o e! f n u i g E n S li E C 22 in ISSN 1830-6349 Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale IT CESE info EDITORIALE Cari lettori, per me sarà un grande onore darvi il benvenuto al convegno biennale del Comitato economico e sociale europeo che si terrà a Firenze dal 20 al 22 maggio. Mi auguro una forte partecipazione attiva a questo evento che spero sia vissuto come un’esperienza unica nel suo genere. La Biennale è uno dei fiori all’occhiello del Comitato; è un evento che si svolge ogni due anni al termine di ciascun mandato presidenziale. Viste le priorità della mia presidenza e considerando che il 2010 è l’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, ho scelto di mettere al centro della manifestazione il tema «Lottare contro l’esclusione sociale: l’importanza dell’istruzione». La finalità di qualunque processo di inclusione sociale è sempre quella di incrementare la consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini. A tale scopo non si può prescindere dall’istruzione, nel senso più ampio del termine, in quanto strumento che consente ai cittadini di comprendere la società, di accedere al mercato del lavoro, di conoscere i diritti di cui godono e di partecipare alla vita della propria comunità. Il convegno esaminerà quindi i rapporti tra l’istruzione, in tutte le sue forme e sfaccettature, e l’esclusione sociale in senso lato; saranno inoltre analizzati particolari aspetti e dimensioni dell’intervento pubblico nella sfera dell’istruzione. La società civile è particolarmente attiva da questo punto di vista e sono convinto che l’evento possa offrire alle organizzazioni che operano nel settore la possibilità di incontrarsi e di sviluppare proposte concrete. Al convegno parteciperanno anche illustri rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee: è a loro che vogliamo rivolgerci nel corso di questa «maratona» di tre giorni per far conoscere le proposte concrete della società civile attraverso un dialogo autentico. Inoltre, l’idea dei tre seminari è legata al principale obiettivo del convegno, ovvero dare alle organizzazioni che quotidianamente affrontano i problemi delle vittime dell’esclusione sociale, in tutte le sue forme, la possibilità di far sentire la propria voce: è questa la principale novità del nostro convegno biennale. La nostra intenzione era anche quella di coinvolgere il pubblico locale, in particolare i giovani: per questo abbiamo dato alle varie organizzazioni l’opportunità di pubblicizzare le loro attività e iniziative nel campo dell’istruzione e dell’inclusione attraverso l’allestimento di stand di grande richiamo in Piazza SS. Annunziata, proprio all’entrata della sede del convegno. Anche la musica sarà protagonista dell’evento: tra i vari spettacoli in programma si possono ricordare l’esibizione di musica gitana e il concerto, previsto per venerdì 21 maggio, dell’Orchestra di Piazza Vittorio, che oltretutto è un ottimo esempio di diversità culturale e dialogo tra le culture. La nostra manifestazione biennale è concepita come un’iniziativa dall’alto valore politico e culturale che mira a innescare un dialogo tra gli attori istituzionali, politici e sociali in vista della formulazione di dichiarazioni politiche e proposte concrete che poi il Comitato economico sociale europeo trasmetterà alle altre istituzioni dell’UE a Bruxelles. Mario Sepi Presidente del Comitato economico e sociale europeo DATE DA RICORDARE 14-15 giugno 2010 Francia, Bordeaux: Convegno sul tema Città sostenibili: quale contributo può dare la società civile 24-25 giugno 2010 CESE: Forum europeo dell’integrazione 1° luglio 2010 Inizio della presidenza belga del Consiglio europeo IN QUESTO NUMERO 2 3-6 7 7 Alla ricerca di un mercato al dettaglio di prodotti alimentari equo Edizione speciale dedicata alla gioventù Un’Europa proattiva per uscire dalla crisi Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, chiede al CESE di contribuire a costruire un’Europa più sociale CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata L’armonia delle note: l’educazione a sostegno dell’integrazione Concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio a Bruxelles, novembre 2008 L’Orchestra di Piazza Vittorio è un’orchestra multietnica creata a Roma otto anni fa, sulla cui storia nel 2006 è stato girato un film omonimo che ha ricevuto diversi premi. La band era inizialmente costituita da musicisti provenienti da paesi che andavano dall’India all’Ecuador, e attualmente ne fanno parte artisti italiani, tunisini, brasiliani, cubani, senegalesi, statunitensi e di altre nazionalità. Presentando interpretazioni diverse di melodie dei loro paesi di origine, questi artisti creano un’armonia in grado di reinventare musiche di tutto il mondo che ispirano il pubblico ad ogni concerto. Non è certo una coincidenza che questo gruppo suonerà alla Biennale del CESE: tale evento, infatti, viene organizzato ogni due anni per puntare i riflettori su una questione di scottante attualità. La grande varietà dei componenti del gruppo musicale rispecchia la realtà dell’Europa di oggi: proprio come il quartiere Esquilino di Roma, dove L’Orchestra di Piazza Vittorio è nata, ospita un gran numero di culture, anche le principali città dell’Unione europea sono tutt’altro che uniformi sul piano culturale. Gli immigrati vivono a fianco dei cittadini del paese ospitante, i quali a loro volta vivono accanto a persone provenienti da altri Stati dell’Unione europea. Tuttavia, nonostante gli sforzi intrapresi dai governi e il lancio di iniziative creative come l’orchestra, l’intolleranza dei «locali» nei confronti di quelli che vengono da «fuori» non è certo diminuita. Secondo Luca Bravi, ricercatore e docente all’Università di Firenze specia- lizzato in Storia sociale dell’istruzione delle minoranze, è proprio l’istruzione a svolgere un ruolo determinante nella lotta contro la distinzione tra «autoctoni» e «stranieri», «noi» e «loro»: un’epidemia che imperversa nei paesi europei, dai docks del Passo di Calais ai ghetti Rom in Ungheria. «L’istruzione dovrebbe respingere queste facili generalizzazioni: le etichette che imprigionano le minoranze in uno stampo rigido e immutabile hanno il potere di annullare le singole identità per sostituirle con una serie di stereotipi», ha dichiarato Bravi prima del convegno. Citando alcuni studi precedenti, dai quali emergeva che i bambini Rom che potevano nascondere le loro origini etniche avevano un migliore rendimento scolastico, ha evidenziato l’effetto deleterio che la percezione della «maggioranza» ha sulle carriere accademiche. «La conoscenza delle diverse culture è il modo per smantellare questi stereotipi negativi» ha aggiunto. >>> pagina 2 Convegno biennale 2010 del CESE: l’istruzione come strumento fondamentale di lotta contro ogni forma di esclusione sociale L’apprendimento, la conoscenza e la comprensione sono la chiave di un’inclusione sociale sostenibile. Per il suo mandato di due anni alla presidenza del CESE Mario Sepi ha scelto il motto «Diritti e solidarietà per guidare la globalizzazione». Le attività del Comitato si sono quindi concentrate sulle politiche e i meccanismi necessari per uscire dalla crisi e avviare la ripresa economica e sociale attraverso il progresso, un’Unione europea più forte e il rispetto delle esigenze e dei diritti dei cittadini. L’esclusione sociale è un tema di ampio respiro, perfettamente in linea con le priorità generali del Comitato e in merito al quale sono stati orga- nizzati un gran numero di eventi, tra cui convegni, seminari e visite di studio. Il CESE, inoltre, ha adottato importanti pareri in materia di politica sociale ed economica al fine di incoraggiare le istituzioni dell’UE ad agire rapidamente per combattere la povertà e l’esclusione a livello sia europeo che internazionale. Il 2010 è stato proclamato Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, un tema che rientra appieno nelle attuali priorità del Comitato. L’esclusione sociale colpisce oltre un quarto degli europei e trae origine da una serie di cause diverse: difficoltà di integrazione culturale, povertà, disabilità, appartenenza a una minoranza etnica, precarietà sul lavoro. Nella convinzione che il CESE possa aiutare concretamente le istituzioni dell’UE a dare risposte appropriate alle attese dei cittadini europei, il presidente Mario Sepi ha scelto di dedicare il Convegno biennale 2010 al tema dell’istruzione come strumento fondamentale di lotta contro ogni forma di esclusione sociale (cfr. l’editoriale del presidente Sepi). Grazie a tale evento, il Comitato potrà presentare le posizioni adottate negli ultimi due anni su tutti gli aspetti sociali, economici e finanziari, sia nazionali che internazionali, che potrebbero essere utili per creare un nuovo modello di sviluppo. Il convegno si terrà a Firenze presso la sede dell’Istituto degli Innocenti, che opera da quasi sei secoli, senza interruzioni, a favore della famiglia, delle madri sole e per la tutela dei bambini e dei loro diritti. L’ obiettivo generale del convegno è raccogliere i punti di vista delle persone che si trovano in una situazione difficile e vogliono uscirne tramite l’istruzione, nonché incontrare per- >>> pagina 2 www.eesc.europa.eu 1 NOTIZIE SUI MEMBRI DEL CESE Cooperazione rafforzata tra il CESE e l’Associazione degli ex membri L’8 marzo 2010, nel corso dell’assemblea generale dell’AAM, il presidente del CESE Mario Sepi e il presidente dell’Associazione Colin Lustenhouwer hanno siglato la modifica dell’accordo di cooperazione. Alla ricerca di un mercato al dettaglio di prodotti alimentari equo Modifica dell’accordo di cooperazione da Per ulteriori informazioni si prega di contattare Tatiana Adamisova ● ([email protected]). (ta) Il 31 marzo 2010 il gruppo Attività diverse del CESE ed Eurocoop, la Comunità europea delle cooperative di consumatori, hanno tenuto un convegno sul tema «Costruire un mercato al dettaglio di prodotti alimentari equo in Europa», che ha visto la partecipazione di funzionari dell’UE, membri del CESE e diverse parti interessate. Il convegno, che è stato aperto dal preAnne Santamäki, presidente di Eurocoop, sidente del III gruppo Staffan Nilsson, insieme a Pedro Narro prevedeva la presentazione da parte del relatore Pedro Narro e della presidente del gruppo di studio Madi Sharma, del parere del Comitato, ancora in fase di elaborazione, sul tema «Migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa». Durante il loro mandato gli ex membri del Comitato economico e sociale europeo hanno svolto un ruolo attivo, e questo lavoro per il CESE ha contribuito ad ampliare ulteriormente la loro visione degli affari internazionali ed europei. Il presidente Sepi saluta gli ex membri del CESE Ciò ha permesso loro di stringere veri rapporti di amicizia che desiderano continuare a coltivare anche dopo la scadenza del loro mandato. Al tempo stesso sono intenzionati a proseguire il loro lavoro nell’interesse dell’integrazione europea. L’Associazione degli ex membri (AAM) è stata creata nel 1983 e non ha fini di lucro. Vi può aderire chiunque abbia svolto le funzioni di membro del Comitato per un intero mandato, una volta che questo sia scaduto. I membri dell’AAM si considerano «ambasciatori onorari» del CESE e, visto che sono sempre più numerosi quelli che mantengono funzioni di responsabilità in imprese e organizzazioni professionali europee dopo lo scadere del loro mandato, possono mettere a frutto la loro esperienza e conoscenza del ruolo e del funzionamento del CESE per svolgere un lavoro di pubbliche relazioni a favore del Comitato e dei suoi obiettivi. Le relazioni fra il CESE e l’AAM sono state formalizzate nel 2001 con la firma di un accordo di cooperazione. Un numero crescente di ex membri del CESE continua a mostrare grande interesse per tutti gli aspetti del lavoro del Comitato e vorrebbe partecipare a congressi, riunioni e seminari o convegni che esso organizza. Attualmente la sovvenzione annuale del CESE all’Associazione non copre questo tipo di spese. Il blog della vicepresidente Irini Pari: l’Europa siamo noi La simulazione della sessione plenaria organizzata dal CESE nel quadro dell’iniziativa «La vostra Europa, la vostra opinione» si è rivelata un grande I partecipanti all’iniziativa «La vostra successo sia per gli studenti e gli inseEuropa, la vostra opinione» gnanti che per noi, rappresentanti delle forze economiche e sociali d’Europa. I ragazzi hanno avuto l’opportunità di vedere da vicino come funziona l’Europa e persino di partecipare in prima persona! L’unica nota negativa è stata l’assenza di 9 scuole, rimaste bloccate per la chiusura dello spazio aereo causata dall’eruzione vulcanica in Islanda di qualche settimana fa. Quelli che ce l’hanno fatta, però, hanno potuto partecipare con entusiasmo alle discussioni e ai dibattiti culminati nell’adozione di un parere sui danni derivanti dal consumo di alcol, sentendosi, per un giorno, membri del CESE a tutti gli effetti. Per saperne di più e per vedere le fotografie scattate durante l’evento, visitate il sito: http://www.eesc.europa.eu/organisation/vicepresidents/Pari/blog/ de index.asp ● Continua da pag. 1 L’arm o n i a dell e no te : l ’e duc a z i o ne a sos teg n o de l l ’i nte gr a z i one Continua da pag. 1 Convegno biennale 2010 del CESE: l ’istruzione come strumento fondamentale di lotta contro ogni forma di esclusione sociale nessuna parte, proprio come l’idea di stanziare risorse destinate ad istituti scolastici frequentati soltanto da un gruppo specifico. La scelta di incentrare la Biennale di Firenze sul legame tra educazione ed esclusione sociale nelle società multietniche è particolarmente attuale, tanto più che il 21 maggio, seconda giornata del convegno, si celebra in tutto il mondo la Giornata della diversità culturale Unesco. L’educazione come strumento per combattere l’esclusione sociale è stata scelta come tema principale della Biennale, riconoscendo così il punto di vista di Bravi e di altri studiosi sul ruolo decisivo che le scuole possono svolgere nel contrastare uno dei motivi di esclusione: gli atteggiamenti razzisti verso le persone con origini etniche diverse. «L’istruzione deve sempre insegnare alla maggioranza a riconoscere pari diritti e dignità alle minoranze», ha affermato Bravi. «Grazie all’istruzione, si può instaurare un dialogo in grado di trasformare ed influenzare la percezione della diversità nella società circostante». Secondo Bravi, nelle attuali città multietniche, l’insegnamento separato in funzione della nazionalità o dell’origine etnica dei bambini non porta da 2 I membri del CESE hanno osservato che le fluttuazioni dei prezzi sui mercati agricoli non hanno influito sui prezzi al consumo, a causa in parte delle debolezze e della scarsa flessibilità della filiera alimentare. A loro avviso, «la lentezza con cui le fluttuazioni dei prezzi vengono trasmesse» ritarda peraltro gli aggiustamenti necessari, i quali a loro volta esacerbano la volatilità dei prezzi nei mercati delle materie prime agricole. Nonostante negli ultimi dieci anni il settore abbia subito una drastica trasformazione, i dettaglianti europei hanno registrato una crescita di produttività più lenta rispetto, ad esempio, alle loro controparti statunitensi. Sono stati in parte frenati da norme di stabilimento restrittive che hanno limitato l’apertura di nuovi negozi e quindi la diffusione dell’innovazione. Secondo il CESE, un’attuazione ambiziosa della direttiva Servizi sarebbe decisiva per eliminare tali ostacoli. (mb) ● Perciò l’Ufficio di presidenza del CESE e l’assemblea generale dell’AAM hanno convenuto di modificare le condizioni dell’Accordo di cooperazione e di accrescere la sovvenzione del Comitato all’AAM. Luca Bravi Secondo i membri del CESE, il fatto che il mercato al dettaglio di alimentari sia «popolato» da società di dimensioni diverse che non godono del medesimo potere negoziale potrebbe far sì che gli attori più potenti impongano condizioni di vendita a loro vantaggio. Essi sono inoltre dell’avviso che una maggiore sensibilizzazione e un’azione più decisa contro le pratiche contrattuali sleali potrebbero contribuire a evitare tali inconvenienti. «La presenza di immigrati nelle società industrializzate è ormai una realtà. Non dobbiamo però offrire loro un’istruzione sulla base delle loro origini etniche, in quanto una scelta di questo tipo suscita ulteriore risentimento da parte della società in generale. Questo, a sua volta, genera insicurezza, problema che i governi dovranno affrontare investendo di più nei servizi», ha dichiarato. Mentre l’istruzione non figura purtroppo tra le priorità dei governi in un momento in cui i bilanci pubblici lottano con gli enormi disavanzi causati dalla crisi economica, Bravi ritiene che debbano esserci sempre risorse disponibili per finanziare l’apprendimento della generazione successiva. «Investire in progetti nel settore dell’istruzione è l’unico modo di gestire e ridurre il conflitto tra i gruppi etnici: assicurando risorse considerevoli si otterrà un vero risparmio a lungo termine». Nell’Orchestra di Piazza Vittorio musicisti di tutto il mondo sono riusciti a creare una melodia comune mettendo insieme i loro specifici patrimoni culturali: allo stesso modo anche i cittadini europei potrebbero imparare come arricchirsi culturalmente apprendendo dagli altri e accogliendo la diversità culturale offerta dalle persone che giungono nei loro paesi. (eb) ● del Parlamento europeo, Bibiana Aído Almagro, ministro spagnolo della Parità, Matteo Renzi, sindaco di Firenze, Guglielmo Epifani, segretario generale della Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL) e Fintan Farrell, direttore della Rete europea di lotta alla povertà (EAPN) e coordinatore della coalizione 2010 delle ONG sociali. sone e organizzazioni che affrontano, sul piano scientifico e politico, il problema della lotta contro la povertà e la discriminazione a livello della società civile (organizzazioni sindacali e imprenditoriali, «terzo settore», ONG, esperti specializzati nel campo, anche nel quadro dei sistemi d’istruzione nazionali, regionali o locali, organismi di ricerca ecc.). L’iniziativa avrà anche una forte dimensione comunicativa, con l’obiettivo di far comprendere, attraverso il CESE, che l’Europa nutre una forte preoccupazione per i fenomeni di esclusione sociale, povertà, discriminazione e tiene dei dibattiti al riguardo. È dunque essenziale utilizzare gli strumenti adatti per fare passare il messaggio dell’apertura, dell’impegno e della serietà dell’Anno europeo della lotta alla povertà. Il convegno si aprirà giovedì 20 maggio 2010 con una sessione plenaria nel corso della quale verranno illustrati gli aspetti generali, politici e scientifici dell’argomento. Diversi oratori di alto livello apriranno i dibattiti, tra cui Gianni Pittella, vicepresidente Nella giornata di venerdì si terranno tre seminari con la partecipazione di membri del CESE e di rappresentanti delle istituzioni e della società civile, insegnanti di scuole primarie e secondarie, formatori, attori sociali, educatori, famiglie, imprenditori, sindacalisti, ricercatori e vittime di esclusione. Nell’ambito dei seminari saranno affrontati i seguenti temi: «L’istruzione come strumento per vivere nella società: le basi dell’inclusione», «L’istruzione come strumento per accedere al mercato del lavoro: attuazione dell’inclusione» e «L’istruzione come strumento per esercitare i propri diritti: l’inclusione attiva». L’obiettivo è quello di facilitare l’incontro, di norma piuttosto raro, tra soggetti «istituzionali» e persone attive «sul terreno», dando ad entrambi i gruppi la possibilità di imparare dalle rispettive analisi ed esperienze. Nelle tre giornate del convegno saranno organizzati diversi eventi culturali, tra cui concerti e spettacoli musicali in linea con il tema dell’evento. Venerdì 21 maggio si terrà una serata culturale dedicata al concerto della banda L’Orchestra di Piazza Vittorio. L’orchestra, com- posta di una ventina di musicisti di diversi paesi e culture, è nata dal progetto più ampio di integrare repertori musicali diversi e fare tesoro delle varie esperienze personali di musica popolare, creando una fusione di culture e tradizioni, sonorità vecchie e nuove, strumenti sconosciuti, ricordi, melodie lontane ma universali e voci da tutto il mondo. Nella sede del convegno saranno anche allestiti degli stand in cui le organizzazioni locali e nazionali, le associazioni, le ONG e i rappresentanti della società civile potranno spiegare le loro attività e informare sia i partecipanti che il pubblico generale. Sabato 22 maggio, nel corso della sessione conclusiva, verranno approvate le conclusioni dei tre seminari, presentate dai membri del CESE Maureen O’Neill, André Mordant e Stéphane Buffetaut. Un documento finale sarà trasmesso alle istituzioni dell’UE, con l’auspicio che esse adottino soluzioni basate sulla consultazione della società civile e intraprendano delle azioni politiche. Sono stati invitati ad intervenire numerosi oratori di spicco, tra cui Jacques Delors, presidente fondatore di Notre Europe, Maurizio Sacconi, ministro italiano del Lavoro e delle politiche sociali, Marie-Dominique Simonet, ministro belga dell’Istruzione obbligatoria, e Martin Hirsch, ex alto commissario francese alla Solidarietà contro la povertà e alto commissario alla Gioventù. (ds) ● CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale o e! f n u i g E n S li E C 22 in ISSN 1830-6349 Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale IT CESE info CCarii llettori, tt i Una partecipazione entusiasta! Il nostro Comitato crede in un’Europa forte, il nostro Comitato crede nei giovani! È per questo che in aprile abbiamo organizzato per la prima volta una plenaria della gioventù, con il nome «La vostra Europa, la vostra opinione». Hanno chiesto di partecipare oltre 900 scuole di tutto il continente, ma ne potevamo accogliere soltanto una per Stato membro. Così ne abbiamo scelte a caso 27, e abbiamo dato a studenti che vivono in alcune regioni lontane l’opportunità di venire a Bruxelles. L’eruzione vulcanica in Islanda ci ha messo un po’ i bastoni tra le ruote, ma alla fine 19 di queste scuole sono riuscite a far arrivare fin qui i loro rappresentanti, che per un giorno sono diventati membri del CESE. L’entusiasmo con cui hanno affrontato l’evento è stato evidente fin da prima del loro arrivo: avevano già presentato oltre 70 emendamenti al parere che dovevano «elaborare»! Ed è stato affascinante vederli discutere animatamente, esprimendo le loro idee su un tema, come quello dell’alcol, che riguarda da vicino i giovani europei, vedere con quanta efficacia e abilità hanno assunto il ruolo dei membri del Comitato. Divisi in tre gruppi come i «veri» membri del CESE, hanno dato vita a dibattiti accesi e hanno difeso le posizioni degli imprenditori, dei lavoratori, dei produttori, dei consumatori e persino dei bambini, ascoltando le ragioni degli altri e cercando di trovare un compromesso, proprio come facciamo noi nel Comitato, proprio come si fa in Europa. I giovani sono la classe dirigente del futuro, e si è visto che quando si trovano nel contesto adatto sono più che pronti ad affrontare problemi seri che riguardano l’intera società. un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata La poesia e la musica come ponte tra le culture © British Council EDITORIALE Comitato economico e sociale europeo Levi Tafari Levi Tafari è un esponente rastafariano della performance poetry che vive a Liverpool. Nelle sue opere parla di identità, razzismo, giustizia e ambiente, e da anni lavora nelle scuole di tutta Europa nell’ambito di un progetto del British Council sull’inclusione e la Al CESE sappiamo apprezzare il contributo che i giovani possono offrire al nostro futuro. Il futuro dell’Europa è nelle loro mani: con le loro conoscenze, la loro creatività e il loro entusiasmo faranno progredire il mondo, e anche l’Europa! Irini Pari Vicepresidente del CESE e responsabile della comunicazione IN QUESTO NUMERO 4 4 5 6 6 I primi a essere licenziati, gli ultimi a essere assunti L’eurodeputata più giovane mette in discussione le norme dell’UE su riservatezza e trattamento dei dati personali Al lavoro per la quinta libertà Il valore del volontariato La musica trasmette il messaggio CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale CESE info: Nell’ambito del progetto del British Council lei realizza dei workshop di poesia e incoraggia i giovani a creare opere loro. Che impatto ha questo suo lavoro? Levi Tafari: Serve a far capire ai ragazzi che ciò che li accomuna è più importante di ciò che li divide. Alcuni aspetti possono essere diversi, ma la base e le dinamiche dell’espressione umana sono le stesse dappertutto. Che siamo spagnoli, tedeschi o italiani, siamo tristi quando succede qualcosa di brutto, festeggiamo le cose belle e a volte ci sentiamo frustrati. L’educazione, e non solo quella scolastica, deve farlo capire più chiaramente. Molti studenti hanno scritto al mio sito, dopo le nostre sessioni, per dire che ora concepiscono in modo diverso la loro identità e i loro rapporti con gli altri. Quali sono oggi, secondo lei, le sfide più importanti per i giovani? Ho la sensazione che ai giovani manchi una guida. Senza orientamenti, senza >>> pagina 4 Consumo di alcol e droga: le tendenze tra i giovani europei d’oggi ralcolici (30 %) e dal vino (13 %), a quanto risulta dalla relazione ESPAD (European School Survey on Alcohol and Other Drugs) 2009 sul consumo di alcol e droga. E si è visto anche che i giovani europei sono interessati all’Europa, sono impegnati nella società e vogliono più Europa. Partecipando a questo evento hanno compreso che, anche se è complicata, anche se a volte i suoi processi democratici sono più lenti di quanto vorremmo, l’Europa è unica e vale sempre la pena di parlarsi e di cercare di mettersi d’accordo. Il dialogo e la ricerca del consenso sono essenziali. Incontrandosi e condividendo il loro amore per l’Europa, ma anche per i paesi, le regioni e le scuole che rappresentavano, hanno saputo sviluppare un grande spirito di squadra europeo, e questo è qualcosa che ci sta a cuore e che intendiamo incoraggiare. Noi del CESE crediamo che l’appoggio ai giovani debba estendersi a tutte le forme di istruzione, sia formale che non formale: dare a tutti i giovani europei le opportunità di costruirsi un futuro migliore è fondamentale per il buon funzionamento di una società europea sana. È per questo motivo che il presidente Sepi ha scelto come tema per il convegno biennale del Comitato l’importanza dell’istruzione nella lotta all’esclusione sociale. diversità. Nel 2008 ha aiutato un gruppo di giovani a creare un rap poi presentato ad alcuni eurodeputati. Oggi parla in esclusiva a CESE info. Jillian van Turnhout L’alcol e la droga costituiscono purtroppo una triste realtà. Tanti sono i giovani, anche al di sotto dei 15 anni, che si ubriacano. Per un organismo ancora in fase di sviluppo come quello di un giovane, l’impatto fisico e psicologico della droga e dell’alcol può essere devastante. «Se in Europa continuano a sussistere abitudini culturali diverse in relazione al consumo di alcol, negli ultimi dieci anni i modelli di consumo dei giovani tendono invece a convergere. Dobbiamo aprire gli occhi e riconoscere che il consumo eccessivo di alcol (nei paesi anglosassoni definito binge-drinking) è diventato ormai un problema sanitario di portata europea» dichiara Jillian van Turnhout, relatrice del parere del CESE sui danni causati dall’alcol. Nel parere del CESE si afferma che esiste una correlazione diretta tra accessibilità economica e consumo di alcol. Formule promozionali del tipo due al prezzo di uno o happy hours sono destinate a una clientela più giovane. In alcuni Stati membri il prezzo dell’alcol è calato del 50 % tra il 1996 e il 2004. La birra resta comunque l’alcol d’elezione. Il 40 % dei giovani consuma birra, seguita dai supe- Secondo quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità, 55 000 giovani muoiono ogni anno in Europa a causa di incidenti stradali, avvelenamenti, suicidi od omicidi legati al consumo di alcol. Queste statistiche fanno riflettere visto che, a quanto risulta da un’indagine condotta da Eurobarometro nel 2008, solo un quarto dei giovani nell’UE ritiene che il consumo di alcol sia assimilabile a un comportamento rischioso. Anche la droga continua a godere di una certa «popolarità». Europol, l’Ufficio europeo di polizia, e l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) sono incaricati di individuare le nuove sostanze immesse sul mercato delle droghe illecite in Europa. Tra le nuove sostanze psicoattive l’OEDT ha individuato i cannabinoidi di sintesi JWH-018 (nel 2008) e CP 47497 (nel 2009), che riproducono gli effetti del tetraidrocannabinolo presente nella canapa. Entrambe le sostanze figuravano nei prodotti cosiddetti Spice ed erano vendute su Internet come droghe legali. Secondo la relazione ESPAD 2009 la maggior parte dei venditori online è ubicata nel Regno Unito, seguito, in ordine decrescente, da Germania, Paesi Bassi e Romania. Nel frattempo sono stati individuati altri cinque cannabinoidi di sintesi. L’impatto fisico e sociale prodotto dal consumo di droga e alcol non va sottovalutato. L’alcol è la sola causa di malattie come la pancreatite indotta da alcol. Esso costituisce inoltre un fattore che favorisce il crimine e la violenza. L’impatto dei prodotti Spice è invece di più difficile valutazione, in quanto non si sa molto della farmacologia e della tossicologia degli ingredienti vegetali utilizzati. ● Table 3.9: Consumption of alcohol and episodes of drunkenness among the population aged 15–16, 2007 (%) Consumption of any alcohol in the last 12 months People drunk in the last 12 months BE 83 29 BG 83 45 CZ 93 48 DK 94 73 DE 91 50 EE 87 42 IE 78 47 EL 87 26 ES 77 46 FR 81 36 IT 81 27 CY 79 18 LV 89 45 LT 87 43 LU : : HU 84 42 MT 87 38 NL 84 36 AT 92 56 PL 78 31 PT 79 26 RO 74 26 SI 87 43 SK 88 50 FI 77 45 SE 71 37 UK 88 57 HR 84 43 IS 56 : NO 66 40 CH 85 41 Source: ESPAD, The 2007 ESPAD report, Substance use among students in 35 European Countries Note: DK, ES: limited comparability; BE: Flanders, DE: 7 Bundesländer. 3 I primi a essere licenziati, gli ultimi a essere assunti Tomasz Jasiński Per i giovani europei la strada verso un lavoro stabile è costellata di ostacoli apparentemente insormontabili. Secondo i dati del comitato Gioventù della Confederazione europea dei sindacati (CES), due terzi dei giovani hanno contratti a breve termine, lavorano part time e hanno impieghi temporanei o stagionali. «I giovani europei sono i primi a essere licenziati e gli ultimi a essere assunti», ha dichiarato Tomasz Jasiński, membro del CESE e presidente del comitato Gioventù della Confederazione europea dei sindacati, aggiungendo: «I giovani sono costretti ad accettare i contratti peggiori: contratti part time o con stipendi pagati “sotto banco”: questo è sfruttamento». Le implicazioni a lungo termine di una gioventù disoccupata sono preoccupanti. La popolazione europea è in calo e il quadro demografico è in trasformazione poiché la generazione più anziana sta diventando progressivamente più numerosa di quella giovane. Nell’UE, il 25 % della gioventù non ha un diploma di studi superiori ed è sprovvisto delle competenze attualmente richieste dai datori di lavoro. I giovani che hanno un impiego devono affrontare un periodo di prova che, nella maggior parte degli Stati membri dell’UE, permette ai datori di lavoro di farli lavorare fino a un anno senza assumere alcun impegno nei loro confronti. La Confederazione europea dei sindacati auspica che si compiano maggiori investimenti nella formazione e nell’istruzione e che si rafforzi la legislazione a tutela dei posti di lavoro, e chiede agli Stati membri di impegnare un ulteriore punto percentuale del loro PIL nella lotta alla disoccupazione. «Tutti gli Stati membri hanno varato pacchetti di stimolo ma non hanno adottato misure sufficienti per ridurre la disoccupazione fra i giovani. Provano a creare impieghi temporanei, a breve termine, ma non posti e soluzioni stabili a lungo termine» afferma Eve Päärendson, membro del gruppo Datori di lavoro del CESE. In base ai dati Eurostat, la disoccupazione giovanile incide per un quinto sull’aumento totale della disoccupazione dal 2008 ad oggi. Anche se si intravedono timidi segnali di stabilizzazione, il tasso di disoccupazione giovanile resta ancora del 20 %, ossia superiore agli aumenti contenuti delle percentuali relative agli adulti. Già prima della crisi il tasso di disoccu- Seasonally adjusted unemployment rates (%) pazione fra i giovani era del 15,4 %, ossia il doppio di quello riguardante la popolazione nel suo insieme. Il parere del CESE sulla strategia dell’Unione europea per investire nei giovani raccomanda che questi ultimi siano associati alle decisioni che li riguardano. La Commissione ritiene che la crescita e la prosperità dipendano anche dai giovani e dal contributo sostanziale che essi apportano in tutti i settori. A tal fine, il gruppo Datori di lavoro del CESE auspica che sia rafforzata la cultura favorevole all’Europa e al mondo dell’impresa che sostiene i giovani aspiranti imprenditori. Questa misura potrebbe tradursi nella creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. Tuttavia, secondo il parere adottato dal CESE in merito alla cooperazione tra università e imprese, manca una struttura capace di sostenere i giovani imprenditori. Promuovere uno spirito imprenditoriale europeo rappresenta anche una sfida, per due motivi: primo, in Europa prevale una cultura avversa al rischio; secondo, il timore di aprire un’attività in proprio, con la stigmatizzazione che accompagna un eventuale fallimento, rende ancora più difficile impegnare i giovani su questo fronte. «In Europa, oltre a sviluppare nuove competenze, occorre prestare maggiore attenzione alla formazione imprendi- Youth (under 25s) Eve Päärendson toriale sin dalle scuole elementari e nei sistemi di formazione lungo tutto l’arco della vita. L’imprenditorialità fra i giovani non viene promossa a sufficienza, mentre aprire un’attività in proprio può essere un modo per uscire dalla disoccupazione. Questo può essere il motivo per cui i giovani preferiscono lavorare nel settore pubblico piuttosto che in quello privato», spiega Eve Päärendson. Nel suo parere sulla strategia dell’Unione europea per investire nei giovani, il CESE afferma inoltre che l’imprenditorialità dovrebbe essere oggetto di un approccio più globale e integrato. Ciò richiede di individuare o di creare le opportunità necessarie e di tradurre le idee in azioni. L’auspicio è che più giovani entrino nel mercato del lavoro e abbiano un futuro migliore. Feb-09 Dec-09 Jan-10 Feb-10 EU-16 18,4 19,7 19,8 20,0 EU-27 18,4 20,3 20,5 20,6 BE 21,1 23,5 24,3 24,8 BG 13,5 20,4 21,2 22,4 CZ 12,8 20,7 21,2 21,6 DK 8,8 13,4 13,7 13,7 DE 10,1 10,2 10,1 10,2 EE 24,5 32,1 : : IE 20,5 28,7 29,1 28,6 EL 24,5 27,5 : : ES 34,8 39,3 39,8 40,7 FR 22,9 22,7 22,2 22,1 IT 24,2 26,7 27,4 28,2 CY 10,9 16,4 : : LV 27,8 41,3 : : LT 23,9 30,4 : : LU 18,5 18,1 17,6 18,2 HU 24,7 28,3 28,4 27,6 MT 12,8 15,4 14,8 15,0 NL 6,1 7,4 7,3 7,3 AT 9,3 9,4 9,6 10,0 PL 18,2 22,7 23,1 23,4 PT 19,2 21,2 21,2 21,0 RO 20,2 20,4 : : SI 12,3 13,9 : : SK 22,6 32,2 32,7 33,2 FI 18,9 23,4 23,6 23,7 SE 23,8 26,3 26,6 25,6 UK 18,1 19,7 : : NO 8,5 8,9 8,4 : US 15,8 18,9 18,9 18,5 JP : : : : : Data not available Source: Eurostat ● © Lina Samuelsson L’eurodeputata più giovane mette in discussione le norme dell’UE su riservatezza e trattamento dei dati personali Amelia Andersdotter Amelia Andersdotter è membro del Partito Pirata e siede al Parlamento europeo; a soli 22 anni, è la più giovane eurodeputata. Ha messo in discussione la legislazione dell’UE in materie quali la conservazione dei dati, i brevetti e il diritto d’autore. CESE info ha chiesto ad Amelia di spiegarci in quale modo, secondo lei, questi temi influenzano la gioventù europea. CESE info: secondo Lei, come si è arrivati a fare un passo indietro nella sfera delle libertà personali e dei diritti dei cittadini, soprattutto dei giovani, in Europa dopo l’11 settembre? Amelia Andersdotter: abbiamo a disposizione sempre nuove tecnologie e stiamo inventando nuovi modi per raccogliere dati e per interagire con le persone. Una delle libertà più importanti che è scomparsa dopo quel giorno è il controllo sul tipo di dati che inviamo e sul momento in cui lo facciamo. Quando oggi ascoltiamo le discussioni tra i giovani sul tema della riservatezza, ci rendiamo conto che esse riguardano il tipo di dati che siamo obbligati a trasmettere. Possiamo recuperare questi dati? Come facciamo a sapere come vengono utilizzati? È questo il nocciolo di tutte le attuali discussioni sulla riservatezza. In genere ai giovani le comunità online come Facebook non dispiacciono. Tutte le informazioni che metto su Facebook sono sotto il mio controllo, grossomodo. Quando gli utenti di Facebook non dispongono di un controllo adeguato sulle informazioni che mettono online si infuriano. Succede lo stesso quando negli aeroporti siamo obbligati a passare attraverso scanner corporali senza poterlo evitare: ci Continua da pag. 3 L a poesia e la music a come ponte tra le c ulture modelli, si sprofonda nell’apatia. I giovani vogliono crescere troppo in fretta. Vogliono diventare adulti prima di aver vissuto pienamente la loro infanzia. E la cultura del mondo occidentale insegna alle persone a essere insoddisfatte di loro stesse. Le ragazze non sono ancora completamente sviluppate che già vogliono rifarsi il seno. Si dice spesso che i giovani d’oggi hanno un’unica ambizione, quella di diventare famosi come i modelli che vedono sui mass media, le star dello sport e altre celebrità. Secondo lei questo è un problema? Sicuramente, perché così i giovani cercano di vivere la vita di qualcun altro, non la loro. Non sono interessati a lavorare per far andare avanti la società, vogliono solo essere famosi. Gli studenti non vogliono diventare idraulici o medici, oppure aprire un ristorante. I maschi vogliono fare i calciatori e 4 le femmine le modelle o le veline. Si può pensare che scherzino quando lo dicono, ma non è affatto così. In Estremo oriente gli studenti hanno una mentalità e un modo di pensare completamente diversi. Vogliono diventare dentisti, medici o imprenditori. Cosa possono fare i governi e le altre autorità per incoraggiare la partecipazione dei giovani ai processi politici e decisionali delle loro comunità? I problemi vanno presentati in modo più chiaro, eliminando il linguaggio astruso della politica. Questi aspetti devono far parte dei programmi scolastici ed essere presentati in modo interessante e creativo. È importante che i giovani possano esprimere il loro punto di vista e che abbiano aspirazioni e idee che permettano loro di fare passi avanti verso una vita migliore. Crede che dare ai giovani dell’UE più opportunità di studiare e lavorare all’estero possa essere utile? Sono sempre favorevole ai viaggi come parte dell’educazione di una persona. Chi ha la mente aperta può imparare molto di più. Ma non sempre i politici vedono con chiarezza i problemi che rendono la vita difficile alla gente. Loro vivono nel benessere, per loro è uno scherzo partire un giorno per andare in un altro paese. Ma per un giovane rifugiato in un paese nuovo di cui non parla la lingua è difficile dare un contributo alla società in cui vive e quindi esserne accolto. Pensa che i giovani possano essere ottimisti riguardo al futuro? A noi piace pensare che il futuro sia nelle loro mani, ma tutto dipende da cosa lasceremo noi in eredità, e dallo stato in cui lasceremo le cose perché loro possano continuare il viaggio. ● infuriamo. Il modo più semplice per cambiare questo stato di cose è ovviamente quello di creare politiche e strutture che consentano a utenti e cittadini di poter sempre avere il controllo sulle informazioni che inviano. È necessario che il controllo ritorni nelle mani dei cittadini. Secondo Lei, crescere in un ambiente in cui i dati sono costantemente raccolti influenza lo sviluppo personale dei giovani? Credo di sì. Avere il controllo sui dati che invii e sul momento in cui lo fai è fondamentale per lo sviluppo personale. So che l’esempio menzionato più spesso è quello dell’omosessualità: chi rivela il proprio orientamento sessuale lo fa per scelta e al momento voluto, se non lo fa è perché l’argomento può ancora suscitare delle controversie. Ma se ad ogni momento possono prendere qualsiasi tuo dato, non c’è nulla che puoi tenere segreto e questo alla fine porta all’autocensura. Dobbiamo essere in grado di controllare i nostri dati personali per poter crescere come persone. Quando hai dei segreti, quando c’è qualcosa che non vuoi raccontare ad altre persone, anche se può trattarsi di qualcosa in cui non c’è nulla di insolito, devi essere tu a decidere quando divulgare quella informazione. Certe barriere devono essere superate da soli, con le proprie forze: non ci può essere qualcun altro che prende la decisione di abbatterle brutalmente al tuo posto. ● Morire per strada Eroinomani giovanissimi (undici anni) sopravvivono a malapena per le strade di Bucarest. Per sopravvivere certi rubano e certi si prostituiscono, e sono tutti sfruttati per una droga che segna la condanna di chi la usa. Ormai i bambini di strada non sniffano più colla e solventi: adesso si bucano. È qui, nella nostra Unione europea, che bambini, spinti dalle circostanze e dalla povertà, si trovano a vivere in condizioni del tutto inaccettabili. Mihai Tanasescu, operatore sociale dell’ARAS, l’associazione romena per la lotta contro l’AIDS di Bucarest, ha dichiarato: «In Romania il binomio “droghe e bambini di strada” è una realtà. Rispetto a tre anni fa, il numero dei bambini che usa eroina a Bucarest è aumentato, ed è in continuo aumento. Nella strada in cui lavoro, oltre il 65 % del gruppetto di cui mi occupo si buca ogni giorno». E c’è chi muore per strada: da venerdì scorso già due ragazzine sono morte di overdose di eroina. Usavano anche Tramal©, metadone e inalanti. La Romania non dispone di servizi (sufficienti) per i bambini tossicodipendenti. Il più grande ospedale neuropsichiatrico di Bucarest (l’Alexandru Obregia) ha a loro disposizione solo otto posti letto. Stando a Mihai Tanasescu, la Romania è tuttora priva di un’organizzazione nazionale che coordini una strategia unica per aiutare questi bambini vulnerabili. ● CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale Al lavoro per la quinta libertà La libera circolazione della conoscenza è la «quinta libertà» garantita dall’Europa. I giovani sono parte integrante di questa libertà, ma molti non hanno i mezzi o le opportunità di lavorare o studiare in un altro paese dell’UE. Per promuovere la mobilità transfrontaliera dei giovani è necessario creare legami più stretti tra i datori di lavoro e gli istituti di istruzione. La carenza di offerte e il numero ridotto di partecipanti ai programmi di mobilità sono però motivo di preoccupazione. Secondo il comitato Istruzione della Confederazione europea dei sindacati (CES), nel 2006 solo lo 0,3 % dei giovani tra i 16 e i 29 anni ha partecipato ai suddetti programmi. La CES vuole che nell’istruzione e nella formazione professionale, nei tirocini e negli apprendistati si dia maggior rilievo alla mobilità per l’apprendimento. Inoltre le imprese vanno incoraggiate ad offrire ai giovani l’opportunità di fare esperienze di qualità. Tomasz Jasiński, membro del CESE e presidente del comitato Gioventù della CES, mette in guardia contro il rischio che qualche datore di lavoro usi i tirocini «per procurarsi manodopera a buon mercato o gratuita. La sicurezza di questi posti è spesso scarsa e i giovani lavorano più del dovuto, con tutti i problemi che ne derivano. Dobbiamo assicurarci che ai giovani siano garantiti tutti i diritti e condizioni di lavoro eque». Secondo il parere del CESE sul miglioramento della situazione dei giovani sul mercato del lavoro, l’istituzione di «colleghi tutori» con il compito di assistere i giovani tirocinanti potrebbe contribuire al successo di queste iniziative. Il Comitato è convinto che i tirocini dovrebbero essere previsti dai programmi scolastici ed essere parte integrante della nuova strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione. ● L’istruzione non formale va riconosciuta! Il riconoscimento ufficiale e sociale di questa forma di istruzione e dei suoi risultati è una sfida che affronta ogni giorno Pavel Trantina, ex presidente del Consiglio ceco per l’infanzia e la gioventù e oggi responsabile dei progetti e delle relazioni con l’UE. «Alcuni Stati membri sono contrari al riconoscimento dell’istruzione non formale perché temono che essa possa sostituirsi a quella formale. Si tratta di timori del tutto infondati: i due tipi di istruzione sono complementari», sottolinea Trantina, che è anche membro del CESE. I datori di lavoro cercano persone che sappiano lavorare in modo efficace in équipe, assumersi responsabilità e risolvere problemi. Si tratta delle stesse qualità che consentono a un individuo di essere più attivo e impegnato nella società. Il CESE ritiene che queste competenze siano trasferibili al mercato del lavoro. L’istruzione non formale si basa spesso su forme pedagogiche e metodi di lavoro non gerarchici e partecipativi. Pavel Trantina Molte organizzazioni per la gioventù hanno messo a punto sofisticati sistemi di istruzione basati sull’apprendimento attraverso la pratica, e complessi programmi di formazione destinati ai loro dirigenti volontari. Andrew Forde è un avvocato irlandese specializzato in diritti umani. Oggi ha 26 anni, e quando ne aveva 17 ha partecipato al concorso nazionale President’s Award indetto da Gaisce, un’associazione per la gioventù che da cinque lustri incoraggia e aiuta i giovani tra i 15 e i 25 anni a sviluppare competenze attraverso l’istruzione non formale. La riforma dell’istruzione superiore in Europa: ancora molta strada da fare Joost van Iersel Il lancio a livello ministeriale, avvenuto a Vienna e a Budapest, è stato tuttavia contrassegnato da una serie di contestazioni da parte degli studenti e da numerose voci critiche secondo cui il processo è avanzato troppo lentamente e ha perso di vista i propri obiettivi. «In linea di massima, alcuni passi avanti sono stati fatti», ha affermato Ligia Deca, presidente dell’Unione degli studenti europei. «I disordini cui abbiamo assistito dimostrano che qualcosa si è mosso, ma in maniera estremamente diversa tra i 47 paesi del Processo di Bologna». L’Unione degli studenti europei esprime altresì preoccupazione per le evidenti discrepanze tra il Processo di Bologna e la nuova Strategia Europa 2020 della Commissione europea, che fa seguito alla Strategia di Lisbona. «Entrambi perseguono obiettivi che non coincidono perfettamente», afferma Ligia Deca. «L’unico obiettivo della Strategia di Lisbona è di rendere l’Europa più competitiva. Il Processo di Bologna è invece volto a garantire una maggiore comparabilità tra i vari sistemi d’istruzione superiore. Quando i due programmi si incontrano a livello nazionale, a volte si creano dei conflitti». La presidente teme inoltre che la nuova strategia della Commissione «sia troppo concentrata sui vantaggi che una mobilità degli studenti potrebbe avere per il mercato del lavoro ma che non tenga conto dei benefici per gli studenti». Joost van Iersel, relatore del parere sul tema «Università per l’Europa», adottato Questa è una delle cause del problema. Il Processo copre un territorio molto più vasto della stessa UE e riguarda sistemi d’istruzione superiore ben diversi tra loro. «In taluni paesi», sostiene Ligia Deca, «i decani e i rettori universitari non sono stati adeguatamente informati sul Processo di Bologna e invece di dare, come previsto, maggiore flessibilità al sistema, hanno reso più rigida la struttura dei corsi». Ligia Deca mette inoltre in evidenza tre nodi principali da risolvere: innanzi tutto il fatto che l’inclusione sociale e la promozione della diversità all’interno della popolazione studentesca non siano più priorità del programma. In secondo luogo CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale «Di solito la prova più facile è quella fisica», racconta, anche se per lui è stata la più dura. Ha imparato a nuotare e in seguito ha ottenuto il brevetto di bagnino di salvataggio. Le competenze che ha acquisito, assieme all’istruzione universitaria, hanno reso il suo CV veramente unico. «Per i giovani il fatto di poter dimostrare di avere ulteriori competenze e conoscenze rappresenta sicuramente un vantaggio agli occhi di un potenziale datore di lavoro», dice Forde, che ricorda come nei suoi colloqui di lavoro gli interlocutori fossero sempre molto interessati alle attività che aveva svolto in seno a Gaisce. Lo scorso marzo ha preso ufficialmente il via lo Spazio europeo dell’istruzione superiore (SEIS) creato dal Processo di Bologna con l’obiettivo di migliorare la scelta e la mobilità degli studenti grazie a procedure di riconoscimento più semplici tra i paesi e i corsi e attraverso opzioni di studio flessibili. l’eccessiva lentezza dei cambiamenti nei vari paesi, alcuni dei quali privilegiano un approccio su misura alla riforma. E infine, i ripensamenti per quanto concerne l’obiettivo di includere gli studenti nei processi decisionali. Il concorso prevede una serie di cinque sfide fatte su misura per le abilità dei giovani partecipanti. Non si tratta di una gara con altri, ma piuttosto di un impegno personale a conseguire una serie di obiettivi personalizzati. Forde ha partecipato al concorso e ha completato le sue prove nel 2003; ora, a sette anni di distanza, continua a lavorare per avvicinare i giovani a Gaisce. L’apprendimento è un’esperienza costante e multiforme dal CESE lo scorso novembre, ritiene che il Processo di Bologna abbia fatto dei passi avanti ma è anche convinto della necessità di garantire progressi più rapidi. «Esiste un limite naturale ai risultati che il Processo di Bologna può conseguire», ha affermato. «Gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere diversi obiettivi, ma non hanno previsto orientamenti in materia né hanno stabilito le necessarie sanzioni in caso di mancata realizzazione». A suo parere, i governi dell’UE dovrebbero collocare le università al centro della politica dell’UE, dato che in numerosi paesi gli istituti accademici sono ancora controllati troppo da vicino dalle politiche nazionali. A suo parere, tuttavia, questo non giustifica una centralizzazione o l’imposizione di diktat sulla riforma da parte di Bruxelles. «Tutti dovrebbero avere la possibilità di agire secondo i propri metodi, applicando le migliori pratiche per migliorare la competitività e l’inclusione sociale», ha concluso. ● >>> pagina 6 Lo sport sviluppa le capacità essenziali per la vita Oggigiorno il datore di lavoro chiede con sempre maggiore frequenza all’aspirante candidato se questi disponga anche di competenze trasversali da affiancare alle qualifiche ottenute tramite un percorso educativo formale. I giovani che sappiano mettere in evidenza le conoscenze acquisite nel corso del loro percorso educativo non formale possono pertanto trovarsi in una posizione di lieve vantaggio quando è il momento di rendersi più «interessanti» agli occhi del potenziale datore di lavoro. Le attività sportive offrono un’eccellente opportunità di acquisire queste competenze, come è stato riconosciuto in occasione dell’Anno europeo dell’educazione attraverso lo sport (2004) o dalla strategia dell’UE per i giovani o da altre iniziative ancora. Il parere del CESE, elaborato da Ionut Sibian sulla strategia dell’UE per i giovani, pone in rilievo il contributo dello sport e delle attività fisiche che «favoriscono uno stile di vita sano, una cittadinanza attiva e l’integrazione sociale». «Lo sport è la vera educazione alla vita» dichiara Rebekka Kemmler-Müller, segretaria generale di ENGSO Youth, l’ala giovanile dell’Organizzazione europea non governativa dello sport (ENGSO), che ha sede a Berlino. «I giovani costruiscono attività in gruppo, sviluppano le loro capacità di cittadinanza; l’attività fisica impartisce loro l’educazione alla salute e tramite gli scambi internazionali essi acquisiscono una comprensione interculturale». Un vantaggio dell’istruzione non formale è dato dal suo carattere volontario e dalla sua disponibilità localmente. «La forza dello sport risiede nel fatto che i giovani vogliono praticarlo perché è divertente» aggiunge la Kemmler-Müller. «Chi svolge un ruolo di guida o di facilitatore in ambito giovanile deve però prendere atto degli altri vantaggi delle attività sportive e promuoverli di conseguenza, in modo che chi le pratica veda debitamente riconosciute le altre competenze acquisite.» ENGSO Youth offre formazione e seminari mirati; resta però la necessità, secondo la Kemmler-Müller, di maggiori finanziamenti e di un più convinto sostegno a livello istituzionale. Un problema, continua, è dato dal fatto che lo sport deve continuamente giustificare la propria natura di strumento di apprendimento non formale. «Nei mezzi di comunicazione predomina lo sport di élite, mentre vengono spesso ignorate le attività praticate dalla gente comune. Le federazioni sportive più forti sono simili a delle imprese. Al confronto, lo sport giovanile, al pari di molte delle organizzazioni destinate ai giovani, dispone di finanziamenti inadeguati». Il parere del CESE formula una riflessione analoga quando afferma che si dovrebbe attribuire minore importanza allo sport spettacolo, privilegiando invece, nello sport, il coinvolgimento attivo e la partecipazione di massa. ● 5 Il valore del volontariato © Stanisław Tokarski La capitale europea dei giovani dà alla gioventù gli strumenti per fare e decidere Inoltre, gli scout fanno presente che talune misure possono limitare le attività di volontariato. Segnalando che il contesto legislativo non tiene sempre conto delle modalità di funzionamento delle organizzazioni di volontariato, Masson dà come esempio una direttiva dell’UE sull’igiene e i prodotti alimentari che in taluni paesi è stata trasposta in maniera molto rigida, prevedendo che ogni accampamento debba disporre di un frigorifero. Ciò ha portato ad anni di negoziati burocratici con i ministeri, comportando costi non indifferenti per il Movimento degli scout. Scout polacchi in servizio dopo l’incidente dell’aereo presidenziale del 10 aprile 2010 Stando a gruppi della società civile, il CESE ha contribuito, insieme al Parlamento europeo, alla designazione del 2011 come Anno europeo del volontariato. Torino – Capitale europea dei giovani nel 2010 L’idea di una «capitale europea dei giovani» è nata al Forum europeo della gioventù del 2008 per riconoscere e mettere in risalto gli sforzi che una città compie per promuovere la partecipazione attiva dei suoi abitanti di giovane età. Rotterdam è stata la prima città a ricevere questa denominazione nel 2009. La città olandese ha organizzato un programma con centinaia di eventi per promuovere la partecipazione dei giovani e la comprensione intergenerazionale. Nel 2010 la capitale europea dei giovani è Torino, alla quale seguirà Anversa. Adesso si cercano candidature per la capitale dei giovani nel 2013: può candidarsi qualsiasi città di uno Stato membro dell’UE o di un paese facente parte del Consiglio d’Europa. «Le città dovrebbero incoraggiare la partecipazione dei giovani al processo in cui si prendono le decisioni che influenzano le loro vite, dovrebbero mostrare esempi di buone prassi e offrire una dimensione europea», afferma la vicepresidente del Forum europeo della gioventù Xenia Constantinou. I giovani devono essere al centro del programma di eventi di quest’anno, preferibilmente come co-organizzatori, e le attività dovrebbero riguardare tutto il ventaglio di esperienze di un giovane, ad esempio la disoccupazione, il benessere e l’istruzione non formale. La dimensione europea è importante, spiega Constantinou, per permettere alla città di diventare un modello e di rafforzare il rapporto tra livello locale e istituzioni europee. «Vogliamo sensibilizzare i giovani al loro ruolo potenziale per il futuro dell’Europa, dare loro gli strumenti necessari e investire nelle loro capacità, in modo che siano considerati un’opportunità e non un problema», prosegue Constantinou. Poiché l’interesse verso questa iniziativa aumenta — per la capitale del 2012 sono arrivate 10 candidature di rilievo — il Forum europeo della gioventù spera che le città scelte negli anni passati mantengano i contatti tra loro e formino una rete duratura che si adoperi per rendere i giovani consapevoli delle loro potenzialità e per creare un collegamento tra il livello locale e quello dell’UE. «Sono convinta che il torinese medio di giovane età non comprende il termine “dialogo strutturato”, che viene usato dalla Commissione europea per definire la sua strategia per raggiungere i giovani» afferma Constantinou, «ma chiedigli il suo punto di vista sulla disoccupazione giovanile e sui diritti dei giovani, offrigli la possibilità di discutere di questi argomenti con i responsabili politici locali e vedrai che lo apprezzerà. È al livello locale che possiamo trasformare strategie concepite a tavolino in azioni reali». ● Alix Masson, del Movimento degli scout, che conta 1,4 milioni di membri in Europa e si è attivato a favore di questa manifestazione nell’ambito di una grande alleanza di 22 gruppi, afferma che queste due istituzioni dell’Unione europea hanno svolto un ruolo importante per sostenere l’iniziativa. In effetti, il CESE, che ha avuto l’idea, ha poi collaborato con il Parlamento europeo per concretare il progetto. A CESE info Alix Masson ha dichiarato che, in realtà, inizialmente l’idea veniva dalla società civile, la quale lavora con e per le persone impegnate nel volontariato. Ha aggiunto che, da una parte, occorre un maggiore riconoscimento del lavoro svolto dai volontari e, dall’altra, è necessario che i giovani comprendano i benefici che potrebbero trarre da un’attività in questo settore. Ancor prima della decisione relativa all’Anno del volontariato, il CESE, in un parere di Erika Koller, aveva formulato varie raccomandazioni sulle attività di volontariato e il loro ruolo nella società, fra cui la necessità di accrescerne il prestigio sociale e sottolinearne le connessioni con la cittadinanza attiva. Ha pure chiesto di dar loro maggiore pubblicità, soprattutto fra la gioventù. Gli scout sono convinti che il volontariato aiuti i giovani ad assumersi le responsabilità della cittadinanza attiva. Il loro movimento cerca di dimostrare ai giovani che un’attività di volontariato può risultare preziosa per loro stessi, non solo per maturare esperienza e competenze utili sul mercato del lavoro, ma anche per valorizzare la loro vita grazie ai benefici che questo loro impegno porta alla comunità in cui vivono. Un’attività di volontariato permette di conoscere situazioni e condizioni di vita diverse, e di essere maggiormente in grado di reagire e prevedere. È però anche chiaro che l’attività degli scout non si limita semplicemente al volontariato: si tratta di un movimento educativo incentrato sullo sviluppo dell’autosufficienza. In effetti, ha spiegato Alix Masson, gli scout devono saper fare tutto da soli, senza aiuto (cucinare, attingere acqua, montare la tenda), e quindi imparano ad avere spirito d’iniziativa, qualità che è anche indispensabile a chi esercita un’attività di volontariato. Gli scout confidano che l’Anno europeo del volontariato chiarisca anche lo statuto giuridico dei volontari, e affronti vari problemi, diversi a seconda dei paesi, come ad esempio l’assicurazione e la sicurezza, che costituiscono delle «zone grigie». Alix Masson precisa che non è sempre possibile offrire un ambiente sicuro. «Oggi la disoccupazione giovanile è un fenomeno preoccupante, perché le imprese cercano persone con esperienza lavorativa, ma chi esce dalla scuola e dall’università di solito non ne ha. Quelli che appartengono ad associazioni per la gioventù, invece, hanno già esperienze simili a quelle di chi lavora, ed è essenziale che questo fatto sia compreso e riconosciuto dai datori di lavoro» spiega Trantina. «È questo uno degli obiettivi principali del progetto Keys for life (Chiavi per la vita), lanciato nella Repubblica ceca, 6 La Commissione europea, dal canto suo, vuole migliorare Europass, il CV online dell’UE, per consentire agli utenti di mettere in evidenza l’apprendimento non formale nelle sezioni «Istruzione e formazione» e «Capacità e competenze personali». Si tratta di piccoli passi avanti, comunque necessari per arrivare al riconoscimento ufficiale e sociale dell’istruzione non formale. ● Alix Masson mette però in guardia: l’Anno europeo non deve limitarsi a decantare i meriti del volontariato, ma anche fornire un’occasione per celebrare il lavoro dei loro volontari e ringraziarli per l’impegno, il tempo e l’energia profusi. ● zone Leplivi Prsti («Mani leste»), incentrata su politici corrotti che intascano il denaro pubblico, ha riscosso grande successo su YouTube. «Come quella di qualsiasi altro paese, la nostra società non è perfetta», dichiara Simona a CESE info. «Vogliamo combattere la corruzione e fare in modo che anche i giovani prendano parte alla nostra lotta». Il gruppo trae ispirazione dagli eventi della vita quotidiana; con questa particolare canzone ha però voluto mettere l’accento su un problema che quasi ogni cittadino dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha dovuto prima o poi affrontare. che va ancora più avanti e punta alla certificazione delle qualifiche ottenute attraverso l’istruzione non formale nell’ambito dei quadri nazionali delle qualifiche». Un maggiore coinvolgimento dei giovani nelle loro comunità e nei progetti che esse creano permette di generare valore aggiunto. L’acquisizione di un’esperienza riconosciuta richiede sforzi più intensi e concertati da parte sia dell’UE che delle autorità nazionali. Sia i pareri del CESE che le ONG sottolineano la necessità di un maggiore riconoscimento formale delle competenze che si possono maturare grazie alle attività di volontariato. Alix Masson ha aggiunto che il movimento assicura la qualità principalmente fornendo sostegno e formazione ai suoi volontari, e che questo è uno dei suoi punti di forza, fermo restando che dei miglioramenti sono sempre possibili. La qualità ottenuta grazie ai programmi di formazione dipende non tanto da normative, quanto piuttosto da codici di comportamento. Ciò che è essenziale per conquistarsi la fiducia della comunità è il lavoro di grande responsabilità che i volontari del Movimento degli scout svolgono occupandosi di bambini, adolescenti e giovani. La musica trasmette il messaggio Continua da pag. 5 L’i s t ruz i o n e non for m a l e va r i conos c iu ta! A livello di UE, l’anno scorso il Consiglio ha affermato in una risoluzione il suo appoggio alla promozione, e quindi al riconoscimento, dell’apprendimento non formale. Sensibilizzare l’opinione pubblica al valore dell’istruzione non formale potrebbe contribuire a rendere più facile la transizione dal mondo dello studio a quello del lavoro. Va anche ricordato un parere del CESE (relatrice: Soscha zu Eulenburg), dedicato specificamente all’Anno europeo del volontariato (2011), in cui si fa presente che i volontari non debbono essere sfruttati per «contrastare gli effetti negativi della crisi sulle nostre società». Nello stesso parere il Comitato auspica anche la creazione, a livello europeo, di una piattaforma dei soggetti direttamente interessati al volontariato per garantire che questo Anno europeo produca un impatto anche al di là del 2011 e alimenti i dibattiti sulle politiche. La musica è un linguaggio universale, non conosce frontiere e spesso parla agli ascoltatori di temi che stanno loro a cuore. gruppo Lesen Udar, tra i pionieri della scena hip-hop di Skopje, risale tuttavia al 1999. Nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia il gruppo di hip-hop Lesen Udar si rivolge ai giovani con canzoni dedicate ad argomenti che non solo li toccano da vicino, ma che hanno anche una risonanza universale. Benché si tratti di una tendenza musicale relativamente nuova nel paese, lo hip-hop si è già conquistato un’enorme popolarità. La formazione del Il trio Lesen Udar è stato selezionato come ambasciatore musicale nell’ambito dell’iniziativa Fair Play: Anti-Corruption Youth Voices, un concorso mondiale di musica organizzato da Jeunesses Musicales International (JMI) e dalla Banca mondiale. Il gruppo è composto da Martin e Igor, autori e compositori, e dalla cantante Simona. Il video della loro can- «La corruzione è presente ovunque. Tutti noi l’abbiamo sperimentata sulla nostra pelle e sappiamo bene come funziona il sistema» prosegue Simona. «Spero che la nostra canzone servirà a incoraggiare i giovani. Il nostro paese è sulla buona strada, ma si può fare ancora molto di più.» Al concorso Fair Play: Anti-Corruption Youth Voices partecipano gruppi musicali di tutto il mondo. I vincitori si esibiranno a Bruxelles nei giorni 26-28 maggio 2010. ● CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale Un’Europa proattiva per uscire dalla crisi tività che è purtroppo bloccato dai governi dell’UE per motivi politici e finanziari. Inoltre, i sessanta partecipanti hanno chiesto all’UE di rafforzare il controllo sugli aiuti di Stato per evitare distorsioni della concorrenza e auspicano un maggiore coinvolgimento delle alleanze industriali nella definizione della legislazione in materia di concorrenza. José Maria Lacasa Aso e Henri Malosse Malgrado l’eruzione del vulcano islandese che a metà aprile ha avuto effetti devastanti sul traffico aereo, più della metà dei partecipanti sono riusciti a raggiungere Madrid per la riunione straordinaria del gruppo Datori di lavoro del CESE. Il tema principale della riunione è stato il futuro delle politiche imprenditoriali in Europa. Dalle tre tavole rotonde è emersa la convinzione che l’economia europea non si farà soffocare dalle ceneri del potente vulcano Eyjafjallajoekull né si farà paralizzare dagli insegnamenti della più grave crisi economica dagli anni trenta. La crisi c’è, ma vi sono ancora opportunità da cogliere: questo è il messaggio che è scaturito dalle tavole rotonde organizzate in cooperazione con la Confederazione spagnola delle organizzazioni dei datori di lavoro. Tuttavia, i rappresentanti del mondo imprenditoriale europeo hanno concordato su due scogli che vanno superati per garantire in futuro una crescita sostenibile: i governi nazionali devono fare tutto ciò che è in loro potere per stimolare lo spirito imprenditoriale europeo e questo sforzo deve essere accompagnato anche dall’impegno e dalle opportune misure sul piano europeo. Si tratta ora di costruire una politica europea più proattiva a favore delle imprese in Europa, e le tavole rotonde hanno suggerito i passi più importanti da compiere per conseguire questo obiettivo. «Una politica europea proattiva a favore delle imprese sarà incisiva soltanto se accompagnata dalla realizzazione di un mercato interno veramente aperto su scala europea,» ha dichiarato Henri Malosse, presidente del gruppo Datori di lavoro, ribadendo la posizione del mondo imprenditoriale. In un mercato veramente aperto occorre ridurre gli oneri e le barriere amministrative, che costituiscono un grave ostacolo per le imprese europee che si trovano a competere con attori globali — ha aggiunto Malosse. I datori di lavoro europei chiedono inoltre ai leader politici dell’UE di concentrarsi maggiormente sulla ricerca mettendo a punto un programma quadro per la R&S molto più ambizioso nonché un nuovo piano d’azione per l’innovazione. Sollecitano altresì iniziative UE nel settore dell’istruzione e della formazione, indirizzate soprattutto all’imprenditorialità e alla cooperazione tra imprese e istituti di insegnamento. Gli Stati membri dovrebbero a loro volta rivedere i loro programmi di studio nazionali dal momento che, nella maggior parte dei paesi europei, non si registrano segnali di un rafforzamento dello spirito e della mentalità imprenditoriali nei libri IN BREVE di testo adottati dalle scuole. I datori di lavoro chiedono all’Unione europea e ai governi nazionali di investire di più, e a lungo termine, nell’istruzione e nella formazione. I membri del gruppo Datori di lavoro del CESE insistono sull’importanza di una maggiore mobilità dei giovani in Europa per sviluppare una maggiore consapevolezza e una cultura europea della creatività e dell’imprenditorialità. La cultura imprenditoriale deve quindi ridiventare un valore in Europa, come già avviene nei paesi emergenti. Alla fine dei dibattiti i membri hanno deciso di elaborare un progetto di dichiarazione da trasmettere ai responsabili politici dell’UE per sollecitarli a svolgere un ruolo di primo piano nell’adozione di azioni concrete e tempestive a favore dell’istruzione, dell’innovazione e della ricerca in Europa. Essi hanno inoltre espresso l’auspicio che la crisi attuale offra nuove opportunità per avviare iniziative nuove intese a realizzare un mercato unico europeo più integrato e una serie di nuove politiche europee comuni. (eb) ● Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, chiede al CESE di contribuire a costruire un’Europa più sociale Mario Sepi accoglie il Presidente Giorgio Napolitano nella sede del CESE In occasione della sua visita al CESE il 3 marzo 2010, il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ha incontrato il presidente del Comitato economico e sociale europeo Mario Sepi e la presidente del Comitato delle regioni, Mercedes Bresso. Nel corso di tale incontro, in cui si è parlato dei cambiamenti introdotti dal trattato di Lisbona, Napolitano ha sottolineato che il rafforzamento della dimensione sociale dell’UE costituisce «una delle principali innovazioni del nuovo trattato» e ha invitato il CESE a contribuire a trasformare questa disposizione in realtà. A testimonianza del ruolo svolto dal CESE nel processo politico dell’Unione, Napolitano ha sottolineato l’importanza della partecipazione degli organi di rappresentanza della società civile «nel quadro dell’ampia rete istituzionale che l’Europa rappresenta». Il presidente del gruppo Datori di lavoro si è rifatto all’esempio della crisi provocata dal vulcano per illustrare la mancanza di misure di adeguamento: «Perché l’UE non ha organizzato il trasporto ferroviario come un servizio europeo di interesse generale in grado di approfittare della chiusura dei cieli europei e non ha fatto circolare un maggior numero di treni tra i paesi europei?». Il presidente del CESE Mario Sepi ha sostenuto dal canto suo l’importanza del ruolo del trattato di Lisbona «per dare voce alle esigenze della società civile e rafforzare il ruolo della democrazia partecipativa» al fine di fornire risposte concrete alle emergenze sociali ed economiche. (mb) ● Le imprese non dispongono ancora di un brevetto comunitario, uno strumento indispensabile per l’innovazione e la crea- LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI L’accesso al credito richiede un quadro regolamentare trasparente e completo «Imprenditori per forza di cose»: il CESE ne esamina la situazione Occorre proteggere il modello agroalimentare europeo Tra le principali conseguenze della crisi finanziaria mondiale occorre segnalare le sempre maggiori difficoltà di famiglie, consumatori e imprese dell’economia sociale nell’accedere al credito: per riconquistarne la fiducia, il mercato deve essere in grado di offrire loro un livello adeguato di accesso al credito e di tutelarli dai rischi. In un parere in discussione in plenaria nel momento in cui questa pubblicazione viene data alle stampe, i membri del CESE affrontano la controversa questione del lavoro autonomo economicamente dipendente. Si tratta di quei lavoratori che, pur essendo formalmente autonomi, si trovano per molti versi in una situazione di dipendenza, ad esempio per il fatto di poter contare su un unico cliente. Sotto questo aspetto, la loro situazione presenta forti analogie con quella dei lavoratori subordinati. Essi però non beneficiano della protezione sociale di cui godono questi ultimi. La politica agricola comune (PAC) rappresenta non soltanto la prima politica comune ma anche un vero e proprio modello agroalimentare che ha costruito un sistema economico agroalimentare senza equivalente nel mondo e fornisce prodotti alimentari sani e di qualità apprezzati dai consumatori. È quindi opportuno che venga trattata con la dovuta attenzione e che sia considerata di interesse strategico primario per l’Europa e promossa sul piano internazionale, perché solo in questo modo potremo garantirne la continuità, ha affermato il CESE in un parere sul modello agroalimentare europeo adottato in aprile. Il parere d’iniziativa «Accesso al credito per i consumatori e le famiglie: fenomeni abusivi» (relatore: Mario Campli, gruppo Attività diverse, Italia) si propone in primo luogo di definire e precisare, a vantaggio della società civile, le condizioni che disciplinano la concessione di finanziamenti nell’attuale contesto di crisi economica, allo scopo di prevenire fenomeni quali le pratiche che inducono all’indebitamento (le cosiddette «trappole dell’indebitamento»), le pratiche illegali sui tassi di interesse, i fallimenti e la povertà. La creazione di un quadro regolamentare unitario, trasparente e completo in materia di accesso al credito è di vitale importanza. Nel parere il CESE domanda in buona sostanza alla Commissione europea di studiare il modo migliore per eliminare le lacune del quadro regolamentare attuale, con particolare riferimento ai prodotti di credito offerti, alle pratiche di pubblicità ingannevole, alla trasparenza di condizioni, agli intermediari di credito, alle asimmetrie di informazione e all’alfabetizzazione finanziaria delle parti in causa. (ds) Scopo del parere è esaminare le possibilità di garantire ai lavoratori autonomi economicamente dipendenti una protezione sociale. Viene però anche affrontata la questione se sia opportuno riconoscere l’esistenza di una categoria intermedia di lavoratori, a metà strada tra imprenditori e lavoratori subordinati, in quanto questa visione si distacca dalla percezione tradizionale della struttura del mercato del lavoro. «Sulla scia dei profondi cambiamenti economici e sociali in atto si è assistito a una trasformazione del lavoro autonomo tradizionale negli Stati membri. Per ora soltanto alcuni paesi hanno riconosciuto giuridicamente l’esistenza di questa nuova categoria intermedia di lavoratori. La legislazione di questi paesi offre a tali lavoratori una migliore protezione senza tuttavia classificarli come lavoratori subordinati», ha affermato José María Zufiaur Narvaiza (II gruppo, Lavoratori), relatore del parere in discussione nella sessione plenaria di aprile. (eb) Il mantenimento di questo modello, tuttavia, continua a imporre importanti sforzi: i controlli all’importazione devono far sì che i prodotti alimentari siano conformi alle norme europee, indipendentemente dal punto d’entrata nell’UE, sostiene il Comitato che chiede che il modello agroalimentare europeo sia promosso effettivamente sulla scena internazionale. Il CESE insiste sulla necessità di migliorare l’accettazione del modello europeo in ambito internazionale illustrandolo più chiaramente e promuovendolo più efficacemente, come un primo passo verso l’armonizzazione delle legislazioni sul piano internazionale, evitando in questo modo trattamenti differenziati. Negli accordi commerciali, l’UE dovrebbe includere il riconoscimento reciproco dei sistemi di protezione della salute dei consumatori e del benessere degli animali con i paesi terzi, sostiene il Comitato. Oltre a questa richiesta, il CESE chiede di potenziare la collaborazione tecnica con i paesi in via di sviluppo, esportatori e potenziali esportatori verso l’Europa. (mb) Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale 7 Il CESE ospiterà a giugno il Forum dell’integrazione rosi problemi, l’ambiente urbano offre notevoli possibilità di seguire uno stile di vita sostenibile, e la società civile è un motore importante nella ricerca e nella realizzazione di queste opportunità. Il 24 e 25 giugno il Comitato economico e sociale europeo ospiterà la terza riunione del Forum europeo dell’integrazione. Il Comitato, insieme con la Commissione europea, garantisce il funzionamento di tale piattaforma, che offre ai rappresentanti della società civile l’opportunità di discutere di temi legati all’integrazione dei cittadini di paesi terzi, e in particolare dell’agenda UE per l’integrazione. Grazie a questi scambi, le istituzioni europee potranno adottare un approccio globale all’integrazione che coinvolga i soggetti interessati a tutti i livelli. Il Comitato dà anche un notevole contributo politico ai lavori del Forum, in particolare tramite il gruppo di studio permanente Immigrazione e integrazione (IMI) all’interno della sezione Occupazione, affari sociali, cittadinanza come pure attraverso i suoi rappresentanti nell’ufficio di presidenza del Forum stesso. (pb) ● L’Osservatorio dello sviluppo sostenibile (OSS) organizza un convegno sul tema «Città sostenibili: quale contributo può dare la società civile?», che si svolgerà il 14 e 15 giugno a Bordeaux. Lo scopo è quello di riunire i rappresentanti delle istituzioni dell’UE, delle città europee, del mondo accademico, delle imprese e delle organizzazioni non governative, che insieme contribuiscono attivamente a dare forma alle città del domani. I dibattiti verteranno su soluzioni sostenibili nel settore dei trasporti e dell’edilizia, sulla biodiversità nelle città e, soprattutto, sui modi più efficaci per coinvolgere la società civile nella realizzazione di questi obiettivi. Città sostenibili: Bordeaux, 14-15 giugno Il simposio si svolgerà a Bordeaux perché, negli ultimi anni, questa città ha messo in opera una serie di iniziative per diventare più verde e per migliorare la qualità della vita di tutti i suoi cittadini. Il convegno sarà aperto da Alain Juppé, sindaco di Bordeaux ed ex primo ministro francese. (ak) ● Il CESE e la Commissione ospiteranno un convegno congiunto sulla cattura e lo stoccaggio del carbonio solleva anche un gran numero di questioni: occorre quindi lanciare una campagna per garantire maggiore trasparenza e informazione su questi temi. Il convegno di giugno consentirà ai soggetti interessati di acquisire informazioni utili e di far sentire la propria voce. (so) ● Convegno sul tema «Innovazione e impresa, il ruolo degli attori socioeconomici» Nel quadro della presidenza belga dell’Unione europea, la sezione Mercato unico, produzione e consumo organizzerà un convegno dal titolo «Innovazione e impresa, il ruolo degli attori socioeconomici», in stretta collaborazione con il gabinetto di Jean-Claude Marcourt, ministro del governo vallone responsabile dell’Economia, delle PMI, del commercio estero e delle nuove tecnologie, nonché con i comitati consultivi belgi. Il convegno, che si terrà il 2 luglio 2010 presso la sede del CESE, rappresenterà l’evento con cui prenderà il via la presidenza belga e servirà a preparare il consiglio informale dei ministri dell’Industria e della ricerca che avrà luogo il 14, 15 e 16 luglio 2010. Al convegno parteciperanno rappresentanti del mondo delle imprese, ricercatori di alto livello (Istituto Bruegel, Accademia delle scienze della Repubblica ceca), membri dei comitati socioeconomici belgi e del CESE, come pure rappresentanti delle istituzioni europee, che avranno l’opportunità di tenere degli scambi con il pubblico nel quadro di tavole rotonde. Un minisito, specialmente concepito per quest’evento, sarà accessibile nei prossimi giorni sulla pagina web del CESE. (mcb) Il 2008 ha segnato una svolta: per la prima volta nella storia, gli abitanti dei centri urbani hanno superato, per numero, quelli delle zone rurali. In Europa, il 75 % dei cittadini vive nelle città, ed entro il 2020 questa quota dovrebbe arrivare all’80 %. Molte città lottano per fare fronte ai problemi sociali e ambientali creati da fattori di pressione come il sovraffollamento, la povertà, l’inquinamento e il traffico. Tuttavia, nonostante i suoi nume- In collaborazione con la Commissione europea, la sezione TEN e la CCMI organizzeranno un convegno della società civile sulla cattura e lo stoccaggio del carbonio, che si terrà nel giugno prossimo presso la sede del Comitato economico e sociale europeo. La tecnologia svolgerà indubbiamente un ruolo decisivo nel conseguimento degli obiettivi energetici e climatici dell’UE (obiettivi 20/20/20), ma essa ● IN BREVE Gli Stati membri decidono questo mese gli elenchi definitivi dei candidati membri L’iniziativa «Primavera dell’Europa» Nei prossimi giorni i 27 Stati membri faranno pervenire al segretariato generale del Consiglio — entro il 31 maggio 2010, in forza di una precedente decisione del Consiglio stesso — gli elenchi dei candidati designati quali futuri membri del CESE. Il Consiglio si consulterà in primo luogo con la Commissione; una volta ottenutone un parere sui nominativi proposti, un progetto di decisione del Consiglio sarà presentato al Coreper e, quindi, al Consiglio stesso per adozione nel luglio del 2010. L’ultima sessione plenaria del Comitato uscente si terrà il 15 e 16 settembre 2010, e il mandato dei 344 membri prenderà fine il 20 settembre. La prima plenaria del nuovo CESE — che vedrà sia il ritorno a Bruxelles di membri nominati per un secondo mandato sia la partecipazione di nuovi consiglieri — si svolgerà un mese dopo, il 20 e 21 ottobre 2010. (eb) ● Ringraziamenti Noi membri della delegazione polacca del CESE ringraziamo la presidenza, i consiglieri e il personale del CESE per i messaggi di cordoglio inviatici all’indomani della catastrofe aerea in cui hanno perso la vita il presidente e altri dirigenti del nostro paese. Siamo stati profondamente toccati dalle vostre parole di solidarietà e vi siamo grati per esserci stati vicini in un momento così doloroso. ● I membri della delegazione polacca del CESE CESE info Caporedattrice Indirizzo Barbara Gessler (bg) Comitato economico e sociale europeo Tomasz Jasiński – Rappresentante Edificio Jacques Delors dei membri del CESE nel comitato Rue Belliard 99 editoriale (gruppo Lavoratori, Polonia) 1040 Bruxelles BELGIO Redattori Tel. +32 25469396 o 25469586 Vincent Bastien (vb) Fax +32 25469764 Eszter Balázs (eb) E-mail: [email protected] Maciej Bury (mb) Internet: http://www.eesc.europa.eu/ Isolde Juchem (ij) Hanno collaborato a questo numero: Anya-Louise King (alk) Tatiana Adamisova (ta), Pierluigi Brombo (pb), Daria Santoni (ds) Magdaléna Carabin Bĕlařová (mcb), Annika 8 Coordinatrice generale Korzinek (ak), Sébastien Occhipenti (so) Agnieszka Nyka (an) Quest’anno viene organizzata l’ottava edizione della «Primavera dell’Europa». Si tratta di un’iniziativa che continua ad avere grande successo e che mira ad avvicinare l’Europa ai suoi cittadini più giovani, a incoraggiare la cittadinanza attiva e a far comprendere meglio in quali modi le decisioni prese a livello europeo hanno un’incidenza per noi tutti. L’iscrizione di oltre 3 000 scuole primarie e secondarie a questa iniziativa offre ai loro studenti possibilità uniche di apprendimento, ad esempio attraverso le visite di personalità nelle scuole e grazie alla disponibilità di un’ampia documentazione didattica. Si confida inoltre che, coinvolgendo gli allievi in attività e manifestazioni, essa li invogli a esprimere il loro punto di vista sui problemi di attualità. Nel quadro di questa iniziativa, e nell’imminenza della manifestazione La vostra Europa, la vostra opinione, vari membri del Comitato hanno reso visita a scuole dei rispettivi paesi per offrire agli studenti la possibilità di condividere le loro idee con un esperto di alto livello. Béatrice Ouin, ad esempio, ha visitato una scuola a Quimper (Francia), dove ha potuto constatare con piacere il grande impegno e interesse degli allievi per i temi e le problematiche europee. (alk) ● CESE info in 22 lingue: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp p://w ww CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo. Maggio 2010 / 5 Edizione speciale CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del Comitato: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp CESE info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE. La riproduzione, con citazione della fonte, è autorizzata (a condizione di inviarne una copia alla redazione). Tiratura: 15 500 copie. Prossimo numero: luglio 2010. STAMPATO SU CARTA RICICLATA AL 100 % CESE info — Maggio 2010 / 5 – Edizione speciale QE-AA-10-005-IT-N Prossimamente al CESE