caricato da illicetomichele

Spinoza 2015

annuncio pubblicitario
Benedetto Spinoza 1632 - 1677
In una libera
Repubblica é lecito
a chiunque di
pensare quello che
vuole e di dire ciò
che pensa
La vita
- Amsterdam il 24 novembre 1632 da famiglia ebraica di origine
portoghese.
- Spinoza venne istruito nella conoscenza approfondita dei testi sacri e della
lingua ebraica.
- Il suo sistema filosofico incontrò l'avversione della comunità ebraica che
lo espulse, lo scomunicò e gli proibì di frequentare la Sinagoga (amici e
parenti lo esclusero e lo isolarono, la sorella tentò di diseredarlo, un
fanatico tentò di pugnalarlo).
- Unì la ricerca intellettuale con il lavoro manuale (era ottico). Nel 1673
rifiutò di insegnare all'Università di Heidelberg.
- Morì il 21 febbraio 1677. I suoi manoscritti furono affidati all'amico Jan
Rieuwertsz che ne curò la pubblicazione nel corso dello stesso anno. La
biblioteca di Spinoza fu messa all'asta per pagare i suoi funerali.
Le opere
• Breve trattato su Dio, sull'uomo e la sua felicità (scritto andato
perduto e che fui ritrovato solo in seguito e pubblicato solo nel
1852)
• Trattato sulla emendazione dell’intelletto (1661)
• Principi della filosofia di Cartesio. Pensieri Metafisici (1663)
• Trattato telologico-politico (1670) che comparve anonimo. Fu
condannato dalla Chiesa protestante e dalla cattolica.
• Ethica ordine geometrico demonstrata (terminata nel 1674 ma
pubblicata solo postuma)
• Methodus inveniendi argumenta redatta ordine et tenore
geometrico
• Opera Posthuma (1677), voluta e messa a punto dai suoi
discepoli a pochi mesi dalla sua scomparsa, e che comprende
anche il Trattato sull'emendazione dell'intelletto, e altri scritti.
Nel 1670 Spinoza aveva pubblicato, anonimo, il Trattato Teologico-Politico,
opera che suscita un clamore ed uno sdegno generali, in quanto presenta
un'accurata analisi dell'Antico Testamento, tendente a negare la sua origine
divina.
La Scrittura viene infatti definita come prodotto storico, come insieme di testi
redatti da uomini in diverse epoche storiche, e non come il mezzo privilegiato
della rivelazione di Dio all'uomo. Le profezie narrate nel testo sacro vengono
spiegate ricorrendo alla facoltà della “immaginazione" di coloro che le hanno
pronunciate, mentre gli eventi miracolosi privati di qualsiasi consistenza reale,
vengono definiti come accadimenti che gli uomini non riescono a spiegarsi e
che per questo, per l'ignoranza delle cause che li hanno prodotti, finiscono per
attribuire ad un intervento soprannaturale.
Infine, il Trattato sostiene la necessità per uno Stato di garantire ai suoi
cittadini libertà di pensiero, di espressione e di religione attraverso una politica
di tolleranza di tutte le confessioni e di tutti i credi, e di non interferire in
questioni che non ledano la sicurezza e la pace della società. Spinoza viene
presto riconosciuto come autore dell'opera, che viene messa al bando dalle
autorità olandesi a partire dal 1674, insieme con il Leviatano di Thomas
Hobbes.
TRATTATO SULLA EMENDAZIONE
DELL’INTELLETTO (1661)
COSTITUISCE UNA SORTA DI
“DISCORSO SUL METODO”
La filosofia come catarsi (purificazione)
esistenziale ed intellettuale
La filosofia è uno strumento di salvezza…
…anzi, è una via di salvezza esistenziale
Perché la delusione nei confronti dei
comuni valori della vita è forte. Per cui
diventa necessaria la ricerca di un bene
vero, capace di appagare totalmente
l’anima.
Beni universalmente agognati dagli uomini
ricchezze
onori
piaceri
cose vane
perché non
appagano
veramente l’animo
e i suoi bisogni
profondi
perché sono
transeunti ed
esteriori
perché generano
inquietudini ed
inconvenienti vari
onori
ricchezze
eppure nonostante la
loro natura ingannevole…
piaceri
essi hanno la forza di incatenare la mente,
oscurandone le facoltà ed ostacolando la sua
ricerca di valori superiori …
I beni comuni
sommo bene
e perciò sono
impedimenti
Il filosofo condanna l’assolutizzazione dei beni comuni, la loro
quotidiana trasformazione da mezzi in fine!
Di conseguenza, l’ascesi, cioè l’astensione dai beni comuni,
non implica un loro rifiuto totale, ma solo una loro
relativizzazione in vista di qualcosa di più alto!
Per cui
è bene lasciare il certo, ossia i beni volgari,
per l’incerto, cioè l’ipotetica perfezione ideale,
che è tale perché soddisfa appieno l’animo,
procurandogli l’agognata serenità e letizia.
Meta-temporale,
meta-finito
Tuttavia, mentre per il filosofo cristiano la
“cosa eterna ed infinita” si identifica con
Dio e la gioia suprema con il suo
raggiungimento celeste, per Spinoza
l’infinito e l’eterno si identificano con il
Cosmo (= panteismo) e la gioia suprema
con “l’unione della mente con la natura”.
LA METAFISICA: IL PANTEISMO
Ethica ordine geometrico demonstrata
“Etica dimostrata secondo l’ ordine”
geometrico
Questa enciclopedia delle scienze filosofiche, grande
capolavoro di Spinoza, tratta dei vari problemi che la
metafisica si è sempre posti: antropologici, psicologici,
morali, e soprattutto, come si può notare dal titolo, etici.
Spinoza nella sua opera usa un metodo geometrico,
com’ è facile dedurlo dal titolo, infatti utilizza un
procedimento espositivo che si scandisce secondo
definizioni,
assiomi,
proposizioni,
teoremi,
dimostrazioni, corollari e delucidazioni.
MOTIVI DELLA SCELTA DEL METODO
GEOMETRICO:
a) Spinoza è influenzato dalla moda matematizzante dell’
epoca, come ad esempio Hobbes, che perseguiva l’
ideale di un sapere rigoroso ed universalmente valido;
b) Spinoza è un ammiratore delle matematiche e vede nella
trattazione geometrica, come nel latino, una garanzia di
precisione e di sinteticità espositiva, nonché di distacco
emotivo nei confronti dell’argomento trattato;
c) Spinoza è convinto che il reale costituisca una struttura
necessaria, di tipo geometrico, in cui tutte le cose sono
concatenate logicamente fra di loro e quindi “deducibili”
sistematicamente l’una dall’altra.
Il metodo geometrico riflette l’idea per
la quale secondo Spinoza grazie al fatto
che la causa è immanente, ecco che
ogni modo della realtà finita può essere
dedotto in modo necessario;
Inoltre il metodo geometrico riproduce
la coincidenza tra l’ordine delle idee e
l’ordine delle cose.
SOSTANZA
Concezione greco-medievale
Sostanza = forma (l’ essenza necessaria di una
cosa) + sìnolo (l’individuo concreto in cui è incarnata.
Nella filosofia aristotelica era la sostanza, cioè l’unione di
materia e forma); Mondo = insieme di sostanze
gerarchicamente ordinate.
Concezione di Cartesio
Sostanza = ciò che esiste di per se stessa = Dio,
Concezione di Bruno
Sostanza = Natura. Materia e forma non sono
Concezione di Spinoza
Sostanza = «ciò che è in sé e per sé si
cioè realtà originaria ed autosufficiente, che essendo causa
sui non riceve l’esistenza da altro. Ma accanto alla sostanza
prima di Dio ammette, come sostanze seconde, la res
extensa e la res cogitans, realtà che per esistere hanno
bisogno unicamente di Dio. “L’ambiguità catesiana è
evidente: da un lato la sostanza è ciò che per esistere non
ha bisogno che di se medesima (= Dio) e dall’altroè ciò che
per esistere ha bisogno soltanto di Dio (= le creature).
due sostanze, ma due aspetti di quell’unica sostanza
universale ed infinità che è la Natura.
concepisce, vale a dire ciò il cui concetto non ha
bisogno del concetto di un’ altra cosa da cui debba essere
formato»
Ciò che è in sé e per sé si concepisce
• Con la prima parte della formula Spinoza intende dire che
la sostanza, essendo da sé, in quanto deve unicamente a
se stessa la propria esistenza, rappresenta una realtà
autosussistente ed autosufficiente, che per esistere non ha
bisogno di altri esseri. (piano ontologico)
• Con la seconda parte della formula egli intende dire che la
nozione di sostanza, essendo concepibile soltanto per
mezzo di se medesima, rappresenta un concetto che per
essere pensato non abbisogna di altri concetti. (piano
logico)
Spieghiamo meglio
• Spinoza accetta la concezione
cartesiana della Sostanza, ma
esclude le distinzioni fatte da
Cartesio:
• la Sostanza è una, unica, infinita;
• il pensiero e l’estensione sono solo
i modi nei quali quella si manifesta.
ATTRIBUTI
Qualità essenziali o strutturali della Sostanza: essendo
quest’ultima infinita, in quanto la sua essenza è illimitata,
infiniti saranno pure i suoi attributi
Di conseguenza, in virtù dell’equazione Sostanza = Natura,
quest’ultima risulterà costituita da un’infinità di dimensioni,
simile ad un unico immenso prisma dalle illimitate facce.
Tuttavia, degli infiniti attributi della Sostanza, e quindi degli
infiniti volti della natura, noi ne conosciamo soltanto due
l’estensione,
ossia la
materia
il pensiero,
cioè la
coscienza
MODI
Specificazioni della Sostanza e dei suoi attributi, modi di essere,
manifestazioni o concretizzazioni particolari degli attributi, che si
identificano con i singoli corpi e le singole idee, che non hanno
sostanzialità, in quanto esistono e possono essere pensati soltanto
in virtù della Sostanza e dei suoi attributi. Se la Sostanza è “ciò
che è in sé e per sé si concepisce”, i modi saranno invece “ciò che
è in altro, per il cui mezzo è pure concepito”
modi infiniti, cioè proprietà
strutturali degli attributi
modi finiti, ossia gli essere
particolari, questo corpo o
quella idea, che derivano gli
uni dagli altri secondo una
catena infinita
Ricapitolando
Sostanza = Dio = Natura
Sostanza
(ciò che è in sé e si concepisce
per sé = Dio; è increata, eterna,
infinita, unica)
Attributi
(le qualità essenziali
della Sostanza)
estensione
(res extensa)
Modi
(le specificazioni
della Sostanza e
dei suoi attributi)
pensiero
(res cogitans)
infiniti
(le proprietà strutturali
degli attributi)
finiti
(i singoli corpi
e le singole menti)
movimento e quiete
intelletto e volontà
il mondo
come totalità
“Ritraducendo il tutto in termini filosofici: la Sostanza di Spinoza è la
Natura come realtà infinita ed eterna, che si manifesta in una infinità di
dimensioni (= gli attributi) e che si concretizza in una infinità di
maniere d’essere (= i modi).
Per cui, quando Spinoza distingue fra la Natura naturante (= Dio e gli
attributi, considerati come causa) e la Natura naturata (= l’insieme dei
modi, visti come effetto), non fa che ribadire panteisticamente che la
Natura è madre e figlia di se medesima, in quanto è un’attività
produttrice il cui prodotto non esiste fuori di essa, secondo lo schema di
ciò che Spinoza chiama causalità transitiva, bensì in essa stessa,
secondo lo schema di ciò che Spinoza definisce causalità immanente.
Secondo Spinoza, nel Dio-Natura coincidono libertà e necessità. Dio,
infatti, è libero perché agisce senza alcun condizionamento esterno, ma
è necessitato perché agisce necessariamente in virtù delle leggi
immanenti del suo essere” (pag. 298).
Dio è nel mondo come
NATURA NATURANS
cioè come immanente e
attiva potenza generatrice
La natura naturans o
naturante è la Natura
vista come causa,
ossia Dio e i suoi
attributi
Il mondo è in Dio come
NATURA NATURATA
cioè come prodotto che non si distacca,
ma resta intrinseco alla
potenza che l’ha generato
La natura naturata è
la Natura vista come
effetto, ossia
l’insieme dei modi
La Natura:
madre e figlia di se stessa
Con la distinzione fra natura naturante
e natura naturata, Spinoza ribadisce
panteisticamente che la Natura, essendo
l’unica
realtà
esistente,
risulta
simultaneamente madre e figlia di se
stessa!
Le proprietà della sostanza
e l’identificazione di Dio con la natura.
Unica: poiché non
esistono sostanze nella
natura con lo stesso
attributo.
4
3
Proprietà
della
Sostanza
Increata: in quanto per
1
esistere non ha bisogno di
altro, essendo causa di sé.
2
Eterna: in quanto possiede l’ esistenza
poiché non la riceve da altro.
La sostanza è Dio
Questa Sostanza increata, eterna, infinita e unica
non può che essere Dio, in quanto è increato,
eterno, infinito e unico.
La prova a
posteriori afferma
che le cose esistono o
per virtù propria o per
mezzo di un ente
necessario che
avendo in sé la causa
del proprio esistere è
pure la causa degli
esseri contigenti.
Prove che
dimostrano che la
sostanza
è Dio
La prova
ontologica o a
priori: afferma che
Dio è una realtà che
ha in sé la propria
ragion d’essere,
quindi non può non
esistere.
Sostanza
• “ciò il cui concetto non ha bisogno
del concetto di un’altra cosa, da cui
debba essere formato”
• (Def. 3)
• Solo Il Tutto è concepito in sé ed è
sostanza
Dimostrazione
Ogni ente per esistere ha bisogno di un altro
ente
Per conoscere questo ente occorre conoscere
anche l’altro ente da cui dipende
Nessun ente diverso dal Tutto (che non ha nulla
fuori di sé) soddisfa la definizione di sostanza
Dio è il tutto, assolutamente infinito
L’esistenza di Dio
• Dio deve essere pensato come esistente,
infatti, è logicamente contraddittorio pensare il
contrario
• DIMOSTRAZIONE
Se qualcosa esiste, esiste come parte del tutto
E qualcosa esiste, per il fatto che stiamo pensando
(dunque almeno noi esistiamo)
Se c’è qualcosa allora Dio esiste
Deus sive natura
• DIO = SOSTANZA = NATURA
Dio in quanto infinito coincide con il tutto (l’intero
Universo o Natura) che è l’unica Sostanza
Non è un Dio antropomorfico, ma una sorta di
forma, di energia immanente in tutte le cose,
che da lui procedono necessariamente come i
teoremi procedono dall’essenza delle figura
geometriche.
L’ unicità della Sostanza
Spinoza fonda sull’ unicità della Sostanza il principio che
Dio e il mondo costituiscono uno stesso ente, poiché Dio
non è fuori dal mondo, ma nel mondo, e forma, con esso,
quella realtà globale che è la Natura.
“Tutto ciò che è, è in Dio, e senza Dio nessuna cosa può
essere concepita” (Etica, I, prop. 15)
Panteismo = identifica Dio o la Sostanza con la Natura,
considerata come realtà increata, eterna, infinita, ed
unica, da cui derivano ed in cui sono tutte le cose.
Dio
Dio è il mondo stesso, Dio è gli uomini,
Dio è la terra, Dio è i monti, i mari, il
cielo, gli animali, ovvero, tutto.
In questo Dio e la natura coincidono.
Dio e il mondo
Dio
non
produce
il
mondo
volontariamente, perché il mondo sgorga
da lui come necessità, "come le proprietà
di una figura geometrica scaturiscono
dall'essenza di tale figura".
(E. Severino, La filosofia moderna)
SPINOZA
• RIFIUTA IL CREAZIONISMO
• DIO è CAUSA IMMANENTE
• DIO
NON
è
CAUSA
TRASCENDENTE O TRANSITIVA
Dio e il male
Gli errori che portano alla menzogna e alla malvagità
e gli atti che invece riportano l'uomo nella verità e nel
bene, provengono sempre e comunque da Dio
(diversamente che per Cartesio, dove gli errori e la
capacità di superarli erano esclusiva umana). Ma,
come già visto, Dio non è responsabile volontario di
tali manifestazioni, in quanto tutto sgorga da lui
necessariamente. L'etica quindi "non si propone di
deridere, non di compiangere o detestare, ma di
comprendere le azioni umane".
(E. Severino, La filosofia moderna)
IN SINTESI
•
•
•
•
•
•
MATERIALISMO
DETERMINISMO
ATEISMO
PANTEISMO
MONISMO
ASSENZA DI FINALISMO
DETERMINISMO
• Tutto deriva da Dio – natura naturans e natura
naturata – tutto è Dio, tutto si deduce da Dio
e tale deduzione ha un carattere matematicogeometrico.
• Se è così la visione del mondo di Spinoza
appare radicalmente deterministica. Infatti se
dalle cause naturali deriva un effetto così
come dalle premesse logico matematica
derivano le conclusioni, tutto nell’universo è
necessario.
arete-consulenzafilosofica.it
38
Necessità universale
Ogni corpo e ogni idea è collegata
in una rete inestricabile di rapporti
(ognuno al suo livello di essere)
causali, che esprime la vita del
Tutto
Ciò che accade nel modo lo fa
secondo una rigida necessità
Nulla avviene a caso, c’è una ragione per tutto
Libertà, necessità, Dio
• Se pensiamo la libertà esclusivamente come
un non essere causato e/o necessitato da
altro, solo Dio è autenticamente libero.
• Tuttavia la libertà di Dio non è la libertà di una
persona. Dio per Spinoza non è persona, non
è intelletto o volontà, non ama, non crea dal
nulla. Intelletto, volontà, amore sono modi del
pensiero, sono solo determinazioni di un suo
attributo, sono ancora delle proprietà di Dio
che non esprimono l’essenza in sé di Dio.
• Se vogliamo esprimere che cosa è Dio
dobbiamo dire che esso è IMPERSONALE
NECESSITA’ ASSOLUTA.
arete-consulenzafilosofica.it
40
Negazione del finalismo dell’universo
• Se Dio è impersonale necessità assoluta, nel
mondo non vi è nessun fine voluto da Dio.
• Se Dio VOLESSE qualcosa, mancherebbe di quel
qualcosa, che egli desidererebbe, dunque
verrebbe meno il suo primato ontologico: non
sarebbe la totalità dell’essere che secondo
Spinoza è la sostanza suprema. In realtà non
esistono fini, l’idea teleologica è solamente un
pregiudizio umano, un modo umano erroneo di
guardare alla connessione delle cose.
arete-consulenzafilosofica.it
41
La libertà di Dio e quella dell’uomo
Se Dio, il mondo e gli uomini sono la
stessa sostanza, questo implica che tutto sia
costretto nella stessa logica.
Esiste allora una libertà di azione o è tutto
determinato e costretto entro la necessità
della logica divina? E gli uomini possono
avere allora una libertà di scelta che li porti
a percorrere logiche proprie?
Spinoza afferma che l'unico essere davvero
libero è Dio, in quanto è colui che non è stato
generato da null'altro e questo implica che sia
la sola entità che abbia potuto decidere da sé
quale natura darsi.
Gli uomini invece vivono costretti nella
necessità della loro natura e questo implica
una costrizione della loro libertà.
Ma gli uomini possono comunque essere
liberi negli ambiti che non sono strettamente
connessi alla propria natura, potranno essere
liberi di scegliere nell'ambito delle
circostanze personali, tuttavia essi saranno
sempre obbligati da necessità interne (la
natura della loro psiche) e da condizioni
esterne (il mondo fisico e le sue leggi).
Nulla è bene
Nulla è male
Ogni cosa ed evento sono ciò che sono in
ragione di una legge universale che
Spinoza chiama potenza della natura
Realtà e perfezione coincidono
guardate sub specie aeternitatis
se
Speranze e timori sono alimentate solo dalla
nostra ignoranza
Negazione del libero arbitrio
Il rapporto pensiero-estensione
• Questa relazione, il cui problema aveva messo
in crisi il cartesianesimo, e che era stata
determinata in senso occasionalistico da
Malebranche, viene descritta nei termini di un
parallelismo psicofisico.
Il parallelismo psicofisico stabilisce che
“l’ordine della connessione delle idee è
parallelo e identico all’ordine della
connessione delle cose”.
arete-consulenzafilosofica.it
46
RAPPORTO
PENSIERO- ESTENSIONE
Parallelismo psicofisico
• Secondo l’idea del parallelismo psicofisico
pensiero ed estensione propriamente non
si influenzano, ma sono già da sempre
posti in una relazione biunivoca in cui
ad
ogni
elemento
dell’insieme
“pensiero” corrisponde un elemento
dell’insieme “estensione”, oppure ad ogni
punto sulla retta “pensiero” corrisponde un
punto sulla retta “estensione”.
arete-consulenzafilosofica.it
48
TEORIA DELLA CONOSCENZA
• 1) la doxa (opinione) o immaginazione che comporta
l’assunzione di nozioni vaghe, ottenute dai sensi, fuori dalle
loro connessioni necessarie,
• 2) la ragione, ossia la conoscenza delle cause e delle
leggi di connessione, che perviene alle idee di quantità,
figura e moto, cioè ai fondamenti delle scienze esatte. Essa
in particolare giunge a cogliere gli aspetti geometrico
matematici comuni ai vari corpi (compreso il proprio) e
dunque le loro caratteristiche più generali, che permettono di
comprenderli scientificamente;
• 3) la scienza intuitiva cioè la conoscenza del procedere
necessario delle cose dal primo principio intuito nella sua
chiarezza e distinzione. In questa fase ci si pone dal punto di
vista di Dio, si disloca la propria anima in Dio ricevendone
gioia profonda e intima soddisfazione. Tale conoscenza
genera l’amore intellettuale di Dio che è felicità.
49
TEORIA
DELLE PASSIONI
“ La maggior parte di coloro che hanno scritto sugli affetti e sul
modo di vivere degli uomini, sembra che trattino non di cose
naturali, che seguono le comuni leggi della natura, ma di cose che
sono al di fuori della natura. Sembra anzi che concepiscano l’uomo
nella natura come un impero nell’impero. Infatti credono che
l’uomo sconvolga l’ordine della natura, più che seguirlo, e che
abbia sulle proprie azioni un potere assoluto, e che non sia
determinato da altro che da se stesso. Attribuiscono poi la causa
dell’impotenza e dell’incostanza umana non al comune potere della
natura ma a un presunto vizio della natura umana, e perciò la
compiangono, la deridono, la disprezzano, o, più comunemente, la
detestano; e chi con maggior eloquenza o arguzia sa cogliere
l’impotenza della Mente umana passa per uomo divino.
Tuttavia non sono i mancati uomini assai illustri (alla cui fatica e
operosità riconosciamo di dover molto) che hanno scritto cose eccellenti
sul giusto modo di vivere e hanno dato ai mortali consigli pieni
di saggezza; ma nessuno, che io sappia, ha determinato la
natura e le forze degli Affetti, e che cosa possa fare la Mente
per dominarli. So bene che il celeberrimo Cartesio, benché
anch’egli abbia creduto che la Mente è dotata di un potere
assoluto sulle sue azioni, ha cercato tuttavia di spiegare gli
Affetti umani mediante le loro cause prime e, nello stesso
tempo, ha cercato di indicare la via per cui la Mente potesse
ottenere il potere assoluto sugli Affetti; ma secondo me non
ha dimostrato altro che l’acume del suo grande ingegno,
come a suo tempo dimostrerò.
Infatti io voglio tornare a coloro che preferiscono detestare e irridere gli
Affetti e le azioni degli uomini piuttosto che comprendere. A costoro
sembrerà certamente strano che io mi accinga a trattare dei vizi e delle
stoltezze umane secondo il metodo geometrico, e che voglia dimostrare
con un ragionamento rigoroso cose che essi proclamano incompatibili con
la ragione, vane, assurde, orrende. Ma ecco qual è il mio argomento. Nella
natura nulla accade che possa essere attribuito a un suo vizio; infatti la
natura è sempre la stessa e la sua virtù e potenza di agire è ovunque una
sola e medesima, ossia le leggi e le norme della natura, secondo le quali
ogni cosa accade e da una forma si muta in un’altra, sono ovunque e
sempre le medesime, e perciò anche il modo d’intendere la natura di tutte
le cose, quali che siano, deve essere uno e medesimo, ossia in base alle
leggi e alle norme universali della natura
Quindi gli Affetti dell’odio, dell’ira, dell’invidia, ecc., in sé
considerati, derivano dalla stessa necessità e virtù della natura,
come le altre singole cose; e perciò ammettono determinate
cause per mezzo delle quali vengono conosciuti e hanno
determinate proprietà degne della nostra conoscenza come le
proprietà di qualunque altra cosa di cui la sola contemplazione
basta a dilettarci. Tratterò dunque della natura e delle forze degli
Affetti e del potere della Mente su di essi, con lo stesso Metodo
con cui nelle parti precedenti ho trattato di Dio e della Mente, e
considererò le azioni e i desideri umani come se si trattasse di
linee, di superfici e di corpi.”
(Spinoza, Ethica terza parte)
Analisi geometrica delle passioni
Spinoza applica metodo geometrico all’analisi delle
passioni
Fine descrittivo non prescrittivo né moralistico
Passioni non male da evitare ma da comprendere
Le passioni procedono con necessità, su di esse
non esercitiamo controllo volontario
Tassonomia o ordine generale delle passioni
- AZIONI: affetti di cui siamo causa
- PASSIONI: affetti di cui non siamo causa e che
quindi subiamo
- MALE (ciò che ostacola la conservazione)
- BENE (ciò che favorisce la conservazione) affetti
secondari (affetti e passioni derivati dai primari) affetti
secondari basilari: amore e odio
AFFETTI PRIMARI SECONDARI
AFFETTI PRIMARI
Conatus: sforzo di autoconservazione
Voluntas (se riferito alla mente)
Appetitus (se riferito alla mente e al corpo)
Cupiditas (cosciente di sé) cioè desiderio
Laetitia: passaggio ad una maggiore perfezione
Tristitia: passaggio ad una minore perfezione
“Il Desiderio è l’appetito unito alla
coscienza di sé”.
la
libertà
è
un’illusione,
non
possiamosottrarci al determinismo
naturale…..
(siamo autodeterminati dalla legge di
autoconservazione,
dalla
ricerca
dell’utile)
la nostra libertà consiste nel manovrare
consapevolmente
lo
sforzo
di
autoconservazione
che
non
è
possibile eliminare
Etica: il male e il bene
• In un universo deterministico, cioè governato
dalla necessità, non esistono un bene e un
male in sé, come non esistono fini:
propriamente il bene e il male sono ridotti
all’UTILE e al DANNOSO.
• Utile è tutto ciò che contribuisce a conservare
il nostro essere. Dannoso è tutto ciò contrasta
il nostro essere.
• L’utile è dunque l’unico elemento in base al
quale possiamo definire un’azione «virtuosa».
arete-consulenzafilosofica.it
60
Amore e odio
• L’amore
è
la
passione
della
gioia
accompagnata dall’idea di una causa esterna
che l’abbia determinata.
• L’odio è la passione del dolore accompagnata
dall’idea di una causa esterna che l’abbia
determinata.
• Gioia, dolore, amore, odio sono le passioni
fondamentali.
arete-consulenzafilosofica.it
61
Natura delle passioni
• Ciò che caratterizza le passioni è la
loro
indeterminatezza,
la
loro,
diremmo, opacità per la nostra
mente. Infatti la passione è un’idea
confusa e inadeguata.
• Con essa «la mente afferma una
forza d’esistere del suo corpo» che
orienta il pensiero stesso su un
oggetto piuttosto che su un altro.
arete-consulenzafilosofica.it
62
Passività e attività
• Ora
la
passione,
essendo
caratterizzata
dall’inadeguatezza dell’idea, può riorientare verso
oggetti che sembrano utili, cioè sembrano bene,
ma non lo sono.
• Il problema del rapporto dell’uomo con le proprie
passioni è quello di riparare quell’inadeguatezza
chiarendo la propria idea.
• Di fronte all’oscurità della passione la mente è
passiva. Se la mente chiarisce l’idea connessa alla
passione, diventa attiva e cessa di essere schiava
delle passioni stesse.
arete-consulenzafilosofica.it
63
Diritto naturale e diritto civile,
“homo homini Deus”
L'uomo è un animale sociale, può trovare la sua piena
realizzazione solo nella pacifica convivenza in una
comunità. L'uomo deve rispondere sia al diritto naturale
(il diritto alla libertà di pensiero e di parola, ciò che
rende umano l'uomo, gli dà dignità, ovvero i suoi
bisogni spirituali primari) che a quello civile (le leggi
della comunità). Il diritto civile deve adeguarsi al diritto
naturale poiché una società che non garantisca la libertà
di pensiero e la dignità dell'uomo non è accettabile.
Spinoza analizza anche le forme di governo
storicamente documentate: la monarchia, l'aristocrazia
e la democrazia. Tutte è tre le forme di governo hanno
necessità storiche indipendenti dalle loro qualità
specifiche, tuttavia tra le tre è preferibile la democrazia
perché è quella che garantirebbe un compromesso
migliore tra diritto civile e diritto naturale.
L'uomo, infine, non è homo homini lupus, come
intendeva Hobbes,ma è homo homini Deus, ovvero
"l'uomo è Dio per l'uomo", ovvero tutto è Dio (e quindi
lo stesso uomo è una sua determinazione), Dio
costituisce il fondamento di ogni cosa, Dio è la ragione
che si manifesta naturalmente in ogni uomo.
Se Dio é l'unica Sostanza (vedi l'affermazione di Aristotele
sull'unicità della Sostanza), nulla vi é al di fuori di essa e tutta la
natura, tutto il cosmo sono impregnati, se così si può dire, della
stessa sostanza divina.
Si può giungere a considerare la natura dell'uomo come perfetta
simbiosi con la natura divina, cioè le due nature non sono
separate ma sono l'una dentro l'altra. La "cattiveria" dell'uomo, é
insignificante se la vogliamo vedere dall'esterno: fa parte cioé di
un processo, quello umano, determinato dalla propria natura.
Ricordiamo che Spinoza é il filosofo del determinismo: l'uomo é
una determinazione di Dio, nel senso che non é creato da Dio ma
scaturisce da Dio.
L'affermazione di Plauto prima (lupus est homo homini) e quella
più famosa di T. Hobbes (homo homini lupus), va tradotta in
senso spinoziano in homo homini Deus.
L'uomo, dunque, é Dio per l'uomo, cioè tutto é Dio.
Scarica