TEST PER LA VALUTAZIONE DI FARMACI ANTIPSICOTICI PSICOSI disturbo del pensiero SCHIZOFRENIA psicosi più comune Forma e contenuto del pensiero deliri Percezione Attenzione Volizione abulia Comunicazione ipereccitazione o autismo Affettività anafettività Motorie catatonia o iperagitazione CAUSE DELLE PSICOSI l’eziologia è ancora incerta possibili fattori scatenanti fattori genetici fattori ambientali sociali e/o farmacologici alterazioni neurologiche traumi, asfissia un tratto caratteristico delle psicosi è l’attivazione eccessiva della trasmissione dopaminergica che proietta alle aree limbiche, e l’iperfunzionalità delle stesse MODELLO NEUROANATOMICO DI SCHIZOFRENIA STATO NORMALE Cort. Prefrontale SCHIZOFRENIA Cort. Prefrontale ipoattivazione -Aree Limbiche _ x iperattivazione Aree Limbiche mancata inibizione ++ _ mancata inibizione DA DA DA DA condizioni normali: le vie dopaminergiche mesocorticali e la corteccia prefrontale inibiscono le aree limbiche e le vie dopaminergiche mesolimbiche schizofrenia: un deficit primario potrebbe essere rappresentato da un deficit dell’attività delle vie mesocrticali, che si tradurrebbero in una mancata inibizione (iperattivazione) delle vie mesolimbiche POSITIVI eccesso rispetto al normale Comportamenti eccessivi (motori, eleoquio) Allucinazioni (uditive) Deliri SINTOMI DELLA SCHIZOFRENIA NEGATIVI difetto rispetto al normale Catatonia Ottundimento Autismo Impoverimento ideativo TIPICI (o neurolettici, o antipsicotici classici) sono accomunati dalla capacità di bloccare i recettori dopaminergici, specialmente quelli del sottotipo D2 prototipo: aloperidolo FARMACI ANTIPSICOTICI ATIPICI hanno un effetto modesto sui recettori dopaminergici, che combinano ad azioni più marcate su altri recettori (es: adrenergici, colinergici) prototipo: clozapina PROFILO RECETTORIALE DEI FARMACI ANTIPSICOTICI tipici forte componente D2 farmaco a uso sperimentale atipici componente D2 trascurabile LIMITI DELLA TERAPIA CON ANTIPSICOTICI CLASSICI •Scarsa efficacia sui sintomi negativi quali ritiro sociale, appiattimento affettivo, alogia, deficit di volizione e di attenzione questi sintomi sono dovuti principalmente al deficit dopaminergico corticale •Elevata frequenza di effetti indesiderati extrapiramidali quali parkinsonismo, acatisia, distonie, discinesie tardive dovuti al blocco dei recettori dopaminergici •Una percentuale significativa (25%) di pazienti mostra una risposta parziale o assente alla terapia •La compliance alla terapia può essere scarsa EFFETTI COLLATERALI DEGLI ANTIPSICOTICI CLASSICI Sito d’azione SNC Effetto Meccanismo Acatisia, distonia, parkinsonismo (acinesia, tremori, ipertonia muscolare) Discinesia tardiva Blocco dei recettori dopaminergici a livello dei gangli della base. Supersensitività recettoriale dopaminergica indotta da blocco protratto del recettore da parte del neurolettico. Effetto antiemetico Depressione della zona chemosensitiva nella formazione reticolare midollare (trigger-zone) Ipotermia Inibizione dei centri regolatori a livello ipotalamico. Sito d’azione Effetto Meccanismo Ipofisi Amenorrea, galattorea, ginecomastia; aumento di peso, edema. Aumento dei livelli plasmatici di prolattina per blocco dei recettori dopaminergici dell’ipofisi anteriore. SN autonomo Palpitazioni, astenia, visione annebbiata, stipsi, ritenzione urinaria,aumento della pressione endoculare, ipertrofia prostatica. Apparato cardiovascolare Ipotensione ortostatica, tachicardia. Sistema ematopoietico Leucopenia, agranulocitosi Fegato Ittero ostruttivo Blocco a-adrenergico VANTAGGI DELLA TERAPIA CON ANTIPSICOTICI ATIPICI il vantaggio principale è l’esistenza di un’ampio margine tra le dosi efficace nel controllo dei sintomi della psicosi e le dosi che provocano effetti collaterali di tipo extrapiramidale inoltre gli antipsicotici atipici presentano superiorità clinica in quanto: -sono efficaci sui sintomi negativi della schizofrenia -sono efficaci nei pazienti resistenti ai farmaci classici tuttavia gli antipsicotici atipici possono provocare gravi effetti collaterali, che ne limitano l’uso agranulocitosi da clozapina TEST UTILIZZATI PER LA VALUTAZIONE DEI FARMACI ANTIPSICOTICI Binding competizione Emesi antagonismo Elettrofisiologia effetto a lungo termine Antagonismo motilità amfetamina e apomorfina Catalessia predittivo per antispicotici classici Autostimolazione Evitamento condizionato Pannello con i buchi (holeboard maze) Inibizione Latente Risposta di allerta (startle) riproduce i deficit integrativi STUDI DI COMPETIZIONE CON IL BINDING gli antagonisti del recettore D2 sono valutati per la loro capacità di competere con agonisti per lo stesso recettore minore sarà l’IC50, più potente sarà l’antagonista non è un test efficace per identificare antipsicotici atipici TEST DI INDUZIONE DELL’EMESI gli antipsicotici sono in grado di attenuare il vomito contrastando le azioni della dopamina a livello dell’area CTZ TEST DI INDUZIONE DELL’EMESI L’area CTZ è soggetta alla stimolazione da parte di numerosi neurotrasmettitori, e da stimoli provenienti dai visceri. Gli agenti emetici possono agire con uno o più di questi meccanismi. Gli antipsicotici in genere agiscono sulla componente dopaminergica dello stimolo emetico un antiemetico non è necessariamente un antipsicotico metoclopramide TEST DI INDUZIONE DELL’EMESI si possono usare vari agenti e varie specie i roditori non si usano in questo test ELETTROFISIOLOGIA: MODIFICAZIONI DEL FIRING DEI NEURONI DOPAMINERGICI neurone dopaminergico di proiezione recettore presinaptico inibitorio in condizioni fisiologiche, il neurone dopaminergico rilascia dopamina che viene degradata dalle MAO e dalle COMT, che interrompono il segnale. Il rilascio di dopamina è regolato, tra gli altri, dal recettore D2 presinaptico inibitorio, la cui stimolazione inibisce il rilascio di dopamina dal neurone ELETTROFISIOLOGIA: MODIFICAZIONI DEL FIRING DEI NEURONI DOPAMINERGICI neurone dopaminergico di proiezione recettore presinaptico inibitorio in presenza di un antipsicotico classico i recettori D2 presinaptici sono bloccati, e quindi non possono più inibire il rilascio di dopamina. Ne consegue un aumentato firing del neurone, con un incremento del rilascio di dopamina, che tuttavia non potrà esercitare i suoi effetti perché anche i recettori D2 postsinaptici saranno bloccati si tratta di un effetto in acuto ELETTROFISIOLOGIA: MODIFICAZIONI DEL FIRING DEI NEURONI DOPAMINERGICI somministrazioni ripetute progressiva deplezione delle riserve di dopamina inattivazione da depolarizzazione effetto terapeutico ANTAGONISMO DEGLI EFFETTI STIMOLANTI MOTORI DI AMFETAMINA E APOMORFINA dosi basse/moderate aumento attività motoria STIMOLAZIONE DOPAMINERGICA dosi elevate comportamento stereotipato grroming, rearing, sniffing, licking, gnawing ANTAGONISMO DEGLI EFFETTI STIMOLANTI MOTORI DI AMFETAMINA E APOMORFINA contatore per motilità a raggi infrarossi TEST DELL’INDUZIONE DELLA CATALESSIA catalessia stato dell’animale associato a una rigidità muscolare che comporta il mantenimento di posture innaturali determinate dallo sperimentatore catalessia è un effetto mediato dal blocco dei recettori dopaminergici delle vie extrapiramidali catalessia non è uno stato di sedazione TEST DELL’INDUZIONE DELLA CATALESSIA in genere si utilizzano ratti, ma si può fare anche sul topo TEST DELL’INDUZIONE DELLA CATALESSIA la catalessia è dose-dipendente significativamente lunghi e si mantiene per tempi % antagonismo ipermotilità apomorfina e induzione catalessia EFFETTO DI FARMACI ANTIPSICOTICI SU IPERATTIVITA’ E CATALESSIA antipsicotico tipico: le dosi che bloccano le stereotipie sono simili a quelle che antagonizzazno l’ipermotilità. le dosi che inducono catalessia sono solo leggermente più elevate delle precedenti antipsicotico atipico: le dosi che bloccano le stereotipie sono più elevate di quelle che antagonizzano l’ipermotilità, inoltre non si raggiunge l’effetto massimale. l’induzione di catalessia è trascurabile CONFRONTO TRA GLI EFFETTI DI ALOPERIDOLO E CLOZAPINA TEST DOSE Catalessia (rattto) ED50 mg/kg s.c. Gnawing da apomorfina (ratto) ED50 mg/kg Arrampicamento da ED50 (30 min) apomorfina (topo) mg/kg s.c. PO Ipermotilità (topo) ED50 mg/kg PO Induzione di Dose soglia distonia (scimmia) mg/kg IM CLOZAPINA inattivo inattivo ALOPERIDOLO 0.2 0.1 4.3 0.03 2.5 0.3 >25 0.025 la clozapina mostra un profilo terapeutico più favorevole rispetto all’aloperidolo EFFETTO DI FARMACI ANTIPSICOTICI SU IPERATTIVITA’ E CATALESSIA i test dell’ipermotilità e della catalessia si possono combinare per ottener una serie di misure che forniscono informazioni circa i possibili meccanismi di azione del farmaco valutato. in particolare è possibile ottenere delle indicazioni sul fatto che il farmaco sia tipico o atipico TEST DELL’AUTOSTIMOLAZIONE INTRACRANICA in seguito ad opportuno addestramento, i ratti possono imparare ad autosomministrarsi piccole scosse elettriche intracerebrali che sono veicolate mediante elettrodi impiantati nelle aree connesse con in processi di gratificazione TEST DELL’AUTOSTIMOLAZIONE INTRACRANICA gli antipsicotici incrementano la soglia di autostimolazione questo effetto è dovuto alla loro capacità di bloccare i recettori per la dopamina TEST PER FARMACI ANTIPSICOTICI CHE PREVEDONO INIBIZIONI DI COMPORTAMENTI NATURALI O APPRESI naturale COMPORTAMENTO condizionato si manifesta solo in presenza di un particolare stimolo che porta l’animale ad eseguire uno specifico comportamento condizionamento passivo sfrutta una propensione innata dell’animale da esperimento condizionamento attivo utilizza uno stimolo che fa compiere all’animale da esperimento un atto o un comportamento complesso, non innato. TEST PER FARMACI ANTIPSICOTICI CHE PREVEDONO INIBIZIONI DI COMPORTAMENTI NATURALI O APPRESI gli antipsicotici sopprimono l’evitamento attivo mentre l’effetto sull’evitamento passivo può essere variabile, sebbene presente. il meccanismo d’azione prevede il blocco dei recettori per la dopamina, che sopprime l’associazione tra stimolo e conseguenza TEST DELL’EVITAMENTO ATTIVO IN UN BOX DI ARRAMPICAMENTO stimolo condizionante es: luce grata elettrificata comportamento che precede lo stimolo avversivo TEST DELL’EVITAMENTO PASSIVO il pavimento del comparto scuro (preferito dal ratto) è elettrificato. ratti trattati con un neurolettico in genere presentano una attenuazione del comportamento di evitamento passivo EFFETTO DEGLI ANTIPSICOTICI NEI TEST DI EVITAMENTO i test di evitamento in genere rispondono bene a farmaci tipici (aloperidolo), ma non altrettanto a farmaci atipici (clozapina), in virtù dei meccanismi dopaminergici che sono alla base degli stessi test TEST DEL PANNELLO CON I BUCHI (HOLEBOARD MAZE) il test si basa sulla curiosità dell’animale per l’ambiente l’antipsicotico sopprime questo comportamento il farmaco deve essere somministrato a dosi che non interferiscono con la motilità veh halo in genere questo test si fa sul topo TEST DELL’INIBIZIONE LATENTE questo test è in grado di simulare un deficit di attenzione proprio della psicosi la pre-esposizione ripetuta ad un particolare stimolo (S1), qualora non sia accoppiata/seguita da conseguenze, fa in modo che lo stesso stimolo (S1) non diventi uno stimolo condizionante quando questo sia successivamente accoppiato ad un particolare evento o stimolo differente (S2) inibizione latente, meccanismo fondamentale per la sopravvivenza, perché permette di ignorare tutti gli stimoli non rilevanti esempio: un animale viene esposto ripetutamente a una serie di toni sonori, non seguiti da shock o da stimoli gratificanti. se successivamente si vorrà utilizzare la stessa sequenza di toni come stimolo condizionante per far apprendere un comportamento all’animale, questo tipo di associazione sarà più difficoltosa, perché l’animale ha precedentemente identificato i toni come stimolo neutro, non associato ad alcuna conseguenza TEST DELL’INIBIZIONE LATENTE pre-esposizione a toni condizionamento agli stessi toni con uno shockmisurazione delle bevute gli animali Pre-Esposti ai toni continuano a bere gli animali Non- PreEsposti ai toni smettono di bere L’inibizione latente è attenuata da amfetamina e nella psicosi. I neurolettici contrastano l’attenuazione dell’inibizione latente da parte dell’amfetamina e ne facilitano lo sviluppo TEST DELL’INIBIZIONE DEL RIFLESSO DI SOBBALZO (PREPULSE INHIBITION) suono molto forte (118 dB) suono debole (68-70 dB) riduzione startle contrazione dei muscoli (startle) suono molto forte (118 dB) l’animale impara ad associare i toni deboli alla presentazione successiva di un suono molto forte PPI ridotta in schizofrenici e dagli agonisti della dopamina PPI è ripristinata dagli antipsicotici, sia tipici che atipici TEST DELL’INIBIZIONE DEL RIFLESSO DI SOBBALZO (PREPULSE INHIBITION) TEST DELL’INIBIZIONE DEL RIFLESSO DI SOBBALZO (PREPULSE INHIBITION) TEST DELL’INIBIZIONE DEL RIFLESSO DI SOBBALZO (PREPULSE INHIBITION) ctr amph