GENTE VENETA | Società e cultura Venerdi, 21 Novembre 2008 Chi cerca il farmaco per salvarci dai tumori prende mille euro al mese "Se è vero, come si dice, che noi siamo così preziosi per il bene della collettività, com'è che siamo sottopagati e scarsamente tutelati?". La domanda esce veloce dalle labbra di Marika Crescenzi, 27 anni, l'unica veneziana attualmente titolare di una borsa di studio pagata dall'Airc, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. «Per fortuna - spiega - ci sono associazioni come l'Airc, che sostengono la ricerca e il lavoro di tanti giovani, ma dallo Stato arriva ben poco sostegno». Quella dell'Associazione per la ricerca contro il cancro è una delle borse di studio di maggior valore: dura due anni (salvo una verifica del valore scientifico del lavoro prodotto dopo il primo anno) e elargisce circa mille euro al mese al titolare. Ma accanto ai mille euro non ci sono contributi previdenziali né coperture in caso di malattie o di ferie. E comunque, al termine del biennio, c'è la ricerca di un posto di lavoro stabile. Continua Marika Crescenzi, originaria di Eraclea: «Io continuo a vedere troppe persone necessarie per i laboratori di ricerca ma, alla fine, non inseribili in pianta stabile e con uno stipendio fisso». Un problema - quello del lavoro per i giovani ricercatori italiani - che, nella giornata dedicata meritoriamente dall'Airc alla raccolta di fondi per sostenere nuovi studi, si fa ancor più urgente. Ma qual è il lavoro della dottoressa Crescenzi? «Io mi sono laureata nel 2005 in Biologia sanitaria a Padova, e i miei studi specialistici mi hanno fatto avvicinare alla fisiopatologia umana. Perciò ho accolto volentieri l'invito a lavorare, come borsista, all'Istituto oncologico veneto. Qui oggi sto seguendo uno studio che prevede l'impiego di anticorpi e farmaci innovativi per la cura del tumore all'esofago». In sostanza, la Crescenzi, guidata nel suo lavoro dal dott. Intraccolo e dal prof. Amadori, si occupa della sperimentazione della nuova terapia su topolini. Anticorpi e farmaci di nuova generazione hanno la funzione di?affamare? il tumore, riducendo o annullando la formazione di nuovi vasi sanguigni che lo alimentano. In questo modo il cancro vedrebbe di gran lunga ridotta la sua capacità di accrescimento. La conclusione dello studio è prevista entro il 2009. Sperando di affamare i tumori, non i borsisti. Giorgio Malavasi Tratto da GENTE VENETA, n.43/2008 Articolo pubblicato su Gente Veneta http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=5042 Copyright 2017 © CID SRL P.Iva 02341300271