Possono essere definite come: “l’applicazione delle biotecnologie alla soluzione dei problemi ambientali” o come: “l’uso integrato di scienze naturali e scienze ingegneristiche allo scopo di realizzare l’applicazione di organismi, cellule, parti di essi e analoghi molecolari per uno sviluppo sostenibile” (European Federation of Biotechnology) Insieme delle conoscenze atte a realizzare l’applicazione di organismi, cellule o parti di esse per uno sviluppo sostenibile Le biotecnologie ambientali si occupano della salvaguardia delle risorse naturali rilevamento della presenza di contaminanti; trattamento rifiuti solidi, liquidi e emissioni gassose; sviluppare prodotti e processi che generano meno rifiuti e riducono il consumo energetico; risanamento di aree contaminate Uso di sistemi biologici (microrganismi) per la rimozione di contaminanti organici da sistemi acquatici e terrestri. Questo processo si basa sulla diversità metabolica delle comunità microbiche naturali BIORISANAMENTO: Applicazione dei trattamenti biologici alla bonifica del suolo, sottosuolo e acque sotterranee inquinati Basato sull’accelerazione o l’attivazione dell’attività microbica mediante controllo della concentrazione di nutrienti (N, P) e l’aggiunta di altri reagenti per ottenere la mineralizzazione del composto organico o la sua trasformazione in composti organici diversi e meno nocivi Creazione delle condizioni ambientali ottimali per biodegradazione la Per stimolare l’attività dei microrganismi si parla di: Biostimolazione: aggiunta di nutrienti (N,P), accettori di elettroni (ossigeno), donatori di elettroni (metano, lattato) Bioaugmentation: aggiunta di microrganismi esogeni all’ambiente del sito contaminato; tali mocrorganismi possono essere selezionati da popolazioni già presenti sul sito oppure possono essere ottenuti da varietà isolate in laboratorio da batteri noti per la capacità di degradare specifici composti BIOMONITORAGGIO: rilevamento della presenza di contaminanti chimici mediante BIOSENSORI 1) BIOCONVERSIONE: permette di sfruttare il potenziale metabolico dei m.o. per ottenere una grande varietà di composti organici: etanolo, acidi organici, acetone, butanolo, amminoacidi, antibiotici utilizzo delle capacità enzimatiche dei microrganismi per la trasformazione di composti come idrocarburi aromatici, alifatici e altri, di particolare interesse ambientale 2) 3) BIORISANAMENTO DA METALLI PESANTI VALUTAZIONE DEL TRATTAMENTO BIOLOGICO Quesiti fondamentali per la scelta della metodologia BIOREMEDIATION Principali tecnologie utilizzate nella BIOREMEDIATION • Trattamento biologico aerobico di acque di scarico, • • • • • • civili e industriali Pretrattamento anaerobico di acque di scarico con elevato BOD (domanda chimica di ossigeno) Digestione anaerobica di fanghi urbani Digestione anaerobica di rifiuti solidi organici Compostaggio di rifiuti organici Trattamento di emissioni gassose mediante biofiltri Biorisanamento di suoli contaminati La possibilità di applicare un trattamento biologico dipende: struttura molecolare dell’inquinante Caratteristiche chimico-fisiche dell’inquinante: struttura chimica, distribuzione dei contaminanti tra le varie fasi, concentrazione, tossicità, solubilità, pressione di vapore, costante di Henry, punto di ebollizione Caratteristiche ambientali: nutrienti, ossigeno, accettori di elettroni, umidità, pH, temperatura CLASSE DI COMPOSTI FACILITA’ DI BIODEGRADAZIONE Composti monocromatici (BTEX,alcoli, fenoli, ammine Molto facile Idrocarburi alifatici fino a C 15 Molto facile Idrocarburi alifatici C 12-C20 Moderatamente Facile Idrocarburi alifatici >C20 Idrocarburi monoclorurati Idrocarburi policlorurati Idrocarburi policiclico aromatici (IPA) Policlorobifenili (PCB) fitofarmaci Moderatamente Facile Moderatamente Facile Difficile Difficile Difficile Difficile Devono essere biodegradabili e facilmente attacabili dai microrganismi, fungendo così da substrato di crescita della biomassa stessa; Devono essere solubili per facilitare l’attacco da parte dei microrganismi Devono essere presenti in concentrazioni non troppo elevate altrimenti potrebbero risultare tossici per i microrganismi Conversione dei contaminanti in prodotti finali del metabolismo biologico (es. CO2 , H 2O, e sali ) CO H 2 , O 2 Biotrasformazione riferita a processi biologici dove i prodotti finali non sono minerali ma composti organici intermedi non tossici La Biodegradazione consiste in processi di liberazione di energia da composti organici e la loro conseguente ossidazione Utilizzazione e degradazione dei contaminanti da parte dei microrganismi Contaminanti possono servire come: - Substrato Primario facilmente disponibile e degradabile: fonte energetica - Substrato Secondario fornisce energia, ma è difficilmente degradabile, i tempi di degradazione sono lunghi (periodi di adattamento) - Substrato Cometabolico trasformazione fortuita di un composto Secondo le ultime stime, i microrganismi analizzati fino ad oggi sono in grado di degradare 650 composti diversi, utilizzando circa 450 enzimi che generano almeno 700 reazioni di interesse per la bioremediation DEGRADAZIONE METABOLICA Tipica degli inquinanti facilmente biodegradabili − 2− O2 , NO3 , SO4 , CO2 , Fe3+ , Mn7+ , Mn5+ costituiscono i più comuni accettori di elettroni DEGRADAZIONE COMETABOLICA Contaminanti organici resistenti alla degradazione metabolica ( recalcitranti o refrattari) e per quelli la cui degradazione metabolica avverrebbe troppo lentamente (persistenti) enzima metabolico che catalizza la degradazione in condizioni di routine di una data sostanza (substrato primario o cometabolita) determina contemporaneamente e casualmente la degradazione di un secondo composto (substrato secondario) Classi di percorsi metabolici: Ossidazione aerobica: l’ossigeno funge da accettore di elettroni C6 H6 + 7.5O2 → 6CO2 + 6H2O Ossidazione anaerobica: altri composti fungono da accettori (nitrati,solfati, CO2 ) C6 H 6 + 6 H + + 6 NO3− → 6CO2 + 3N 2 + 6 H 2O Declorurazione riduttiva anaerobica: sostituzione di un atomo di cloro con un atomo di idrogeno (tetracloroetiliene) Cometabolismo: degradazione indiretta ad opera di un enzima prodotto da organismi impegnati in altre reazioni C6H6 benzene Aerobica Anaerobica Denitrificazione Riduzione del Manganese Riduzione del Ferro Riduzione dei solfati Metanogenesi Ossidazione Cometabolismo − 2− O 2 , NO 3 , Fe 3 + , SO 4 , Mn 7 + , Mn 5 + L’elevata capacità adsorbente del batterio gram-negativo Arthrobacter, ubiquitario dei suoli, nei confronti di Pb, Cu, Zn, Cr, Mo, Fe, Mn. Alcuni di questi elementi vengono assorbiti prevalentemente sulla parete polisaccaridica (Cr, Cu, Co, Cd) altri (Zn, Fe, Pb) attraversano la parete cellulare accumulandosi dentro la cellula batterica (BIOACCUMULO) Comportamenti analoghi sono stati osservati su funghi del suolo che presentano la parete cellulare capace di complessare ioni metallici. In particolare la capacità del Trichoderma viride Fungo ubiquitario del suolo. BIORISANAMENTO VANTAGGI Costi di installazione contenuti Bassi consumi energetici Terreni bonificati biologicamente attivi Ridotti rischi di lisciviazione e di volatilizzazione dei contaminanti BIORISANAMENTO SVANTAGGI Valutazione preventiva dell’efficacia dell’intervento Monitoraggio preventivo delle condizioni ambientali Ridotta conoscenza della biodegradabilità dei contaminanti L’uso delle piante (sia erbacee che arboree) per rimuovere, eliminare, contenere o rendere meno pericolosi i contaminanti come metalli pesanti, composti organici e radioattivi nel suolo e nelle acque. La phytoremediation, detta anche botano- remediation, agroremediation vegetative remediation, Serie di tecnologie che utilizzano differenti piante ai fini dell’estrazione, accumulo e distruzione dei contaminanti. APPLICABILITA’ I contaminanti influenzati dai processi di phytoremediation sono: Metalli pesanti [Cd, Cr(VI), Pb, Co, Ni, Se, Zn]; Esplosivi (TNT, DNT, TNB, RDX, HMX); Specie radioattive (Cs, Sr, U); Solventi clorurati; Policlorobifenili (PCB); Idrocarburi policiclico aromatici. Fitofarmaci clorurati; Insetticidi organofosfati; Nutrienti; Sostanze emulsionanti. Tipo di suolo; Il contenuto di acqua nel suolo; La temperatura che influenza vari meccanismi di phytoremediation; La disponibilità di nutrienti; La fotodegradazione degli inquinanti dovuta ai raggi ultravioletti nello strato superficiale; Rizodegradazione Fitodegradazione Fitostabilizzazione Fitovolatilizzazione Fitoestrazione (indotta, continua) L’effetto della simbiosi tra piante e microrganismi del suolo che caratterizza la rizosfera: le piante attraverso l’apparato radicale essudano sostanze ricche di carbonio organico (zuccheri, acidi, proteine) ed enzimi nella rizosfera queste sostanze stimolano la proliferazione dei microrganismi i microrganismi degradano, metabolizzano e mineralizzano i composti organici riducendoli in composti innocui fonte di nutrimento per le piante migliorando le caratteristiche del suolo Assorbimento diretto dal suolo dei contaminanti senza il coinvolgimento dei microrganismi presenti nella rizosfera. Il contaminante assorbito viene degradato attraverso processi interni di metabolizzazione: le molecole organiche complesse sono trasformate in molecole organiche semplici, che sono incorporate nei tessuti vegetali favorendo la crescita della pianta, i cataboliti non tossici possono essere accumulati nei tessuti vegetali. PAHs (Polycyclic Aromatic Hydrocarbons) Sperimentazioni in serra hanno dimostrato una maggiore scomparsa di tali composti nei terreni vegetati rispetto ai terreni non vegetati, pari a 10 mg/kg Fitofarmaci La biodegradazione è influenzata dalla presenza delle piante. Nei terreni in cui è presente la vegetazione la degradazione dei fitofarmaci è maggiore, si hanno valori di rimozione pari a 0,5 mg/g per l’atrazina Solventi clorurati La mineralizzazione del TCE (Tricloetilene) aumenta in un suolo vegetativo con leguminose Fito degradazione: applicazioni Acque contaminate con fenoli sono state trattate in reattori ex sito Usando enzimi ossidoreduttasi derivati dalle radici di alcune piante Le piante permettono l’adsorbimento e la precipitazione dei contaminanti, riducendone la mobilità e la migrazione nell’acquifero Richiede piante tolleranti all’effetto tossico di elevate concentrazioni dei metalli. Le piante riducono la mobilità del metallo tramite l’assorbimento e l’accumulo nell’apparato radicale. L’effetto stabilizzante delle piante è anche idoneo per terreni nei quali i metalli sono stati preventivamente immobilizzati con altri metodi. Il processo può essere applicato anche per la rimozione di composti organici idrofobici (Kow > 3) Le piante adsorbono inquinanti organici, che vengono degradati dal metabolismo vegetale e successivamente eliminati per volatilizzazione attraverso gli stomi. La fitovolatilizzazione si applica ai solventi clorurati (TCE) Tricloetilene e a contaminanti inorganici come selenio (dimetilato di selenio) e in particolare mercurio monometil, dimetilmercurio). ORGANICI INORGANICI • Fitodegradazione • Fitoestrazione • Rizodegradazione (attività • Fitostabilizzazione batterica) • Rilascio di enzimi attivi utili nella rizosfera • Fitovolatilizzazione Phytoextraction, accumulo ed estrazione dei contaminanti nei tessuti delle piante da raccolto; 1. 2. 3. 4. 5. Una frazione di metallo viene assorbita nelle pareti radicali La frazione biodisponibile viene trasportata dalle pareti cellulari all’interno delle cellule Una frazione di metallo viene assorbita dalle radici e accumulata all’interno del vacuolo (tonoplasto) La frazione mobile attraversa la membrana e si muove attraverso lo xilema Il metallo viene trasportato dalle radici alla parte aerea (germogli e foglie) E’ stato osservato che il 99% del Cadmio adsorbito dalle radici di riso passa nelle parti epigee della pianta e si accumula anche nella granella PHITOEXTRACTION DI METALLI PESANTI Caratteristiche delle specie vegetali da utilizzare nella fitoestrazione Brassicaceae Specie coltivate: Mais, leguminose Piante transgeniche • Metallo-tolleranti • Adattabilità •Apparato radicale sviluppato • Sviluppo di biomassa • Alta capacità di traslocazione • Velocità di crescita (ciclo di vita breve) • Alta traspirazione I metalli vengono rimossi per assorbimento dalle radici e traslocazione nelle parti aeree della pianta (fusto, foglie). Le piante vengono poi colte ed eliminate mentre il sito è sottoposto a cicli successivi di crescita fino ad abbassare la concentrazione del metallo a livelli accettabili. Piante iperaccumulatrici nelle foglie (peso secco)accumulano almeno 0,1% di metallo (g/ 100 g s.s.) Helichrysum italicum (iperaccumulatore) [Fam. Compositae] Juncus compressus [Fam. Juncaceae] Festuca arundinacea [Fam. Graminaceae] (apparato radicale profondo) Mirabilis jalapa (sp. ad alta produzione di biomassa) [Fam. Nyctaginacee] Helichrysum italicum Juncus compressus Mirabilis jalapa Festuca arundinacea Lupinus albus (tollerante, azoto fissatrice) [Fam. Leguminose] Zea mais (sp. ad alta produzione di biomassa) [Fam. Graminaceae] Helianthus annus Zea mais [Fam. Compositae] Helianthus annus Lupinus albus Impiego di agenti chelanti sintetici per aumentare la disponibilità dei metalli o I chelanti sono composti molto stabili che sono però più facilmente assorbibili dalle specie vegetali o Es. EDTA o DTPA (1 g/kg suolo prima della piantumazione) o acido citrico Impiega additivi chimici per mobilizzare il contaminante e renderlo disponibile all’assorbimento da parte del vegetale EDTA per Pb Fosfato per As Caratteristiche dei contaminanti •Devono essere biodegradabili e facilmente attaccabili dai microrganismi, fungendo così da substrato di crescita della biomassa stessa; •Devono essere solubili per facilitare l’attacco da parte dei microrganismi; •Devono essere presenti in concentrazioni non troppo elevate altrimenti potrebbero risultare tossici per i microrganismi; I prodotti di degradazione derivanti dal metabolismo microbico devono essere meno pericolosi e meno tossici rispetto al contaminante iniziale. Problematiche relative alla fitoestrazione indotta •Mobilità del contaminante lungo il profilo del suolo •Dosi eccessive possono essere tossiche per la pianta anche nei cicli successivi Definizione degli interventi di natura chimica per incrementare la biodisponibilità dei metalli: In particolare della tempistica delle aggiunte e le concentrazioni. Dove si può fare una Phytoremediation •In aree dove destinazione d’uso e analisi dei rischi sono compatibili con i lunghi tempi di trattamento; •La contaminazione è poco profonda (< 5m) •Gli inquinanti sono affini alle diverse componenti colloidali. Vantaggi Limiti Confronto con le tradizionali Tecniche di Bonifica •È una tecnologia “in situ” •Bassi costi •Applicabilità ad un ampio range di contaminanti sia organici che inorganici •Minimo disturbo ambientale •Ridotta produzione di rifiuti (circa il 95% se comparata con la collocazione in discarica) •Elevato consenso pubblico Test di Applicabilità: sito specifico La biodisponibilità degli inquinanti: Analisi di speciazione Le specie vegetali più idonee I trattamenti agronomici I tempi di trattamento Test di Applicabilità: sito specifico 1. Test di laboratorio (microcosmo); 2. Test in serra (mesocosmo); 3. Test pilota in campo. Smaltimento della biomassa Destino diversificato a seconda delle concentrazioni di contaminante raggiunto: Inferiore ai limiti stabiliti dalla normativa: compostaggio. Superiore: discarica adeguata Recupero metalli Trattamenti biologici Se l’ossigeno (O2 ) è l’accettore elettronico terminale, il processo è chiamato: BIODEGRADAZIONE AEROBICA Tutti gli altri processi di degradazione biologica sono classificati come: BIODEGRADAZIONE ANAEROBICA Nella maggior parte dei casi, i batteri possono usare un solo accettore elettronico terminale Gli aerobi facoltativi usano ossigeno (O2), ma possono impiegare anche nitrato (NO3− ) , in assenza O2 AZOTO (NH ( NO ( NO Nitrosazione Nitrificazione → NO3 − → N2 3 − S8 → SO 4 H 2S → SO 4 SO 2 → SO 4 → H 2S − − 2 Denitrificazione SO 4 → NO2 3 ) ) ) − − ZOLFO ossidazion e − '' − '' riduzione METALLI Hg Fe 2 + → Fe 3 + Mn 2 + → Mn 4 + Sb 3 + → Sb 5 + → ossidazion e Metilmercurio Decontaminazione dell’acquifero da nitrati presenti nel suolo AGGIUNTA DI AMMENDANTI − DEGRADAZIONE anaerobica NO3 → N 2 • Idrocarburi • Composti clorurati (PCB, TCE) • Esplosivi (TNT, DNT) • Insetticidi • Tensioattivi Moderatamente idrofobici solventi clorurati e composti alifatici di basso peso molecolare. I composti idrofobici sono infatti trattenuti così fortemente alla superficie delle radici da non poter essere traslocati nella pianta. Trattamenti in situ Iniezione diretta di nutrienti, accettori di elettroni e donatori di elettroni Bioventing/biosparging Biobarriere permeabili reattive Trattamenti in situ intrinseci: attenuazione naturale Trattamenti ex situ Biopile Landfarming Compostaggio Bioreattori in fase solida e semisolida • Il contenuto di O2 è il principale fattore limitante nella biodegradation in situ • Se possono essere fornite adeguate quantità di O 2 allora la biodegradation è una tecnica idonea per la remediation • Esistono altri fattori limitanti ma generalmente sono secondari rispetto all’ossigeno. Degradazione del Benzene: C6 H6 + 7.5O2 → 6CO2 + 3H2O Utilizzo di m.o. indigeni I parametri che influenzano la biodegradazione: a) quelli che influenzano la concentrazione e la disponibilità di un certo contaminante; b) quelli che controllano la velocità di reazione Contaminanti che possono essere trattati: 1. 2. Organici; Complessi organo minerali. Vantaggi: economici Svantaggi:tempi lunghi Temperatura favorevole per i microrganismi; Disponibilità di acqua (prossima alla capacità di campo); Nutrienti (N, P, K) in adeguate quantità; Rapporto C: N dei materiali < 30: 1; Materiali addizionati devono essere simili a quelli naturalmente presenti nel materiale organico; Ossigeno in sufficiente quantità; Permeabilità del terreno. fine