Casa Famiglia “L’Orizzonte Centro di consulenza Psicologica e Logopedica Dott. Marco de Caris [email protected] Università de L’Aquila Cattedra di “Psicologia della Riabilitazione” Urla, sputa, dà calci, mangia i sassi, tocca le feci, feci si graffia, graffia si picchia….. picchia • • • Alterazione qualitativa della socialità (difficoltà a relazionarsi) Alterazione qualitativa e/o quantitativa della comunicazione; (difficoltà nella comunicazione) Interessi ristretti, bizzarri, stereotipie motorie (diff. di auto-organizzazione, sensoriali). Il Comportamento è una funzione delle interazioni tra la persona e l ambiente l’ambiente Il Comportamento è comunicazione e relazione….. relazione L’I t L’Intervento t deve d affrontare ff t l variabili le i bili che h mantengono t il comportamento I risultati devono essere valutati dal punto di vista funzionale Individuare e Modificare ll’ecologia ecologia (variabili ambientali) del comportamento bersaglio Insegnare g comportamenti p alternativi che sono funzionalmente equivalenti per sostituire il comportamento bersaglio I Insegnare comportamenti t ti a llungo ttermine i che h affrontano e soddisfano i “motivatori” del comportamento bersaglio Intervento COMUNICAZIONE FUNZIONE Comportamento osservato Intervento AUTONOMIA Intervento COMPETENZE SOCIALI EVENTI ANTECEDENTI COMPORTAMENTO PROBLEMA A CONSEGUENZE B C 1 2 3 3 4 5 5 6 7 7 8 9 Fattori Predisponenti Eventi Stimolo Contesti biologici Contesti sociali Fuga Contesti fisici Oggetto concreto Attenzione sociale Feedback sensoriale Gravi Problemi di C Comportamento t t Da: Durand (1990) Possiamo anche dire che… il comportamento generalmente tende a due classi di motivazioni fondamentali: fondamentali 1.Ottenere qualcosa che si desidera 2 Evitare qualcosa che risulta essere avversivo 2. Rinforzo Positivo Rinforzo Negativo Aumenta la probabilità che un dato Aumenta la probabilità che un dato comportamento si ripresenti dando comportamento si ripresenti uno stimolo ti l t li d uno stimolo togliendo ti l Sono le stesse che utilizziamo in altre situazioni Supporti visivi Modellamento Strutturazione dell’ambiente Prevedibilità Gestione del Rinforzo … Marco de Caris Michael D. Powers Psy Powers, Psy.D. D Aumentare il comportamento funzionale A f i l e il coinvolgimento Rinforzare efficacemente Incorporare training di comunicazione funzionale Migliorare la scelta Modificare l’ambiente Massimizzare ll’uso uso di rinforzi differenziali Uso di strategie di CAA e visualizzazione Prevedibilità Creare routines p per tutte le attività Sviluppare supporti visivi Creare struttura di eventi per ll’insegnamento insegnamento Personalizzare la lista dei rinforzi Creare stazioni di lavoro Valutare ed intervenire sulle manifestazioni sensoriali Programmare tutti i passaggi A Intervento sugli antecedenti Prevedibilità: programmare un accesso frequente e prevedibile al p rinforzo nell’arco della giornata Modifica delle variabili ambientali (orari, situazioni, per sone, …)) B Intervento sul comportamento Rinforzo Differenziato di comportamenti alternativi funzionalmente equivalenti Rinforzo Differenziato di alternative comunicative (Training di Comunicazione Funzionale) F i l ) Insegnare ad “aspettare”, dando riferimenti visivi del passare del tempo C Intervento sulle conseguenze Estinzione Attesa contingente/accesso contingente Ti ( ll Time out (allontanamento dagli stimoli rinforzanti) Gradulità crescente del tempo di transizione dalla perdita di rinforzo al riaccesso al rinforzo Permettere ll’accesso accesso come “guadagno” – “rinforzo” A Intervento sugli antecedenti Prevedibilità Arricchire l’ambiente di lavoro con rinforzi Dare possibilità di scelta Presentare il compito con modalità alternative Ridurre le difficoltà del compito (semplificarlo) C Intervento sul comportamento Intervento sulle conseguenze B Insegnare una modalità di richiesta di “Aiuto” Aiuto Insegnare una modalità di richiesta di “Pausa” Insegnare modalità alternative lt ti di rifiuto ifi t Insegnare modalità di comunicare una scelta di rinforzo Estinzione Stesso compito con aumento di aiuto Riduzione della difficoltà del compito (semplificarlo) Fare una richiesta permettere alternativa e p l’abbandono RICERCA di stimolazione Attenuare le conseguenze sensoriali Sostituire con un rinforzo più appropriato funzionalmente compatibile Permettere di guadagnarsi il “guadagnarsi” rinforzo sensoriale EVITAMENTO di stimolazione Insegnamento di modalità alternative di comunicazione del disagio Insegnare modalità di protezione dagli stimoli avversivi in accordo con il contesto sociale numero eventi medio 20,30‐22,00 15,00‐20,30 numero eventi medio 13,00‐15,00 8,00‐13‐00 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,6 1,4 1,2 1 attività svolte 08 0,8 numero eventi medio 0,6 0,4 0,2 0 8,00‐13‐00 13,00‐15,00 15,00‐20,30 20,30‐22,00 Motivazione 4 3,5 3 2,5 Motivazione 2 1,5 1 0,5 0 sociale positivo sociale negativo automatico positivo automatico negativo 1,6 1,4 1,2 1 attività svolte 08 0,8 numero eventi medio 0,6 0,4 0,2 0 8,00‐13‐00 13,00‐15,00 15,00‐20,30 20,30‐22,00 Casa Famiglia “L’Orizzonte Centro di consulenza Psicologica e Logopedica Università de L’Aquila Cattedra di “Psicologia della Riabilitazione” Dott. Marco de Caris [email protected]