IL MICROSCOPIO
LA RICERCA CONTINUA
Non c’è vertice
senza una solida BASE
In un editoriale sulla rivista Science, una delle più qualificate del mondo, il direttore
editoriale Bruce Alberts esprime la sua opinione sulla ricerca sul cancro e sulle strategie che
la governano.
Negli ultimi anni, all’interno della comunità scientifica internazionale, è infatti in atto un
dibattito su quale tipo di ricerca vada finanziato. Molti addetti ai lavori sostengono che,
dopo la gran quantità di denaro messa a disposizione negli anni passati agli studi di base,
è adesso importante concentrare i fondi sulla ricerca applicata, destinata a raggiungere il
letto dei pazienti. Alberts sostiene, invece, che sottrarre troppi fondi alla ricerca di base è
una visione miope.
La ricerca di base è una ricerca destinata ad ampliare il nostro sapere. La ricerca applicata è invece finalizzata a specifici obiettivi potenzialmente destinati ai
pazienti. AIRC da anni ha compiuto scelte che coincidono con quanto sostiene il direttore
di Science. La ricerca finalizzata (o applicata che dir si voglia) non può infatti esistere senza
una continua ricerca di base, fonte di ogni innovazione.
È ovvio che l’evoluzione applicativa di una scoperta - come per esempio lo sviluppo di nuove tecnologie diagnostiche o di terapie - può nascere solo se si identifica
qualcosa di precedentemente sconosciuto, che apre la strada allo sfruttamento di un
sapere nuovo, ossia all’innovazione.
La ricerca sul cancro è come un imbuto: all’ingresso vi sono gli studi di base, che
coprono l’area più vasta (equivalgono, di fatto, a cercare un ago in un pagliaio) e che esigono un notevole impegno finanziario. Solo una percentuale limitata delle nuove scoperte si
concretizzerà in un qualcosa di utile al malato oncologico. L’imbuto progressivamente si
restringe e libera, filtrati, solo i prodotti promettenti, che proseguiranno il loro percorso nei
laboratori per verificare se realmente rappresentano un vantaggio rispetto a quanto già in
uso. Se la risposta è sì, allora si passa all’ultima fase, quella degli studi clinici (su questo
tema vedi l’articolo a pagina 24 di questo numero).
La strada della ricerca è lunga (richiede anni) e accidentata ma ha una partenza e un
arrivo programmati in tre fasi: inizia dalla ricerca di base e, attraverso lo sviluppo delle scoperte in un’ottica applicativa - ricerca applicata - arriva al traguardo, ossia al paziente ricerca clinica-. In piena sintonia con quanto dice anche il direttore editoriale di Science, AIRC da anni finanzia progetti in tutte e tre le aree esclusivamente in base ai loro
meriti scientifici.
Maria Ines Colnaghi
Direttore scientifico di AIRC
Anno XXXVI - Numero 3
1 giugno 2008 - AIRC Editore
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