – NE Journ.Med.,(2001),345:825-827. Bobbio M.,”Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza”,(2004),Einaudi. 8/9 La sperimentazione clinica: principi scientifici ed etici Zilletti L.,La giustificazione etica della ricerca sui farmaci, (2004),Professione,2:19-20. Zilletti L.,Requisiti etici di uno studio sperimentale, (2004),Professione,2:21-24. Zilletti L.,Etica della metodologia di ricerca,(2004), Professione,2:24-26. Zilletti L.,Principi e valori in gioco nella sperimentazione sull’uomo,(2004),Professione, 2:24-26. Zilletti L.,I Comitati Etici per la Sperimentazione clinica dei farmaci tra normativa e realtà, (2007), Professione,8:8-13. 9/9