ALDEIDI E CHETONI Introduzione O Il gruppo funzionale di aldeidi e chetoni è il carbonile: C Nelle aldeidi il carbonile si trova in posizione terminale, nei chetoni si trova all’interno della catena. O O CH3 CH2 CH2 C CH3 CH3 CH2 CH2 CH2 C H pentanale aldeide 2-pentanone chetone Il carbonile ha una struttura planare perchè ha al centro un carbonio con ibridazione sp 2. C O Nel carbonile il carbonio è parzialmente positivo sia per effetto induttivo, a causa dell’elettronegatività dell’ossigeno, sia per risonanza come è illustrato nella seguente figura. − O O C C+ Misure del momento dipolare della formaldeide hanno permesso di concludere che sul carbonio del carbonile è presente circa mezza carica positiva quindi le due forme limite hanno circa la stessa importanza. Disegneremo il carbonile utilizzando la prima delle due strutture dove non c’è separazione di carica e tutti gli atomi hanno l’ottetto. I punti più reattivi nelle molecole di aldeidi e chetoni sono tre: 1) l’ossigeno del carbonile che può protonarsi in caso di catalisi acida 2) il carbonio del carbonile che può essere attaccato dai nucleofili. 3) l’idrogeno in posizione alfa che risulta parzialmente acido (pKa 20) e viene strappato nelle reazioni che, attraverso la tautomeria cheto-enolica, hanno l’enolo come intermedio. + H 1 :O: 2 .. C Nu CH H 3 .. B Indice delle reazioni: 1) Addizione di acqua 2) Addizione di alcoli 3) Addizione di acido cianidrico 4) Addizione di ammoniaca e derivati 5) Addizione di reattivi organometallici 6) Addizione di ilidi del fosforo 7) Riduzione ad alcoli 8) Riduzione ad idrocarburi 9) Ossidazione 10) Alfa alogenazione 11) Addizione e condensazione aldolica 12) Reazione con LDA www.pianetachimica.it Addizione di acqua La reazione tipica di aldeidi e chetoni è l’addizione nucleofila al carbonile. Questa può essere meglio compresa esaminando con attenzione il caso più elementare, l’addizione di acqua. L’addizione nucleofila al carbonile è influenzata sia da fattori elettronici che sterici. I fattori elettronici (donazioni di elettroni) influenzano la stabilità del doppio legame carbonio-ossigeno e la quantità di carica positiva presente sul carbonio del carbonile. I fattori sterici (ingombro sterico) condizionano soprattutto la stabilità del prodotto finale nel quale i sostituenti sono più vicini tra loro visto che il carbonio del carbonile da sp2 (120°) diventa sp3 (109°). Per comprendere come agiscono questi fattori consideriamo le seguenti tre molecole: .. O H2O: − H H H H2O: + OH2 − O C H H3C C H H3C H acetaldeide idratata .. O 99,9 % OH HO C H acetaldeide H2O: + OH2 − O CH3 H3 C 50 % OH HO C C H3C H formaldeide idratata .. O OH C formaldeide H3C HO C C H + OH2 O C CH3 acetone H3 C CH3 acetone idratato 0,1 % Consideriamo dapprima i fattori elettronici. Confrontiamo l’effetto dei sostituenti sul carbonile. I gruppi metilici CH3 sono leggermente elettron donatori rispetto ai semplici atomi di idrogeno e stabilizzano il doppio legame C=O in modo simile a quanto già visto per gli alcheni. Quindi il carbonile è più stabile se è più sostituito. L’ordine di stabilità è allora: formaldeide < acetaldeide < acetone Come si può vedere nel grafico qui sotto a sinistra, i fattori che stabilizzano i reagenti rendono meno favorevole il ∆G° (come è indicato dalla freccia a sinistra) e quindi abbassano la K di equilibrio. Questo è in accordo con il fatto che la molecola più stabile, acetone, è quella che si idrata meno (0,1 %). E formaldeide acetaldeide acetone l'effetto elettron donatore stabilizza il carbonile acetone idratato acetaldeide idratata formaldeide idratata c.r. l'ingombro sterico destabilizza il composto idratato Consideriamo ora i fattori sterici. Nelle molecole idratate i sostituenti sono più vicini tra loro rispetto alla molecola di partenza, infatti, durante la reazione, l’angolo di legame passa da 120° (sp2) a 109° (sp3). La presenza di gruppi metilici CH3, più ingombranti degli atomi di idrogeno, destabilizza le molecole idratate che quindi sono meno stabili se sono più sostituite. L’ordine di stabilità è allora: acetone idratato < acetaldeide idratata < formaldeide idratata Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 2 www.pianetachimica.it Nel grafico precedente, sulla destra, si vede che l’ingombro sterico destabilizza i prodotti idratati e rende meno favorevole il ∆G° (come è indicato dalla freccia a destra) e quindi abbassa la K di equilibrio. Questo è in accordo con il fatto che la molecola meno stabile, l’acetone idratato, si forma meno (0,1 %). Concludendo, la reazione di idratazione della formaldeide è la più favorevole e procede con ∆G° < 0. La stessa reazione per l’acetaldeide ha circa ∆G° = 0 infatti l’acetaldeide è idratata circa al 50% in acqua. Per l’acetone, invece, la reazione è svantaggiosa e ha ∆G° > 0, infatti l’acetone è idratato allo 0,1 % in acqua. Con ragionamenti simili si può capire perchè le aldeidi aromatiche, come la benzaldeide, sono meno reattive delle aldeidi alifatiche. L’anello aromatico stabilizza il carbonile donando elettroni per risonanza. −O H O H C C benzaldeide + La benzaldeide, come l’acetone, è idratata solo allo 0,1 % in acqua. La reazione di idratazione avviene molto più velocemente se viene condotta in ambiente leggermente acido o basico cioè con catalisi acida o basica, cerchiamo di capirne il motivo studiando il meccanismo di reazione. Esaminiamo per prima la catalisi acida. :O : H + H O + H2O: H H3 C + OH2 HO H H3 C OH HO C C C C H3C .. H3 C H H acetaldeide idratata acetaldeide 50 % Nel primo passaggio, il carbonile si protona sull’ossigeno e questo lo rende molto più reattivo verso l’acqua, un nucleofilo debole. La molecola, durante la reazione, è neutra o positiva, non compaiono mai cariche negative. Nella catalisi basica, invece, mostrata qui sotto, il carbonile non viene modificato, la reazione accelera perchè in ambiente basico il nucleofilo diventa più reattivo infatti al posto dell’acqua reagisce OH−. − .. .. − O :O: OH :OH C H3C H3C acetaldeide + C H − OH C H OH HO H H3C OH H acetaldeide idratata 50 % La molecola, durante la reazione, è neutra o negativa, non compaiono mai cariche positive. Notate che in tutti e due i casi si ottiene la stessa percentuale di acetaldeide idratata, 50 %, cioè non viene modificata la K di equilibrio. La catalisi, infatti, influenza solo la velocità di reazione perchè offre un diverso meccanismo alla reazione con una diversa energia di attivazione, ma l’equilibrio non viene modificato. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 3 www.pianetachimica.it Addizione di alcoli, sintesi di acetali Le aldeidi e i chetoni reagiscono con due molecole di alcol in catalisi acida per dare gli acetali. Il semiacetale che si forma inizialmente per addizione di una molecola di alcol è instabile e in genere non è isolabile, ma reagisce con una seconda molecola di alcol e si trasforma velocemente in acetale, un dietere geminale. OH OH O H + OH + CH3 CH2 CH3 C CH3 C H acetaldeide O CH2 CH3 H H etanolo CH2 CH3 O CH3 CH2 CH3 C + O CH2 CH3 + H2 O H 1-etossietanolo (semiacetale) 1,1-dietossietano (acetale) In questa reazione le aldeidi reagiscono più facilmente dei chetoni come avviene nell’addizione di acqua. Il meccanismo della formazione del semiacetale è identico a quello di idratazione delle aldeidi con catalisi acida. .. .. O: H + O H + :OH CH2 CH3 CH3 C CH3 C H OH CH3 C H H OH + O CH2 CH3 CH3 C O CH2 CH3 H H La reazione però non si ferma qui: in ambiente acido il semiacetale si disidrata attraverso la formazione di un carbocatione stabilizzato per risonanza. La reazione avviene a freddo in ambiente leggermente acido. Ci si può chiedere perchè questa disidratazione sia così facile, mentre quella dei normali alcoli, che si disidratano per formare alcheni, richiede 140 °C e H2SO4 concentrato. La differenza è dovuta al fatto che nei semiacetali è presente un secondo ossigeno che aiuta l’espulsione di acqua formando un carbocatione stabilizzato per risonanza, come è illustrato qui sotto: .. : OH H + CH3 C CH3 C O CH2 CH3 .. + OH2 : OH .. CH3 C O .. CH2 CH3 H H + O CH3 C CH2 CH3 CH2 CH3 H + CH3 C H + O .. O .. CH2 CH3 H CH2 CH3 O O CH3 C CH2 CH3 CH2 CH3 O CH2 CH3 carbocatione stabilizzato per risonanza H H La reazione, in ambiente acido, è reversibile e quindi l’aldeide viene trasformata nell’acetale se c’è un eccesso di alcol, mentre l’acetale viene idrolizzato liberando l’aldeide se c’è un eccesso di acqua. I chetoni sono meno reattivi delle aldeidi e producono acetali con difficoltà. La reazione però può essere condotta con successo allontanando l’acqua per distillazione azeotropica con benzene (7% acqua, 74% benzene, 19% etanolo). La reazione può anche essere favorita riducendo lo svantaggio entropico dovuto alla diminuzione del disordine molecolare (tre molecole ne producono due). Questo accade negli zuccheri quando l’alcol e l’aldeide (o il chetone) appartengono alla stessa molecola e si ottiene un semiacetale ciclico. Questo accade anche utilizzando un diolo al posto delle due molecole di alcol. Usando 1,2-etandiolo o 1,3-propandiolo si ottiene un acetale ciclico come quello illustrato qui sotto. O OH OH C CH3 CH2 CH3 2-butanone + CH2 CH2 1,2-etandiolo Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova + H O O CH3 CH2 CH3 + H2O 2-etil-2-metil-1,3-dioxolano 80 % Aldeidi e chetoni 4 www.pianetachimica.it Gli acetali sono stabili alle basi, in questo assomigliano agli eteri. Il gruppo alcossido, infatti, è un pessimo gruppo uscente. Questo consente di usare l’acetale come gruppo protettore di una aldeide per eseguire reazioni in ambiente basico, nel quale le aldeidi sono instabili (perchè possono reagire con i nucleofili o dare condensazione aldolica). Consideriamo, per esempio, la seguente reazione. O O CH2 C CH3 C CH3 C CH CH2 C C CH3 4-esin-2-one 4-pentin-2-one Per allungare la catena è necessario trattare l’alchino con sodioamide per ottenere l’acetiluro che poi, per reazione con ioduro di metile, permette di allungare la catena. Questi passaggi in ambiente basico non sono possibili se è presente il chetone, in particolare l’anione acetiluro darebbe condensazione con il chetone formando un alcol superiore. Se però si protegge il chetone trasformandolo in acetale, allora la reazione diventa realizzabile. OH OH O CH2 CH2 CH2 C CH3 C CH H O O CH3 CH2 C C CH3 CH3 I C CH3 CH2 C CH CH3 CH2 C C: − O H2O H O O C + C − NH2 O O CH3 C + CH2 C C CH3 Un altro esempio è la seguente reazione di riduzione: O O O OH CH3 C CH2 CH2 CH2 CH3 C CH2 CH2 C OH acido 4-oxopentanoico 5-idrossipentan-2-one Con LiAlH4, i chetoni si riducono più facilmente degli acidi carbossilici, quindi per ridurre ad alcol solo il carbossile è indispensabile proteggere il gruppo chetonico trasformandolo in acetale. OH OH O O CH2 CH2 CH3 C CH2 CH2 C H OH O O LiAlH4 C + CH3 O O O C O CH2 CH2 C CH3 − CH2 CH2 CH2 OH O O O C CH3 O H2O − H CH2 CH2 CH2 OH CH3 C CH2 CH2 CH2 + Gli acetali non possono essere preparati in ambiente basico. La reazione procede fino alla formazione del semiacetale, ma a questo punto l’ossigeno etereo non può trasformarsi in un nucleofilo migliore (non ha un H+ da perdere) e quindi non è in grado di spingere OH− fuori dalla molecola. L’alcossido può strappare un H+ solo dal gruppo OH e questo spinge la reazione indietro. .. − :O: O CH3 C CH3 −.. CH2 CH3 :O: O CH2 CH3 H3 C HO H O CH2 CH3 O Et C .. − :O: C CH3 H3C CH3 semiacetale Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova CH2 CH3 l'alcossido può strappare un H+ solo dal gruppo OH Aldeidi e chetoni 5 www.pianetachimica.it Addizione di acido cianidrico Aldeidi e chetoni possono reagire con acido cianidrico per formare cianidrine. O OH pH 10 + CH3 C HCN CH3 CH H acetaldeide C N 2-idrossipropanonitrile (cianidrina) La reazione viene condotta con catalisi moderatamente basica, a pH 10. Il pH deve essere abbastanza alto da generare una quantità sufficiente di ione CN−, la specie che fa l’attacco nucleofilo al carbonile, (HCN ha pKa 10) ma non deve diventare troppo basico per consentire all’alcossido, che si forma durante la reazione, di protonarsi. La reazione si conduce quindi con NaCN a pH 10, al quale si ha 50% di CN− e 50 % di HCN, e si mantiene a pH 10 aggiungendo H2SO4 goccia a goccia. O − :C CH3 C − .. :O: H CH3 CH C N N pH 10 H2SO4 H OH CN CH3 CH C N goccia goccia La reazione di sintesi delle cianidrine è facilmente reversibile. Trattando la cianidrina con metossido di sodio CH3ONa, in ambiente quindi decisamente basico, si può spingere a sinistra la reazione mostrata sopra. CH3 CH .. − :O: .. − H O CH3 O ..: C N CH3 CH O C + CH3 C N − :C N H Dato che la reazione delle cianidrine è così facilmente reversibile, può essere usata sia per allungare sia per accorciare la catena di atomi di carbonio di uno zucchero. Viene anche utilizzata per la sintesi degli α idrossiacidi, qui vediamo la sintesi di acido lattico a partire da acetaldeide. O CH3 C OH pH 10 + HCN CH3 CH H2O C N H H acetaldeide + 2-idrossipropanonitrile (cianidrina) OH CH3 CH COOH acido lattico Una variante di questa reazione che parte da un cloruro acilico produce invece un α ossiacido, qui vediamo la sintesi di acido piruvico. O CH3 C O pH 10 + Cl cloruro di acetile HCN CH3 C H2 O C N H 2-oxopropanonitrile Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova + O CH3 C COOH acido piruvico Aldeidi e chetoni 6 www.pianetachimica.it Addizione di ammoniaca e derivati L’ammoniaca e i suoi derivati (ammine primarie e secondarie, idrossilammina, fenilidrazina, ecc.) sono molecole nucleofile e quindi reagiscono regolarmente con aldeidi e chetoni con una reazione di sostituzione nucleofila nella quale l’azoto si lega con doppio legame al carbonio e viene espulsa acqua. Si formano gli analoghi azotati di aldeidi e chetoni. Aldeidi e chetoni, reagendo con ammoniaca e ammine primarie, formano immine. Il pH della reazione deve essere intorno a 5, cioè abbastanza acido da permettere di ottenere una sufficiente quantità di aldeide o chetone con il carbonile protonato, ma non troppo acido perché l’ammina verrebbe trasformata in ione ammonio che non è più nucleofilo. O NH pH 5 + CH3 C CH3 C NH3 NH2 H acetaldeide N CH2 CH3 pH 5 CH3 C CH2 CH3 + CH3 C H2O H etanimmina H acetaldeide O + + H2O H N-etilideneetanammina etanammina Le immine ottenute dall’ammoniaca sono reattive e possono polimerizzare per attacco dell’azoto (che resta parzialmente nucleofilo) sul carbonile. Queste immine, quindi, vengono fatte reagire immediatamente nello stesso ambiente di reazione. Con NaBH4, per esempio, le immine si riducono ad ammine, oppure per reazione con lo ione cianuro le immine formano le corrispondenti cianammine che possono essere idrolizzate ad amminoacidi. O NH + NH3 CH3 C CN − NH2 CH3 CH CN CH3 C H H H acetaldeide etanimmina NH2 H2 O CH3 CH COOH + 2-amminopropanonitrile (cianammina) alanina (amminoacido) La sintesi delle immine avviene in due tempi. Prima si ha l’addizione nucleofila dell’ammina all’aldeide (o al chetone) con formazione di una molecola simile ai semiacetali chiamata carbinolammina, poi questa perde una molecola d’acqua per formare l’immina finale. .. O: H + O H + CH3 C : NH2 CH2 CH3 CH3 C H + CH3 C NH CH2 CH3 H OH OH CH3 C NH CH2 CH3 H H H carbinolammina .. :OH CH3 C NH CH2 CH3 H H + + OH2 CH3 C NH .. CH2 CH3 H carbinolammina Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova + NH CH2 CH3 CH3 C N CH2 CH3 CH3 C H H N-etilideneetanammina Aldeidi e chetoni 7 www.pianetachimica.it Aldeidi e chetoni reagendo con ammine secondarie formano le enammine. N O + CH3 C CH3 CH3 H N CH2 CH3 pH 5 CH2 C CH2 CH3 + H2O H H N-metiletanammina acetaldeide N-etil-N-metiletenammina L’azoto dell’ammina secondaria non ha due idrogeni da perdere per formare i due nuovi legami con il carbonio, quindi non si può formare un’immina neutra. Quando la carbinolammina, che si forma inizialmente, perde una molecola d’acqua, si forma uno ione immonio, questo perde la carica positiva attraverso una tautomeria che produce l’enammina. CH3 .. O: H + O H + CH3 C CH2 CH3 CH3 C H OH CH3 C H .. :OH CH3 C : NH H CH3 N .. + OH2 + CH3 C CH2 CH3 H H H N .. + N H OH CH3 CH3 C CH2 CH3 CH2 C CH2 CH3 CH2 CH3 carbinolammina CH3 N CH2 CH3 + N CH2 CH3 tautomeria H H ione immonio carbinolammina N H CH3 CH3 CH3 CH2 C H N-etil-N-metiletenammina Aldeidi e chetoni reagendo con idrossilammina formano le ossime. Mentre con fenilidrazina formano i fenilidrazoni. Queste reazioni sono molto simili a quelle che formano le immine con le ammine primarie. O N OH pH 5 + CH3 C CH3 C NH2 OH acetaldeide idrossilammina O etanal ossima N pH 5 + H2O H H CH3 C + NH2 NH NH + CH3 C H2O CH3 CH3 fenilidrazina acetone acetone fenilidrazone O2 N O2 N O CH3 C CH3 acetone N pH 5 + NH2 NH NO2 2,4-dinitrofenilidrazina NH NO2 + CH3 C H2 O CH3 acetone 2,4-dinitrofenilidrazone I derivati 2,4-dinitrofenilidrazoni sono poco solubili e formano un precipitato cristallino che presenta un punto di fusione caratteristico e diverso per ogni aldeide e chetone. Per questo motivo un tempo questa sintesi veniva utilizzata per identificare un’aldeide o un chetone in base al punto di fusione del suo derivato 2,4-dinitrofenilidrazone. Oggi si preferisce identificare le molecole organiche per via strumentale con la spettroscopia IR, NMR o di massa. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 8 www.pianetachimica.it Addizione di reattivi organometallici I reattivi organometallici come i reattivi di Grignard (magnesio organici), i litio organici e gli acetiluri di sodio reagiscono con aldeidi e chetoni con una addizione nucleofila che forma alcoli superiori. Queste sono quindi reazioni importanti dal punto di vista sintetico. Con la formaldeide si ottengono alcoli primari, con le aldeidi si ottengono alcoli secondari, con i chetoni si formano alcoli terziari. O MgBr O OH H2O etere C + CH2 CH2 CH3 H H 1-propilmagnesio formaldeide bromuro CH2 CH2 CH2 CH3 1-butanolo MgBr O OH etere + CH3 C H acetaldeide CH2 CH2 CH3 CH3 CH CH2 CH2 CH3 1-propilmagnesio bromuro 2-pentanolato magnesio bromuro O O MgBr + C CH3 C CH2 CH2 CH3 CH3 acetone H2 O 2-pentanolo OH CH2 CH2 CH3 H2 O CH3 C CH2 CH2 CH3 CH3 2-metil-2-pentanolo CH3 2-metil-2-pentanolato magnesio bromuro 1-propilmagnesio bromuro CH3 CH CH2 CH2 CH3 MgBr etere H3C CH2 CH2 CH2 CH3 1-butanolato magnesio bromuro MgBr O MgBr I reattivi litio organici si comportano in modo analogo ai magnesio organici. Qui vediamo la sintesi di un alcol β-γ insaturo. Li Li O O etere + CH CH2 C H benzaldeide CH CH CH2 1-fenil-2-propen-1-olato litio vinillitio OH H2 O CH CH CH2 1-fenil-2-propen-1-olo Gli acetiluri si sommano ad aldeidi e chetoni producendo alcoli acetilenici. La reazione è del tutto analoga a quella dei reattivi di Grignard e litio organici. O O MgBr OH etere C + H H formaldeide Na C C CH2 C CH3 1-propinilsodio C CH3 H2 O CH2 C 2-butin-1-olato magnesio bromuro C CH3 2-butin-1-olo Il meccanismo di reazione consiste in un attacco concertato dell’ossigeno del carbonile sul magnesio positivo e del carbonio del reattivo organometallico (che ha carattere carbanionico) sul carbonio del carbonile. Si forma quindi un sale alcossido nel quale il legame ossigeno-magnesio è in buona parte ionico. Il trattamento con acqua ci dà l’alcol per reazione acido base con l’alcossido. MgBr .. O: MgBr O etere C H + CH2 CH2 CH3 CH2 CH2 CH2 CH3 OH H2O CH2 CH2 CH2 CH3 H Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 9 www.pianetachimica.it Addizione di ilidi del fosforo (reazione di Wittig) Le ilidi del fosforo sono composti nei quali il fosforo è legato ad un carbonio con carattere carbanionico e condensano facilmente con aldeidi e chetoni per produrre alcheni nei quali la posizione del doppio legame è determinata senza incertezze. La sintesi comincia con la preparazione della ilide che si ottiene in due passaggi. Nel primo si tratta un alogenuro alchilico con trifenilfosfina per ottenere un sale di alchil-trifenilfosfonio. (C6H5)3P : CH3 + trifenilfosfina + (C6H5)3P Br bromometano − Br CH3 metiltrifenilfosfonio Questo, per trattamento con una base forte, come sodiometil metil solfossido (in dimetilsolfossido), produce la ilide, un alchilidene-trifenilfosforano. H + (C6H5)3P Na O O CH2 + CH2 S metiltrifenil fosfonio CH3 CH3 S CH3 (C6H5)3P sodiometil metil solfossido CH2 O ..− + (C6H5)3P CH2 metilenetrifenilfosforano (ilide) + CH3 S CH3 dimetilsolfossido Come base, in alternativa, si può anche usare butillitio (in tetraidrofurano). La ilide non viene isolata e viene subito fatta reagire aggiungendo l’aldeide o il chetone nel pallone di reazione. (C6H5)3P + CH2 metilenetrifenilfosforano (ilide) CH3SOCH3 O cicloesanone + CH2 (C6H5)3P O ossido di trifenilfosfina metilenecicloesano Il meccanismo di reazione prevede un attacco concertato dell’ossigeno del carbonile sul fosforo positivo e del carbonio con parziale carattere carbanionico della ilide al carbonile del chetone. L’intermedio di reazione è un anello a quattro atomi che si rompe per formare da una parte l’alchene finale e dall’altra l’ossido di trifenilfosfina che possiede un doppio legame fosforoossigeno particolarmente stabile (130 kcal/mol). Ph Ph Ph Ph P+ :O : O − : CH2 Ph Ph P Ph CH2 Ph Ph CH2 P + O Se il gruppo alchilico della ilide è asimmetrico, e anche il composto carbonilico è asimmetrico, allora si possono formare miscele di alcheni cis e trans. L’alchene più stabile si forma in quantità maggiore. O CH3 (C6H5)3P + C CH3 C CH2 CH3 H etilidenetrifenilfosforano ilide CH3SOCH3 H3 C CH3 C CH3 CH2 2-butanone + C H CH3 CH2 C H3C 90 % (E) CH3 C H 10 % (Z) Per identificare il gruppo carbonilico e la ilide che servono per preparare un certo alchene, bisogna immaginare di tagliare l’alchene in corrispondenza del doppio legame. I due frammenti ottenuti vanno preparati uno come composto carbonilico e l’altro come ilide o viceversa. H3 C CH3 Spesso le sintesi Wittig possono essere progettate in due modi diversi, la scelta del frammento da preparare come composto carbonilico oppure come ilide è C C legata anche alla loro disponibilità. CH CH H 3 2 Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 10 www.pianetachimica.it Riduzione ad alcoli La riduzione su grande scala di aldeidi e chetoni per ottenere alcoli viene eseguita con idrogeno e catalizzatore, Ni, Pt, Pd o Ru. In queste condizioni, però, il doppio legame degli alcheni si riduce molto più velocemente del carbonile, quindi per questa via non è possibile ridurre aldeidi e chetoni ad alcoli senza ridurre anche un eventuale doppio legame carbonio-carbonio presente nella molecola. O OH Pt + CH3 CH2 C H2 CH3 CH2 CH2 H 1-propanolo propanale O OH Pt + CH3 CH CH C CH3 H2 CH3 CH2 CH2 CH CH3 2-pentanolo pent-3-en-2-one In laboratorio, aldeidi e chetoni vengono di solito ridotti ad alcoli utilizzando sodio boroidruro NaBH4 o litio alluminio idruro LiAlH4. Questi idruri metallici complessi sono inerti nei confronti dei doppi legami carbonio-carbonio e quindi permettono una riduzione più selettiva rispetto all’idrogenazione catalitica. H + Na H B − H Li H + H Al − H H H sodio boroidruro litio alluminio idruro NaBH4 è un riducente piuttosto blando che viene usato in solvente alcolico o acquoso. Può ridurre solo aldeidi, chetoni e cloruri acilici (i derivati più reattivi degli acidi), mentre non riduce gli acidi carbossilici e gli altri derivati né i doppi legami di alcheni e alchini. Permette quindi di ridurre in modo selettivo il gruppo carbonilico di aldeidi e chetoni in molecole che possiedono anche altri gruppi funzionali. Tutti e quattro gli ioni idruro di NaBH4 sono reattivi. L’estere borico, che si ottiene dopo la riduzione, viene idrolizzato per leggero riscaldamento per liberare l’alcol finale. − OR B OR RO O 4 CH3 CH2 C O metanolo + NaBH4 CH3 CH2 CH2 − H2O / OH calore H estere borico propanale O + NaBH4 OH 4 CH3 CH CH CH CH3 − 2) H2O / OH pent-3-en-2-one O pent-3-en-2-olo O OH 1) metanolo + 4 CH3 C CH2 C O − 4 CH3 CH2 CH2 + B(OH)4 1-propanolo 1) metanolo 4 CH3 CH CH C CH3 OH CH3 NaBH4 − 2) H2O / OH metil 3-oxobutanoato Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova 4 O CH3 CH CH2 C O CH3 metil 3-idrossibutanoato Aldeidi e chetoni 11 www.pianetachimica.it LiAlH4 è un riducente molto più reattivo e viene distrutto anche da tracce di acqua, per questo viene utilizzato in etere e va trattato con le stesse precauzioni necessarie per i reattivi di Grignard. Oltre ad aldeidi e chetoni, LiAlH4 può ridurre anche altre molecole più difficili da ridurre come gli acidi carbossilici e i loro derivati, esteri, ammidi, nitrili, ecc. ma è inattivo verso alcheni e alchini. Anche qui dalla riduzione si ottiene un estere che viene idrolizzato per riscaldamento con acqua in ambiente basico per liberare l’alcol finale. − OR Al OR RO O O etere + LiAlH4 4 CH3 CH2 C CH3 CH2 CH2 − H2O / OH calore H OH − 4 CH3 CH2 CH2 + Al(OH)4 estere propanale O OH 1) etere + LiAlH4 4 CH2 CH C H 1-propanolo − 4 CH2 CH CH2 + Al(OH)4 − 2) H2O / OH propanale prop-2-en-1-olo Meccanismo di reazione: Gli idruri complessi riducono il carbonile per trasferimento di uno ione idruro dal boro (o dall’alluminio) al carbonio del carbonile e il contemporaneo attacco dell’ossigeno del carbonile al boro o all’alluminio. Questa riduzione non può essere realizzata usando un normale idruro metallico, come NaH, perché questo libera H−, lo ione idruro, che da solo non è abbastanza nucleofilo perchè i suoi elettroni si trovano in un orbitale 1s troppo piccolo per dare una buona sovrapposizione con l’orbitale LUMO del carbonile (che ha le dimensioni di un orbitale 2p del carbonio). Gli idruri complessi, invece, hanno orbitali di dimensioni adatte e la reazione avviene con un trasferimento di idruro, non con un attacco dello ione idruro libero. Vediamo il meccanismo nella reazione dell’acetaldeide con sodio boroidruro che produce etanolo. :O: H CH3 C H H B − H H L’attacco iniziale del sodio boroidruro all’aldeide è un attacco concertato che può essere meglio capito vedendolo in due tempi: H O H H CH3 C H RO − B O CH3 C H − H CH3 C O H B H H H CH3 C H H O H H H tutti e 4 gli ioni idruro sono riducenti H H 3 CH3 C OR OR H B .. − :O: − B .. − :O: .. − :OH calore (4 volte) 4 CH3 C OH H − + B(OH)4 H OH 4 CH3 C H H H La meccanismo di reazione del LiAlH4 è del tutto identico a questo. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 12 www.pianetachimica.it Riduzione ad idrocarburi Le aldeidi e i chetoni possono essere ridotti direttamente ad idrocarburi con tre diverse reazioni: la riduzione di Clemmensen, la riduzione di Wolff-Kishner, la desolforazione dei tioacetali. Esistono comunque altre vie di riduzione “creative” che possono essere realizzate in più passaggi, ad esempio si possono fare le seguenti trasformazioni: 1) chetone => alcol => bromuro alchilico => alcano O CH3 C CH3 OH 1) NaBH4 − 2) H2O / OH CH3 CH CH3 acetone Br PBr3 2-propanolo Zn / HCl CH3 CH CH3 CH3 CH2 CH3 2-bromopropano propano MgBr Mg HCl CH3 CH CH3 CH3 CH2 CH3 bromuro di isopropilmagnesio propano Oppure: 2) chetone => alcol => alchene => alcano O CH3 C CH3 OH 1) NaBH4 2) H2O / OH − acetone H2SO4 CH3 CH CH3 H2 / Pt CH3 CH CH2 CH3 CH2 CH3 propene propano 2-propanolo Le tre reazioni classiche operano la riduzione in modo più veloce e conveniente. La riduzione di Clemmensen riduce aldeidi e chetoni con zinco in amalgama di mercurio in HCl concentrato. O Zn / Hg CH3 C CH3 CH3 CH2 CH3 HCl conc acetone propano Questa reazione non segue lo schema [chetone => alcol => cloruro alchilico => alcano], infatti un alcol non si riduce in queste condizioni. Piuttosto, durante la reazione il chetone si lega sulla superficie del metallo formando intermedi zinco organici. Le molecole sensibili agli acidi non possono essere ridotte con la reazione di Clemmensen dato che è condotta in HCl concentrato. I chetoni che sopportano l’ambiente basico possono essere ridotti ad idrocarburi con la riduzione di WolffKishner, con idrazina, trietilenglicole , KOH a 175 °C, oppure, in una variante più moderna, con idrazina e poi con dimetilsolfossido e terzbutossido a 30 °C. Le aldeidi, invece, non sopportano l’ambiente basico e non possono essere ridotte con questa reazione. O N NH2NH2 CH3 C CH3 acetone CH3 C NH2 DMSO CH3 tBuO − CH3 CH2 CH3 + N2 propano 2-propanone idrazone Nella prima parte della reazione si prepara l’idrazone, questo viene isolato e poi viene fatto reagire in un solvente polare aprotico, dimetilsolfossido DMSO, nel quale una base come terzbutossido è molto più reattiva perché non deve fare legami idrogeno col solvente. Questo permette di eseguire la reazione a temperatura ambiente. H H N N CH3 C H − .. :O .. N tBu CH3 CH CH3 H O idrazone − .. :O .. N CH3 N tBu N H O tBu −.. CH3 CH CH3 CH3 CH2 CH3 tBu propano tautomeria Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 13 www.pianetachimica.it Se l’aldeide o il chetone non sopportano nè l’ambiente acido nè quello basico, si può eseguire la riduzione operando in assenza di acidi e basi. Si trasforma il carbonile in un tioacetale e si esegue una idrogenazione catalitica con nichel Raney, polvere di nichel saturata con idrogeno. Lo zolfo viene estratto dalla molecola e incorporato nel catalizzatore che viene così “avvelenato”. Per questo si usa nichel e non platino! SH O CH3 C CH3 SH S S CH2 CH2 Ni Raney CH3 C CH3 CH3 CH2 CH3 propano 2,2-dimetil-1,3-ditiolano (tioacetale) acetone Ossidazione Le aldeidi vengono ossidate facilmente ad acidi carbossilici da una varietà di reattivi. Il più utilizzato è forse il Cr(VI) sotto forma di bicromato in ambiente acquoso acido nel quale si forma acido cromico H2CrO4. Le aldeidi reagiscono nella forma idratata come si è visto nel capitolo sugli alcoli. Solo se possiedono dei gruppi OH, infatti, le aldeidi possono formare esteri dell’acido cromico che sono l’intermedio chiave della reazione di ossidazione. O H2O / H + CH3 C OH CH3 C H acetaldeide O H2CrO4 CH3 C OH H acetaldeide idratata H2SO4 OH acido acetico Ricordiamo brevemente il meccanismo: O + O H CH3 C OH CH3 C Cr O Cr OH + O CH3 C H O .. : .. H2O: H H + OH O OH OH O O .. CH3 C OH .. H .. H2O: H + HO Cr OH2 + O H + CH3 C H2O .. : H O O E2 OH Cr HO OH estere dell'acido cromico L’intermedio è un estere dell’acido cromico che subisce una reazione di eliminazione E2 per produrre il doppio legame C=O dell’acido carbossilico. I reattivi di Fehling, Benedict e Tollens ossidano le aldeidi ad acidi carbossilici, vengono usati solo a scopo analitico e non preparativo soprattutto coi carboidrati. Nei saggi di Fehling e Benedict il reattivo ossidante è il Cu2+ che in ambiente basico ossida le aldeidi ad acidi carbossilici. Si forma un precipitato rosso mattone di ossido rameoso Cu2O che permette di confermare la presenza di aldeidi. O + CH3 C 2 Cu2+ + 5 OH − H O CH3 C + O− Cu2O + 3 H2O precipitato rosso mattone Il reattivo di Fehling è composto di due soluzioni da mescolare al momento dell’uso: soluzione A: NaOH e tartrato di sodio (un complessante del Cu2+); soluzione B: CuSO4. Il tartrato impedisce per qualche tempo al rame di precipitare come idrossido e questo consente di eseguire la reazione. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 14 www.pianetachimica.it Il reattivo di Benedict, invece, consiste in un’unica soluzione: NaOH, citrato di sodio e CuSO4. Si può conservare senza che il rame precipiti come idrossido perchè il citrato è un complessante più forte del tartrato. Nel saggio di Tollens il reattivo è costituito da una soluzione ammoniacale di AgNO3. Il reagente ossidante è Ag+ che ossida le aldeidi ad acidi carbossilici. Precipita argento metallico che forma uno specchio sulle pareti di vetro. O O + CH3 C 2 Ag+ + 3 NH3 + CH3 C H2O H + 2 Ag 3 NH4+ + O− precipitato a specchio I chetoni si ossidano solo se viene rotto uno dei legami C−C a ridosso del carbonile, ma per questo servono condizioni forti di ossidazione. Per esempio il permanganato a caldo attacca il doppio legame degli enoli che si trovano in equilibrio con i chetoni per tautomeria cheto-enolica. Dato che il chetone può formare l’enolo a sinistra o a destra del carbonile, si ottengono miscele di prodotti e la reazione è di scarso interesse. Più interessante è la reazione di Baeyer Villiger cioè l’ossidazione con perossiacidi che trasforma i chetoni in esteri. Qui vediamo l’ossidazione con acido perossiacetico dell’acetofenone che dà fenil acetato. O O C CH3 O O + CH3 C O + CH3 C O O CH3 C H OH In questa reazione l’ossigeno perossidico del perossiacido (in grassetto e indicato da una freccia) si inserisce nel legame C−C a fianco del carbonile che così diventa un estere. La reazione avviene con catalisi acida. Il meccanismo è il seguente: + OH C OH OH CH3 .. H O .. O C CH3 C CH3 .. O: O O O H + C CH3 + OH O C O CH3 O+ CH3 + OH .. :OH C C OH CH3 O C trasposizione CH3 del fenile C CH3 −H O + O O C CH3 Per chiarezza i due passaggi centrali del meccanismo sono stati mostrati distinti anche se in realtà l’espulsione dell’acido e la trasposizione avvengono contemporaneamente. Il gruppo che traspone mantiene la configurazione. Se nel chetone ci sono due gruppi diversi (come nell’esempio) quello che traspone è prevedibile in base alla seguente gerarchia: terz-alchile > sec-alchile > > fenile > n-alchile > metile Nell’esempio qui sopra, quindi, migra il gruppo fenile piuttosto del metile. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 15 www.pianetachimica.it Alfa alogenazione Le aldeidi, trattate con Cl2 o Br2, si ossidano formando acidi carbossilici. I chetoni enolizzabili, invece, trattati con Cl2 o Br2 vengono alogenati in posizione alfa. La reazione procede in modo molto diverso a seconda che sia condotta in catalisi acida o basica. O O + H2O / H C H3 C CH2 CH3 + C Cl2 H3 C catalisi acida − H2O / OH C H3C CH2 CH3 + 3 Cl2 HCl O C −O catalisi basica 2-butanone + CH3 Cl 3-cloro-2-butanone 2-butanone O CH CH2 CH3 + + CHCl3 3 Cl − propanoato La velocità di questa reazione è v = k [chetone] cioè dipende solo dalla concentrazione del chetone, e non dipende da quella dell’alogeno, questo suggerisce che nello stadio lento si formi l’intermedio enolo e che questo poi reagisca velocemente con l’alogeno. Con la catalisi acida si ha la monoalogenazione del chetone dalla parte più sostituita, quindi nella prima reazione qui sopra si forma 3-cloro-2-butanone e non 1-cloro-2-butanone. Il cloroderivato, inoltre, è meno reattivo del chetone di partenza (il doppio legame dell’enolo è destabilizzato dal cloro elettronegativo) e quindi, se si usa una sola mole di Cl2, si ha la monoalogenazione. Inoltre, poichè lo stato di transizione è simile all’enolo, la reazione procede attraverso l’enolo più stabile, cioè quello col doppio legame più sostituito. OH + :O: C H3C CH CH3 H + O H C H3 C CH H H 2-butanone .. :OH Cl C O CH H3C CH3 CH veloce CH3 C tautomeria H3 C H CH3 O .. − :Cl .. : Cl CH enolo più stabile H C H3C CH3 :O : H + Cl OH H C H3C CH CH3 Cl meno reattivo del chetone iniziale enolo Con la catalisi basica si ha la polialogenazione del chetone dalla parte meno sostituita. Lo stato di transizione non assomiglia ad un enolo, ma ad un anione e dato che gli anioni meno sostituiti sono più stabili, lo strappo dell’H+ avviene dal lato meno sostituito. L’intermedio simile ad un anione ha poi un’altra conseguenza, risulta più stabile se è alogenato (il cloro elettronegativo stabilizza la carica negativa). Quindi il chetone monoalogenato è più acido (pKa 14) del chetone iniziale e la seconda alogenazione è più veloce della prima e l’eventuale terza alogenazione (nel caso di metilchetoni) è ancora più veloce. O C H2C CH2 CH3 − .. :OH .. 1^ tautomeria lenta .. − : O: O C H2 C .. − H 2-butanone (pKa 20) O C Cl HC CH2 CH3 −.. :OH .. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Cl CH2 CH3 Cl C Cl più veloce H2 C enolato meno sostituito .. − :O: 2^ tautomeria H chetone monoalogenato (pKa 14) più acido del chetone iniziale Cl C CH2 CH3 HC Cl CH2 CH3 enolato Aldeidi e chetoni 16 www.pianetachimica.it O Cl C 3^ tautomeria − .. : OH .. C CH2 CH3 ancora più veloce H chetone dialogenato ancora più acido Cl C Cl C Cl CH2 CH3 Cl enolato − .. :O: − .. :OH .. C Cl C Cl Cl O .. − :O: CH2 CH3 O C Cl Cl Cl OH C CH2 CH3 − .. :OH .. CH3 CH2 C Cl Cl chetone trialogenato Cl O C: − H H OH Cl O Cl CH3 CH2 C Cl O− ione propanoato C H Cl cloroformio Il chetone trialogenato che si forma può perdere un carbonio per idrolisi basica. Infatti il metile trialogenato è diventato CCl3 e si è trasformato in un buon gruppo uscente dato che la carica negativa sul carbonio è stabilizzata per effetto induttivo dai tre atomi di cloro. Si ottiene quindi CCl3− e acido propanoico. CCl3− si protona e diventa cloroformio CHCl3 mentre l’acido, in ambiente basico, forma lo ione carbossilato. Dal metilchetone originale (2-butanone) abbiamo ottenuto il sale dell’acido propanoico, un acido carbossilico con un carbonio in meno rispetto al chetone di partenza. Questa reazione è tipica dei metilchetoni ed è nota come reazione aloformio, il gruppo metilico del chetone viene perso come cloroformio e il metilchetone diventa un acido carbossilico con un carbonio in meno. Un tempo la reazione iodoformio veniva usata per il riconoscimento qualitativo dei metilchetoni. Se, trattando la sostanza incognita con KI, Cl2, NaOH, si osservava la formazione di un precipitato giallo, iodoformio appunto, allora la sostanza incognita era un metilchetone. Ecco la reazione nel caso dell’acetone. O C H3 C + 4 OH CH3 − O + 6 KI + 3 Cl2 acetone CH3 C O− − + CHI3 + 6 KCl + 3 H2O + 3 I iodoformio Il Cl2 ossida KI formando I2, questo viene attaccato dall’intermedio enolato che dopo tre alogenazioni con I2 perde iodoformio CHI3 che forma un precipitato giallo. Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova Aldeidi e chetoni 17 www.pianetachimica.it Addizione e condensazione aldolica Le aldeidi, se trattate in ambiente acquoso moderatamente basico, danno addizione aldolica, cioè due aldeidi si sommano tra loro per formare una beta idrossi aldeide chiamata aldolo. O 2 OH CH3 CH2 C − CH3 CH2 C H2O H OH H O CH C H CH3 3-idrossi-2-metilpentanale β-idrossialdeide propanale Il carbonio in alfa di un’aldeide si lega al carbonile di una seconda aldeide per formare una molecola con una catena di carboni più lunga che è chiamata aldolo (aldeide e alcol). Anche questa reazione, come l’alogenazione, procede attraverso la formazione di enoli. Il primo passaggio della reazione è dunque la tautomeria cheto enolica catalizzata dalle basi che produce enolati. L’intermedio enolato dà poi una reazione di addizione nucleofila al carbonile di un’altra aldeide con formazione di un alcossido che nell’ultimo passaggio si protona formando l’aldolo. La pKa dell’idrogeno in alfa dei chetoni e delle aldeidi è circa 20, cioè si tratta di un idrogeno 1025 volte più acido di un normale idrogeno di un alcano che ha pKa circa 45. H − .. : OH .. O CH3 CH C −.. CH3 CH C H2O H O− O CH3 CH C H tautomeria H enolato .. − :O: O CH3 CH2 C H ..− CH C O CH3 H H O OH CH C CH3 CH2 C H CH3 OH CH3 CH2 C H H O CH C CH3 H Mentre con le aldeidi l’addizione aldolica in ambiente basico è spostata a destra, con i chetoni è spostata a sinistra e quindi i chetoni formano solo tracce di aldolo (a freddo) perchè il carbonile dei chetoni è meno reattivo sia per l’effetto induttivo dei sostituenti che per l’ingombro sterico che destabilizza i prodotti. Se la reazione, però, viene condotta in ambiente acido, anche i chetoni reagiscono e danno condensazione aldolica (cioè addizione ed eliminazione). Infatti il beta idrossi chetone che si forma in minima quantità espelle una molecola d’acqua producendo un chetone alfa beta insaturo, che si sottrae all’equilibrio e trascina a destra la reazione. La condensazione in ambiente acido di aldeidi e chetoni produce composti carbonilici alfa beta insaturi e viene chiamata condensazione aldolica. La condensazione può avvenire anche in ambiente basico se si conduce la reazione a temperatura elevata, a 80 - 100 °C. O H 2 CH3 CH2 C H2O CH3 OH + CH3 CH2 C O CH C CH3 CH3 CH3 H O + − H2O CH3 CH2 C CH3 CH3 β-idrossichetone (tracce) 2-butanone C C CH3 chetone alfa-beta insaturo Il meccanismo di reazione inizia con la tautomeria cheto enolica catalizzata dagli acidi: .. O: CH3 CH2 C CH3 H + OH + H2O CH3 CH C H CH3 2-butanone Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova OH tautomeria H2O ..: CH3 CH C CH3 enolo Aldeidi e chetoni 18 www.pianetachimica.it L’enolo attacca il chetone protonato con una addizione nucleofila: + OH .. :OH CH3 CH2 C CH C CH3 CH C CH3 CH2 C CH3 CH3 + OH OH CH3 CH3 CH3 beta idrossi chetone (tracce) Il beta idrossi chetone perde il gruppo OH in modo estremamente facile. Bisogna quindi invocare un meccanismo diverso da quello della normale disidratazione degli alcoli che invece avviene con difficoltà e richiede 150 °C e H2SO4 concentrato. L’H+ in posizione alfa in questa molecola può essere strappato facilmente grazie alla tautomeria cheto enolica. Il beta idrossi enolo che si forma può espellere acqua invece di ricreare il chetone. La reazione è favorita anche dal fatto che la molecola finale, il chetone alfa beta insaturo, ha il doppio legame coniugato col carbonile, quindi è stabilizzato per risonanza. H OH .. H2O: CH3 tautomeria OH C C CH3 CH2 C + OH CH3 CH3 CH3 CH2 C .. :OH + C CH3 CH3 CH3 + OH − H2O C CH3 CH2 C CH3 CH3 CH3 H beta idrossi enolo (tracce) C C C CH3 CH2 C beta idrossi chetone (tracce) + OH2 OH O C CH3 CH2 C CH3 CH3 CH3 C CH3 CH3 beta idrossi enolo (tracce) C CH3 chetone alfa-beta insaturo 3,4-dimetiles-3-en-2-one Le aldeidi che non possiedono alfa idrogeni non sono enolizzabili e quindi non possono dare addizione aldolica. Questi sono tre esempi: O O H C H CH3 C H H3 C C CH3 formaldeide benzaldeide O C H 2,2-dimetilpropanale Tuttavia se queste aldeidi vengono trattate in ambiente molto basico si rivelano instabili e vanno incontro ad una reazione di ossidoriduzione interna, una dismutazione conosciuta come reazione di Cannizzaro. O O C H 2 − OH H2 O / H + OH C + H2O benzaldeide Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova CH2 OH acido benzoico alcol benzilico Aldeidi e chetoni 19 www.pianetachimica.it La reazione procede per trasferimento di uno ione idruro dal dianione di un’aldeide idratata ad un’altra aldeide. Dopo neutralizzazione si ottiene un acido carbossilico ed un alcol. Il meccanismo è il seguente: O .. − : OH .. C H .. − : OH .. − O C O− C OH O − H H benzaldeide dianione O .. − :O : − O C trasferimento di idruro C H − O O + C H O− H C H dianione L’addizione aldolica tra aldeidi diverse è chiamata addizione aldolica incrociata, questa reazione porta in generale a miscele di prodotti a causa del fatto che un’aldeide può addizionarsi sia con sè stessa che con l’altra aldeide. Quindi, da due aldeidi A e B, si possono ottenere i prodotti AA, BB, AB, BA. Se tuttavia la reazione avviene tra un’aldeide che può solo essere attaccata ma non è capace di attaccare (un’aldeide non enolizzabile) e un chetone che può solo attaccare, ma non può essere attaccato (i chetoni non si addizionano in ambiente basico perchè il loro carbonile è poco reattivo), allora la reazione procede con successo. O O O C H + benzaldeide H3C CH CH C CH3 − OH C CH3 H2O acetone 4-fenil-but-3-en-2-one Notate che in questa reazione, nonostante l’ambiente basico, si è ottenuto un chetone alfa beta insaturo. Questo è dovuto al fatto che il doppio legame è particolarmente stabilizzato non solo dal carbonile, ma anche dalla coniugazione con l’anello benzenico. In questo caso è molto difficile impedire la disidratazione dell’aldolo. Si può avere addizione aldolica incrociata anche tra un chetone ed una aldeide qualsiasi, a patto di far reagire l’aldeide con un grande eccesso dell’enolato del chetone. Questo si realizza trattando il chetone con una base molto forte come LDA (litio diisppropilammide, pKa 36) che lo trasforma tutto nel suo enolato e poi aggiungendo goccia a goccia l’aldeide. Questa non ha il tempo di trasformarsi in enolato, ma reagisce con l’eccesso di enolato del chetone che trova in soluzione. O O O LDA H C H3C CH3 CH2 C C CH3 acetone THF H2 C .. − CH3 enolato dell'acetone Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova H2O OH O CH3 CH2 CH CH2 C CH3 4-idrossiesan-2-one Aldeidi e chetoni 20 www.pianetachimica.it Reazione con LDA, litio diisopropil ammide LDA, litio diisopropil ammide, si prepara per trattamento di diisopropil ammina con butillitio o con litio metallico: H N + diisopropil ammina .. − N .. THF Li butillitio + Li + LDA butano E una base molto forte (pKa 36) ma ingombrata a causa dei due sostituenti isopropilici che le impediscono di agire da nucleofilo, per questo nelle reazioni si comporta solo da base senza attaccare il carbonile. Il trattamento di un chetone (pKa 20) con una base molto forte (pKa 36) ma ingombrata, come LDA, lo trasforma al 100% nel suo enolato. Questo è nucleofilo e può essere fatto reagire con una varietà di molecole. Nella pagina precedente abbiamo visto che può reagire con una aldeide, ma può reagire anche con alogenuri alchilici (metilici o primari) e con cloruri acilici. Nella reazione di un chetone con LDA e poi con un cloruro alchilico si ottiene un chetone con una catena di atomi di carbonio più lunga. Se il chetone è asimmetrico, la carica negativa si forma dalla parte meno sostituita se la reazione viene condotta a bassa temperatura -70 °C, cioè sotto controllo cinetico. Cl O LDA C H3 C CH3 THF acetone O O CH3 CH2 CH2 C H2 C CH3 .. − enolato dell'acetone CH3 CH2 CH2 CH2 C CH3 esan-2-one Trattando un chetone con LDA e poi con un cloruro acilico si ottiene un β dichetone: O O LDA C H3C CH3 acetone THF O CH3 CH2 C C H2 C CH3 .. − enolato dell'acetone Prof. Mauro Tonellato – ITIS Marconi – Padova O Cl O CH3 CH2 C CH2 C CH3 esan-2,4-dione Aldeidi e chetoni 21