PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO Fasi richieste per ottenere piante transgeniche: 1.clonaggio del gene 2.incorporazione del gene in un vettore 3.incorporazione del gene nel DNA della specie ricevente e selezione delle piante trasformate 4.verifica dell'incorporazione del gene e della capacità di esprimere le sue funzioni nella specie ricevente. 2 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO Incorporazione del gene in un vettore e tipi di vettori Il vettore più utilizzato è il plasmide, molecola circolare di DNA capace di replicazione autonoma nella cellula batterica. Si deve distinguere tra vettori utilizzati nella trasformazione con •metodi fisici •Agrobatterio Raramente, si utilizzano anche vettori virali. 3 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO Figura 19.26 Confronto tra vettori virali e plasmidici riguardo alle loro modalità di espressione. 4 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO Figura 19.27 Elementi costitutivi essenziali di un genoma virale e vettore modello per l’espressione transiente di un gene esogeno in pianta. 5 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO Uno dei plasmidi più utilizzati per clonare in E. coli è pbr322: dimensioni ridotte (4363 bp); due marcatori: resistenza all'ampicillina (apr) ed a tetraciclina (tcr); numerosi siti unici di restrizione; integra frammenti di DNA da clonare lunghi fino a ca 10 kb. Esistono varie categorie di vettori: di clonaggio (pbr 322 di E. coli); di trasformazione (pbr 322 + gene marcatore selezionabile); di espressione (pbr 322 + gene marcatore selezionabile + sequenze per la corretta espressione del gene da trasferire). 6 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO DA VIRUS E AGROBATTERI Caratteristiche di un vettore di espressione: dimensioni ridotte per facilitarne l'isolamento e la sopravvivenza nella cellula; presenza di vari siti di restrizione unici per inserire le sequenze da clonare; Capacità di integrarsi nel genoma dell'ospite; presenza di marcatori genici in grado di conferire un vantaggio selettivo alle cellule trasformate presenza di promotori efficienti che garantiscano una attiva trascrizione del DNA inserito. 7 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO AGROBATTERI Chi è Agrobacterum tumefaciens? E’ un batterio gram negativo della famiglia delle Rhizobiacee di forma bastoncellare. È capace di infettare principalmente piante dicotiledoni e causare una crescita paragonabile a quella tumorale, una patologia nota con il nome di galla del colletto. Come agisce Agrobacterum tumefaciens? Possiede un plasmide, chiamato plasmide Ti (Tumor Inducing) di circa 180 kb, che contiene un segmento di DNA, definito T-DNA, che penetra all'interno delle cellule vegetali integrandosi nel loro genoma e ne provoca la crescita incontrollata. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO AGROBATTERI I plasmidi Ti sono costituiti da: un frammento (T-DNA) che viene integrato nel genoma della pianta ospite; la regione Vir che contiene otto operoni responsabili della virulenza; i geni per il catabolismo delle opine; sequenze che coniugazione permettono tra cellule la batteriche; un’origine di replicazione che permette di mantenere il plasmide nel corso della proliferazione delle cellule 9 batteriche. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO DA AGROBATTERI Regione del T-DNA – regione di ca. 50 kb che viene inserita nel DNA della pianta ospite e delimitata da sequenze terminali denominate “RB right border” e “LB - left border“. Una volta inserita nell’ospite, la regione T provoca: geni oncogeni con la crescita tumorale, interferendo mediante i propri produzione di auxine e citochinine della pianta. sintesi delle opine che fungono da substrato metabolico per gli Agrobatteri e stimolano anche la coniugazione del plasmide Ti . 10 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO AGROBATTERI Regione Vir La regione (ca. 40 kb) contiene 8 operoni vir (A, B, C, D, E, F, G ed H), per lo più policistronici (vari ORF), che regolano la sintesi delle proteine indispensabili per il riconoscimento dell’ospite e il trasferimento del T-DNA alle sue cellule. L’espressione dei geni vir avviene solo in presenza di cellule meccanicamente danneggiate. Il trasferimento del filamento -T è in parte analogo alla coniugazione batterica. Le differenze consistono nel superamento della parete e membrana cellulare e del citoplasma dell'ospite e nell'integrazione nel DNA nucleare. 11 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO AGROBATTERI Un meccanismo complesso… 1.Attivazione mediante segnale della pianta (composti fenolici prodotti in seguito a ferita). 2.Induzione del complesso di virulenza (geni Vir) 3.Generazione del pilo per il trasferimento del T-DNA 4.Formazione del T-DNA transfer complex. 5.Trasporto all’interno della cellula vegetale 6.Integrazione nel genoma vegetale PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO DA AGROBATTERI Come sfruttare Agrobacterum tumefaciens per la trasformazione genetica vegetale? L'inattivazione dei geni oncogeni responsabili del tumore porta all'ottenimento di plasmidi "disarmati" che risultano funzionali per il trasferimento ma non causano tumore (vengono mantenute le sequenze di bordo e un marcatore di selezione vegetale o un gene reporter). La virulenza di un particolare ceppo di Agrobatterio dipende da eventuali mutazioni nella regione vir, alcune delle quali hanno consentito di ottenere ceppi ipervirulenti capaci di infettare anche cellule di Monocotiledoni. Clonare all’interno del T-DNA disarmato la sequenza del gene di interesse che verrà trasferito alla cellula vegetale. Si include un polylinker sintetico con vari siti unici di restrizione in cui inserire uno o più geni da trasferire. 13 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO AGROBATTERI PROBLEMA I plasmidi per clonare in E. coli non si replicano in Agrobatterio e i plasmidi Ti non hanno regione di replicazione per E.coli. SOLUZIONE VETTORI COINTEGRATI Un unico plasmide contiene tutte le funzioni necessarie per: • Replicazione autonoma in E.coli e Agrobacterium. • Clonaggio della sequenza del gene di interesse. • Geni per il nella trasferimento cellula vegetale. VETTORI BINARI • • • Due plasmidi separati: Replicazione VETTORE autonoma in E.coli e Agrobacteium. BINARIO Clonaggio della sequenza del gene di interesse. PLASMIDE Geni per il trasferimento nella HELPER cellula vegetale. 14 19.6MODIFICATE PIANTE GENETICAMENTE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO AGROBATTERI Vettori binari (2 plasmidi separati): Un PLASMIDE BINARIO di dimensioni ridotte (ca. 10 kb) con un "mini" T-DNA che porta il gene da trasferire e capace di replicazione autonoma in diverse specie batteriche (es. E. coli e Agrobacterium). Richiedono la presenza di un PLASMIDE HELPER, presente solo nell’Agrobatterio, contenente la regione vir; il plasmide helper deriva da un plasmide Ti "disarmato" e fornisce in trans le funzioni di virulenza. Nell’ Agrobatterio si introducono quindi due plasmidi, entrambi capaci di replicazione autonoma. 16 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO E AGROBATTERI Si esaminano prima le problematiche relative all’utilizzazione dell’Agrobatterio. Numerosi fattori influiscono sull’efficienza globale di trasformazione: La parte iniziale del processo (interazione Agrobatterio-pianta) è maggiormente controllata dal patrimonio genetico dell’Agrobatterio. La fase di integrazione della copia del T-DNA dipende dalle condizioni presenti nelle cellule della pianta e dai fattori che regolano i processi di sintesi e di riparazione del DNA. Nella fase successiva è importante la proliferazione e la differenziazione delle cellule stabilmente trasformate. Necessità di sistemi in vitro caratterizzati da elevato tasso di proliferazione e capacità morfogenica elevata e prolungata nel tempo. In passato, la maggiore limitazione all'uso di A. tumefaciens è stata la specificità per le Dicotiledoni. A partire dal 1995, l’uso di ceppi ipervirulenti ha permesso di trasformare riso e mais utilizzando A. tumefaciens. Oggi quasi tutti i cereali sono trasformabili con Agrobatterio. 18 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO DA AGROBATTERI L’infezione può essere realizzata immergendo gli espianti in una sospensione di Agrobatterio oppure procurando lesioni all’espianto con una lama previamente immersa nella sospensione batterica. Nella fase di co-coltura, gli espianti vengono posti in substrato privo di antibiotico su cui vengono lasciati per pochi giorni. Terminata la fase di co-coltura si procede ad una decontaminazione degli espianti dall’Agrobatterio con antibiotici opportuni. Nella fase selettiva vera e propria, volta all’isolamento delle cellule che esprimono il gene marcatore, al fine di limitare gli “escape” è necessario mantenere l'agente selettivo nelle successive subcolture. 19 19.6MODIFICATE PIANTE GENETICAMENTE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO DA AGROBATTERI 20 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO CON METODI CHIMICO-FISICI Come metodi alternativi all’ A. tumefaciens si sono sviluppati sistemi che non utilizzano un vettore biologico e che quindi prescindono dalle interazioni tipiche tra i componenti di un sistema biologico: •Metodo biolistico •Elettroporazione •PEG/Lisosomi •Microiniezione •Trasformazione mediata dal cloroplasto Ideati principalmente per specie recalcitranti alla trasformazione con Agrobacterium 21 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO CON METODI CHIMICO-FISICI Metodo biolistico: Particelle ricoperte con copie del gene vengono accelerate ad alta velocità per nelle cellule consentire la loro penetrazione bersaglio. ASPETTI TECNICI: microproiettili di tungsteno, oro, platino (1-4 µm di diametro) vengono accelerati a 400-550 m/s mediante l’uso di polvere da sparo, aria compressa, scariche elettriche o gas compressi. Per accelerare maggiormente le microparticelle le si fa aderire ad un “macrocarrier” poi intercettato prima di raggiungere il tessuto bersaglio. Il successo del metodo biolistico dipende dalla capacità di delle microparticelle e dal danno penetrazione procurato alle cellule. TESSUTI BERSAGLIO: callo embriogenico ed organogenico, embrioni immaturi (cereali), polline, meristemi, foglie, endosperma, sospensioni cellulari. 22 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI CHIMICO-FISICI DI TRASFERIMENTO GENICO Il metodo biolistico è particolarmente utile per determinare in tempi brevi (1-2 giorni) l'espressione transiente di geni anche se non integrati nel DNA genomico. Il metodo biolistico permette quindi saggi di espressione transiente in molti tipi di tessuto di specie diverse in tempi brevi. Successivamente si verifica la stabilità dell’espressione a distanza di ca. 12 mesi dopo una fase selettiva: in questo caso, il livello di espressione riscontrato, è maggiormente predittivo dell’integrazione stabile del DNA nel genoma vegetale. 23 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Selezione e rigenerazione delle colture transgeniche Data la bassa frequenza di trasformazione, è necessario utilizzare geni marcatori selezionabili eucariotici per recuperare le cellule trasformate. A tal fine le caratteristiche ideali del gene marcatore sono: la facile identificazione delle cellule che lo esprimono poche possibilità di escape delle cellule non trasformate all'agente selettivo a cui il gene marcatore conferisce resistenza nessun effetto negativo sulla capacità rigenerativa dei tessuti e sulla fertilità delle piante rigenerate i geni marcatori più utilizzati sono: epsp sintetatsi, fosfinotricina acetiltransferasi (PAT, BAR), acetolattato sintetasi, neomicina fosfotranferasi II (NPTII). 25 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Verifica dell'incorporazione del gene e dell’espressione nella pianta e caratterizzazione delle progenie Per essere utilizzabili in programmi di miglioramento genetico le piante transgeniche devono esprimere regolarmente il gene inserito e, qualora si tratti di specie a propagazione sessuata, mantenere inalterato il livello di espressione nelle generazioni successive. L’avvenuta trasformazione e la corretta espressione del transgene si dimostrano a livello genetico, citogenetico, biochimico e fenotipico. Segnali Southern in DNA non digerito ad alto peso molecolare, bande PCR, o segnali da una singola linea putativamente trasformata non sono criteri accettabili poichè è più difficile escludere la possibilità di artefatti in tali dati. 26 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Figura 19.35 Sezione di tessuto fogliare con cellule competenti, non competenti e potenzialmente competenti alla rigenerazione e/o alla trasformazione. 27 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI La sopravvivenza di linee cellulari su substrato selettivo non è sufficiente, poichè vi è la possibilità di escape, di protezione da parte di prodotti secreti da cellule microbiche contaminanti e/o la selezione di mutanti resistenti all'agente selettivo. Saggi enzimatici su estratti cellulari sono inadeguati per la possibile presenza di cellule microbiche contaminanti. L’analisi del fenotipo fornisce indicazioni spesso imprecise a seguito della tenue o mancata espressione e/o a seguito di silenziamento del gene inserito. Dati fenotipici certi richiedono: risultati negativi da controlli non trasformati; un saggio che riveli il prodotto del transgene all'interno delle cellule vegetali distintamente da possibili cellule microbiche contaminanti; preferibilmente, il transgene non sarà espresso in cellule batteriche (GUS con un introne); Non si nota specificità di sequenza per i siti di inserimento nel genoma della pianta. Rispetto al metodo con Agrobatterio, il metodo biolistico integra un maggior numero di copie nel genoma della pianta; 28 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Importante verificare il destino del gene marcatore utilizzato per selezionare gli eventi transgenici e del gene per cui non si applica pressione selettiva; l’orientamento del gene marcatore e del gene da trasferire possono influire sul grado di riarrangiamento e di espressione. La struttura dei transgeni integrati risulta più complessa in assenza di pressione selettiva. La caratterizzazione dei materiali transgenici prevede la verifica di: organizzazione molecolare delle sequenze inserite nel genoma della pianta; livello di espressione dei geni inseriti; trasmissione dei geni inseriti ed analisi dei rapporti di segregazione. 29 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA METODI DI TRASFERIMENTO GENICO MEDIATO DA VIRUS E AGROBATTERI Tabella 19.4 Elenco di sistemi di geni marcatori selezionabili e di geni reporter usati per la trasformazione genetica delle piante. 30 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Principali geni reporter utilizzati in Ingegneria Vegetale Pianta di N. tabacum trasformata con il gene della Luciferasi Pianta di Arabidopsis trasformata con il gene GUS Pianta di Arabidopsis trasformata con il gene GFP PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Figura 19.36 Segregazione 3:1 di un ipotetico marcatore PCR-derivato osservata nella discendenza T1 ottenuta autofecondando una pianta T0 avente una singola copia del transgene. 32 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Trasmissione del transgene e rapporti di segregazione Verificare la trasmissibilità del transgene per via materna e per via paterna, poichè particolari riarrangiamenti cromosomici sono trasmessi in misura diversa per via femminile e per via maschile. Verificare la trasmissibilità del transgene per autofecondazioni successive o attraverso incrocio. Trasmissione del transgene alle progenie In un caso si è rilevata instabilità alla terza generazione dopo autofecondazione. In alcuni casi si è riscontrata assenza di espressione per silenziamento del gene sia a seguito di autofecondazione che di incrocio. 34 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Applicazioni dell'ingegneria genetica Obiettivi principali dell’ingegneria genetica applicata al miglioramento genetico delle piante erbacee: generare piante utili non ottenibili con il miglioramento convenzionale; correggere difetti in cultivars in modo più efficiente rispetto al miglioramento convenzionale; L'entità del successo dipende dall'efficienza della trasformazione e dall’effetto fenotipico e dalla stabilità di tale effetto in condizioni ambientali diverse e nelle successive generazioni Distinguere tra interventi per aggiungere una nuova funzione (es: resistenza a insetti) da interventi per eliminare o ridurre una funzione indesiderata (es: inibizione della PG o della biosintesi dell’etilene per ritardare la maturazione del frutto). Specie erbacee di elevato interesse agronomico fino ad ora trasformate con successo: mais, riso, frumento, orzo, cotone, soia, fagiolo, barbabietola, girasole, fagiolo, tabacco, petunia, patata, pomodoro, melanzana, cassava. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA Diffusione delle piante transgeniche Principali Produttori: •Stati Uniti d’America (69 millioni di ha) Mais, Soia, Cotone, Canola, Barbabietola, Erba medica •Brasile (30.3 milioni di ha) Soia, Mais, Cotone •Argenitina (23.7 milioni di ha) Soia, Mais, Cotone •India (10.6 milioni di ha) Cotone •Canada (10.4 milioni di ha) Canola, Mais Crescita esponenziale della superficie coltivata a colture transgeniche: Dai 1.7 milioni di ha del 1996 ai 160 milioni di ha del 2011. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA Diffusione delle piante transgeniche Negli ultimi anni l’incremento delle superfici adibite alla coltivazioni transgeniche è dovuto in particolare a Paesi in via di Sviluppo Un record di 170.3 milioni di ettari è stato raggiunto nel 2012 con un incremento rispetto all’anno precedente del 6 %. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Considerazioni sull’utilizzazione dei prodotti vegetali transgenici I rischi associati all’uso in campo ed al consumo di prodotti vegetali transgenici vanno rigorosamente valutati e saggiati con attenzione di caso in caso. Esistono Istituzioni e Commissioni di esperti in materia preposti alla definizione delle regole e dei protocolli da seguire e delle prove tossicologiche necessarie per determinare l’evetuale patogenicità di certi prodotti transgenici (es: allergenicità). I timori presenti al momento attuale nel pubblico sono del tutto ingiustificati sulla base dei risultati sino ad ora ottenuti. Questo non comporta l’abbandono di un atteggiamento di cautela. E’ preoccupante il ruolo preponderante che il settore privato ha assunto in questo settore, soprattutto per i grossi investimenti richiesti per la commercializzazione delle colture GM. Un problema normativo rilevante è costituito dalla brevettazione dei protocolli sperimentali, dei geni clonati e delle piante transgeniche così ottenute. Consensus Document (5/5/2004). Sicurezza alimentare e OGM. http://www.siga.unina.it/circolari/Consensus_ITA.pdf Consensus Document (15/3/2006). Cesistenza tra colture tradizionali, biologiche e geneticamente modificate http://www.salmone.org/wp-content/uploads/2007/09/consensus-coes.pdf Documenti siglati da tutte le maggiori Società scientifiche italiane Altri link di interesse per colture transgeniche http://www.salmone.org/ www.AgBioWorld.org Vedi anche: http://www.youtube.com/watch?v=QoXU6f-Arbo PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Le principali applicazioni delle piante transgeniche sono: modificare il processo di maturazione resistenza ad erbicidi resistenza a stress biotici (virus, batteri, funghi, nematodi, insetti) resistenza a stress abiotici (freddo, salinità, eccesso idrico, pH, siccità) modificare la composizione delle sostanze di riserva (carboidrati, lipidi, proteine) modificare la biosintesi di metaboliti secondari (es: antociani, carotenoidi, ecc.) modificare la fenologia (es: fitocromo, data di antesi) modificare la ripartizione di fotoassimilati (es: rapporti sink-source) produzione di anticorpi a fini terapeutici (es: immunoglobuline) produzione di vaccini produzione di enzimi ad uso industriale (es: alfa-amilasi) PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Resistenza ad erbicidi Geni per resistenza ad erbicidi ad ampio spettro di azione e caratterizzati da elevata attività specifica, bassa tossicità, rapida biodegradazione. Si sono perseguite due strategie: Principali specie trasformate: mais, cotone, soia, canola Trasferimento di geni in grado di inattivare l'erbicida: Glufosinate (fosfinotricina e bialaphos). E’ il principio attivo dell’erbicida Basta; inibisce l’azione della GS (glutamina sintasi) e quindi altera tutto il metabolismo azotato della cellula. Il gene bar isolato da Streptomyces hygroscopicussintetizza la fosfinotricina acetiltransferasi (PAT) che detossifica il glufosinate. Bromoxynil e’ il principio attivo dell’erbicida Brominalmais che viene utilizzato anche in miscela; inibisce il trasporto degli elettroni nella fotosintesi e la respirazione. Si è utilizzato il gene bxn da Klebsiella azaenae che produce un enzima in grado di catabolizzare il bromoxinil. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Trasferimento di geni insensibili all'erbicida: Glifosate. E’il principio attivo dell’erbicida Roundup; inibendo l’azione della EPSP sintasi, blocca, nel cloroplasto, la biosintesi degli aminoacidi aromatici. Il gene EPSP sintasi insensibile al Glifosate è stato isolato in Salmonella typhimurium. E’ anche possibile ottenere resistenza attraverso la sovraespressione dell’enzima della pianta mediante l’uso di promotori costitutivi forti. Principali specie trasformate per resistenza ad erbicidi: mais, cotone, soia, canola Più recentemente anche: •Amaranthus palmeri trasformato con il gene della EPSP sintasi (Gaines et al., 2010) •Patata dolce (Ipomoea batats) trasformata con gene bar per la resistenza a Glufosinate (Zang et al., 2009) PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Tabella 19.7 Alcuni esempi di erbicidi con diversa modalità di azione e di enzimi codificati da geni clonati per lo più nei procarioti ed impiegati per produrre piante transgeniche resistenti agli erbicidi. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Resistenza a stress biotici Coat protein: Geni del capside virale che espressi nella pianta conferiscono resistenza a vari virus. Si ritiene che la resistenza sia riconducibile ad un meccanismo di co-soppressione: la pianta, riconosciuta la CP come proteina estranea, attiverebbe la sintesi di una molecola specifica in grado di bloccare od attenuare l’espressione del gene virale deputato alla sintesi della CP. Piante transgeniche che esprimono I geni CP di Tobacco Mosaic Virus (TMV) sono risultate resistenti a TMV (Powell-Abel et al., 1986). In Cina è stata commercializzata la prima varietà di Tabacco resistente a virus e da allora anche zucchino e melone. Un altro metodo si basa sulla manipolazione delle proteine che permettono il passaggio del virus tra i plasmodesmi che uniscono le cellule. Rispetto al precedente metodo, risulta a spettro d’azione più ampio ed è più difficilmente superabile da parte del virus. Espressione in tabacco del gene di lievito L3Δche conferisce in frumento resistenza alla tossicità da Deossinvalenolo (DON) tossina del fungo Fusarium gramienarum (Di et al., 2010). La tossina DON inibisce la traduzione mediante legame con la proteina L3 ribosomiale. La proteina L3Δ di lievito risulta invece insensibile alla tossina. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Resistenza ad insetti Uno dei più grandi successi della trasformazione genetica dei vegetali: Il gene Bt di Bacillus thuringensis La tossina Bt risulta efficace soprattutto contro Lepidotteri e in misura minore contro Ditteri e Coleotteri. Innocua per Mammiferi La proteina BT viene sintetizzata all’interno della pianta sotto forma di cristallo inattivo (cry-Bt). Se ingerita dall’insetto, la proteina viene resa attiva in seguito a digestione intestinale. La tossina attiva si lega a recettori delle cellule intestinali e determina la perdita incontrollata di ioni e morte cellulare per lisi osmotica. Il Bacillus thuringiensis è anche utilizzato direttamente irrorando le colture; il trattamento risulta però alquanto oneroso e di scarsa efficacia se non ripetuto periodicamente. A seconda della composizione amminoacidica, le proteine BT risultano più efficaci nei confronti di particolari ordini di insetti. Cotone e mais Bt sono le colture che hanno riscosso il maggior successo. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Figura 19.44 Batteri di Bacillus thuringiensis (A) ed esempi di piante transgeniche resistenti agli insetti: danni da piralide in spighe e culmi di mais (B, C): varietà di mais Bt (D); foglie di una varietà di soia Bt e di una normale (E,F); capsule di una varietà di cotone Bt e di una normale (G,H). Mais BT resistente alla piralide e alla diabrotica (geni CryA da Bacillus thuringiensis) wild-type Mais GM per il gene cry3Bb1 Danni alla radice causati dalla Diabrotica Benefici derivanti dalla Gene Revolution • Le biotecnologie contribuiscono ad una produzione più sostenibile di prodotti vegetali tramite: • Minor consumo di pesticidi • Minor numero di lavorazioni del terreno • Minore erosione del suolo • Maggiore produttività • Maggiore reddito per l’agricoltore • Produzione più economica di biomasse PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Resistenza ad insetti Altri esempi Alcune piante sono naturalmente equipaggiate con sistemi di difesa naturale. Inibitori delle Proteasi: L’apparato digerente di molti insetti contiene tripsine e chimotripsine. L’inibizione di queste proteine causa gravi danni alla loro crescita e sviluppo. Esempio del Riso: trasformato con inibitori della proteasi della patata, di fagiolino, soia e orzo. Inibitori della Alfa-amilasi: Inibiscono negli insetti il normale metabilismo dei carboidrati. L’espressione di alfa-amilasi di segale (Secale cereale) in tabacco ha consentito di sviluppare piante resistenti a Anthonomus grandis (curculionide patogeno di molte specie vegetali). Lectine: Sono proteine di origine vegetale in grado di legare specifici carboidrati. Lectine da Bucaneve (Galanthus nivalis) chiamate GNA sono state ampiamente utilizzate per introdurre resistenza a insetti in specie coltivate (Riso e Patata). Determina 80% di mortalità senza alcun effetto sui mammiferi ed ha effetto principale su omotteri e afidi. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Figura 19.45 Mortalità delle larve del coleottero Callosobruchus maculatus sulle piante di pisello transgenico in relazione alla quantità di inibitore dell’αamilasi. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Resistenza a stress abiotici L’identificazione di geni responsabili della resistenza agli stress abiotici è molto complesso: • Controllo genetico quantitativo. • Caratteri differenti sotto controllo degli stessi geni (effetti pleiotropici). • Differenti forme di stress abiotico interagiscono tra loro attenuando o magnificando l’effetto dello stress. • Condizioni ambientali difficili da controllare e spesso più tipologie di stress agiscono contemporaneamente Difficile identificare geni veramente utili per trasformazione genetica Possibili geni utilizzabili per introdurre resistenza a stress abiotici: • Percezione/Trasmissione del segnale cellulare • Controllo della trascrizione • Meccanismo di risposta allo stress Vinocur and Altman, Current opinion in plant biology 16: 123-132 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Resistenza a stress abiotici Alcuni esempi Percezione/Trasmissione del segnale cellulare Espressione costitutiva in Zea mays del gene di tabacco MAPKKK/NPK1 coinvolto nella trasmissione del segnale (via della MAP chinasi) attiva la cascata del segnale che determina maggiore tolleranza a stress da freddo, caldo e salinità (Shou et al., 2004). Meccanismi di risposta allo stress Heat shock Protein Sovra-espressione del gene HSP101 di Arabidopsis in Oryza sativa determina una migliore performance durante la fase di recupero dallo stress da caldo (Katyar-Agarwal et al., 2003). Sovra-espressione del gene HVA1 (proteina LEA isolata da Hordeum vulgare) conferisce in piante di riso transgenico resistenza alla disidratazione cellulare (Chandra Babu et al., 2004). Detossificazione da specie reattive dell’ossigeno Sovra-espressione del gene dell’Aldeide deidrogenasi (AtALDH3) in Arabidopsis conferisce resistenza agli stress da siccità e salinità (Sunkar et al., 2003). Le piante mostrano maggiore tolleranza alla disidratazione e ad altri fattori correlati (sale, metalli pesanti, perossido di idrogeno). Osmoprotettori Buoni risultati ottenuti mediante trasformazione di Oryza sativa con gene della Colina deidrogenasi (codA) di Arthrobacter globiformis; Il gene codifica per una proteina che catalizza l’ossidazione della colina in glicina-betaina (noto osmoprotettore). Le piante transgeniche recuperano più facilmente in seguito a stress da eccesso di salinità e producono maggiori quantità di seme rispetto al controllo (Mohanty et al., 2002). PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Modificazione della biosintesi dei lipidi e del loro catabolismo Si dovrà verificare quale sia il fattore limitante per la biosintesi. Gli acidi grassi insaturi piùimportanti sono l'oleico (18:1), il linoleico (18:2) e il linolenico (18:3) ottenuti per successive desaturazioni dallo stearico (18:0). Le desaturasi responsabili delle prime due desaturazioni sono state clonate. Le lipossigenasi rivestono un ruolo importante nel settore alimentare (conservazione e proprietà organolettiche degli alimenti) e anche per la difesa contro patogeni. Le lipossigenasi catalizzano la idroperossidazione degli acidi grassi polinsaturi. I geni di varie lipossigenasi sono stati clonati. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Modificazione della biosintesi dei carboidrati una alterata ADPUn gene mutato di E. coli che codifica per glucosopirofosforilasi trasferito in patata ha aumentato il livello dell'amido, risultato importante da un punto di vista commerciale (il tubero ha un contenuto basso di amido) e della qualità di certi prodotti (es: patate che assorbono meno olio durante la frittura). In riso e mais si puo’ manipolare la composizione in amido dell’endosperma. In riso, si ha ca. il 15-30% di amilosio e il 70-85% di amilopectina. Da un mutante incapace di produrre amilosio si è isolato il gene waxy. Manipolando opportunamente questo gene ed inserendolo in altri cereali si puo’ quindi alterare il rapporto tra amilosio ed amilopectina. Sono stati isolati geni batterici per la produzione di carboidrati che permettono l’ottenimento di polimeri particolari che, pur presentando caratteristiche simili alla plastica, risultano più facilmente biodegradabili. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Modifica dei nutrienti Il golden Rice La carenza di Vitamina A può causare gravi danni danno all’apparato visivo e causa elevato grado di mortalità infantile. A livello globale, ca. il 21 % dei bambini soffre di carenza da Vitamina A (Sommer, 2001). Ca. 800.000 decessi di bambini e donne in gravidanza sono causate da deficienza nella dieta di Vitamina A. Una possibilità è sovra esprimere I precursori della Vitamina in una coltura povera IL RISO. L’endosperma del seme di riso manca di provitamina A. E’ stato quindi prodotto riso transgenico contenete 4 geni isolati da Narcissus e Erwinia. Sono state ottenute linee stabili di riso che contengono grandi quantità di Vitamina A e conferiscono al seme una colorazione dorata. Una varietà di Golden Mustard è stata recentemente sviluppata e la tecnologia sembra promettente per molte altre colture.. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Figura 19.48 Melanzana partenocarpica (foto: A. Spena). PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Figura 19.50 Fiore wild-type (A) e del mutante partenocarpico di pomodoro pat-2 (B, notare l’accrescimento precoce dell’ovario), Bacche wild-type (C) e del mutante pat-2 (D, notare l’assenza di seme) (foto: P. Mosconi). OGM di seconda e terza generazione • OGM con maggiore contenuto in: • antiossidanti • aminoacidi essenziali • vitamine • ferro • omega-3 • micronutrienti • OGM che producono: • un diverso profilo di acidi grassi • anticorpi per uso diagnostico o terapeutico (es. per antigeni tumorali) • antigeni (es. per la vaccinazione) • proteine ricombinanti di interesse terapeutico (es. emoglobina, lattoferrina, insulina) High provitamin A corn; 100-200 g of grain provide full RDI of β -carotene (as a sole source of vitamin A) Courtesy of Paul Christou PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Molecular pharming Produzione di Vaccini/Anticorpi: Problema Per la produzione di Vaccini su larga scala spesso le cellule di mammifero sono difficili da gestire e si ottengono basse quantità mentre le cellule batteriche spesso non sintetizzano la proteina nella sua corretta conformazione nativa. Quindi ? PRODUZIONE DI ANTICORPI In pianta è possibile produrre vaccini o anticorpi nella forma nativa in grandi quantità. E’ anche possibile alimentare direttamente animali e/o uomo con la pianta modificata PRODUZIONE DI ANTIGENI PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Produzione di Vaccini: Alcuni esempi di utilizzo del transgenico per la produzione di vaccini in pianta Antigeni Batterici Enterotoxigenic E. coli Heat-labile toxin B subunit (LTB) Carrots Immunogenic and protective against CT challenge Cholera toxin B subunit (CTB) Soybean Tomato Rice Immunogenic and partial protection against LT challenge in mice Immunogenic by oral delivery to mice Immunogenic and protective against CT challenge to mice following oral administration Hepatistis B virus surface antigen Potato Immunogenic response in humans following oral administration Hepatitis B virus surface antigen fused with preS1 epitop Rice Immunogenic by intraperitoneal delivery to mice Human group A rotavirus (VP6) protein Alflfa Immunogenic in mice and offspring developed less severe diarrhea after challenge with simian rotavirus SA-11, indicating that antibodies generated in the dams provided passive heterotypic protection to the pups Rotavirus (VP7) Potato tubers Antigeni Virali Norwalk virus capsid protein SARS-CoV S protein (S1) Smallpox recombinant vaccine virus B5 antigenic domain (pB5) Japanese encephalitis virus (JEV) envelope protein (E) Immunogenic in mice following oral delivery. Neutralization activity against rotavirus Tomato Fruit and Elicit systemic and mucosal antibody responses in mice following oral Potato administration Tomato and tobacco Immunogenic to mice following oral administration leaf Tobacco and Collard Antibody response in mice immunized parenterally and protects against lethal leaf dose of vaccinia virus Rice JEV specific neutralizing antibody detected in mice following intraperitoneal or oral administration Daniell et al., Trends Plant Sci. 2009 December; 14(12): 669–679. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Produzione di Vaccini: Alcuni esempi di utilizzo del transgenico per la produzione di vaccini in pianta Antigeni Batterici Plasmodium yoelii merozoite surface protein (PyMSP4/5) Tobacco Induces antigen-specific antibodies in mice following parenteral delivery Human vaccines (Viral/Transient expression) Bacterial antigens Yersinia pestis F1 and LcrV antigens Tobacco leaf tissue Immunogenic and protective in monkeys against Y. pestis following subcutaneous injection Yersinia pestis F1-V antigens Tobacco leaf Immunogenic and protection in vaccinated guinea pigs against Y. pestis aerosol challenge Smallpox recombinant vaccine virus B5 antigenic domain (pB5) Tobacco leaf Antibody response in mice immunized perenterally and protective against lethal dose of vaccinia virus Encoding domain III of the dengue 2 envelope protein (D2EIII) Tobacco Retains antigenicity and immunogenicity as well as inducing neutralizing antibodies in vaccinated animals. HIV entry inhibitors red algal protein griffithsin (GRFT) Tobacco (TMV) Active against HIV at picomolar concentrations, directly virucidal via binding to HIV envelope glycoproteins and capable of blocking cell-to-cell HIV transmission Pathogenic avian influenza virus (H5N1 subtype) Tobacco Immunogenic in mice and ferret and also protects ferrets against challenge infection with virus Antigeni Virali Daniell et al., Trends Plant Sci. 2009 December; 14(12): 669–679. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE Produzione di Anticorpi La sintesi di anticorpi in organismi ricombinanti richiede la sintesi di due proteine e quindi l’espressione di due geni. Il metodo risulta efficace solo per proteine di peso molecolare inferiore a 20.000 e che possono uscire dalla parete cellulare. Per le sue rilevanti dimensioni, l’anticorpo non puo’ uscire dalla cellula. Differenti tipologie di proteine anticorpali prodotte in pianta Produzione su larga scala di anticorpi per uso terapeutico e diagnostico. L’iniezione di anticorpi diretti ad antigeni di superficie è una delle possibili strategie per la lotta alle cellule cancerogene; in questo caso sono richieste quantità elevate di anticorpo. Pianta Tipologia di Ab (target) Obiettivo Referenza Tobacco IgG (nematode) Plant pathogen resistance Baum et al. (1996) Tobacco sIgA/G (Streptococcus mutans) Therapeutic (topical) Ma et al. (1998) Soybean, rice IgG (herpes simplex virus) Therapeutic (topical) Zeitlin et al. (1998) Tobacco IgG (colon cancer) Therapeutic (systemic injection) Verch et al. (1998) Alfalfa IgG (human IgG) Diagnostic Khoudi et al. (1999) Tobacco IgG (rabies virus) Therapeutic: first IgG expressed in plant showing therapeutic activity (systemic injection) Ko et al. (2003) Tobacco IgG (hepatitis B virus) Immunopurification of hepatitis B surface antigen Valdes et al. (2003) Tobacco IgG (hepatitis B virus) Therapeutic Yano et al. (2004) Ko et al.,Virus research. 2005 111: 93-100. PRODUZIONE DI BIOFARMACI, ANTICORPI E VACCINI MEDIANTE PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE PRODUZIONE DI ANTICORPI (IMMUNOGLOBULINE) NELLE PIANTE Figura 19.53 Costi per grammo di immunoglobulina A prodotta con diversi sistemi di espressione. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI RNA Interference Mediante questa tecnica si cerca di ridurre notevolmente l’espressione di un gene la cui normale espressione risulta negativa ai fini produttivi e/o di conservazione del prodotto. Effetto scoperto per la prima volta in petunia 64 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA Ha avuto nella storia differenti nomi (Co-soppressione; RNA interference; RNA antisenso; Post-trascriptional-gene-silencing) ma il meccanismo di base è simile: Formazione di una molecola a doppio filamento tra sequenze complementari di RNA "antisenso" e di mRNA "senso" del gene di cui si vuole sopprimere l'azione. Si può inserire una sola porzione del gene da silenziare o il gene per intero. L'RNA antisenso può interferire con la trascrizione, lo splicing, la traduzione del mRNA senso o rendendo quest'ultimo, a seguito della loro unione, più sensibile alla degradazione; quest’ultima sembra essere l'ipotesi più probabile. 65 PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA La riduzione del trascritto originale sembra avvenire a diversi livelli Modificazione della cromatina a livello istonico e inibizione della trascrizione Legame con mRNA e creazione di un complesso non accessibile per la traduzione. Legame con mRNA e degradazione a carico della Dicer protein. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA siRNA Small interfering RNA (21-24 nt). Originano da acidi nucleici aberranti o patogeni e agiscono in cis inattivando la stessa molecola da cui sono stati prodotti (meccanismo di difesa della pianta). Virus-Induced-Gene-Silencing VIGS La tecnologia sfrutta il sistema di difesa RNA-mediato che la pianta attiva contro virus patogeni. Vettori virali trasformati con geni dell’ospite quando inseriti in quest’ultimo determinano una riduzione transiente dell’espressione dei geni stessi. Esempio in H. vulgare (BSMV mediated silencing): •Genoma tripartitico (α,β,γ). Il genoma β è disarmato per impedire la formazione del capside e nel genoma γ è inserito il gene da silenziare (GOI) •I tre genomi vengono mescolati in rapporto (1:1:1) •Inoculati direttamente in foglia o all’apice della pianta fino alla formazione dei sintomi del mosaico •Verifica del silenziamento genico dopo poche settimane. Int J Plant Genomics. 2009. Published online 2009 June 15 VANTAGGI: Semplice, economico, rapido e in grado di superare ridondanza funzionale. SVANTAGGI: Il gene non è mai completamente silenziato, alterazioni fenotipiche dovute al genoma ospite, offtargets, espressione transiente PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA APPLICAZIONI DELLE VARIETÀ TRANSGENICHE B Figura 19.46 (A)Strategia antisenso: la trasformazione di piante con geni aventi un orientamento inverso rispetto alle regioni di regolazione determina il blocco della espressione del corrispondente gene endogeno. (B)Pomodori transgenici e prodotto commerciale americano a base di pomodori transgenici. TRASFORMAZIONE GENETICA COME STRUMENTO PER LO STUDIO DELLA FUNZIONE GENICA miRNA Micro RNA (21-22 nt). Originano da geni regolatori endogeni e agiscono in trans silenziando geni specifici con sequenze omologhe (sistema di regolazione della pianta). artificial micro RNA: amiRNA Trasformazione con miRNA artificiale progettati a partire da un pre-miRNA endogeno in cui la regione che determina la specificità viene sostituita con un porzione del gene target. Il gene viene trascritto da RNA pol II, tagliato dall’enzima Dicer-like1 e indirizzato mediante il complesso AGO/RISC al gene target per il silenziamento in maniera altamente specifica VANTAGGI: Alta specificità e assenza di off-targets, espressione più stabile rispetto a VIGS, possibilità di progettare costrutti con diversi target, non genera effetti secondari dovuti al genoma virale. SVANTAGGI: Il gene non è mai completamente silenziato, più complesso e laborioso rispetto a VIGS. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): METODI DI TRASFORMAZIONE GENETICA INTEGRAZIONE ED ESPRESSIONE DEI TRANSGENI Un settore di elevato interesse è la regolazione della maturazione dei frutti in cui si abbia degradazione enzimatica delle pareti cellulari a seguito dell'azione della poligalatturonidasi (gene pg). La pg è sintetizzata durante la maturazione. In pomodoro, un frammento 5' di 730 bp del clone pg cDNA è stato clonato in senso inverso sotto controllo di CaMV35S. In una pianta così trasformata, il livello di pg risultava ridotto al 6%. L'espressione del gene antisenso non ha influenzato l'espressione di altri geni coinvolti nel processo di maturazione. La tecnica dell'antisenso ha permesso di: saggiare la funzione di specifici geni identificare geni a funzione sconosciuta ottenere piante con nuove caratteristiche • • • • ridotta espressione della subunità piccola della rubisco ridotta espressione di una proteina a 10 kda coinvolta nel fotosistema ii modifica del colore in fiori di petunia e gerbera 69 modifica del processo di maturazione in pomodoro e melone. PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM): GENE TARGETING Tecnologie che consentono di introdurre alterazioni mirate a specifiche sequenze all’interno del genoma ospite senza alterarne il background genetico Sfruttano i normali meccanismi di riparazione delle cellule eucariote dei tagli a doppio filamento nel DNA: •Homologous Recombination (HR): Il gene compromesso viene sostituito per ricombinazione con una sequenza omologa non-danneggiata. NHEJ In seguito al taglio il gene danneggiato viene sostituito con un gene di nostra progettazione: possiamo introdurre qualunque tipo di modifica. HR HR + NHEJ N.B. dobbiamo fornire mediante trasformazione genetica il gene da noi progettato (Repair Target) per la sostituzione mediante HR • Non-Homologous-End-Joining (NHEJ): Le due estremità del gene danneggiato vengono semplicemente unite con perdita o inserimento di alcune coppie di basi. In seguito al taglio le due estremità vengono ricongiunte e si creano mutazioni di frameshift quindi solo mutazioni knock-out. Problemi irrisolti • Scarsi gli investimenti a livello nazionale • Predominio del settore privato • Scarsa accettazione dei prodotti GM • Disinformazione su effettivi rischi e benefici dei prodotti GM • Eccesso di regolamentazione (OGM) • Carenza di una comunicazione appropriata Conclusioni • La genomica e l’ingegneria genetica offrono molteplici opportunità per migliorare la resa e sostenibilità della produzione agricola e migliorare il profilo nutrizionale e la salubrità degli alimenti. • Per gli OGM, solo una corretta informazione ed una politica meno restrittiva potranno incentivare adeguatamente la ricerca e le sue applicazioni; l’accettazione pubblica svolgerà un ruolo fondamentale. • Il persistere di una ingiustificata penalizzazione verso le colture GM e le limitazioni alla ricerca contribuiscono ad aumentare ulteriormente il divario tecnologico dell’Italia nei confronti di molte altre nazioni. • Le biotecnologie delle piante agrarie avranno un ruolo di crescente rilevanza per la competitività e la sostenibilità della filiera agroalimentare, per la produzione di biomasse e la salubrità delle derrate alimentari.