LA PUBALGIA

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LA PUBALGIA
A cura di Claude Altieri; ft. Osteopata
Gi€ insegnante universitario in osteopatia
Direttore della Scuola Italiana di Terapia Funzionale Globale
Direttore della Scuola di Biomeccanica Funzionale Dinamica•
Traduzione di Claudio Fossati; Dott in fisioterapia. Osteopata.
Gi€ docente a contratto presso l’Universit€ di Genova.
La pubalgia si definisce come una sofferenza della sinfisi pubica e delle inserzioni tendinee viciniori; ƒ quindi una
malattia loco regionale che coinvolge diverse entit€:
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Patologia articolare della sinfisi pubica;
Tendiniti inserzionali;
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Patologia della parete addominale
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CAUSE GENERALMENTE INVOCATE
La pubalgia , in ragione della complessit€ anatomica della regione pubica e della coesistenza di differenti fattori nel
quadro clinico, ƒ una sindrome non semplice da risolvere.
E’ descritta da alcuni autori come un disequilibrio meccanico muscolare tra, da un lato, gli adduttori troppo potenti e,
dall’altro, i muscoli larghi dell’addome (trasversi e obliqui) insufficienti. Per altri i un accorciamento degli ischio-crurali
con iperlordosi ed un’antiversione del bacino giocherebbero un ruolo favorente sollecitando esageratamente la sinfisi
pubica.
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Di fatto per quello che riguarda questa affezione una sola causa meccanica sembrerebbe essere riconosciuta dalla
maggior parte degli autori. E’ vero che si ritrova sempre, negli sportivi colpiti da pubalgia, un arto inferiore
apparentemente corto da un lato.
L’ IPOTESI CIRCOLATORIA
Due fattori importanti hanno spostato la nostra attenzione su un’ipotesi di origine circolatoria:
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La maggior parte degli sportivi colpiti da pubalgia, per non dire tutti, hanno i piedi freddi. Ci„ corrisponde, su
un soggetto giovane, ad una circolazione arteriosa perturbata.
La pubalgia nelle donne ƒ rarissima verosimilmente grazie alla distribuzione particolare della circolazione
arteriosa del piccolo bacino
RICHIAMO ANATOMICO
L’arteria iliaca primitiva, che deriva dall’aorta si biforca in: arteria iliaca laterale e mediale.
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Articolo del Dr Nicolas BOMPART diploma di Medicina dello Sport della “Clinique du Plateau” Clamart
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L’arteria iliaca laterale distribuisce la circolazione dell’arto inferiore e si divide in due rami la circonflessa
iliaca profonda si anastomizza con l’arteria ileo-lombare e l’arteria epigastrica che si perde nella faccia
profonda dei muscoli grandi retti
L’arteria iliaca mediale si divide in un tronco anteriore e un tronco posteriore
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 Il tronco anteriore si divide in diversi collaterali:
Il tronco ipogastrico per il piccolo bacino
Un ramo posteriore per i muscoli profondi dell’anca
L’arteria otturatrice dalla quale deriva un ramo pubico per l’arteria epigastrica(grandi retti)
Arteria pudenda interna
Un ramo anteriore per gli adduttori e la pelle degli organi genitali esterni
 Il tronco posteriore si divide in tre rami
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L’arteria sacrale laterale
L’arteria gluteale superiore (muscoli e zona esterna della coscia, articolazione della anca
L’artƒre ileo-lombare (irrigazione dell’ala iliaca, dello psoas, del quadrato dei lombi e del canale
vertebrale).
Schema della circolazione addominale
Branche dell’arteria iliaca interna.
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Trasverso
Psoas
Piccolo bacino
Muscoli profondi della anca
Grandi retti e adduttori
Schema della repartizione arteriosa
Se osserviamo bene questa circolazione arteriosa se ne evince che:
Le donne , per la fisiologia dell’apparato genitale femminile legata al ciclo mestruale, richiamano pi…
sangue verso il tronco anteriore che irrora appunto il piccolo bacino; per cui al tempo stesso buona
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vascolarizzazione degli organi della riproduzione ed anche dei muscoli grandi retti dell’addome e degli
adduttori. E’ verosimilmente per questa ragione che presso le donne la pubalgia ƒ rara.
Gli uomini, e soprattutto nei giovani sportivi il flusso arterioso ƒ richiamato piuttosto agli arti inferiori
(arteria iliaca esterna) con una circolazione diminuita sull’arteria iliaca interna e i suoi rami che irrorano i
muscoli grandi retti dell’addome, una parte degli adduttori, il muscolo psoas, il quadrato dei lombi, i rotatori
esterni dell’anca etc..
LE cause riconosciute
Esiste effettivamente sempre un arto inferiore apparentemente pi… corto dell’altro nei soggetti affetti da
pubalgia e questa situazione si accompagna sempre ai piedi freddi.
Questa differenza di lunghezza ƒ altres† sempre legata ad una disfunzione della cerniera toracolombare(vedi articolo sulla lombalgia)oppure ad una pseudo-rotazione del bacino(vedi articolo sulla P.R.B..).
Ci„ vuol dire che questa arto apparentemente corto ƒ sempre reversibile attraverso le normalizzazioni delle
sopracitate disfunzioni ed eventualmente della normalizzazione dell’articolazione sacro-iliaca.
Sappiamo inoltre che queste due disfunzioni e soprattutto il doppio blocco toraco-lombare alterano la
cinetica del diaframma e la dinamica circolatoria2.
Il trattamento
Il trattamento prevede due fasi:
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Trattamento delle disfunzioni della colonna lombare e quindi liberare lo pseudo cardano toracolombare o la pseudo rotazione del bacino, eventualmente l’articolazione sacroiliaca e infine tutte le
altre perdite di compensazione.
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Spiegazione di esercizi circolatori da eseguire come pratica quotidiana una o due volte al giorno.
E’ necessario sorvegliare o meglio far sorvegliare l’atleta dallo staff tecnico della squadra di appartenenza
fermo restando che questi esercizi sono ad integrazione e non in sostituzione delle classiche posture per il
trattamento della pubalgia.
Esercizio circolatorio
L’obiettivo dell’esercizio circolatorio ƒ di migliorare la vascolarizzazione :
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Degli adduttori
Dei rotatori esterni dell’ anca
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Due Tesi universitarie : YAHE J.B. Conseguenze circolatorie del doppioblocco toraco-lombare(LUdeS2006)
GAUTIER F, Ricerca applicata allo studio delle disfuzioni della cerniera toracolombare e delle loro conseguenze sulla
fisiologia diaframmatica negli apneisti di profondit€ (LUdeS 2010).
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Della parte bassa degli addominali
Noi abbiamo messo a punto questa sequenza di esercizi:
Il paziente in piedi tiene un pallone di gommapiuma tra le ginocchia che sono circondate da una
fascia facendo una contrazione isometrica degli adduttori e al tempo stesso esguendo una
rotazione esterna delle anche. Eseguendo questo esercizio di fronte ad un muro ƒ possibile
mediante una spinta della testa provocare una contrazione dei muscoli addominali
A tutt’oggi non abbiamo ancora un riscontro significativo ma senz’altro feed back positivi a chi
abbiamo somministrato gli esercizi a fronte dei risultati ottenuti attraverso il trattamento
classico.
In generale possiamo affermare che sono stati ottenuti risultati eccellenti con gli sportivi
professionisti motivati e seguiti da uno staff, mentre meno buoni con amatori se non motivati e
lasciati a se stessi.
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