Corso di Psicologia delle disabilità e dell’integrazione a.a. 2013-2014
Dott.ssa Nicoletta Businaro
14 ottobre 2013
In queste lezioni…
Rappresentazioni della
persona con disabilità
(da parte degli studenti)
Excursus storico
Modelli concettuali
e operativi
Definizioni di
disabilità
Quando senti il termine «Disabilità» cosa ti viene in mente?
Cos’è una rappresentazione?
Quali sono le funzioni di una rappresentazione?
Quali possono essere i vantaggi delle rappresentazioni?
Quali gli svantaggi?
Excursus storico
Mondo Greco e
Romano
Medioevo
1500-1600-1700
1800
1900-2000…
Mondo Greco e Romano
Aristotele nella «Politica e De generazione animalium» auspicava una legge
che proibiva l’allevamento dei bambini deformi.
Seneca nell’Epistulae pensava alla distruzione della «progenie snaturata».
Nell'antica Sparta, i bambini malati o deformi venivano gettati dal monte
Taigeto. Nell’antica Roma venivano gettati dalla rupe Tarpea.
Perché?
Ideali della società:
Bruttezza e Malattia=
Forza (fisica ed intellettuale),
Colpa e maligna volontà divina
Bellezza
Tardo Medioevo
Le «nascite mostruose» erano considerate segni dell’ira divina e preannuncio
di imminenti catastrofi.
La credenza di quell’epoca era che le persone malformi fossero il frutto di
rapporti sessuali con animali o con lo stesso diavolo.
Era diffusa l’idea che la causa della nascita di un bambino menomato fosse
legata a qualche colpa dei genitori, alla condotta sbagliata nei confronti di Dio
e fosse dunque interpretabile come il segno della riprovazione divina che
marchiava la famiglia e la sottoponeva a una dura prova (Pompa, 1984).
1500-1600
-
Valorizzazione della ragione
-
Produttività e benessere economico e materiale vengono considerati come
segni divini.
-
Le conoscenze mediche e scientifiche sull’uomo erano scarse
-
Disabile escluso dalla civiltà perché incapace di partecipare con efficienza
al progresso. Considerato zavorra che ostacola il benessere, nemico
sociale da cui ci si deve difendere con l’esclusione (Pompa, 1984). Prime
forme di detenzione, allontanamento e segregazione per le persone
disabili (carceri, lazzaretti) (Schmitt, 1987).
1500-1600
«Ruota degli esposti» o «degli innocenti» che consentiva di
abbandonare in modo anonimo un figlio indesiderato.
Attraverso una ruota di legno, posta orizzontalmente,
situata nelle pareti delle chiese e comunicante tra interno
ed esterno veniva posto il bambino.
Il primo utilizzo di tale pratica si fa risalire al 1188, in
Italia l’ultima ruota fu chiusa a Padova chiusa nel 1888.
Società basata su:
produttività, salute e religiosità
Disabile:
improduttività, malattia
ed eresia
1700
Periodo dell’Illuminismo (ideale della Ragione).
La disabilità viene intesa come malattia da curare ed oggetto di
studio.
La disabilità si trasforma da “animalità” ad “anomalia umana”.
Persone disabili collocate in opportuni spazi per evitare
il «contagio».
1765 in Francia: il medico Philippe Pinel, direttore dell'ospizio di Bicétre a
Parigi, propone la riforma degli ospizi, chiedendo maggiore igiene negli
ambienti, attrezzature adeguate, riconoscimento della libertà dei pazienti e
la fine delle terapie repressive, come le docce gelate o le frustate e
l'abolizione delle catene.
Pinel porta la sua attenzione verso la condizione del paziente e propone un
cambiamento di atteggiamento verso la persona (Canevaro, Goussot, 2000).
Ricordiamo che già Comenio (1592-1609), uno dei padri dell’educazione,
sosteneva che ogni persona ha impressa in sé l’immagine di Dio e necessita
di realizzare la propria umanità.
1800
Si inizia ad adottare un approccio educativo verso la persona con disabilità,
con attenzione sia allo sviluppo cognitivo che affettivo al fine di un
inserimento nella società.
Sèguin (allievo di Itard) il quale nel 1839 fonda la prima scuola per
l’educazione integrale dei ritardati e propone l’integrazione sociale e
lavorativa delle persone disabili.
Nel 1846 pubblica Traitement Moral, Hygiène, et Education des Idiots.
Questo lavoro è considerato il primo libro che tratta in modo sistematico i
bisogni speciali dei bambini con disabilità intellettiva.
1900
Primi del 1900: scuole speciali ed istituti medico-psico-pedagogici per i
disabili psichici adolescenti ed adulti.
Sono principalmente le istituzioni religiose, le Opere Pie e gli Istituti di
Beneficienza a prestare assistenza alle persone con disabilità, a provvedere
alla loro educazione ed ad avviarle ad un’occupazione lavorativa.
1923 Riforma Gentile: ri-organizzazione sistema scolastico italiano
Scuole per
normodotati
Classi Differenziali
per alunni
svantaggiati (con
quoziente intellettivo
poco inferiore a
quello normale)
Scuole Speciali per
alunni con minorazioni
psichiche gravi e per
handicappati sensoriali
della vista e dell’udito
1900
1947: Costituzione Italiana
Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia
nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.
Negli anni settanta troviamo le prime sostanziali applicazioni dei principi
della costituzione.
1900
Legge 118 del 1971: supera il modello dello scuole speciali (senza abolirle)
prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, su iniziativa della
famiglia, nelle classi comuni delle scuole pubbliche dell’obbligo.
Legge 517 del 1977: diritto alla frequenza scolastica di tutti i portatori di
handicap, in classi che non devono superare i 20 alunni.
«In tali classi devono essere assicurati la necessaria integrazione specialistica, il servizio sociopsico-pedagogico e forme particolari di sostegno secondo le rispettive competenze dello Stato e
degli enti locali preposti, nei limiti delle relative disponibilità di bilancio e sulla base del
programma predisposto dal consiglio scolastico distrettuale».
Si riconosce l'importanza di interventi educativi individualizzati e finalizzati al
pieno sviluppo della personalità degli studenti, prevede attività integrative
nell'ambito della programmazione educativa e indica criteri per l'utilizzazione
degli insegnanti di sostegno.
Dunque:
- Abolizione delle classi speciali
- Gli studenti disabili vengono inseriti nelle classi comuni
- Si crea la figura del docente di sostegno, qualificato da specifica
formazione. Al docente di sostegno si affianca l’educatore.
Le scuole speciali dal 1958 al 1981 (Fonte Istat)
http://www.anep.it/biblioanep/uploads/4f046002-8607-dcc2.pdf
1900
Sentenza della Corte Costituzionale 215 del 1987: si dichiara illegittimo il
3° comma dell'art. 28 della Legge 118/71 nella parte in cui in riferimento
ai soggetti portatori di handicap prevede che «sarà facilitata» anziché
disporre che «è assicurata» la frequenza delle scuole medie superiori.
Circolare Ministeriale 262 del 1988: dichiarazione del diritto pieno e
incondizionato di tutti i soggetti disabili (indipendentemente dal tipo e
dalla gravità del deficit) di frequentare le scuole superiori.
Breve riepilogo Leggi Italiane sull’Integrazione…
Albanese O. (a cura di) (2006, p.52)
Legge 104 del 1992
Le norme della Legge 104/92 enunciano il diritto all’Integrazione
Scolastica
Formazione
Professionale
Lavorativa
Sociale
Vengono definiti gli strumenti essenziali dell’integrazione scolastica degli
alunni disabili:
-- il Profilo Dinamico Funzionale: delinea il funzionamento dell’alunno in
termini positivi
-- il Piano Educativo Individualizzato per ciascun alunno disabile che indica
gli obiettivi formativi e didattici, i contenuti, le strategie ed i criteri di
valutazione
2000
Legge 3 marzo 2009, n. 18
Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilita', con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13
dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione
delle persone con disabilità (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 61 del 14 marzo 2009).
5. L'Osservatorio ha i seguenti compiti:
a) promuovere l'attuazione della Convenzione di cui all'articolo 1 ed elaborare il rapporto
dettagliato sulle misure adottate di cui all'articolo 35 della stessa Convenzione, in raccordo con il
Comitato interministeriale dei diritti umani;
b) predisporre un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle
persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale;
c) promuovere la raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità,
anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali;
d) predisporre la relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità, di cui all'articolo
41, comma 8, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, come modificato dal comma 8 del presente
articolo;
e) promuovere la realizzazione di studi e ricerche che possano contribuire ad individuare aree
prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la promozione dei diritti delle persone con
disabilità.
6. Al funzionamento dell'Osservatorio è destinato uno stanziamento annuo di 500.000 euro, per gli
anni dal 2009 al 2014.
A livello internazionale: Nazioni Unite e Comunità Europea
Parigi 1948: Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti (…) ad ogni individuo
spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente dichiarazione, senza
limitazione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di
opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita
o di altra condizione».
Negli anni ‘70 si hanno le prime sostanziali applicazioni della dichiarazione in
ambito di disabilità all’interno di un modello medico-assistenziale.
A livello internazionale: Nazioni Unite e Comunità Europea
Vienna 1993: Dichiarazione e Programma d’azione. Conferenza Mondiale delle
Nazioni Unite sui Diritti Umani.
«Tutti i diritti umani e le libertà fondamentali sono universali e includono senza riserve le
persone disabili. Ogni persona è nata uguale alle altre e vanta gli stessi diritti alla vita e al
benessere, all'educazione e al lavoro, a vivere in modo indipendente e all'attiva partecipazione a
tutti gli aspetti della società.
Qualsiasi discriminazione diretta o altro trattamento discriminatorio negativo verso una persona
disabile, pertanto, è una violazione dei suoi diritti. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani si
appella ai governi, ove necessario, affinché adottino o adeguino la legislazione per assicurare
l'accesso a questi e ad altri diritti per le persone disabili.
64. Il posto delle persone disabili è ovunque. Alle persone disabili dovrebbero essere garantite
uguali opportunità, attraverso l'eliminazione di tutte quelle barriere socialmente determinate,
siano esse fisiche, finanziarie, sociali o psicologiche, che escludono o restringono la piena
partecipazione alla società.
Nel diritto allo studio le persone disabili devono essere inseriti nei cicli educativi normali nei
limiti del possibile, con l’eventuale aiuto di insegnanti di sostegno e di supporti adatti.
Il diritto al lavoro è visto come fondamentale e imprescindibile per tutte le persone, soprattutto
per le persone disabili visto che si ritiene legato alla dignità umana».
Ginevra 2002: Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani della Nazioni
Rapporto “Human Rights and Disability”.
Madrid 2002. Dichiarazione di Madrid.