“La lettura d'un classico deve darci qualche sorpresa, in rapporto all'immagine che ne avevamo. Per questo non si raccomanderà mai abbastanza la lettura diretta dei testi originali scansando il più possibile bibliografia critica, commenti, interpretazioni. La scuola e l'università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d'un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario. C'è un capovolgimento di valori molto diffuso per cui l'introduzione, l'apparato critico, la bibliografia vengono usati come una cortina fumogena per nascondere quel che il testo ha da dire e che può dire solo se lo si lascia parlare senza intermediari che pretendano di saperne più di lui. Possiamo concludere che un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.” (I. Calvino, Perché leggere i classici) Leggi in modo orientativo e sommario il testo. Leggi in modo esplorativo le domande che guidano l’analisi. Rileggi il testo in modo attento e approfondito, prestando attenzione al contenuto e alla sua articolazione. Scomponi il testo in sequenze narrative, individuando la situazione iniziale, la complicazione, le peripezie, la Spannung, lo scioglimento. Rispondi alle domande focalizzando bene la consegna. Elementi narratologici: 1. Il rapporto e la distinzione tra la fabula (o storia) - intesa come insieme degli avvenimenti susseguentisi secondo il normale ordine cronologico - e l’intreccio (o discorso), cioè l’organizzazione data dal narratore a tali avvenimenti; 2. Lo schema narrativo, che nei romanzi tradizionali è pressoché fisso, con situazione iniziale di equilibrio (detta esordio) che viene turbata (per esempio, l’intervento dei bravi per mandare a monte il matrimonio di Renzo e Lucia ne I Promessi Sposi), varie peripezie, in un crescendo di tensione che raggiunge il massimo (detto Spannung, per esempio, sempre ne I Promessi Sposi, il rapimento di Lucia), fino alla conclusione che ristabilisce un equilibrio (detto scioglimento, non necessariamente positivo); 3. L’articolazione del racconto in sequenze, cioè in segmenti narrativi di contenuto unitario e di senso compiuto. Si distinguono le sequenze della fabula, cioè le singole parti o porzioni di cui essa è composta, dalle sequenze dell’intreccio, che contengono elementi in aggiunta o anche insignificanti ai fini della fabula, ma significativi nelle intenzioni dell’autore. Le sequenze, inoltre, possono avere carattere dinamico, quando “movimentano” la narrazione, o statico, quando non si riferiscono ad avvenimenti ma “si soffermano” per descrivere o dare spiegazioni o argomentare, esprimere riflessioni, ecc. 4. Personaggi: reali o immaginari, “a piatto”, “a tutto tondo” ecc.; in base al ruolo svolto nelle vicende si distinguono il protagonista, cioè la figura principale, al centro dell’azione, l’antagonista, cioè colui che contrasta l’azione del protagonista, l’oggetto, cioè il personaggio oggetto dell’interesse del protagonista, l’aiutante, colui che agevola il protagonista o l’antagonista, le figure secondarie e le comparse. 5. L’insieme delle relazioni esistenti tra i personaggi può dar luogo a un “sistema dei personaggi” nel quale ciascuno non ha significato per sé, ma in relazione agli altri. 6. Tempo: bisogna distinguere fra tempo della storia, in cui si svolgono i fatti narrati (che, se nel testo vi sono sufficienti indicazioni, si può calcolare), e tempo del discorso, che è il tempo presentato dal narratore. I rapporti fra tempo della storia e tempo del discorso variano per ordine e durata: l’ordine di successione degli avvenimenti nel discorso può coincidere o meno con quello della storia: quando non coincide si hanno fenomeni di anticipazioni (prolessi) o di ritorni indietro (flash-back o analessi: per esempio il racconto della vita della Monaca di Monza ne I Promessi Sposi); la durata degli avvenimenti può coincidere in intreccio e fabula, oppure variare, con rallentamenti o accelerazioni del tempo narrativo rispetto a quello reale (velocità narrativa), o sospensioni (ellissi narrativa). 7. Spazio: la rappresentazione dello spazio può assumere valore oggettivo (come in …) o simbolico (come in …); può servire da sfondo alla storia oppure interferire con essa (per esempio …) o addirittura avere un ruolo determinante (in …) ; può essere unitaria nel corso della narrazione, oppure variare. 8. Invenzione e realtà: si intende il rapporto creato dall’autore tra la sua invenzione artistica e l’esperienza reale, che può esprimersi in modi diversi, per esempio come: rispecchiamento realistico di situazioni vere, deformazione grottesca o caricaturale, invenzione di mondi fantastici o inverosimili, ecc. 9. Narratore: cioè la voce cui è affidata la funzione di narrare la storia, può essere assente dalla storia (come ne I Promessi Sposi); questo tipo di racconto è detto “eterodiegetico”; presente come personaggio della vicenda (protagonista, come nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis o nella Coscienza di Zeno o nel Fu Mattia Pascal; oppure non protagonista come il giovane Adso nel Nome della rosa); questo tipo di racconto è detto “omodiegetico”. Può essere inoltre: esterno al racconto e onnisciente, in quanto conosce tutto della materia narrata, i suoi precedenti, i suoi sviluppi ecc. e ed è in grado di giudicare da un punto di vista superiore (come nel caso de I Promessi Sposi); interno al racconto e calato in tanti punti di vista e livelli di conoscenza dei fatti quanti sono i personaggi (come nel caso de I Malavoglia). 10. Punto di vista: o focalizzazione, è la prospettiva scelta dal narratore per raccontare una storia ed esprime il suo livello di conoscenza delle vicende narrate. Può essere di tre tipi: focalizzazione zero: il narratore (onnisciente) conosce tutta la storia, lo sviluppo delle vicende, gli stati d’animo dei personaggi, esprime giudizi ecc. (come ne I Promessi Sposi); focalizzazione interna: il narratore riferisce quanto apprende dai suoi personaggi e quindi costruisce la storia a poco a poco attraverso i punti di vista di uno o più personaggi (come ne I Malavoglia); focalizzazione esterna: il narratore ignora aspetti fondamentali della vicenda e si “eclissa”, limitandosi a registrare ciò che oggettivamente vede, senza manifestare giudizi o commenti (come nel romanzo giallo). 11. Tecniche narrative: per esprimere voce e pensieri dei personaggi sono utilizzate varie tecniche: discorso diretto (o “scena” o “citazione”), tipico della focalizzazione esterna, è introdotto di solito da un verbo dichiarativo; nel discorso diretto libero, invece, è omesso il verbo dichiarativo e le parole dei personaggi sono riferite direttamente come in un testo teatrale il discorso indiretto è quello in cui il narratore riferisce discorsi e pensieri dei personaggi dal suo punto di vista; è introdotto da un verbo dichiarativo + la congiunzione subordinante; è tipico della focalizzazione zero con narratore onnisciente; nel discorso indiretto libero sono omessi verbi dichiarativi e congiunzioni subordinanti e discorsi e pensieri dei personaggi sono inseriti nella narrazione e si confondono con quelli del narratore; è tipico della focalizzazione interna. Vi sono poi due tecniche tipiche delle narrazioni novecentesche: il monologo interiore, con cui un personaggio esprime i suoi pensieri, a voce alta o mentalmente, senza riorganizzarli in sequenze temporali o logiche; il flusso di coscienza, in cui pensieri, idee, ricordi, associazioni mentali sono riportati così come si presentano, senza alcuna rielaborazione razionale. 12. Usi linguistici e stilistici: l’autore, in base alle sue personali opzioni ideologiche ed estetiche e all’ambientazione del testo, alla caratterizzazione culturale e sociale dei personaggi, al contesto storico, sceglie il registro linguistico e stilistico (tra formale o addirittura aulico, medio e informale) e di conseguenza può variare nelle scelte sintattiche (ad esempio, uso dei tempi verbali, costruzione del periodo a prevalenza paratattica o ipotattica ecc.), nelle scelte lessicali (uso di arcaismi o tecnicismi, di termini dialettali ecc.) e nell’uso delle figure retoriche. Fabula e intreccio Riassumi in poche parole la fabula e l’intreccio, evidenziando eventuali differenze e discordanze. Schema narrativo Identifica nel testo i principali elementi dello schema narrativo tradizionale. Se la narrazione non corrisponde allo schema tradizionale, descrivi la particolare modalità utilizzata dall’autore. Sequenze Identifica le sequenze, distinguendo le sequenze della fabula da quelle dell’intreccio. Identifica la tipologia delle sequenze. Personaggi Identifica i ruoli dei personaggi principali. Descrivi sinteticamente la caratterizzazione (fisica, psicologica, ideologica, sociale, culturale ecc.) dei personaggi. Riconosci personaggi “a piatto” o “a tutto tondo”. Prova a ricostruire nel testo narrativo analizzato un “sistema dei personaggi”. Tempo Indica quale rapporto vi sia tra il tempo della fabula e il tempo dell’intreccio. Descrivi l’ordine di successione degli avvenimenti. Indica eventuali prolessi o flash-back o ellissi narrative. Indica la durata degli avvenimenti e la loro velocità. Spazio In quale spazio è ambientata l’opera narrativa? In quale rapporto sta l’ambientazione con la vicenda narrata? Invenzione e realtà Definisci il rapporto tra invenzione e realtà (realistico, grottesco, caricaturale, fantastico ecc.). Narratore Definisci se il narratore è interno o esterno. Punto di vista Definisci il tipo di focalizzazione nel testo narrativo analizzato. Tecniche narrative Riconosci nel testo analizzato una o più tecniche del discorso. Usi linguistici e stilistici Analizza le scelte sintattiche, lessicali, retoriche dell’autore. Metti il testo in relazione con altri dello stesso autore. Colloca il testo nella situazione storicoculturale che lo ha generato. Confrontalo con altri testi che sviluppano temi analoghi scritti da altri autori.