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OSSERVAZIONE DEI
COMPORTAMENTI PROBLEMATICI
Dott.ssa Vita Mongelli
U.O. di Psicologia – IRCCS Oasi Maria SS.
APPROCCIO INTEGRATO
Si tratta di passare da un approccio “patologico” e
“sintomatologico”, focalizzato sull’eliminazione del CP a
approccio in cui la relazione e il contesto assumono un
significato nella gestione dei CP integrato tra, approccio
che risponde al concetto di globalità in particolare per ciò
che riguarda gli aspetti affettivo-emotivi e motivazionali.
E’ un approccio educativo positivo e non punitivo che
pone l’accento sulla dignità della persona a prescindere
dai suoi comportamenti e dalla sua gravità ed alla
necessità di restituirle una migliore qualità della vita nel
contesto in cui vive
IN PRESENZA DI CP E’ LA RELAZIONE AD ESSERE
CONSIDERATA COME PROBLEMATICA
E “DISTURBATA” NON IL SINGOLO INDIVIDUO
Vantaggio
Se ciò che si deve “curare” è la relazione e non la
singola persona, allora tutti coloro che
partecipano alla costruzione di tale relazione
hanno potenzialmente la possibilità di apportare
dei cambiamenti.
Parole chiavi nella gestione dei
comportamenti problematici
Contesto: gli eventi contestuali sono variabili che influiscono
sulla probabilità di avere una relazione stimolo-risposta.
Relazione: la relazione educativa è primariamente quella di
formare il “Bonding”, legame tra operatore e persona.
Insegnare alla persona con cui si lavora che la relazione è
positiva, gratificante e buona e che la relazione è reciproca
nel senso che anche l’operatore riceverà qualcosa dalla
persona man mano che il rapporto si intensifica.
Intervento: si tratta cioè di alternare tecniche di decremento
dei CP ed affetto, attraverso il controllo dell’ambiente e dello
stimolo)
Comportamento Problema
Comportamento Problema (CP) corrisponde a challenging
behaviour, e il termine to challenge (sfida,impegno,
ingaggio), chiama in causa il contesto interpersonale
Viene definito CP: “un comportamento culturalmente
abnorme di tale intensità, frequenza e durata da porre in serio
rischio la sicurezza fisica della persona o degli altri, oppure un
comportamento che presumibilmente limita in modo grave o
fa sì che alla persona sia negato l’accesso alle ordinarie
situazioni della vita sociale”.
EFFETTI
i "comportamenti problema", mascherano la
persona con un effetto negativo, nascondendo
le caratteristiche positive e impedendone la
valorizzazione e lo sviluppo.
i familiari e anche gli operatori ben formati
professionalmente vivono sempre sulla
difensiva, temono la persona disabile e/o
disturbata, anche se è molto giovane e gracile,
ne sono in un certo senso dominati.
Comportamento Problema
Carr ha formulato l’ipotesi “comunicativa” dei CP in
questi termini: “L’ipotesi comunicativa del
comportamento problematico sostiene che il CP
funziona spesso come una forma primitiva di
comunicazione per soggetti che non possiedono
ancora, o non usano, forme più sofisticate di
comunicazione; attraverso il CP possono influenzare
gli altri ottenendo una serie di effetti desiderabili,
definiti rinforzatori”.
Quando un comportamento
è un problema?
3 CRITERI
DANNO: quando produce un danno documentabile a sé, ad altri,
alle cose
OSTACOLO: quando costituisce un ostacolo, reale e documentabile
in senso oggettivo, allo sviluppo fisico, intellettivo, affettivo o
interpersonale “portano all’esclusione, deprivazione, e abbandono
sistematico delle figure di riferimento” (Emerson, 2001)
STIGMA SOCIALE: quando pesa sull’immagine del soggetto e
possono peggiorare le dinamiche di stigmatizzazione sociale
Funzioni di un comportamentoproblema
Organico e indica un comportamento riferito a persona con
disagio fisico.
Fuga. È il sistema per interrompere un comportamento spiacevole
ed è mantenuto dal rinforzo negativo.
Richiedere attenzione. Il comportamento di ricerca dell’attenzione
porta all’interazione sociale.
Ricerca tangibile. Il comportamento di ricerca tangibile porta
all’individuazione dell’oggetto o dell’attività preferiti.
Sensoriale. Il comportamento di questa funzione è
autorinforzante. In altre parole, il piacere che deriva da un
determinato comportamento è un Rinforzo positivo per il
comportamento stesso.
ANALISI FUNZIONALE
La procedura dell’analisi funzionale riveste
carattere
di
particolare
importanza
nell’inquadramento
del
caso
e
del
comportamento problematico.
Una corretta analisi funzionale consente
d’identificare quei fattori che mantengono in vita
il comportamento disadattivo (conseguenti) e quei
fattori che sembrano elicitarlo (antecedenti).
Analisi funzionale
Antecedente (A)
stimolo che
precede il
comportamento
Comportamento (B)
Comportamento emesso
dalla persona che si sta
osservando
Conseguenza C
stimolo che segue
l’emissione del
comportamento
MODALITA’ DI DESCRIZIONE OPERAZIONALE
AUTOLESIONISMO
Corretta
Mordersi la mano
Darsi pugni sulla testa
Graffiarsi le mani
Non corretta
Procurarsi dolore
Essere masochista
Tendenza all’auto aggressività
COMPORTAMENTO STEREOTIPATO
Corretta
Sfarfallare
Battere gli oggetti
Succhiare gli oggetti
Non corretta
Comportamento immotivato
Comportamento ripetitivo
eccitazione
Da che comportamento si parte?
Si affrontano per primi i comportamenti più
pericolosi o con frequenza più alta.
Si affronta un comportamento per volta
ANALISI FUNZIONALE
(A) ANTECEDENTI (B) COMPORTAMENTO (C) CONSEGUENZE
a. scegliere l'ambito in cui operare
b. utilizzare un linguaggio descrittivo
c. campionare e misurare il comportamento
scelto e descritto
d. annotare le variazioni nel tempo
e. individuare le variabili in relazione al
comportamento (analisi funzionale)
data
ora
Dove
Con
chi
Lunedi
13.30
A tavola Mamma
papà,
sorella
A
B
Mamma e papà
stanno
chiedendo a
Laura come è
andata a scuola
Michele si alza Laura piange, mamma
e con un gesto e papà sgridano
rapido butta per Michele
terra il piatto
della sorella
Laura piange,
Michele si alza
mamma e papà da tavola e si
sgridano Michele butta a terra
C
La mamma si avvicina
a Michele prende il
piatto dal tavolo e lo
porta nella cameretta
per farlo mangiare
La mamma si
Michele mangia La mamma lo
avvicina a
tranquillamente accarezza
Michele prende il
piatto dal tavolo
e lo porta nella
cameretta per
farlo mangiare
rinforzo positivo
Se, a seguito di un comportamento, guadagniamo
qualcosa che ci piace questo evento viene
chiamato rinforzo positivo. Il rinforzo positivo, per
definizione, fa in modo che il comportamento
aumenti in frequenza o si mantenga allo stesso
livello. Ad esempio, se offro un gelato ad un
bambino per svolgere i compiti, questo sarà
contento di eseguire i suoi compiti in futuro.
rinforzo negativo
Se, a seguito di un comportamento, sfuggiamo
qualcosa che non ci piace questo evento viene
chiamato. Il rinforzo negativo, come quello positivo, fa
in modo che il comportamento aumenti in frequenza o
si mantenga allo stesso livello. Ad esempio, per saltare
la lezione di matematica uno studente si fa venire il
mal di pancia in modo da essere portato in infermeria.
Con questo sistema il ragazzo ha evitato un evento
avverso, fare la lezione di matematica.
Sia il rinforzo positivo che quello negativo sono utili
per costruire un comportamento.
Esistono una serie di equivoci su questi concetti.
Innanzi tutto, le persone credono che un oggetto
sia un rinforzo di per se stesso.
È importante, comunque, ricordare che quando un
comportamento (qualunque esso sia) si ripete vuol
dire che è stato rinforzato.
Non esiste un intervento efficace pre- definito per
un comportamento disadattivo
Si possono comunque individuare degli atteggiamenti o
comportamenti che più facilmente di altri favoriscono il
mantenersi dei comportamenti problematici e indicare,
di conseguenza, delle strategie di intervento generali
finalizzate soprattutto alla prevenzione.
Interventi negli antecedenti
il controllo dello stimolo
I controllo dello stimolo che consiste nello
strutturare il setting in modo che stimoli che
producono il comportamento inadeguato
siano assenti
1. adattare l’ambiente alle caratteristiche delle persone con ritardo (ad
es. evitare elementi di confusione, rendere chiaro cosa vogliamo
che facciano con dei prompt visivi etc.)
2. evitare di sottoporre la persona a situazioni frustranti (ad es.
di apprendimento troppo complesse, privarla di qualcosa
per lei molto importante etc.)
3. evitare atteggiamenti troppo bruschi, tono di voce alto, uso di
troppe parole, eccesso di rimproveri, tutti fattori spesso alla base di
reazioni inadeguate
4. evitare di rinforzare il comportamento disadattivo attraverso
l’attenzione che si fornisce ad esso.
Interventi negli antecedenti
facilitazione dei comportamenti positivi
Inserire nel piano educativo strategie di
facilitazione e di apprendimento senza errori
Strutturare programmi individualizzati per
abbassare nettamente la probabilità di errore e
dunque la frustrazione, il suo senso di
inadeguatezza, la sua stanchezza
Il controllo delle
conseguenza
Tecniche di rinforzamento
rinforzo differenziale
Comportamenti
adattivi
Comportamenti
disadattivi
Consiste nello spostare l’attenzione da un comportamento disadattivo
ad uno adattivo rinforzando quest’ultimo per incrementarlo. Per
togliere attenzione da un comportamento è necessario ignorarlo.
Ignorare non significa:
a) lasciare che le persone facciano ciò che vogliono;
b) non intervenire.
Ignorare significa:
a) eliminare i rinforzatori che sostengono un
comportamento disadattivo togliendogli attenzione.
Quest’ultima si può dare in molti modi quali: contatto
oculare, parole, sgridate, punizioni etc.;
b) adottare una nuova filosofia di intervento nella quale si
pone una maggiore attenzione sul positivo delle
persone.
IL MODELLO DEL TRATTAMENTO MENO RESTRITTIVO IMPONE DI PARTIRE CON
L’UTILIZZO GRADUALE DI TECNICHE MENO SEVERE E MENO INTRUSIVE PER IL
SOGGETTO.
III
LIVELLO
II
LIVELLO
I
LIVELLO
STIMOLAZIONI AVVERSIVE
BLOCCO FISICO
TIME OUT (con isolamento)
BLOCCO SENSORIALE
OVERCORRECTION
PRATICA NEGATIVA (guidata)
ALTA
INTRUSIVITA’
ESTINZIONE
STOPPAGGIO
TIME OUT (senza isolamento)
PRATICA NEGATIVA (non guidata)
PRATICA POSITIVA
ESERCIZIO FISICO GUIDATO
COSTO DELLA RISPOSTA
RINFORZO DIFFERENZIALE (alternativi, adeguati, incompatibili)
SAZIAZIONE
CONTRATTAZIONE DELLE CONTINGENZE
TOKEN ECONOMY
PROCEDURE PER IL RIMPROVERO
CONTROLLO DELLO STIMOLO
PREVENZIONE DELLA RISPOSTA
DILAZIONE DELLA RISPOSTA
RIDUZIONE DEI TEMPI
BASSA
INTRUSIVITA’