Comitato economico e sociale europeo

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ISSN 1830-6349
Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale IT
CESE info
EDITORIALE
Cari lettori,
per me sarà un grande onore darvi il benvenuto
al convegno biennale del Comitato economico
e sociale europeo che si terrà a Firenze dal 20 al
22 maggio.
Mi auguro una forte partecipazione attiva
a questo evento che spero sia vissuto come
un’esperienza unica nel suo genere.
La Biennale è uno dei fiori all’occhiello
del Comitato; è un evento che si svolge ogni
due anni al termine di ciascun mandato presidenziale. Viste le priorità della mia presidenza
e considerando che il 2010 è l’Anno europeo
della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, ho scelto di mettere al centro della manifestazione il tema «Lottare contro l’esclusione sociale: l’importanza dell’istruzione».
La finalità di qualunque processo di inclusione sociale è sempre quella di incrementare la consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini. A tale scopo non si
può prescindere dall’istruzione, nel senso più ampio del termine, in quanto strumento
che consente ai cittadini di comprendere la società, di accedere al mercato del lavoro,
di conoscere i diritti di cui godono e di partecipare alla vita della propria comunità. Il
convegno esaminerà quindi i rapporti tra l’istruzione, in tutte le sue forme e sfaccettature, e l’esclusione sociale in senso lato; saranno inoltre analizzati particolari aspetti e
dimensioni dell’intervento pubblico nella sfera dell’istruzione.
La società civile è particolarmente attiva da questo punto di vista e sono convinto
che l’evento possa offrire alle organizzazioni che operano nel settore la possibilità di
incontrarsi e di sviluppare proposte concrete. Al convegno parteciperanno anche illustri rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee: è a loro che vogliamo rivolgerci
nel corso di questa «maratona» di tre giorni per far conoscere le proposte concrete
della società civile attraverso un dialogo autentico.
Inoltre, l’idea dei tre seminari è legata al principale obiettivo del convegno, ovvero
dare alle organizzazioni che quotidianamente affrontano i problemi delle vittime
dell’esclusione sociale, in tutte le sue forme, la possibilità di far sentire la propria voce:
è questa la principale novità del nostro convegno biennale.
La nostra intenzione era anche quella di coinvolgere il pubblico locale, in particolare i giovani: per questo abbiamo dato alle varie organizzazioni l’opportunità di
pubblicizzare le loro attività e iniziative nel campo dell’istruzione e dell’inclusione
attraverso l’allestimento di stand di grande richiamo in Piazza SS. Annunziata, proprio all’entrata della sede del convegno.
Anche la musica sarà protagonista dell’evento: tra i vari spettacoli in programma
si possono ricordare l’esibizione di musica gitana e il concerto, previsto per venerdì
21 maggio, dell’Orchestra di Piazza Vittorio, che oltretutto è un ottimo esempio di
diversità culturale e dialogo tra le culture.
La nostra manifestazione biennale è concepita come un’iniziativa dall’alto valore
politico e culturale che mira a innescare un dialogo tra gli attori istituzionali, politici
e sociali in vista della formulazione di dichiarazioni politiche e proposte concrete che
poi il Comitato economico sociale europeo trasmetterà alle altre istituzioni dell’UE a
Bruxelles.
Mario Sepi
Presidente del Comitato economico e sociale europeo
DATE DA RICORDARE
14-15 giugno 2010
Francia, Bordeaux: Convegno
sul tema Città sostenibili:
quale contributo può dare
la società civile
24-25 giugno 2010
CESE: Forum europeo
dell’integrazione
1° luglio 2010
Inizio della presidenza belga
del Consiglio europeo
IN QUESTO NUMERO
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Alla ricerca di un mercato
al dettaglio di prodotti
alimentari equo
Edizione speciale dedicata
alla gioventù
Un’Europa proattiva
per uscire dalla crisi
Il presidente della
Repubblica italiana,
Giorgio Napolitano,
chiede al CESE di
contribuire a costruire
un’Europa più sociale
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
Comitato economico
e sociale europeo
un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata
L’armonia delle note: l’educazione
a sostegno dell’integrazione
Concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio a
Bruxelles, novembre 2008
L’Orchestra di Piazza Vittorio è un’orchestra multietnica creata a Roma
otto anni fa, sulla cui storia nel 2006 è
stato girato un film omonimo che ha
ricevuto diversi premi. La band era
inizialmente costituita da musicisti
provenienti da paesi che andavano
dall’India all’Ecuador, e attualmente
ne fanno parte artisti italiani, tunisini, brasiliani, cubani, senegalesi,
statunitensi e di altre nazionalità.
Presentando interpretazioni diverse
di melodie dei loro paesi di origine,
questi artisti creano un’armonia in
grado di reinventare musiche di tutto
il mondo che ispirano il pubblico ad
ogni concerto.
Non è certo una coincidenza che
questo gruppo suonerà alla Biennale
del CESE: tale evento, infatti, viene
organizzato ogni due anni per puntare
i riflettori su una questione di scottante
attualità. La grande varietà dei componenti del gruppo musicale rispecchia la
realtà dell’Europa di oggi: proprio come
il quartiere Esquilino di Roma, dove
L’Orchestra di Piazza Vittorio è nata,
ospita un gran numero di culture, anche
le principali città dell’Unione europea
sono tutt’altro che uniformi sul piano
culturale. Gli immigrati vivono a fianco
dei cittadini del paese ospitante, i quali
a loro volta vivono accanto a persone
provenienti da altri Stati dell’Unione
europea.
Tuttavia, nonostante gli sforzi intrapresi dai governi e il lancio di iniziative
creative come l’orchestra, l’intolleranza
dei «locali» nei confronti di quelli che
vengono da «fuori» non è certo diminuita.
Secondo Luca Bravi, ricercatore e
docente all’Università di Firenze specia-
lizzato in Storia sociale dell’istruzione
delle minoranze, è proprio l’istruzione
a svolgere un ruolo determinante nella
lotta contro la distinzione tra «autoctoni» e «stranieri», «noi» e «loro»: un’epidemia che imperversa nei paesi europei,
dai docks del Passo di Calais ai ghetti
Rom in Ungheria.
«L’istruzione dovrebbe respingere
queste facili generalizzazioni: le etichette
che imprigionano le minoranze in uno
stampo rigido e immutabile hanno il
potere di annullare le singole identità
per sostituirle con una serie di stereotipi», ha dichiarato Bravi prima del convegno. Citando alcuni studi precedenti,
dai quali emergeva che i bambini Rom
che potevano nascondere le loro origini
etniche avevano un migliore rendimento scolastico, ha evidenziato l’effetto
deleterio che la percezione della «maggioranza» ha sulle carriere accademiche.
«La conoscenza delle diverse culture
è il modo per smantellare questi stereotipi negativi» ha aggiunto.
>>> pagina 2
Convegno biennale 2010 del CESE: l’istruzione
come strumento fondamentale di lotta
contro ogni forma di esclusione sociale
L’apprendimento, la conoscenza
e la comprensione sono la chiave
di un’inclusione sociale sostenibile.
Per il suo mandato di due anni alla
presidenza del CESE Mario Sepi ha
scelto il motto «Diritti e solidarietà
per guidare la globalizzazione». Le
attività del Comitato si sono quindi
concentrate sulle politiche e i meccanismi necessari per uscire dalla crisi e
avviare la ripresa economica e sociale
attraverso il progresso, un’Unione
europea più forte e il rispetto delle
esigenze e dei diritti dei cittadini.
L’esclusione sociale è un tema di
ampio respiro, perfettamente in linea
con le priorità generali del Comitato
e in merito al quale sono stati orga-
nizzati un gran numero di eventi,
tra cui convegni, seminari e visite di
studio. Il CESE, inoltre, ha adottato
importanti pareri in materia di politica sociale ed economica al fine di
incoraggiare le istituzioni dell’UE ad
agire rapidamente per combattere
la povertà e l’esclusione a livello sia
europeo che internazionale.
Il 2010 è stato proclamato Anno
europeo della lotta alla povertà e
all’esclusione sociale, un tema che
rientra appieno nelle attuali priorità
del Comitato. L’esclusione sociale
colpisce oltre un quarto degli europei
e trae origine da una serie di cause
diverse: difficoltà di integrazione
culturale, povertà, disabilità, appartenenza a una minoranza etnica, precarietà sul lavoro. Nella convinzione
che il CESE possa aiutare concretamente le istituzioni dell’UE a dare
risposte appropriate alle attese dei
cittadini europei, il presidente Mario
Sepi ha scelto di dedicare il Convegno
biennale 2010 al tema dell’istruzione
come strumento fondamentale di
lotta contro ogni forma di esclusione
sociale (cfr. l’editoriale del presidente
Sepi). Grazie a tale evento, il Comitato potrà presentare le posizioni
adottate negli ultimi due anni su tutti
gli aspetti sociali, economici e finanziari, sia nazionali che internazionali,
che potrebbero essere utili per creare
un nuovo modello di sviluppo.
Il convegno si terrà a Firenze presso
la sede dell’Istituto degli Innocenti,
che opera da quasi sei secoli, senza
interruzioni, a favore della famiglia,
delle madri sole e per la tutela dei
bambini e dei loro diritti.
L’ obiettivo generale del convegno
è raccogliere i punti di vista delle persone che si trovano in una situazione
difficile e vogliono uscirne tramite
l’istruzione, nonché incontrare per-
>>> pagina 2
www.eesc.europa.eu
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NOTIZIE SUI MEMBRI DEL CESE
Cooperazione rafforzata tra il CESE
e l’Associazione degli ex membri
L’8 marzo 2010, nel corso dell’assemblea generale dell’AAM, il presidente del CESE Mario Sepi e il presidente dell’Associazione Colin
Lustenhouwer hanno siglato la modifica dell’accordo di cooperazione.
Alla ricerca di un mercato al dettaglio
di prodotti alimentari equo
Modifica dell’accordo di cooperazione
da
Per ulteriori informazioni si prega di contattare Tatiana Adamisova
●
([email protected]). (ta)
Il 31 marzo 2010 il gruppo Attività
diverse del CESE ed Eurocoop, la
Comunità europea delle cooperative
di consumatori, hanno tenuto un convegno sul tema «Costruire un mercato
al dettaglio di prodotti alimentari equo
in Europa», che ha visto la partecipazione di funzionari dell’UE, membri
del CESE e diverse parti interessate. Il
convegno, che è stato aperto dal preAnne Santamäki, presidente di Eurocoop,
sidente del III gruppo Staffan Nilsson,
insieme a Pedro Narro
prevedeva la presentazione da parte del
relatore Pedro Narro e della presidente del gruppo di studio Madi Sharma,
del parere del Comitato, ancora in fase di elaborazione, sul tema «Migliore
funzionamento della filiera alimentare in Europa».
Durante il loro mandato gli ex
membri del Comitato economico
e sociale europeo hanno svolto un
ruolo attivo, e questo lavoro per il
CESE ha contribuito ad ampliare
ulteriormente la loro visione degli
affari internazionali ed europei.
Il presidente Sepi saluta gli ex membri del CESE
Ciò ha permesso loro di stringere
veri rapporti di amicizia che desiderano continuare a coltivare anche
dopo la scadenza del loro mandato. Al tempo stesso sono intenzionati a
proseguire il loro lavoro nell’interesse dell’integrazione europea.
L’Associazione degli ex membri (AAM) è stata creata nel 1983 e
non ha fini di lucro. Vi può aderire chiunque abbia svolto le funzioni
di membro del Comitato per un intero mandato, una volta che questo
sia scaduto. I membri dell’AAM si considerano «ambasciatori onorari»
del CESE e, visto che sono sempre più numerosi quelli che mantengono
funzioni di responsabilità in imprese e organizzazioni professionali
europee dopo lo scadere del loro mandato, possono mettere a frutto la
loro esperienza e conoscenza del ruolo e del funzionamento del CESE
per svolgere un lavoro di pubbliche relazioni a favore del Comitato e dei
suoi obiettivi. Le relazioni fra il CESE e l’AAM sono state formalizzate
nel 2001 con la firma di un accordo di cooperazione.
Un numero crescente di ex membri del CESE continua a mostrare
grande interesse per tutti gli aspetti del lavoro del Comitato e vorrebbe
partecipare a congressi, riunioni e seminari o convegni che esso organizza. Attualmente la sovvenzione annuale del CESE all’Associazione
non copre questo tipo di spese.
Il blog della vicepresidente Irini Pari:
l’Europa siamo noi
La simulazione della sessione plenaria organizzata dal CESE nel quadro
dell’iniziativa «La vostra Europa, la
vostra opinione» si è rivelata un grande
I partecipanti all’iniziativa «La vostra
successo sia per gli studenti e gli inseEuropa, la vostra opinione»
gnanti che per noi, rappresentanti delle
forze economiche e sociali d’Europa. I ragazzi hanno avuto l’opportunità
di vedere da vicino come funziona l’Europa e persino di partecipare in
prima persona! L’unica nota negativa è stata l’assenza di 9 scuole, rimaste
bloccate per la chiusura dello spazio aereo causata dall’eruzione vulcanica in Islanda di qualche settimana fa.
Quelli che ce l’hanno fatta, però, hanno potuto partecipare con entusiasmo alle discussioni e ai dibattiti culminati nell’adozione di un parere
sui danni derivanti dal consumo di alcol, sentendosi, per un giorno,
membri del CESE a tutti gli effetti.
Per saperne di più e per vedere le fotografie scattate durante l’evento,
visitate il sito:
http://www.eesc.europa.eu/organisation/vicepresidents/Pari/blog/
de
index.asp
●
Continua da pag. 1
L’arm o n i a dell e no te : l ’e duc a z i o ne a sos teg n o
de l l ’i nte gr a z i one
Continua da pag. 1
Convegno biennale 2010 del CESE: l ’istruzione come strumento fondamentale
di lotta contro ogni forma di esclusione sociale
nessuna parte, proprio come l’idea di
stanziare risorse destinate ad istituti scolastici frequentati soltanto da un gruppo
specifico.
La scelta di incentrare la Biennale di
Firenze sul legame tra educazione ed
esclusione sociale nelle società multietniche è particolarmente attuale, tanto
più che il 21 maggio, seconda giornata del convegno, si celebra in tutto il
mondo la Giornata della diversità culturale Unesco.
L’educazione come strumento per
combattere l’esclusione sociale è stata
scelta come tema principale della Biennale, riconoscendo così il punto di vista
di Bravi e di altri studiosi sul ruolo decisivo che le scuole possono svolgere nel
contrastare uno dei motivi di esclusione:
gli atteggiamenti razzisti verso le persone con origini etniche diverse.
«L’istruzione deve sempre insegnare
alla maggioranza a riconoscere pari
diritti e dignità alle minoranze», ha
affermato Bravi. «Grazie all’istruzione,
si può instaurare un dialogo in grado di
trasformare ed influenzare la percezione
della diversità nella società circostante».
Secondo Bravi, nelle attuali città
multietniche, l’insegnamento separato
in funzione della nazionalità o dell’origine etnica dei bambini non porta da
2
I membri del CESE hanno osservato che le fluttuazioni dei prezzi sui
mercati agricoli non hanno influito sui prezzi al consumo, a causa in parte
delle debolezze e della scarsa flessibilità della filiera alimentare. A loro
avviso, «la lentezza con cui le fluttuazioni dei prezzi vengono trasmesse»
ritarda peraltro gli aggiustamenti necessari, i quali a loro volta esacerbano
la volatilità dei prezzi nei mercati delle materie prime agricole.
Nonostante negli ultimi dieci anni il settore abbia subito una drastica
trasformazione, i dettaglianti europei hanno registrato una crescita di produttività più lenta rispetto, ad esempio, alle loro controparti statunitensi.
Sono stati in parte frenati da norme di stabilimento restrittive che hanno
limitato l’apertura di nuovi negozi e quindi la diffusione dell’innovazione.
Secondo il CESE, un’attuazione ambiziosa della direttiva Servizi sarebbe
decisiva per eliminare tali ostacoli. (mb)
●
Perciò l’Ufficio di presidenza del CESE e l’assemblea generale
dell’AAM hanno convenuto di modificare le condizioni dell’Accordo di cooperazione e di accrescere la sovvenzione del Comitato
all’AAM.
Luca Bravi
Secondo i membri del CESE, il fatto che il mercato al dettaglio di alimentari sia «popolato» da società di dimensioni diverse che non godono del
medesimo potere negoziale potrebbe far sì che gli attori più potenti impongano condizioni di vendita a loro vantaggio. Essi sono inoltre dell’avviso
che una maggiore sensibilizzazione e un’azione più decisa contro le pratiche
contrattuali sleali potrebbero contribuire a evitare tali inconvenienti.
«La presenza di immigrati nelle
società industrializzate è ormai una
realtà. Non dobbiamo però offrire loro
un’istruzione sulla base delle loro origini
etniche, in quanto una scelta di questo
tipo suscita ulteriore risentimento da
parte della società in generale. Questo, a
sua volta, genera insicurezza, problema
che i governi dovranno affrontare investendo di più nei servizi», ha dichiarato.
Mentre l’istruzione non figura purtroppo tra le priorità dei governi in un
momento in cui i bilanci pubblici lottano con gli enormi disavanzi causati
dalla crisi economica, Bravi ritiene che
debbano esserci sempre risorse disponibili per finanziare l’apprendimento della
generazione successiva.
«Investire in progetti nel settore
dell’istruzione è l’unico modo di gestire
e ridurre il conflitto tra i gruppi etnici:
assicurando risorse considerevoli si
otterrà un vero risparmio a lungo termine».
Nell’Orchestra di Piazza Vittorio
musicisti di tutto il mondo sono riusciti
a creare una melodia comune mettendo
insieme i loro specifici patrimoni culturali: allo stesso modo anche i cittadini
europei potrebbero imparare come
arricchirsi culturalmente apprendendo
dagli altri e accogliendo la diversità
culturale offerta dalle persone che giungono nei loro paesi. (eb)
●
del Parlamento europeo, Bibiana
Aído Almagro, ministro spagnolo
della Parità, Matteo Renzi, sindaco
di Firenze, Guglielmo Epifani, segretario generale della Confederazione
generale italiana del lavoro (CGIL)
e Fintan Farrell, direttore della Rete
europea di lotta alla povertà (EAPN)
e coordinatore della coalizione
2010 delle ONG sociali.
sone e organizzazioni che affrontano,
sul piano scientifico e politico, il problema della lotta contro la povertà
e la discriminazione a livello della
società civile (organizzazioni sindacali e imprenditoriali, «terzo settore»,
ONG, esperti specializzati nel campo,
anche nel quadro dei sistemi d’istruzione nazionali, regionali o locali,
organismi di ricerca ecc.). L’iniziativa avrà anche una forte dimensione
comunicativa, con l’obiettivo di far
comprendere, attraverso il CESE, che
l’Europa nutre una forte preoccupazione per i fenomeni di esclusione
sociale, povertà, discriminazione e
tiene dei dibattiti al riguardo. È dunque essenziale utilizzare gli strumenti
adatti per fare passare il messaggio
dell’apertura, dell’impegno e della
serietà dell’Anno europeo della lotta
alla povertà.
Il convegno si aprirà giovedì
20 maggio 2010 con una sessione plenaria nel corso della quale verranno
illustrati gli aspetti generali, politici e
scientifici dell’argomento. Diversi oratori di alto livello apriranno i dibattiti,
tra cui Gianni Pittella, vicepresidente
Nella giornata di venerdì si terranno tre seminari con la partecipazione di membri del CESE e di rappresentanti delle istituzioni e della
società civile, insegnanti di scuole
primarie e secondarie, formatori,
attori sociali, educatori, famiglie,
imprenditori, sindacalisti, ricercatori e vittime di esclusione. Nell’ambito dei seminari saranno affrontati
i seguenti temi: «L’istruzione come
strumento per vivere nella società:
le basi dell’inclusione», «L’istruzione come strumento per accedere
al mercato del lavoro: attuazione
dell’inclusione» e «L’istruzione come
strumento per esercitare i propri
diritti: l’inclusione attiva». L’obiettivo è quello di facilitare l’incontro,
di norma piuttosto raro, tra soggetti
«istituzionali» e persone attive «sul
terreno», dando ad entrambi i gruppi
la possibilità di imparare dalle rispettive analisi ed esperienze.
Nelle tre giornate del convegno
saranno organizzati diversi eventi
culturali, tra cui concerti e spettacoli musicali in linea con il tema
dell’evento. Venerdì 21 maggio si
terrà una serata culturale dedicata
al concerto della banda L’Orchestra
di Piazza Vittorio. L’orchestra, com-
posta di una ventina di musicisti di
diversi paesi e culture, è nata dal progetto più ampio di integrare repertori
musicali diversi e fare tesoro delle
varie esperienze personali di musica
popolare, creando una fusione di culture e tradizioni, sonorità vecchie e
nuove, strumenti sconosciuti, ricordi,
melodie lontane ma universali e voci
da tutto il mondo. Nella sede del convegno saranno anche allestiti degli
stand in cui le organizzazioni locali
e nazionali, le associazioni, le ONG
e i rappresentanti della società civile
potranno spiegare le loro attività e
informare sia i partecipanti che il
pubblico generale.
Sabato 22 maggio, nel corso della
sessione conclusiva, verranno approvate le conclusioni dei tre seminari,
presentate dai membri del CESE
Maureen O’Neill, André Mordant e
Stéphane Buffetaut. Un documento
finale sarà trasmesso alle istituzioni
dell’UE, con l’auspicio che esse adottino soluzioni basate sulla consultazione della società civile e intraprendano delle azioni politiche. Sono stati
invitati ad intervenire numerosi oratori di spicco, tra cui Jacques Delors,
presidente fondatore di Notre Europe,
Maurizio Sacconi, ministro italiano
del Lavoro e delle politiche sociali,
Marie-Dominique Simonet, ministro
belga dell’Istruzione obbligatoria, e
Martin Hirsch, ex alto commissario
francese alla Solidarietà contro la
povertà e alto commissario alla Gioventù. (ds)
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CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
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CESE info
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Una partecipazione entusiasta!
Il nostro Comitato crede in un’Europa
forte, il nostro Comitato crede nei giovani! È per questo che in aprile abbiamo
organizzato per la prima volta una plenaria della gioventù, con il nome «La vostra Europa, la vostra opinione». Hanno
chiesto di partecipare oltre 900 scuole
di tutto il continente, ma ne potevamo
accogliere soltanto una per Stato membro. Così ne abbiamo scelte a caso 27, e
abbiamo dato a studenti che vivono in
alcune regioni lontane l’opportunità di
venire a Bruxelles.
L’eruzione vulcanica in Islanda ci ha messo un po’ i bastoni tra le ruote, ma
alla fine 19 di queste scuole sono riuscite a far arrivare fin qui i loro rappresentanti, che per un giorno sono diventati membri del CESE. L’entusiasmo con cui
hanno affrontato l’evento è stato evidente fin da prima del loro arrivo: avevano
già presentato oltre 70 emendamenti al parere che dovevano «elaborare»! Ed è
stato affascinante vederli discutere animatamente, esprimendo le loro idee su un
tema, come quello dell’alcol, che riguarda da vicino i giovani europei, vedere con
quanta efficacia e abilità hanno assunto il ruolo dei membri del Comitato. Divisi
in tre gruppi come i «veri» membri del CESE, hanno dato vita a dibattiti accesi
e hanno difeso le posizioni degli imprenditori, dei lavoratori, dei produttori, dei
consumatori e persino dei bambini, ascoltando le ragioni degli altri e cercando di
trovare un compromesso, proprio come facciamo noi nel Comitato, proprio come
si fa in Europa.
I giovani sono la classe dirigente del futuro, e si è visto che quando si trovano
nel contesto adatto sono più che pronti ad affrontare problemi seri che riguardano
l’intera società.
un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata
La poesia e la musica
come ponte tra le culture
© British Council
EDITORIALE
Comitato economico
e sociale europeo
Levi Tafari
Levi Tafari è un esponente rastafariano
della performance poetry che vive a
Liverpool. Nelle sue opere parla di
identità, razzismo, giustizia e ambiente,
e da anni lavora nelle scuole di tutta
Europa nell’ambito di un progetto
del British Council sull’inclusione e la
Al CESE sappiamo apprezzare il contributo che i giovani possono offrire al
nostro futuro. Il futuro dell’Europa è nelle loro mani: con le loro conoscenze, la
loro creatività e il loro entusiasmo faranno progredire il mondo, e anche l’Europa!
Irini Pari
Vicepresidente del CESE e responsabile della comunicazione
IN QUESTO NUMERO
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I primi a essere licenziati, gli ultimi a essere assunti
L’eurodeputata più giovane mette in discussione
le norme dell’UE su riservatezza e trattamento
dei dati personali
Al lavoro per la quinta libertà
Il valore del volontariato
La musica trasmette il messaggio
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
CESE info: Nell’ambito del
progetto del British Council
lei realizza dei workshop di
poesia e incoraggia i giovani a
creare opere loro. Che impatto
ha questo suo lavoro?
Levi Tafari: Serve a far capire ai ragazzi
che ciò che li accomuna è più importante di ciò che li divide. Alcuni aspetti
possono essere diversi, ma la base e
le dinamiche dell’espressione umana
sono le stesse dappertutto. Che siamo
spagnoli, tedeschi o italiani, siamo tristi quando succede qualcosa di brutto,
festeggiamo le cose belle e a volte ci
sentiamo frustrati. L’educazione, e non
solo quella scolastica, deve farlo capire
più chiaramente. Molti studenti hanno
scritto al mio sito, dopo le nostre sessioni, per dire che ora concepiscono in
modo diverso la loro identità e i loro
rapporti con gli altri.
Quali sono oggi, secondo lei,
le sfide più importanti per i
giovani?
Ho la sensazione che ai giovani manchi
una guida. Senza orientamenti, senza
>>> pagina 4
Consumo di alcol e droga:
le tendenze tra i giovani europei d’oggi
ralcolici (30 %) e dal vino (13 %), a quanto
risulta dalla relazione ESPAD (European
School Survey on Alcohol and Other
Drugs) 2009 sul consumo di alcol e droga.
E si è visto anche che i giovani europei sono interessati all’Europa, sono impegnati nella società e vogliono più Europa. Partecipando a questo evento hanno
compreso che, anche se è complicata, anche se a volte i suoi processi democratici
sono più lenti di quanto vorremmo, l’Europa è unica e vale sempre la pena di
parlarsi e di cercare di mettersi d’accordo. Il dialogo e la ricerca del consenso sono
essenziali. Incontrandosi e condividendo il loro amore per l’Europa, ma anche
per i paesi, le regioni e le scuole che rappresentavano, hanno saputo sviluppare
un grande spirito di squadra europeo, e questo è qualcosa che ci sta a cuore e che
intendiamo incoraggiare.
Noi del CESE crediamo che l’appoggio ai giovani debba estendersi a tutte le
forme di istruzione, sia formale che non formale: dare a tutti i giovani europei le
opportunità di costruirsi un futuro migliore è fondamentale per il buon funzionamento di una società europea sana. È per questo motivo che il presidente Sepi ha
scelto come tema per il convegno biennale del Comitato l’importanza dell’istruzione nella lotta all’esclusione sociale.
diversità. Nel 2008 ha aiutato un gruppo
di giovani a creare un rap poi presentato
ad alcuni eurodeputati. Oggi parla in
esclusiva a CESE info.
Jillian van Turnhout
L’alcol e la droga costituiscono purtroppo
una triste realtà. Tanti sono i giovani,
anche al di sotto dei 15 anni, che si
ubriacano. Per un organismo ancora
in fase di sviluppo come quello di un
giovane, l’impatto fisico e psicologico della
droga e dell’alcol può essere devastante.
«Se in Europa continuano a sussistere
abitudini culturali diverse in relazione al
consumo di alcol, negli ultimi dieci anni i
modelli di consumo dei giovani tendono
invece a convergere. Dobbiamo aprire
gli occhi e riconoscere che il consumo
eccessivo di alcol (nei paesi anglosassoni definito binge-drinking) è diventato
ormai un problema sanitario di portata
europea» dichiara Jillian van Turnhout,
relatrice del parere del CESE sui danni
causati dall’alcol.
Nel parere del CESE si afferma che
esiste una correlazione diretta tra accessibilità economica e consumo di alcol.
Formule promozionali del tipo due al
prezzo di uno o happy hours sono destinate a una clientela più giovane. In alcuni
Stati membri il prezzo dell’alcol è calato
del 50 % tra il 1996 e il 2004. La birra resta
comunque l’alcol d’elezione. Il 40 % dei
giovani consuma birra, seguita dai supe-
Secondo quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità, 55 000 giovani muoiono ogni anno in Europa a
causa di incidenti stradali, avvelenamenti,
suicidi od omicidi legati al consumo di
alcol. Queste statistiche fanno riflettere
visto che, a quanto risulta da un’indagine
condotta da Eurobarometro nel 2008,
solo un quarto dei giovani nell’UE ritiene
che il consumo di alcol sia assimilabile a
un comportamento rischioso.
Anche la droga continua a godere di
una certa «popolarità». Europol, l’Ufficio
europeo di polizia, e l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) sono incaricati di individuare le nuove sostanze immesse sul
mercato delle droghe illecite in Europa.
Tra le nuove sostanze psicoattive
l’OEDT ha individuato i cannabinoidi
di sintesi JWH-018 (nel 2008) e CP
47497 (nel 2009), che riproducono gli
effetti del tetraidrocannabinolo presente
nella canapa. Entrambe le sostanze figuravano nei prodotti cosiddetti Spice ed
erano vendute su Internet come droghe legali. Secondo la relazione ESPAD
2009 la maggior parte dei venditori online è ubicata nel Regno Unito, seguito, in
ordine decrescente, da Germania, Paesi
Bassi e Romania. Nel frattempo sono stati
individuati altri cinque cannabinoidi di
sintesi.
L’impatto fisico e sociale prodotto dal
consumo di droga e alcol non va sottovalutato. L’alcol è la sola causa di malattie
come la pancreatite indotta da alcol. Esso
costituisce inoltre un fattore che favorisce
il crimine e la violenza. L’impatto dei prodotti Spice è invece di più difficile valutazione, in quanto non si sa molto della
farmacologia e della tossicologia degli
ingredienti vegetali utilizzati.
●
Table 3.9: Consumption of alcohol
and episodes of drunkenness among
the population aged 15–16, 2007 (%)
Consumption of any
alcohol in the last
12 months
People drunk in the
last 12 months
BE
83
29
BG
83
45
CZ
93
48
DK
94
73
DE
91
50
EE
87
42
IE
78
47
EL
87
26
ES
77
46
FR
81
36
IT
81
27
CY
79
18
LV
89
45
LT
87
43
LU
:
:
HU
84
42
MT
87
38
NL
84
36
AT
92
56
PL
78
31
PT
79
26
RO
74
26
SI
87
43
SK
88
50
FI
77
45
SE
71
37
UK
88
57
HR
84
43
IS
56
:
NO
66
40
CH
85
41
Source: ESPAD, The 2007 ESPAD report,
Substance use among students in 35 European
Countries Note: DK, ES: limited comparability;
BE: Flanders, DE: 7 Bundesländer.
3
I primi a essere licenziati, gli ultimi a essere assunti
Tomasz Jasiński
Per i giovani europei la strada verso un lavoro
stabile è costellata di ostacoli apparentemente
insormontabili. Secondo i dati del comitato
Gioventù della Confederazione europea dei
sindacati (CES), due terzi dei giovani hanno
contratti a breve termine, lavorano part time e
hanno impieghi temporanei o stagionali.
«I giovani europei sono i primi a essere
licenziati e gli ultimi a essere assunti»,
ha dichiarato Tomasz Jasiński, membro
del CESE e presidente del comitato Gioventù della Confederazione europea dei
sindacati, aggiungendo: «I giovani sono
costretti ad accettare i contratti peggiori:
contratti part time o con stipendi pagati
“sotto banco”: questo è sfruttamento».
Le implicazioni a lungo termine di una
gioventù disoccupata sono preoccupanti.
La popolazione europea è in calo e il quadro demografico è in trasformazione poiché la generazione più anziana sta diventando progressivamente più numerosa di
quella giovane.
Nell’UE, il 25 % della gioventù non
ha un diploma di studi superiori ed è
sprovvisto delle competenze attualmente
richieste dai datori di lavoro. I giovani che
hanno un impiego devono affrontare un
periodo di prova che, nella maggior parte
degli Stati membri dell’UE, permette ai
datori di lavoro di farli lavorare fino a un
anno senza assumere alcun impegno nei
loro confronti. La Confederazione europea dei sindacati auspica che si compiano
maggiori investimenti nella formazione e
nell’istruzione e che si rafforzi la legislazione a tutela dei posti di lavoro, e chiede
agli Stati membri di impegnare un ulteriore punto percentuale del loro PIL nella
lotta alla disoccupazione.
«Tutti gli Stati membri hanno varato
pacchetti di stimolo ma non hanno adottato misure sufficienti per ridurre la disoccupazione fra i giovani. Provano a creare
impieghi temporanei, a breve termine, ma
non posti e soluzioni stabili a lungo termine» afferma Eve Päärendson, membro
del gruppo Datori di lavoro del CESE.
In base ai dati Eurostat, la disoccupazione giovanile incide per un quinto
sull’aumento totale della disoccupazione
dal 2008 ad oggi. Anche se si intravedono
timidi segnali di stabilizzazione, il tasso di
disoccupazione giovanile resta ancora del
20 %, ossia superiore agli aumenti contenuti delle percentuali relative agli adulti.
Già prima della crisi il tasso di disoccu-
Seasonally adjusted unemployment rates (%)
pazione fra i giovani era del 15,4 %, ossia
il doppio di quello riguardante la popolazione nel suo insieme.
Il parere del CESE sulla strategia
dell’Unione europea per investire nei giovani raccomanda che questi ultimi siano
associati alle decisioni che li riguardano.
La Commissione ritiene che la crescita e la
prosperità dipendano anche dai giovani e
dal contributo sostanziale che essi apportano in tutti i settori. A tal fine, il gruppo
Datori di lavoro del CESE auspica che sia
rafforzata la cultura favorevole all’Europa
e al mondo dell’impresa che sostiene i
giovani aspiranti imprenditori. Questa
misura potrebbe tradursi nella creazione
di nuovi e migliori posti di lavoro.
Tuttavia, secondo il parere adottato
dal CESE in merito alla cooperazione tra
università e imprese, manca una struttura
capace di sostenere i giovani imprenditori. Promuovere uno spirito imprenditoriale europeo rappresenta anche una
sfida, per due motivi: primo, in Europa
prevale una cultura avversa al rischio;
secondo, il timore di aprire un’attività
in proprio, con la stigmatizzazione che
accompagna un eventuale fallimento,
rende ancora più difficile impegnare i
giovani su questo fronte.
«In Europa, oltre a sviluppare nuove
competenze, occorre prestare maggiore
attenzione alla formazione imprendi-
Youth (under 25s)
Eve Päärendson
toriale sin dalle scuole elementari e nei
sistemi di formazione lungo tutto l’arco
della vita. L’imprenditorialità fra i giovani
non viene promossa a sufficienza, mentre
aprire un’attività in proprio può essere un
modo per uscire dalla disoccupazione.
Questo può essere il motivo per cui i
giovani preferiscono lavorare nel settore
pubblico piuttosto che in quello privato»,
spiega Eve Päärendson.
Nel suo parere sulla strategia
dell’Unione europea per investire nei
giovani, il CESE afferma inoltre che l’imprenditorialità dovrebbe essere oggetto
di un approccio più globale e integrato.
Ciò richiede di individuare o di creare
le opportunità necessarie e di tradurre le
idee in azioni. L’auspicio è che più giovani
entrino nel mercato del lavoro e abbiano
un futuro migliore.
Feb-09
Dec-09
Jan-10
Feb-10
EU-16
18,4
19,7
19,8
20,0
EU-27
18,4
20,3
20,5
20,6
BE
21,1
23,5
24,3
24,8
BG
13,5
20,4
21,2
22,4
CZ
12,8
20,7
21,2
21,6
DK
8,8
13,4
13,7
13,7
DE
10,1
10,2
10,1
10,2
EE
24,5
32,1
:
:
IE
20,5
28,7
29,1
28,6
EL
24,5
27,5
:
:
ES
34,8
39,3
39,8
40,7
FR
22,9
22,7
22,2
22,1
IT
24,2
26,7
27,4
28,2
CY
10,9
16,4
:
:
LV
27,8
41,3
:
:
LT
23,9
30,4
:
:
LU
18,5
18,1
17,6
18,2
HU
24,7
28,3
28,4
27,6
MT
12,8
15,4
14,8
15,0
NL
6,1
7,4
7,3
7,3
AT
9,3
9,4
9,6
10,0
PL
18,2
22,7
23,1
23,4
PT
19,2
21,2
21,2
21,0
RO
20,2
20,4
:
:
SI
12,3
13,9
:
:
SK
22,6
32,2
32,7
33,2
FI
18,9
23,4
23,6
23,7
SE
23,8
26,3
26,6
25,6
UK
18,1
19,7
:
:
NO
8,5
8,9
8,4
:
US
15,8
18,9
18,9
18,5
JP
:
:
:
:
: Data not available
Source: Eurostat
●
© Lina Samuelsson
L’eurodeputata più giovane mette in discussione le norme dell’UE su riservatezza e trattamento dei dati personali
Amelia Andersdotter
Amelia Andersdotter è membro del Partito
Pirata e siede al Parlamento europeo; a soli
22 anni, è la più giovane eurodeputata. Ha
messo in discussione la legislazione dell’UE
in materie quali la conservazione dei dati,
i brevetti e il diritto d’autore. CESE info
ha chiesto ad Amelia di spiegarci in quale
modo, secondo lei, questi temi influenzano
la gioventù europea.
CESE info: secondo Lei, come si è
arrivati a fare un passo indietro
nella sfera delle libertà personali e
dei diritti dei cittadini, soprattutto
dei giovani, in Europa dopo
l’11 settembre?
Amelia Andersdotter: abbiamo a disposizione sempre nuove tecnologie e stiamo
inventando nuovi modi per raccogliere
dati e per interagire con le persone. Una
delle libertà più importanti che è scomparsa dopo quel giorno è il controllo sul
tipo di dati che inviamo e sul momento in
cui lo facciamo. Quando oggi ascoltiamo
le discussioni tra i giovani sul tema della
riservatezza, ci rendiamo conto che esse
riguardano il tipo di dati che siamo obbligati a trasmettere. Possiamo recuperare
questi dati? Come facciamo a sapere come
vengono utilizzati?
È questo il nocciolo di tutte le attuali
discussioni sulla riservatezza. In genere
ai giovani le comunità online come Facebook non dispiacciono. Tutte le informazioni che metto su Facebook sono sotto il
mio controllo, grossomodo. Quando gli
utenti di Facebook non dispongono di un
controllo adeguato sulle informazioni che
mettono online si infuriano.
Succede lo stesso quando negli aeroporti siamo obbligati a passare attraverso
scanner corporali senza poterlo evitare: ci
Continua da pag. 3
L a poesia e la music a come ponte tra le c ulture
modelli, si sprofonda nell’apatia. I giovani vogliono crescere troppo in fretta.
Vogliono diventare adulti prima di aver
vissuto pienamente la loro infanzia. E la
cultura del mondo occidentale insegna
alle persone a essere insoddisfatte di
loro stesse. Le ragazze non sono ancora
completamente sviluppate che già
vogliono rifarsi il seno.
Si dice spesso che i giovani
d’oggi hanno un’unica
ambizione, quella di diventare
famosi come i modelli che
vedono sui mass media, le star
dello sport e altre celebrità.
Secondo lei questo è un
problema?
Sicuramente, perché così i giovani cercano di vivere la vita di qualcun altro,
non la loro. Non sono interessati a lavorare per far andare avanti la società,
vogliono solo essere famosi. Gli studenti non vogliono diventare idraulici
o medici, oppure aprire un ristorante.
I maschi vogliono fare i calciatori e
4
le femmine le modelle o le veline. Si
può pensare che scherzino quando
lo dicono, ma non è affatto così. In
Estremo oriente gli studenti hanno una
mentalità e un modo di pensare completamente diversi. Vogliono diventare
dentisti, medici o imprenditori.
Cosa possono fare i governi e le
altre autorità per incoraggiare
la partecipazione dei giovani
ai processi politici e decisionali
delle loro comunità?
I problemi vanno presentati in modo
più chiaro, eliminando il linguaggio
astruso della politica. Questi aspetti
devono far parte dei programmi scolastici ed essere presentati in modo interessante e creativo. È importante che i
giovani possano esprimere il loro punto
di vista e che abbiano aspirazioni e idee
che permettano loro di fare passi avanti
verso una vita migliore.
Crede che dare ai giovani
dell’UE più opportunità di
studiare e lavorare all’estero
possa essere utile?
Sono sempre favorevole ai viaggi come
parte dell’educazione di una persona.
Chi ha la mente aperta può imparare
molto di più. Ma non sempre i politici
vedono con chiarezza i problemi che
rendono la vita difficile alla gente. Loro
vivono nel benessere, per loro è uno
scherzo partire un giorno per andare
in un altro paese. Ma per un giovane
rifugiato in un paese nuovo di cui non
parla la lingua è difficile dare un contributo alla società in cui vive e quindi
esserne accolto.
Pensa che i giovani possano
essere ottimisti riguardo al
futuro?
A noi piace pensare che il futuro sia
nelle loro mani, ma tutto dipende da
cosa lasceremo noi in eredità, e dallo
stato in cui lasceremo le cose perché
loro possano continuare il viaggio.
●
infuriamo. Il modo più semplice per cambiare questo stato di cose è ovviamente
quello di creare politiche e strutture che
consentano a utenti e cittadini di poter
sempre avere il controllo sulle informazioni che inviano. È necessario che il controllo ritorni nelle mani dei cittadini.
Secondo Lei, crescere in un
ambiente in cui i dati sono
costantemente raccolti influenza
lo sviluppo personale dei giovani?
Credo di sì. Avere il controllo sui dati che
invii e sul momento in cui lo fai è fondamentale per lo sviluppo personale. So che
l’esempio menzionato più spesso è quello
dell’omosessualità: chi rivela il proprio
orientamento sessuale lo fa per scelta e
al momento voluto, se non lo fa è perché
l’argomento può ancora suscitare delle
controversie. Ma se ad ogni momento
possono prendere qualsiasi tuo dato, non
c’è nulla che puoi tenere segreto e questo
alla fine porta all’autocensura.
Dobbiamo essere in grado di controllare i nostri dati personali per poter
crescere come persone. Quando hai dei
segreti, quando c’è qualcosa che non vuoi
raccontare ad altre persone, anche se può
trattarsi di qualcosa in cui non c’è nulla di
insolito, devi essere tu a decidere quando
divulgare quella informazione. Certe barriere devono essere superate da soli, con le
proprie forze: non ci può essere qualcun
altro che prende la decisione di abbatterle
brutalmente al tuo posto.
●
Morire per strada
Eroinomani giovanissimi (undici anni) sopravvivono a
malapena per le strade di Bucarest. Per sopravvivere certi
rubano e certi si prostituiscono, e sono tutti sfruttati per
una droga che segna la condanna di chi la usa.
Ormai i bambini di strada non sniffano più colla e solventi: adesso si bucano. È qui, nella nostra Unione europea, che bambini, spinti dalle circostanze e dalla povertà, si
trovano a vivere in condizioni del tutto inaccettabili.
Mihai Tanasescu, operatore sociale dell’ARAS, l’associazione romena per la lotta contro l’AIDS di Bucarest,
ha dichiarato: «In Romania il binomio “droghe e bambini di strada” è una realtà.
Rispetto a tre anni fa, il numero dei bambini che usa eroina a Bucarest è aumentato,
ed è in continuo aumento. Nella strada in cui lavoro, oltre il 65 % del gruppetto di
cui mi occupo si buca ogni giorno».
E c’è chi muore per strada: da venerdì scorso già due ragazzine sono morte di
overdose di eroina. Usavano anche Tramal©, metadone e inalanti.
La Romania non dispone di servizi (sufficienti) per i bambini tossicodipendenti.
Il più grande ospedale neuropsichiatrico di Bucarest (l’Alexandru Obregia) ha a loro
disposizione solo otto posti letto. Stando a Mihai Tanasescu, la Romania è tuttora
priva di un’organizzazione nazionale che coordini una strategia unica per aiutare
questi bambini vulnerabili.
●
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
Al lavoro
per la quinta libertà
La libera circolazione della conoscenza è la «quinta
libertà» garantita dall’Europa. I giovani sono parte
integrante di questa libertà, ma molti non hanno i mezzi
o le opportunità di lavorare o studiare in un altro paese
dell’UE. Per promuovere la mobilità transfrontaliera dei
giovani è necessario creare legami più stretti tra i datori di
lavoro e gli istituti di istruzione.
La carenza di offerte e il numero ridotto di partecipanti ai
programmi di mobilità sono però motivo di preoccupazione. Secondo il comitato
Istruzione della Confederazione europea dei sindacati (CES), nel 2006 solo lo 0,3 %
dei giovani tra i 16 e i 29 anni ha partecipato ai suddetti programmi. La CES vuole
che nell’istruzione e nella formazione professionale, nei tirocini e negli apprendistati si dia maggior rilievo alla mobilità per l’apprendimento.
Inoltre le imprese vanno incoraggiate ad offrire ai giovani l’opportunità di fare
esperienze di qualità. Tomasz Jasiński, membro del CESE e presidente del comitato
Gioventù della CES, mette in guardia contro il rischio che qualche datore di lavoro
usi i tirocini «per procurarsi manodopera a buon mercato o gratuita. La sicurezza di
questi posti è spesso scarsa e i giovani lavorano più del dovuto, con tutti i problemi
che ne derivano. Dobbiamo assicurarci che ai giovani siano garantiti tutti i diritti e
condizioni di lavoro eque».
Secondo il parere del CESE sul miglioramento della situazione dei giovani sul mercato del lavoro, l’istituzione di «colleghi tutori» con il compito di assistere i giovani
tirocinanti potrebbe contribuire al successo di queste iniziative. Il Comitato è convinto che i tirocini dovrebbero essere previsti dai programmi scolastici ed essere parte
integrante della nuova strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione.
●
L’istruzione non formale va riconosciuta!
Il riconoscimento ufficiale e sociale di
questa forma di istruzione e dei suoi
risultati è una sfida che affronta ogni
giorno Pavel Trantina, ex presidente
del Consiglio ceco per l’infanzia e
la gioventù e oggi responsabile dei
progetti e delle relazioni con l’UE.
«Alcuni Stati membri sono contrari
al riconoscimento dell’istruzione non
formale perché temono che essa possa
sostituirsi a quella formale. Si tratta di
timori del tutto infondati: i due tipi di
istruzione sono complementari», sottolinea Trantina, che è anche membro del
CESE.
I datori di lavoro cercano persone
che sappiano lavorare in modo efficace
in équipe, assumersi responsabilità e
risolvere problemi. Si tratta delle stesse
qualità che consentono a un individuo
di essere più attivo e impegnato nella
società. Il CESE ritiene che queste competenze siano trasferibili al mercato del
lavoro.
L’istruzione non formale si basa
spesso su forme pedagogiche e metodi
di lavoro non gerarchici e partecipativi.
Pavel Trantina
Molte organizzazioni per la gioventù
hanno messo a punto sofisticati sistemi
di istruzione basati sull’apprendimento
attraverso la pratica, e complessi programmi di formazione destinati ai loro
dirigenti volontari.
Andrew Forde è un avvocato irlandese specializzato in diritti umani. Oggi
ha 26 anni, e quando ne aveva 17 ha
partecipato al concorso nazionale President’s Award indetto da Gaisce, un’associazione per la gioventù che da cinque
lustri incoraggia e aiuta i giovani tra i
15 e i 25 anni a sviluppare competenze
attraverso l’istruzione non formale.
La riforma dell’istruzione superiore in
Europa: ancora molta strada da fare
Joost van Iersel
Il lancio a livello ministeriale, avvenuto a
Vienna e a Budapest, è stato tuttavia contrassegnato da una serie di contestazioni
da parte degli studenti e da numerose voci
critiche secondo cui il processo è avanzato
troppo lentamente e ha perso di vista i propri obiettivi.
«In linea di massima, alcuni passi
avanti sono stati fatti», ha affermato Ligia
Deca, presidente dell’Unione degli studenti
europei. «I disordini cui abbiamo assistito
dimostrano che qualcosa si è mosso, ma
in maniera estremamente diversa tra i
47 paesi del Processo di Bologna».
L’Unione degli studenti europei esprime
altresì preoccupazione per le evidenti
discrepanze tra il Processo di Bologna
e la nuova Strategia Europa 2020 della
Commissione europea, che fa seguito alla
Strategia di Lisbona. «Entrambi perseguono obiettivi che non coincidono perfettamente», afferma Ligia Deca. «L’unico
obiettivo della Strategia di Lisbona è di rendere l’Europa più competitiva. Il Processo
di Bologna è invece volto a garantire una
maggiore comparabilità tra i vari sistemi
d’istruzione superiore. Quando i due programmi si incontrano a livello nazionale, a
volte si creano dei conflitti». La presidente
teme inoltre che la nuova strategia della
Commissione «sia troppo concentrata sui
vantaggi che una mobilità degli studenti
potrebbe avere per il mercato del lavoro
ma che non tenga conto dei benefici per gli
studenti».
Joost van Iersel, relatore del parere sul
tema «Università per l’Europa», adottato
Questa è una delle cause del problema.
Il Processo copre un territorio molto più
vasto della stessa UE e riguarda sistemi
d’istruzione superiore ben diversi tra loro.
«In taluni paesi», sostiene Ligia Deca, «i
decani e i rettori universitari non sono stati
adeguatamente informati sul Processo di
Bologna e invece di dare, come previsto,
maggiore flessibilità al sistema, hanno reso
più rigida la struttura dei corsi».
Ligia Deca mette inoltre in evidenza
tre nodi principali da risolvere: innanzi
tutto il fatto che l’inclusione sociale e la
promozione della diversità all’interno della
popolazione studentesca non siano più
priorità del programma. In secondo luogo
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
«Di solito la prova più facile è quella
fisica», racconta, anche se per lui è stata
la più dura. Ha imparato a nuotare e
in seguito ha ottenuto il brevetto di
bagnino di salvataggio. Le competenze
che ha acquisito, assieme all’istruzione
universitaria, hanno reso il suo CV
veramente unico.
«Per i giovani il fatto di poter dimostrare di avere ulteriori competenze e
conoscenze rappresenta sicuramente
un vantaggio agli occhi di un potenziale datore di lavoro», dice Forde, che
ricorda come nei suoi colloqui di lavoro
gli interlocutori fossero sempre molto
interessati alle attività che aveva svolto
in seno a Gaisce.
Lo scorso marzo ha preso ufficialmente il via lo Spazio europeo dell’istruzione superiore
(SEIS) creato dal Processo di Bologna con l’obiettivo di migliorare la scelta e la mobilità degli
studenti grazie a procedure di riconoscimento più semplici tra i paesi e i corsi e attraverso
opzioni di studio flessibili.
l’eccessiva lentezza dei cambiamenti nei
vari paesi, alcuni dei quali privilegiano un
approccio su misura alla riforma. E infine,
i ripensamenti per quanto concerne l’obiettivo di includere gli studenti nei processi
decisionali.
Il concorso prevede una serie di cinque sfide fatte su misura per le abilità
dei giovani partecipanti. Non si tratta
di una gara con altri, ma piuttosto di un
impegno personale a conseguire una
serie di obiettivi personalizzati. Forde
ha partecipato al concorso e ha completato le sue prove nel 2003; ora, a sette
anni di distanza, continua a lavorare per
avvicinare i giovani a Gaisce.
L’apprendimento è un’esperienza costante e multiforme
dal CESE lo scorso novembre, ritiene che
il Processo di Bologna abbia fatto dei passi
avanti ma è anche convinto della necessità
di garantire progressi più rapidi. «Esiste un
limite naturale ai risultati che il Processo
di Bologna può conseguire», ha affermato.
«Gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere diversi obiettivi, ma non hanno
previsto orientamenti in materia né hanno
stabilito le necessarie sanzioni in caso di
mancata realizzazione».
A suo parere, i governi dell’UE dovrebbero collocare le università al centro della
politica dell’UE, dato che in numerosi paesi
gli istituti accademici sono ancora controllati troppo da vicino dalle politiche nazionali. A suo parere, tuttavia, questo non giustifica una centralizzazione o l’imposizione
di diktat sulla riforma da parte di Bruxelles. «Tutti dovrebbero avere la possibilità di
agire secondo i propri metodi, applicando le
migliori pratiche per migliorare la competitività e l’inclusione sociale», ha concluso.
●
>>> pagina 6
Lo sport sviluppa le capacità essenziali per la vita
Oggigiorno il datore di lavoro chiede con sempre
maggiore frequenza all’aspirante candidato se
questi disponga anche di competenze trasversali
da affiancare alle qualifiche ottenute tramite un
percorso educativo formale.
I giovani che sappiano mettere in evidenza
le conoscenze acquisite nel corso del loro
percorso educativo non formale possono
pertanto trovarsi in una posizione di
lieve vantaggio quando è il momento di
rendersi più «interessanti» agli occhi del
potenziale datore di lavoro.
Le attività sportive offrono un’eccellente opportunità di acquisire queste
competenze, come è stato riconosciuto
in occasione dell’Anno europeo dell’educazione attraverso lo sport (2004) o dalla
strategia dell’UE per i giovani o da altre
iniziative ancora. Il parere del CESE,
elaborato da Ionut Sibian sulla strategia
dell’UE per i giovani, pone in rilievo il
contributo dello sport e delle attività fisiche che «favoriscono uno stile di vita sano,
una cittadinanza attiva e l’integrazione
sociale».
«Lo sport è la vera educazione alla
vita» dichiara Rebekka Kemmler-Müller,
segretaria generale di ENGSO Youth, l’ala
giovanile dell’Organizzazione europea
non governativa dello sport (ENGSO), che
ha sede a Berlino. «I giovani costruiscono
attività in gruppo, sviluppano le loro capacità di cittadinanza; l’attività fisica impartisce loro l’educazione alla salute e tramite
gli scambi internazionali essi acquisiscono
una comprensione interculturale».
Un vantaggio dell’istruzione non formale è dato dal suo carattere volontario
e dalla sua disponibilità localmente. «La
forza dello sport risiede nel fatto che i giovani vogliono praticarlo perché è divertente» aggiunge la Kemmler-Müller. «Chi
svolge un ruolo di guida o di facilitatore
in ambito giovanile deve però prendere
atto degli altri vantaggi delle attività sportive e promuoverli di conseguenza, in
modo che chi le pratica veda debitamente
riconosciute le altre competenze acquisite.» ENGSO Youth offre formazione e
seminari mirati; resta però la necessità,
secondo la Kemmler-Müller, di maggiori
finanziamenti e di un più convinto sostegno a livello istituzionale.
Un problema, continua, è dato dal
fatto che lo sport deve continuamente giustificare la propria natura di strumento di
apprendimento non formale. «Nei mezzi
di comunicazione predomina lo sport di
élite, mentre vengono spesso ignorate le
attività praticate dalla gente comune. Le
federazioni sportive più forti sono simili
a delle imprese. Al confronto, lo sport
giovanile, al pari di molte delle organizzazioni destinate ai giovani, dispone di
finanziamenti inadeguati».
Il parere del CESE formula una riflessione analoga quando afferma che si
dovrebbe attribuire minore importanza
allo sport spettacolo, privilegiando invece,
nello sport, il coinvolgimento attivo e la
partecipazione di massa.
●
5
Il valore del volontariato
© Stanisław Tokarski
La capitale europea dei giovani
dà alla gioventù gli strumenti
per fare e decidere
Inoltre, gli scout fanno presente che
talune misure possono limitare le attività
di volontariato. Segnalando che il contesto
legislativo non tiene sempre conto delle
modalità di funzionamento delle organizzazioni di volontariato, Masson dà come
esempio una direttiva dell’UE sull’igiene
e i prodotti alimentari che in taluni paesi
è stata trasposta in maniera molto rigida,
prevedendo che ogni accampamento
debba disporre di un frigorifero. Ciò ha
portato ad anni di negoziati burocratici
con i ministeri, comportando costi non
indifferenti per il Movimento degli scout.
Scout polacchi in servizio dopo l’incidente dell’aereo presidenziale del 10 aprile 2010
Stando a gruppi della società civile, il CESE
ha contribuito, insieme al Parlamento
europeo, alla designazione del 2011 come
Anno europeo del volontariato.
Torino – Capitale europea dei giovani nel 2010
L’idea di una «capitale europea dei
giovani» è nata al Forum europeo della
gioventù del 2008 per riconoscere e
mettere in risalto gli sforzi che una città
compie per promuovere la partecipazione
attiva dei suoi abitanti di giovane età.
Rotterdam è stata la prima città a ricevere
questa denominazione nel 2009. La città
olandese ha organizzato un programma
con centinaia di eventi per promuovere la
partecipazione dei giovani e la comprensione intergenerazionale.
Nel 2010 la capitale europea dei giovani è Torino, alla quale seguirà Anversa.
Adesso si cercano candidature per la
capitale dei giovani nel 2013: può candidarsi qualsiasi città di uno Stato membro
dell’UE o di un paese facente parte del
Consiglio d’Europa.
«Le città dovrebbero incoraggiare la
partecipazione dei giovani al processo in
cui si prendono le decisioni che influenzano le loro vite, dovrebbero mostrare
esempi di buone prassi e offrire una
dimensione europea», afferma la vicepresidente del Forum europeo della gioventù
Xenia Constantinou.
I giovani devono essere al centro del
programma di eventi di quest’anno, preferibilmente come co-organizzatori, e le
attività dovrebbero riguardare tutto il
ventaglio di esperienze di un giovane, ad
esempio la disoccupazione, il benessere e
l’istruzione non formale. La dimensione
europea è importante, spiega Constantinou, per permettere alla città di diventare
un modello e di rafforzare il rapporto tra
livello locale e istituzioni europee.
«Vogliamo sensibilizzare i giovani al
loro ruolo potenziale per il futuro dell’Europa, dare loro gli strumenti necessari e
investire nelle loro capacità, in modo che
siano considerati un’opportunità e non
un problema», prosegue Constantinou.
Poiché l’interesse verso questa iniziativa aumenta — per la capitale del
2012 sono arrivate 10 candidature di
rilievo — il Forum europeo della gioventù spera che le città scelte negli anni
passati mantengano i contatti tra loro e
formino una rete duratura che si adoperi
per rendere i giovani consapevoli delle
loro potenzialità e per creare un collegamento tra il livello locale e quello dell’UE.
«Sono convinta che il torinese medio
di giovane età non comprende il termine
“dialogo strutturato”, che viene usato
dalla Commissione europea per definire
la sua strategia per raggiungere i giovani»
afferma Constantinou, «ma chiedigli il
suo punto di vista sulla disoccupazione
giovanile e sui diritti dei giovani, offrigli
la possibilità di discutere di questi argomenti con i responsabili politici locali
e vedrai che lo apprezzerà. È al livello
locale che possiamo trasformare strategie
concepite a tavolino in azioni reali».
●
Alix Masson, del Movimento degli scout,
che conta 1,4 milioni di membri in
Europa e si è attivato a favore di questa
manifestazione nell’ambito di una grande
alleanza di 22 gruppi, afferma che queste
due istituzioni dell’Unione europea hanno
svolto un ruolo importante per sostenere
l’iniziativa. In effetti, il CESE, che ha avuto
l’idea, ha poi collaborato con il Parlamento europeo per concretare il progetto.
A CESE info Alix Masson ha dichiarato
che, in realtà, inizialmente l’idea veniva
dalla società civile, la quale lavora con e
per le persone impegnate nel volontariato.
Ha aggiunto che, da una parte, occorre
un maggiore riconoscimento del lavoro
svolto dai volontari e, dall’altra, è necessario che i giovani comprendano i benefici che potrebbero trarre da un’attività in
questo settore.
Ancor prima della decisione relativa
all’Anno del volontariato, il CESE, in un
parere di Erika Koller, aveva formulato
varie raccomandazioni sulle attività di
volontariato e il loro ruolo nella società,
fra cui la necessità di accrescerne il prestigio sociale e sottolinearne le connessioni
con la cittadinanza attiva. Ha pure chiesto
di dar loro maggiore pubblicità, soprattutto fra la gioventù.
Gli scout sono convinti che il volontariato aiuti i giovani ad assumersi le
responsabilità della cittadinanza attiva.
Il loro movimento cerca di dimostrare ai
giovani che un’attività di volontariato può
risultare preziosa per loro stessi, non solo
per maturare esperienza e competenze
utili sul mercato del lavoro, ma anche per
valorizzare la loro vita grazie ai benefici
che questo loro impegno porta alla comunità in cui vivono. Un’attività di volontariato permette di conoscere situazioni
e condizioni di vita diverse, e di essere
maggiormente in grado di reagire e prevedere.
È però anche chiaro che l’attività degli
scout non si limita semplicemente al
volontariato: si tratta di un movimento
educativo incentrato sullo sviluppo
dell’autosufficienza. In effetti, ha spiegato
Alix Masson, gli scout devono saper fare
tutto da soli, senza aiuto (cucinare, attingere acqua, montare la tenda), e quindi
imparano ad avere spirito d’iniziativa,
qualità che è anche indispensabile a chi
esercita un’attività di volontariato.
Gli scout confidano che l’Anno europeo del volontariato chiarisca anche lo
statuto giuridico dei volontari, e affronti
vari problemi, diversi a seconda dei paesi,
come ad esempio l’assicurazione e la
sicurezza, che costituiscono delle «zone
grigie». Alix Masson precisa che non
è sempre possibile offrire un ambiente
sicuro.
«Oggi la disoccupazione giovanile è
un fenomeno preoccupante, perché le
imprese cercano persone con esperienza
lavorativa, ma chi esce dalla scuola e
dall’università di solito non ne ha. Quelli
che appartengono ad associazioni per la
gioventù, invece, hanno già esperienze
simili a quelle di chi lavora, ed è essenziale
che questo fatto sia compreso e riconosciuto dai datori di lavoro» spiega Trantina. «È questo uno degli obiettivi principali del progetto Keys for life (Chiavi per
la vita), lanciato nella Repubblica ceca,
6
La Commissione europea, dal canto
suo, vuole migliorare Europass, il CV
online dell’UE, per consentire agli utenti
di mettere in evidenza l’apprendimento
non formale nelle sezioni «Istruzione e
formazione» e «Capacità e competenze
personali». Si tratta di piccoli passi avanti,
comunque necessari per arrivare al riconoscimento ufficiale e sociale dell’istruzione non formale.
●
Alix Masson mette però in guardia:
l’Anno europeo non deve limitarsi a
decantare i meriti del volontariato, ma
anche fornire un’occasione per celebrare il
lavoro dei loro volontari e ringraziarli per
l’impegno, il tempo e l’energia profusi. ●
zone Leplivi Prsti («Mani leste»), incentrata su politici corrotti che intascano il
denaro pubblico, ha riscosso grande successo su YouTube.
«Come quella di qualsiasi altro paese,
la nostra società non è perfetta», dichiara
Simona a CESE info. «Vogliamo combattere la corruzione e fare in modo che
anche i giovani prendano parte alla nostra
lotta». Il gruppo trae ispirazione dagli
eventi della vita quotidiana; con questa
particolare canzone ha però voluto mettere l’accento su un problema che quasi
ogni cittadino dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha dovuto prima o
poi affrontare.
che va ancora più avanti e punta alla certificazione delle qualifiche ottenute attraverso l’istruzione non formale nell’ambito
dei quadri nazionali delle qualifiche».
Un maggiore coinvolgimento dei giovani nelle loro comunità e nei progetti che
esse creano permette di generare valore
aggiunto. L’acquisizione di un’esperienza
riconosciuta richiede sforzi più intensi e
concertati da parte sia dell’UE che delle
autorità nazionali.
Sia i pareri del CESE che le ONG
sottolineano la necessità di un maggiore
riconoscimento formale delle competenze che si possono maturare grazie alle
attività di volontariato. Alix Masson ha
aggiunto che il movimento assicura la
qualità principalmente fornendo sostegno e formazione ai suoi volontari, e che
questo è uno dei suoi punti di forza, fermo
restando che dei miglioramenti sono
sempre possibili. La qualità ottenuta grazie ai programmi di formazione dipende
non tanto da normative, quanto piuttosto
da codici di comportamento. Ciò che è
essenziale per conquistarsi la fiducia della
comunità è il lavoro di grande responsabilità che i volontari del Movimento degli
scout svolgono occupandosi di bambini,
adolescenti e giovani.
La musica trasmette il messaggio
Continua da pag. 5
L’i s t ruz i o n e non for m a l e va r i conos c iu ta!
A livello di UE, l’anno scorso il Consiglio ha affermato in una risoluzione il
suo appoggio alla promozione, e quindi al
riconoscimento, dell’apprendimento non
formale. Sensibilizzare l’opinione pubblica al valore dell’istruzione non formale
potrebbe contribuire a rendere più facile
la transizione dal mondo dello studio a
quello del lavoro.
Va anche ricordato un parere del
CESE (relatrice: Soscha zu Eulenburg),
dedicato specificamente all’Anno europeo del volontariato (2011), in cui si fa
presente che i volontari non debbono
essere sfruttati per «contrastare gli effetti
negativi della crisi sulle nostre società».
Nello stesso parere il Comitato auspica
anche la creazione, a livello europeo, di
una piattaforma dei soggetti direttamente
interessati al volontariato per garantire
che questo Anno europeo produca un
impatto anche al di là del 2011 e alimenti
i dibattiti sulle politiche.
La musica è un linguaggio universale,
non conosce frontiere e spesso parla agli
ascoltatori di temi che stanno loro a cuore.
gruppo Lesen Udar, tra i pionieri della
scena hip-hop di Skopje, risale tuttavia
al 1999.
Nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia il gruppo di hip-hop Lesen Udar si
rivolge ai giovani con canzoni dedicate
ad argomenti che non solo li toccano da
vicino, ma che hanno anche una risonanza universale. Benché si tratti di una
tendenza musicale relativamente nuova
nel paese, lo hip-hop si è già conquistato
un’enorme popolarità. La formazione del
Il trio Lesen Udar è stato selezionato
come ambasciatore musicale nell’ambito
dell’iniziativa Fair Play: Anti-Corruption
Youth Voices, un concorso mondiale di
musica organizzato da Jeunesses Musicales International (JMI) e dalla Banca
mondiale. Il gruppo è composto da Martin e Igor, autori e compositori, e dalla
cantante Simona. Il video della loro can-
«La corruzione è presente ovunque.
Tutti noi l’abbiamo sperimentata sulla
nostra pelle e sappiamo bene come
funziona il sistema» prosegue Simona.
«Spero che la nostra canzone servirà a
incoraggiare i giovani. Il nostro paese è
sulla buona strada, ma si può fare ancora
molto di più.»
Al concorso Fair Play: Anti-Corruption
Youth Voices partecipano gruppi musicali
di tutto il mondo. I vincitori si esibiranno
a Bruxelles nei giorni 26-28 maggio 2010.
●
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
Un’Europa proattiva per uscire dalla crisi
tività che è purtroppo bloccato dai governi
dell’UE per motivi politici e finanziari.
Inoltre, i sessanta partecipanti hanno
chiesto all’UE di rafforzare il controllo
sugli aiuti di Stato per evitare distorsioni
della concorrenza e auspicano un maggiore coinvolgimento delle alleanze industriali nella definizione della legislazione
in materia di concorrenza.
José Maria Lacasa Aso e Henri Malosse
Malgrado l’eruzione del vulcano islandese che a metà aprile ha avuto effetti
devastanti sul traffico aereo, più della
metà dei partecipanti sono riusciti a raggiungere Madrid per la riunione straordinaria del gruppo Datori di lavoro del
CESE. Il tema principale della riunione è
stato il futuro delle politiche imprenditoriali in Europa.
Dalle tre tavole rotonde è emersa la
convinzione che l’economia europea non
si farà soffocare dalle ceneri del potente
vulcano Eyjafjallajoekull né si farà paralizzare dagli insegnamenti della più grave
crisi economica dagli anni trenta.
La crisi c’è, ma vi sono ancora opportunità da cogliere: questo è il messaggio
che è scaturito dalle tavole rotonde organizzate in cooperazione con la Confederazione spagnola delle organizzazioni dei
datori di lavoro.
Tuttavia, i rappresentanti del mondo
imprenditoriale europeo hanno concordato su due scogli che vanno superati per
garantire in futuro una crescita sostenibile: i governi nazionali devono fare tutto
ciò che è in loro potere per stimolare lo
spirito imprenditoriale europeo e questo
sforzo deve essere accompagnato anche
dall’impegno e dalle opportune misure sul
piano europeo.
Si tratta ora di costruire una politica europea più proattiva a favore delle
imprese in Europa, e le tavole rotonde
hanno suggerito i passi più importanti da
compiere per conseguire questo obiettivo.
«Una politica europea proattiva a
favore delle imprese sarà incisiva soltanto
se accompagnata dalla realizzazione di
un mercato interno veramente aperto
su scala europea,» ha dichiarato Henri
Malosse, presidente del gruppo Datori di
lavoro, ribadendo la posizione del mondo
imprenditoriale. In un mercato veramente
aperto occorre ridurre gli oneri e le barriere amministrative, che costituiscono un
grave ostacolo per le imprese europee che
si trovano a competere con attori globali
— ha aggiunto Malosse.
I datori di lavoro europei chiedono
inoltre ai leader politici dell’UE di concentrarsi maggiormente sulla ricerca mettendo a punto un programma quadro per
la R&S molto più ambizioso nonché un
nuovo piano d’azione per l’innovazione.
Sollecitano altresì iniziative UE nel settore
dell’istruzione e della formazione, indirizzate soprattutto all’imprenditorialità e
alla cooperazione tra imprese e istituti di
insegnamento.
Gli Stati membri dovrebbero a loro
volta rivedere i loro programmi di studio
nazionali dal momento che, nella maggior
parte dei paesi europei, non si registrano
segnali di un rafforzamento dello spirito
e della mentalità imprenditoriali nei libri
IN BREVE
di testo adottati dalle scuole. I datori di
lavoro chiedono all’Unione europea e ai
governi nazionali di investire di più, e a
lungo termine, nell’istruzione e nella formazione.
I membri del gruppo Datori di lavoro
del CESE insistono sull’importanza di una
maggiore mobilità dei giovani in Europa
per sviluppare una maggiore consapevolezza e una cultura europea della creatività e dell’imprenditorialità. La cultura
imprenditoriale deve quindi ridiventare
un valore in Europa, come già avviene nei
paesi emergenti.
Alla fine dei dibattiti i membri hanno
deciso di elaborare un progetto di dichiarazione da trasmettere ai responsabili
politici dell’UE per sollecitarli a svolgere
un ruolo di primo piano nell’adozione
di azioni concrete e tempestive a favore
dell’istruzione, dell’innovazione e della
ricerca in Europa. Essi hanno inoltre
espresso l’auspicio che la crisi attuale offra
nuove opportunità per avviare iniziative nuove intese a realizzare un mercato
unico europeo più integrato e una serie di
nuove politiche europee comuni. (eb) ●
Il presidente della Repubblica italiana,
Giorgio Napolitano, chiede al CESE di
contribuire a costruire un’Europa più sociale
Mario Sepi accoglie il Presidente Giorgio
Napolitano nella sede del CESE
In occasione della sua visita al CESE il
3 marzo 2010, il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ha
incontrato il presidente del Comitato
economico e sociale europeo Mario Sepi
e la presidente del Comitato delle regioni,
Mercedes Bresso. Nel corso di tale incontro, in cui si è parlato dei cambiamenti
introdotti dal trattato di Lisbona, Napolitano ha sottolineato che il rafforzamento
della dimensione sociale dell’UE costituisce «una delle principali innovazioni del
nuovo trattato» e ha invitato il CESE a
contribuire a trasformare questa disposizione in realtà.
A testimonianza del ruolo svolto dal
CESE nel processo politico dell’Unione,
Napolitano ha sottolineato l’importanza
della partecipazione degli organi di rappresentanza della società civile «nel quadro dell’ampia rete istituzionale che l’Europa rappresenta».
Il presidente del gruppo Datori di
lavoro si è rifatto all’esempio della crisi
provocata dal vulcano per illustrare la
mancanza di misure di adeguamento:
«Perché l’UE non ha organizzato il trasporto ferroviario come un servizio
europeo di interesse generale in grado di
approfittare della chiusura dei cieli europei e non ha fatto circolare un maggior
numero di treni tra i paesi europei?».
Il presidente del CESE Mario Sepi ha
sostenuto dal canto suo l’importanza del
ruolo del trattato di Lisbona «per dare
voce alle esigenze della società civile e
rafforzare il ruolo della democrazia partecipativa» al fine di fornire risposte concrete alle emergenze sociali ed economiche. (mb)
●
Le imprese non dispongono ancora di
un brevetto comunitario, uno strumento
indispensabile per l’innovazione e la crea-
LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI
L’accesso al credito richiede un quadro
regolamentare trasparente e completo
«Imprenditori per forza di cose»:
il CESE ne esamina la situazione
Occorre proteggere il modello
agroalimentare europeo
Tra le principali conseguenze della crisi finanziaria mondiale occorre
segnalare le sempre maggiori difficoltà di famiglie,
consumatori e imprese
dell’economia
sociale
nell’accedere al credito: per
riconquistarne la fiducia, il mercato deve essere in grado di offrire
loro un livello adeguato di accesso al credito e di tutelarli dai rischi.
In un parere in discussione in
plenaria nel momento in cui questa pubblicazione viene data alle
stampe, i membri del CESE affrontano la controversa questione
del lavoro autonomo economicamente dipendente. Si tratta di
quei lavoratori che, pur essendo formalmente autonomi, si trovano
per molti versi in una situazione di dipendenza, ad esempio per
il fatto di poter contare su un unico cliente. Sotto questo aspetto,
la loro situazione presenta forti analogie con quella dei lavoratori
subordinati. Essi però non beneficiano della protezione sociale di
cui godono questi ultimi.
La politica agricola comune (PAC) rappresenta non soltanto la prima politica
comune ma anche un vero e proprio
modello agroalimentare che ha costruito
un sistema economico agroalimentare
senza equivalente nel mondo e fornisce
prodotti alimentari sani e di qualità apprezzati dai consumatori. È quindi opportuno
che venga trattata con la dovuta attenzione
e che sia considerata di interesse strategico
primario per l’Europa e promossa sul piano internazionale, perché
solo in questo modo potremo garantirne la continuità, ha affermato
il CESE in un parere sul modello agroalimentare europeo adottato
in aprile.
Il parere d’iniziativa «Accesso al credito per i consumatori e
le famiglie: fenomeni abusivi» (relatore: Mario Campli, gruppo
Attività diverse, Italia) si propone in primo luogo di definire e precisare, a vantaggio della società civile, le condizioni che disciplinano la concessione di finanziamenti nell’attuale contesto di crisi
economica, allo scopo di prevenire fenomeni quali le pratiche che
inducono all’indebitamento (le cosiddette «trappole dell’indebitamento»), le pratiche illegali sui tassi di interesse, i fallimenti e la
povertà.
La creazione di un quadro regolamentare unitario, trasparente
e completo in materia di accesso al credito è di vitale importanza.
Nel parere il CESE domanda in buona sostanza alla Commissione
europea di studiare il modo migliore per eliminare le lacune del
quadro regolamentare attuale, con particolare riferimento ai prodotti di credito offerti, alle pratiche di pubblicità ingannevole, alla
trasparenza di condizioni, agli intermediari di credito, alle asimmetrie di informazione e all’alfabetizzazione finanziaria delle parti
in causa. (ds)
Scopo del parere è esaminare le possibilità di garantire ai lavoratori autonomi economicamente dipendenti una protezione sociale.
Viene però anche affrontata la questione se sia opportuno riconoscere l’esistenza di una categoria intermedia di lavoratori, a metà
strada tra imprenditori e lavoratori subordinati, in quanto questa
visione si distacca dalla percezione tradizionale della struttura del
mercato del lavoro.
«Sulla scia dei profondi cambiamenti economici e sociali in
atto si è assistito a una trasformazione del lavoro autonomo tradizionale negli Stati membri. Per ora soltanto alcuni paesi hanno
riconosciuto giuridicamente l’esistenza di questa nuova categoria
intermedia di lavoratori. La legislazione di questi paesi offre a tali
lavoratori una migliore protezione senza tuttavia classificarli come
lavoratori subordinati», ha affermato José María Zufiaur Narvaiza
(II gruppo, Lavoratori), relatore del parere in discussione nella sessione plenaria di aprile. (eb)
Il mantenimento di questo modello, tuttavia, continua a imporre
importanti sforzi: i controlli all’importazione devono far sì che i
prodotti alimentari siano conformi alle norme europee, indipendentemente dal punto d’entrata nell’UE, sostiene il Comitato che
chiede che il modello agroalimentare europeo sia promosso effettivamente sulla scena internazionale.
Il CESE insiste sulla necessità di migliorare l’accettazione del
modello europeo in ambito internazionale illustrandolo più chiaramente e promuovendolo più efficacemente, come un primo passo
verso l’armonizzazione delle legislazioni sul piano internazionale,
evitando in questo modo trattamenti differenziati.
Negli accordi commerciali, l’UE dovrebbe includere il riconoscimento reciproco dei sistemi di protezione della salute dei consumatori e del benessere degli animali con i paesi terzi, sostiene il
Comitato. Oltre a questa richiesta, il CESE chiede di potenziare la
collaborazione tecnica con i paesi in via di sviluppo, esportatori e
potenziali esportatori verso l’Europa. (mb)
Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
7
Il CESE ospiterà a giugno
il Forum dell’integrazione
rosi problemi, l’ambiente urbano offre notevoli possibilità di seguire uno
stile di vita sostenibile, e la società civile è un motore importante nella
ricerca e nella realizzazione di queste opportunità.
Il 24 e 25 giugno il Comitato economico e sociale europeo ospiterà la terza
riunione del Forum europeo dell’integrazione. Il Comitato, insieme con
la Commissione europea, garantisce il
funzionamento di tale piattaforma, che
offre ai rappresentanti della società civile
l’opportunità di discutere di temi legati
all’integrazione dei cittadini di paesi
terzi, e in particolare dell’agenda UE per
l’integrazione. Grazie a questi scambi, le
istituzioni europee potranno adottare un approccio globale all’integrazione che coinvolga i soggetti interessati a tutti i livelli. Il Comitato
dà anche un notevole contributo politico ai lavori del Forum, in particolare tramite il gruppo di studio permanente Immigrazione e integrazione (IMI) all’interno della sezione Occupazione, affari sociali,
cittadinanza come pure attraverso i suoi rappresentanti nell’ufficio di
presidenza del Forum stesso. (pb)
●
L’Osservatorio dello sviluppo sostenibile (OSS) organizza un convegno
sul tema «Città sostenibili: quale contributo può dare la società civile?»,
che si svolgerà il 14 e 15 giugno a Bordeaux. Lo scopo è quello di riunire
i rappresentanti delle istituzioni dell’UE, delle città europee, del mondo
accademico, delle imprese e delle organizzazioni non governative, che
insieme contribuiscono attivamente a dare forma alle città del domani.
I dibattiti verteranno su soluzioni sostenibili nel settore dei trasporti e
dell’edilizia, sulla biodiversità nelle città e, soprattutto, sui modi più efficaci per coinvolgere la società civile nella realizzazione di questi obiettivi.
Città sostenibili:
Bordeaux, 14-15 giugno
Il simposio si svolgerà a Bordeaux perché, negli ultimi anni, questa
città ha messo in opera una serie di iniziative per diventare più verde e
per migliorare la qualità della vita di tutti i suoi cittadini. Il convegno sarà
aperto da Alain Juppé, sindaco di Bordeaux ed ex primo ministro francese. (ak)
●
Il CESE e la Commissione ospiteranno
un convegno congiunto sulla cattura
e lo stoccaggio del carbonio
solleva anche un gran numero di questioni: occorre quindi lanciare
una campagna per garantire maggiore trasparenza e informazione su
questi temi. Il convegno di giugno consentirà ai soggetti interessati di
acquisire informazioni utili e di far sentire la propria voce. (so) ●
Convegno sul tema «Innovazione
e impresa, il ruolo degli attori
socioeconomici»
Nel quadro della presidenza belga dell’Unione
europea, la sezione Mercato unico, produzione e
consumo organizzerà un
convegno dal titolo «Innovazione e impresa, il ruolo
degli attori socioeconomici», in stretta collaborazione con il gabinetto
di Jean-Claude Marcourt, ministro del governo vallone responsabile
dell’Economia, delle PMI, del commercio estero e delle nuove tecnologie, nonché con i comitati consultivi belgi.
Il convegno, che si terrà il 2 luglio 2010 presso la sede del CESE,
rappresenterà l’evento con cui prenderà il via la presidenza belga e
servirà a preparare il consiglio informale dei ministri dell’Industria e
della ricerca che avrà luogo il 14, 15 e 16 luglio 2010.
Al convegno parteciperanno rappresentanti del mondo delle
imprese, ricercatori di alto livello (Istituto Bruegel, Accademia delle
scienze della Repubblica ceca), membri dei comitati socioeconomici
belgi e del CESE, come pure rappresentanti delle istituzioni europee,
che avranno l’opportunità di tenere degli scambi con il pubblico nel
quadro di tavole rotonde.
Un minisito, specialmente concepito per quest’evento, sarà accessibile nei prossimi giorni sulla pagina web del CESE. (mcb)
Il 2008 ha segnato una svolta: per la prima volta nella storia, gli abitanti
dei centri urbani hanno superato, per numero, quelli delle zone rurali. In
Europa, il 75 % dei cittadini vive nelle città, ed entro il 2020 questa quota
dovrebbe arrivare all’80 %. Molte città lottano per fare fronte ai problemi
sociali e ambientali creati da fattori di pressione come il sovraffollamento,
la povertà, l’inquinamento e il traffico. Tuttavia, nonostante i suoi nume-
In collaborazione con la Commissione europea, la sezione TEN e la
CCMI organizzeranno un convegno della società civile sulla cattura
e lo stoccaggio del carbonio, che si terrà nel giugno prossimo presso
la sede del Comitato economico e sociale europeo. La tecnologia
svolgerà indubbiamente un ruolo decisivo nel conseguimento degli
obiettivi energetici e climatici dell’UE (obiettivi 20/20/20), ma essa
●
IN BREVE
Gli Stati membri decidono questo mese gli elenchi definitivi dei candidati membri
L’iniziativa «Primavera dell’Europa»
Nei prossimi giorni i 27 Stati membri faranno pervenire al segretariato generale del Consiglio — entro
il 31 maggio 2010, in forza di una precedente decisione del Consiglio stesso — gli elenchi dei candidati
designati quali futuri membri del CESE. Il Consiglio si consulterà in primo luogo con la Commissione;
una volta ottenutone un parere sui nominativi proposti, un progetto di decisione del Consiglio sarà
presentato al Coreper e, quindi, al Consiglio stesso per adozione nel luglio del 2010.
L’ultima sessione plenaria del Comitato uscente si terrà il 15 e 16 settembre 2010, e il mandato dei
344 membri prenderà fine il 20 settembre. La prima plenaria del nuovo CESE — che vedrà sia il ritorno
a Bruxelles di membri nominati per un secondo mandato sia la partecipazione di nuovi consiglieri — si
svolgerà un mese dopo, il 20 e 21 ottobre 2010. (eb)
●
Ringraziamenti
Noi membri della delegazione polacca del CESE ringraziamo la presidenza, i consiglieri e il personale del CESE per i messaggi di cordoglio inviatici all’indomani della catastrofe aerea in cui hanno perso la vita il presidente e altri dirigenti del nostro
paese. Siamo stati profondamente toccati dalle vostre parole di solidarietà e vi siamo grati per esserci stati vicini in un momento
così doloroso.
●
I membri della delegazione polacca del CESE
CESE info
Caporedattrice
Indirizzo
Barbara Gessler (bg)
Comitato economico e sociale europeo
Tomasz Jasiński – Rappresentante Edificio Jacques Delors
dei membri del CESE nel comitato
Rue Belliard 99
editoriale (gruppo Lavoratori, Polonia) 1040 Bruxelles
BELGIO
Redattori
Tel. +32 25469396 o 25469586
Vincent Bastien (vb)
Fax +32 25469764
Eszter Balázs (eb)
E-mail: [email protected]
Maciej Bury (mb)
Internet: http://www.eesc.europa.eu/
Isolde Juchem (ij)
Hanno collaborato a questo numero:
Anya-Louise King (alk)
Tatiana Adamisova (ta), Pierluigi Brombo (pb),
Daria Santoni (ds)
Magdaléna Carabin Bĕlařová (mcb), Annika
8
Coordinatrice
generale
Korzinek (ak), Sébastien Occhipenti (so)
Agnieszka Nyka (an)
Quest’anno viene organizzata
l’ottava edizione della «Primavera
dell’Europa». Si tratta di un’iniziativa che continua ad avere grande
successo e che mira ad avvicinare
l’Europa ai suoi cittadini più giovani, a incoraggiare la cittadinanza
attiva e a far comprendere meglio in quali modi le decisioni prese a livello europeo
hanno un’incidenza per noi tutti. L’iscrizione di oltre 3 000 scuole primarie e secondarie
a questa iniziativa offre ai loro studenti possibilità uniche di apprendimento, ad esempio attraverso le visite di personalità nelle scuole e grazie alla disponibilità di un’ampia
documentazione didattica. Si confida inoltre che, coinvolgendo gli allievi in attività e
manifestazioni, essa li invogli a esprimere il loro punto di vista sui problemi di attualità.
Nel quadro di questa iniziativa, e nell’imminenza della manifestazione La vostra
Europa, la vostra opinione, vari membri del Comitato hanno reso visita a scuole dei
rispettivi paesi per offrire agli studenti la possibilità di condividere le loro idee con un
esperto di alto livello. Béatrice Ouin, ad esempio, ha visitato una scuola a Quimper
(Francia), dove ha potuto constatare con piacere il grande impegno e interesse degli
allievi per i temi e le problematiche europee. (alk)
●
CESE info in 22 lingue: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp
p://w
ww
CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE.
Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso
il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo.
Maggio 2010 / 5
Edizione speciale
CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del Comitato:
http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp
CESE info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE.
La riproduzione, con citazione della fonte, è autorizzata (a condizione di inviarne una copia alla redazione).
Tiratura: 15 500 copie.
Prossimo numero: luglio 2010.
STAMPATO SU CARTA RICICLATA AL 100 %
CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale
QE-AA-10-005-IT-N
Prossimamente al CESE