Terzo Istituto Comprensivo De Amicis– S.Francesco Assisi Scuola Secondaria di I° Corso di Formazione “B.E.S. : DALLA TEORIA ALLA PRASSI Tecniche e strategie d’intervento nei DSA, nei comportamenti problema e nei disturbi della comunicazione Strategie di intervento in bambini con DSA non verbali Dott.ssa Anna Lerna Psicolinguista/Dottore di Ricerca 1 APPROCCIO COMPORTAMENTALE APPROCCIO PSICOLINGUISTICO Metodologia Contenuti (Lovaas et al. 1973; Kogel & Johnson, 1989; Charlop & Haymes, 1994) (Austin, 1972, Searle, 1976; Bloom & Lahey, 1978; Klinger & Dawson, 1992) Interventi utilizzati attualmente si fondano sull’intreccio di questi due approcci: APPROCCIO INTERATTIVO Comunicazione funzionale ed abilità socio-comunicative (Prizant & Wetherby, 1987; Schluer et la., 1997) 2 Approccio interattivo BAMBINO ADULTO 3 - Essere accogliente -Disponibili a condividere azioni con il b - Flessibili ad adattarsi ai comportamenti spontanei del b. - Avere una funzione non di “persuasore” ma di “creatore” e “pensatore” di condizioni che permettono al b. di comunicare spontaneamente Relazione empatica - Previsioni - aspettative - Motivazione INTRINSECA a comunicare/Intenzionalità comunicativa 4 Attività psicoeducativa Abilità comunicative 5 Chi si deve occupare dell’insegnamento delle abilità comunicative? Incrementare la competenza comunicativa nei b. con difficoltà socio comunicative è compito di chi si occupa del b. e cioè della famiglia, dell’insegnante, dell’educatore, dell’assistente, del terapista, ecc…… 6 Il ruolo della famiglia ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Il coinvolgimento attivo dei genitori è riconosciuta come buona pratica nell’intervento precoce per l’autismo (National Research Council, 2001) E’ un componente essenziale per molti approcci sia quelli che intervengono su tutti i domini di sviluppo che quelli mirati sulle abilità comunicative sociali I genitori creano un ambiente sociale nel quale il b. con autismo possa interagire con gli altri per tutta la durata della giornata I genitori mettono in atto il piano educativo in prima persona identificando routines e opportunità di generalizzare le abilità apprese Ci sono evidenza scientifiche che dimostrano che nel momento in cui i genitori sono più in sintonia con il b. e con i suoi interessi ed incrementono la loro capacità di sincronizzazione cresce il ritmo di sviluppo cognitivo, linguistico e sociale del b. (Mahoney and Perales, 2005; Vismara and Rogers, 2008 ) 7 Sistemi di comunicazione ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Linguaggio verbale Gesti di contatto (prendere per mano l’adulto e portarlo verso l’oggetto desiderato) Scambio di oggetti Simboli, figure, immagini da indicare Lingua Italiana dei Segni (LIS) Sistemi di comunicazione aumentativa/alternativa come ad es. il PECS 8 ¡ ¡ Inserire foto tabella di oggetti E SCAMBIO 9 10 P.E.C.S. Picture Exchange Communication System Sistema di comunicazione con scambio di immagini 11 P.E.C.S. sviluppato nel 1994 da A. Bondy e L. Frost nell’ambito del Delaware Autistic Programm, diffuso negli Stati Uniti in tutte le scuole pubbliche v riconosciuto nel 2002 come “Programma dell’anno” dall’Autism Society of America. 12 Il PECS risulta efficace: nello sviluppo delle competenza verbale (Bondy and Frost, 1994; Charlop Christy et al. 2002) ¡ nello sviluppo della comunicazione funzionale (Filippin et. Al.2010; Preston and Carter 2009) ¡ comportamenti problema ¡ nello sviluppo delle abilità socio comunicative (Yoder Stone, 2006; Charlop Christy et al. 2002; Lerna et al. 2012; Lerna et al. 2014) ¡ 13 v PECS è basato: v principi dell’Analisi del Comportamento Applicata (Applied Bheavior Analysis ABA) v Verbal Behavior di B.F.Skinner (1975) v Tecniche cognitivo-comportamentali 14 P.E.C.S. ¡ ¡ ¡ Si focalizza sullo sviluppo della comunicazione funzionale Si basa sullo scambio di immagini/simboli utilizza le abilità visuo-percettive preservate nei bambini con DSA (Wetherby 2004, Watson et al. 1993) 15 Quando può essere proposto il PECS? ¡ ¡ ¡ ¡ In presenza di un linguaggio incomprensibile In presenza di un linguaggio poco sviluppato sul piano lessicale e della struttura frasale Bambini con scarsa intenzionalità comunicativa Bambini che non utilizzano un linguaggio funzionale 16 Quali sono le funzioni comunicative che possiamo insegnare con il PECS? Sul piano espressivo: ¡ Fare richieste ¡ Rispondere ad una domanda ¡ Commentare ¡ Descrivere ¡ Raccontare un semplice vissuto/storia figurata 17 Sul piano recettivo: Rispondere ad un ordine verbale - Rispondere ad una domanda - Rispondere alla richiesta di seguire un’agenda giornaliera - Rispondere alla richiesta “aspetta” - 18 Come insegnare a seguire una agenda giornaliera ¡ STRUTTURAZIONE DELLE ATTIVITA’ ATTRAVERSO L’USO DEI SIMBOLI ¡ ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO 19 ESEMPI DI STRUTTURAZIONE DEL TEMPO 20 Agenda giornaliera (Foto tratte da A. Tripaldi, 2008) 21 22 ESEMPI DI STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO 23 Tipo di richieste che possiamo insegnare col PECS Richieste con rinforzo visibile ¡ Richieste per azioni (es. saltare con/sulla palla) ¡ Richieste per interrompere un’attività ( pausa) ¡ ¡ Richieste di attenzione (es. farti toccare sul braccio) ¡ ¡ ¡ Richieste con frasi Richieste con attributi, avverbi… Richieste di informazioni, domande cosa, dove, chi, come, quando, perché) (es. 24 P.E.C.S. Protocollo 6 fasi: 1) 2) 3) 4) 5) 6) Scambio fisico Distanza e persistenza Discriminazione Costruire una frase Rispondere alla domanda “Cosa vuoi?” Cosa prendi? Ecc. Commentare 25 (Bondy & Frost, 1994; 2002) VALUTAZIONE DEI RINFORZI ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Chiedere ai genitori quali sono le richieste spontanee che il bambino fa a casa Osservare il bambino per individuare i giochi e le attività preferite Osservare le reazioni del bambino quando gli viene tolto il gioco Registrare una gerarchia di rinforzi (alto, medio, basso, rifiuta) Aggiorna frequentemente i rinforzi 26 RINFORZO ¡ La prima strategia che utilizzeremo ¡ Rinforzo è uno stimolo (commestibili, oggetti, azioni) che se offerto subito dopo un certo comportamento, aumenta la frequenza di tale comportamento in futuro Utilizziamo rinforzi che rispecchiano oggetti scelti dal b. Forniamo il rinforzo entro mezzo secondo 27 RINFORZO ¡ ¡ ¡ Bisogna tener presente che se non abbiamo rinforzi da utilizzare non riusciremo ad insegnare nulla! La prima cosa che insegneremo è proprio richiedere i rinforzi Associare il rinforzo ai compagni perché riconoscere il valore delle altre persone all’interno di un determinato contesto è il primo e il piu’ importante passaggio per lo sviluppo del comportamento sociale 28 Insegnare a richiedere tanti rinforzi Operazioni Motivative Transitive: Convertire uno stimolo neutro in rinforzo condizionato (es. do le patatine –rinf positivo- se il b fa il puzzle; Il b incomincia a familiarizzare con la nuova attività, gli inizia a piacere il puzzle, quindi lo utilizziamo come rinforzo per una nuova attività – gioco ad incastri) 29 ¡ quando il b. ha appreso la capacità di fare dalla 3 alle 5 richieste spontanee in una sessione si può iniziare a concatenare alla richiesta acquisita, richieste di eventi collegati necessari per ottenere il rinforzo finale (es. sfogliare il giornale, prendere il giornale dall’armadio, apri l’armadio, prendi la chiave) - scomporre una richiesta in tante sottorichieste – task analysis ¡ 30 PROMPT ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Per insegnare una nuova abilità dobbiamo inizialmente aiutare il b. con il PROMPT Fisico Verbale Gestuale Visivo I prompt devono essere attenuati (fading) 31 Tipi di prompt ¡ Gerarchia di prompt ¡ Prompt ritardato ¡ Modello / dimostrazione ¡ Strategia prompt a 2 (due persone) usata quando dobbiamo aiutare il b. a prendere l’iniziativa 32 I FASE PECS SCAMBIO FISICO 33 OBIETTIVO Il bambino impara a prendere l’iniziativa e a comunicare una richiesta 34 I PRIMA FASE ¡ ¡ ¡ 1. 2. 3. Mostrare il rinforzo Il bambino prende l’iniziativa e cerca di afferrarlo Una volta che il B. prende l’iniziativa insegna la risposta motoria: Presa Allungamento del braccio Rilascio 35 36 1. 2. 3. 4. 5. è richiesta la presenza di un prompter fisico ed un partner comunicativo utilizzo di prompt non verbali ma solo fisici e visivi fornire 30/40 opportunità di apprendimento durante l’intera giornata usare differenti tipi di rinforzo (cibo, giochi, ecc) adattare il simbolo alle abilità motorie del bambino 37 Criteri raggiungimento 1° fase ¡ 10 richieste spontanee e corrette su 10 opportunità ¡ 5 rinforzi diversi ¡ 3 partner comunicativi diversi ¡ 3 contesti diversi 38 II FASE Distanza e Persistenza 39 40 41 42 Obiettivi 2° fase: Il bambino impara : a) ad orientarsi e a cercare il quaderno di comunicazione (Tabella di comunicazione) b) a staccare la carta stimolo c) a cercare l’interlocutore d) ad attirare la sua attenzione e scambiare per ottenere l’oggetto desiderato 43 1. E’ richiesta la presenza di un partner comunicativo e la presenza di un trainer che non interagisce con il bambino 2. Non utilizzare prompt verbali ma solo visivi e fisici 3. Insegnare al bambino a scambiare una varietà di stimoli presentati uno alla volta 4. Rivalutare frequentemente i rinforzi 44 5. Usare più partners comunicativi 6. Durante le attività strutturate, creare molte opportunità di richieste spontanee 7. Creare delle condizioni di apprendimento spontanee e naturali seguendo l’interesse del bambino 45 Criteri di raggiungimento 2° fase ¡ ¡ ¡ ¡ 9 richieste spontanee e corrette su 10 opportunità fare richieste in contesti diversi e ad una distanza sempre maggiore dal partner comunicativo 5 rinforzi differenti Fare richieste con partner comunicativi diversi (almeno 5) 46 III FASE Discriminazione 47 Obiettivi della 3° fase: Il bambino impara: -ad andare verso il quaderno di comunicazione - a discriminare fra la carta corrispondente all’oggetto desiderato e quella relativa all’oggetto non gradito - a discriminare fra due carte corrispondenti a due oggetti graditi - “Scegliere” fra molte immagini all’interno del libro 48 - non utilizzare prompt verbali ma solo visivi e fisici - Rivalutare frequentemente i rinforzi - Usare più partner comunicativi - Oltre alle attività strutturate, creare molte opportunità di richiesta spontanea durante le attività di routine quotidiana - Cambiare frequentemente la posizione della carta stimolo sul quaderno fino a quando il b. mostra di essere in grado di discriminare fra 5 carte anche prendendo la carta all’interno del quaderno 49 Discriminazione A) Discriminazione semplice - rinforzo – ogg. Neutro - 2 rinforzi attraenti - fra molti rinforzi 50 ¡ Inserire foto 51 52 53 SCELTA TRA PIU’ IMMAGINI ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Il bambino deve saper scegliere fra 3,4, fino a 5 rinforzi in uno schema ad X Si continua a fare controlli di corrispondenza Cercare dentro il libro Girare le pagine Organizzare i simboli Rintrodurre elementi della seconda fase 54 55 ¡ ¡ B) Discriminazione condizionale Il bambino impara a prendere l’oggetto corrispondente al simbolo che ha scambiato scegliendo tra due o più oggetti diversi posti sul tavolo 56 57 CONTROLLO DI CORRISPONDENZA ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Mostra entrambi gli oggetti contemporaneamente Aspetta che il b. scambi Offri gli oggetti su un vassoio Lascia prendere l’oggetto se corrisponde Blocca il b. se non corrisponde Correzione 4 passi con un controllo di corrispondenza aggiunto 58 Criteri di raggiungimento III fase ¡ Prendere l’oggetto corrispondente al simbolo nell’80% dei casi ¡ Cercare e prendere il simbolo all’interno del quaderno 59 IV FASE Costruzione di frasi 60 Obiettivi della 4° fase ¡ Il bambino impara a fare una richiesta costruendo frasi sempre più complesse 61 ¡ ¡ ¡ Creare un ponte verso i commenti, le descrizioni aggiungendo aggettivi, avverbi e verbi I verbi all’inizio della frase danno informazioni all’interlocutore sulla funzione della comunicazione Si parte dalla RICHIESTA 62 Sequenza della costruzione della frase ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Staccare il simbolo “voglio” Attaccare il simbolo “voglio” sulla striscia frasi Staccare la carta stimolo corrispondete al rinforzo Attaccarla sulla striscia frasi Staccare e scambiare la striscia con l’interlocutore 63 Primo passaggio Il simbolo “voglio” è già sulla striscia - Aspetta che il b. inizi si allunghi - Aiuta il b. a mettere il simbolo sulla striscia e a scambiarla con l’interlocutore - Dare il rinforzo mentre leggi la striscia rapidamente - Rinforza dopo mezzo secondo se il b. lo fa autonomamente 64 65 66 67 68 69 70 71 72 Secondo passaggio Aggiungere il simbolo “voglio” - aspetta che il b. si allunghi - aiuta il b. a mettere il “voglio” sulla striscia - Aspetta che il b. metta il simbolo del rinforzo sulla striscia e la scambi - Dare il rinforzo mentre leggi rapidamente - Rinforza il b. dopo mezzo secondo quando il b. lo fa autonomamente ¡ 73 Terzo passaggio - “Leggere” la striscia - Dopo avere messo insieme i simboli aiuta il b. a indicare ogni simbolo mentre tu leggi - Una volta che il b. indica i simboli autonomamente usa una pausa costante per incoraggiare il linguaggio verbale - Se il bambino parla usa il rinforzo differenziale (rinforzo sociale) 74 Criterio di raggiungimento 4° fase ¡ Il b. costruisce la frase e scambia autonomamente con l’interlocutore nell’80% dei casi 75 Come proseguiamo? ¡ - - Dopo l’apprendimento della quarta fase ci sono due possibilità: Insegnare attributi (aggettivi, avverbi) passare alla quinta fase 76 AGGETTIVI ¡ ¡ ¡ Insegnare al b. a chiedere rinforzi sempre più specifici Bisogna però sapere quali aggettivi possono essere importanti per il b. E’ necessario aver acquisito l’aggettivo a livello recettivo 77 V FASE Rispondere alla domanda “Cosa vuoi?” 78 Obiettivi V Fase ¡ ¡ Rispondere alla domanda “cosa vuoi?” Insegnare al b. a fare una richiesta in risposta ad una domanda 79 Criterio di raggiungimento V fase ¡ Il b. fa richieste sia in modo spontaneo che in risposta alla domanda “Cosa vuoi” 80 VI FASE Commentare, descrivere, raccontare un semplice vissuto 81 Obiettivo VI Fase PECS ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Insegnare la b. a ripondere a domande cosa vedi? Cosa senti? ecc Io vedo …. Io sento… Io ascolto Che cos’è? 82 83 84 Criteri di raggiungimento VI fase ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Il b. commenta spontaneamente Fa richieste spontanee Commenta in risposta a domande Fa richiesta in risposta a domande Usa verbi e nomi adeguati 85 Criteri per passare ad altre modalità comunicative ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Passiamo dal PECS ad altre modalità quando: Il numero di vocaboli utilizzati dal b. è uguale al numero di simboli PECS L’iniziativa comunicativa è identica in entrambi i sistemi La lunghezza media della frase è identica Il linguaggio verbale è comprensibile per l’80% da un interlocutore non esperto 86 GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE 87