Modulo n. 3 - Etica e politica (4)
5) L’Etica di Spinoza: L’etica dimostrata secondo l’ordine geometrico
a. Anche in questo caso dobbiamo partire dalla metafisica monista che riduce tutto all’unica sostanza che è infinita ed eterna ed è
Dio ossia la Natura di tutte le cose - «deus sive natura»; tutto ciò che è, è in Dio - e tutto ciò che è non può esistere fuori dal
rapporto con Dio; ne consegue che da Dio deriva necessariamente tutto e che la vita del tutto deriva necessariamente dalla vita di
Dio. La sostanza, cioè Dio, è e agisce necessariamente secondo le leggi eterne della sua natura.
b.
Dunque l’uomo non è sostanza ma modo della sostanza. L’uomo non è né sostanza pensante né sostanza estesa. L’uomo
non è né la sua anima né il suo corpo. L’uomo pensa, ma i suoi pensieri non sono pensieri suoi, non ne è l’autore e neanche
sono prodotti del suo cervello. Non ha senso ritenere che il corpo possa determinare la mente a pensare (le sensazioni di Hobbes),
né ritenere che la mente possa determinare il corpo al movimento o alla quiete o a qualunque altro modo di essere. L’uomo è per
Spinoza un modo, ovvero ciò che ha bisogno di altro (la sostanza) per esistere e per essere concepito. L’essenza dell’uomo
non è nell’uomo. L’essenza del corpo consiste nel rapporto che le sue parti hanno tra loro e che ne compongono la forma. La forma
del corpo altro non è che un’unione delle parti secondo una data legge o relazione.
c. Ciò che distingue gli umani dalle altre cose e essenzialmente la complessità del loro corpo e della loro mente, che superano in
attitudini e capacità un grande numero di altri corpi e altre menti presenti nella natura, in confronto dei quali però differiscono solo
modalmente, mai sostanzialmente. Se vogliamo comprendere l’uomo dobbiamo rifarci ad altro, ad esempio alla molteplicità di corpi
che lo compongono o alla molteplicità di pensieri che lo abitano. L’essere dell’uomo rimanda all’ordine e alla relazione con cui si
dispongono le sue parti.
d. Il desiderio (cupiditas), non il pensiero, contrariamente a Descartes, è per Spinoza la vera e propria essenza dell’uomo. Desiderio
che non nasce da una mancanza ma da una pienezza che deve essere conservata e custodita. E’ il desiderio che ci fa essere e non il
contrario.
e. Il volere di Dio che è il volere della natura ha deciso che la vita fosse al tempo stesso molto preziosa e molto precaria è per
questo che deve essere conservata al meglio. Spinoza parla di un conatus, di uno sforzo, di una tensione propria d’ogni ente a
persistere nel proprio essere. Tale conatus si traduce, per il corpo, in appetito e, per la mente, in volontà. Nel caso dell’uomo, poi, tale
conatus lo spinge a vivere secondo quanto di più alto vi è in lui, ovvero secondo ragione.
f. Bene è ciò che permette ad ogni essere di raggiungere una “maggior perfezione” funzionale alla conservazione di sé stesso e
che Spinoza identifica con la gioia. Tale sforzo deve perfezionarsi per conseguire forme di conservazione sempre migliori: il livello
più basso di conservazione è quello regolato dai desideri individuali, il livello più alto dalle relazioni di cooperazione e competizione
sociale.
g. “Bene e male non sono valori assoluti; una cosa è buona soltanto perché, corrispondendo al nostro bisogno, diventa oggetto del
nostro appetito” (D. Massaro)
h. La passione (affetto = a differenza delle azioni sono ciò di cui non siamo causa adeguata) non deve essere repressa ma
compresa ossia illuminata dalla ragione, conoscendole si possono controllare e l’uomo può divenirne responsabile (è l’unico margine
di libertà che ci è concesso). Il saggio è colui che sa accettare con tranquilla beatitudine il suo essere parte di un tutto perfettissimo
e necessario. Il saggio non reprime i propri desideri ma sa coordinarli in vista del perfezionamento di sé. L’etica da prescrittiva
diviene descrittiva tendente a comprendere le azioni e le passioni senza condannarle né giudicarle.
i. “Agire per virtù è agire sotto la guida della ragione, e tutto ciò che ci sforziamo di fare con la ragione è comprendere, e perciò il
sommo bene di coloro che seguono la virtù è conoscere Dio, ossia il bene comune a tutti gli uomini e che da tutti può essere
ugualmente posseduto in quanto sono della medesima natura” (Spinoza, Etica)
j. Il sommo bene dell’uomo (la sua beatitudine) consiste nella conoscenza di Dio.
k. Nello stato di natura l’uomo di Spinoza è molto simile a quello di Hobbes: ogni uomo, impegnato ad affermare il proprio essere
si scontra con il suo simile.
l. Ogni uomo cerca il proprio utile e all’uomo niente è più utile dell’uomo stesso o meglio dell’unità e della concordia degli
uomini tra di loro. La vita in comune è di gran lunga preferibile a quella solitaria. Il fine dello Stato è quello di fare le leggi e
chiederne con la forza l’obbedienza al fine di garantire la pace e la sicurezza di tutti ma lo Stato non può sopprimere le libertà di
pensiero e di espressione degli individui.
m. “Vige il principio secondo cui l’individuo, pur essendo inserito in un sistema rigidamente deterministico, conserva la
propria libertà” (D. Massaro)
n. Con metodo deduttivo si derivano tutte le passioni a partire dall’appetito e dalla cupidità (vedi pag. 155)