Intervento Educativo sui Comportamenti Problema: Analisi Funzionale per un Programma di Intervento Jane I. Carlson, Ph. D. Virginia Commonwealth Univerity Modello ABC del Comportamento (Antecedenti-Comportamento-Conseguenze) Tutti i comportamenti sono governati dallo stesso principio di base. I comportamenti che vengono rinforzati aumentano in frequenza o mantengono lo stesso livello mentre i comportamenti che non vengono rinforzati diminuiscono in frequenza. I comportamenti non nascono e non si sviluppano nel vuoto. Tutti i comportamenti sono preceduti da un antecedente e seguiti da una conseguenza. Gli antecedenti sono quegli stimoli (sia interni sia esterni) o eventi ambientali che precedono un comportamento. Ad esempio, il comportamento di “mangiare” può essere scatenato da uno stimolo interno (avere fame), da uno stimolo esterno (ho guardato l’orologio e vedo che è ora di cena) o da uno stimolo ambientale (tutti in ufficio s’incamminano verso la mensa). Gli antecedenti possono essere eventi naturali oppure “aggiunti” alla situazione. Ad esempio, un antecedente naturale è svegliarsi al mattino con il sole. Un antecedente che noi aggiungiamo è caricare la sveglia. Le conseguenze possono essere combinate in quattro differenti modi: Fig.1 Schema dell’evento-conseguenza Preferito Avere Perdere Non preferito Rinforzo + Rinforzo - 1 1. Si può avere qualcosa che ci piace 2. Si può sfuggire qualcosa che non preferiamo 3. Si può perdere qualcosa che ci piace 4. Si può avere qualcosa che preferiamo. Se, a seguito di un comportamento, guadagniamo qualcosa che ci piace questo evento viene chiamato rinforzo positivo. Il rinforzo positivo, per definizione, fa in modo che il comportamento aumenti in frequenza o si mantenga allo stesso livello. Ad esempio, se offro un gelato ad un bambino per svolgere i compiti, questo sarà contento di eseguire i suoi compiti in futuro. Se, a seguito di un comportamento, sfuggiamo qualcosa che non ci piace questo evento viene chiamato rinforzo negativo. Il rinforzo negativo, come quello positivo, fa in modo che il comportamento aumenti in frequenza o si mantenga allo stesso livello. Ad esempio, per saltare la lezione di matematica uno studente si fa venire il mal di pancia in modo da essere portato in infermeria. Con questo sistema il ragazzo ha evitato un evento avverso, fare la lezione di matematica. Questo bambino utilizzerà tale sistema in futuro per evitare di lavorare in classe durante l’ora di matematica. Allo stesso modo, se non sopporto di lavorare in una stanza rumorosa, andrò a cercarne una più tranquilla. Quando in futuro si ripresenterà la situazione di confusione, io sarò molto più propensa a lasciare la stanza per trovarne una non rumorosa. Sia il rinforzo positivo che quello negativo sono utili per costruire un comportamento. Esistono una serie di equivoci su questi concetti. Innanzi tutto, le persone credono che un oggetto sia un rinforzo di per se stesso. Per esempio, la cioccolata è spesso ritenuta un rinforzo. In realtà, il solo modo per definire se effettivamente un oggetto è un rinforzo è esaminare l’effetto che ha sul comportamento. Secondariamente, le persone assumono che il rinforzo negativo sia cattivo, probabilmente per il termine “negativo”. Infatti, quando evitiamo qualcosa di spiacevole non consideriamo tal evento come negativo. Noi siamo molto motivati dal rinforzo negativo. 2 È importante, comunque, ricordare che quando un comportamento (qualunque esso sia) si ripete vuol dire che è stato rinforzato. Eventi Contestuali Un’altra importante variabile che influenza il comportamento riguarda gli eventi contestuali. Gli eventi contestuali sono variabili che influiscono sulla probabilità di avere una relazione stimolorisposta. Essi influenzano la valenza del rinforzo (positiva o negativa) e la motivazione della persona in una determinata situazione. Un evento contestuale positivo può rendere la persona più suscettibile ad un rinforzo positivo. Un evento contestuale negativo può rendere la persona più motivata ad evitare una determinata situazione (motivata da un rinforzo negativo). Funzioni di un comportamento-problema Valutiamo l’acronimo M – E – A – T – S. M: sta per “medical” vale a dire medico e indica un comportamento riferito a persona con disagio fisico. Per esempio, quando mia figlia aveva 10 mesi si percuoteva la testa ogni volta che aveva un’infezione alle orecchie. Infatti, io ho imparato ad usare questo percuotersi come un segnale per portarla dal dottore. Il percuotersi la testa ha la funzione medica. È bene discutere per prima la funzione medica perché permette di procedere con il modello di interevento per il comportamento problema. Per esempio, io potevo trattare il percuotersi di mia figlia tramite ricompensa per le volte che teneva le mani abbassate o provare a tenere mia figlia con le mani occupate o avrei potuto fermarla per un breve periodo. Qualsiasi cosa avessi potuto fare non trattavo la causa del suo comportamento: l’infezione alle orecchie. E: sta per “escape” ovvero fuga. È il sistema per interrompere un comportamento spiacevole ed è mantenuto dal rinforzo negativo. Uno studente che sviluppa un comportamento problema quando affronta un compito difficile ottiene un rinforzo perché evita di eseguire il compito. Se state insegnando a un bambino ad allacciarsi le scarpe e ogni volta piange, finite per allacciargliele voi. 3 In questo modo il pianto ha avuto la funzione di fuga. Le persone possono essere motivate alla fuga da situazioni che sono noiose, rumorose, affollate, ecc. A: “attention” indica l’attenzione. Il comportamento di ricerca dell’attenzione porta all’interazione sociale. Quando saluto qualcuno io sto attuando un comportamento di ricerca dell’attenzione. Un altro esempio di tale comportamento si ha quando un bambino piange a letto e i genitori arrivano. Le persone assumono il comportamento di ricerca dell’attenzione per ottenere attenzione negativa o positiva. Per esempio, sto lavorando con un adolescente affetto da autismo che corre fuori dall’edificio scolastico così che le persone sono costrette a seguirlo e a riportarlo dentro. Se lo si “mette fuori” dandogli attenzione positiva, lui non è per nulla contento. È, invece, contento di ricevere attenzione negativa, e quindi, di essere seguito e riportato in classe. T: “tangible seeking”, ovvero ricerca tangibile. Il comportamento di ricerca tangibile porta all’individuazione dell’oggetto o dell’attività preferiti. Un bambino che piange fino a quando suo padre non gli compra le caramelle sta mettendo in atto un comportamento di ricerca tangibile. S: “sensory” indica la categoria sensoriale. Il comportamento di questa funzione è autorinforzante. In altre parole, il piacere che deriva da un determinato comportamento è un rinforzo positivo per il comportamento stesso. Il comportamento sensoriale è differente dalle altre categorie funzionali perché non presuppone nessuna relazione sociale. Componenti per la comprensione dell’analisi funzionale Per capire le funzioni specifiche di un comportamento bisogna raccogliere dei dati. Ciò non è sempre facile per due motivi: 1. non è sempre possibile controllare le variabili rilevanti che rinforzano il comportamento problema in ambienti come la scuola o in casa; 2. l’analisi funzionale manipola solo alcune delle variabili e sono comunque limitate perché non esistono in un ambiente naturale. Esistono tecniche per una valutazione delle funzioni di un comportamento problema in contesti naturali (scuola, casa, comunità alloggio, ecc.). Queste tecniche possono essere utilizzate da sole 4 oppure in combinazione con altre per ottenere risultati migliori. La prima tecnica è l’intervista. L’intervista è un metodo eccellente per raccogliere una grande varietà di informazioni sulle persone. Gli intervistati possono fornire importanti informazioni sulla persona in questione e sul contesto in cui si sviluppa il comportamento. Le interviste fatte agli operatori che lavorano con la persona possono offrire indizi sulla probabile funzione del comportamento problema utile per un'analisi funzionale. Le interviste forniscono anche informazioni storiche. Genitori e amici possono fornire informazioni sulle esperienze passate della persona in questione estremamente utili per capire il comportamento problema attuale. Le interviste possono essere informali o strutturate. Un esempio è la "Motivation Assessment Scale" (Scala per la Valutazione della Motivazione) di Duran e Criminals, oppure la Functional Analysis Interview (Intervista per l'Analisi Funzionale) di O'Neill, Horner, Albin, Storey e Sprague. La scala per la valutazione della motivazione è un semplice questionario che si propone di identificare le situazioni preferite dalla persona in 16 occasioni diverse. È semplice da somministrare ma, dato che è un formato breve, spesso omette informazioni critiche. Un ulteriore problema è che il comportamento spesso ricopre più funzioni così che lo scoring dovrà essere a cavallo fra categorie funzionali. O'Neill e collaboratori hanno strutturato un'intervista più comprensiva, infatti tocca sia le componenti strutturali sia quelle funzionali di un comportamento. Tale intervista riguarda anche quelle situazioni in cui il comportamento problema NON è probabile che si verifichi. Questo tipo di informazioni possono essere importanti per pianificare un intervento nel momento in cui il comportamento si verifica, inoltre, possono procurare indizi sulla funzione comportamento problema. Il punto debole delle interviste è la loro soggettività. Le interviste sono soggette a distorsioni non solo dalle persone che rispondono al questionario ma anche dall'intervistatore. Una persona che risponde a un questionario può avere conoscenze limitate sulla persona con il comportamento problema e, pertanto, fornire informazioni parziali. Allo stesso modo, l'intervistatore può avere idee preconcette sulle funzioni del comportamento e impostare l'intervista in quel senso. 5 L'analisi dei dati storici è un altro strumento che si può utilizzare quando si conduce un'analisi funzionale. Modelli di comportamento che si sono sviluppati molti tempo prima o variabili che intervengono solo occasionalmente possono essere esaminati con questo sistema. L'esame dei dati storici permette di verificare eventi contestuali come le allergie di stagione. La migliore analisi storica dei dati è quella che spesso non esiste. Sono rari i casi in cui un set completo di dati storici è adeguato per l’analisi. La raccolta continua dei dati è probabilmente il metodo più comune per un’analisi funzionale. Questi dati possono essere raccolti in diversi modi, da persone diverse e in diversi contesti simultaneamente. La forma più semplice di tale sistema è l’utilizzo del diario, utile per scrivere un breve resoconto sul comportamento. Un operatore ben preparato può raccogliere informazioni rilevanti per una raccolta esauriente sia degli antecedenti sia delle conseguenze. Solitamente si utilizza una scheda detta A-B-C. Questa scheda è utile per raccogliere informazioni sui comportamenti in un formato pre-determinato: antecedenti, comportamenti, conseguenze. Il limite maggiore dell’uso di questa scheda è che gli operatori spesso scrivono solo le informazioni che stanno all’interno della casella riservata a quella voce. Per questa ragione si preferisce un formato aperto. Altri limiti sono: 1. i dati raccolti possono riflettere i giudizi dell’operatore; 2. per compilare la scheda occorre del tempo; 3. gli operatori possono non registrare subito i dati lasciando fuori dati rilevanti. L’osservazione diretta è un altro metodo di raccolta dei dati per un’analisi funzionale. L’osservazione diretta strutturata fornisce un resoconto del contesto sociale del comportamento problema senza i giudizi della persona direttamente coinvolta nell’episodio. Il punto debole di questo sistema è il bisogno di avere un operatore in più che abbia la funzione di osservatore. Un osservazione esauriente è data dalla combinazione dei diversi dati raccolti dall’intervista, dall’osservazione diretta e dai dati raccolti su base continua. 6 Identificazione delle variabili funzionali Una volta raccolti i dati, quando si devono identificare le variabili funzionali rilevanti è utile lavorare con altre persone. Questo permette la discussione dei dati raccolti e di conseguenza si può ottenere un certo grado di affidabilità nell’identificazione delle variabili rilevanti. Quando eseguo un’analisi funzionale, passo in rassegna i dati due volte. La prima volta identifico le funzioni rilevanti del problema comportamento (M – E – A – T – S). Riguardo i dati che sono stati registrati e cerco di scoprire gli antecedenti e le conseguenze. La seconda volta cerco gli antecedenti, valuto il giorno, il momento della giornata, le persone presenti e le persone che raccolgono i dati e se ci sono situazioni ricorrenti. Modello di intervento Quando si mette appunto un piano di intervento è importante usare le informazioni sulle funzioni del comportamento problema e le informazioni a riguardo degli interventi contestuali e degli antecedenti. Le informazioni circa gli eventi contestuali e gli antecedenti possono essere utili per programmare interventi a breve termine, per ridurre la probabilità che il comportamento problema avvenga. Questo è importante perché spesso le persone con gravi problemi di comportamento vengono allontanati da scuola o dall’ambiente di lavoro proprio a causa delle loro crisi. Eliminato l’antecedente, a breve termine, si può ridurre la probabilità che il comportamento problema si verifichi. Questo sistema di prevenzione può essere messo in atto sia dagli operatori che dalla famiglia. In questo modo si ha l’opportunità di programmare una strategia di intervento a lungo termine. Le strategie a lungo termine sono focalizzate sulla costruzione di abilità alternative funzionalmente equivalenti al comportamento problema. 7 Analisi della Funzione La funzione del comportamento problema può essere affrontata in due modi. Il primo modo è quello di insegnare un’abilità alternativa al comportamento problema che sia funzionale. Per esempio, una persona che utilizza come comportamento la fuga può essere istruita a chiedere una pausa da un compito difficile o può allontanasi da una stanza rumorosa. Questi tipi di interventi sono presentati in modo dettagliato nel libro di Carr, et al. (“Il problema di comportamento è un messaggio” Edizioni Erickson, Trento, 1994). Il secondo modo riguarda un intervento più generalizzato. Ad esempio, una persona che lavora sempre da sola e dimostra un problema di comportamento ricercando attenzione sarebbe meglio per lui lavorare in un contesto in cui è presente un maggior contatto sociale. Allo stesso modo, una persona che dimostra un comportamento problema di fuga dai compagni rumorosi, può vivere meglio con persone più tranquille. Analisi degli Antecedenti Per avere un controllo a breve termine su un comportamento problema, è necessario affrontare la questione degli antecedenti. Molti antecedenti possono essere eliminati per ridurre la probabilità che il comportamento problema avvenga. Per esempio, se una persona manifesta un comportamento problema ogni volta che gli viene assegnato uno specifico compito, il comportamento problema si può eliminare eliminando il compito. Spesso questa tecnica viene giudicata una “resa” verso la persona che manifesta il problema. Io la vedo come una tecnica per stabilire un certo controllo verso la problematica. Ad esempio, Juan (descritto nel libro) manifestava gravi problemi di comportamento quando un operatore gli si avvicinava per fargli fare i lavori domestici. Juan colpiva e calciava l’operatore finché questi non si allontanava. Per ridurre nel breve periodo il comportamento, decidemmo di non chiedergli più di fare i mestieri di casa. Gli operatori non erano molto d’accordo su tale decisione ma la realtà era che comunque Juan non faceva i lavori domestici. 8 Ci fu così il tempo per sviluppare una strategia a lungo termine (insegnammo a Juan una tecnica di comunicazione funzionale) Gestione della Crisi Un’altra componente per un buon piano di intervento è la gestione della crisi. Gli operatori devono essere ben preparati per gestire il comportamento problema quando si verifica. Questo è importante perché arrivare ad un cambiamento a lungo termine richiede del tempo e alcuni episodi si possono ancora verificare durante l’intervento. L’obiettivo della gestione della crisi è ridurre al minimo i potenziali danni alle persone che manifestano il problema e a quelli che lo circondano. Avere un modello di gestione della crisi aiuta gli operatori e la famiglia a sentire di avere un certo controllo e questa fiducia può aumentare la creazione di piani di intervento più attivi. Riassumendo È importante riconoscere che l’analisi funzionale e l’intervento sul comportamento sono lavori in continuo svolgimento. I dati devono essere di continuo aggiornati nel tempo dato che i comportamenti producono antecedenti e conseguenze differenti. Allo stesso modo, gli interventi sul comportamento devono essere aggiornati per rispecchiare nuove strategie e nuovi modelli funzionali. 9