Modelli di e-business e business intelligence Cdl Ingegneria Informatica BUSINESS INTELLIGENCE, MARKETING E CRM Umberto Panniello DMMM, Politecnico di Bari INDICE Marketing Obiettivi e processi del marketing Strumenti del marketing nell’e-business Dal marketing al CRM Obiettivi del CRM Strumenti di business intelligence per raggiungere obiettivi di CRM MARKETING Marketing = market + ing = agire sul mercato Area principale di applicazione della BI Obiettivo: descrivere il mercato ed analizzare le interazioni del mercato con l’impresa Output: azioni aziendali rivolte al mercato e destinate a «piazzare sul mercato» In realtà non agisce sul «mercato» ma sul «cliente» MARKETING Il Marketing è il processo sociale e manageriale mediante il quale una persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce oggetto dei propri bisogni e desideri creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con altri. (Kotler) Parole chiave: Società e management Bisogni e desideri Scambio Prodotti e valore SISTEMA ELEMENTARE DI MARKETING Comunicazione Mercato (un insieme di acquirenti) Beni e servizi Denaro Settore (un insieme di venditori) Informazioni Gli operatori individuano l’insieme dei venditori con il termine settore o industria e l’insieme degli acquirenti con quello di mercato. Venditori e acquirenti sono collegati da quattro flussi. QUALE RISULTATO OTTENERE Obiettivi generali del marketing possono essere: vendita acquisizione di clienti potenziali (prospect) riacquisto fedeltà fiducia word of mouth soddisfazione PROCESSI DECISIONALI NEL MARKETING Il marketing, oltre a mirare a certi obiettivi, consiste in una serie di processi decisionali. processo di pianificazione strategica processo STP processo di controllo di gestione vision e mission (chi vogliamo essere) segmentazione (rappresentare il mercato) definire gli obiettivi attesi (con indici quantitativi) aree di business (che cosa e a chi vendere) targeting (decidere il mercato obiettivo) misurare i risultati (stessi indici quantitativi) posizionamento competitivo (chi siamo) analisi di posizionamento (chi siamo) confrontare i risultati con gli obiettivi attesi piano nuove attività (che fare) decisioni di posizionamento (chi vogliamo essere) definire le azioni (per modificare i risultati) definizione di strategie (obiettivi a liv. business) definizione di azioni (quanto, come) Esistono una serie di strumenti di marketing utilizzati nell’e-business FITTING TRA OBIETTIVI DI MARKETING E PROCESSO DI ACQUISTO DEL CLIENTE Brand building: brand sponsorship and display advertising Consideration: search marketing Direct response: referral via affiliates Direct response and customer retention: email marketing E-MAIL MARKETING Email marketing benefits Basso costo (vs altri canali diretti di marketing) Veloce consegna e risposta(vs altri media) ‘Push’ piuttosto che ‘pull’ (vs website che “aspetta” il cliente) Adatto per mercati di nicchia (i canali tradizionali possono essere molto costosi per i mercati di nicchia) Performance facilmente tracciabili e misurabili Email marketing costs Information overload (spam) Erosione della “deliverability” (filtri anti-spam falsi positivi) Impatto sulla brand reputation (un messaggio non desiderato o irrilevante lede il brand) Aumento beghe legali Crescita dei sistemi ‘opt-in’ (permission-based email mktg) Effectiveness measurement Open rate, click through rate, click-to-open E.g. e-Dialog for British Airways E-DIALOG Implenta e gestisce campagne di mail marketing Fornisce report, segmentazioni e analisi (misura ROI) Per British Airways fornisce messaggi, servizi e supporto per le comunicazioni della compagnia ai suoi membri «exclusive» Controllo qualità (legislazione, spelling, links, etc) ONLINE ADVERTISING Online advertising ‘It seems as though we are at the point where online advertising is an obsolete term. The best marketing initiatives are rarely limited to online channels, and the best ideas marketers are exploring are really not advertising at all.’ Edelman, 2007 Tipologie Standard image/text link Flash Rich media (animazioni, suoni, video) Sponsored links (Google, Facebook,…) ‘Web ads don’t work’ – Jakob Nielsen (studi eyetraking confermano che gli utenti si disinteressano dei banner) ONLINE ADVERTISING Ma allora perchè continuano ad utilizzarlo? “mere exposure” (la pubblicità ha effetto sul comportamento anche se non ricordo il contenuto dell’ads) L’utente è sottoposto in media a 40,000 spot tv all’anno Esistono software “Adblocking” blocco dei pop-up Come risolvere? Chiarezza: la pubblicità deve essere chiaramente distinguibile (non tendere tranelli) Rilevanza: messaggio giusto, all’utente giusto, al momento giusto Contenuto: deve contenere tutte le info necessarie non devo lasciare la pagina Intenzione: l’ad deve indicare cosa accade se ci clicco su SEO E SEM Search engine marketing La più grande opportunità di online TARGET marketing European SEO/SEM market Euro 8.1bn by 2012 Google Biggest search engine marketer AdWords (2000); AdSense (2002) Placement oppure keyword targeting Benefits di AdWords Raggiungibilità (80% utenti US utilizzano Google) Costo (no spesa minima; fisso il budget oppure pago solo per i click) Timing (continuo matching tra ads e utenti) Flessibilità (ad pubblicato in 15 minuti e sempre modificabile) Nel business sta entrando anche Facebook VIRAL MARKETING Viral marketing: “Meccanismo che facilita e incoraggia individui a promuovere volontariamente un messaggio di marketing” (Jeffrey Rayport, 1995) Obiettivo: individuare soggetti con un esteso network sociale che siano capaci e abbiano voglia di promuovere un messaggio. Sei regole: Segretezza è l’essenza dell’ingresso in un mercato: utilizzare metodi o contesti inusuali di utilizzo del prodotto (mixer Blendtec canale youtube prodotti azienda che triturano pupazzo di Chuck norris o iPhone) What’s up front is free – payment comes later (mese gratuito Spotify) Massimizzare la trasmissibilità «utilizzare» gli individui con un network esteso, anche se debole (Tupperware o gruppi di Facebook) Investire per raggiungere il «tipping point» (punto critico in cui supera una certa soglia di visibilità) VIRAL MARKETING Le e-mail possono essere virali? Dipende dalla fonte (familiare, amico, sconosciuto), contenuto e personalità di chi riceve (persone aperte e curiose condividono maggiormente) E.g. Beer.com ‘Virtual Bartender’: 10 amici 15.000 clicks entro un giorno 10 milioni di visite nel primo mese e 205.000 utenti registrati (target: ragazzi americani 18-26) E.g. Cadbury’s Crème Eggs – Here today, goo tomorrow (video virali delle uova che vengono distrutte in mille modi) Lost experience: esempio di live brand integration IL MARKETING VERSO LA CENTRALITÀ DEL CLIENTE Wendell Smith (1956) definisce la “market segmentation” sul Journal of Marketing Alfred Sloan (1920) “a car for every purse and every purpose” contro la visione di Henry Ford (1900) Un’auto per ogni borsellino ed ogni scopo: crea una struttura dei prezzi, in cui (dal costo più basso al più alto) Chevrolet, Pontiac, Oldsmobile, Buick e Cadillac non si facevano concorrenza tra di loro, ed i compratori potevano entrare nella "famiglia" GM a seconda del loro potere d'acquisto e dei gusti che cambiavano nel tempo. Cesare Romiti (1988) – direttore generale Fiat “il cliente innanzitutto” LA TRIPLICE EVOLUZIONE DEL MARKETING unità di analisi come segmentare i clienti obiettivi del marketing 1. L’EVOLUZIONE DELL’UNITÀ DI ANALISI Marketing di massa MERCATO Produzione e promozione a livello di massa Riduzione dei costi Marketing differenziato PRODOTTO Produzione e vendita di prodotti differenziati Offrire alternative di scelta (non significa segmenti diversi) Marketing concentrato (segmentazione) CLIENTI Si individuano segmenti distinti e si sceglie un marketing mix per ciascuno Marketing mix: combinazione (mix) di variabili controllabili (leve decisionali) di marketing che le imprese impiegano per raggiungere i propri obiettivi. Le variabili sono le 4P: prodotto, prezzo, punto vendita e promozione. 2. L’EVOLUZIONE DEI MODI DI SEGMENTARE Segmentazione di prodotto il mercato è definito da caratteristiche dei prodotti: ho diversi prodotti e ciascuno di essi individua un mercato e di conseguenza le azioni relative Segmentazione demografica il mercato è definito da caratteristiche dei clienti: divido il mercato su caratteristiche demografiche dei clienti Segmentazione psicografica caratteristiche psicologiche dei clienti (classe sociale, stile di vita, personalità): indaga lo stile di vita dei clienti potenziali, legando i comportamenti espressi nei confronti di un prodotto o servizio con le attività svolte, gli interessi e le opinioni. Segmentazione comportamentale caratteristiche del comportamento o interazione con l’impresa: vantaggi ricercati (qualità, prezzo...), atteggiamento (positivo, negativo...), consapevolezza (informato, disinformato...), fedeltà alla marca 3. L’EVOLUZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MARKETING Prodotto l’interazione mira alla vendita Azione (marketing mix) product, price, place, promotion Relazione (marketing relazionale) relazione, loyalty, customer satisfaction questo perché il costo di acquisizione è quasi sempre molto maggiore del costo necessario per fidelizzare/trattenere DAL MARKETING DI MASSA AL CRM ED ALLA PERSONALIZZAZIONE segmentazione psicografica segmentazione demografica segmentazione di prodotto marketing di massa marketing relazionale customer relationship management personalizzazione ESEMPI DI CRM CHE COS’È IL CRM? L’obiettivo del CRM non è solo offrire prodotti eccellenti ma acquisire, mantenere e far crescere i clienti migliori. Philip Kotler to get to keep to grow profitable customers Clienti profittevoli Legge di Pareto: il 20% dei clienti genera l’80% dei ricavi…perchè non concentrarsi solo su quelli? IL COSTO DI ACQUISIZIONE Diverse ricerche mostrano che: “Vendere un prodotto-servizio ad un nuovo cliente costa in media 6 volte più che venderlo ad uno già acquisito.” Tale concetto, unito ai precedenti comporta che: “le aziende cercano di ottimizzare le relazioni con i clienti che hanno già effettuato transazioni.” Il modo migliore per farlo consiste nel: tirar fuori il massimo valore dai clienti esistenti conoscere bene i clienti migliori motivarli a rimanere fedeli all’azienda LE FASI DEL CRM In linea di massima è possibile suddividere il processo di CRM in tre fasi: 1. Acquisizione: accrescimento della base di clientela; 2. Rafforzamento: valorizzazione della relazione con i clienti già acquisiti; 3. Mantenimento: mantenimento stabile della redditività dei clienti profittevoli. Struttura di un sistema di CRM customer database CRM ANALITICO richieste, comportamenti CRM OPERATIVO valore, bisogni, azioni specifiche back-office offerte, comunicazione front-office CRM OPERATIVO E ANALITICO CRM operativo Che cosa un’impresa deve fare per aumentare il valore del cliente CRM analitico Che cosa un’impresa deve sapere per aumentare il valore del cliente CRM ANALITICO E OPERATIVO E’ una distinzione importante che riguarda gli aspetti tattici della strategia di implementazione del CRM. CRM Operativo Anche detto di front-office, riguarda le aree in cui vi è contatto diretto col cliente (touchpoint). Esistono contatti di tipo inbound (es., la telefonata di un cliente al servizio clienti aziendale), e contatti di tipo outbound (es., una telefonata dell’operatore con scopo di vendita o una e-mail promozionale). Il CRM operativo abilita e semplifica le comunicazioni da e verso il cliente, ma ciò non significa necessariamente ottimizzazione del servizio (es., se un cliente di una banca utilizza di frequente il sito web per controllare il suo estratto conto, non si può dire con certezza che non desideri perfezionare le transazioni in filiale). CRM OPERATIVO: CONTATTO CON IL CLIENTE La maggior parte dei prodotti di CRM presenti sul mercato rientra in questa tipologia. CRM ANALITICO Conosciuto anche come CRM di back-office o “strategico”, riguarda la comprensione delle attività del cliente con il frontoffice. Richiede tecnologia, per organizzare e processare le ingenti moli di dati relativi ai clienti utili per le analisi, e nuovi processi di business, per migliorare le pratiche atte ad incrementare loyalty e profittabilità. Sotto la pressione di esperti ed analisti, molti produttori di sistemi di CRM hanno sviluppato capacità di CRM analitico, incorporando le analisi nelle loro offerte. CRM ANALITICO: LA COMPRENSIONE DEL CLIENTE CRM E BUSINESS INTELLIGENCE Il CRM Analitico coinvolge numerosi dati funzionali e incrociati, spesso memorizzati in un datawarehouse: deposito di dati aziendali provenienti da varie fonti, organizzati e compattati con l’intento di facilitare le analisi di business. Il Datawarehousing fornisce conoscenze critiche alle aziende, quali informazioni su clienti e prodotti, un tempo impossibili da localizzare e sfruttare → elevati payback degli investimenti in tecnologia. Business Intelligence (BI): la pratica di utilizzare i datawarehouse, uniti ad ulteriori strumenti tecnologici, per generare informazioni utili al processo decisionale, e per analizzare le performance aziendali. BUSINESS INTELLIGENCE Insieme di processi per raccogliere ed analizzare le informazioni sul business aziendale. Capacità di utilizzare dati provenienti da proprie attività aziendali ed interpretarli trasformandoli in informazione/conoscenza con lo scopo di migliorare ed ottimizzare i propri flussi informativi e processi. BUSINESS INTELLIGENCE Elementi chiave: Raccolta dati Utilizzo di tecnologia Trasformazione dei dati in conoscenza Finalità: supporto alle decisioni e controllo delle prestazioni aziendali. Aree: Controllo di gestione Logistica Approvvigionamenti Marketing CRM BUSINESS INTELLIGENCE CRM E BUSINESS INTELLIGENCE Esiste parecchia confusione, anche tra gli addetti ai lavori, sulle differenze fra i concetti di CRM e BI. “Il Datawarehousing non è CRM, ed entrambi non sono Business Intelligence” Tali termini sono spesso mescolati e confusi, e si tende ad associare il CRM con concetti riguardanti perlopiù le analisi per il supporto alle decisioni (database, decision support, datamining, rules repository, …). CRM E BUSINESS INTELLIGENCE Alcune affermazioni fuorvianti di uso comune, utilizzate in ambito CRM: 1. “Stiamo usando il datamining per eseguire la nostra iniziativa di CRM. Ciò ci consente di predire ciò che il cliente potrebbe acquistare in futuro.” 2. “Il nostro nuovo sistema di CRM ci consente di analizzare il comportamento dei clienti e di fornire alla forza vendita info globali, piuttosto che frammentate come in passato.” 3. “Da quando abbiamo iniziato a fare CRM, possiamo accedere ad ogni info di tutti i clienti da un unico sistema.” 4. “Il CRM ci consente di analizzare i dati sui reclami per capire meglio quelli prevalenti per un dato segmento.” CRM E BUSINESS INTELLIGENCE “Finalmente! Grazie al CRM sappiamo quale cliente sta acquistando quale prodotto.” Per quanto importanti e di valore, nessuna di queste capacità richiede necessariamente sistemi specifici di CRM. Infatti le imprese hanno cercato di ottimizzare tali performance già alcuni anni prima che venisse introdotto il CRM. 5. Di fatto ci si è resi conto che: Business Intelligence → informazioni importanti → decisioni di business meglio calibrate → profitti imprevisti BI VERSUS CRM BUSINESS INTELLIGENCE CRM CRM RAZIONALE Mostra nomi e indirizzi dei clienti business dell’azienda. Mostra i più recenti contatti inbound dei clienti sul mio Personal Digital Assistant, assieme ai relativi destinatari aziendali. La forza vendita è a conoscenza di questioni passate o in corso prima di incontrare il relativo cliente. Mostra i clienti che visitano uno dei negozi di video della nostra catena, con frequenza settimanale. Una volta al mese, per i prossimi sei mesi, invia una sollecitazione diretta via email ai clienti che con buone probabilità noleggeranno una nuova uscita del mese successivo, ma non visitano lo store settimanalmente. Converti i visitatori casuali in visitatori frequenti. BUSINESS INTELLIGENCE CRM CRM RAZIONALE Mostra una lista di clienti che hanno presentato lamentele negli scorsi 30 giorni. Contatta tutti i clienti highvalue che hanno presentato reclami. Genera raccomandazioni pro-retention per ciascun cliente. Focus sulla retention dei clienti di alto valore. Analizza i 5 più popolari fornitori di office e compara i prezzi dei nostri rivenditori di fiducia con quelli degli altri potenziali fornitori. Identifica i cinque maggiori fornitori di office e collauda un sistema web di “richiesta di offerta” su quantità limitate, per testare i miglioramenti di prezzo. Incrementa le probabilità di miglioramento dei prezzi sugli acquisti di commodities. Elenca gli indirizzi e-mail dei clienti registrati che hanno abbandonato il loro shopping cart durante la loro ultima visita sul sito web. Invia uno sconto di 5 $ ai clienti profittevoli registrati che compileranno un form con le motivazioni dell’abbandono dello shopping cart. Ai clienti sconosciuti che lo compilano invia uno sconto del 10%. Premia i clienti profittevoli che riacquistano e raccogli dati comportamentali di prospect di valore. MKT ONE-TO-ONE: CAMPAIGN MANAGEMENT Gli ultimi stadi dell’evoluzione del marketing confidano nella IT per tracciare i singoli profili-clienti, capire le differenze e riconoscere le preferenze. Il successo degli attuali programmi aziendali di marketing è direttamente proporzionale all’abilità di catturare ed analizzare i dati giusti. A partire dagli anni ’80, dall’avvento dei DB relazionali e dei Datawarehouse in poi, è diventato più semplice effettuare operazioni un tempo impossibili sulle ingenti moli di dati aziendali: scovare, ricercare, accedere, salvare, tracciare i dati dei singoli clienti, ecc.. Tutte operazioni necessarie nelle analisi per la gestione delle campagne di marketing. CAMPAIGN MANAGEMENT Processo lineare di campaign management CRM: COSTRUIRE I PROFILI-CLIENTI Per fare un buon CRM, diviene fondamentale tracciare profiliclienti più accurati possibile al fine di differenziare il trattamento dei clienti. Lo scopo principale è comprendere l’individuo-cliente: -Chi è, quali sono i suoi bisogni e le sue aspettative? -Come si comporta? È un’operazione importante perché tutto il Customer Relationship Management dipende dalla buona comprensione del singolo cliente. “Le organizzazioni dovrebbero trattare i profili-clienti come key economic asset, in aggiunta agli altri asset economici come le attrezzature e le risorse umane” (John Hagel III, Personalization Summit, 1999) COSA CONSIDERARE NEI PROFILI? Factual informations informazioni demografiche, fatti comportamentali Frequenza delle visite al sito, time/money mediamente speso sul sito, ecc.. Behavioral patterns rule-based, es.: In primavera il cliente X acquista libri sui viaggi per mete esotiche. Quando il cliente X giunge al mio sito dal sito Y, tende a ritornare presto su quest’ultimo. sequences, es.: Di solito il cliente X visita il mio sito tramite la pagina Y, poi va sulla pagina W e infine esce dal sito dalla pagina Z. APPRENDERE I BEHAVIORAL PATTERNS Utilizzare metodi di data mining (rule discovery) per apprendere i pattern comportamentali dell’individuo (rules) dai dati transazionali passati di ciascun cliente. (es., association rules, decision trees, RIPPER [Cohen95]) Una delle principali questioni nelle operazioni di personalizzazione è: come costruire “buoni” profilicliente? “bad” rules: spurie, banali, irrilevanti. Necessità di validare le regole scoperte (post-analysis stage). IL PROBLEMA DELLA VALIDAZIONE DEI PROFILI Per “buoni” profili (validi) si possono intendere diverse cose: Validità statistica; Accettabilità secondo un esperto umano; “Efficacia”. L’efficacia è importante, ma difficile da captare e interpretare (esistono pochi lavori sul tema). È preferibile focalizzarsi sulla accettabilità per un operatore esperto. VALIDAZIONE PROFILI EXPERT-BASED L’esperto umano deve separare le regole “buone” dalle “cattive” durante la fase di post-analisi del processo di data mining. Esempi: Quando Gianni acquista succhi di frutta, la sua spesa totale è > 9 €. Quando Gianni acquista birra in confezione da 6, la spesa totale in birra supera i 4 €. Problema: moltissime regole per la validazione manuale. Esempio: 1 milione clienti × 100 regole per cliente = 100 milioni di regole in totale Soluzione: utilizzo di specifici software che agevolano il processo. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: CROSS-SELLING E UP-SELLING Cross-selling: “La strategia di vendere prodotti aggiuntivi ad un cliente che ha già acquistato, o ha manifestato l’intenzione di farlo, un prodotto dall’azienda.” Esempio: Vendere vestiti per bambini ad una mamma che sta acquistando prodotti per la cura dei suoi figli. Up-selling: “Motivare i propri clienti a spostarsi verso l’acquisto di prodottiservizi di più alto valore, più costosi, più profittevoli, rispetto a quelli già acquistati o per i quali si è manifestata un’intenzione di acquisto.” Esempio: Chiedi un panino al banco del McDonald’s, ti offrono il menù più completo e abbondante. CROSS-SELLING E UP-SELLING L’arte del cross e up-selling sta nel comprendere quali prodotti possono aumentare la profittabilità totale di un cliente. La semplice e banale vendita aggiuntiva di un prodotto privo di profitto può rendere il cliente meno profittevole di quanto lo fosse in precedenza. Fare cross-selling in modo corretto significa: “vendere il prodotto giusto al cliente giusto”. Non tutti i clienti sono buoni candidati per le azioni di crossselling. E’ importante, ma non semplice, capire il modo in cui il cliente valuta e decide come e quando rispondere a certe promozioni. CROSS-SELLING E UP-SELLING VANTAGGI Minori costi rispetto all’acquisizione di nuovi clienti; Diminuzione del tasso di abbandono (churn); Aumento della customer loyalty e retention; Incremento del Customer Life Time Value; Incremento della redditività aziendale. Per tutti i motivi illustrati, il miglioramento delle pratiche di crossselling e up-selling è uno dei maggiori driver di utilizzo delle tecnologie e strumenti di CRM-MARKETING. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: CUSTOMER RETENTION 1. 2. 3. Una ricerca del ’96, in USA, mostra che: “ogni 5 anni le aziende perdono il 50% dei propri clienti.” Le aziende si pongono il problema del customer churn (o attrition): Comprendere quali clienti abbandonano (operazione non banale); Capire il perché tali clienti cambiano azienda (operazione difficile); Arginare il customer churn applicando le conoscenze acquisite alle tattiche di business per incentivare il cliente a rimanere fedele (operazione molto difficile). CUSTOMER RETENTION Le analisi sul customer churn rientrano nell’idea che mantenere i clienti acquisiti è molto più conveniente che acquisirne di nuovi. Infatti: più clienti abbandonano → maggiore è la perdita di guadagno (investimento iniziale per l’acquisizione + perdita di una base clienti solida cui vendere nuovi prodotti) È importante capire anche quali sono i clienti più profittevoli, sui quali conviene investire per trattenerli. È dimostrato che: “ridurre le defezioni anche di poche frazioni, incrementa in modo esponenziale i profitti.” La tecnologia fornisce oggi sofisticati strumenti predittivi che, confrontando gli attributi di clienti simili, individuano i clienti “likely to churn” e consentono simultaneamente di creare interazioni di marketing personalizzate atte a motivare il cliente alla fedeltà. CUSTOMER RETENTION 1. 2. Problemi delle strategie aziendali di customer retention: Individuati i clienti che potrebbero lasciare l’azienda, come li trattieni? È realmente vantaggioso regalare prodotti o aggiungere accessori gratis, la cui spesa iniziale spesso supera il contributo ai ricavi che ne risulta? ESEMPI Il costo del telefonino concesso in comodato gratuito, sarà recuperato dalla spesa del cliente in servizi? In che percentuale i clienti proseguiranno il loro contratto per la TV satellitare, dopo i primi 3 mesi gratuiti? Il concedere la prima classe senza sovrapprezzo a determinati clienti, garantisce che questi voleranno nuovamente con la nostra compagnia? CUSTOMER RETENTION Strategie attuali Trovare il modo migliore per fidelizzare i clienti in procinto di cambiare azienda; Definire campagne di marketing per spingere i clienti a basso valore nella fascia di clienti a più alto valore, piuttosto che permettere ad essi di abbandonare l’impresa. La Churn Prediction è uno degli usi più frequenti della tecnologia applicata ai dati, per sostenere il marketing nella previsione del comportamento dei clienti. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: BEHAVIOUR PREDICTION È una tecnica di analisi che aiuta il reparto marketing nel determinare il comportamento presunto del cliente nel futuro. Utilizzando modelli sofisticati e tecniche di data mining, si serve del comportamento passato del cliente per predire quello futuro. 1. 2. 3. 4. Queste analisi includono diverse varianti: Analisi di Propensity-to-Buy: capire quale prodotto potrebbe acquistare un dato cliente in futuro. Analisi di Next Sequential Purchase: predire quale prodotto servizio un cliente potrebbe acquistare alla sua prossima visita. Analisi di Product Affinity: capire quali prodotti saranno acquistati con determinati altri beni. Si tratta della nota Market Basket Analisys, intesa come l’analisi dello scontrino per scovare possibili associazioni di prodotto. Modelli Price Elasticity e Dynamic Pricing: determinare il prezzo ottimale per un dato prodotto, spesso associato ad un particolare cliente o segmento. BEHAVIOUR PREDICTION La previsione del comportamento futuro del cliente consente alle aziende di elaborare una varietà di azioni di marketing basate su tale conoscenza. Esempi Offrire a clienti a rischio churn, sconti preventivi o rinunce alle commissioni. Ridefinire il target di una campagna, restringendola a segmenti di clienti più piccoli o a specifici prodotti. Confezionare assieme certi prodotti e fissare il prezzo in modo da vendere più tipi di prodotti ed incrementare la loro profittabilità. Fare cross-selling di prodotti che si stima vengano spesso acquistati con altri beni determinati. La chiave di tutte queste analisi, e soprattutto delle azioni che ne derivano, è capire quali sono i clienti migliori. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: CUSTOMER PROFITABILITY E VALUE MODELING È difficile calcolare in modo preciso la customer profitability: Sono necessari dati dettagliati; È necessario un processo intensivo di calcolo; Gli strumenti in grado di elaborare modelli ad hoc hanno un alto costo. Tuttavia tale calcolo consente di scoprire informazioni rilevanti, e di evitare comuni errori di valutazione. CUSTOMER PROFITABILITY E VALUE MODELING Esempi Scoprire che clienti price-sensitive, seppure con alti volumi d’acquisto, potrebbero non aumentare mai il loro valore, al contrario di clienti che pur avendo bassi volumi sono altamente profittevoli. Scoprire che un cliente con basso valore ha in realtà portato all’azienda tre clienti ad alto valore, il che rende esso stesso profittevole. Accorgersi che un recente laureato, anche se attualmente poco profittevole, mostra segnali di profittabilità emergente e dunque può essere considerato di valore nel lungo termine. CUSTOMER PROFITABILITY E VALUE MODELING Esistono diverse metriche per misurare il valore del cliente, utilizzate in diversi contesti industriali: 1. Customer Life Time Value (LTV); 2. Potential Value; 3. Competitive Value (o Wallet Share); 4. Value Modeling. Il Value Modeling consente di attribuire un punteggio al cliente in base al valore da lui fornito all’azienda durante tutto il ciclo di relazione. Tale punteggio è usato poi in vari modi per settare al meglio la comunicazione azienda cliente. CUSTOMER PROFITABILITY E VALUE MODELING Il valore complessivo di un cliente è determinato da diversi fattori convergenti. Basare perciò il calcolo su una singola metrica presenta il rischio di assumere decisioni errate su cosa e come comunicare al cliente, il che può portare ad un decremento della satisfaction e relativo aumento della attrition. Esempio Un retailer brick-and-mortar si accorge che un cliente possiede la tessera di frequent-buyer, ma in realtà visita il negozio solo in periodo di saldi. (errore: considerarlo un frequent-buyer e gestirlo come tale porta ad effetti negativi) CALCOLARE IL LIFE TIME VALUE (LTV) Il LTV è uno degli indici più utilizzati per la valutazione del valore del cliente. Il suo calcolo rappresenta dunque un problema cruciale nel campo del CRM Analitico. Il LTV può essere calcolato con la seguente formula: LTV = Σ ∞ t=0 v(t)*S(t)*D(t) v(t) – valore del cliente al tempo t S(t) – survival rate al tempo t (probabilità che il cliente sarà attivo al tempo t) D(t) – discount rate, es., D(t) = exp(-λt) Problema: come calcolare le funzioni v(t), S(t) e D(t) per gli istanti futuri t? STIMA DEL VALORE FUTURO V(T) “Valore” può significare diverse cose Di solito si considera: Profitti = Ricavi - Costi È un problema di previsione In alcune applicazioni non è difficile stimarlo Flusso stabile di ricavi mensili, costi noti. Esempi: utilities, telecomunicazioni (telefonia). Utilizzo della storia passata per stimare i ricavi futuri. In altre applicazioni la stima è difficoltosa Acquisti periodici, non c’è flusso costante di ricavi. Esempio: e-commerce. Altamente imprevedibile. QUANDO IL LTV È STIMATO CORRETTAMENTE v(t) è stabile, ovvero i flussi di ricavi sono ben definiti; Segmenti prevedibili e stabili; Applicazioni “non-disruptive”; Esempi: utilities; telecomunicazioni; servizi con sottoscrizioni (giornali, magazine, ecc..). COSA FARE SE LA STIMA DEL LTV È DIFFICILE Utilizzare appropriate proxy che classificano il cliente pressoché nello stesso ordine fornito dal calcolo del LTV. Esempi di misure proxy: Profittabilità; Ricavi; Punteggi nei programmi fedeltà: Gold card member; Frequent flier miles (per compagnie aeree). TRATTARE I CLIENTI IN BASE AL VALORE Dividere i clienti in base al loro valore (es., tramite il LTV); Raggruppare i clienti in quintili così identificati: MVC: most-valuable customers MGC: Most growable customers BZ: Below zero customers LTV negativo e nessuna speranza di crescita Migrators: in BZ, ma con una potenziale crescita Sviluppare azioni customizzate per ciascun gruppo. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: CHANNEL OPTIMIZATION L’obiettivo della marketing automation è: “offrire il giusto messaggio, al cliente giusto, al momento opportuno.” L’avvento di internet ha consentito alle aziende di usufruire di un nuovo canale al fine di massimizzare le opzioni e le preferenze di interazione del cliente. Non basta capire la modalità di interazione preferita da un certo cliente, bisogna anche decidere come è meglio comunicare determinate cose in precisi momenti. Channel management significa armonizzare e ottimizzare i canali interattivi inbound con quelli outbound, e sapere come scegliere il giusto approccio con ciascun cliente. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: PERSONALIZATION “È la capacità di personalizzare la comunicazione con il cliente in tempo reale basandosi sulla conoscenza delle sue preferenze e comportamenti.” Le tecniche di personalizzazione consentono di: 1. Analizzare ciascun cliente in qualsiasi momento e attraverso ogni canale, usando dati su: - profilo clienti; acquisti passati; - clickstream; - interviste on-line. 2. Definire la situazione del cliente e decidere l’azione di marketing da implementare. 3. Elaborare un messaggio o contenuto personalizzato da mandare in tempo reale al cliente quando interagisce nuovamente con l’azienda (es., visita il sito web). PERSONALIZATION È dimostrato l’aumento dei tassi di risposta globali, di pari passo all’arricchimento dei dati sul comportamento dei clienti. Si parla anche di adaptive personalization, appunto perché lungo la relazione impresa-cliente si apprendono le preferenze e i gusti dell’individuo e si adeguano i messaggi e le comunicazioni. Così diventa più difficile lo switch del cliente verso i competitor. PERSONALIZATION & CLICKSTREAM ANALISYS In ambito B2C la personalizzazione si basa molto sulla Clickstream Analisys, ovvero l’analisi del percorso di navigazione sul web del cliente. La clickstream analisys illumina sulla customer experience nel web, consentendo di evidenziare: Gli acquisti del cliente; Come egli arriva inizialmente al sito (tramite un sito partner? tramite banner?); Come naviga una volta entrato nel sito; Quanto tempo spende su ogni pagina; Quale prodotto può aver stimolato altri acquisti, …. PERSONALIZATION & CLICKSTREAM ANALISYS Come risultato di tale analisi è possibile implementare numerose tattiche di business, come ad esempio: Modificare la grafica e le funzionalità del sito, seguendo i pattern di navigazione e gli andamenti passati degli acquisti. Personalizzare promozioni e sconti in base agli acquisti passati o a ricerche e interviste. Personalizzare i contenuti delle pagine web, d’accordo con i parametri di utilizzo dei visitatori del sito. INIZIATIVE DI CRM-MARKETING: EVENT-BASED MARKETING “Anche detto Event-Driven, è un marketing time-sensitive, ovvero basato su comunicazioni di vendita in reazione ad eventi specifici di un certo cliente o segmento.” Esempio Una Compagnia di Assicurazioni invia a tutti i clienti che recentemente hanno avuto un incidente stradale, una proposta di aumento dei massimali di copertura per le polizze R.C. Auto. È un esempio questo di event-based marketing su un vasto e indifferenziato segmento della base clienti esistente. EVENT-BASED MARKETING Ma le imprese che adottano il CRM si sforzano di applicare tale tecnica di marketing sui singoli clienti, orientandosi verso comunicazioni più reattive, real-time e maggiormente focalizzate. Esempio La stessa Compagnia di Assicurazioni dovrebbe comunicare a ciascun cliente quanto la sua polizza R.C. Auto sia appropriata alla sua persona, considerati specifici fattori quali l’attuale copertura, la sua storia relativa ai sinistri, e i suoi dati demografici. EVENT-BASED MARKETING È importante combinare le tecniche di personalizzazione con la progettazione dei processi per assicurarsi che l’azione giusta raggiunga il cliente giusto al momento giusto. L’obiettivo ideale del event-based marketing è di essere in grado di reagire agli eventi del cliente pressoché in tempo reale, subito dopo l’accadimento. Esempio Una Compagnia di carte di credito telefona ad un cliente che ha appena effettuato la sua prima transazione d’acquisto lontano da casa. Gli chiede di confermare l’acquisto (tipica tecnica anti-frode), e nel contempo gli offre di prolungare gratuitamente il suo viaggio di un giorno. EVENT-BASED MARKETING Date le particolari caratteristiche, tale tecnica richiede: Buon dinamismo, per individuare e rispondere agli eventi in un tempo ottimale; Profonda comprensione dei possibili eventi e delle relative risposte e azioni; Solida automazione di processo e ben calibrato work-flow; Buone competenze nell’utilizzo di tecniche complesse come il Data Mining. * Non bisogna confondere tale tecnica con il Life Stage (o Life Event) Marketing, in cui l’azienda determina la posizione del cliente su un continuum della sua vita, al fine di inviargli messaggi appropriati. BUSINESS INTELLIGENCE NEL CRM Perché: Maggiore applicazione Naturale utilizzo nell’e-business perché ci sono molti dati Necessità di gestione ed analisi della grossa mole di dati Il modello di e-business spesso è basato sul CRM BUSINESS INTELLIGENCE NEL CRM Tutti i risultati ricercati e tutti i processi decisionali del marketing possono essere realizzati e supportati dalla business intelligence. Posso analizzare i dati per raggiungere obiettivi e per prendere decisioni. Le analisi sui dati in ambito e-business possono essere suddivise in: Business analytics Customer analytics Web analytics Data modeling