35mm x 24mm 35mm x 24mm LUNEDÌ 24 MARZO 2014 ANNO IV N. 668 L’estate 2014 di Luxottica? Un campo di fiori Il dettaglio floreale è il fil rouge che accomuna le nuove collezioni, presentate giovedì scorso alla stampa a Milano, dei marchi in licenza alla società di Agordo. Mentre gli housebrand hanno deciso di darsi una "rinfrescata" Sbocciano fiori di mandorlo sui nuovi modelli di Dolce & Gabbana ispirati alla Sicilia, terra d’origine dei due stilisti. Nell’occhiale più prezioso (nella foto, a sinistra), i fiorellini sono decorati a mano uno per uno insieme a piccole foglie d’oro che vengono posate in rilievo sulla montatura. Negli altri modelli, invece, i fiori sono stampati sull’acetato e riprendono gli stessi abbinamenti di colore dei tessuti degli abiti che hanno sfilato in passerella. Lavorazione artigianale anche per la collezione della griffe realizzata con la tecnica del mosaico. Si tratta di una linea in edizione limitata: sono stati prodotti, con l’applicazione di mille tasselli, solo 70 esemplari, in vendita in centri ottici selezionati in tutto il mondo. La collezione prevede anche modelli più commerciali, realizzati con 300 tasselli per asta. Anche Emporio Armani fa dei fiori il proprio dettaglio esclusivo per la primavera estate 2014. Protagoniste sono le stampe delle ninfee, il fiore acquatico leit motiv della collezione (al centro, un modello) della linea giovane dello stilista milanese. Più sobrio, invece, Giorgio Armani, in cui spicca un occhiale interamente ricoperto in pelle e uno dedicato ai 25 anni della griffe. È, invece, sul frontale il motivo floreale nei modelli di Miu Miu, creato con un gioco di trasparenze e con l’uso di smalti forti e decisi. In rilievo il giardino floreale di Vogue che, come ogni anno, sceglie con il Fashion Council of America un giovane designer per creare le proprie collezioni eyewear. Questa stagione è stata scelta Charlotte Ronson, che si è lasciata ispirare dalla testimonial del brand, Eva Mendes. Nella Flora Collection i fiori sono in rilievo all’interno oppure all’esterno dell’asta o, ancora, in forma di stampa. Per la primavera estate 2014 hanno, invece, deciso di provare qualcosa di nuovo e di osare gli housebrand di Luxottica per eccellenza più discreti e amanti della tradizione. Persol, straordinariamente, mixa acetato e metallo: la freccia, simbolo del marchio, non risulta così affogata nell’acetato, ma è visibile all’esterno. Insolitamente sono due i colori utilizzati, uno all’interno e uno all’esterno, mentre le lenti sono specchiate. Oliver Peoples abbassa, invece, il target di età per i propri modelli: con la nuova linea West (nella foto, a destra) punta ai giovani, strizzando l’occhio alle colorazioni e al design tipico californiano. Non manca naturalmente l’utilizzo di nuovi materiali: Prada sceglie le pietre per la collezione donna e osa con colori molto accesi, Versace opta per le borchie, dettaglio in linea con la nuova testimonial della griffe, Lady Gaga, mentre Ray-Ban sperimenta il velluto. Ailac: lenti a contatto “intelligenti” come la cornea? Sarà uno degli spunti di riflessione e discussione il 6 e 7 aprile a Tivoli, in occasione del tradizionale Congresso dell’Accademia Italiana Lenti a Contatto, presieduta da Luigi Lupelli «Nel 2005 la ricerca optometrica d’oltreoceano dichiarava: “i portatori di lenti a contatto riportano sintomi di secchezza oculare cinque volte di più in confronto ai portatori di occhiali”. Oggi, a poco meno di dieci anni di distanza, è naturale domandarsi se le cose siano ancora così o, al contrario, se il fervore dei più recenti studi sull’interazione tra la superficie oculare e le lenti a contatto è riuscito a cambiare le prospettive», si legge in un comunicato di AILAC. Da qui la domanda provocatoria: le superfici delle lac sono riuscite a diventare “intelligenti" come ha dimostrato di essere la cornea? Per rispondere a questo e ad altri interrogativi, «i maggiori esperti che gravitano nell’universo del pianeta occhio (optometristi, ortottisti, ottici e oculisti) e che s’interessano di ottimizzare l’efficienza visiva con le lenti a contatto, si daranno appuntamento il 6 e 7 aprile all’Hotel Gran Duca D’Este, nella città delle fontane, Tivoli – prosegue la nota - Tutti gli atenei italiani, in cui è presente un corso di laurea in Ottica e Optometria, e gli Istituti di specializzazione in Optometria più attivi sul territorio, cioè Vinci e Bologna, saranno rappresentati». Il Congresso ha in programma due sessioni e una tavola rotonda dedicate al tema del comfort oculare. Saranno, inoltre, consegnate le due borse di studio intitolate a Norman Bier e Stefano Lauriola. 202mm x 31mm 35mm x 24mm 35mm x 24mm LUNEDÌ 24 MARZO 2014 ANNO IV N. 668 Gianmario Reverdy TODAY Curvatura variabile, il “segreto” di Ego Aqt Come ricordavamo lunedì scorso in questa rubrica, è costruita a partire da un semifinito nella superficie anteriore. Ma la geometria variabile per ogni prescrizione e studiata per dare la massima acutezza visiva al prodotto finale è il vero elemento di novità di questa lente di Optovista Infatti basi ottimizzate, ma a range di costruzione più o meno ampi, possono dar luogo a buone performance, ma solo per alcune prescrizioni. Secondo lo studio di Tscherning, infatti, dovrei avere basi differenti per ogni diversa prescrizione e, in particolare, di potere minore per i poteri più bassi (meno positivi o più negativi) e di potere maggiore per quelli più elevati. La superficie anteriore di Ego Aqt rispecchia questa soluzione, la curvatura decresce dal centro verso la parte alta e, invece, cresce dal centro della lente verso la parte bassa: la superficie presenta una curvatura a costante incremento di potere. Per ogni diversa prescrizione avremo uno sviluppo variabile della curvatura della base anteriore per ottenere il massimo dell'acutezza visiva. La superficie interna, costruita free form sulla base dei parametri di prescrizione, viene individualizzata tenendo conto della costruzione del semifinito, utilizzato sulla superficie anteriore. Le curvature più basse nell'area del lontano e più elevate in quella per vicino comportano, oltre a un maggior rispetto dei parametri teorici sulla qualità visiva, una diminuzione dello spessore totale della lente, una diminuzione dello spessore di vertice, soprattutto consistente nelle lenti positive, e un lieve aumento dell'ingrandimento introdotto nella visione da vicino, che, come è noto, dipende fra l'altro proprio dalla potenza della superficie anteriore. Provate con un test “al buio” su una clientela campione, Optovista dichiara che il 66% di chi le ha provate per oltre una settimana si è trovato meglio che con analoghe lenti a geometria interna “con base tradizionale”, l'83% ha segnalato un più facile e veloce adattamento e ben il 94% ha trovato migliore la visione alle distanze ravvicinate. [email protected] Gli occhiali: così facili da dimenticare, così difficili da ritrovare Sono tra gli oggetti più smarriti, ma anche tra i più faticosi da recuperare. Soprattutto se si perdono in aereo. Lo dimostra la storia di Stefano, riportata nei giorni scorsi sul Fatto Quotidiano Stefano dimentica i propri occhiali sul volo Alitalia Roma-Torino. A destinazione si rende conto di averli lasciati sull’aereo. Sul sito web della compagnia aerea trova il numero verde da contattare per informazioni e in caso di disguidi. «Una volta per queste cose ci si rivolgeva a un numero verde senza costi – riporta Il Fatto Quotidiano - Oggi non è più così: 64 centesimi al minuto da rete fissa, 98 da telefonino. Chiamare in Russia o Algeria costa meno». Contattare un operatore diventa impossibile: Stefano si perde nella jungla “opzioni-tasti da digitare”, poiché nessuna corrisponde effettivamente al suo problema. Riesce finalmente a parlare con qualcuno delle “Relazioni clientela”, che però lo invita a inviare un fax. Il malcapitato chiede in alternativa un contatto e-mail, ma la risposta è negativa. Quello che stupisce è il prezzo della telefonata: 12 minuti, 13 euro totali, cui si aggiunge il costo dell’invio del fax. Dopo la trasmissione del documento, Stefano richiama per sicurezza il centralino della compagnia aerea. L’operatore gli risponde, invece, di inviare una mail, con la segnalazione dell’oggetto dimenticato. La telefonata raggiunge un totale di 10 euro. Ma anche questo invio non ha buon esito. Deve dunque ricontattare il call center che gli fornisce un altro numero. L’odissea del malcapitato non finisce qui: tra altri numeri forniti dagli operatori e telefonate a vuoto, arriva la risposta alla sua mail che lo invita a chiamare l’ufficio “Lost and found”. Scopre subito dopo che il contatto non è quello corretto. Gli viene dato il nuovo numero. E, finalmente: «Pronto, oggetti smarriti, come posso aiutarla?». «Avete trovato un paio di occhiali sul volo da Fiumicino di lunedì scorso?». «No signore, mi dispiace». Sono servite «sei chiamate, una mail, un fax e ventotto euro per avere una risposta negativa», sottolinea Il Fatto, ma della sua preziosa montatura nessuna traccia. 38mm x 31mm Direttore responsabile: Angelo Magri Coordinamento redazionale: Francesca Tirozzi E-mail: [email protected] Supplemento al 24 marzo 2014 di b2eyes.com reg. presso Tribunale Milano, n. 292, 17-06-2009 38mm x 31mm