Gli interventi di educazione alimentare E’ mia opinione che siano necessari degli interventi di educazione all’alimentazione. Le persone dovrebbero comprendere qual è il rapporto che hanno con il proprio corpo e con il cibo. Sostengo, pertanto, che non sia tanto importante diffondere delle diete specifiche ma fare in modo che la persona sia libera di scegliere. Una persona può essere libera di scegliere solo se possiede adeguata consapevolezza del valore chimico-nutritivo e simbolico di un determinato cibo. La considerazione delle componenti emotive è importante al fine di educare all’alimentazione e alla risoluzione/gestione di problematiche comportamentali inerenti al processo della nutrizione. Qui di seguito si riporta le definizioni dei vari stili alimentari ed i pro- contro dell’adozione di tali stili. Dieta vegana: rinuncia a tutti i prodotti di origine animale, compresi i derivati (dieta vegetariana "in senso stretto"); Dieta vegetariana: è vietato il consumo di carne e pesce (molluschi e crostacei compresi) mentre sono consentiti alimenti derivanti dagli animali come uova, latte, formaggi e miele (latte-ovo vegetariani); il lactovegetariano oltre a carne, pesce e selvaggina esclude anche le uova. La dieta vegetariana, associata ad uno stile di vita salutare, riduce il rischio delle seguenti malattie legate allo stile di vita moderno: diabete; ipertensione; obesità; iperlipidemia; alcune forme di cancro come quello al colon (per la presenza in letteratura di dati contrastanti, il rapporto tra alimentazione e cancro rimane tutt'oggi ancora controverso); malattie alle coronarie. I classici problemi della dieta vegetariana riguardano la presunta carenza di ferro, vitamina B12, vitamina D, proteine e calcio (soltanto nel caso vengano eliminati dalla dieta anche latte e derivati). Se è vero che è possibile soddisfare i bisogni di questi nutrienti evitando il ricorso a prodotti animali non si può tenere conto di alcuni aspetti molto importanti: non tutte le persone possiedono approfondite conoscenze in campo alimentare e dietetico; in assenza di tali basi è molto facile cadere in errore, basta, infatti, discostarsi anche di poco dai modelli alimentari proposti (per esempio sostituendo il radicchio verde con quello rosso) per ridurre l'apporto di nutrienti di sotto ai valori consigliati (in questo caso si genererebbe un importante deficit di ferro). La fibra alimentare è fondamentale per la nostra salute ma come tutte le cose è bene non eccedere con il suo consumo. Esagerare con l'apporto di fibra alimentare (tipico dei vegetariani) può essere, infatti, pericoloso. Troppa fibra apporta un eccesso di acido fitico, una sostanza che ostacola l'assorbimento di alcuni minerali tra cui il calcio, il ferro e lo zinco - di cui la dieta vegetariana è già tendenzialmente povera. La consulenza dietetica naturopatica La consulenza dietetica naturopatica è un intervento finalizzato a rendere la persona consapevole del suo stile alimentare educandola a nutrirsi in maniera sana nel rispetto della propria salute. Ad effettuare questo tipo di intervento è un counseleur, operatore che lavora nel campo del benessere e della prevenzione. Al contrario, la prescrizione dietetica - medica, essendo atto medico, è finalizzata alla cura di una patologia legata alla nutrizione. Caratteristiche e funzioni dell’apparato digerente La funzione primaria dell'apparato digerente è rifornire l'organismo delle sostanze nutritive di cui necessita. Le funzioni dell’apparato digerente sono digestione e assorbimento degli alimenti nonché eliminazione dei residui non assimilabili. La digestione degli alimenti, che inizia nella bocca e si svolge principalmente nello stomaco e nell'intestino tenue, consiste in una serie consequenziale di processi biochimici e meccanici che trasformano le molecole complesse alimentari in molecole semplici e assorbibili. L'assorbimento è l'insieme dei processi di passaggio di tali molecole semplici dal lume dell'apparato digerente nel circolo sanguineo o linfatico tramite perlopiù la parete intestinale. All’interno Delle pareti dell’intestino e dello stomaco è presente il sistema nervoso meta simpatico costituito da una rete nervosa formata da circa cento milioni di neuroni (plesso sottomucoso di Meissner, che agisce principalmente sulle funzioni secretorie, e plesso motorio mienterico di Auerbach), collegata alle fibre nervose parasimpatiche (che ne stimolano l'attività), e ortosimpatiche (che la deprimono), ma che svolge un ruolo in gran parte indipendente dal sistema nervoso centrale. Qui di seguito si riporta una schematizzazione del percorso digestivo. Il cibo passa attraverso: -Bocca: avviene la masticazione. Il cibo è trasformato in bolo; -Faringe: avviene il processo di deglutizione; -Esofago: ha la funzione di trasportare il bolo nello stomaco. Tra esofago e stomaco vi è il cardia: che non permettere il reflusso di liquidi nel verso contrario (si chiama così perché è vicina al cuore); -Stomaco: è caratterizzato dalla presenza di acidi digestivi. Qui il bolo si trasforma in chimo; -Intestino: lungo 9 m, si divide in intestino tenue e intestino crasso, il chimo si trasforma in chilo; - Intestino tenue: si divide in duodeno, digiuno e ileo; - Duodeno: qui versano i loro prodotti i tre organi principali dell'apparato digerente quali il fegato, cistifellea e pancreas. -Fegato: produce bile; -Cistifellea: conserva bile; - Pancreas: produce succhi pancreatici; -Ileo: assorbe vitamina B12 e acidi della bile -Intestino crasso che termina con retto e con ano. Nel retto si accumulano le feci (si chiama così perché è dritto) e nell’ano vi è l’espulsione delle feci. Nella pratica naturopatia l’apparato digerente è considerato di peculiare importanza poiché è fortemente influenzato da fattori emotivi; è frequente, infatti, ad esempio che vissuti di tipo ansioso possono produrre disfunzioni e disturbi a livello dell’apparato digerente. L’importanza della fibra alimentare La fibra alimentare o dietetica rappresenta una classe di alimenti privi di valore nutrizionale per l'uomo. In buona parte dei casi essa costituisce la parete cellulare delle piante, ma è presente anche nel parenchima e in alcune secrezioni vegetali. La fibra alimentare è generalmente riferita a polisaccaridi non amidacei, ma sono considerate spesso "fibra" anche sostanze non fibrose di ballasto alimentare (ad esempio pectina), oltre a sostanze non glucidiche che compongono le pareti delle cellule vegetali come lignina, esteri fenolici, cutina, materiali cerosi, suberina. Pur non potendosi considerare un nutriente, la fibra alimentare esercita effetti di tipo funzionale e metabolico che la fanno ritenere un'importante componente della dieta umana. Oltre che all'aumento del senso di sazietà e al miglioramento della funzionalità intestinale e dei disturbi ad essa associati (stipsi, diverticolosi), l'introduzione di fibra con gli alimenti è stata messa in relazione alla riduzione del rischio per importanti malattie cronico-degenerative, in particolare i tumori al colon-retto (in parte spiegata dalla diluizione di eventuali sostanze cancerogene e dalla riduzione del loro tempo di contatto con la mucosa), il diabete e le malattie cardiovascolari (in parte per una riduzione dei livelli ematici di colesterolo). In considerazione dell'importanza della conoscenza del contenuto in fibra alimentare e delle sue componenti solubile ed insolubile per la valutazione differenziata del loro effetto biologico, particolare attenzione va posta alle metodiche analitiche utilizzate per la valutazione del contenuto di fibra negli alimenti. La maggior parte dei cibi vegetali contiene fibre solubili e insolubili in differente proporzione. I fattori principali responsabili delle malattie tumorali e principi e regole da seguire ai fini della prevenzione. Tra i fattori principali delle malattie tumorali lo stile di vita e l’alimentazione rivestono ruolo predominante. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (World Cancer Research Fund) ha concluso, infatti, nel 2007 un'opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto tra alimentazione e tumori a cui hanno collaborato oltre 150 ricercatori, epidemiologi e biologi provenienti dai centri di ricerca più prestigiosi del mondo. Possiamo sintetizzarne gli aspetti principali nei seguenti punti: Mantenersi snelli per tutta la vita. Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile è utile calcolare l'indice di massa corporea (BMI = peso in Kg diviso per l'altezza in metri elevata al quadrato: ad esempio una persona che pesa 70 kg ed è alta 1,74 ha un BMI = 70 / (1,74 x 1,74) = 23,1.), che dovrebbe rimanere verso il basso dell'intervallo considerato normale (fra 18,5 e 24,9 secondo l'Organizzazione mondiale della sanità). Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni. In pratica è sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz'ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungare l'esercizio fisico fino ad un'ora o praticare uno sport o un lavoro più impegnativo. L'uso dell'auto per gli spostamenti e il tempo passato a guardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle popolazioni urbane. Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra "limitare" ed "evitare". Se occasionalmente si può mangiare un cibo molto grasso o zuccherato, ma mai quotidianamente, l'uso di bevande gassate e zuccherate è invece da evitare, anche perché forniscono abbondanti calorie senza aumentare il senso di sazietà. Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un'ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Sommando verdure e frutta sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno (per circa 600 g); si noti fra le verdure non devono essere contate le patate. Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di non superare i 500 grammi alla settimana. Si noti la differenza fra il termine di "limitare" (per le carni rosse) e di "evitare" (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni in scatola, salumi, prosciutti, wurstel), per le quali non si può dire che vi sia un limite di sotto al quale probabilmente non vi sia rischio. Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad delle quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcol contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra. Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del buono stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi. Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di qui l'importanza della varietà. L'assunzione di supplementi alimentari (vitamine o minerali) per la prevenzione del cancro è invece sconsigliata. Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi. Pro e contro di un’alimentazione che preveda il consumo di carne, latte, uova e latticini. Al fine di fornire un’idea sui benefici e sui possibili danni di un’alimentazione che preveda l’utilizzo di carne, latte, uova e latticini, cito i risultati di uno studio di ampio respiro effettuato nel 2013: il Progetto EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), promosso dall'Unione europea e dell'International Agency for Research on Cancer (IARC) che fa capo all'Organizzazione Mondiale della Sanità. Condotto su oltre mezzo milione di partecipanti provenienti da tutta Europa, lo studio ha confermato un'associazione positiva tra consumo di carni lavorate e morti premature per malattie cardiovascolari e per cancro, soprattutto al colon-retto e al seno. Lo studio EPIC ha però anche dimostrato, di contro, che un consumo di piccole quantità di carne rossa ha effetti benefici per la salute, fornendo importanti vitamine e nutrienti. Intolleranza ed allergia L’allergia può essere considerata come una reazione scatenata dal sistema immunitario in modo esagerato. Il meccanismo si attiva in seguito all’azione di un allergene, che viene percepito come un elemento estraneo e per questo gli anticorpi provocano una risposta, che di solito è sproporzionata, per evitare che eventualmente l’allergene possa essere causa di danno. Nel caso dell’intolleranza non viene coinvolto il sistema immunitario, quindi essa non può essere considerata una risposta immunitaria dell’organismo. Di solito la reazione, come accade, per esempio, nell’intolleranza al latte, si ha quando si consuma una certa quantità di un cibo e l’organismo si trova in difficoltà, perché non può provvedere a digerirlo in modo corretto. E’ bene sottoporsi ai test specifici, quando si hanno i sintomi di intolleranze alimentari, per stabilire quale dieta seguire, se si manifestano dolori addominali, diarrea, nausea, prurito e arrossamento della pelle. Indicazioni per un programma di gestione dell’intolleranza alimentare In Naturopatia, le cause delle intolleranze alimentari sono da imputare alla contaminazione, sofisticazione ed adulteramento dei cibi e alle mutazioni che stiamo causando all’ambiente; all’assunzione di cibi estremamente raffinati, impoveriti di minerali e vitamine; alla compromissione della flora batterica intestinale (assunzione smodata di lassativi, antibiotici, cortisonici). Il trattamento naturopatico consisterà quindi, oltre alla sospensione degli alimenti incriminati, nel: Rimuovere i fattori predisponenti Trattamento drenante e antiossidante Supplemento nutrizionale. Dopo il periodo di astinenza agli alimenti risultati positivi, questi vengono reintrodotti nella dieta con molta cautela e seguendo un determinato schema. In futuro potranno essere assunti due, tre volte a settimana per evitare ricadute. La prevenzione è la miglior cura: la consapevolezza interiore che “noi siamo quello che mangiamo” e che solo seguendo una corretta igiene alimentare possiamo raggiungere uno stato di vero benessere psico-fisico. Il ruolo di una dieta nella gestione dell’equilibrio acido-base Esistono ampie evidenze, nella letteratura scientifica, che mostrano come la dieta giochi un ruolo importante nella gestione dell’equilibrio acido-base. Ogni alimento, infatti, in base alla propria composizione, può fornire all’organismo un carico acido oppure può fornire sostanze in grado di neutralizzare queste scorie acide. Per esempio, una dieta troppo ricca in carne, proteine animali, latticini o cereali raffinati, causa un’eccessiva produzione di scorie acide. Frutta e verdura, ricche di minerali basici o alcalini, sono in grado di neutralizzare questo eccesso di scorie acide. Le diete moderne, a causa dell’elevato contenuto di cereali raffinati, di prodotti derivati dal grano, di grassi idrogenati e saturati e al basso contenuto di frutta fresca e verdure, tendono frequentemente a dare problemi di acidosi. Molti alimenti, pur essendo acidificanti, sono comunque indispensabili e non devono assolutamente essere eliminati in quanto fonte essenziale di proteine e vitamine ed il loro apporto acidificante deve essere compensato con l’assunzione di alimenti a contenuto alcalinizzante. L'acidosi è uno stato pericoloso del nostro organismo: crea stanchezza, stati infiammatori nei tessuti, irritabilità del sistema nervoso, aumento delle tossine e quindi dei radicali liberi. Uno stile di vita ottimale ci può aiutare nella prevenzione di eventuali altre patologie che si possono creare in un ambiente troppo acido: artrosi, osteoporosi, cancro ecc. Normalmente è sottovalutata, nonostante la gravità dei disturbi che può procurare. Il livello di acidità del nostro organismo va perciò tenuto sotto controllo attraverso il controllo dell’acidità delle urine. Un programma di depurazione secondo l’approccio naturopatico Ogni persona è diversa e richiede un suo programma personalizzato che tenga conto dei suoi punti deboli. La priorità in genere è sempre quella di riequilibrare le funzioni intestinali allo scopo di limitare una forte sorgente di intossicazione continua. Per disintossicarsi bisogna partire dall’intestino per eliminare i parassiti che lo affliggono, eventuali micosi, ripristinando una sana flora batterica. Per ripulire a fondo il proprio organismo, prima di assumere eventuali tisane e drenanti specifici allo scopo, è fondamentale osservare questi importanti e imprescindibili punti: 1. Alimentarsi in modo sano privilegiando cibi di origine vegetale, preferibilmente crudi e biologici; 2. Bere acqua naturale con un ph leggermente alcalino; 3. Ripristinare una corretta fisiologia intestinale. Se l’intestino non funziona in modo corretto, è infestato da parassiti e da una flora batterica prevalentemente patogena, l’idea di disintossicarsi rimarrà appunto solo un’idea e col tempo si manifesteranno inevitabilmente tutta una serie di fastidiosi disturbi, se non patologie vere e proprie, destinati a compromettere anche seriamente la qualità della nostra vita. Se non si fa quanto necessario per ristabilire la salute del proprio intestino, bere tisane ed utilizzare drenanti daranno risultati scarsi o nulli.