Personal Accessori ■ IHR presenta il nuovo Tre in uno Usb Recharger, dedicato ai lettori Mp3 e pensato per chi è sempre in movimento. Questo kit offre un alimentatore da rete elettrica e uno da auto con Usb e un cavo da collegare direttamente al pc. Può essere utilizzato in tutto il mondo grazie al voltaggio universale. Prezzo: 19,90 euro. Info: 0321.864337 Investire nella Qualità della Vita ■ ■ ■ Salute Approvato dall’Fda un dispositivo per la riabilitazione degli arti nei pazienti colpiti da ictus Un robot per tornare agili È dotato di sensori che rilevano e registrano l’attività elettrica residua nei muscoli di Silvia Fabiole Nicoletto L Sport ■ Rip Curl ha realizzato tre tavole da surf adatte a ogni atleta e alle dimensione dell’onda. La Core Funshape 7’00’’ è leggermente ricurva, ha una superficie levigata e una coda tondeggiante per chi ha già dimestichezza con questo sport. Prezzo: 450 euro. Info: 055.3980530 Stile ■ La maison Pennesi propone per l’estate il blazer blu in jersey makò egiziano, un doppiopetto che ricorda la divisa degli yachtmen. Le particolarità di questo capo spalla sono i bottoni in corno e lo spacco centrale che permette un facile agio nei movimenti. Prezzo: 228 euro. Info: 0733.829564 e scoperte della robotica rappresentano un valido supporto alla riabilitazione, per esempio per i pazienti colpiti da ictus. Uno degli ultimi robot messi a punto proprio per aiutare questi pazienti a riacquisire la mobilità delle braccia in seguito a un infarto cerebrale si chiama Myomo e100 ed è stato già approvato dalla Food and drug administration statunitense e dovrebbe essere disponibile sul mercato americano entro pochi mesi, come riporta il New York Times. Numerose evidenze scientifiche dimostrano che tenere in esercizio gli arti non più funzionanti aiuta i pazienti con ictus a recuperarne in parte la funzionalità; in particolare, una pratica ripetuta con costanza sembra produrre modifiche a livello cerebrale, contribuendo a formare nuove connessioni tra i neuroni e a rafforzare quelle esistenti. In persone che, in seguito a un ictus, hanno subito danni alla corteccia motoria la terapia del movimento potrebbe indurre il cervello a utilizzare altri neuroni vicini o presenti nell’emisfero cerebrale opposto per completare un movimento iniziato. I dispositivi robotizzati giocano un ruolo fondamentale nella terapia del movimento ripetuto tant’è che si stanno moltiplicando, con centinaia di gruppi al mondo impegnati nella loro realizzazione. Secondo una previsione di Hermano Igo Krebs, ricercatore presso il prestigioso MIT di Boston e uno dei primi scienziati ad aver elaborato una terapia con l’ausilio di robot per pazienti con ictus o altri disturbi neurologici, in cinque o dieci anni questi dispositivi faranno il loro ingresso nelle più importanti cliniche e ospedali per la riabilitazione dei paesi sviluppati. In questo contesto i dispositivi robotizzati giocano un ruolo chiave perché permettono di ripetere la stessa ope- razione per oltre due milioni di volte con una perfetta riproducibilità. Gli esperti mettono tuttavia in evidenza altri aspetti altrettanto importanti da considerare, come quello della sicurezza dei dispositivi per i pazienti e il fatto che essi vadano comunque considerati come un supporto alla terapia e non come sostituti del terapeuta. Tornando all’ultimo ritrovato della robotica, Myomo lavora rilevando una minima attività elettrica residua presente nei muscoli del braccio dei pazienti durante un movimento; il segnale elettrico muscolare viene rilevato e raccolto da appositi sensori posizionati sui bicipiti e sui tricipiti, convertito e inviato al robot che provvede a fornire al paziente l’assistenza meccanica necessaria a completare il movimento iniziato (che può essere per esempio l’accensione di un interruttore). I pazienti che l’hanno utilizzato per tre volte a settimana e per circa sei settimane consecutive avevano la sensazione di muovere il braccio di 90 gradi in modo semi-indipendente, percependo un’assistenza minima da parte del robot. In effetti Myomo è stato al centro di un un piccolo studio pubblicato lo scorso Aprile sulla rivista The American Journal of Physical Medicine and Rehabilitation, che ha dimostrato come i pazienti che si esercitavano per 18 ore nell’arco di circa sei settimane sperimentavano un miglioramento del 23% della funzionalità delle braccia. Nel frattempo ulteriori e più ampi studi su pazienti colpiti da ictus sono già in corso, oltre a una ricerca che coinvolge pazienti con danni alla colonna vertebrale e traumi cerebrali. Non è chiaro se la terapia del movimento ripetuto possa essere d’aiuto anche in questi casi, ma una rinnovata capacità di flettere ed estendere le braccia può essere utile in molti altre situazioni, basti pensare a persone che non possono camminare. (riproduzione riservata) ■ ■ Benessere Studi sui benefici della musica ■ ■ Ricerca Le donne partoriscono meno figli Cantare sotto la doccia fa bene agli ormoni Avere un gemello mette a rischio la fertilità di Galeazzo Santini C hi canta sotto la doccia rafforza il proprio sistema immunitario e da questo punto di vista non ha alcuna importanza se chi pratica questo innocuo hobby esibisce una bella voce o invece è stonato. Gli scienziati continuano a occuparsi da tempo di questo fenomeno e hanno scoperto che esiste una enorme differenza di effetti positivi a seconda che si canti o che ci si limiti ad ascoltare musica. Nel primo caso infatti i toni alti e bassi influiscono più direttamente sul sistema ormonale. Le conseguenze positive sulla salute derivanti dal canto sono state analizzate dagli scienziati tedeschi dell’Istituto di pedagogia musicale dell’università di Francoforte, che hanno studiato a lungo gli effetti di un coro costituito da otto uomini e 23 donne. La loro conclusione è che il canto dovrebbe essere molto più diffuso nelle scuole perché i bambini non ne traggono solo giovamento per la loro salute. Nei piccoli cantanti, infatti, sono aumentate la capacità di concentrazione e la creatività. (riproduzione riservata) di Andrea Torti Q uando due gemelli sono di sesso diverso, il maschio finisce per provocare una sicura diminuzione della fertilità della sorella. Il fenomeno è stato studiato da ricercatori anglo-finlandesi che hanno dimostrato come le donne che nascono con un gemello di sesso maschile molto spesso non si sposano e comunque partoriscono sempre pochi figli. Per comprovare questa tesi pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, gli scienziati sono ricorsi alle storie di 400 famiglie finlandesi del XVIII e XIX secolo scoprendo che una donna con un gemello ha il 25% di probabilità in più di non riuscire ad avere figli. (riproduzione riservata) “ Lampi nel buio Bisogna chiamare scienza soltanto l’insieme delle ricette che riescono sempre. Tutto il resto è letteratura ” Paul Valéry