Riso meno amaro se coniuga tradizione e innovazione

Riso meno amaro se coniuga tradizione e
innovazione
La protesta del settore contro le importazioni a dazio zero provenienti da Cambogia e Myanmar
È il cibo principale per circa la metà della popolazione mondiale e garantisce alla stessa il 20% di
calorie. Arrivato in Europa attraverso gli Arabi dalla lontana Asia, dove era già conosciuto da
millenni, il riso approda anche in Italia nel XV secolo. Qui la sua coltura si diffonde rapidamente
nelle zone ricche d’acqua, con la quale forma un binomio inscindibile, modellando paesaggi e
colorando pianure. Il triangolo compreso nelle province di Vercelli, Novara e Pavia diventa il cuore
delle coltivazioni nazionali. Oggi l’Italia, con i suoi 216 mila ettari coltivati e con circa 10 mila
persone occupate nella filiera, è il primo produttore europeo.
Ma anche questo settore sta subendo una pesante crisi. Proprio in questi giorni, gli agricoltori e i
trasformatori di tutte le associazioni del settore stanno protestando contro il nuovo pericolo:
l’invasione del riso (+ 360% di importazioni nel primo trimestre del 2014) proveniente da alcuni
Paesi asiatici, in particolare Cambogia e Myanmar.
Il riso asiatico entra in Europa a dazio zero, a prezzi bassissimi, creando, secondo le associazioni di
categoria, una “concorrenza sleale che strozza i nostri agricoltori e le nostre industrie”.
Nell’ambito dell’attuale regime speciale a favore dei..
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