Misura di potenza con un wattmetro Nel caso di circuiti alimentati con tensione alternata monofase la misura di potenza costituisce una’operazione più complessa rispetto al semplice prodotto V*I. Infatti il prodotto dei valori misurati dagli strumenti, un amperometro e un voltmetro, serve a definire quella che viene normalmente indicata come A, potenza apparente, misurata in voltampere. Per realizzare una misura di potenza attiva P, è necessario moltiplicare il prodotto V*I ancora per il fattore di potenza cosφ, dove φ è l'angolo di sfasamento tra le due grandezze tensione e corrente. Per ultimo, conoscendo A e P, cioè rispettivamente potenza apparente e attiva, si potrà determinare la potenza reattiva attraverso il cosiddetto triangolo delle potenze. In laboratorio si procede nel seguente modo: dato un carico costituito da una resistenza e un’induttanza, si monta il circuito indicato in figura 1. Fig. 1 La posizione a valle dell’amperometro consente di misurare l’effettiva corrente che attraversa il carico. Per ogni valore di tensione si ottengono i seguenti valori: V, misurata dal voltmetro; I, misurata dall’amperometro. Con queste due grandezze si ottiene quindi il prodotto V*I che definisce A, potenza apparente, misurata in Voltampere. Successivamente si procede alla misura con il wattmetro, collegato come indicato dalla figura 2. NOTA: Come si vede, il wattmetro ha 4 prese destinate ai collegamenti, due dedicata alla parte voltometrica dello strumento, due a quella amperometrica. Di conseguenza i due morsetti contraddistinti con V verranno collegati in parallelo, come tutti i voltmetri, i due morsetti distinti con I, saranno collegati in serie come gli amperometri. Fig. 2 Per la misura con il wattmetro analogico si procede nel modo seguente: 1. si legge il numero delle divisioni segnate dalla lancetta; si calcola la portata dello strumento moltiplicando la portata voltometrica per quella amperometrica (entrambe sono indicate sullo strumento. Ad esempio: 300 V per la portata voltometrica e 10 A per la portata amperometrica, la portata del wattmetro è P = 300* 10 = 3000 W). 2. Stabilita la portata si divide per il numero delle divisioni di fondo scala dello strumento, ottenendo così la costante di lettura K dello strumento. (Ad esempio se le divisioni sono 150 la costante vale K=3000/150= 20 W/div). 3. Successivamente tale valore va moltiplicato per quello che indica la lancetta dello strumento. 4. Infine quest’ultimo valore va moltiplicato per il cosφ dello strumento, indicato dal costruttore e scritto sullo strumento stesso. Si ottiene in questo modo la potenza attiva P. Con i due valori ottenuti, cioè A, potenza apparente, e P, potenza attiva, si può ricavare la potenza reattiva, essendo in presenza di un carico non puramente ohmico. Il triangolo delle potenze Fig. 3 Applicando le formule derivanti dal teorema di Pitagora si ottiene quindi: