è stato questo l`obiettivo centrale del mio mandato

ISSN 1725-194X
CESE
INFO
Settembre 2006 / 7 Il Comitato economico e sociale europeo — Un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata
CESE-Info intervista Anne-Marie Sigmund, presidente del Comitato economico e sociale europeo
EDITORIALE
Caro lettore,
in qualità di vicepresidente del
Comitato economico e sociale
europeo, nel corso di questi ultimi
due anni ho avuto l’onore di presiedere il gruppo Comunicazione,
che coordina e guida le nostre
attività di comunicazione dispiegando sforzi straordinari per
migliorare la nostra visibilità.
Il Comitato è oramai diventato
uno dei protagonisti dell’iniziativa «Comunicare l’Europa» e ha promosso tutta una serie di azioni intese
ad avvicinare l’Europa ai cittadini. Sarà sufficiente
ricordare a tale proposito in quale misura i membri del
Comitato si sono impegnati nelle campagne referendarie per la ratifica del trattato costituzionale. Anche
se, da una parte, gli esiti negativi arrivati dalla Francia
e dai Paesi Bassi ci hanno profondamente deluso,
dall’altra non bisogna dimenticare che, ad oggi, il progetto di trattato costituzionale è stato approvato da
15 paesi, che rappresentano oltre il 50 % della popolazione comunitaria.
E sono stati proprio questi controversi risultati a spingerci ad intensificare i nostri sforzi.
Siamo convinti della necessità di spostare il dibattito
dai centri decisionali per svilupparlo a un livello più
vicino ai cittadini, e ci stiamo già adoperando in questo senso: a tale scopo abbiamo organizzato una serie
di forum consultivi negli Stati membri, che verranno
proseguiti anche nel prossimo mandato. Oltre che al
livello ottimale della comunicazione, si deve pensare
anche ai suoi contenuti: in questa ottica il Comitato ha
deciso di impegnarsi a spiegare concretamente le politiche europee ai cittadini. L’esempio più significativo è
certamente il convegno sulla strategia di Lisbona che
abbiamo organizzato a Budapest nel marzo 2006, e a
cui hanno partecipato ben 600 persone: se ciascuna di
loro è ritornata a casa avendo migliorato anche solo di
poco la sua comprensione del progetto europeo, possiamo dire di avere fatto un grandissimo progresso.
Bisogna pertanto proseguire su questo cammino.
«Sviluppare e rafforzare i partenariati strategici:
è stato questo l’obiettivo centrale del mio mandato»
la cooperazione e l’appoggio che ho
ricevuto dai colleghi e dal personale.
Il 14 luglio 2006 CESE-Info ha intervistato Anne-Marie Sigmund, presidente del CESE, giunta al termine
del suo mandato.
CESE-Info: Si avvicina il termine del
suo mandato di presidente: qual è il
suo giudizio, da un punto di vista
personale, su questo periodo?
Guardo al periodo del mio mandato
con un misto d’orgoglio, soddisfazione e anche con un
senso di estenuazione, come alla fine di una gara sportiva, quando si è dato tutto. Avevo un programma di lavoro molto ambizioso per questi due anni; ho dovuto perciò dare l’esempio, mantenendo un ritmo di lavoro
spossante, che ha chiesto molto a me, alla mia famiglia e
ai miei collaboratori.
Un altro sentimento predominante è la gratitudine per
lo spirito di gruppo che ha reso possibile raggiungere ciò
che ci eravamo prefissi di fare; ho veramente apprezzato
Come vicepresidente uscente e come presidente
del gruppo Comunicazione, associandomi a tutto il
gruppo e a tutti coloro che hanno contribuito alle
nostre riflessioni e alle nostre iniziative, posso dire che
possiamo essere fieri di ciò che abbiamo intrapreso.
Dobbiamo tuttavia essere consapevoli del fatto che
dovremo continuare a migliorare, intensificando ulteriormente i nostri sforzi.
Roger Briesch
vicepresidente del Comitato economico
e sociale europeo
I risultati di tutto questo strenuo
lavoro si possono leggere nel «prospetto di bilancio» degli ultimi due
anni. Il Comitato ha fatto un lavoro
impressionante, compiendo progressi in tutti e tre i settori del mio
programma di lavoro: investire di
più in priorità chiaramente definite, migliorare i metodi
di lavoro e rafforzare i partenariati strategici.
Che cos’altro avrebbe voluto fare, se ne avesse avuto
l’occasione?
Per definire una vera e propria politica, due anni sono un
tempo incredibilmente breve. Se il periodo fosse stato
più lungo, avrei fatto le stesse cose, ma avrei avuto il
tempo per portarle a termine. Fortunatamente, per
(continua a pag. 2)
Forum consultivo regionale (Stakeholders’ Forum) del Comitato economico e sociale europeo a Malta
Rafforzare la comunicazione tra l’UE e i suoi
cittadini — Una sfida per l’Unione europea
Il secondo forum consultivo regionale
Abbiamo anche intensificato i contatti con le altre istituzioni, come testimoniano le frequenti visite dei membri del gabinetto della commissaria Wallström, nonché
di rappresentanti del Parlamento e della direzione
generale della Comunicazione della Commissione.
Siamo poi entrati in contatto con il mondo dei think
tank di Bruxelles, per potere avere l’occasione di confrontarci con esperti confermati.
Infine, il Comitato ha elaborato molti pareri in materia di comunicazione, in particolare sul periodo
di riflessione, sul Piano D o sul libro bianco della
Commissione. Tutte queste azioni, in cui i membri del
gruppo Comunicazione sono stati sempre fortemente
coinvolti, sono altrettante prove della nostra volontà e
della nostra capacità di «comunicare meglio» l’Europa,
sia passando attraverso le organizzazioni che ci rappresentano, sia rivolgendoci direttamente ai cittadini.
WWW.EESC.EUROPA.EU
A questo secondo forum consultivo regionale (dopo
quello organizzato a Budapest nel giugno 2006) hanno
preso parte diversi interlocutori sociali maltesi, rappresentanti della Commissione europea, consiglieri del
CESE (tra cui i maltesi Grace Attard, Anne Marie Darmanin,
Sylvia Sciberras, Michael Parnis e Edwin Calleja) e infine
rappresentanti dei consigli economici e sociali di Francia,
Lussemburgo, Grecia e Italia.
La società civile e l’Unione europea: verso
un’intensa collaborazione
Grace Attard nel corso del suo intervento.
Il 20 e 21 luglio 2006 si è tenuto a Malta un forum consultivo regionale sul tema «Colmare il fossato: la partecipazione della società civile al dibattito sull’UE», organizzato
congiuntamente dal Comitato economico e sociale europeo e dal Consiglio per lo sviluppo economico e sociale
di Malta. L’obiettivo del forum era discutere le sfide cui
l’UE deve far fronte nel campo della comunicazione, analizzare le varie esperienze comuni e formulare una serie
di raccomandazioni.
IN QUESTA EDIZIONE
Nel discorso di apertura del forum, il vicepresidente
Roger Briesch ha dichiarato che il CESE intende proseguire la stretta collaborazione con i suoi omologhi a livello
nazionale, tra cui il Consiglio per lo sviluppo economico
e sociale di Malta, e approfondire ulteriormente
l’«approccio locale», organizzando analoghe manifestazioni regionali.
Il dibattito è stato aperto dal segretario esecutivo del
Consiglio per lo sviluppo economico e sociale di Malta,
Michael Ferry, il quale ha sottolineato che spetta ai
(continua a pag. 2)
DA SEGNALARE
• Per il commercio internazionale servono regole di concorrenza coerenti di Anna Bredima-Savopoulou
pagina 3
• Verso l’Anno europeo dell’imprenditorialità 2009 di Ingrid Jerneck
pagina 3
• Turchia: il CESE e la società civile organizzata turca a fianco dei negoziati di adesione
pagina 4
• Il modello sociale europeo è nei cromosomi dell’identità europea di Willy de Backerr
pagina 4
• 18-19 settembre 2006, Bruxelles: conferenza biennale sul tema Vivere l’Europa: una sfida per la società
europea
• 25-26 ottobre 2006, Bruxelles: prima sessione plenaria del CESE (nuovo mandato 2006-2010)
CESE-INFO / Settembre 2006 / 7
Notizie sui membri
La scomparsa
di Heinz Putzhammer
Heinz Putzhammer, membro
tedesco del CESE dal 30 marzo
2000, è deceduto il 27 giugno
2006 dopo lunga malattia.
Membro sin dal 1998 della presidenza confederale della DGB
(Federazione tedesca dei sindacati), Putzhammer era anche vicepresidente del
II gruppo (Lavoratori) e membro delle sezioni specializzate Mercato unico, produzione e consumo e
Unione economica e monetaria, coesione economica
e sociale.
Benvenuto ai nuovi membri
Dal 4 luglio 2006 il CESE ha un
nuovo membro finlandese:
Janne Metsämäki, 46 anni, in
precedenza supplente di
Boldt nella sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza. Terminati gli
studi di giurisprudenza,
Metsämäki è divenuto consigliere giuridico presso la centrale sindacale finlandese SAK, dove si è occupato tra
l’altro di previdenza sociale (indennità di disoccupazione, pensioni), politica occupazionale, logistica e
trasporti.
Tra il 2003 e il 2005 è stato consigliere del ministro
della Sanità e degli affari sociali. Negli ultimi tempi è
stato designato relatore di un parere finalizzato a
formulare alcune proposte relative a un sistema di
compensazione dei costi derivanti dai congedi
parentali.
(segue da pagina 1 — CESE-Info intervista ...)
quanto riguarda il lavoro dei presidenti il CESE vanta una
grande tradizione di continuità; sono certa che il mio
successore porterà a compimento ciò che durante il mio
mandato si è solo potuto cominciare, e so che è anche lui
un gran lavoratore!
Una cosa di cui mi rammarico è che non siamo stati più
audaci nella scelta delle nostre priorità di lavoro; sono
una forte sostenitrice dell’opzione di rinunciare ad elaborare un parere quando si sa fin dall’inizio che non
apporterà molto valore aggiunto o arriverà troppo tardi
per avere un impatto significativo. Dobbiamo concentrare tutte le risorse disponibili sui bisogni reali dei nostri
«clienti» istituzionali. Sono tuttavia soddisfatta perché
abbiamo fatto significativi passi avanti verso una maggior selettività, in particolare prevedendo nel nostro
regolamento interno di rendere più facile la nomina di
relatori generali.
Attualmente, alla fine del mio mandato, abbiamo gli
strumenti idonei per operare efficacemente — sia in
termini di contenuti che in termini di tempestività — con
i nostri pareri e le nostre attività di accompagnamento.
Adesso è solo una questione di volontà politica assicurarsi che il principio del lavoro consultivo basato sulla
gerarchia delle priorità venga applicato con rigore e coerenza.
Quali sono secondo lei le priorità politiche principali per
il futuro del CESE e qual è il suo punto di vista circa la
strategia di comunicazione da applicare al riguardo?
L’esperienza ha dimostrato che molte delle priorità che
abbiamo scelto nel 2004 erano quelle giuste. Sia per la
strategia di Lisbona che per la strategia per lo sviluppo
sostenibile, il Consiglio europeo ci ha affidato mandati
molto specifici: è un’assoluta novità.
In entrambi i casi, le materie oggetto del mandato affidatoci dal Consiglio hanno una prospettiva di medio termine e rimarranno aspetti prioritari per la prossima presi-
denza del CESE. Un’altra priorità sarà rappresentata dal
dibattito sul futuro dell’Europa, in particolare come
mantenere e modernizzare il modello economico e
sociale europeo sotto la pressione della globalizzazione.
Sono certa che nel prossimo mandato tali priorità saranno importanti tanto quanto lo sono state nel mio.
Sono estremamente soddisfatta del fatto che si tratti
inoltre di settori dove possiamo sfruttare al massimo le
nostre reti, in particolare la nostra cooperazione crescente con i consigli economici e sociali nazionali, i consigli
dello sviluppo sostenibile, i nostri partner nel gruppo di
contatto con la società civile o le numerose e diverse
organizzazioni dalle quali i nostri membri provengono.
Lo sviluppo e il rafforzamento dei partenariati strategici
sono stati un obiettivo centrale del mio mandato di presidente. Così, il CESE può non solo dare il suo contributo
prezioso, ma anche apportare un valore aggiunto, grazie
ad un ventaglio di pareri ancora più ampio, che non può
essere fornito da nessun altro organismo istituzionale a
livello europeo.
Questo risponde anche alla sua domanda sulla nostra
strategia di comunicazione. Il marketing si basa sulla
capacità di proporre prodotti esclusivi: non vedo alcuna
differenza sostanziale con le attività consultive. Lo scopo
del nostro lavoro è quello di avere un impatto, e l’elemento centrale di una comunicazione riuscita è la gerarchia delle priorità. Il fatto che questa abbia già cominciato a dare i suoi frutti è dimostrato dalla crescente
visibilità del Comitato durante il mandato in corso.
Ha citato la cooperazione: che cosa ci può dire sulla cooperazione interistituzionale? È migliorata rispetto al
passato? C’è ancora spazio per miglioramenti?
Sono felice di dire che abbiamo raggiunto dei risultati
importantissimi in questo settore. Prenda, per esempio,
il nuovo protocollo di cooperazione con la Commissione
europea, che ha dato nuovo slancio ai nostri rapporti. La
frequenza della partecipazione dei commissari alle
nostre sessioni plenarie e alle nostre riunioni di sezione,
nonché il numero crescente di pareri esplorativi, sono un
chiaro segno della volontà di mettere in pratica questo
protocollo nel nostro lavoro quotidiano.
Il Consiglio è un altro nostro «cliente principale» che
durante questo mandato ha rivolto più attenzione al
lavoro del Comitato: come ho appena affermato, negli
ultimi due anni il Consiglio europeo ci ha affidato tre
mandati specifici. Inoltre, ciascuna delle successive presidenze del Consiglio ci ha chiesto almeno tre pareri
esplorativi.
Cooperiamo poi più strettamente con il Parlamento
europeo, sebbene ci sia ancora molto potenziale non
sfruttato nella nostra collaborazione con questa istituzione. In particolare apprezzo lo strumento dei pareri
esplorativi: non c’è modo migliore di sapere ciò che realmente interessa alle istituzioni per le quali elaboriamo i
nostri pareri.
Ritiene di essere stata un modello, in quanto presidente
donna di un’istituzione dell’UE?
È vero che, al momento, sono la sola presidente donna di
un’istituzione europea. Da questo punto di vista il CESE
è effettivamente all’avanguardia: negli ultimi 20 anni
due donne del III gruppo hanno già occupato il posto di
presidente del CESE.
Eppure, l’attuale Commissione europea conta ora un
gran numero di donne fra i suoi membri. La mia cooperazione con Margot Wallström, vicepresidente responsabile delle relazioni con il CESE, è stata particolarmente
proficua e orientata a risultati concreti.
Mi ha fatto piacere che proprio durante il mio mandato,
nel mese di febbraio 2006, il CESE abbia adottato un
parere in merito a «La rappresentanza femminile negli
organi decisionali dei gruppi di interesse economici e
sociali dell’Unione europea». Siamo stati consultati in
materia dal Parlamento europeo e abbiamo convenuto
con quest’ultimo sulla necessità di mostrare una vera
volontà politica di realizzare i cambiamenti e raggiungere una rappresentanza equilibrata.
Le donne europee hanno sperimentato che l’istruzione conduce
a nuove opportunità in termini di
occupazione e partecipazione alla
vita pubblica. Questo a sua volta
produce altri vantaggi. Inoltre,
sostengo gli sforzi del CESE volti a
contribuire a promuovere i diritti
delle donne al di fuori dell’Unione
europea, specie nei paesi in via di sviluppo.
Spesso cito una delle prime donne che ha ricoperto la
carica di primo ministro nell’UE, la quale ha detto «Se
volete che si dica qualcosa, chiedete ad un uomo. Se
volete che si faccia qualcosa, chiedete ad una donna».
(segue da pagina 1 — Forum consultivo regionale ...)
responsabili del processo decisionale colmare il fossato
tra le decisioni adottate a Bruxelles e la realtà a livello
nazionale. «Nessun paese dell’UE può essere in grado di
influenzare, da solo, la globalizzazione, dato che le sfide
sono comuni a tutti gli Stati. Occorre pertanto ricercare
soluzioni collettive per far sapere ai cittadini che l’Europa si occupa della loro vita quotidiana», ha affermato.
Roger Briesch nel corso
del suo intervento;
a sinistra Michael Ferry,
segretario generale
del CES maltese.
Il sottosegretario maltese alla
competitività e alle comunicazioni Edwin Vassallo ha fatto
osservare che secondo i più
recenti sondaggi l’Unione
europea è sempre più popolare. «I cittadini dell’UE credono
in un’Europa più forte», ha
affermato. Vassallo ha inoltre
ricordato che i cittadini dell’UE
continuano a vedere nel loro
futuro una maggiore pace e
libertà.
Il consulente della vicepresidente della Commissione europea Margot Wallström, Miguel Moltó Calvo, ha sottolineato l’importanza di prestare ascolto ai cittadini: la
comunicazione è un processo bidirezionale e la
Commissione è estremamente interessata a conoscere i
risultati del forum.
L’innovativo metodo dell’open space
Nel corso della manifestazione di due giorni, in cui è
stato utilizzato il metodo innovativo dell’open space,
sono stati organizzati 15 workshop basati sulle proposte
presentate dagli stessi partecipanti. Il secondo giorno i
partecipanti hanno votato le seguenti raccomandazioni,
considerate più importanti: «Colmare il fossato con i giovani», «L’immigrazione», «Dalle parole ai fatti», «Come
ridurre o evitare l’impressione o la sensazione che l’Unione europea sia riservata a pochi eletti». I partecipanti ai
principali workshop hanno discusso le loro raccomandazioni con un gruppo di esperti presieduto da Godfrey
Grima (Financial Times) e composto da Elisabeth Kehrer,
ambasciatrice austriaca a Malta, Joanna Drake, capo
della rappresentanza della Commissione europea a
Malta, e Martin Westlake, direttore e capo dell’unità
Comunicazione del CESE.
Nel concludere i lavori, il vicepresidente Briesch ha sottolineato che la sfida principale in materia di comunicazio-
Madi Sharma
prende la parola
e discute con i
partecipanti.
ne è quella di presentare il lavoro dell’Unione europea e
di illustrare «tutto ciò che essa fa per i suoi cittadini».
Briesch ha altresì dichiarato che il CESE cercherà sempre
di essere all’altezza di questa sfida.
Per conoscere i risultati del forum di Malta, si può consultare il sito: http://eesc.europa.eu/stakeholders_forum/
20_07_2006/index_en.asp
CESE-INFO / Settembre 2006 / 7
Cabotaggio e servizi di trasporto con navi da carico non regolari
Per il commercio internazionale servono regole di concorrenza coerenti
di Anna Bredima-Savopoulou
I servizi di trasporto marittimo
sono un elemento chiave per lo
sviluppo dell’economia dell’Unione europea ed è pertanto estremamente importante che le regole di
concorrenza applicabili ad essi rispecchino le attuali condizioni del
mercato. Su richiesta della
Commissione europea, il Comitato
ha quindi elaborato un parere in merito all’applicazione
delle regole di concorrenza a due importanti settori del
comparto, vale a dire il cabotaggio e i servizi di trasporto
con navi da carico non regolari. Il parere è stato adottato
nel corso della sessione plenaria del luglio scorso.
Nel documento, il Comitato approva la proposta di estensione ai suddetti settori delle disposizioni generali di
applicazione delle regole di concorrenza previste dal
regolamento (CE) n. 1/2003. Il Comitato accoglie inoltre
con favore l’iniziativa della Commissione di avviare uno
studio sulle caratteristiche economiche e giuridiche dei
servizi di trasporto con navi da carico non regolari.
In riferimento al settore delle compagnie di trasporti di
linea, il Comitato sostiene la proposta della Commissione
di abrogare per esse l’esenzione di categoria dalle regole
di concorrenza quale prevista dal trattato CE, riservandosi
però il diritto di verificare gli effetti di tale abrogazione sul
lungo termine. Il Comitato raccomanda inoltre alla
Commissione di tener conto, nel quadro dell’abrogazione
dell’esenzione di categoria per le conferenze di compagnie marittime di linea, sia dell’aspetto delle risorse umane
(l’impatto sull’occupazione dei lavoratori marittimi europei), sia degli interessi delle piccole e medie imprese, che
costituiscono il nerbo dell’economia dell’UE.
Dato che la gestione coerente dei servizi regolari di trasporto marittimo da parte dei diversi paesi è di importanza vitale per il commercio internazionale, il Comitato invita
la Commissione a elaborare gli orientamenti in materia in
stretta collaborazione con tutte le parti direttamente interessate. Anticipando eventuali futuri conflitti di legge
derivanti dalla diversità degli strumenti giuridici esistenti
nelle varie giurisdizioni, il CESE invita la Commissione a
prevedere, all’interno degli orientamenti stessi, un mecca-
nismo di consultazione che consenta di ridurre al minimo
le possibili frizioni e di individuare soluzioni accettabili a
livello internazionale per tutte le parti in causa.
Nel quadro del nuovo regime proposto, il Comitato invita
infine le due parti interessate a livello europeo (vale a dire
i caricatori e i trasportatori) ad avviare discussioni sulle
questioni di principale interesse per entrambe.
Verso l’Anno europeo dell’imprenditorialità 2009
Lo spirito imprenditoriale è importante per la società nel suo insieme. Nell’intento di favorire e risvegliare la sensibilità per la cultura
imprenditoriale e di comprendere
meglio l’importanza dell’imprenditorialità per lo sviluppo globale
di un paese, il Comitato economico e sociale europeo propone di
dichiarare il 2009 «Anno europeo dell’imprenditorialità».
In quanto relatrice di un parere su questo argomento,
colgo l’occasione per ricordare i diversi strumenti necessari per coltivare lo spirito imprenditoriale. Attraverso
di Ingrid Jerneck
l’istruzione e l’apprendimento possiamo stimolare l’imprenditorialità sviluppando i seguenti concetti chiave:
l adottare un approccio improntato a un apprendimento precoce e basato sull’istruzione e la formazione
imprenditoriale;
l coinvolgere sia i datori di lavoro sia i lavoratori nella
messa a punto di programmi di studi a favore dell’imprenditorialità;
l assicurare il forte coinvolgimento e la presenza della
società civile nel processo di apprendimento;
l integrare i programmi nazionali con iniziative complementari in materia di imprenditorialità, dalla scuola
primaria fino all’istruzione superiore;
l sottolineare, nelle scuole, l’importanza delle imprenditrici allo scopo di favorire un buon equilibrio tra i due
sessi;
l realizzare una cooperazione concreta ed efficace tra
scuole, università e imprese;
l promuovere l’imprenditorialità anche tra i disabili;
l coinvolgere gli insegnanti, promuovendone lo sviluppo personale;
l favorire lo scambio delle buone prassi. I progressi compiuti potrebbero essere valutati tramite convegni biennali organizzati dalla Commissione;
(continua a pag. 4)
Il CESE rafforza la cooperazione con la Commissione europea,
la presidenza finlandese dell’UE
e l’Ecosoc delle Nazioni Unite
Alla sessione plenaria del CESE del 5 e 6 luglio 2006
hanno partecipato diverse personalità di spicco: la
vicepresidente della Commissione Margot Wallström,
il ministro finlandese per il Commercio estero, lo
sviluppo e gli affari europei Paula Lehtomäki in rappresentanza della nuova presidenza finlandese, e il
presidente del Consiglio economico e sociale dell’ONU (Ecosoc), ambasciatore Ali Hachani.
Al momento dell’adozione del
parere del CESE in merito al
libro bianco su una politica
europea di comunicazione
(relatrice: Jillian van Turnhout,
III gruppo, Irlanda), Margot
Wallström ha presentato i
principi del libro bianco, riconoscendo il ruolo del Comitato e le sue attività innovative nel campo della comunicazione. Ha dichiarato
che «il CESE è un attore fondamentale, con un importante ruolo da svolgere nel tradurre in pratica le idee
contenute nel libro bianco, e i suoi membri sono
comunicatori decentrati per eccellenza. Infatti, in
quanto rappresentanti dei sindacati, dei datori di
lavoro e dei lavoratori, nonché della società civile
organizzata, essi hanno il profilo ideale per aiutare la
Commissione ad attuare il suo nuovo approccio
going local, che privilegia il decentramento». Il parere
del CESE sottolinea la necessità di una più stretta
collaborazione fra la Commissione e i membri del
Comitato a livello decentrato e invita gli Stati membri a porre l’accento su una visione comune e su
messaggi positivi, in particolare mediante l’educazione civica.
Paula Lehtomäki ha illustrato ai membri del CESE le
priorità della presidenza finlandese dell’UE. La presidente del CESE Anne-Marie Sigmund l’ha ringraziata
per il sostegno offerto e ha vivamente auspicato una
più stretta cooperazione con la presidenza, soprattutto in preparazione dei vertici UE previsti quest’anno con Cina, India e Russia. All’intervento ha fatto
seguito un dibattito con i membri incentrato essenzialmente sui temi della competitività, della strategia
di Lisbona e della società della conoscenza, nonché
sulla partecipazione del CESE e della società civile
organizzata alle relazioni esterne dell’UE. Su richiesta della presidenza, il CESE ha elaborato tre pareri
esplorativi, riguardanti rispettivamente la dimensione nordica (parere adottato nel corso dell’ultima
plenaria), la politica europea in materia di logistica e
la qualità della vita professionale.
L’ambasciatore Ali Hachani, intervenendo sul tema
del rafforzamento del ruolo del Consiglio economico
e sociale dell’ONU, ha raccomandato una più stretta
cooperazione tra le due istituzioni, sottolineando
che esse condividono il medesimo obiettivo, vale a
dire collegare le organizzazioni regionali, nazionali
ed internazionali che rappresentano la società civile
organizzata, alle quali spetta un ruolo importante
nel gestire la globalizzazione. Dopo aver presentato
le attività e le priorità dell’Ecosoc ai membri del
Comitato, Hachani ha sottolineato la necessità di una
cooperazione e di un sostegno reciproco per conseguire gli obiettivi del millennio fissati dalle Nazioni
Unite. La presidente del CESE Anne-Marie Sigmund
ha espresso l’auspicio che questa visita segni veramente l’inizio di una proficua cooperazione.
CESE-INFO / Settembre 2006 / 7
Commissione europea ad Ankara Hansjörg Kretschmer e
l’ambasciatore Oğuz Demiralp, segretario generale per
gli affari europei in Turchia, hanno entrambi affermato
che la società civile europea e quella turca devono avvicinarsi e imparare a conoscersi. Kretschmer ha osservato
che «la Turchia deve conquistare il cuore e la mente dell’UE e, per farlo, deve dare di sé un’immagine non ambigua, soprattutto rispetto ai criteri politici di adesione».
Nella 21a riunione del comitato consultivo misto (CCM)
UE-Turchia, svoltasi a Kayseri (Turchia) il 13 e 14 luglio
2006, sono state affrontate le questioni dell’avanzamento dei negoziati sull’adesione della Turchia all’UE, del
coinvolgimento della società civile organizzata in questo
processo, dei diritti sindacali, della situazione delle
donne sul mercato del lavoro turco e dell’applicazione
della strategia di Lisbona in Turchia.
La riunione del CCM UE-Turchia si è tenuta a un mese di
distanza dall’apertura e chiusura del primo capitolo dei
negoziati di adesione («Scienza e ricerca») e ha visto la
presenza di diverse personalità di spicco coinvolte in
questo processo. Il ministro e capo negoziatore turco Ali
Babacan ha sottolineato che il governo turco ha bisogno
della partecipazione e del sostegno della società civile al
processo negoziale. Il capo della delegazione della
Nel corso del dibattito sul dialogo con la società civile, la
rappresentante della presidenza finlandese e ambasciatrice finlandese ad Ankara Maria Serenius ha illustrato le
priorità della sua presidenza riguardo all’adesione turca
all’UE. In questa occasione si è parlato tra l’altro di come
facilitare la procedura per il rilascio del visto ai rappresentanti della società civile, questione che sarà affrontata in modo approfondito nella prossima riunione del
CCM.
Durante la riunione, inoltre, sono state presentate tre
relazioni congiunte, concernenti rispettivamente le
donne e l’occupazione, lo sviluppo economico della
Turchia nel contesto della strategia di Lisbona e la situazione dei diritti sindacali in Turchia. Al termine della riunione è stato organizzato un seminario sulla gestione
delle politiche di sviluppo regionale, con la partecipazione di membri del Comitato delle regioni e di rappresentanti degli enti locali e regionali turchi. È stata l’occasione
per discutere e scambiarsi esperienze e buone pratiche.
Il modello sociale europeo
è nei cromosomi dell’identità europea
di Willy de Backer, EurActiv
Il 26 e il 27 giugno scorsi, per la prima volta nella sua storia,
il Comitato ha organizzato un convegno congiunto con
l’Organizzazione internazionale del lavoro. L’evento, incentrato sul modello sociale europeo e della durata di due
giorni, ha rappresentato la prima tappa dell’attuazione del
protocollo di cooperazione che le due organizzazioni
hanno firmato nel 2005.
Esiste un solo modello sociale europeo o ve ne sono 25? In
che modo i valori, gli standard e le pratiche lavorative in
materia di protezione sociale o di pari opportunità contribuiscono a modellare la nostra identità europea? È a questo genere di domande che ha tentato di dare risposta la
due giorni di Bruxelles. L’esito delle discussioni servirà da
punto di partenza per la conferenza biennale del Comitato
sull’identità europea, in programma per il 18 e 19 settembre 2006.
La presidente del CESE Anne-Marie Sigmund ha tracciato
un quadro delle sfide a cui deve far fronte il modello socia-
le europeo: in un contesto caratterizzato dalla globalizzazione, dall’emergere di nuove tecnologie e dall’invecchiamento della società, l’Europa deve essere molto cauta nel
riformare il proprio modello sociale. «La politica sociale è
un fattore di produzione», ha sottolineato a tal riguardo
Anne-Marie Sigmund. Il modello sociale europeo è infatti
uno degli elementi di coesione dell’Europa, con una
dimensione culturale che costituisce il fondamento della
nostra identità europea.
Il direttore esecutivo dell’OIL Kari Tapiola ha tracciato un
quadro storico degli sforzi compiuti dall’organizzazione a
livello mondiale in materia di norme del lavoro e ha paragonato il proprio tentativo di spiegare il modello sociale
europeo a quello di «un cieco che descrive un elefante»:
quest’ultimo è infatti un animale lento, pesante, ma anche
gentile, forte e solido.
«Ci siamo illusi, tra l’altro», ha raccontato Tapiola, «che il
nostro modello sociale europeo potesse essere esportato
automaticamente in tutto il mondo». Questo è stato probabilmente uno degli aspetti più interessanti del dibattito:
il modello sociale europeo può essere fonte d’ispirazione
per altri paesi ubicati in altri continenti? Diversi esponenti
delle organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro
e dei lavoratori dipendenti provenienti da Giappone,
Marocco, Ecuador e Filippine hanno espresso il loro punto
di vista sul modello sociale europeo, cercando di capire
CESE-INFO / Settembre 2006 / 7
Caporedattore • Karel Govaert
Redattori • Christian Weger
• Agata Berdys • Agnieszka Nyka
• Sabine Pierrel
Indirizzo • Comitato economico e sociale europeo
Rue Belliard, 99, B-1040 Bruxelles
Tel. (32-2) 546 93 96 e 546 95 86
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ufficiale dei lavori del Comitato: per tale resoconto si rimanda
alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni
del Comitato.
La riproduzione — con citazione della fonte — è autorizzata, a
condizione di inviarne copia alla redazione.
Tiratura: 42 000 copie.
Il prossimo numero uscirà nell’ottobre 2006.
(segue da pagina 3 — Verso l’Anno europeo ...)
l concentrarsi sulle attività dei media e sull’immagine
che questi offrono del mondo delle imprese;
l utilizzare la cosiddetta «scala dello spirito imprenditoriale» (entrepreneurial staircase) tra i tanti modelli adottati negli Stati membri;
l creare degli sportelli unici per agevolare la costituzione
di imprese;
l evidenziare il ruolo dell’istruzione e della formazione
nella promozione dello spirito imprenditoriale nel quadro delle attività di comunicazione e di avvicinamento
dell’UE ai cittadini;
l lanciare, su proposta della Commissione, l’Anno europeo dell’imprenditorialità.
Bisogna ammettere che resta
ancora molto lavoro da fare,
ma non c’è dubbio che l’imprenditorialità sia fondamentale per la crescita, l’occupazione e la realizzazione
personale. Questo approccio è
quindi perfettamente in linea
con la proposta della Commissione di imprimere un
nuovo slancio alla strategia di Lisbona, concentrando gli
sforzi dell’Unione europea su due compiti principali:
garantire una crescita più forte e durevole e creare posti
di lavoro più numerosi e di migliore qualità.
Infine, l’avvio del nuovo partenariato per la crescita e l’occupazione consente di sottolineare l’importanza di promuovere una cultura più imprenditoriale e di creare un
ambiente favorevole alle PMI.
insieme se e come tale modello possa avere un senso nel
contesto politico e sociale dei loro paesi di provenienza.
La campagna dell’OIL per un «lavoro dignitoso», la dimensione sociale della globalizzazione (denominata anche
«globalizzazione equa») e la responsabilità sociale delle
imprese sono altri temi di rilievo che sono stati affrontanti
nel corso del dibattito.
La sessione pomeridiana della prima giornata è stata dedicata all’approfondimento di questioni di rilievo da parte di
diversi gruppi di lavoro, e le conclusioni di tali dibattiti
sono state presentate in occasione della sessione plenaria
del 27 giugno.
Uno dei messaggi principali lanciato dai gruppi di lavoro è
stata la necessità di migliorare il dialogo sociale con la
società civile. Sono tuttavia emerse divergenze di opinione in merito alle modalità di garantire la rappresentatività
delle organizzazioni coinvolte. È stata inoltre sollevata la
questione della coerenza tra le diverse politiche dell’Unione europea, ed è stato portato l’esempio dell’assenza delle
norme sociali nella politica di sviluppo dell’UE.
In generale, il convegno è stato forse eccessivamente
basato su una dinamica consensuale: sarebbe stata probabilmente positiva la presenza di pensatori indipendenti o
di ONG operanti in campo sociale. È comunque indubbio
che con questa conferenza il CESE ha avviato un dibattito
di grande valore sugli elementi chiave dell’identità europea.
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IN BREVE
Tervetuloa! Välkommen!
Il 5 luglio 2006 i membri finlandesi hanno organizzato
una serata culturale presso la
sede del CESE. Il buffet preparato da famosi chef finlandesi ha avuto un grande successo; gli invitati hanno
potuto gustare piatti tradizionali a base di renna, salmone e caviale, e assaggiare le birre finlandesi. La
mostra del celebre fotografo Ola Kolehmainen e il
concerto dell’orchestra «Puhallinyhtye Serpentti»
hanno riscosso un grande interesse. I ballerini Mia Salo
e Risto Ovaskainen
hanno fatto una dimostrazione di tango
rubio. E non dimentichiamo un’altra attrazione della serata: la
sauna finlandese.
QE-AA-06-007-IT-N
Il CESE e la società civile organizzata turca
a fianco dei negoziati di adesione