La piramide alimentare
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La piramide alimentare è un modello usato per descrivere un regime
alimentare e viene attualmente indicato come fondamento di alcune diete
(intese
come
insiemi
di
regole
per
gestire
l'alimentazione
e
non
necessariamente come modelli alimentari prettamente dimagranti). Questo
modello usa infatti il solido geometrico della piramide per indicare quali
alimenti e in che proporzione fra di essi debbano essere assunti nel corso della
settimana. Usare la piramide alimentare per descrivere una serie di regole
nutrizionali non necessariamente implica indicazioni quantitative (porzioni,
calorie, percentuali di macronutrienti), anzi spesso sono solo indicazioni
qualitative (il privilegiare un tipo di alimento rispetto a un altro). Esistono
molte
piramidi
alimentari
proposte
in
letteratura,
come
la
piramide
mediterranea e quella asiatica, per citare le più note. Anche alcune linee guida
per l'alimentazione (come quelle del governo americano 2005 oppure quelle
della Mayo clinic) si basano su piramidi alimentari. La dieta italiana preferisce
utilizzare invece una matrice bidimensionale degli alimenti; il vantaggio è che
si lavora con due dimensioni, mentre con la piramide, a dispetto della
tridimensionalità della figura, si lavora in realtà con una sola dimensione,
quella dell'altezza, dal basso in alto.
Il
significato
piramide
-
La
geometrico
più
raffigurativo
piramide
largo
alla
è
della
un
base
solido
che
si
restringe man mano che ci si allontana da
essa
in
verticale;
anche
chi
non
ha
dimestichezza con la geometria ricorderà
sicuramente
le
piramidi
egizie,
dalla
caratteristica base quadrata e forma a
punta. È proprio la forma di questo solido
che viene sfruttata per raffigurare il modello nutrizionale. Gli alimenti vengono
impilati nella piramide, e poiché la base è più grande della punta, come
conseguenza gli alimenti inseriti per primi (che finiscono sulla base appunto)
sono quelli privilegiati dalla dieta, di essi possono essere assunte maggiori
quantità. Man mano che gli alimenti salgono nella piramide, la loro quantità
diminuisce (il solido si restringe) e, di pari passo, cala anche la loro importanza
nel piano alimentare. Gli alimenti in cima sono quelli che si devono consumare
con più parsimonia, perché giudicati meno consoni al mantenimento del peso
ottimale o comunque alla conservazione di un buon stato di salute. La piramide
è una raffigurazione intuitiva e semplice da comprendere: alla base ci sono i
cibi da privilegiare, che sono il fondamento dell'intero piano alimentare, man
mano che si sale i cibi perdono importanza e/o acquistano pericolosità.
Leggendo la piramide e identificando l'ordine con cui gli alimenti sono stati
impilati al suo interno, si identificano dei livelli della piramide e si capisce
immediatamente quali siano gli alimenti da preferire e quali siano quelli da
limitare. Raffigurare il tutto visivamente con la piramide aiuta a far capire
questa idea. Pertanto, i vari piani alimentari basati sulle piramidi si differiscono
in base a due punti fondamentali:
a. la disposizione degli alimenti lungo la piramide;
b. indicazioni quantitative più o meno precise associate a ogni livello (del
tipo "assumere tutti i giorni", oppure "assumere non più di X volte alla
settimana).
Difetti dei modelli nutrizionali basati su piramidi - In base a quanto detto
nel punto precedente, tutti modelli nutrizionali basati sul concetto di piramide
alimentare (qualunque essa sia) presentano alcuni difetti.
Cibi buoni e non - Il primo difetto è senza dubbio quello di classificare
arbitrariamente i cibi in "buoni" (quelli dei livelli bassi) e "meno buoni" (ci si
allontana dalla base). Addirittura alcuni alimenti possono scomparire dalla
piramide, nel senso che non vengono inseriti affatto, oppure sono fortemente
limitati (quelli sulla punta). Spesso si esagera nel senso opposto: i cibi sulla
base sono suggeriti "in quantità illimitata" o "a piacere".
Assenza di valutazioni quantitative - Inoltre, nelle varie proposte presenti in
letteratura, tali modelli non incoraggiano una visione quantitativa dei piani
nutrizionali: il più delle volte non prevedono il calcolo delle calorie o il peso
delle porzioni, indicate spesso in modo generico (porzione, ciotola...).
Piani alimentari non personalizzati - Come diretta conseguenza del secondo
punto, i piani alimentari che si basano sulle piramidi non partono dalle
condizioni iniziali del soggetto (il suo fabbisogno quotidiano, il tipo di
attività...).
Quindi
non
sono
proposte
personalizzabili
(un
conto
è
l'alimentazione di un sedentario, altro quella di un maratoneta...).
Assenza
di
una
visione
integrata
-
Nonostante la piramide alimentare sia un
modo
di
raffigurare
le
regole
che
dovrebbero governare la nostra assunzione
abituale del cibo, sono a volte propagandate
come le soluzioni per assicurare una vita
ottimale anche sotto il profilo della salute. Il
messaggio
classico
è:
seguite
questa
piramide alimentare ed eviterete le patologie X, Y, Z. L'esempio più tipico è la
piramide alimentare della dieta mediterranea, indicata come quella che mette
al riparo da patologie cardiovascolari. Questo messaggio è però troppo
semplicistico,
in
quanto
un
corretto
stile
di
vita
non
coinvolge
solo
l'alimentazione, ma anche altri aspetti, primo fra tutti l'attività fisica.
L'esercizio fisico regolare è presente in alcuni modelli alimentari più recenti
(ma dovremmo chiamarli a questo punto modelli di stile di vita) ove compare a
fianco della piramide come indicazione aggiuntiva. Alcune versioni più
moderne, che hanno compreso l'importanza dello sport, indicano
l'esercizio fisico come uno dei livelli della piramide, hanno quindi una
visione più integrata (sport+alimentazione). In realtà, se volessimo
proporre un modello per migliorare la qualità della vita e gestirla al meglio, non
potremmo prescindere da un terzo aspetto (la psiche), proponendo quindi una
visione integrata dello stile di vita (alimentazione+sport+psicologia), visione
integrata molto lontana però dai messaggi spesso associati alle varie piramidi.
Si può quindi affermare che i modelli alimentari basati sulle piramidi s'ispirano
a una visione dell'alimentazione obsoleta e poco rigorosa. I cibi di uno stesso
livello della piramide sono considerati equivalenti, ma spesso le piramidi
accorpano gli alimenti in modo troppo approssimativo (carne e pesce, tutti i
tipi di frutta...). Eppure è ben diverso consumare un trancio di salmone
piuttosto che una bistecca di pollo o scambiare una macedonia di fragole con
un casco di banane! In altri termini, chi propone la piramide cerca di
semplificare troppo le direttive e vuole evitare che le persone facciano lo sforzo
di crearsi una vera coscienza alimentare.
Conclusioni - Proporre un modello alimentare basato sulle piramidi è
comunque una soluzione riduttiva a prescindere da come è definita la piramide
stessa. Si tratta di una classica soluzione-scorciatoia, facile da capire e
applicare ma che non porta a una reale crescita delle conoscenze alimentari di
chi la segue. E chi sceglie di non capire e di non apprendere su una materia
così importante come l'alimentazione limita da sé le possibilità di migliorare la
propria vita.