Benedetto Spinoza 1632 - 1677 In una libera Repubblica é lecito a chiunque di pensare quello che vuole e di dire ciò che pensa La vita - Amsterdam il 24 novembre 1632 da famiglia ebraica di origine portoghese. - Spinoza venne istruito nella conoscenza approfondita dei testi sacri e della lingua ebraica. - Il suo sistema filosofico incontrò l'avversione della comunità ebraica che lo espulse, lo scomunicò e gli proibì di frequentare la Sinagoga (amici e parenti lo esclusero e lo isolarono, la sorella tentò di diseredarlo, un fanatico tentò di pugnalarlo). - Unì la ricerca intellettuale con il lavoro manuale (era ottico). Nel 1673 rifiutò di insegnare all'Università di Heidelberg. - Morì il 21 febbraio 1677. I suoi manoscritti furono affidati all'amico Jan Rieuwertsz che ne curò la pubblicazione nel corso dello stesso anno. La biblioteca di Spinoza fu messa all'asta per pagare i suoi funerali. Le opere • Breve trattato su Dio, sull'uomo e la sua felicità (scritto andato perduto e che fui ritrovato solo in seguito e pubblicato solo nel 1852) • Trattato sulla emendazione dell’intelletto (1661) • Principi della filosofia di Cartesio. Pensieri Metafisici (1663) • Trattato telologico-politico (1670) che comparve anonimo. Fu condannato dalla Chiesa protestante e dalla cattolica. • Ethica ordine geometrico demonstrata (terminata nel 1674 ma pubblicata solo postuma) • Methodus inveniendi argumenta redatta ordine et tenore geometrico • Opera Posthuma (1677), voluta e messa a punto dai suoi discepoli a pochi mesi dalla sua scomparsa, e che comprende anche il Trattato sull'emendazione dell'intelletto, e altri scritti. Nel 1670 Spinoza aveva pubblicato, anonimo, il Trattato Teologico-Politico, opera che suscita un clamore ed uno sdegno generali, in quanto presenta un'accurata analisi dell'Antico Testamento, tendente a negare la sua origine divina. La Scrittura viene infatti definita come prodotto storico, come insieme di testi redatti da uomini in diverse epoche storiche, e non come il mezzo privilegiato della rivelazione di Dio all'uomo. Le profezie narrate nel testo sacro vengono spiegate ricorrendo alla facoltà della “immaginazione" di coloro che le hanno pronunciate, mentre gli eventi miracolosi privati di qualsiasi consistenza reale, vengono definiti come accadimenti che gli uomini non riescono a spiegarsi e che per questo, per l'ignoranza delle cause che li hanno prodotti, finiscono per attribuire ad un intervento soprannaturale. Infine, il Trattato sostiene la necessità per uno Stato di garantire ai suoi cittadini libertà di pensiero, di espressione e di religione attraverso una politica di tolleranza di tutte le confessioni e di tutti i credi, e di non interferire in questioni che non ledano la sicurezza e la pace della società. Spinoza viene presto riconosciuto come autore dell'opera, che viene messa al bando dalle autorità olandesi a partire dal 1674, insieme con il Leviatano di Thomas Hobbes. TRATTATO SULLA EMENDAZIONE DELL’INTELLETTO (1661) COSTITUISCE UNA SORTA DI “DISCORSO SUL METODO” La filosofia come catarsi (purificazione) esistenziale ed intellettuale La filosofia è uno strumento di salvezza… …anzi, è una via di salvezza esistenziale Perché la delusione nei confronti dei comuni valori della vita è forte. Per cui diventa necessaria la ricerca di un bene vero, capace di appagare totalmente l’anima. Beni universalmente agognati dagli uomini ricchezze onori piaceri cose vane perché non appagano veramente l’animo e i suoi bisogni profondi perché sono transeunti ed esteriori perché generano inquietudini ed inconvenienti vari onori ricchezze eppure nonostante la loro natura ingannevole… piaceri essi hanno la forza di incatenare la mente, oscurandone le facoltà ed ostacolando la sua ricerca di valori superiori … I beni comuni sommo bene e perciò sono impedimenti Il filosofo condanna l’assolutizzazione dei beni comuni, la loro quotidiana trasformazione da mezzi in fine! Di conseguenza, l’ascesi, cioè l’astensione dai beni comuni, non implica un loro rifiuto totale, ma solo una loro relativizzazione in vista di qualcosa di più alto! Per cui è bene lasciare il certo, ossia i beni volgari, per l’incerto, cioè l’ipotetica perfezione ideale, che è tale perché soddisfa appieno l’animo, procurandogli l’agognata serenità e letizia. Meta-temporale, meta-finito Tuttavia, mentre per il filosofo cristiano la “cosa eterna ed infinita” si identifica con Dio e la gioia suprema con il suo raggiungimento celeste, per Spinoza l’infinito e l’eterno si identificano con il Cosmo (= panteismo) e la gioia suprema con “l’unione della mente con la natura”. LA METAFISICA: IL PANTEISMO Ethica ordine geometrico demonstrata “Etica dimostrata secondo l’ ordine” geometrico Questa enciclopedia delle scienze filosofiche, grande capolavoro di Spinoza, tratta dei vari problemi che la metafisica si è sempre posti: antropologici, psicologici, morali, e soprattutto, come si può notare dal titolo, etici. Spinoza nella sua opera usa un metodo geometrico, com’ è facile dedurlo dal titolo, infatti utilizza un procedimento espositivo che si scandisce secondo definizioni, assiomi, proposizioni, teoremi, dimostrazioni, corollari e delucidazioni. MOTIVI DELLA SCELTA DEL METODO GEOMETRICO: a) Spinoza è influenzato dalla moda matematizzante dell’ epoca, come ad esempio Hobbes, che perseguiva l’ ideale di un sapere rigoroso ed universalmente valido; b) Spinoza è un ammiratore delle matematiche e vede nella trattazione geometrica, come nel latino, una garanzia di precisione e di sinteticità espositiva, nonché di distacco emotivo nei confronti dell’argomento trattato; c) Spinoza è convinto che il reale costituisca una struttura necessaria, di tipo geometrico, in cui tutte le cose sono concatenate logicamente fra di loro e quindi “deducibili” sistematicamente l’una dall’altra. Il metodo geometrico riflette l’idea per la quale secondo Spinoza grazie al fatto che la causa è immanente, ecco che ogni modo della realtà finita può essere dedotto in modo necessario; Inoltre il metodo geometrico riproduce la coincidenza tra l’ordine delle idee e l’ordine delle cose. SOSTANZA Concezione greco-medievale Sostanza = forma (l’ essenza necessaria di una cosa) + sìnolo (l’individuo concreto in cui è incarnata. Nella filosofia aristotelica era la sostanza, cioè l’unione di materia e forma); Mondo = insieme di sostanze gerarchicamente ordinate. Concezione di Cartesio Sostanza = ciò che esiste di per se stessa = Dio, Concezione di Bruno Sostanza = Natura. Materia e forma non sono Concezione di Spinoza Sostanza = «ciò che è in sé e per sé si cioè realtà originaria ed autosufficiente, che essendo causa sui non riceve l’esistenza da altro. Ma accanto alla sostanza prima di Dio ammette, come sostanze seconde, la res extensa e la res cogitans, realtà che per esistere hanno bisogno unicamente di Dio. “L’ambiguità catesiana è evidente: da un lato la sostanza è ciò che per esistere non ha bisogno che di se medesima (= Dio) e dall’altroè ciò che per esistere ha bisogno soltanto di Dio (= le creature). due sostanze, ma due aspetti di quell’unica sostanza universale ed infinità che è la Natura. concepisce, vale a dire ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un’ altra cosa da cui debba essere formato» Ciò che è in sé e per sé si concepisce • Con la prima parte della formula Spinoza intende dire che la sostanza, essendo da sé, in quanto deve unicamente a se stessa la propria esistenza, rappresenta una realtà autosussistente ed autosufficiente, che per esistere non ha bisogno di altri esseri. (piano ontologico) • Con la seconda parte della formula egli intende dire che la nozione di sostanza, essendo concepibile soltanto per mezzo di se medesima, rappresenta un concetto che per essere pensato non abbisogna di altri concetti. (piano logico) Spieghiamo meglio • Spinoza accetta la concezione cartesiana della Sostanza, ma esclude le distinzioni fatte da Cartesio: • la Sostanza è una, unica, infinita; • il pensiero e l’estensione sono solo i modi nei quali quella si manifesta. ATTRIBUTI Qualità essenziali o strutturali della Sostanza: essendo quest’ultima infinita, in quanto la sua essenza è illimitata, infiniti saranno pure i suoi attributi Di conseguenza, in virtù dell’equazione Sostanza = Natura, quest’ultima risulterà costituita da un’infinità di dimensioni, simile ad un unico immenso prisma dalle illimitate facce. Tuttavia, degli infiniti attributi della Sostanza, e quindi degli infiniti volti della natura, noi ne conosciamo soltanto due l’estensione, ossia la materia il pensiero, cioè la coscienza MODI Specificazioni della Sostanza e dei suoi attributi, modi di essere, manifestazioni o concretizzazioni particolari degli attributi, che si identificano con i singoli corpi e le singole idee, che non hanno sostanzialità, in quanto esistono e possono essere pensati soltanto in virtù della Sostanza e dei suoi attributi. Se la Sostanza è “ciò che è in sé e per sé si concepisce”, i modi saranno invece “ciò che è in altro, per il cui mezzo è pure concepito” modi infiniti, cioè proprietà strutturali degli attributi modi finiti, ossia gli essere particolari, questo corpo o quella idea, che derivano gli uni dagli altri secondo una catena infinita Ricapitolando Sostanza = Dio = Natura Sostanza (ciò che è in sé e si concepisce per sé = Dio; è increata, eterna, infinita, unica) Attributi (le qualità essenziali della Sostanza) estensione (res extensa) Modi (le specificazioni della Sostanza e dei suoi attributi) pensiero (res cogitans) infiniti (le proprietà strutturali degli attributi) finiti (i singoli corpi e le singole menti) movimento e quiete intelletto e volontà il mondo come totalità “Ritraducendo il tutto in termini filosofici: la Sostanza di Spinoza è la Natura come realtà infinita ed eterna, che si manifesta in una infinità di dimensioni (= gli attributi) e che si concretizza in una infinità di maniere d’essere (= i modi). Per cui, quando Spinoza distingue fra la Natura naturante (= Dio e gli attributi, considerati come causa) e la Natura naturata (= l’insieme dei modi, visti come effetto), non fa che ribadire panteisticamente che la Natura è madre e figlia di se medesima, in quanto è un’attività produttrice il cui prodotto non esiste fuori di essa, secondo lo schema di ciò che Spinoza chiama causalità transitiva, bensì in essa stessa, secondo lo schema di ciò che Spinoza definisce causalità immanente. Secondo Spinoza, nel Dio-Natura coincidono libertà e necessità. Dio, infatti, è libero perché agisce senza alcun condizionamento esterno, ma è necessitato perché agisce necessariamente in virtù delle leggi immanenti del suo essere” (pag. 298). Dio è nel mondo come NATURA NATURANS cioè come immanente e attiva potenza generatrice La natura naturans o naturante è la Natura vista come causa, ossia Dio e i suoi attributi Il mondo è in Dio come NATURA NATURATA cioè come prodotto che non si distacca, ma resta intrinseco alla potenza che l’ha generato La natura naturata è la Natura vista come effetto, ossia l’insieme dei modi La Natura: madre e figlia di se stessa Con la distinzione fra natura naturante e natura naturata, Spinoza ribadisce panteisticamente che la Natura, essendo l’unica realtà esistente, risulta simultaneamente madre e figlia di se stessa! Le proprietà della sostanza e l’identificazione di Dio con la natura. Unica: poiché non esistono sostanze nella natura con lo stesso attributo. 4 3 Proprietà della Sostanza Increata: in quanto per 1 esistere non ha bisogno di altro, essendo causa di sé. 2 Eterna: in quanto possiede l’ esistenza poiché non la riceve da altro. La sostanza è Dio Questa Sostanza increata, eterna, infinita e unica non può che essere Dio, in quanto è increato, eterno, infinito e unico. La prova a posteriori afferma che le cose esistono o per virtù propria o per mezzo di un ente necessario che avendo in sé la causa del proprio esistere è pure la causa degli esseri contigenti. Prove che dimostrano che la sostanza è Dio La prova ontologica o a priori: afferma che Dio è una realtà che ha in sé la propria ragion d’essere, quindi non può non esistere. Sostanza • “ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un’altra cosa, da cui debba essere formato” • (Def. 3) • Solo Il Tutto è concepito in sé ed è sostanza Dimostrazione Ogni ente per esistere ha bisogno di un altro ente Per conoscere questo ente occorre conoscere anche l’altro ente da cui dipende Nessun ente diverso dal Tutto (che non ha nulla fuori di sé) soddisfa la definizione di sostanza Dio è il tutto, assolutamente infinito L’esistenza di Dio • Dio deve essere pensato come esistente, infatti, è logicamente contraddittorio pensare il contrario • DIMOSTRAZIONE Se qualcosa esiste, esiste come parte del tutto E qualcosa esiste, per il fatto che stiamo pensando (dunque almeno noi esistiamo) Se c’è qualcosa allora Dio esiste Deus sive natura • DIO = SOSTANZA = NATURA Dio in quanto infinito coincide con il tutto (l’intero Universo o Natura) che è l’unica Sostanza Non è un Dio antropomorfico, ma una sorta di forma, di energia immanente in tutte le cose, che da lui procedono necessariamente come i teoremi procedono dall’essenza delle figura geometriche. L’ unicità della Sostanza Spinoza fonda sull’ unicità della Sostanza il principio che Dio e il mondo costituiscono uno stesso ente, poiché Dio non è fuori dal mondo, ma nel mondo, e forma, con esso, quella realtà globale che è la Natura. “Tutto ciò che è, è in Dio, e senza Dio nessuna cosa può essere concepita” (Etica, I, prop. 15) Panteismo = identifica Dio o la Sostanza con la Natura, considerata come realtà increata, eterna, infinita, ed unica, da cui derivano ed in cui sono tutte le cose. Dio Dio è il mondo stesso, Dio è gli uomini, Dio è la terra, Dio è i monti, i mari, il cielo, gli animali, ovvero, tutto. In questo Dio e la natura coincidono. Dio e il mondo Dio non produce il mondo volontariamente, perché il mondo sgorga da lui come necessità, "come le proprietà di una figura geometrica scaturiscono dall'essenza di tale figura". (E. Severino, La filosofia moderna) SPINOZA • RIFIUTA IL CREAZIONISMO • DIO è CAUSA IMMANENTE • DIO NON è CAUSA TRASCENDENTE O TRANSITIVA Dio e il male Gli errori che portano alla menzogna e alla malvagità e gli atti che invece riportano l'uomo nella verità e nel bene, provengono sempre e comunque da Dio (diversamente che per Cartesio, dove gli errori e la capacità di superarli erano esclusiva umana). Ma, come già visto, Dio non è responsabile volontario di tali manifestazioni, in quanto tutto sgorga da lui necessariamente. L'etica quindi "non si propone di deridere, non di compiangere o detestare, ma di comprendere le azioni umane". (E. Severino, La filosofia moderna) IN SINTESI • • • • • • MATERIALISMO DETERMINISMO ATEISMO PANTEISMO MONISMO ASSENZA DI FINALISMO DETERMINISMO • Tutto deriva da Dio – natura naturans e natura naturata – tutto è Dio, tutto si deduce da Dio e tale deduzione ha un carattere matematicogeometrico. • Se è così la visione del mondo di Spinoza appare radicalmente deterministica. Infatti se dalle cause naturali deriva un effetto così come dalle premesse logico matematica derivano le conclusioni, tutto nell’universo è necessario. arete-consulenzafilosofica.it 38 Necessità universale Ogni corpo e ogni idea è collegata in una rete inestricabile di rapporti (ognuno al suo livello di essere) causali, che esprime la vita del Tutto Ciò che accade nel modo lo fa secondo una rigida necessità Nulla avviene a caso, c’è una ragione per tutto Libertà, necessità, Dio • Se pensiamo la libertà esclusivamente come un non essere causato e/o necessitato da altro, solo Dio è autenticamente libero. • Tuttavia la libertà di Dio non è la libertà di una persona. Dio per Spinoza non è persona, non è intelletto o volontà, non ama, non crea dal nulla. Intelletto, volontà, amore sono modi del pensiero, sono solo determinazioni di un suo attributo, sono ancora delle proprietà di Dio che non esprimono l’essenza in sé di Dio. • Se vogliamo esprimere che cosa è Dio dobbiamo dire che esso è IMPERSONALE NECESSITA’ ASSOLUTA. arete-consulenzafilosofica.it 40 Negazione del finalismo dell’universo • Se Dio è impersonale necessità assoluta, nel mondo non vi è nessun fine voluto da Dio. • Se Dio VOLESSE qualcosa, mancherebbe di quel qualcosa, che egli desidererebbe, dunque verrebbe meno il suo primato ontologico: non sarebbe la totalità dell’essere che secondo Spinoza è la sostanza suprema. In realtà non esistono fini, l’idea teleologica è solamente un pregiudizio umano, un modo umano erroneo di guardare alla connessione delle cose. arete-consulenzafilosofica.it 41 La libertà di Dio e quella dell’uomo Se Dio, il mondo e gli uomini sono la stessa sostanza, questo implica che tutto sia costretto nella stessa logica. Esiste allora una libertà di azione o è tutto determinato e costretto entro la necessità della logica divina? E gli uomini possono avere allora una libertà di scelta che li porti a percorrere logiche proprie? Spinoza afferma che l'unico essere davvero libero è Dio, in quanto è colui che non è stato generato da null'altro e questo implica che sia la sola entità che abbia potuto decidere da sé quale natura darsi. Gli uomini invece vivono costretti nella necessità della loro natura e questo implica una costrizione della loro libertà. Ma gli uomini possono comunque essere liberi negli ambiti che non sono strettamente connessi alla propria natura, potranno essere liberi di scegliere nell'ambito delle circostanze personali, tuttavia essi saranno sempre obbligati da necessità interne (la natura della loro psiche) e da condizioni esterne (il mondo fisico e le sue leggi). Nulla è bene Nulla è male Ogni cosa ed evento sono ciò che sono in ragione di una legge universale che Spinoza chiama potenza della natura Realtà e perfezione coincidono guardate sub specie aeternitatis se Speranze e timori sono alimentate solo dalla nostra ignoranza Negazione del libero arbitrio Il rapporto pensiero-estensione • Questa relazione, il cui problema aveva messo in crisi il cartesianesimo, e che era stata determinata in senso occasionalistico da Malebranche, viene descritta nei termini di un parallelismo psicofisico. Il parallelismo psicofisico stabilisce che “l’ordine della connessione delle idee è parallelo e identico all’ordine della connessione delle cose”. arete-consulenzafilosofica.it 46 RAPPORTO PENSIERO- ESTENSIONE Parallelismo psicofisico • Secondo l’idea del parallelismo psicofisico pensiero ed estensione propriamente non si influenzano, ma sono già da sempre posti in una relazione biunivoca in cui ad ogni elemento dell’insieme “pensiero” corrisponde un elemento dell’insieme “estensione”, oppure ad ogni punto sulla retta “pensiero” corrisponde un punto sulla retta “estensione”. arete-consulenzafilosofica.it 48 TEORIA DELLA CONOSCENZA • 1) la doxa (opinione) o immaginazione che comporta l’assunzione di nozioni vaghe, ottenute dai sensi, fuori dalle loro connessioni necessarie, • 2) la ragione, ossia la conoscenza delle cause e delle leggi di connessione, che perviene alle idee di quantità, figura e moto, cioè ai fondamenti delle scienze esatte. Essa in particolare giunge a cogliere gli aspetti geometrico matematici comuni ai vari corpi (compreso il proprio) e dunque le loro caratteristiche più generali, che permettono di comprenderli scientificamente; • 3) la scienza intuitiva cioè la conoscenza del procedere necessario delle cose dal primo principio intuito nella sua chiarezza e distinzione. In questa fase ci si pone dal punto di vista di Dio, si disloca la propria anima in Dio ricevendone gioia profonda e intima soddisfazione. Tale conoscenza genera l’amore intellettuale di Dio che è felicità. 49 TEORIA DELLE PASSIONI “ La maggior parte di coloro che hanno scritto sugli affetti e sul modo di vivere degli uomini, sembra che trattino non di cose naturali, che seguono le comuni leggi della natura, ma di cose che sono al di fuori della natura. Sembra anzi che concepiscano l’uomo nella natura come un impero nell’impero. Infatti credono che l’uomo sconvolga l’ordine della natura, più che seguirlo, e che abbia sulle proprie azioni un potere assoluto, e che non sia determinato da altro che da se stesso. Attribuiscono poi la causa dell’impotenza e dell’incostanza umana non al comune potere della natura ma a un presunto vizio della natura umana, e perciò la compiangono, la deridono, la disprezzano, o, più comunemente, la detestano; e chi con maggior eloquenza o arguzia sa cogliere l’impotenza della Mente umana passa per uomo divino. Tuttavia non sono i mancati uomini assai illustri (alla cui fatica e operosità riconosciamo di dover molto) che hanno scritto cose eccellenti sul giusto modo di vivere e hanno dato ai mortali consigli pieni di saggezza; ma nessuno, che io sappia, ha determinato la natura e le forze degli Affetti, e che cosa possa fare la Mente per dominarli. So bene che il celeberrimo Cartesio, benché anch’egli abbia creduto che la Mente è dotata di un potere assoluto sulle sue azioni, ha cercato tuttavia di spiegare gli Affetti umani mediante le loro cause prime e, nello stesso tempo, ha cercato di indicare la via per cui la Mente potesse ottenere il potere assoluto sugli Affetti; ma secondo me non ha dimostrato altro che l’acume del suo grande ingegno, come a suo tempo dimostrerò. Infatti io voglio tornare a coloro che preferiscono detestare e irridere gli Affetti e le azioni degli uomini piuttosto che comprendere. A costoro sembrerà certamente strano che io mi accinga a trattare dei vizi e delle stoltezze umane secondo il metodo geometrico, e che voglia dimostrare con un ragionamento rigoroso cose che essi proclamano incompatibili con la ragione, vane, assurde, orrende. Ma ecco qual è il mio argomento. Nella natura nulla accade che possa essere attribuito a un suo vizio; infatti la natura è sempre la stessa e la sua virtù e potenza di agire è ovunque una sola e medesima, ossia le leggi e le norme della natura, secondo le quali ogni cosa accade e da una forma si muta in un’altra, sono ovunque e sempre le medesime, e perciò anche il modo d’intendere la natura di tutte le cose, quali che siano, deve essere uno e medesimo, ossia in base alle leggi e alle norme universali della natura Quindi gli Affetti dell’odio, dell’ira, dell’invidia, ecc., in sé considerati, derivano dalla stessa necessità e virtù della natura, come le altre singole cose; e perciò ammettono determinate cause per mezzo delle quali vengono conosciuti e hanno determinate proprietà degne della nostra conoscenza come le proprietà di qualunque altra cosa di cui la sola contemplazione basta a dilettarci. Tratterò dunque della natura e delle forze degli Affetti e del potere della Mente su di essi, con lo stesso Metodo con cui nelle parti precedenti ho trattato di Dio e della Mente, e considererò le azioni e i desideri umani come se si trattasse di linee, di superfici e di corpi.” (Spinoza, Ethica terza parte) Analisi geometrica delle passioni Spinoza applica metodo geometrico all’analisi delle passioni Fine descrittivo non prescrittivo né moralistico Passioni non male da evitare ma da comprendere Le passioni procedono con necessità, su di esse non esercitiamo controllo volontario Tassonomia o ordine generale delle passioni - AZIONI: affetti di cui siamo causa - PASSIONI: affetti di cui non siamo causa e che quindi subiamo - MALE (ciò che ostacola la conservazione) - BENE (ciò che favorisce la conservazione) affetti secondari (affetti e passioni derivati dai primari) affetti secondari basilari: amore e odio AFFETTI PRIMARI SECONDARI AFFETTI PRIMARI Conatus: sforzo di autoconservazione Voluntas (se riferito alla mente) Appetitus (se riferito alla mente e al corpo) Cupiditas (cosciente di sé) cioè desiderio Laetitia: passaggio ad una maggiore perfezione Tristitia: passaggio ad una minore perfezione “Il Desiderio è l’appetito unito alla coscienza di sé”. la libertà è un’illusione, non possiamosottrarci al determinismo naturale….. (siamo autodeterminati dalla legge di autoconservazione, dalla ricerca dell’utile) la nostra libertà consiste nel manovrare consapevolmente lo sforzo di autoconservazione che non è possibile eliminare Etica: il male e il bene • In un universo deterministico, cioè governato dalla necessità, non esistono un bene e un male in sé, come non esistono fini: propriamente il bene e il male sono ridotti all’UTILE e al DANNOSO. • Utile è tutto ciò che contribuisce a conservare il nostro essere. Dannoso è tutto ciò contrasta il nostro essere. • L’utile è dunque l’unico elemento in base al quale possiamo definire un’azione «virtuosa». arete-consulenzafilosofica.it 60 Amore e odio • L’amore è la passione della gioia accompagnata dall’idea di una causa esterna che l’abbia determinata. • L’odio è la passione del dolore accompagnata dall’idea di una causa esterna che l’abbia determinata. • Gioia, dolore, amore, odio sono le passioni fondamentali. arete-consulenzafilosofica.it 61 Natura delle passioni • Ciò che caratterizza le passioni è la loro indeterminatezza, la loro, diremmo, opacità per la nostra mente. Infatti la passione è un’idea confusa e inadeguata. • Con essa «la mente afferma una forza d’esistere del suo corpo» che orienta il pensiero stesso su un oggetto piuttosto che su un altro. arete-consulenzafilosofica.it 62 Passività e attività • Ora la passione, essendo caratterizzata dall’inadeguatezza dell’idea, può riorientare verso oggetti che sembrano utili, cioè sembrano bene, ma non lo sono. • Il problema del rapporto dell’uomo con le proprie passioni è quello di riparare quell’inadeguatezza chiarendo la propria idea. • Di fronte all’oscurità della passione la mente è passiva. Se la mente chiarisce l’idea connessa alla passione, diventa attiva e cessa di essere schiava delle passioni stesse. arete-consulenzafilosofica.it 63 Diritto naturale e diritto civile, “homo homini Deus” L'uomo è un animale sociale, può trovare la sua piena realizzazione solo nella pacifica convivenza in una comunità. L'uomo deve rispondere sia al diritto naturale (il diritto alla libertà di pensiero e di parola, ciò che rende umano l'uomo, gli dà dignità, ovvero i suoi bisogni spirituali primari) che a quello civile (le leggi della comunità). Il diritto civile deve adeguarsi al diritto naturale poiché una società che non garantisca la libertà di pensiero e la dignità dell'uomo non è accettabile. Spinoza analizza anche le forme di governo storicamente documentate: la monarchia, l'aristocrazia e la democrazia. Tutte è tre le forme di governo hanno necessità storiche indipendenti dalle loro qualità specifiche, tuttavia tra le tre è preferibile la democrazia perché è quella che garantirebbe un compromesso migliore tra diritto civile e diritto naturale. L'uomo, infine, non è homo homini lupus, come intendeva Hobbes,ma è homo homini Deus, ovvero "l'uomo è Dio per l'uomo", ovvero tutto è Dio (e quindi lo stesso uomo è una sua determinazione), Dio costituisce il fondamento di ogni cosa, Dio è la ragione che si manifesta naturalmente in ogni uomo. Se Dio é l'unica Sostanza (vedi l'affermazione di Aristotele sull'unicità della Sostanza), nulla vi é al di fuori di essa e tutta la natura, tutto il cosmo sono impregnati, se così si può dire, della stessa sostanza divina. Si può giungere a considerare la natura dell'uomo come perfetta simbiosi con la natura divina, cioè le due nature non sono separate ma sono l'una dentro l'altra. La "cattiveria" dell'uomo, é insignificante se la vogliamo vedere dall'esterno: fa parte cioé di un processo, quello umano, determinato dalla propria natura. Ricordiamo che Spinoza é il filosofo del determinismo: l'uomo é una determinazione di Dio, nel senso che non é creato da Dio ma scaturisce da Dio. L'affermazione di Plauto prima (lupus est homo homini) e quella più famosa di T. Hobbes (homo homini lupus), va tradotta in senso spinoziano in homo homini Deus. L'uomo, dunque, é Dio per l'uomo, cioè tutto é Dio.