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il C h i r o n e
RIVISTA DI INFORMAZIONE E ATTUALITA’ VETERINARIA
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il Chirone on line 2.2012
dalla stampa internazionale
L’assistenza veterinaria ai serpenti
I serpenti divengono sempre più popolari come animali d’affezione e sempre più
frequentemente rientrano nella pratica veterinaria. E’ pertanto importante che i veterinari
acquisiscano in anticipo conoscenze sulle molte specie di serpenti (sono quasi 3.000
specie , appartenenti a 15 famiglie!) , sulla loro anatomia e fisiologia, sulle metodiche di
manipolazione e contenzione [il lavoro originale riporta ampie indicazioni su tali
argomenti. ndr], prima di affrontare i casi clinici che si possono loro presentare.
- Diagnostica e ospedalizzazione. Il sangue può essere prelevato tramite puntura
cardiaca, eventualmente nell’animale sedato, tenendo presente che il cuore può essere
posizionato in ogni parte della porzione craniale del serpente. Negli animali più grandi si
può raccogliere il sangue dalla vena ventrale coccigea. Per una radiografia si preferisce la
vista laterale e pertanto per tale intervento si ricorre frequentemente alla sedazione.
I fluidi possono essere somministrati per via orale (via normale fisiologica), ma anche
sottocutanea (idonea solo piccoli per volumi), intramuscolare (preferibile per piccoli
volumi di farmaci, nella muscolatura obliqua ad ambo i lati della colonna vertebrale),
intraperitoneale (permette l’infusione di grandi volumi, con rapido assorbimento; rischio
di traumi iatrogeni ad organi ed infusione nel sacco aereo; scegliere per l’infusione il
quarto caudale), intravenosa (difficile nei serpenti; si possono utilizzare le vene jugulare,
ventrale coccigea o palatina; in emergenza si può ricorrere all’inoculazione intracardiaca).
Tutti i serpenti devono essere ospedalizzati ad una temperatura propria della specie, che
permetta loro una certa attività.
Per quanto riguarda l’anestesia, molti serpenti possono essere intubati consci, anche se è
preferibile sedare l’animale prima di tale inervento, specie se trattasi di specie aggressiva
o velenosa. Una ventilazione con pressione positiva è richiesta per mantenere l’anestesia.
Per l’eutanasia è preferibile ricorrere all’inoculazione intracardiaca di pentobarbital, con o
senza precedente sedazione; i movimenti volontari potranno essere presenti fino ad un’ora
dopo l’inoculazione.
- Malattie virali. a) Malattia a corpi inclusi dei boa e dei pitoni (IBD). E’ una malattia
devastante che si ritiene causata da un retrovirus, con encefalite non suppurativa,
polmonite e stomatite . I sintomi clinici possono essere vari: movimenti circolari della
testa, opistotono, perdita di riflessi, cecità, rigurgito, perdita di peso. La diagnosi può
essere confermata dalla presenza di corpi inclusi intracitoplasmatici eosinofili, presenti
soprattutto nel cervello, ma che in vivo possono rilevarsi anche a livello di fegato e reni.
Non si conosce alcun trattamento. b) Paramixovirus degli ophidi. Presenti in molte specie
di serpenti, sono causa di sintomi respiratori e neurologici. La diagnosi è sierologica.
- Patologie gastrointestinali . a) Stomatite. Nota come “ bocca rossa ” è comune nei
serpenti in cattività. La maggior parte dei casi sono di origine batterica, con alla base
fattori stressanti (infezioni virali, cattive pratiche d’allevamento, traumi). b) Rigurgito. Se
si escludono malattie sistemiche, le cause possono ricercarsi nelle dimensioni
inappropriate dell’alimento, in cattive condizioni d’allevamento o in manipolazioni
dell’animale troppo vicine all’assunzione d’alimenti. c) Cryptosporidiosi. I serpenti
possono soccombere per la presenza del protozoo parassita Cryptosporidium serpentis. Lo
stomaco diviene ipertrofico, gli animali rigurgitano e deperiscono. La diagnosi è
microscopica su materiale rigurgitato, su lavaggi dello stomaco o su biopsie.
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d) Enterite. Può essere virale, batterica, fungina o parassitaria (elminti e protozoi).
Importante è l’infezione protozoaria da Entamoeba invadens che causa gastrite ed
enterite ed è spesso fatale.
- Patologie respiratorie. La polmonite è frequente nei serpenti, spesso come estensione
di una stomatite, considerato che questi animali hanno una scarsa clearance mucociliare.
Gli animali affetti sono dispnoici, e adottano una postura con la testa elevata e la bocca
aperta. Frequente è l’isolamento di batteri, ma non trascurabili sono cause
immunosoppressive sottostanti (infezioni virali o batteriche, condizioni d’allevamento). I
serpenti sono poco portati a liquefare il pus e pertanto depositi caseosi di essudato possono
essere causa di morte per asfissia.
- Condizioni dello scheletro. Si può osservare scoliosi e cifosi della colonna vertebrale.
Questa può anche fondere in alcuni parti della sua lunghezza.
- Condizioni neurologiche. Comuni sintomi neurologici sono perdita di riflessi, tremori
e opistotono. Possono ricondursi a menengite, ma anche a deficienze alimentari o a fattori
tossici.
- Condizioni oftalmiche. Non rari sono gli ascessi nonché congiuntiviti o cheratite ad
essi conseguenti.
- Malattia cardiaca. E’ stata descritta una cardiomiopatia dilatativa.
- Malattie della pelle. a) Parziale eliminazione della pelle. Trattasi in genere di
ritenzione degli occhiali che ricoprono gli occhi. Spesso è riportabile a un non corretto
ambiente, per esempio mancanza di sassi contro i quali il serpente può sfregarsi. La
rimozione manuale può comportare rottura corneale. Meglio ricorrere a una lubrificazione
degli occhi. b) Scottature. Possono essre dovute a contatto con le apparecchiature che
riscaldano l’ambiente o anche semplicemente a un surriscaldamento dei sassi presenti.
Possono essere estese, soprattutto nella parte ventrale. c) Ascessi. I serpenti non
posseggono gli enzimi necessari a fluidificare il pus, per cui gli ascessi risultano sodi e
granulomatosi. d) Malattie vescicolari. Vescicole possono formarsi in varie parti del
corpo; esse sono imputabili a una eziologia mista (temperatura ambientale, umidità,
interventi di sanitizzazione, stress). Alla loro rottura segue una dermatite umida.Se non
trattate, generalizzano, sviluppano in setticemia e possono risultare fatali. e) Ectoparassiti.
Quello più diffuso è Ophionyssus natricis. Gli acari si cibano di sangue e possono indurre
anemia grave. Si sospetta anche che gli acari possano trasmettere malattie come IBD.
Occasionalmente si può osservare anche una misiasi.
- Malattie della riproduzione. La distocia è comune e talvolta è necessario intervenire
chirurgicamente. I serpenti normalmente depongono una covata di uova entro 24 ore; se
tale periodo va oltre è bene che intervenga il veterinario. Talvolta, nel maschio, si può
osservare prolasso degli emipeni; l’amputazione di un emipene non pregiudica
l’urinazione e la riproduzione.
- Malattie della nutrizione. Una sovralimentazione e l’obesità sono problemi comuni nei
serpenti in cattività. Possono condurre ad aterosclerosi e malattia coronarica. Sono
possibili altre pecifiche malattie nutrizionali, spesso legate a particolari deficienze.
- Neoplasie. Frequenti sono le neoplasie nei serpenti. Molte sono sarcomi o carcinomi
con metastasi.
(Rowland M. (2012) Veterinary care of snakes. In Practice 33, 534-541)
L'uomo è un animale addomesticato che per secoli ha comandato sugli altri animali con
la frode, la violenza e la crudeltà.
Charlie
Chaplin
il Chirone Anno XVIII. Autorizzazione Tribunale di Brescia n.31 del 5.9.1994. Invio gratuito on line ai medici veterinari
Direttore resp. : Gaetano Penocchio - Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Brescia
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